Capitolo 5: Sensazione e Percezione PDF

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sensazione percezione psicologia scienze cognitive

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Questo documento presenta un'introduzione alle sensazioni e percezioni. Vengono descritti i concetti fondamentali della psicofisica e i meccanismi di trasduzione e l'influenza del contesto. Il testo si concentra su aspetti psicologici.

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CAPITOLO 5: SENSAZIONE E PERCEZIONE Sono due momenti diversi lungo uno stesso tratto, con movimenti graduali, continuum da sensazione a percezione Le sensazione sono captate dai recettori sensoriali presenti su tutto il corpo e attraverso trasduzion si trasformano gli stimoli in segnali neural...

CAPITOLO 5: SENSAZIONE E PERCEZIONE Sono due momenti diversi lungo uno stesso tratto, con movimenti graduali, continuum da sensazione a percezione Le sensazione sono captate dai recettori sensoriali presenti su tutto il corpo e attraverso trasduzion si trasformano gli stimoli in segnali neurali. Percezione = cosa trasdotta, analizzata. I sensi sono più di cinque e sono strettamente collegati a traduzioni. Trasduzione → trasformare lo stimolo esterno in qualcosa di psicologico. Ciò che abbiano in testa è stato acquisto attraverso gli organi senso che hanno plasmato il nostro cervello. la vita mentale è strettamente legate ad essi, senza un organo di senso non saremo gli stessi e senza tutti la nostra vita mentale sarebbe zero. La sensazione ha a che fare con l’input dello stimolo, viene captata attraverso organi sensoriali attraverso la trasduzione lo stimolo si trasforma in impulsi nervosi inviati al cervello. La percezione è una elaborazione dell’ informazione sensoriale , comporta attribuire un significato a quello che ci dicono i sensi ha a che fare più con output. Il mondo fisico è inconoscibile attraverso organi di senso, quello che viviamo è un interazione di noi con il mondo fisico. il nostro cervello capta solo una parte dell’energia presente nel mondo fisico. la relazione tra mondo fisico e psicologico non è una relazione lineare , abbiamo delle illusioni percettive ovvero ciò che percepiamo è la migliori delle ipotesi non la realtà fisica, il nostro cervello prende ciò che è nell’ambiente e lo interpreta. psicofisica → scienza che studia le leggi di raccordo tra il mondo fisico e il mondo psicologico. aveva l’idea di trovare una formula che permettesse di passare da mondo fisico a mondo psicologico. in psicofisica sono state identificate due soglie: soglia assoluta : quantità di stimolo fisico che è in grado di elicitare una sensazione Il 50 % delle volte che viene proposta, corrisponde al timo stimolo fisico che mi provoca una sensazione psicologica soglia differenziale: quantità di stimolo fisico che devo aggiungere o togliere perché la mia sensazioni cambi il 50% delle volte rispetto alla sensazione che avevo prima. ( La LEGGE DI WEBER afferma che la soglia differenziale è direttamente proporzionale alla grandezza dello stimolo con il quale viene fatto il raffronto e può essere espressa mediante la frazione di Weber.) psicologia uffiaclmente nasce nel 1879 con Wundet. Concetti fondamentali: Di fronte allo stesso stimolo non abbiamo sempre la stessa sensazione. Corrispondenza tra stimolo e sensazione non è 1:1 Ogni volta che si prova una sensazione c’è la presenza di un contesto che possiamo definire come rumore di fondo. Ogni volta che si percepisce qualcosa c’è di mezzo una componente psicologica che si chiama “giudizio” , soggettivo e manipolabile che può intervenire nel mondo di rispondere. Un giudizio può interferire sul modo di approcciarci al mondo fisico. Modalità sensoriali multisensoriale, esempio sensazione visiva in presenza di altre sensazioni. Spence ha dimostrato che l’udito più intervenire sul gusto, interazione tra i sensi influisce. Nel mondo fisico ci sono stimoli che non vengono necessariamente recepite nel mondo psicologico. vista La luce viaggia sotto forma di onde magnetiche, che si misurano in nanometri (nm). Oltre alla minima porzione di onde percepibili per l’uomo, lo spettro elettromagnetico comprende raggi X, segnali radio e televisivi, e raggi infrarossi e ultravioletti. Il nostro sistema visivo coglie le lunghezze d’onda comprese fra 700 nm circa (rosso) fino a 400 nm circa (blu-violetto). Le onde luminose entrano nell’occhio