Sensazione e Percezione PDF
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Marta Bassi
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These lecture notes cover sensation and perception, discussing topics such as the cognitive revolution and current approaches in neuropsychology. The lecture notes also introduce the concept of sensation and perception from a psychological perspective, specifically with examples on how the mind processes visual information and explores concepts such as the theory of signal detection.
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Pag. 1 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE SENSAZIONE E PERCEZIONE Sbobinatore: Elisa Spinoni Revisore: Marcello Valli Data: 24-09-2024 Conclusione della lezione precedente 7. COGNITIVISMO E RIVOLUZIONE INFORMATICA: La rivoluzione inf...
Pag. 1 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE SENSAZIONE E PERCEZIONE Sbobinatore: Elisa Spinoni Revisore: Marcello Valli Data: 24-09-2024 Conclusione della lezione precedente 7. COGNITIVISMO E RIVOLUZIONE INFORMATICA: La rivoluzione informatica ha portato a un avanzamento delle tecniche di rilevazione che consentono per esempio di studiare in maniera indiretta le capacità cognitive delle persone attraverso la misurazione dei tempi di reazione, per vedere i tempi di apprendimento e di risposta. Il cognitivismo riprende il concetto di inconscio proposto da Freud, vedendolo però come tanti processi cognitivi “normali” che si svolgono al di fuori della coscienza; vedendo quindi l’uomo come elaboratore di informazioni. Le tecniche utilizzate si basano su nuove tecniche di rilevazione e di analisi grazie al PC. 8. APPROCCI CONTEMPORANEI: Approcci che si sono sviluppati più di recente grazie alle neuroscienze convergono verso una neuropsicologia. Non si può tuttavia avere una visione biologica totale: anche se si sa la causa biologica della malattia del paziente (es. depressione), bisogna tenere conto del fatto che il paziente interagisce con l’ambiente. In tempi contemporanei si ha lo sviluppo principalmente di due correnti: Biologico: studia i processi biologici e neurobiologici alla base del comportamento e i processi mentali del paziente (es. analisi delle strutture coinvolte nella memoria); Evoluzionistico: indaga gli effetti della selezione naturale su caratteristiche fisiche ereditarie (analisi a livello genetico alla base di certi comportamenti e alla base dell’interazione con l’ambiente) e su comportamenti istintivi e specie-specifici (es. studio sull’attrazione inter-personale), che va a studiare le componenti fisiche e biologiche alla base delle interazioni con altre persone. Gli approcci contemporanei sfociano nell’ECCLETTISMO, in cui tutti gli approcci non si devono escludere a vicenda, anzi, devono essere presi in considerazione perché consentono di avere una visione diversa di un fenomeno profondamente complesso. Serve, quindi, avere una visione integrata di tutte le correnti che sfocia nell’ecclettismo. Inizio della lezione odierna Pag. 2 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE SENSAZIONE E PERCEZIONE I temi affrontati in questa lezione sono i cinque sensi: vista (su cui ci focalizzeremo maggiormente), udito, gusto, olfatto e tatto. In anatomia e fisiologia abbiamo affrontato la struttura e il funzionamento degli organi che li compongono, in questo contesto affronteremo invece l’aspetto psicologico. La psicologia si è occupata in primis della vista, “senso principe”, ma esistono studi anche sugli altri sensi che vanno a indagare su come noi strutturiamo la nostra esperienza cosciente (mettendo insieme l’approccio strutturalista di Wundt con la teoria della Gestalt). Questo quadro (Murale di Salvador Dalí) esplicita bene cosa si intende per percezione e cosa per sensazione. Esso ci dice come la percezione sia costituita da elementi costitutivi che vanno sommati a dare configurazioni, ma tutto dipende da come ci poniamo davanti alla configurazione: dalla giusta distanza dal quadro riusciamo a distinguere il volto di Abramo Lincoln e la figura