Riassunto libro Psicologia Generale PDF

Document Details

Uploaded by Deleted User

Università degli Studi di Roma 'La Sapienza' (UNIROMA1)

Tiziana Magro

Tags

psicologia generale psicologia riassunto libro

Summary

Questo documento è un riassunto del libro di Psicologia Generale di Tiziana Magro. Copre argomenti come le principali correnti della psicologia, lo strutturalismo, il funzionalismo, il comportamentismo, il cognitivismo, la psicologia della Gestalt, la psicoanalisi e la psicologia umanistica. Il documento spiega anche come il metodo scientifico viene applicato alla ricerca psicologica. Questo riassunto è utile per studenti universitari di psicologia.

Full Transcript

Riassunto libro psicologia generale Tiziana Magro Psicologia Generale Università degli Studi di Roma La Sapienza (UNIROMA1) 60 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunt...

Riassunto libro psicologia generale Tiziana Magro Psicologia Generale Università degli Studi di Roma La Sapienza (UNIROMA1) 60 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) CAPITOLO 1 Cos’è la psicologia e quali sono i suoi obiettivi? La parola psicologia è nata migliaia di anni fa e ha un’origine greca (psyche significa “anima” e logos “studio o discorso”). La psicologia si occupa dello studio scientifico del comportamento e dei processi mentali. Oggi la psicologia è una disciplina scientifica e una professione. Quali sono le principali correnti della psicologia? WILHELM WUNDT è considerato il padre della psicologia. Nel 1879 creò un laboratorio per studiare l’esperienza conscia. Osservò in modo sistematico e misurò stimoli di diverso tipo (luci, suoni, pesi). Uno stimolo è qualunque tipo di energia fisica che eserciti un condizionamento su una persona e determini una risposta. Wundt usava l’introspezione sistematica, una tecnica di auto osservazione e di descrizione minuziosa di ciò che il soggetto prova e percepisce posto davanti a stimoli diversi. STRUTTURALISMO: Edward Titchener diffuse alcune idee di Wundt negli Stati Uniti fondando una corrente detta strutturalismo. Titchener cercò di analizzare gli elementi di base o blocchi costitutivi della psiche e l’interrelazione fra questi nella percezione e nell’esperienza conscia attraverso il metodo introspettivo. L’osservatore doveva descrivere ciò che notava attraverso la propria percezione, o ciò che avveniva nella propria mente, senza utilizzare inferenze logiche né concetti culturalmente condivisi, ed esporre verbalmente il proprio vissuto. L’introspezione si dimostrò uno strumento poco adatto a rispondere alla maggior parte degli interrogativi perché, per quanto sistematiche fossero le osservazioni, gli strutturalisti spesso dissentivano e quando ciò accadeva, non vi era modo di risolvere le controversie. FUNZIONALISMO: William James ampliò il nascente ambito di ricerca della psicologia per includervi il comportamento degli animali, l’esperienza religiosa e il comportamento abnorme. A differenza degli strutturalisti che consideravano la coscienza come un insieme di elementi costitutivi statici, James la considerava una corrente o un flusso di immagini e sensazioni in continuo mutamento. I funzionalisti si rifacevano alle idee proposte da Charles Darwin il quale spiegò l’evoluzione delle creature viventi in termini di necessità di sopravvivenza. In maniera analoga i funzionalisti intendevano scoprire in che modo la mente, la percezione, le abitudini e le emozioni ci aiutano ad adattarci e a sopravvivere. Il funzionalismo promosse la psicologia scolastica (lo studio dell’apprendimento, dell’insegnamento, delle dinamiche all’interno della casse e altri temi correlati). COMPORTAMENTISMO: il funzionalismo e lo strutturalismo furono ben presto messi in discussione dal comportamentismo, un approccio alla psicologia il cui oggetto di studio è il comportamento osservabile. John B. Watson si oppose fortemente allo studio della mente e dell’esperienza conscia. Egli aveva verificato che il comportamento degli animali poteva essere studiato, anche se era impossibile rivolgere loro delle domande o sapere cosa pensavano: si trattava semplicemente di osservare la relazione tra gli stimoli e le risposte di un animale. Per spiegare la maggior parte dei comportamenti, Watson adottò ben presto il concetto di condizionamento formulato dal filosofo Ivan Pavlov ( una risposta condizionata è una reazione appresa a uno stimolo particolare). Il comportamentismo contribuì a fare della psicologia una scienza sperimentale e a non considerarla più un ramo della filosofia. Il comportamentista più noto, B.F. Skinner sosteneva che le nostre azioni sono condizionate dalla ricompensa e dalla punizione (gabbia di Skinner). Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) COGNITIVISMO: i comportamentisti radicali sono stati criticati per aver ignorato il ruolo fondamentale che il pensiero svolge nella nostra esistenza. Differenti autori hanno compiuto numerosi studi all’interno del nuovo approccio, detto cognitivismo perché associa la cognizione al condizionamento per spiegare il comportamento e ha come obiettivo lo studio dei processi mediante i quali le informazioni vengono acquisite dal sistema cognitivo, trasformate, elaborate, archiviate e recuperate. I processi cognitivi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni dall'ambiente, le elabora ed esercita su di esse un controllo. PSICOLOGIA DELLA GESTALT: (esempio melodia tanti auguri a te) l nascita della psicologia della gestalt è in genere datata 1012, anno di pubblicazione dello studio di Wertheimer sul movimento apparente. Alcuni psicologi tedeschi sostenevano che “il tutto è qualcosa di più della somma delle sue parti”. e la parola tedesca Gestalt significa proprio “forma, modello o insieme”. In altre parole, la forma è una totalità significativa le cui proprietà sono conoscibili attraverso il metodo fenomenologico. La Gestalt contribuì a sviluppare indagini e modelli teorici sul pensiero, la memoria, l’apprendimento e la percezione come unità globali, non dividendo le esperienze nei loro costituenti principali. Al pari di una melodia, infatti, molte esperienze per essere comprese non possono essere ridotte a unità più piccole. PSICOANALISI E PSICOLOGIA DINAMICA: Freud considerava la vita mentale una sorta di iceberg di cui solo una piccola parte risulta osservabile e cosciente. La parte della mente che sfugge alla consapevolezza personale fu definita da Freud inconscio, e sono proprio i pensieri, gli impulsi e i desideri inconsci a influenzare il nostro comportamento. Freud chiarì che tali desideri e impulsi sono generati da 3 tipi di conflitto: il conflitto tra principio di piacere e principio di realtà, cioè tra la necessità di soddisfare il piacere personale e il necessario confronto con la realtà esterna; il conflitto tra pulsione sessuale e pulsione di auto conservazione; il conflitto tra pulsione di vita e pulsione di morte. secondo Freud, molti pensieri subiscono un processo inconscio chiamato rimozione, vengono cioè allontanati dalla coscienza poiché sono minacciosi, ma talvolta, egli affermava, emergono in sogni, atti mancati, lapsus e sintomi. Pensieri, emozioni e azioni sono, secondo Freud, tutti motivati e, quindi, determinati; in altre parole, niente è causale perché, analizzando a fondo, è possibile trovare le ragioni di ogni pensiero o azione. Freud fu uno dei primi a sostenere l’importanza dell’infanzia, che condiziona la personalità dell’adulto. Ma è soprattutto noto come il padre della psicoanalisi o “analisi della mente”, la prima psicoterapia fondata sull’interpretazione. PSICOLOGIA UMANISTICA: la psicologia umanistica è un approccio che pone l’accento sull’esperienza umana soggettiva, caratterizzata dal bisogno di conoscersi, esprimersi e autorealizzarsi. Gli psicologi umanistici rimarcano il libero arbitrio, ossia la capacità di operare delle scelte volontarie. Anche se riconoscono che le esperienze passate ci condizionano, gli psicologi umanistici ritengono che le persone siano libere di scegliere di vivere delle esistenze creative, significative e soddisfacenti. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Gli psicologi umanistici sono interessati ai bisogni psicologici di amore, autostima, appartenenza, espressione di sé, creatività e spiritualità e sostengono che questi bisogni siano importanti quanto i bisogni biologici (Maslow). PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA: La psicologia evoluzionista è una branca della psicologia che analizza la selezione e lo sviluppo di specifici processi psicologici in funzione del loro valore adattivo per l'individuo. Prende le sue mosse dalla teoria dell'evoluzione e, soprattutto, dal meccanismo della selezione naturale proposto da Charles Darwin. In che modo il metodo scientifico viene applicato alla ricerca psicologica? I primi psicologi sostenevano che soltanto l’individuo potesse osservare in modo diretto il lavoro della propria mente tramite un meccanismo di analisi e rielaborazione di pensieri, emozioni e sensazioni: l’introspezione. Dal momento che la mente non può essere studiata da una prospettiva soggettiva, la psicologia è oggi definita come lo studio scientifico del comportamento e dei processi mentali e si fonda sull’osservazione scientifica, elemento che la distingue da altri ambiti di studio come la storia, la legge e l’arte. Qualunque azione (mangiare, frequentare altre persone, dormire, parlare o starnutire) è un comportamento manifesto. Gli psicologi tuttavia studiano anche i comportamenti non direttamente osservabili, ovvero processi mentali soggettivi come il pensiero, il sogno, il ricordo e la scelta dei collant. Metodo scientifico: è costituito da 6 tappe: Un’ipotesi è un’affermazione o una spiegazione provvisoria di un evento o un rapporto. In termini più comuni è un’intuizione verificabile o una congettura ragionevole sul comportamento. Etica della ricerca: gli psicologi devono portare avanti la ricerca nel rispetto delle persone che partecipano agli esperimenti, preoccupandosi della loro dignità e del loro benessere. Il codice etico si applica anche agli animali, nei confronti dei quali i ricercatori sono tenuti ad assicurare il benessere e a trattarli con umanità. L’esperimento in psicologia: il rapporto tra causa ed effetto Per scoprire le cause di un comportamento, è necessario in genere realizzare un esperimento: una prova formale svolta per confermare o negare un’ipotesi relativa alle cause di un comportamento. Gli esperimenti consentono agli psicologi di controllare in modo attento le condizioni e mettere a Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) fuoco le relazioni causa-effetto, perciò sono generalmente accettati come il più potente strumento della ricerca scientifica. per realizzare un esperimento bisogna procedere nel modo seguente: 1- modificare in maniera diretta una condizione che si ritiene influenzi un comportamento. 2- creare due o più gruppi di soggetti che dovrebbero essere simili sotto tutti gli aspetti a eccezione della condizione che si decide di modificare. 3- verificare se la modifica della condizione a qualche effetto sul comportamento. l'esperimento psicologico più semplice prevede il confronto fra due gruppi di soggetti sperimentali. un gruppo viene chiamato gruppo sperimentale e l'altro costituisce il gruppo di controllo. il gruppo di controllo e il gruppo sperimentale vengono sottoposti alle stesse prove a eccezione della condizione o fattore che, intenzionalmente, viene modificata. questa condizione viene definita variabile indipendente. Variabili e gruppi Una variabile e qualsiasi condizione considerata che può cambiare valore o essere modificata durante un esperimento. 