attraverso la cornea, che è una struttura trasparente che protegge la parte anteriore dell’occhio. Dietro la cornea si trova la pupilla, un’apertura regolabile che può dilatarsi o restringersi per controllare la quantità di luce che entra nell’occhio. La dimensione della pupilla è controllata dai muscoli dell’iride, la zona pigmentata che circonda la pupilla. Un livello basso di luce illuminazione fa dilatare la pupilla, lasciando entrare una quantità di luce maggiore nell’occhio per migliorare la chiarezza visiva. Una luce vivida ed intensa fa restringere la pupilla. Dietro la pupilla c’è il cristallino, una struttura elastica che diventa più sottile per mettere a fuoco oggetti distanti e più spessa per mettere a fuoco oggetti vicini. Il cristallino dell’occhio mette a fuoco l’immagine visiva sulla retina, un tessuto a più strati, sensibile alla luce, che si trova sul retro del bulbo oculare pien di liquido. Il cristallino rovescia l’immagine da destra a sinistra e dall’alto al basso quando la proietta sulla retina, ma il cervello rovescia l’input visivo rispetto a ciò che percepiamo. La capacità di vedere con chiarezza dipende in parte dalla capacità del cristallino di mettere a fuoco l’immagine direttamente sulla retina ed è nota come accomodazione. i fotorecettori : coni e bastoncelli La retina può essere considerata come un’estensione del cervello, contiene due tipi di fotorecettori, chiamati per la loro forma: coni: sono i recettori del colore e funzionano al meglio con luce bastoncelli: funzionano al meglio quando la luce è scarsa e sono fotorecettori in bianco e nero. Ecco un riassunto semplificato del paragrafo: I coni e i bastoncelli sono cellule specializzate della retina che inviano segnali al cervello attraverso una serie di connessioni. I segnali passano dalle cellule fotorecettrici (coni e bastoncelli) a cellule bipolari, che a loro volta si connettono con le cellule gangliari. Le cellule gangliari inviano i segnali al cervello attraverso il nervo ottico. Sebbene ci siano 126 milioni di coni e bastoncelli, solo un milione di cellule gangliari trasmettono i segnali. I bastoncelli sono più sensibili alla luce debole e si concentrano nella periferia della retina, mentre i coni sono responsabili della visione dei dettagli in condizioni di luce intensa e si concentrano nella fovea (la parte centrale della retina). Quando guardiamo una stella debole, ad esempio, è più facile vederla se guardiamo leggermente di lato, dove ci sono più bastoncelli. La fovea, dove i coni sono più densi, ci consente di vedere i dettagli più piccoli con maggiore chiarezza. Alcuni uccelli, come le aquile, hanno due fovee per occhio, il che li aiuta a vedere meglio anche in volo. Inoltre, il punto in cui il nervo ottico esce dall'occhio è privo di fotorecettori, creando un punto cieco, ma il nostro cervello compensa questo vuoto visivo. Le cellule bipolari, che sono una specie di "ponte" tra i fotorecettori e le cellule gangliari, hanno due assoni: uno che si connette con i fotorecettori e uno che si connette con le cellule gangliari. trasduzione visiva Bastoncelli e coni traducono le onde luminose in impulsi nervosi attraverso l’azione di molecole proteiche dette fotopigmenti. la visione alla luce è l’adattamento al buio i bastoncelli sono più sensibili dei coni in condizione di bassa luminosità , la sensibilità di entrambi all’intensità luminosa dipende (in parte) dalla lunghezza d’onda della luce. I bastoncelli hanno una sensibilità molto maggiore dei coni su tutto lo spettro dei colori, con l’eccezione della gamma dei rossi, dove sono relativamente insensibili. I coni sono molto più sensibili alla bassa luminosità nella gamma dei verdi e dei gialli dello spettro. adattamento al buio → miglioramento progressivo nella sensibilità alla luminosità che avviene nel corso del tempo in condizioni di bassa illuminazione. Dopo aver assorbito la luce, un fotorecettore viene privato delle molecole pigmentate per un breve periodo di tempo. Se l’occhio è stato esposto ad elevata illuminazione, come la luce solare, i fotopigmenti si ridurranno in maniera sostanziale. Durante l’adattamento al buio, le molecole dei fotopigmenti si rigenerano e la sensibilità de recettori aumenta lentamente. la visione del colore la visione umana è infine sintonia con i colori, due diverse teorie sulla visione a colori hanno cercato di spiegare come funziona : la teoria tricromatica : all’inizio