della moglie di Dalì (Gala). Questo ci dimostra come le diverse componenti dell’opera vanno a integrarsi per formare delle configurazioni con un senso. Riconoscere il volto di Lincoln è molto più semplice se già l’abbiamo presente, mentre se non l’abbiamo mai visto è più complesso: questo ci dice che l’esperienza si costituisce sulla base di elementi che vanno aggregandosi, ma l’aggregazione è connessa sia al modo in cui biologicamente “mettiamo insieme i punti”, ma anche in funzione della nostra esperienza. Nell’ambito della percezione e della sensazione, gli psicologi si chiesero dunque se ci sono delle norme che regolano il rapporto tra stimolo esterno e la nostra percezione. DEFINIZIONE DI SENSAZIONE: È l’effetto immediato ed elementare del contatto dei recettori sensoriali con uno stimolo fisico o chimico proveniente dal mondo esterno, dotato di intensità sufficiente a suscitare una risposta più o meno complessa, e quindi essere captato. La captazione dello stimolo ha intrinsecamente consapevolezza, cioè raggiunge la coscienza. Ovviamente è necessario che i recettori siano adeguati allo stimolo da recepire: per esempio uno squalo ha recettori specifici per i campi magnetici, cosa che l’uomo non possiede, ma quest’ultimo è in grado di recepire il range di lunghezze d’onda prossime alla voce umana. Pag. 3 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE DEFINIZIONE DI PERCEZIONE: È il prodotto finale di un complesso processo di elaborazione delle informazioni sensoriali e della loro integrazione in un’esperienza organica (processi bottom-up e top- down). I metodi di percezione (organizzazione) della realtà sono: Processi BOTTOM-UP: costruzione della percezione a partire dalla sensazione (stimoli esterni) ed elaborati verso l’alto. Es: parto dagli elementi singoli e nell’insieme prendono significato. Es: vedo una forma, interpreto la forma e capisco che è una persona, un paziente, genere, età, caratteristiche fisiche e mi faccio un’idea di chi/che cosa ho davanti, elaborò quindi una percezione complessa. Processi TOP-DOWN: implica la presenza di fattori organizzativi (esperienze, informazioni culturali, aspettative…) che ci consentono di interpretare gli stimoli fisici. Questo perché molto spesso il soggetto è sottoposto a una serie di stimoli confusi, in particolare quando ci manca l’esperienza per poter comprendere tali stimoli: quindi è il soggetto che attivamente deve “darsi degli stimoli” (es. esperienza pregressa) per cercare di ottenere qualcosa. (Esempio per capire: quando per la prima volta ci troveremo davanti alle lastre di un torace non capiremo in toto cosa abbiamo davanti, ma ci servirà un background per poter interpretare il tutto in modo corretto). Tutto questo ci interessa perché entra a pieno titolo in: o Deprivazione sensoriale o Diagnosi e diagnosi differenziale - discriminazione tra stimoli - errori percettivi che farete come medici o Percezione di «sintomi», comprendendo i - disturbi alimentari - dolore (trattato nella prossima lezione) Ora affronteremo uno per uno tutti questi aspetti elencati. È importante sottolineare che lifestyle medicine è la parte della medicina che studia le patologie legate allo stile di vita (spesso malsano) a livello di popolazione. 1. DEPRIVAZIONE SENSORIALE: La deprivazione sensoriale può essere parziale (assenza di uno o più sensi, come cecità, sordità etc.), o totale, come nel caso comatoso (terapia intensiva o polmone d’acciaio). Anche l’isolamento è da considerarsi come deprivazione sensoriale. Pag. 4 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE Un esempio è stato Paul Aleksander, 70 anni, il quale ha passato la maggior parte della vita in un polmone d’acciaio per ventilazione forzata e ha sviluppato diversi disturbi legati all’assenza di stimolazioni esterne. Gli psicologi hanno attuato studi di laboratorio per capire cosa succede se questa interazione con gli stimoli sensoriali viene a mancare: nello studio si prende il soggetto, lo si pone in una cella di isolamento su un lettino, privato degli abiti, immobilizzato, a luminosità