1- le variabili indipendenti sono condizioni o aspetti dell'ambiente studiati empiricamente che possono essere manipolati dallo sperimentatore che ne decide la grandezza, la quantità o il valore. Le variabili indipendenti sono le cause ipotizzate di un determinato fenomeno o comportamento. 2- Le variabili dipendenti corrispondono ai risultati dell'esperimento, ossia rivelano gli effetti osservati attribuiti alle variabili indipendenti. Sono un aspetto ben definito del comportamento misurato dallo sperimentatore attraverso dei punteggi ottenuti, ad esempio, nei test. 3- le variabili estranee o intervenienti. Metanalisi: è una tecnica statistica che combina i risultati di più studi come se facessero parte di un'unica grande ricerca. Cos’è un esperimento in doppio cieco? In un esperimento ben progettato occorre prestare attenzione a quanto si comunica ai partecipanti, poiché delle piccole informazioni potrebbero creare un effetto dei partecipanti, ossia determinare dei cambiamenti nel comportamento dei partecipanti alla ricerca causati dall'influenza delle loro aspettative (esempio anfetamina). Effetto placebo: un cambiamento nel comportamento causato dalla convinzione di aver assunto un farmaco. Controllare l’effetto dei partecipanti: per controllare tale effetto è possibile far ricorso all'esperimento con il singolo cieco. In questo caso i partecipanti non sanno se sono inclusi nel gruppo sperimentale o nel gruppo di controllo o se viene somministrato loro un farmaco o un placebo. A tutti i partecipanti vengono date le stesse istruzioni e a tutti viene somministrata una compressa o una iniezione. I membri del gruppo sperimentale assumono un farmaco vero e quelli Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) del gruppo di controllo un placebo. Tuttavia, anche questa soluzione non è una garanzia sufficiente poiché gli stessi ricercatori talvolta condizionano l'esperimento influenzando con i loro comportamenti i partecipanti. Effetto dello sperimentatore: si corre il rischio che gli sperimentatori trovino proprio quello che si aspettano. (esempio classi matematica 100 piloti). Gli sperimentatori possono involontariamente comunicare ai partecipanti le proprie aspettative tramite il tono di voce il linguaggio del corpo e incoraggiamenti o critiche. Una profezia autoavverantesi: è una previsione che induce ad agire in modo che la previsione si realizzi. A causa dell'effetto dei partecipanti e dello sperimentatore, è una pratica comune mantenere all'oscuro, ossia ciechi sia il ricercatore sia i soggetti che partecipa a una ricerca (esperimento in doppio cieco). Quali metodi di ricerca non sperimentali usano gli psicologi? Gli psicologi osservano il comportamento in un ambiente naturale attraverso l’osservazione naturalistica (metodo descrittivo); effettuano misurazioni per scoprire relazioni tra gli eventi (metodo correlazionale); studiano i disturbi psicologici e le terapie all’interno del setting clinico (metodo clinico); e usano dei questionari per snodare opinioni e raccogliere dati relativi a gruppi estesi di persone (metodo dell’inchiesta). Osservazione naturalistica o non partecipante: l’osservazione naturalistica fornisce soltanto delle descrizioni del comportamento e per spiegare tali osservazioni sono necessarie informazioni fornite da altri metodi di ricerca. L'osservazione naturalistica ci consente di studiare un comportamento che non è stato alterato o sul quale non sono intervenute delle influenze esterne. Solo osservando gli scimpanzé nel loro ambiente naturale possiamo dire se usano gli strumenti senza essere stati influenzati dall'uomo. L'influenza dell'osservatore si riferisce ai cambiamenti nel comportamento di un soggetto causati dalla consapevolezza di essere osservato. Gli etologi devono stare molto attenti a mantenere le distanze ed evitare di diventare amici degli animali oggetto dell'osservazione (aiutandosi anche telecamere nascoste). La distorsione dell’osservatore è un problema correlato poiché gli osservatori vedono quello che si aspettano di vedere o registrano solo certi dettagli scelti. Uno sbaglio frequente da evitare nell’osservare gli animali è l’errore di antropomorfizzazione che consiste nell’attribuire pensieri, sentimenti o motivazioni umani agli animali, per spiegare il loro comportamento. Gli psicologi impegnati negli studi naturalistici compiono degli sforzi particolari per ridurre le distorsioni dovute all'osservatore tenendo una registrazione delle osservazioni. Attraverso l'osservazione naturalistica è possibile raccogliere una grande quantità di informazioni e costruire ipotesi interessanti che spesso diventano un punto di partenza per la ricerca scientifica. Studi correlazionali: Analizzano il tipo di relazione, o correlazione, tra due tratti, comportamenti o eventi. Il primo passo in ricerche di questo tipo consiste nel misurare due fattori e poi si utilizza una tecnica di analisi statistica per trovare il loro grado di correlazione appunto la ricerca correlazionale è un tipo specifico di ricerca non sperimentale, poiché i ricercatori non manipolano intenzionalmente le variabili oggetto di studio. La forza e la direzione di una relazione vengono espresse dal coefficiente di correlazione che equivale a un numero tra +1.00 e -1.00. Se il numero è zero o vicino allo zero, la relazione tra i due elementi è debole o inesistente. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Nella correlazione positiva al crescere dei valori di una variabile corrisponde l'aumento dei valori dell'altra variabile. In una correlazione negativa, i valori più alti di una variabile sono associati a valori più bassi dell'altra variabile. La correlazione non deve essere confusa con la casualità. Se una cosa sembra causarne un'altra, non prova che la causi davvero. Il modo migliore per essere sicuri che esista una relazione causa- effetto è eseguire un esperimento controllato. L’analisi di un caso singolo e il metodo clinico: lo studio di un caso singolo e l'analisi approfondita di un solo soggetto e può funzionare come la fonte migliore d'informazioni. Gli psicologi clinici utilizzano spesso lo studio dei casi singoli e lo considerano soprattutto uno strumento per analizzare alcuni disturbi mentali. I casi singoli possono, talvolta, essere considerati test clinici naturali. ferite di arma da fuoco, tumori al cervello, intossicazioni casuali e altri eventi di questo tipo si sono dimostrati preziose fonti di informazioni per la neuropsicologia (disciplina psicologica che studia gli effetti cognitivi, emotivi e comportamentali del danno celebrale). Un caso importante della storia della psicologia viene riferito con la storia di Phineas Gage, un giovane capo reparto che subì un grave incidente: una spranga di 5 chilogrammi circa gli trapassò il cranio a causa di un'esplosione di dinamite. per quanto sia incredibile, P.G. sopravvissuti all'incidente e due mesi dopo poteva camminare, parlare e muoversi in modo normale, ma l'incidente aveva cambiato radicalmente la sua personalità: invece dell'onesto e fidato lavoratore che era sempre stato, divenne bugiardo, scontroso e volgare. Il dottor Harlow registro attentamente tutti i dettagli di quello che era forse il primo caso singolo approfondito di una lobotomia frontale accidentale. Il metodo clinico oggi viene inteso come raccolta di informazioni riguardo alla persona dalla nascita in poi tramite colloqui clinici, test e questionari. Gli obiettivi principali sono: la ricerca dei fattori che hanno causato i problemi della persona, da cui consegue la formulazione di ipotesi generali per la ricerca e/o la convalida o meno di un determinato trattamento, la raccolta di ulteriori dati per confermare un meno le ipotesi e l'aiuto all'individuo per ottenere un miglioramento della sua condizione. Il metodo dell’inchiesta: Nel metodo dell'inchiesta, considerato un metodo non sperimentale, si utilizzano tecniche specifiche per creare domande e codificare le risposte. in genere, ho un gruppo di persone appartenenti a un campione rappresentativo vengono rivolte una serie di domande attentamente formulate. Un campione rappresentativo E un piccolo gruppo di persone che riflette le caratteristiche della popolazione generale. un campione adeguato e costituito dalla stessa percentuale di uomini, donne, giovani, anziani, professionisti, impiegati e cosi via presenti nell'intera popolazione. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) i campioni rappresentativi sono spesso ottenuti selezionando casualmente dalla popolazione generale le persone da includere. 6 1 sondaggio e fondato su un campione non rappresentativo, anche il quadro risultante potrebbe essere errato. Un campione non rappresentativo non riflette in modo preciso la popolazione che dovrebbe rappresentare. i sondaggi realizzati da riviste, siti Internet e servizi di informazioni in rete sono spesso poco rappresentativi dalla popolazione generale. la possibilità di porre delle domande agli intervistati per telefono rende più facile ottenere dei campioni molto ampi e anche se una persona su tre si rifiuta di rispondere al sondaggio è ancora possibile considerare attendibili risultati. CAPITOLO 2 Cervello e comportamento in che modo funzionano e comunicano le cellule nervose? Il sistema nervoso umano è la struttura più complessa dell’esistente. Il sistema nervoso centrale (SNC) è costituito dal cervello e dal midollo spinale. La maggior parte del “calcoli” avviene nel cervello che poi comunica con il resto del corpo attraverso un insieme di nervi chiamato midollo spinale. Di qui, i messaggi fluiscono tramite il sistema nervoso periferico (SNP). Un’intricata rete di nervi trasporta informazioni da e al SNC. 31 coppie di nervi spinali trasportano messaggi sensoriali e motori da/al midollo spinale e 12 coppie di nervi cranici lasciano il cervello senza passare dal midollo. Insieme, questi nervi mettono in comunicazione ogni parte del corpo. I nervi sono equivalenti ai neuroni? NO: i neuroni sono minuscole cellule, che possono essere viste Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) solo al microscopio. I nervi sono grossi fasci di assoni, che si possono vedere facilmente senza ingrandimento. Il sistema nervoso periferico può essere diviso in due parti principali. Tramite il sistema nervoso somatico (SNS) viaggiano i messaggi in ingresso e in uscita dagli organi di senso e dai muscoli scheletrici. In generale esso ha la funzione di controllare il comportamento volontario. Il sistema nervoso autonomo (SNA), invece, innerva gli organi interni e le ghiandole. Con il termine autonomo s’intende “al di fuori del controllo volontario” come la frequenza cardiaca, la digestione e la sudorazione. Il. SNA e il SNS collaborano nella coordinazione delle relazioni interne dell’organismo agli eventi del mondo esterno. Il SNA può essere suddiviso nel sistema simpatico e parasimpatico. Entrambi sono deputati alle risposte emotive, come il pianto, la sudorazione, il battito cardiaco e altri comportamenti involontari. Il sistema simpatico è addetto alle “emergenze”, ha il compito di preparare il corpo all’azione attraverso diverse reazioni, fra cui broncodilatazione, vasocostrizione, tachicardia, costrizione degli sfinteri, contrazione della muscolatura delle vie spermatiche. Il sistema parasimpatico è associato invece alle attività dei periodi di calma e riporta il corpo a livelli di attivazione normali. È all’apice dell’attività dopo un evento emotivo. Quali sono le componenti fondamentali del sistema nervoso? I neuroni sono cellule nervose. Il sistema nervoso è costituito, oltre che dai neuroni, da altre importanti cellule: le cellule gliali. Queste hanno funzione nutritiva e di sostegno per i neuroni, assicurano l’isolamento dei tessuti nervosi e la protezione da corpi estranei in caso di lesioni. Le cellule gliali si distinguono in microglia e macroglia. Le prime sono costituite da macrofagi in grado di fagocitare i corpi estranei al sistema nervoso centrale, sono presenti in piccolo numero ma si moltiplicano in caso di danni cerebrali. La macroglia, nel sistema nervoso centrale, si distingue in diversi tipi di cellule. Le principali sono: 1- Astrociti: sono forniti di numerose estroflessioni con la funzione di rifornire i neuroni di sangue. Essi si dividono in astrociti protoplasmatici, presenti nella sostanza grigia e astrociti fibrosi, presenti nella sostanza bianca. 