Conoscenze preliminari - Percezione e Sensazione
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Questo documento fornisce una panoramica di percezione e sensazione nella storia della filosofia moderna e contemporanea. Copre concetti chiave come l'approccio di Cartesio, Leibniz, Kant, e altri, esplorando le distinzioni e le interrelazioni tra queste due aree della conoscenza.
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PERCEZIONE PERCEZIONE PERCEPTION (EN), PERCEPTION (FR), WAHRNEHMUNG (DE) Atto di apprensione in chiave Atto di apprensione in chiave mentale o spirituale fisica e concreta...
PERCEZIONE PERCEZIONE PERCEPTION (EN), PERCEPTION (FR), WAHRNEHMUNG (DE) Atto di apprensione in chiave Atto di apprensione in chiave mentale o spirituale fisica e concreta Ogni attività conoscitiva in generale Conoscenza empirica e immediata Percezione nel senso di di oggetti reali esistenti al di fuori “comprensione” di noi Es: Percezione del pericolo che posso correre sporgendomi Es: Percezione della lavagna, del eccessivamente da un dirupo a foglio, etc. strapiombo sul mare Oscillazione tra accezione sensoriale (aisthesis) della percezione e significato cognitivo delle funzioni percettive (cogitatio, comprehensio) Solitamente alla percezione viene attribuita una certa familiarità con il reale e con gli oggetti fisici che ci circondano PERCEZIONE L’affidabilità epistemica della percezione dipende tanto da condizioni soggettive (corretto funzionamento dei recettori percettivi o livello di attenzione) quanto da condizioni oggettive (contesto di riferimento) ¡ La percezione non si configura come un processo semplice di relazione diretta bensì come un’operazione che dà luogo a asserzioni o a giudizi PERCEZIONE intorno a stati di cose ¡ Teorie della percezione associate all’errore, all’illusione, all’allucinazione e, in maniera più generale, ai rapporti tra apparenza e realtà PERCEZIONE - SENSAZIONE Sensazione (Empfindung) come modificazione immediata del nostro stato psicosomatico (sentiamo caldo e freddo, piacere e dolore, eccitazione e angoscia) Percezione di oggetti esterni: modalità attraverso la quale si colgono oggetti appartenenti all’ambito intersoggettivo e pubblico La distinzione tra percezione esterna e percezione interna introdotta, e ampiamente discussa, all’interno della filosofia tedesca (Lotze, Fechner, Brentano, Wundt etc.) della seconda metà dell’Ottocento ridimensiona questa distinzione Alla sensazione viene solitamente attribuito un significato di passività, singolarità e soggettività mentre nella percezione il soggetto è attivo THOMAS REID (1710-1796) ¡ An Inquiry into the Human Mind on the Principles of Common Sense (1764) ¡ Essays on the Intellectual Powers of Man (1785) ¡ Essays on the Active Powers of Man (1788) «La sensazione e la percezione degli oggetti esterni, benché siano di natura molto diversa, sono state di solito considerate come identiche. Le comuni abitudini della vita non rendono necessario distinguerle e i sistemi filosofici tendono piuttosto a confonderle; ma se non si tiene conto della loro differenza, risulta impossibile una giusta concezione delle operazioni dei nostri sensi […]. Poiché usiamo comunemente la medesima PERCEZIONE - espressione per denotare la sensazione e la percezione, siamo SENSAZIONE indotti a considerarle della stessa natura. Così, nel caso delle due asserzioni sento un dolore e vedo un albero, la prima designa una sensazione e la seconda una percezione. Entrambe risultano all’analisi grammaticale composte di un verbo attivo e di un oggetto. Se però consideriamo quello che significano, troveremo che nella prima la differenza fra l’atto e l’oggetto non è reale, ma grammaticale, e che, nella seconda, tale distinzione non è soltanto grammaticale, bensì anche reale. La forma dell’espressione sento un dolore sembrerebbe implicare che il sentire sia qualcosa di diverso dal dolore sentito, mentre in realtà non esiste alcuna distinzione. Come l’espressione pensare un pensiero significa unicamente pensare, sentire un dolore non significa altro che soffrire. Ciò che abbiamo detto del dolore si applica a ogni altra PERCEZIONE sensazione. Se consideriamo la sensazione in se stessa, - distinguendola dai fatti con cui è legata nella nostra SENSAZIONE immaginazione, essa ci si mostra come qualcosa che esiste soltanto in un essere senziente e non può venire separata dall’atto della mente da cui è sentita. La percezione, come qui la intendiamo ha sempre un oggetto distinto dall’atto in cui è percepito, ossia un oggetto che può esistere indipendentemente dal fatto di venire percepito. PERCEZIONE - SENSAZIONE Percepisco un albero che cresce davanti alla mia finestra: in questo fatto c’è un oggetto percepito e c’è un atto della mente percipiente; i due non solo si possono separare, ma sono anche