minima (non vi è percezione del giorno o della notte), in condizione insonorizzata e viene lasciato in questo stato per un tempo che varia da un’ora a giorni. Il soggetto sperimentale, si è visto, sviluppa disturbi comportamentali: ansia, panico, disturbi emotivi (depressione), confusione spazio-temporale, allucinazioni visive-uditive. Dallo studio deriva quindi che, se il corpo non riceve interazioni (bottom-top), le produce (top-down) per funzionare in maniera adeguata e colmare un “vuoto anomalo” nella vita della persona. Per sentirci vivi dobbiamo quindi ricevere delle stimolazioni sensoriali: perché uno stimolo fisico venga percepito deve avere una certa sensibilità. Sensibilità è direttamente proporzionale all’intensità dello stimolo: Esistono leggi che governano l’interazione tra stimolo fisico (R= dal tedesco reiz) e sensazione (S). Le leggi riguardano due aspetti perciò dello stimolo: SOGLIA ASSOLUTA: è l’intensità minima di uno stimolo per poter essere captata: per esempio, se in una stanza buia aumento leggermente l’illuminazione poco alla volta, quando inizio a rendermi conto dell’aumento di illuminazione nella stanza. Si parla nello specifico di soglia assoluta probabilistica, cioè la probabilità che questo stimolo possa essere distinto con sicurezza nel 50% delle presentazioni. Ciò accade perché la soglia può variare in base a differenze inter-individuali e intra-individuali, in base allo stato psico-fisico; per esempio, se si è stanchi, se si è il periodo mestruale etc. La rappresentazione grafica che mostra integrazione tra stimolo e risposta è una curva sigmoidale. SOGLIA DIFFERENZIALE: è la più piccola differenza tra gli stimoli che può essere individuata nel 50% delle sue presentazioni (JNDjust noticeable difference = minima differenza percepibile). Ovvero di quanto devo aumentare l’intensità dello stimolo affinché la persona percepisca il delta di intensità. Pag. 5 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE La questione della soglia differenziale è stata affrontata verso la fine dell’Ottocento da due autori tedeschi, Weber e Fechner. Negli studi di psicofisica, una tecnica classica da laboratorio era sottoporre un soggetto a un aumento progressivo della luce, chiedendogli quando vede un aumento di luminosità. Attraverso studi di questo tipo si è visto come anche la soglia differenziale può essere ben decifrata e che esista una metrica che lega l’intensità dello stimolo con la nostra sensazione. Essi, grazie anche all’intervento di Stevens, elaborano una legge che spieghi il rapporto tra stimolo e sensazione. S = k Ib, dove k è una costante che dipende dall’unità di misura scelta e b è una certa potenza. In particolare: ➔ Se b1 (linea rossa nel grafico: shock elettrico e perciò dolore) l’andamento è completamente l’opposto: all’inizio abbiamo bassa percezione dell’incremento per ridotti aumenti d’intensità dello shock elettrico, poi ad un certo punto all’aumentare di piccole variazioni, aumenta anche l’intensità percepita. La differenza di percezione dipende dall’assetto sensoriale dell’individuo. Noi siamo più sensibili a certe fasce di stimolazione; ad esempio, nel caso del dolore siamo Pag. 6 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE particolarmente sensibili, perché il nostro organismo ha la tendenza a cercare di prevenire dei danni eccessivi. 2. DIAGNOSI in medicina: Procedura consistente nell’interpretazione di segni e sintomi raccolti quali manifestazioni di un processo patologico in atto o pregresso. (Definizione Treccani) Perciò nella diagnosi raccolgo stimolazioni e do un significato a quello che vedo, non solo su base stimolatoria ma soprattutto sulle conoscenze pregresse. In parte si lega ancora al discorso di sensazione, ma ci porta anche verso un concetto di “percezione”. In questo caso viene utile la teoria di detenzione del segnale. La teoria di detenzione del segnale (DdS) è la capacità di discriminare la presenza o l’assenza di segnali tra un complesso di stimoli che giungono ai sensi e non favorisce la percezione chiara e l’individuazione del