2- Oligodendrociti: si trovano sia nella sostanza grigia del sistema nervoso centrale con funzioni coadiuvanti metaboliche sia nella sostanza bianca del sistema nervoso centrale come facilitatori della trasmissione dei messaggi fra i neuroni. 3- Cellule ependimiali: delimitano la cavità del sistema nervoso centrale e favoriscono la circolazione del liquido cerebrospinale. le parti di un neurone non esistono due neuroni esattamente identici, ma la maggior parte di essi è costituita da 4 elementi fondamentali. I dendriti, i soma, l’assone, il terminale sinaptico. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Formando connessioni con i dendriti e i soma di altri neuroni, tali strutture consentono il contatto tra le cellule nervose permettendo il passaggio di impulsi elettrici da un neurone all’altro. I neuroni possono essere distinti non solo a seconda della funzione (sensoriale, intercalare e motoria) ma anche dalla forma. I tre tipi più noti sono: 1- Cellule piramidali 2- Cellule stellate 3- Cellule fusiformi L’impulso nervoso All’interno e all’esterno di ciascun neurone si trovano molecole elettricamente cariche, gli ioni. Alcuni ioni hanno una carica elettrica positiva, altri negativa. Il potenziale di membrana di un neurone inattivo è detto potenziale di riposo. Il potenziale d’azione è un impulso elettrico che si propaga lungo l’assone. la membrana che riveste gli assoni è attraversata da minuscoli canali detti canali ionici. Diversamente dall’impulso nervoso, che è di tipo elettrico, la comunicazione tra neuroni è di tipo chimico. Lo spazio infinitesimale tra due neuroni attraverso il quale passano i segnali chimici è la sinapsi. Quando un potenziale d’azione raggiunge i bottoni sinaptici del neurone presinaptico vengono rilasciati neurotrasmettitori, ossia molecole in grado di modificare l’attività dei neuroni postsinaptici. Con neuroplasticità s’intende la capacità del cervello di modificarsi in risposta all’esperienza. Come comunica il cervello con il resto del corpo? il midollo spinale mette in collegamento il cervello con altre parti del corpo. Sezionandolo trasversalmente si vedrebbero delle colonne di materia bianca. Questo tessuto è costituito da assoni che quindi escono dal midollo spinale per formare i nervi del sistema nervoso periferico. Gli archi riflessi, che si verificano quando uno stimolo provoca una risposta automatica, hanno luogo all’interno del midollo spinale, senza l’intervento del cervello. Come viene studiato il cervello? Nella ricerca, molti neuropsicologi cercano di abbinare aree specifiche del cervello al controllo di particolari funzioni cognitive o comportamentali, in pratica cercano di capire dove siano localizzate le funzioni a livello cerebrale. La termografia assiale computerizzata (TAC) è un tipo particolare di diagnostica tramite radiazioni ionizzanti che consentono di vedere il cervello in modo molto più preciso. La risonanza magnetica (RM) utilizza un campo magnetico molto forte al posto dei raggi X per produrre un’immagine dell’interno del corpo. Durante un esame con risonanza magnetica il paziente viene posto all’interno di un campo magnetico. Se un danno in un’area specifica del cervello si traduce costantemente nella perdita di una particolare funzione, allora si dice che la funzione è localizzata in quella struttura. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Oltre che dagli studi chimici, i ricercatori hanno appreso molto dall’elettrostimolazione cerebrale (ESC). La corteccia cerebrale può essere stimolata tramite una debole corrente elettrica somministrata con un sottile cavo isolato, l’elettrodo. La ESC è in grado di rievocare un comportamento con precisione stupefacente: può provocare all’istante aggressività, vigilanza, desiderio di fuga, di bere, di dormire, movimenti, euforia, ricordi, pianto e molti altri comportamenti. Attraverso l’impiego di ESC, ablazione e lesione profonda i ricercatori stanno approntando una mappa tridimensionale del cervello. Questo “atlante” mostra le risposte sensoriali, motorie ed emotive che possono essere suscitate in diverse aree del cervello. Sono disponibili diverse tecniche meno invasive per osservare l’attività di aree specifiche del cervello: EEG, PET, RMF. L’ELETTROENCEFALOGRAMMA (EEG): misura l’attività elettrica prodotta in prossimità della superficie encefalica. Sul cuoio capelluto del soggetto vengono applicate diverse piastrine metalliche circolari; questi elettrodi rilevano gli impulsi elettrici cerebrali e li inviano a un elettroencefalografo. I diversi tracciati di onde cerebrali consentono di identificare la presenza di tumori, epilessia e altre patologie. L’EEG rivela inoltre i cambiamenti nell’attività cerebrale durante il sonno. PET: una tecnica più recente, la tomografia a emissione di positroni fornisce immagini molto pià dettagliate dell’attività sia in prossimità della superficie che a livello sottocorticale. La scansione PET mostra in quali aree si sta consumando più energia. RMF: la risonanza magnetica funzionale utilizza la stessa tecnologia della risonanza magnetica classica per rendere visibile l’attività cerebrale, cioè rileva le variazioni del livello di ossigenazione dei tessuti cerebrali tramite l’immersione in un campo magnetico. Viene utilizzato un liquido di contrasto che rileva le variazioni a livello cerebrale di flusso sanguigno e del livello di ossigeno. Perché la corteccia cerebrale è così importante e quali sono le sue parti? Se da una parte, esiste una correlazione positiva tra intelligenza e dimensioni del cervello, non sono le dimensioni, da sole, a determinare l’intelligenza umana. Molte aree del cervello umano sono sorprendentemente simili alle aree analoghe del cervello di animali meno complessi, come le lucertole. Quello che fa la differenza è una corteccia cerebrale molto sviluppata. La corteccia cerebrale è costituita da due grandi emisferi che ricoprono la parte superiore del cervello. i due emisferi sono suddivisi in aree più piccole, i lobi. La mappa della corteccia cerebrale assomiglia per certi aspetti a una mappa del comportamento umano. La corteccia cerebrale riveste la maggior parte dell’encefalo con uno strato di materia grigia. Negli animali la corteccia è poco sviluppata e liscia; nell’uomo è corrugata e forma abbondanti pieghe, dando luogo alla struttura più grande del cervello. La corteccia ha uno spessore di soli 3 millimetri e contiene il 70% dei neuroni di tutto il sistema nervoso centrale. È in gran parte responsabile della nostra capacità di parlare. La corteccia è composta da due emisferi cerebrali, collegati da uno spesso fascio di fibre detto corpo calloso. Il lato sinistro del cervello controlla essenzialmente il lato destro del corpo e viceversa, il lato destro del cervello governa le aree del lato sinistro. Quando un paziente ha un Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) ictus, può riportare danni nell’emisfero destro; in questo caso, gli esiti possono essere paralisi e perdita di sensibilità nel lato sinistro del corpo. Un danno a livello di un emisfero può essere causa anche di un curioso disturbo detto negligenza spaziale o neglect. Chi ha riportato una lesione nell’emisfero destro può non percepire ciò che si trova a sinistra del proprio campo visivo. Gli emisferi destro e sinistro si comportano in modo diversi nei test sul linguaggio, la percezione, la musica e altre capacità. Quando il cervello viene diviso tra emisfero destro ed emisfero sinistro, ognuno dei due avrà le proprie percezioni, concetti e impulsi in base ai quali agire. Cervello destro e cervello sinistro: in circa il 95% delle persone, l’emisfero sinistro è deputato alle abilità di linguaggio, ha capacità superiori per la matematica, il giudizio sul tempo e sul ritmo e la coordinazione della sequenza di movimenti complessi, come quelli necessari all’eloquio. L’emisfero destro, invece, riesce a produrre solo un livello molto limitato di linguaggio e di numeri. Il cervello destro è particolarmente abile nelle capacità percettive, come il riconoscimento di figure, di volti e di melodie. Il cervello destro è superiore in alcuni aspetti della comprensione del linguaggio. Se la parte destra del cervello è danneggiata, si perde la capacità di capire barzellette, l’ironia, il sarcasmo, le implicazioni e altre sfumature di linguaggio. L’emisfero destro contribuisce a far capire il contesto generale in cui viene detto qualcosa. L’emisfero sinistro è più implicato nell’analisi, cioè nel suddividere in parti le informazioni. Elabora le informazioni in modo sequenziale seguendo un ordine, un elemento dopo l’altro. L’emisfero destro elabora le informazioni simultaneamente e in modo olistico, cioè tutte insieme contemporaneamente. Quindi, l’emisfero destro è più abile nel mettere assieme i pezzi del mondo per ottenere un’immagine coerente; vede i modelli generali e i collegamenti. Il cervello destro ha una visione generale delle cose; il sinistro isola e “zooma” sui dettagli. Il centro dell’attenzione nel cervello sinistro è locale, nel destro è globale. Ciascuno dei due emisferi della corteccia cerebrale può essere suddiviso in diversi lobi più piccoli. Si parla di dominanza emisferica quando un solo emisfero svolge alcune tra le più importanti funzioni mentali, come il linguaggio. Quali sono le componenti principali delle strutture sottocorticali? Una grave lesione alle strutture sottocorticali può essere fatale. Tali strutture, infatti, sono deputate al controllo di fame, sete, sonno, attenzione, desiderio sessuale, respirazione e molte altre funzioni vitali. Le strutture sottocorticali sono così importanti perché nel punto in cui il midollo spinale si unisce al tronco dell’encefalo, esso si allarga nel bulbo o midollo allungato, in cui si trovano centri importanti per il controllo riflesso di numerose funzioni vitali, come la respirazione e la digestione, le informazioni inerenti al gusto, al tatto e all’udito. All’interno del midollo allungato del tronco encefalico si trova un reticolo di fibre e corpi cellulare, detto formazione reticolare. La FR influenza l’attenzione. I messaggi in arrivo dagli organi di senso diramano in una parte della FR detta sistema di attivazione reticolare (SAR). Il SAR “bombarda” di stimoli la corteccia e la mantiene vigile e attiva. Il ponte di Varolio controlla il ritmo sonno-veglia e il livello di vigilanza. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Il cervelletto ha principalmente funzione di controllo della postura, del tono muscolare e della coordinazione muscolare. Il mesencefalo si unisce caudalmente al tronco dell’encefalo e rostralmente al diencefalo. Nel mesencefalo si trovano i nuclei o gagli della base, strutture che elaborano le informazioni ricevute da gran parte della corteccia e riverberano i risultati di questo processo principalmente alla corteccia frontale. Due parti importantissime dell’organismo costituiscono il diencefalo oltre all’ipofisi e all’epitalamo: il talamo e l’ipotalamo. Le vie sensoriali di vista, udito, gusto e tatto passano tutte per il talamo, una piccola struttura allungata. Quindi anche una minima lesione del talamo può provocare sordità, cecità o perdita di altri sensi, eccetto l’olfatto. L’ipotalamo è una sorta di centro di controllo superiore dell’emozione e di numerose motivazioni di base. L’ipotalamo regola comportamenti eterogenei come il desiderio sessuale, la collera, la temperatura corporea, il rilascio di ormoni, l’assunzione di cibo e di liquidi, la veglia e le emozioni. Il sistema limbico ha un ruolo fondamentale nella produzione di emozioni e del comportamento motivato ed è strettamente collegato al sistema endocrino e nervoso autonomo. L’amigdala è strettamente correlata alla paura. L’ippocampo, che con la sua forma curva e convoluta ispirò ai primi anatomisti l’immagine di un cavalluccio marino, ha un ruolo importante nella formazione dei ricordi duraturi. L’ippocampo è situato in profondità, nella zona mediale dei lobi temporali; Ha un ruolo importante nella memoria e nell’orientamento nello spazio. Lesioni all’ippocampo possono portare amnesia, cioè incapacità a formare e a mantenere in memoria ricordi. Nel morbo di Alzheimer, l’ippocampo è una delle prime strutture a subire danni. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Il sistema endocrino influisce sul comportamento? Il sistema endocrino è formato da ghiandole che secernono sostanze chimiche direttamente nel flusso sanguigno o nel sistema linfatico. Tali sostanze proteiniche o lipidiche, dette ormoni, vengono trasportate in tutto il corpo, dove agiscono sia sulle attività interne che sul comportamento visibile. Quando gli ormoni raggiungono i siti recettoriali in grado di captarli attivano le cellule innescando una reazione a catena. Oltre all’attività endocrina, si parla di attività paracrina quando gli ormoni vengono rilasciati direttamente in un organo o tessuto adiacente e agiscono sulle cellule bersaglio; e di attività autocrina quando gli ormoni agiscono sulle stesse cellule che li hanno prodotti e rilasciati. In generale, gli ormoni hanno un ruolo fondamentale in diverse condizioni, quali la pubertà, la personalità, il nanismo, il jet lag ecc. Almeno una parte del “tumulto emotivo” dell’adolescenza è dovuto a livelli elevati di ormoni in circolo. Gli androgeni (testosterone negli uomini, estrogeni e progesterone nelle donne), prodotti dalle gonadi (testicoli e ovaie), infatti, sono responsabili dello sviluppo dell’apparato riproduttivo e delle caratteristiche sessuali secondarie, del desiderio sessuale e dell’aggressività sia nei maschi sia nelle femmine. L’ipofisi, o ghiandola pituitaria, è una piccola ghiandola dalle dimensioni di un pisello, situata alla base del cranio. Tra le funzioni principali dell’ipofisi c’è la regolazione della crescita. Nell’uomo le funzioni della ghiandola pineale o epifisi sono state scoperte solo recentemente. La ghiandola pineale secerne un ormone, la melatonina, in risposta alle variazioni circadiane della luce. La tiroide, situata alla base del collo, ha una funzione regolatoria sul metabolismo, cioè sulla velocità con cui il corpo produce e consuma energia. Gli ormoni tiroidei (T3 e T4), oltre a regolare il metabolismo cellulare, influiscono sullo sviluppo psico-fisico dell’organismo e sulla gittata cardiaca. L’ormone paratiroideo, prodotto dalla paratiroide, regola invece la concentrazione plasmatica di calcio. Un’altra piccola ghiandola che fa parte del sistema endocrino è il timo, che secerne timosina, un ormone che regola la produzione e la funzione dei linfociti T del sistema immunitario. È il sistema simpatico del SNA a causare il rilascio degli ormoni epinefrina e norepinefrina da parte delle ghiandole surrenali. L’epinefrina, comunemente chiamata adrenalina, il cui rilascio è innescato dalla paura, tende ad attivare il corpo; la norepinefrina ha tendenzialmente anch’essa una funzione di attivazione, ma è stimolata dalla collera. Il pancreas è una voluminosa ghiandola annessa all’apparato digerente. La parte esocrina produce succo pancreatico, fondamentale per la digestione di diverse sostanze che passano attraverso l’intestino tenue; la parte endocrina, costituita dalle cellule di Langerhans, invece secerne due ormoni, insulina e glucagone, che hanno la funzione di controllare i livelli di glucosio nel sangue. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) CAPITOLO 3 SENSAZIONI E REALTA’ Perché i nostri sensi sono limitati? I sensi agiscono come sistemi di selezione dei dati allo scopo di impedire al cervello di essere sommerso da un eccesso di stimoli. Come funziona il sistema visivo? La vista è un sistema sensoriale complesso e meraviglioso. Diverse lunghezze d’onda formano lo spettro ottico, ovvero la gamma di energia elettromagnetica alla quale l’occhio è sensibile. Ricordiamo che, per essere percepita dall’occhio, un’onda luminosa non deve rientrare solo nella gamma dello spettro ottico ma deve anche avere un’intensità che superi la soglia assoluta. Tonalità, saturazione e vividezza sono le tre grandezze principali della luce visibile. Con il termine tonalità si indicano le categorie fondamentali del colore: rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco e violetto. La luce bianca è una miscela di diverse lunghezze d’onda, i colori corrispondono a una banda ristretta di lunghezze d’onda e quindi sono saturi, ossia “puri”. La vividezza, corrisponde grosso modo all’ampiezza, ossia all’altezza delle onde luminose. Struttura dell’occhio: l’occhio è dotato di una lente biconvessa, il cristallino, che focalizza le immagini su una membrana composta da fotorecettori chiamata retina. Il processo di messa a fuoco dell’occhio avviene nella parte anteriore dell’occhio tramite la cornea, una membrana trasparente che convoglia la luce all’interno. Bisogna specificare che quando i raggi luminosi passano da un mezzo con una certa densità a uno con densità differente, in questo caso dall’aria alla cornea, vengono incurvati. Questo processo si chiama rifrazione. Il punto focale dell’occhio si modifica se i muscoli ciliari e i legamenti che sostengono il cristallino ne cambiano la forma, in un processo detto accomodazione. Se il globo oculare è più corto del normale, gli oggetti vicini risultano sfuocati, mentre quelli distanti vengono visti molto bene; in questo caso si ha l’ipermetropia, ovvero una difficoltà a vedere da vicino. Se l’occhio è più lungo, le lunghezze d’onda sono portate a fuoco su un piano anteriore rispetto alla retina, per questo motivo non si riescono a mettere a fuoco gli oggetti distanti, si ha quindi la miopia, ovvero una difficoltà a vedere da lontano. Se la cornea o il cristallino hanno una curvatura asimmetrica, la visione sarà in parte nitida e in parte sfuocata. In questo caso, l’occhio ha più di un punto focale, e il problema è l’astigmatismo. La presbiopia è una difficoltà a vedere da vicino dovuta all’invecchiamento. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) In età avanzata il cristallino può perdere la sua trasparenza, diventando opaco, e insorge la cataratta. L’occhio ha due tipi di cellule recettoriali detti fotorecettori: i coni e i bastoncelli. I 5milioni di coni presenti in ciascun occhio vengono attivati da una luce intensa. I circa 120 milioni di bastoncelli non sono in grado di distinguere i colori e sono sensibili alla luce crepuscolare. La visione dei bastoncelli è in bianco e nero. La retina ha un punto in cui non sono presenti fotorecettori: ciascuno dei due occhi ha un punto cieco, poiché non vi sono recettori visivi in corrispondenza del punto di uscita del nervo ottico. La presenza del punto cieco ci fa capire come la visione dipenda in gran parte dal cervello. Se chiudete un occhio, parte di ciò che vedete ricadrà sul punto cieco dell’occhio aperto. L’immagine sensoriale che parte dalla retina per arrivare alle aree corticali deputate alla visione, oltre ad avere un punto cieco, è: frazionata, per l’attivazione di fotorecettori diversi, rovesciata perché passa attraverso il cristallino, sfarfallante a causa dell’azione in sequenza di recettori visivi contigui e oscillante per il moto esplorativo compiuto continuamente dagli occhi. Nella corteccia visiva primaria si trovano diversi tipi di neuroni: le cellule semplici, che si attivano quando giungono segnali puntiformi, le cellule complesse, sintonizzate per l’orientamento e la frequenza spaziale, e le cellule ipercomplesse, sensibili specialmente per reticoli spezzati, linee e contorni. Coni e bastoncelli sono sensibili a differenze nella lunghezza d’onda della luce e , quindi sono responsabili dell’acuità visiva, detta anche visus, ovvero della capacità dell’occhio di captare con precisione un pattern spaziale specifico. I coni sono concentrati al centro della retina: infatti, la fovea, l’area retinica centrale a forma di piccola coppa, contiene soltanto coni. La visione periferica è dovuta ai bastoncelli. Questo tipo di visione non è molto nitida. In che modo vengono percepiti i colori? I coni sono più sensibili alla parte giallo-verde dello spettro ottico. I bastoncelli sono più sensibili alle luci blu-verdi. La teoria tricromatica della visione dei colori afferma che vi sono tre tipi di coni, ognuno dei quali è più sensibile ad alcune lunghezze d’onda, in particolare al rosso, al verde o al blu. Gli altri colori deriverebbero dalla combinazione di questi tre. Il problema principale di questa teoria è che i colori primari sono quattro (rosso, verde, blu e giallo) e non possono essere ottenuti dalla mescolanza di altri colori. A partire da questi interrogativi si è giunti a una seconda teoria, detta dei processi opposti, secondo la quale la vista scompone i colori in messaggi “o uno o l’altro”: ciò significa che il sistema visivo può produrre messaggi per il rosso o il verde, il giallo o l’azzurro, il bianco o il nero, ossia codificare un colore come una coppia in cui un determinato colore (es: rosso) impedisce il passaggio al colore opposto (verde). In base alla teoria dei processi opposti, la produzione di una risposta crea un’immagine postuma del colore opposto mentre il sistema visivo sta riacquistando le sue capacità. Le immagini postume sono sensazioni visive persistenti dopo che lo stimolo è scomparso, come quando si vede una macchia luminosa appena dopo che si è spenta la lampadina. il colore percepito di un oggetto è influenzato dai colori degli altri oggetti vicini per un effetto chiamato contrasto cromatico simultaneo. Questo si Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) verifica perché l’attività dei neuroni in un’area della corteccia visiva è influenzata dall’attività delle aree vicine. La cecità ai colori è l’incapacità di percepire i colori; è come se il mondo fosse un film in bianco e nero. Chi è affetto da questa condizione è privo di coni, oppure i coni non funzionano in modo normale. Nella cecità ai colori parziale, invece, non vengono percepiti solo alcuni colori. Circa l’8% della popolazione maschile di