del XIX secolo si scoprì che qualsiasi colore dello spettro visibile poteva essere prodotto da una combinazione di lunghezze d’onda che corrispondono ai colori blu verde e rosso, in quella che è nota come mescolanza additiva del colore. La teoria della visione tricromatica di Young Hemboltz presume che la percezione del colore risulti dalla mescolanza additiva dei coni che sono sensibili a verde e rosso. Nella mescolanza sottrattiva dei colori si producono nuovi colori per sottrazione ovvero eliminando altre lunghezze d’onda , le tinte assorbono colori diversi da se stessi mentre riflettono il proprio colore. Nella mescolanza additiva i colori primari sono blu verde e rosso , nella mescola già sottrattiva sono blu giallo e rosso. secondo questa teoria nella retina esistono tre tipi di recettori del colore. la teoria dei processi opponenti: La seconda ed influente teoria del colore fu formulata da Edward Hering nel 1870. Essa presumeva esistessero 3 tipi di coni e che ciascuno di essi rispondesse solo a 2 diverse lunghezze d’onda. - Un tipo risponde al blu o al giallo - Un tipo risponde al rosso o al verde - Un tipo risponde al nero o al bianco. ciascun recettore può funzionare in 2 modi possibili a seconda della lunghezza d’onda dello stimolo. Ancora una volta è il modello di attività dei recettori a produrre la nostra percezione della sfumatura. quale è quindi la teoria corretta? L'attuale teoria dei doppi processi combina la teoria tricromatica e quella dei processi opposti per spiegare il processo di trasduzione del colore. I teorici della tricromia, Young e Helmholtz, avevano ragione circa i coni, poichè in effetti contengono uno dei tre diversi fotopigmenti proteici che sono più sensibili alle lunghezze d’onda corrispondenti più o meno a blu, verde e rosso. Proporzioni diverse di attività nei coni sensibili al blu, al verde e al rosso possono produrre un modello di attività neurale che corrisponde a qualsiasi sfumatura dello spettro. Anche la teoria dei processi opposti di Hering era parzialmente corretta, ma i processi opposti non avvengono a livello dei coni. I ricercatori hanno scoperto che le cellule gangliari della retina, così come i neuroni nelle stazioni di collegamento e nella corteccia visiva, rispondono come in un processo opposto alterando il tasso di frequenza di attivazione. I processi opposti rosso-verde sono scatenati direttamente dall’input proveniente dai coni della retina sensibili al rosso o al verde. Il processo opposto blu-verde è lievemente più complesso. L'attività dei coni sensibili al blu stimola direttamente il processo del blu lungo tutto il sistema visivo. Il processo opposto del giallo NON viene scatenato dal cono sensibile al giallo, come propose Hering, ma dall’input simultaneo dei coni sensibili al rosso e al verde. Daltonismo Le persone con visione normale del colore sono dette tricromatiche, quindi sono sensibili a tutti i 3 sistemi: blu- giallo, rosso-verde e bianco-nero. Circa il 7% della popolazione maschile e 1% popolazione femminile ha carenza sistema blu-giallo, rosso-verde o di entrambi. Tale carenza è causata dalla mancanza di fotopigmento sensibile alle sfumature in alcuni tipi di coni. Un dicromatico è una persona che non vede solo uno dei due sistemi (blu-giallo o rosso-verde). La maggioranza delle persone rientra in questa categoria, specialmente nella carenza rosso-verde. Un monocromatico è una persona che non vede nessun sistema, eccetto quello nero-bianco; è cieco ai colori. L’udito gli stimoli che arrivano al nostro senso dell’udito sono le onde sonore, una forma di energia meccanica. Quello che definiamo suono sono in realtà con de tre storie nell’aria. Le onde sonore hanno due caratteristiche : frequenza: numero di onde sonore o cicli al secondo. La misura dei cicli al secondo è l’hertz( 1 hz equivale a un ciclo al secondo). l’ampiezza: si riferisce alla dimensione verticale delle onde sonore, ovvero la profondità fra alti e bassi dell’onda sonora. Le differenze di ampiezza sono espresse in decibel( 0 dB è definita la soglia assoluta minima). la trasduzione uditiva il sistema di trasduzione dell’orecchio è formato da ossa piccolissime , membrane e condotti pieni di liquido che servono a tradurre le onde pressorie in impulsi nervosi. Le tre sezioni del sistema sono : orecchio esterno: è formato dalla parte visibile dell’orecchio, il padiglione auricolare e dal condotto uditivo. Il ruolo