segnale. Esso è, innanzitutto, un problema di soglia assoluta, cioè, riuscire prima a captare uno stimolo per poi interpretarlo. Questo vuol dire che la presenza/assenza di un segnale è determinata sia dall'attivazione dei recettori fisico-chimico che dalla sfera psicologica-emotiva. La performance di un soggetto è determinata da: sensibilità (caratteristiche dei suoi sensi) criterio di risposta, cioè le variabili psicologiche che la influenzano (aspettative, stato motivazionale del soggetto, esperienza e conoscenze pregresse o valutazioni altrui) Esempio Uomini Radar, importanza storica di questa teoria: durante la Seconda guerra mondiale passavano molto tempo davanti a uno schermo con il compito di stabilire se la comparsa di segnali visivi puntiformi fosse effettivamente dovuta alla presenza del nemico o se si trattasse di segnali ambientali. Questi soggetti trovandosi in situazioni di estremo pericolo e di grande tensione erano molto stressati; perciò, non sempre interpretavano correttamente la presenza/assenza di segnale. Lo stesso discorso è facilmente applicabile ad un medico che sta facendo una diagnosi. Se consideriamo un esperimento in cui siamo di fronte a un monitor in cui si rileva la presenza o assenza di un segnale. Spesso determinare la presenza/assenza di un segnale è fondamentale per poter agire rispetto a ciò che sta provocando lo stimolo. Possiamo avere quattro condizioni possibili: Pag. 7 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE · Stimolo presente e rilevato ® deduzione corretta del segnale (Detenzione corretta) · Stimolo presente e non rilevato ® omissione (Falso negativo, ciò significa che sbaglio la diagnosi e non inizio le cure per tempo in situazioni in cui è strettamente necessario) · Stimolo assente e rilevato ® falso allarme (Falso positivo, in questo caso la problematica si manifesta nell’apportare terapie possibilmente dannose per il soggetto in una situazione non necessaria) · Stimolo assente e non rilevato ® deduzione corretta dell’assenza di segnale (Rifiuto corretto) Queste quattro situazioni dipendono dai nostri sensi e da una serie di variabili. Gli errori non sono necessariamente causati da una scarsa preparazione tecnica, ma da meccanismi psicologici che coinvolgono la percezione, l’attenzione e la motivazione. Vi è quindi una grossa componente psicologica alla base dell’elaborazione degli stimoli. Solo comprendendo appieno questi meccanismi è possibile ridurre al minimo gli errori di valutazione. Per esempio, sono uno specializzando in reparto e sto facendo la notte. Il primario, rispetto al quale siete in una condizione di riverenza, vi dice di chiamarlo immediatamente a qualunque mutamento dello stato di un particolare paziente, per cui voi sarete sull’attenti e potreste rischiare di vedere cose che non ci sono a causa della smania di rispondere in maniera rapida alla richiesta. In questo modo posso incorrere nel falso allarme. Dall’altra parte il primario potrebbe dirmi di disturbarlo solo se sta succedendo qualcosa di catastrofico. In questo caso la mia risposta sarà probabilmente orientata verso l’omissione. 3. PERCEZIONE: La percezione è legata alla nostra capacità di creare delle forme: l’immagine proiettata sulla retina è un mosaico di luminosità e colori variabili, che dai recettori sulla retina viene trasportata e successivamente integrata in una forma coerente. Il mondo assume una struttura organizzata ai nostri occhi, che risulta essere più o meno fedele alla realtà; ciò che accade dallo stimolo fisico alla sua elaborazione è un processo di costruzione e decostruzione. Non si tratta però di un mondo fisico reale, ciò è dimostrato anche dal fatto che noi percepiamo solo una parte degli stimoli ambientali. Nel complesso abbiamo tutta una serie di meccanismi percettivi che agiscono in maniera automatica per farci dare un senso a ciò che ci circonda. La teoria della Gestalt ci dà indicazione sui principi della percezione. La prima cosa da tenere presente è che la percezione, fenomeno psicologico mentale, parte da un’organizzazione Pag. 8 