di natura assolutamente differente. L’oggetto è composto di un tronco, di rami e di foglie; ma l’atto mentale con cui è percepito non consta né di tronco, né di rami, né di foglie. Sono consapevole di tale atto e posso riflettere su esso, ma è troppo semplice per consentire un’analisi e non riesco a trovare parole adatte a descriverlo» [T. Reid, Ricerca sulla mente umana secondo i principi del senso comune, (1764)]. PERCEZIONE - SENSAZIONE Alla sensazione viene solitamente attribuito un significato di passività, singolarità e soggettività mentre nella percezione il soggetto è attivo La sensazione si delinea così il primo momento del processo percettivo: ne consegue che la percezione del mondo esterno è possibile solo mediante la sensazione La sensazione è condizione necessaria ma non sufficiente per la percezione RAZIONALISMO - IDEALISMO L’assunto condiviso è che la percezione presuppone al suo interno un momento di carattere giudicativo; se la sensazione è mera ricettività, la percezione, al contrario è un’operazione attiva così come è attivo il giudizio In Cartesio, la percezione consiste nel riferire le sensazioni a un oggetto inteso come ciò che causa le sensazioni La percezione è dunque un’operazione attiva attraverso la quale il soggetto scopre e conosce un nesso La percezione è un operazione caratteristica della res cogitans I. Percezioni che riferiamo agli oggetti che sono fuori di noi: «Le percezioni che noi riferiamo alle cose fuori di noi, ossia agli oggetti dei nostri sensi, sono causate, per lo meno quando la nostra opinione non è erronea, appunto da quegli oggetti, che, eccitando dei movimenti negli organi del senso RAZIONALISMO: esterno, ne eccitano anche attraverso i nervi, il cervello. Così quando vediamo la luce di una torcia, o sentiamo il suono di CARTESIO una campana, questo suono o questa luce sono due diverse azioni che, per il solo fatto di eccitare due diversi movimenti in qualcuno dei nostri nervi, e per mezzo di questi nel cervello, danno all’anima due sentimenti diversi, che noi mettiamo in così stretta relazione con gli oggetti che supponiamo ne siano causa, da credere di vedere la torcia e udire la campana direttamente, laddove sentiamo soltanto i movimenti che ne provengono» [Cartesio, Le passioni dell’anima (1649), art. XXIII] RAZIONALISMO: CARTESIO II. Percezioni che riferiamo al nostro corpo: «Le percezioni che riferiamo al nostro corpo, o ad alcune sue parti, sono quelle che abbiamo della fame, della sete, e dei nostri altri appetiti naturali; alle quali possiamo aggiungere il dolore, il calore, e le altre affezioni che sentiamo come nelle nostre membra, e non come negli oggetti che sono fuori di noi» [Cartesio, Le passioni dell’anima (1649), art. XXIV] RAZIONALISMO: CARTESIO III. Percezioni che riferiamo alla nostra anima: «Le percezioni che riferiamo solamente all’anima, sono quelle i cui effetti si sentono come nell’anima stessa, e delle quali solitamente non si conosce nessuna causa prossima, a cui le si possa riferire. Tali sono i sentimenti di gioia, di collera, e altri simili, che a volte sono eccitati in noi dagli oggetti che muovono i nostri nervi, e talvolta anche da altre cause» [Cartesio, Le passioni dell’anima (1649), art. XXV] RAZIONALISMO: LEIBNIZ ¡ Percezione come espressione unitaria del molteplice ¡ Distinzione tra percezione e appercezione indicando con quest’ultimo termine un’afferramento distinto e consapevole «Anche le bestie percepiscono, mentre non è necessario che abbiano il pensiero, vale a dire la riflessione o ciò che può esserne l’oggetto. Noi stessi abbiamo piccole percezioni delle quali non abbiamo presentemente coscienza […]. La percezione della luce o del colore, per esempio, della quale abbiamo appercezione è composta da una quantità di piccole percezioni, delle quali non abbiamo percezione; ed un suono del quale abbiamo percezione, ma al quale non poniamo attenzione, diventa appercepibile con una piccola addizione o incremento» [G. Leibniz, Nuovi saggi sull’intelletto umano, (1765)] RAZIONALISMO - IDEALISMO ¡ Christian Wolff indentifica la percezione con la rappresentazione mentale ¡ In Hegel la percezione è lo stadio intermedio che segue la certezza sensibile e precede l’intelletto come elaborazione concettuale del percepito «La ricchezza del sapere sensibile appartiene alla percezione, non alla certezza immediata, nella quale tale ricchezza giocava soltanto un ruolo collaterale: infatti solamente la percezione ha nella propria essenza la negazione, la differenza, ossia la molteplicità […] Poiché l’oggetto è il vero e l’universale, l’uguale a se stesso, mentre la coscienza si considera il mutevole e l’inessenziale, a quest’ultima può accadere di apprendere l’oggetto in maniera non corretta, e di ingannarsi con un illusione. […] Il percepire è la riflessione che, a