del padiglione auricolare è quello di raccogliere i suoni. orecchie medio: contiene tre ossicini chiamati martello, incudine e staffa, il loro ruolo si potrebbe definire come adattamento dell’impedenza. Gli ossicini adattano l’imprudenza dell’aria a quella della coclea. orecchio interno: contiene la coclea, condotto a forma di chiocciola che contiene la membrana basilare, su questa membrana l’organo del corti che contiene migliaia di minuscole cellule ciliate che sono i veri recettori del suono, queste cellule contengono protrusioni ancor più minuscole dette stereociglia. codificazione dell’altezza e dell’intensità del suono Il sistema uditivo trasforma le qualità sensoriali dell’ampiezza d’onda e della frequenza in impulsi nervosi. Secondo la teoria della frequenza della percezione dell’altezza del suono gli impulsi nervosi inviati al cervello sono pari alla frequenza dell’onda sonora. Ma si scoprì un secondo meccanismo di codificazione dell’altezza del suono. Secondo la teoria di posizione della percezione dell’altezza del suono il punto specifico della coclea dove l’onda di fluido più alta e piega maggiormente le cellule ciliate serve da segnale di codificazione della frequenza. la localizzazione del suono Il sistema nervoso utilizza le informazioni che riguardano il tempo e le differenze di intensità dei suoni che giungono entrambe le orecchie per collocare nello spazio la fonte del suono. il suono arriva dapprima all’orecchio che è più vicino, se la fonte del suono è direttamente davanti a noi arriva contemporaneamente a entrambe le orecchie. Il nostro orecchio esterno ci fornisce un concerto senso dell’altezza ovvero dell’elevazione di un oggetto. la perdita dell’udito quasi tutti coloro che soffrono di sordità sono nati con un udito normale , queste persone soffrono di due importanti tipi di sordità : la sordità di conduzione comporta problemi con il sistema meccanico che trasmette le onde sonore alla coclea, può aiutare l’utilizzo di un apparecchio acustico solidità neurale: provocata da un danno recettori dell’orecchio interno o da un danno al nervo acustico stesso, per esempio essere esposti ripetutamente a suoni alti potrebbe causare la perdita delle cellule ciliate in un punto particolare della membrana basilare provocando la perdita dell’udito per quella frequenza. il gusto e l’olfatto: i sensi chimici il senso del gusto è quello dell’olfatto sono sensi chimici : i loro recettori sono sensibili alle molecole chimiche e non una forma di energia, questi sensi sono connessi al punto che alcuni scienziati li considerano un senso chimico comune. Il gusto Il senso del gusto risponde solo quattro qualità: dolce aspro salato amaro Ogni esperienza del gusto combina queste quattro qualità e quelle di altri sensi come odore, temperatura e tatto. Le papille gustative sono recettori chimici concentrati sulla punta lungo i bordi sul retro della lingua. Ciascuna papilla risponde al meglio a uno o due tipi di gusto, un ulteriore gusto si chiama umani accresce gli altri gusti. Le papille gustative sono composte da diverse cellule dei recettori, un piccolo numero di recettori si trovano ultra sul palato sul fondo della bocca. Quando una sostanza entra in bocca interagisce con la saliva per formare una soluzione chimica che penetra nel poro gustativo e stimola le cellule dei recettori. Esperienza multisensoriale del cibo Da un punto di vista della sensazione le papille gustative inviano informazioni sul gusto, il bulbo olfattivo sui profumi, Ma anche la vista è utilizzata in questo processo poiché una pietanza ben disposta contribuisce insieme alle altre sensazioni a formare il nostro percetto. L’olfatto I recettori olfattivi sono lunghe cellule che fuoriescono dall’epitelio della parte superiore della cavità nasale e si inseriscono nella membrana mucosa. I recettori olfattivi hanno una struttura che somiglia ai punti dove i neurotrasmettitori si legano ai neuroni. Una qualsiasi molecola olfattiva può legarsi a punti fatti per riceverle. I recettori che si attivano inviano input al bulbo olfattivo, una struttura del prosencefalo collocata sopra alla cavità nasale. Ogni sostanza chimica odorosa eccita soltanto una porzione limitata del bulbo olfattivo e pare che gli odori vengano codificati in funzione della zona specifica del bulbo che viene eccitata. I feromoni, segnali chimici che si trovano negli odori naturali del corpo, possono influenzare