razza caucasica è cieca al verde-rosso. L’adattamento al buio indica un marcato aumento della sensibilità della retina alla luce che si verifica entrando in un luogo non illuminato. Sono necessari dai 30 ai 35 minuti di oscurità completa per raggiungere la massima sensibilità visiva. La visione notturna è dovuta soprattutto a un aumento della rodopsina. Quali sono i meccanismi dell’udito? L’udito rileva informazioni sull’ambiente attorno a noi. Il suono si propaga sottoforma di una serie di invisibili onde di compressione e di rarefazione nell’aria. La frequenza delle onde sonore, cioè il numero di onde al secondo, corrisponde alla percezione dell’altezza ed è la qualità che fa distinguere un suono acuto da uno grave. L’ampiezza delle onde sonore invece corrisponde alla percezione del volume, cioè dell’intensità del suono che dipende dalla pressione esercitata delle onde sonore sul timpano. L’orecchio esterno agisce come un imbuto in cui vengono convogliate le onde sonore. Le onde sonore giungono alla membrana del timpano, facendola vibrare. La membrana timpanica, a sua volta, trasmette la vibrazione a tre minuscoli ossicini uditivi: martello, incudine e staffa. La catena degli ossicini mette in contatto il timpano con la coclea, un canale osseo a forma di chiocciola che costituisce l’orecchio interno. Secondo la teoria della frequenza, quando l’altezza del suono aumenta, impulsi nervosi di frequenza corrispondente vengono inviati al nervo acustico. (es: un suono a 800 hertz produce 800 impulsi nervosi al secondo). Secondo la teoria del principio di sede, tonalità diverse attivano aree specifiche della coclea. Frequenza: quanto maggiore è la frequenza tanto più acuto sarà il suono. Intensità: quanto è più forte il suono tanto più il picco dell’onda sarà elevato. L’ipoacusia conduttiva si verifica quando il trasferimento di vibrazioni dall’orecchio esterno all’orecchio interno è troppo debole. L’ipoacusia neurosensoriale deriva invece da un danneggiamento delle cellule ciliate dell’orecchio interno o del nervo acustico. La sordità indotta dal rumore è una forma piuttosto comune di ipoacusia neurosensoriale che si verifica quando dei rumori molto forti danneggiano le cellule ciliate. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Come funzionano il gusto e l’olfatto? Quando l’aria entra nel naso, passa attraverso il vestibolo nasale in cui si aprono le due narici. Esso costituisce la prima porzione delle fosse nasali e, per la presenza di grossi peli, detti vibrisse, acquista una prima funzione filtrante dell’aria inspirata. Quando respiriamo, l’aria arriva direttamente alla gola e soltanto una parte molto limitata va a colpire i recettori olfattivi, dopo essere passata attraverso la fessura olfattiva. L’odore viene avvertito quando alcune molecole disperse nell’aria vanno a stimolare le ciglia dei recettori olfattivi, cellule bipolari connesse con il bulbo olfattivo che trasmette gli impulsi nervosi ai centri cerebrali, i quali decodificano e interpretano questi messaggi, classificando o riconoscendo gli odori. La disosmia è una sorta di incapacità di percepire un determinato odore. L’assenza di sensibilità a tipi specifici di odore suggerisce l’esistenza di differenti recettori per odori specifici. In realtà, le molecole che producono un odore particolare hanno forma molto simile. Forme specifiche producono i seguenti tipi di odore: floreale, canforico, muschiato, mentolato ed eterico. Secondo la teoria olfattiva del pattern della forma, tali recettori presentano sulla loro superficie “fori” o “tasche” di forme diverse. Come un pezzo che si incastra in un puzzle, la chimica produce odori quando una parte di molecola si adatta a una forma. Infine, il numero dei recettori attivati comunica al cervello l’intensità dell’odore. Nei mammiferi feromoni o ferormoni sono sostanze chimiche, prodotte da diversi organi del corpo e trasportate dall’aria, che hanno un notevole influsso sull’accoppiamento, il comportamento sessuale, il riconoscimento di familiari e la marcatura del territorio. L’organo vomero-nasale è un organo olfattivo accessorio coinvolto soprattutto nella percezione dei feromoni. Gusto e sapori: esistono almeno quattro sensazioni gustative di base: dolce, salato, acido e amaro. Oggi gli esperti sono per lo più concordi sull’esperienza di un quinto gusto. La parola giapponese “umami” indica un gusto saporito, piacevole e dal sapore di “brodo”, associato con alcuni aminoacidi presenti nel brodo di pollo, nelle alghe, nel tonno, nel latte, nei formaggi e nei fagioli di soia. I sapori sembrano così numerosi perché si tende ad abbinare al gusto altre sensazioni: consistenza, temperatura, aroma e persino dolore (peperoncini piccanti). L’odore è particolarmente importante per determinare un sapore- Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) I bottoni gustativi, cellule recettoriali composte da 40-50 singoli recettori gustativi, sono disposti per lo più sulla lingua. Con la masticazione, il cibo viene disciolto nella saliva e le molecole sapide vengono trasportate nei bottoni gustativi, generando impulsi nervosi diretti al cervello. Cosa sono le sensazioni somestesiche? Dei sensi somestesici o somatosensoriali (i termini significano “percezione del corpo”) fanno parte i sensi cutanei (tatto, temperatura, dolore), i sensi cinestetici (recettori a livello di muscoli e articolazioni che rilevano la posizione, lo spostamento, la forza del corpo) e i sensi vestibolari (recettori nell’orecchio interno deputati all’equilibrio, alla percezione di gravità e accelerazione). i recettori cutanei producono almeno cinque sensazioni diverse: sfioramento, pressione, dolore, freddo e caldo. Come per gli altri sensi cutanei, i recettori del dolore hanno una distribuzione diversificata e si trovano anche negli organi interni; la loro stimolazione (meccanica, termica o chimica) provoca dolore viscerale. Curiosamente, il dolore viscerale viene spesso percepito sulla superficie corporea, in punti piuttosto distanti dal luogo di origine. Questo tipo di esperienza viene detta dolore riferito. Il dolore a livello di cute, muscoli, articolazioni e tendini è detto dolore somatico. Il dolore somatico trasportato da fibre nervose mielinizzate di grande diametro è acuto, bruciante, rapido e ben localizzabile: si tratta di un sistema di allarme del corpo. Un dolore di questo tipo, per quanto possa essere spiacevole, in genere serve a segnalare che qualche punto del corpo è stato danneggiato, o sta per esserlo. Un secondo tipo di dolore somatico è trasmesso da fibre nervose non mielinizzate di piccolo diametro. Si tratta di un tipo di dolore dall’insorgenza più lenta, continuo, diffuso e molto spiacevole. Purtroppo, il dolore cronico può essere avvertito anche molto tempo dopo l’avvenuta guarigione, come pure nelle malattie terminali, quando la memoria del dolore è ormai inutile. Le diverse abilità si basano sul tatto dinamico, la combinazione di sensazioni provenienti dai recettori cutanei e di informazioni cinestetiche fornite da muscoli e tendini. Alcuni studi hanno dimostrato che il tatto dinamico trasmette informazioni sorprendentemente dettagliate sugli oggetti, come forme e dimensioni. L’assenza di peso e il volo nello spazio influiscono sul sistema vestibolare, provocando un terribile mal di moto o cinetosi. All’interno di tale sistema, collocato dietro l’orecchio interno, vi sono piccole sacche piene di endolinfa, gli organi otolitici (sacculo e utricolo), sensibili al movimento, all’accelerazione e alla gravità. L’accelerazione verticale provoca spostamenti dei microcristalli che attivano i recettori meccanici collocati sulla parete del sacculo. L’utricolo fornisce informazioni sull’accelerazione orizzontale, inoltre, rappresenta lo sbocco comune di tre canali semicircolari. (cresta e ampolle) In base alla teoria del conflitto sensoriale, malessere e nausea si verificano quando le sensazioni avvertite nel sistema vestibolare non sono le stesse sensazioni provenienti dagli occhi e dal corpo. Perché si è più consapevoli di alcune sensazioni rispetto ad altre? i recettori sensoriali rispondono sempre meno a stimoli che rimangono invariati, in un processo detto adattamento sensoriale. Attenzione selettiva: spostamento volontario dell’attenzione su uno specifico stimolo sensoriale. In pratica, siamo capaci di “attivare” un singolo messaggio sensoriale e di escluderne altri. La teoria del controllo a cancello suggerisce che i messaggi nocicettivi proveniente da diverse fibre nervose passano attraverso il medesimo “cancello” neurale sito nel midollo spinale. Se il cancello è “chiuso” per il passaggio di un messaggio dolorifico, altri messaggi possono non riuscire a passare. I messaggi trasportati da fibre nervose di grande diametro e rapide sembrano chiudere Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) direttamente il cancello spinale del dolore. In questo modo impediscono al dolore lento e diffuso, cronico, di raggiungere il cervello. Le cliniche del dolore utilizzano questo effetto applicando alla cute una lieve corrente elettrica. Tale stimolo, percepito come un lieve pizzicore, può ridurre fortemente un dolore forte e lancinante. In determinate circostanze, il cervello invia un messaggio discendente lungo il midollo spinale, chiudendo i cancelli del dolore. La teoria del controllo a cancello spiega anche l’effetto antidolorifico dell’agopuntura. CAPITOLO 4 ATTENZIONE Attraverso l’attenzione siamo in grado di selezionare le informazioni rilevanti mentre al tempo stesso possiamo ignorare quelle irrilevanti. Senza questa importante funzione non potremmo dare senso alle nostre percezioni. In cosa consiste l’attenzione e a cosa serve? L’attenzione viene definita come un “processo che opera una selezione tra tutte le informazione che in un dato istante colpiscono i nostri sensi (informazioni esterne) e/o i nostri ricordi (informazioni interne) consentendo soltanto ad alcune di accedere ai successivi stadi di elaborazione”. Il primo problema dell’attenzione ha a che fare con la sua limitata capacità, pertanto, per lo svolgimento di qualsiasi azione, dovremo necessariamente operare una selezione. Il secondo problema dell’attenzione ha a che fare con il suo controllo. Infine, un altro problema importante quando si parla di attenzione ha a che fare con il trascorrere del tempo. L’attenzione è una funzione imprescindibile e necessaria per il corretto funzionamento di tutti gli altri sistemi cognitivi quali la percezione, la memoria, il linguaggio, il ragionamento ecc. È noto, infatti, che deficit dell’attenzione possono dare luogo a una compromissione generalizzata del funzionamento cognitivo di un individuo. I paradigmi di filtraggio si basano essenzialmente sulla presentazione rapida e continua si stimoli rilevanti per il compito che il soggetto è chiamato a svolgere, frammisti a stimoli non rilevanti. Il compito del soggetto è quello di filtrare solo gli stimoli rilevanti ignorando al contempo quelli non rilevanti. Il paradigma dell’ascolto dicotico in questi compiti i soggetti devono riportare il messaggio che viene presentato a un orecchio mentre ignorano il messaggio che viene contemporaneamente presentato all’altro orecchio. I paradigmi di selezione sono rappresentati principalmente da compiti di ricerca visiva e dal classico paradigma di Posner di cui parleremo nell’ambito dell’attenzione parziale. In questi paradigmi, i soggetti devono individuare, all’interno di un display, uno stimolo rilevante frammisto a tanti distrattori nel più breve tempo possibile. I paradigmi di priming studiano l’influenza di uno stimolo preattivante sull’elaborazione di un successivo stimolo target. Come avviene la selezione delle informazioni? L’attenzione viene concepita come l’insieme dei meccanismi che permettono la selezione di alcuni stimoli per gli obiettivi dell’individuo. Per capire meglio il fenomeno dell’attenzione selettiva, gli psicologi hanno proposto una sorta di metafora che consiste nel rappresentare la funzione di filtro dell’attenzione attraverso l’immagine del collo di bottiglia, ossia un restringimento nel canale delle informazioni che collega i sensi alla percezione. Quando un messaggio penetra nel collo di bottiglia, può impedire agli altri l’ingresso. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) È possibile affermare che la storia delle moderne teorie sull’attenzione nasce con la teoria del filtro di Broadbent che in qualche modo ha dato l'impronta a tutte le successive concettualizzazioni sull’attenzione. le osservazioni che hanno portato alla formulazione della teoria del filtro possono essere ricondotte alla classica situazione, che già conosciamo, del cocktail party in cui l'individuo, alle prese con un ambiente affollato e rumoroso, tenta di prestare attenzione alla conversazione con il suo interlocutore, mentre cerca di ignorare tutte le altre conversazioni che hanno luogo nello stesso tempo. In una situazione di questo tipo si può immaginare che sia possibile disporre di un filtro che lasci penetrare solo la conversazione per noi più rilevante, escludendo al tempo stesso le altre che non ci interessano. il filtro a collo di bottiglia teorizzato da Broadbent funziona esattamente così. Ascolto dicotico: situazione in cui vengono fatti ascoltare dei messaggi contemporaneamente attraverso due canali audio. In un esperimento tipico, l'autore presentava i soggetti una serie di sei numeri alle due orecchie e, successivamente, chiedeva loro di ripetere i numeri. Broadbbent buona tendenza a riportare prima i numeri presentati a un orecchio per quelli presenti all'altro orecchio. questi risultati mostrano la limitata capacità di processamento del nostro sistema di elaborazione, dovuta, secondo Broadbent, all'esistenza di un unico canale che lascia passare l'informazione. Anne Treisiman propose il modello del filtro attenuato, secondo cui alcune parole, caratterizzate, per esempio, da componenti di tipo affettivo verso cui la persona è particolarmente sensibile (come il proprio nome), o altre parole che invece potrebbero incastrarsi bene per effetto del contesto hanno accesso al riconoscimento anche se provenienti dal canale passivo. Possiamo elaborare le informazioni senza sforzo? Gli eventi mentali si svolgono a diversi livelli di consapevolezza disposti in un continuum che procede da processi automatici (che avvengono al di fuori della consapevolezza, non richiedono l’impiego di risorse attentive e si svolgono attraverso elaborazioni in parallelo) e processi controllati (che richiedono l’impegno di molte risorse attentive e che avvengono tramite elaborazioni seriali). Per ciò che riguarda il cosiddetto fenomeno dell’elaborazione preattentiva, esso indica un tipo di processamento dell’informazione rapido e che non viene influenzato dall’eventuale presenza e numerosità di stimoli distrattori. Nella teoria dell’integrazione delle caratteristiche si assume dunque che l’elaborazione degli stimoli avvenga in due fasi: 1) una prima fase molto precoce in cui tutte le proprietà fisiche degli oggetti vengono elaborate in parallelo secondo una modalità di tipo automatico, quando cioè non è richiesta un’attenzione cosciente e quando non c’è interferenza con altre attività mentali; 2) una seconda fase, tardiva e mediata dall’attenzione selettiva o focalizzata, in cui le singole caratteristiche vengono integrate insieme per riconoscere l’oggetto secondo una modalità controllata, ossia che richiede una quantità di sforzo cognitivo superiore e che è sempre sotto il controllo internazionale dell’osservatore. Effetto Stroop (incongruenza) Se l’attenzione selettiva fosse precoce, il sistema attentivo sarebbe in grado di concentrare le proprie risorse sulle informazioni rilevanti ignorando quelle non rilevanti e non si dovrebbero riscontrare differenze nella rilevazione dei tempi di reazione. I dati indicano invece che i tempi di reazione a stimoli congruenti sono minori rispetto ai tempi di reazione agli stimoli incongruenti. Questo risultato depone quindi a favore di una selezione tardiva nell’elaborazione dell’informazione. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Strettamente legato a questa spiegazione è il concetto di automatismo. Nell’effetto Stroop, l’interferenza avverrebbe perché l’elaborazione di una dimensione richiede più attenzione dell’elaborazione dell’altra dimensione. Ossia, le parole sono lette in maniera automatica, mentre la denominazione dei colori richiede un maggiore sforzo attentivo. Elaborazioni più automatiche possono interferire con elaborazioni meno automatiche, ma non viceversa. L’attenzione può essere orientata in uno spazio senza di oggetti? Attraverso l’attenzione spaziale possiamo costruire delle vere e proprie “mappe” dello spazio intorno a noi entro le quali sono possibili le nostre azioni. Posner fu tra i primi a testare sperimentalmente l’ipotesi che l’attenzione si muova nello psazio come il fascio di luce di una torcia che si posiziona su porzioni di spazio in cuiaspettiamo possa accadere qualcosa di interessante. Il paradigma di Posner studia sperimentalmente la fenomenologia di tale dislocamento di risorse attentive nello spazio. Il paradigma di Posner si basa sull’analisi dei costi e dei benefici che si osservano quando si conosce o non si conosce in anticipo la posizione di probabile comparsa di uno stimolo. Posner presentava uno stimolo target, costituito da un quadratino nero, sul lato destro oppure su lato sinistro dello schermo di un computer. Questo quadratino era sempre preceduto da una freccia o indizio che, nella maggior parte dei casi, segnalava la corretta posizione in cui sarebbe stato presentato lo stimolo target. Questo indizio o segnale veniva chiamato cue ed era considerato valido se indicava la giusta posizione del quadratino oppure invalido se non indicava la giusta posizione di comparsa del quadratino. Questo esperimento dimostra che conoscere in anticipo la posizione del target renderà la sua individuazione più veloce. In particolare, Posner interpretò questi dati a favore del fatto che l’attenzione può davvero spostarsi nello spazio senza la necessità di muovere gli occhi. Posner distingueva tre diverse operazioni mentali necessarie per prestare attenzione a uno stimolo: 1) una fase di disancoraggio della posizione corrente; 2) Una fase di orientamento verso una nuova posizione; 3) Una fase di ancoraggio alla posizione spaziale target Questo effetto di facilitazione in assenza di movimenti oculari è stato interpretato a favore del fatto che l’attenzione è un sistema cognitivo a sé stante e dissociato dal sistema oculare. Da altra opinione è invece il modello formulato da Giacomo Rizzolatti e noto come teoria premotoria dell’attenzione che afferma che l’attenzione non esiste come sistema specifico ma è un processo strettamente legato alle aree che codificano la risposta motoria. Come avviene il controllo dell’attenzione? in realtà esistono due modi di controllare l’attenzione. Il primo è quello di cui abbiamo parlato finora ed è chiamato: endogeno o top-down, ossia controllato dalle intenzioni e dagli obiettivi dell’individuo. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) La seconda modalità con cui è possibile controllare l’attenzione è detta invece esogena o bottom- up. Nella modalità volontaria l’individuo decide a priori dove orientare l’attenzione in funzione di un obiettivo, come può essere nel caso esemplificativo dello studente che monitora una ben precisa porzione di spazio per non farsi sorprendere dall’insegnante mentre copia il compito del compagno. Questa modalità di prestare attenzione alle cose è top-down, ossia guidata dall’alto, dalla volontà dell’individuo. La modalità di controllo dell’attenzione bottom-up, ossia guidata dagli stimoli ambientali, è stata anch’essa studiata sperimentalmente mediante adattamenti del paradigma di cueing spaziale di Posner. L’esperimento era identico a quello che abbiamo poc’anzi descritto per la misurazione dell’orientamento endogeno con la differenza che il cue, ossia l’indizio spaziale che indica la posizione di probabile comparsa del target, non compariva più al centro dello schermo ma piuttosto in corrispondenza delle posizioni spaziali dove sarebbe comparso il target, trattandosi quindi di un indizio periferico. Nell’orientamento esogeno l’attenzione segue sempre il cue. In determinate circostanze, all’interno di un paradigma di orientamento esogeno dell’attenzione, si può verificare che le prove valide presentino tempi di reazione più lenti delle prove invalide. Questo fenomeno, detto appunto inibizione di ritorno, mostra dunque che il nostro cervello, una volta esplorate alcune posizioni dello spazio, tenderà a non far tornare la nostra attenzione su quelle posizioni per favorire l’esplorazione di regioni dello spazio nuove. Questo dilemma riflette il fatto che il controllo dell’attenzione può avvenire secondo due modalità, una top-down o volontaria e l’alra bottom-up o guidata dalle caratteristiche degli stimoli ambientali. C’è infine un terzo aspetto di cui bisogna tener conto che ha a che fare co le modalità con cui alcuni stimoli ambientali e non altri catturano la nostra attenzione: questo aspetto riguarda dunque il criterio della selezione. La cattura dell’attenzione ha una lunga tradizione di ricerca e fa riferimento allo spostamento involontario dell’attenzione guidato da alcune proprietà fisiche degli stimoli, queste caratteristiche fanno si che gli stimoli possano catturare l’attenzione anche se non sono rilevanti per le attuali intenzioni dell’individuo. In che modo l’attenzione è coinvolta nella rappresentazione dello spazio? i sistemi di coordinate spaziali costituiscono i riferimenti grazie ai quali possiamo costruire delle mappe coerenti dello spazio che rendono possibili i nostri movimenti e l’interazione con gli oggetti e le persone. Lo spazio viene attivamente costruito dall’individuo ed è funzione della sua continua interazione con l’ambiente. Questo approccio focalizzato sull’apprendimento è sostenuto dagli studi sulla deprivazione sensoriale che mostrano che animali posti in una condizione di prolungata deprivazione e quindi privati della possibilità di interagire attivamente con l’ambiente perdono l’orientamento spaziale e temporale. Tuttavia, è necessario disporre di un meccanismo centrale che sia in grado di integrare e organizzare l’esperienza sensoriale in un sistema di coordinate spaziali comuni a tutti gli individui in modo da relazionarsi con una struttura spaziale relativamente invariante. È sostanzialmente assodato il fatto che l’attenzione eserciti una funzione di rilievo in questo processo e l’esempio più lampante è rappresentato dalla sindrome di negligenza spaziale unilaterale in cui il paziente sembra, nelle situazioni più gravi, assolutamente incapace di prestare attenzione a intere porzioni di spazio. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) La negligenza spaziale unilaterale, detta anche neglect o eminattenzione spaziale, rappresenta un disturbo della cognizione spaziale conseguente a una lesione cerebrale. Un disturbo spaziale che spesso si associa alle condizioni di eminattenzione spaziale è la cosidetta estinzione visiva che si verifica in condizioni di doppia stimolazione. Quando a un paziente vengono presentati contemporaneamente due stimoli visivi in ciascun emicampo visivo, soltanto lo stimolo ipsilaterale alla lesione sarà percepito, mentre quello presentato contro lateralmente alla lesione verrà ignorato. Possiamo prestare attenzione a più cose contemporaneamente? con l’espressione attenzione divisa si fa riferimento a quelle situazioni nelle quali le persone compiono (o si sforzano di compiere) due o più compiti contemporaneamente. Lo sforzo richiesto all’individuo per distribuire le risorse attentive dipende da: la complessità del compito, il livello di competenza che l’individuo possiede nei diversi compiti e, infine, la similarità posseduta dai compiti da eseguire. L’attenzione divisa è dunque connessa alla nostra limitata capacità di elaborare di informazioni. Per quanto tempo possiamo mantenere viva l’attenzione? L’attenzione sostenuta si riferisce all’abilità di mantenere l’attenzione su un compito per un tempo prolungato. L’attenzione sostenuta è dunque una funzione del tempo. L’automatizzazione si riferisce a un processo per mezzo del quale una procedura, come guidare l’automobile, da altamente controllata diventa relativamente automatica. Gordon Logan ha proposto una spiegazione alternativa, chiamata teoria degli esempi. Secondo questa teoria, l’automatizzazione avviene perché accumuliamo gradualmente conoscenze relative a specifiche risposte a determinati stimoli. Cecità da disattenzione  cecità causata dal non prestare attenzione a uno stimolo. È più probabile che ci sfugga qualcosa posto davanti ai nostri occhi proprio quando la nostra attenzione è concentrata su qualcos’altro di specifico. Cambiamento, novità e incongruenza sono forse gli elementi che stimolano maggiormente l’attenzione. Gli stimoli prevedibili e immutati generano velocemente un’abituazione, cioè una diminuzione delle risposte a essi. Si noti che la ripetizione di uno stimolo senza alcuna variazione conduce all’abituazione. Se un rubinetto gocciola con un ritmo leggermente diverso, ciò sarà sufficiente per attirare di nuovo la vostra attenzione. In questo caso si parla di disabituazione, intendendo con questo termine il fenomeno per cui un cambiamento anche molto piccolo in uno stimolo familiare determina il fatto che lo stimolo venga di nuovo notato. CAPITOLO 5 PERCEZIONE Le nostre percezioni sono elaborazioni attive delle informazioni fornite dai sensi e dalle esperienze passate; le percezioni non sono sempre rappresentazioni accurate del mondo. Come vengono elaborate le nostre sensazioni? Vedere il “sole che sorge”, come la maggior parte delle esperienze, è una costruzione percettiva, ossia un’elaborazione mentale inconsapevole degli stimoli sensoriali creata in modo attivo dal nostro cervello. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Quando guardate un’immagine, non vi limitate a registrare il potenziale d’azione di bastoncelli e coni. Riconoscete e comprendete invece i messaggi sensoriali, creando un’esperienza percettiva, ad esempio vedere il sole che sorge oppure una fotografia. I nostri sensi inviano dati al cervello e quest’ultimo crea percezioni, dotate di significato, del mondo che ci circonda. Gli attuali sistemi informatici sono potentissimi nel catturare, memorizzare, e mostrare enormi quantità di dati, ma non sono in grado di riconoscere e comprendere nulla su quei dati. Elaborazione delle informazioni di tipo bottom-up e top-down: le nostre percezioni sono costituite secondo due modalità fondamentali: bottom-up o top-down. Nell’elaborazione bottom-up iniziamo a costruire dal “basso” con i materiali grezzi, ossia iniziamo con singoli elementi sensoriali e procediamo verso l’alto fino a una percezione globale. Tale elaborazione delle informazioni visive è stata studiata dai teorici della percezione diretta, in particolare dagli psicologi della Gestalt e da Gibson (due approcci rispettivamente fenomenico ed ecologico). Secondo uno psicologo della Gestalt, fra numerose organizzazioni possibili da un punto di vista geometrico si verificherà quella che possiede la forma migliore, più semplice e stabile. Secondo Gibson, invece, tutte le informazioni necessarie per dare un sinificato all’ambiente sono già presenti nell’input visivo. Tuttavia, accade anche il contrario: nell’elaborazione top-down, la conoscenza preesistente viene utilizzata per organizzare rapidamente gli elementi in un insieme dotato di significato. Tale prospettiva è stata proposta da alcuni studiosi appartenenti alla psicologia cognitiva e costruttiva, nonché alla corrente del connessionismo, secondo i quali la percezione avviene in maniera indiretta. Si tratta infatti di un processo attivo e costruttivo che non dipende solo dagli stimoli esterni, ma è influenzato anche da fattori emotivi e motivazionali, dalle aspettative e dalle conoscenze del soggetto. Quali principi fondamentali usiamo per raggruppare le sensazioni in schemi dotati di significato? Secondo i gestaltisti la legge della buona forma o della semplicità è alla base della percezione visiva. Secondo tale principio, i dati sensoriali vengono organizzati a livello percettivo nella forma più semplice e lineare possibile. In altre parole, l’organizzazione percettiva più semplice viene costruita dal raggruppamento di alcune sensazioni in un oggetto o figura che si staglia su uno sfondo uniforme. L’organizzazione figura-sfondo è probabilmente autoctona o innata, infatti si tratta della prima abilità percettiva ad apparire dopo che i pazienti operati di cataratta riacquistano la vista. Gli psicologi della Gestalt hanno identificato molti altri principi che regolano il modo in cui vengono organizzate le nostre percezioni, ipotizzando che il sistema nervoso centrale tenda a organizzare le afferenze sensoriali secondo leggi autoctone. 1) Vicinanza. Se tutto il resto è uguale, gli stimoli vicini tendono a essere strutturati o raggruppati insieme. 2) Somiglianza. In un insieme di elementi quelli che si somigliano tendono a essere percepiti come un'unica figura e separati dagli altri che sono percepiti come sfondo. Pertanto, stimoli visivi simili per grandezza, forma, colore e aspetto tendono a essere raggruppati. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) 3) Buona continuazione o continuità di direzione. A parità di tutte le altre condizioni, si impone come unità percettiva quella il cui margine offre il minor numero di cambiamenti o interruzioni. Le percezioni visive tendono quindi verso la semplicità e la continuità. 4) Chiusura. La chiusura designala tendenza a completare una figura in modo che abbia una forma complessiva coerente (figure illusorie). 5) Regione comune o contrasto cromatico. Gli stimoli presenti all’interno di un’area comune tendono a essere considerati come gruppo. È chiaro che i principi della Gestalt ci fanno capire in che modo il sistema nervoso organizza le afferenze sensoriali visive elaborandole in modo top-down. Quali sono le costanze percettive e qual è il loro ruolo nella percezione? Provate a mettere la mano sinistra davanti al viso, a qualche centimetro dal naso, e poi allungate il braccio destro. La mano destra sembrerà grande metà della mano sinistra. Ma sapete che la mano destra non si è rimpicciolita all’improvviso, poiché l’avete vista molte volte a distanze diverse. Questo principio viene chiamato costanza della grandezza: la grandezza percepita di un oggetto rimane la stessa, anche se cambiano le dimensioni della sua immagine sulla retina. Il principio della costanza della forma, la forma di un oggetto rimane stabile anche se la sua immagine sulla retina cambia. Il principio della costanza della luminosità, la luminosità di un oggetto rimane la stessa anche se cambia il tipo di luce che riceve. Come è possibile percepire la profondità e giudicare la distanza? La percezione della profondità o stereopsi è la capacità di vedere lo spazio tridimensionale e valutare correttamente le distanze. Senza la percezione della profondità, un altro tipo di elaborazione top-down, non riusciremmo a guidare un’automobile o una bicicletta. La percezione dello spazio tridimensionale viene appresa attraverso una serie di indizi di profondità. Gli indizi di profondità sono degli aspetti dell’ambiente e dei messaggi provenienti dai sensi che forniscono informazioni su distanza e spazio. Alcuni indizi richiedono l’uso di due occhi (indizi binoculari di profondità), mentre altri vengono percepiti anche con un solo occhio aperto (indizi monoculare di profondità). L’elemento più importante per la percezione della profondità è la disparità retinica, ovvero la differenza di visuale di ciascun occhio rispetto all’altro. Quando le due immagini si fondono in una sola, ha luogo la visione stereoscopica. Il risultato è la sensazione di profondità e di tridimensionalità degli oggetti e dell’ambiente L’accomodazione è il cambiamento nello spessore del cristallino per mettere a fuoco gli oggetti vicini. Gli indizi pittorici di profondità sono indizi monoculari che forniscono informazioni su spazio, profondità e distanza. 1) Prospettiva lineare. Questo indizio è basato sull’apparente convergenza di linee che in realtà sono parallele. 2) Grandezza relativa. Se un artista vuole dipingere due oggetti aventi le stesse dimensioni a distanza diversa, riprodurrà l’oggetto più lontano più piccolo. 3) Ombreggiatura. La luce che colpisce un oggetto solido ne illumina alcune parti più di altre. Il rapporto fra luce e ombra dipende dalla struttura tridimensionale dell’oggetto e determina una forte percezione di profondità. 4) Interposizione. Si verifica quando un oggetto copre parzialmente la visione di un altro oggetto. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) 5) Gradiente di tessitura. Le superfici naturali possiedono sempre una “grana” o tessitura. Tale grana è uniforme quando la superficie si trova davanti all’osservatore, mentre si infittisce quando la superficie si allontana da esso. Per percepire la profondità e giudicare le distanze facciamo ricorso costantemente a indizi pittorici e fisiologici. Riflettiamo su un effetto interessante, l’illusione della luna, secondo cui la luna appare più grande quando è bassa nel cielo. (perché ha più indizi di profondità) Quale effetto ha l’apprendimento sulla percezione? L’espressione apprendimento percettivo indica i cambiamenti a livello cerebrale che alterano il modo in cui strutturiamo i dati sensoriali in percezioni. L’apprendimento crea delle abitudini percettive, ovvero dei modelli stabiliti di organizzazione della percezione e dell’attenzione, che condizionano la nostra esperienza quotidiana. Il contesto in cui uno stimolo viene giudicato è un fattore che esercita una notevole influenza sulla percezione. Il contesto riguarda l’informazione che circonda uno stimolo. Illusioni: dall’apprendimento percettivo dipendono una serie di illusioni. In un’illusione, il sistema visivo viene “ingannato”, o perché si percepisce qualcosa che non è presente oppure perché si percepisce in modo scorretto qualcosa che è presente. Le illusioni possono essere distinte in:  illusioni ottiche: causate da fenomeni ottici, ad esempio miraggi.  illusioni percettive: generate dalla fisiologia dell’occhio, come ad esempio le immagini postume.  