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE mentale di figura-sfondo. Normalmente la disposizione è quella di figura piccola su sfondo grande, in questo modo distinguiamo quindi l’elemento all’interno dello sfondo. Ma esistono delle condizioni considerabili instabili, come nel caso dell’immagine accanto “il vaso di Rubin” per il quale possiamo avere due diverse letture: - Vaso bianco su sfondo nero; - Due volti abbozzati che si affrontano su sfondo bianco. Questo è un caso molto particolare perché la porzione di immagine bianca equivale alla porzione dell’immagine in nero. Non si possono vedere entrambe le figure insieme, ma possiamo cambiare il nostro parametro percettivo e vedere una figura o l’altra. Questo è un meccanismo automatico che sfruttiamo per dare senso e individuare immediatamente figura e sfondo. Non c’è figura senza sfondo, anche quando i margini sono fisicamente inesistenti (contorno illusorio), come nel triangolo di Kanitsza. Gaetano Kanitsza era un percettologo triestino che ha ideato questa immagine: dimostra come siamo in grado di identificare figure e sfondo anche in assenza di margini. In questo caso possiamo vedere due triangoli sovrapposti, con un triangolo chiaro sovrapposto al triangolo dai margini neri e ai tre cerchi. Dal punto di vista fisico la percezione luminosa che giunge sulla nostra retina è sempre la stessa, ma noi siamo in grado di distinguere immagini diverse grazie alla nostra capacità di riorganizzare le informazioni, sulla base dell’esperienza e sul funzionamento dei principi soggettivi. Se togliessimo dall’immagine i cerchi neri, il triangolo chiaro scomparirebbe. Quindi, la nostra percezione del mondo è basata sul concetto figure-sfondo e si organizza sulla base di principi che fanno sì che tutti gli elementi fisici vadano a costituire un insieme. Secondo i principi di organizzazione Gestaltici (percepiscono il mondo come un insieme di vettori e forze che si muovono) che ci permettono di percepire e di riorganizzare gli stimoli: l’insieme è diverso dalla somma delle parti che lo costituiscono, ma secondo il principio della “buona forma” noi percepiamo delle forme in funzione della capacità di individuare un’immagine che abbia la massima coerenza, semplicità e ordine (concetto di armonia delle forme e di sezione aurea del numero di Fibonacci, secondo cui certe forme tendono ad essere più adeguate e gradevoli alla vista). Pag. 9 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE I Gestaltici presuppongono comunque l’esistenza di leggi, che funzionano sempre, e che ritroviamo nel modo in cui noi uomini percepiamo le forme e le immagini: la legge di appartenenza definisce in che modo si aggregano le informazioni percepite dai recettori visivi. A questa legge appartengono: - Legge della vicinanza (più vicini, tendono ad essere interpretati come appartenenti l’uno all’altro); - Legge della somiglianza (stimoli simili vengono organizzati insieme, per esempio in una serie di pallini bianchi e neri, raggruppo tra loro i bianchi e tra loro i neri); - Legge della chiusura (si tende sempre a chiudere un’immagine, come nel triangolo di Kanitsza visto prima); - Continuità di direzione (elementi che vanno nella stessa direzione, vengono visti tutti insieme, come per esempio il movimento ϕ “phi”, serie di luci che si attivano in sequenza per segnalare un pericolo o una direzione di moto) - Destino comune (elementi con destino comune, vengono visti insieme, per esempio in caso di sequenze di immagini che rappresenta un soggetto che cammina, se si velocizza la sequenza la parvenza è che il soggetto si sia messo a correre). Esempio: In questa immagine vediamo Roberto Bolle e il suo corpo di ballo sul palco alla fine di un’esibizione ringraziare il pubblico alzando le mani. Nonostante sembri tutto normale, in questa immagine è presente una ballerina che non ha le due braccia. Non ce ne si accorge subito perché le braccia dei ballerini che la fiancheggiano ci danno la percezione di completare la situazione (principio di chiusura), facendoci perdere di vista il fatto che, nel