inconsapevolmente il comportamento umano, la pelle e i sensi del corpo la pelle ai sensi del corpo comprendono il senso del tatto , la cinestesia ( senso del movimento muscolare) e l’equilibrio. Sensi tattili la sensibilità alle temperature estreme e al dolore ci permette di sfuggire a pericoli esterni e ci avverte di eventuali problemi del nostro corpo. Le sensazioni tattili sono inoltre fonte di diversi piaceri della vita. Gli esseri umani sono sensibili ad almeno quattro sensazioni tattili: pressione, dolore, caldo e freddo. Queste sensazioni vengono trasmesse dai recettori della pelle e dei nostri organi organi interni. la pelle è l’organo più grande del nostro corpo, contiene un gran numero di recettori ma il loro ruolo nelle sensazioni specifiche non è ancora molto chiaro. Molte sensazioni dipendono da specifiche attività dei diversi recettori. I recettori primari del dolore e della temperatura sono le terminazioni nervose libere, semplici cellule nervose poste sotto lo strato superficiale della pelle. Le basket cells sono recettori del tocco e di una lieve pressione. Il cervello è in grado di collocare sensazioni perché i recettori della pelle inviano i loro messaggi al punto della corteccia somato sensoriale che corrisponde alla zona del corpo dove è collocato il recettore. A volte il cervello individua sensazioni che non possono assolutamente essere presenti Come per esempio nel fenomeno dell’arto fantasma, gli imputati percepiscono nette sensazioni provenienti dall’arto mancante, pare che un’irritazione dei nervi che avevano originato in quell’arco il cervello facendo l’interpretare gli impulsi nervosi come sensazioni reali. I sensi del corpo Saremo del tutto incapaci di coordinare i movimenti del nostro corpo se non fosse per la propriocezione, senso della cinestesia che ci fornisce le informazioni sulla posizione dei muscoli, delle giunture e dei movimenti. Collabora con la cinestesia il sistema vestibolare, il senso dell’orientamento del corpo, o equilibrio postura, i recettori vestibolari si trovano nell’apparato vestibolare dell’orecchio interno. Una parte del sistema dell’equilibrio è formato da tre canali vestibolari semicircolari che contengono i recettori del movimento della testa riconoscimento visivo degli oggetti diverse teorie che spiegano come riconosciamo gli oggetti intorno a noi : modello computazionale di percezione visiva → secondo David Marr la percezione visiva è un processo che si sviluppa in tre stadi: si passa da una prima visione bidimensionale basilare fino a una più complessa rappresentazione tridimensionale. riconoscimento per componenti → secondo Biederman il mondo visivo è composto da un certo numero di forme basilari e volumetriche chiamate geoni. il punto centrale della sua teoria è la rilevazione dei bordi e identifica cinque proprietà invarianti dei bordi che ci permettono di identificare i diversi geoni: curvatura, parallelismo, coterminazione, simmetria e colinearità. percezione I sistemi sensoriali forniscono la materia prima per creare fare esperienze. I nostri organi si limitano a trasmetterle informazioni attraverso il sistema nervoso , per creare quindi le percezioni il nostro cervello segue due tipi diversi di funzioni di elaborazione: elaborazione basso-alto: il sistema riceve informazioni sulle singole caratteristiche dello stimolo e le combina in una rappresentazione coerente elaborazione alto- basso: le informazioni dei sensi vengono interpretate alla luce di conoscenze e concetti idee e aspettative esistenti. i principi della Gestalt sull’organizzazione percettiva gli psicologi della Gestalt cercarono di scoprire come organizziamo le diverse parti del nostro campo di percezione in un insieme unito e dotato di significato. I teorici della Gestalt furono i primi sostenitori dell’elaborazione alto basso. Sottolinearono l’importanza delle relazioni figure sfondo : La tendenza organizzare gli stimoli una raffigura centrale, o in primo piano, e in uno sfondo. Noi percepiamo i bordi o i contorni ovunque vi sia un distinto cambiamento di colore o di illuminazione di una scena. Quattro leggi di percezione organizzata dalla Gestalt: somiglianza → gli elementi di una configurazione percepiti come simili verranno percepiti insieme vicinanza → elementi vicini uno all’altro verranno percepiti come parti di una stessa configurazione chiusura → le persone tendono a chiudere l’estremità aperte di una figura