illusioni cognitive: dovute all’interpretazione che il cervello dà alle immagini percepite. In un’allucinazione invece le persone percepiscono oggetti o eventi che non corrispondono a nessuna realtà esterna. Le illusioni e le allucinazioni possono essere distinte con un esame di realtà. Le illusioni sono una sfida affasciante per la nostra comprensione della percezione e hanno, talvolta, anche un uso pratico. Un’illusione chiamata movimento stroboscopico fa apparire “dinamici” i filmati. Il movimento stroboscopico è un movimento illusorio e apparente percepito quando oggetti statici vengono mostrati in rapida successione. Illusione di muller-lyner in cui la linea orizzontale terminante con le frecce sembra più corta della linea terminante con le V. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) Il principio dell’invarianza grandezza-distanza per cui la grandezza dell’immagine di un oggetto è strettamente connessa alla sua distanza dagli occhi. Come si muovono i nostri occhi durante l’esplorazione visiva? Il ruolo fondamentale del movimento degli occhi è dato dal fatto che l’occhio, spostandosi, fa si che le diverse parti del campo su cui, di volta in volta, rivolge l’attenzione, siano sempre proiettate sulla fovea, quella zona che si trova al centro della retina dove è concentrato il maggior numero di recettori (coni) e dove quindi l’acuità visiva è maggiore. Un’esplorazione visiva è un’alternanza di fissazioni e movimenti. Bisogna premettere che ogni persona ha una sua personale strategia di esplorazione, per cui ogni generalizzazione deve tener conto delle possibili differenze individuali. Molnar afferma che l’esplorazione visiva di un’immagine potrebbe essere ricondotta, in termini molto generali (tenendo conto delle differenze individuali e della complessità strutturale dell’immagine) a tre fasi di esplorazione. La prima fase è costituita da saccadi che sono lunghe in ampiezza e da fissazioni brevi (questo risponde a una necessità iniziale di percepire l’immagine in poco tempo e nella sua globalità); la seconda fase corrisponde a saccadi più corte con fissazioni lunghe (per permettere l’identificazione più dettagliata dell’immagine); la terza fase, infine, si caratterizza per le lunghe pause fra le saccadi. Vediamo ciò che ci aspettiamo di vedere? Un esempio eccellente del modo in cui l’elaborazione top-down influenza le nostre esperienze si riscontra nelle aspettative percettive. Aspettativa percettiva che vi prepara a un certo tipo di percezione (un corridore in una gara è preparato a un certo tipo di start). Fondamentalmente, un’aspettativa è un’ipotesi percettiva che molto probabilmente applicheremmo a uno stimolo, anche se tale applicazione è inappropriata. Le aspettative percettive spesso ci portano a vedere ciò che ci aspettiamo di vedere. (nella situazione in cui siamo senza benzina potremmo leggere su un cartello PIU’ AVANTI CARBURANTE per poi scoprire invece che il cartello diceva PIU’ AVANTI CIBO). Le aspettative percettive sono create frequentemente dalla suggestione. Esiste la percezione extrasensoriale? Quasi il 50% delle persone crede nell’esistenza della percezione extrasensoriale, ossia nella presunta capacità di percepire gli eventi in modi che non possono essere spiegati dalle normali capacità sensoriali. La parapsicologia è lo studio della percezione extrasensoriale e di altri fenomeni paranormali, cioè di eventi che sembrano contraddire le leggi scientifiche. I parapsicologi cercano delle risposte al fatto, ad esempio, che siano possibili i seguenti fenomeni: 1- Telepatia 2- Chiaroveggenza 3- Precognizione 4- Psicocinesi Gli scienziati rimangono scettici e affermano che come gli spettacoli di magia, le esibizioni sulla percezione sono basate sull’abile gioco d’inganno, sull’illusione e su appositi dispositivi. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) CAPITOLO 6 STATI DI COSCIENZA Come può essere definita la coscienza? Quali sono le sue funzioni? Nella letteratura psicologica non esiste, al momento attuale, una definizione univoca di coscienza così come non esiste una teoria esplicativa condivisa. Pur non esistendo una definizione condivisa di coscienza si potrebbe comunque asserire che la coscienza non svolge la sola funzione di osservare il comportamento ma anche quella di guardarlo e di regolarlo. In particolare, le funzioni della coscienza comprendono essenzialmente il monitoraggio e il controllo. Cosa si intende per stato modificato di coscienza? Essere coscienti significa essere consapevoli che la coscienza consiste nell’insieme di sensazioni, percezioni, memorie ed emozioni di cui si è consapevoli a ogni dato istante. Gran parte della nostra vita trascorre in uno stato di coscienza vigile, ovvero in uno stato di lucidità e di chiarezza. In uno stato modificato di coscienza avvengono dei cambiamenti nella qualità e nei pattern di attività mentale, ovvero si verificano degli specifici cambiamenti a livello dele nostre percezioni, emozioni e memorie, nel senso del tempo, dei pensieri, della sensazione di autocontrollo e della suggestionabilità. Oltre a quelle citate, possiamo aggiungere: sovraccarico sensoriale (un rave), stimolazione monotona (ipnosi da autostrada), condizioni fisiche alterate (febbre alta), riduzione degli input sensoriali e altro ancora. Perché dormiamo? Il sonno appartiene al ritmo biologico innato che non può essere del tutto ignorato. Quattro o più giorni di privazione del sonno diventano insostenibili per chiunque. La maggior parte dei sintomi della deprivazione di sonno possono essere annullati da una sola notte di riposo. La deprivazione di sonno causa generalmente tremolio alle mani, palpebre afflosciate, mancanza di attenzione, irritabilità, sguardo fisso o deviato, aumento della sensibilità al dolore e uno stato di malessere generale. Dopo una privazione del sonno anche solo di poche ore, le persone soffrono di ipersonnia (eccessiva sonnolenza durante le ore diurne). Il sonno aiuta il cervello a mantenersi sano, regolandone la temperatura e conservandone l’energia, oltre a favorire lo sviluppo cerebrale e riparare i danni subiti. Una grave deprivazione del sonno può condurre a una psicosi da privazione del sonno (perdita di contatto con la realtà) con sintomi quali confusione, disorientamento, delirio e allucinazioni. Quali sono le fasi del sonno? Durante le ore di veglia un ormone del sonno (un agente chimico che induce il sonno) si accumula nel cervello e nella spina dorsale. In ogni momento, essere svegli o dormire dipende dall’equilibrio che esiste tra i sistemi di veglia e di sonno, tra loro separati. In un primo sistema, i circuiti cerebrali e gli agenti chimici provocano il sonno. Nell’altro, una rete di cellule cerebrali risponde invece alle sostanze che inibiscono il sonno. I cambiamenti nei segnali elettrici (one cerebrali) generati dal cervello possono essere amplificati e registrati con un elettroencefalografo. Quando siamo svegli e vigili l’EEG rivela uno schema di Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) onde piccole e veloci denominate onde beta. Immediatamente prima dell’assopimento lo schema cambia e le onde diventano più ampie e lente: sono le onde alfa. Chiudendo gli occhi, il respiro diventa più lento e irregolare, il polso rallenta, e la temperatura corporea si abbassa. Subito dopo si entra nel sonno a onde lente attraverso quattro fasi di sonno distinte. Fase 1 Entrando nel sonno leggero, il battito del cuore rallenta. La respirazione diventa più irregolare, la muscolatura si rilassa. Ciò può innescare una contrazione muscolare riflessa denominata spasmo ipnico. Fase 2 Man mano che il sonno diventa più profondo, la temperatura corporea scende. L’EEG registra i fusi del sonno, ossia delle brevi scariche di onde cerebrali particolari. Fase 3 Nella fase 3 inizia l’attività delta, ovvero compaiono le onde delta, molto ampie e lente. Esse segnalano l’inizio di un sonno più profondo e di un’ulteriore perdita di coscienza. Fase 4 Generalmente il sonno profondo (la fase più profonda del sonno normale) viene raggiunto dopo circa un ora. Durante periodi di sonno leggero gli occhi si muovono sotto le palpebre. Questo “movimento rapido degli occhi” (rapid eye movement o REM) è associato ai sogni. Oltre ai movimenti oculari, il sonno REM è caratterizzato da un ritorno a un pattern EEG veloce e irregolare. Durante il sonno REM l’attività cerebrale è infatti tale da sembrare quella di una persona sveglia. Il sonno NREM è un sonno senza sogni nel 90% dei casi ed è più profondo all’inizio della notte, nei primi cicli delle quattro fasi che si susseguono durante il sonno notturno. Secondo l’ipotesi del doppio processo di regolazione del sonno, mentre il sonno NREM “calma” il cervello, il sonno REM “mette a fuoco” i ricordi legati alle esperienze più significative della giornata trascorsa. Eventuali tensioni quotidiane tendono ad ampliare il tempo del sonno REM, che può dilatarsi notevolmente quando, per esempio, si verificano eventi quali lutti in famiglia, problemi di lavoro, conflitti coniugali o altri eventi emotivamente pregnanti. Il sonno REM ci aiuterebbe pertanto a classificare e a conservare i ricordi. La mancanza di paralisi muscolare durante il sonno REM è definita disturbo del comportamento del sonno REM. Quali sono i disturbi e gli eventi anomali del sonno? Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 ([email protected]) I sogni hanno un significato? Alcuni studiosi ritengono che i sogni abbiano un significato nascosto e profondo. Altri pensano che i sogni siano pressoché privi di significato. Altri ancora sostengono che i sogni riflettano i pensieri, le fantasie e le emozioni che sperimentiamo durante lo stato di veglia. Le teorie psicodinamiche del sogno si focalizzano sui conflitti interni e le forze inconsce. Una delle chiavi interpretative di Freud è che i sogni esprimano desideri e conflitti inconsci sotto forma di simboli onirici (immagini che hanno un profondo significato simbolico). Capire un sogno significa dunque analizzare il contenuto manifesto (quindi il contenuto ovvio e visibile) al fine di scoprire il contenuto latente (significato simbolico nascosto). L’ ipotesi di attivazione-sintesi evidenzia l’origine biologica del sogno. L’ipotesi di attivazione-sintesi non esclude l’idea che i sogni abbiano qualche significato. Poiché i sogni sono creati sulla base dei ricordi e delle esperienze passate, parti di sogni possono talvolta riflettere la vita mentale di un individuo, e le sue emozioni, le sue preoccupazioni. Secondo la teoria neurocognitiva del sogno i sogni hanno molto in comune con i pensieri e le emozioni che si hanno da svegli. Gli studi sul contenuto dei sogni depongono a favore della continuità tra sogni e pensieri dello stato di veglia. Anche se molti psicologi continuano a credere che alcuni sogni abbiano un significato più profondo. Cos’è l’ipnosi? L’ipnosi viene spesso definita come uno stato di coscienza modificato, caratterizzato da un’attenzione più ristretta e da una maggiore disponibilità alla suggestione. Tale definizione parte dal presupposto che l’ipnosi sia uno stato distinto della coscienza. Il termine osservatore nascosto indica la possibilità che si verifichi un fenomeno di dissociazione completa del soggetto e si collegherebbe alla presenza di una memoria implicita in grado di guidare le azioni svolte durante la suggestione ipnotica. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-libro-psicologia-generale-tiziana-magro/9528439/ Downloaded by: alessandra-de-villa-1 (alessandra.de.villa.

Use Quizgecko on...
Browser
Browser