complesso, nell’immagine vi sono due braccia in meno. Bisogna quindi fare attenzione nell’osservare ciò che ci circonda perché potrebbe essere presente qualcosa che noi non siamo in grado di percepire, oppure potrebbe esserci qualcosa che noi vediamo e in realtà non c’è. Si nota inoltre un elemento diverso in un campo di elementi simile: elemento di salienza (ballerino vestito con colori diversi). COSTANZE PERCETTIVE Nonostante gli indici sensoriali possano variare da un momento all’altro, molti aspetti del mondo vengono percepiti come stabili e invarianti. Questo perché la nostra percezione segue delle norme che mirano a ricostruire nel modo più fidato possibile il mondo esterno. Pag. 10 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE La ricostruzione trova le sue basi anche nel concetto di “costanza”: si tratta di quel fenomeno che ci permette di vedere il mondo come costante indipendentemente dalle immagini che giungono alla retina. Esse sono: Costanza di forma: se vedo male da lontano sono comunque in grado di riconoscere una porta, perché ne conosco la forma. Costanza di colore: se cambia il colore della luce in una stanza sono comunque in grado di identificare il colore dei vestiti dei soggetti che mi circondano. Costanza di grandezza: sono in grado di mantenere una certa costanza di grandezza tra l’oggetto del mio sguardo e la profondità dello sfondo. Si tratta di meccanismi innati, i quali ci consentono di avere una visione stabile della realtà e i quali è possibile anche sfruttare per creare delle illusioni ottiche come nel caso della camera di Ames. La camera di Ames è un esperimento portato avanti negli anni 70’, caratterizzato da una stanza con una forma caratteristica, che crea un’illusione ottica. L’osservatore può guardare dentro la stanza attraverso uno spioncino sulla parete di fronte a quella storta. Posizionando due persone all’interno della stanza nei punti verde e rosso, l’osservatore tende a correggere l’input della retina sulla base delle conoscenze generali di forme e dimensioni. Perciò siccome le due figure appaiono a diversa distanza dalla retina, a causa della modificata profondità della stanza l’individuo posizionato sul punto rosso risulta essere molto più grande dell’individuo nel punto verde. La costanza di grandezza funziona adeguatamente nella maggior parte dei casi, però possiamo in alcuni casi compiere degli errori di percezione a causa dei principi di costanza. Perciò si possono presentare delle illusioni perché c’è una dissociazione di fondo tra la nostra percezione e la rielaborazione del mondo esterno. Sapendo che l’individuo si affida all’esperienza pregressa per “calcolare” la costanza percettiva degli oggetti, è possibile manipolare questi indizi e produrre un’illusione di grandezza. PERCEZIONE DI SPAZIO E PROFONDITÀ Poiché la retina riceve proiezioni bidimensionali, come fa ad inferire un mondo tridimensionale. Vengono sfruttati: Pag. 11 ComRel - Lezione n°2 - Prof. Marta Bassi - SENSAZIONE E PERCEZIONE · Indici binoculari di profondità (accomodazione, convergenza oculare, disparità retinica); · Indici monoculari di profondità o indici pittorici (sovrapposizione, ombreggiatura, prospettiva lineare). Le illusioni, come le costanti percettive, sono casi di dissociazione sensazione–percezione. Mentre le costanze forniscono una percezione precisa degli oggetti reali, le illusioni rappresentano una visione imprecisa. Gli stessi principi che ci consentono di percepire correttamente il mondo possono giocare degli scherzi. ★ Camera di Ames (vista prima) ★ Illusione di Müller-Lyer: in questa illusione concavità e convessità illudono lo spettatore che le linee centrali siano di lunghezza diversa, quando in realtà sono lunghe uguali. Il motivo di questa illusione sono le appendici laterali che in un caso sono disposte verso l’esterno nell’altro verso l’interno, perché sono elementi che attivano in maniera automatica la percezione di profondità, come se fossero degli spigoli. Il mio sistema percettivo ha la tendenza ad ingannarmi. Terminerà questa parte nella prossima lezione