continuità → le persone collegano tra loro i singoli elementi in modo da formare una linea continua. percezione comporta verifica delle ipotesi riconoscere uno stimolo significa avere una rappresentazione percettiva, ovvero mentale, cioè un’immagine che contiene le caratteristiche fondamentali e distintive di una persona, cosa, situazione, fenomeno percettivo etc. questi schemi mentali ci forniscono modelli mentali con i quali classifichiamo i dati sensoriali dall’alto al basso. percezione → tentativo di dare senso all’input di uno stimolo, di cercare l’interpretazione migliore dell’info trasmessa dai sensi basata sulle nostre esperienze e conoscenze. Gregory ha suggerito che ogni percezione sia un’ipotesi sulla natura dell’oggetto e più in generale sul significato dell’info sensoria. Il sistema percettivo ricerca nel suo archivio la migliore interpretazione da far indossare ai dati sensoriali. uno stesso stimolo può far nascere percezioni diverse. il set percettivo la percezione è influenzata dalle aspettative Il set-percettivo è un fenomeno che si presenta quando la nostra percezione di una scena è influenzata dal contesto nel quale viene vissuta. Credere è vedere→sono convinta d’aver visto una specifica cosa, poi mi rendo conto che non è così. costanze percettive gli stimoli sono riconoscibili in condizioni di cambiamento es. vedo una porta chiusa. Si apre improvvisamentesi → proietta sulla retina un’immagine diversa, ma percepisco comunque una porta. L'ipotesi percettiva rimane la stessa. le costanze percettive ci permettono di riconoscere stimoli familiari in condizioni variabili. Se non esistessero dovrei riscoprire ogni volta qualcosa quando appare in condizioni diverse. nella visione sono importanti diverse costanze: la costanza della forma: ci permette di riconoscere le persone o gli oggetti da angolazioni diverse (porta aperta/chiusa). la costanza della luminanza: l’illuminazione relativa degli oggetti resta la stessa in condizioni di illuminazione diverse (luminanza), come al sole o in ombra. la costanza della luminanza si verifica perchè il rapporto dell’intensità luminosa fra oggetto e ciò che lo circonda è costante. non conta l’effettiva luminosità della luce che illumina un oggetto fino a quando esso e cio che lo circonda sono illuminati con la stessa intensità. la costanza delle dimensioni: è la percezione che la dimensione degli oggetti che vediamo è costante anche se sulla retina l’immagine cambia per via delle diverse distanze. percezione di profondità , della distanza e del movimento percezione di profondità cervello trasforma indicazioni di lunghezza e larghezza ottenute dalla retina in percezioni tridimensionali,utilizzando le indicazioni di profondità: monoculari: attraverso la valutazione di distanze relative, prospettiva lineare, interposizione, altezza sul piano orizzontale, dimensione relativa. binoculari(entrambi gli occhi): stereoscopio utilizza il principio della disparità binoculare , per cui i due occhi vedono immagini leggermente diverse. seconda indicazione binoculare è la convergenza, prodotta dal feedback dei muscoli che fanno ruotare l’occhio verso l’interno per osservare un oggetto vicino. percezione del movimento a volte è nevessario integrare informazioni provenienti da sensi diversi. prima indicazione: moto dello stimolo attraverso la retina moto relativo di un oggetto su uno sfondo strutturato movimento stroboscopico le illusioni → percezioni affascinanti, ma inesatte queste percezioni possono essere intese come ipotesi percettive erronee sulla natura dello stimolo. ci offrono info su come operano i nostri processi percettivi e possono essere attribuite a costanze percettive che normalmente ci aiutano nel percepire accuratamente. esempio: la costanza delle dimensioni deriva in parte dalla nostra capacità di usare le indicazioni di distanza per valutare le dimensioni degli oggetti. Un esempio è l’illusione di Ponzo. → le indicazioni di profondità della prospettiva lineare (binari che convergono) e l’altezza del piano orizzontale forniscono indicazioni di distanza che fanno sì che la barra superiore appaia + lontana di quella inferiore. poiche sembra + lontana, il sistema percettivo conclude che la barra distante è + grande di quella in 1’ piano, nonostante creino immagini retiniche della stessa dimensione (=abbiano la stessa larghezza ma a colpo d’occhio non lo notiamo). indicazioni di distanza possono essere manipolate per creare altre illusioni di dimensioni, per illustrare questo principio Ames costruì una stanza speciale. → la stanza di ames le indicazioni di prfonditá monoculari non ci permettono di vedere che l’angolo sinistro delle stanza è 2 volte più lontano dell’angolo destro. come risultato la costanza delle dimensioni viene meno e noi basiamo il nostro giudizio sulle dimensioni della Stanza sull’immagine retiniche di due persone. Lo studio delle sostanze percettive mostra che le nostre ipotesi percettive sono fortemente influenzate dal contesto o dall’ ambiente circostante. i volti sono uno stimolo importante e rilevante. Sono lo stimolo non verbale più importante che abbiamo, perché veicola info strutturali, emotive e di rilevanza sociale. esperimenti ed esperienze dicono che i neonati trovano i volti affascinanti: il volto può dare a madre e figlio, o chi se ne occupa, un mezzo di comunicazione precedente al linguaggio. Pascalis e De Haan mostrarono come i neonati sono più sensibili che altri ai cambiamenti del volto. Sanno distinguere le differenze fra volti di specie animali, capacità che va persa o si attenuata nel tempo, per questo i + grandi si “sintonizzano” sul tipo di volto + importante per loro, quello umano. L'elaborazione di un volto è un processo speciale diverso dalla percezione di altri stimoli (oggetti, case, etc.). Gli studi di KANWISHER hanno evidenziato la presenza di un’area cerebrale più sensibile ai volti che ad altri stimoli. Sia per l’attivazione specifica che elicitano che per i tipi di processi percettivi ed emotivi, i volti paiono stimoli “speciali”. Non tutti gli studiosi sono d’accordo→gli studi di Isabelle GAUTHIER evidenziano che la specificità dei volti è dovuta al fatto che sono il primo stimolo che si vede alla nascita e quello più frequente nel corso della vita (per motivi biologici, sociali), per questo sviluppiamo circuiti speciali. “Siamo esperti di volti”. Ciò accade per ogni stimolo di cui siamo esperti e quindi ne acquisiamo una dettagliata conoscenza expertise. Esistono sindromi che fanno perdere la capacità di riconoscimento dei volti, familiari o del proprio viso, come la prosopoagnosia acquisita o congenita, causata de lesione cerebrale o può essere congenita/ereditata. Riconoscere volti è più semplice se conosco la persona Esistono aree interconnesse che lavorano insieme per permetterci di elaborare e riconoscere i volti: riconosciamo per area: caratteristiche percettive e strutturali: identità (chi è X), genere, età ed etnia → l’elaborazione avviene nell’area posteriore OFA e FFA caratteristiche emotive; espressioni e stati d’animo → l’elaborazione avviene nel solco temporale superiore, STS caratteristiche sociali: attrattività, fiducia, direzione dello sguardo → l’elaborazione avviene nel solco temporale superiore, STS. nella parte frontale della corteccia, OFC e CORTECCIA ORBITOFRONTALE, avviene l’elaborazione delle caratteristiche legate alla ricompensa (reward), ossia ciò che procura piacere come vedere volto attraente → la stessa area si attiva per buon cibo, musica, profumo etc, - Il nucleo delle emozioni è l’amigdala, AMG, è sempre attivo di fronte ad un volto, ci aiuta a decidere se possiamo fidarci di X e quindi avvicinarci, oppure andarcene. (cap 15). importanza delle caratteristiche Bruce e Young affermano che si possono percepire diverse info di una persona dal volto, compresi genere ed età. le caratteristiche delle espressioni facciali vengono elaborate, Il modello di volto che ottengo viene memorizzato dove è codificata l’identità personale insieme a queste caratteristiche. quando la persona rivedrà tale volto, si attiva l’unita di “riconoscimento facciale” e riconosciamo. alcune caratteristiche sono più importanti di altre, come le sopracciglia. Con diversi esperimenti in cui volti famosi subivano l’eliminazione di alcune caratteristiche, si è scoperto che l’assenza di sopracciglia rendeva difficile il riconoscimento rispetto alla mancanza di occhi. Bruce inoltre mostra come il riconoscimento del genere sia più rapido della familiarità Se le caratterisitiche vengono presentate isolate (senza viso), gli occhi sono l’indicatore + affidabile di genere Le caratt distinguono un volto, ma esistono regole generali che ci fanno distinguere dfferenze globali, come il genere. Tra queste: forma e lunghezza naso, posizione delle sopracciglia e occhi (maschi= occhi infossati e sopracciglia + folte, alterando grande porzione campo visivo). volti ed emozioni attraverso il volto si possono trarre percezioni personali delle emozioni altrui. Le donne sono più brave degli uomini, in ogni fascia d’età, a identificarle dalle espressioni facciali. Anche altri fattori del volto sono più o meno percepiti meglio da un genere in particolare, come durante il ciclo mestruale, in cui le donne cambiano le loro preferenze per i volti di uomini, prediligendo volti più mascolini nella fase follicolare (in cui è più probabile segua concepimento). In psicologia evolutiva è descritto come il desiderio della donna di scegliere un padre con attributi ritenuti positivi dalla stessa; possono essere diversi. attrattivitá Il concetto di bellezza o attractiveness è soggettivo. Secondo alcuni ricercatori ciò che trovo attraente può essere influenzato da diversi fattori, come la cultura. Altri rifiutano quest’idea, sostenendo che il modo in cui trattiamo chi è più attraente non dipende dalla cultura, poiché studi svolti dimostrano come persone di culture diverse trovino attraenti le medesime persone. grazie a diversi studi ed esperimenti si è giunto alla conclusione che mediamente ciò che viene considerato più attraente è un volto “ medio” poiché un volto medio vuol dire un compagno con una costruzione genetica familiare. la sinestesia “mescolanza dei sensi” → chi soffre di sinestesia può percepire i suoni come colori, o un gusto come una sensazione tattile di forme diverse. È stato dato un certo numero di spiegazioni sulla Sinestesia: una prima teoria afferma che lo sfondamento delle connessioni neurali che avviene nell’infanzia non sia avvenuto nella stessa misura nelle persone affette da Sinestesia così che le regioni cerebrali mantengono alcune connessioni che sono assenti in gran parte delle persone. un’altra teoria afferma che insieme alla Sinestesia esiste un deficit nei processi inibitori neurali del cervello che impediscono all’input di una modalità sensoriale di dilagare in altre zone sensori stimolandole. l’esperienza, i periodi critici e lo sviluppo percettivo lo sviluppo dei sistemi sensori e percettivi deriva dall’interazione di fattori biologici ed esperienziali. I geni rivestono un ruolo molto significativo nello sviluppo biologico ma questo sviluppo è influenzato anche dalle esperienze ambientali. Cosa accadrebbe indossando occhiali speciali che annullassero questo rovesciamento naturale dell’immagine visiva ? Nel 1896 George Stratton divenne il primo essere umano a vedere sulla rete in un’immagine diritta mentre si trovava in piedi. In un primo momento questo rovesciamento del mondo in cui il suo sistema percettivo era stato organizzato dalla natura e dalla vita di esperienze disorienta Stratton. Per diversi giorni soffri di nausea e non riuscì a mangiare , a poco a poco si adattò a questo mondo a rovescio e riuscì ad afferrare degli oggetti. La ricerca interculturale Gli esseri umani vengono al mondo con le stesse capacità capacità percettive indipendentemente da dove nascono , da quel momento in poi la cultura nella quale crescono a determinare il tipo di esperienze di apprendimento percettivo che hanno. La ricerca interculturale aiuta a identificare quali aspetti della percezione si trova in tutte le persone e quali differenze percettive derivino dall’esperienze culturali. L’apprendimento culturale influisce inoltre su altre percezioni come gusti , odore e texture. I periodi critici : ruolo dell’esperienza precoce L’esperienza è essenziale per lo sviluppo delle attività percettive. esistono dei periodi critici → periodi dello sviluppo nei quali devono avvenire alcuni tipi di esperienze perché possano svilupparsi normalmente le abilità percettive e i meccanismi cerebrali che le governano. la ripristinata capacità sensoriale Scienziati hanno studiato l’esperienze di persone con diminuzione della vista che hanno acquisito questo senso in età adulta. es. Virgili soffriva di cataratta si sottopose a un’operazione per rimuoverle, ma non fuma in grado di abituarsi al nuovo mondo visivo, doveva toccare gli oggetti per poter identificare. Tutte queste esperienze suggeriscono anche i fattori biologici e dell’esperienza interagiscono in modo complesso , alcune delle nostre capacità percettive sono presenti alla nascita ma l’esperienza giocano un ruolo importante per un loro normale sviluppo.

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