partire dal vero, ritorna entro di sé» [G.W.F. Hegel, La fenomenologia dello spirito (1807)] EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO ¡ In Locke percezione e sensazione sembrano equivalersi ¡ Un’idea sarebbe «tutto ciò che lo spirito percepisce in se stesso o che è l’oggetto immediato della percezione, del pensiero o dell’intelletto» ¡ Le sensazioni sono percezioni del nostro intelletto che Locke definisce idee ¡ Locke non distingue la percezione dalla sensazione delineando quest’ultima come una sorta di percezione interna ovvero un’apprensione di carattere conoscitivo EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO ¡ Nel capitolo IX del Saggio sull’intelletto umano (1690) egli afferma «La percezione, come è la prima facoltà dello spirito esercitata sulle nostre idee, così è la prima e più semplice idea che abbiamo della riflessione, e da alcuni è chiamata il pensare in generale. Ma il pensare propriamente parlando in inglese, significa quella specie di operazione dello spirito intorno alle proprie idee in cui lo spirito è attivo; in cui, con qualche grado di attenzione volontaria, considera una cosa. Mentre nella semplice e nuda percezione lo spirito è, per la maggior parte, solo passivo, e non può fare a meno di percepire ciò che percepisce» EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO «Tutte le percezioni della mente umana si distinguono in due classi, che chiamerò impressioni e idee. La differenza tra di esse consiste nel grado di forza e di vivacità con cui colpiscono la mente, e con cui penetrano nel pensiero o nella coscienza. Quelle percezioni che posseggono maggior forza e violenza, noi le chiamiamo impressioni; e con questo termine comprendiamo tutte le nostre sensazioni, passioni ed emozioni, così come esse appaiono per la prima volta nella nostra anima. Col termine idee intendo le immagini evanescenti delle impressioni sia nel pensare che nel ragionare; come sono, per esempio, tutte quelle percezioni stimolate da questo discorso, al di fuori di quelle che sorgono dalla vista e dal tatto, e a eccezione dell’immediato piacere o dolore che esso può provocare. Ritengo che non sarà necessario dilungarsi a spiegare questa distinzione. Ognuno da sé potrà percepire la differenza tra il sentire e il pensare» [D. Hume, Trattato sulla natura umana, (1739), § 1, sezione I]. EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO ¡ Le percezioni secondo Hume si suddividono in: I. Impressioni (Impressions): percezioni vivide e teoreticamente più appaganti II. Idee (Ideas): sono le immagini sbiadite delle impressioni III. La sensazione è ciò che dà origine alle impressioni In polemica con Locke, Hume afferma: «Utilizzo questi termini impressione e idea, in un senso inusuale e spero che mi si conceda questa libertà. Tanto più che preferirei restituire alla parola idea il suo significato originale, dal quale Locke la allontanò, facendole significare tutte le nostre percezioni. Non si pensi, inoltre, che col termine impressione io intenda esprimere il modo in cui le percezioni vivaci vengono prodotte nell’anima; con esso intendo, invece, le percezioni stesse; per queste non c’è alcun nome particolare né in inglese, né in alcun altra lingua, per quanto ne sappia» [D. Hume, Trattato sulla natura umana, annotazione § I, Sezione I] EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO John Stuart Mill (1806 - 1873) ¡ A System of Logic (1843) ¡ Principles of Political Economy (1848) ¡ On Liberty (1859) ¡ Utilitarism (1861) EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO «Nel caso delle sensazioni si deve anche tener presente un’altra distinzione, che spesso viene confusa, e mai senza conseguenze dannose. Si tratta della distinzione tra la sensazione in se stessa e lo stato degli organi corporei che precede la sensazione e che costituisce l’agente fisico da cui essa è prodotta. Una delle fonti di confusione su questo punto è la divisione, che si fa comunemente, dei sentimenti in sentimenti corporei e sentimenti mentali. Filosoficamente parlando non c’è nessun fondamento per questa distinzione. Anche le sensazioni sono stati della mente senziente, non già stati del corpo in quanto distinto da quella. Ciò di cui sono consapevole quando vedo il colore blu è un senso di colore blu, che è una cosa; la mia immagine retinica, o il fenomeno, la cui natura è fino ad oggi misteriosa e che ha luogo nel mio nervo ottico o nel mio cervello, è un’altra cosa di cui non sono affatto consapevole, e che avrei potuto apprendere soltanto dalla ricerca scientifica. EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO Questi sono stati del mio corpo, ma la sensazione di blu, che è la conseguenza di questi stati del corpo, non è uno stato del corpo: ciò che percepisce, e che è consapevole, si chiama mente. Le sensazioni si chiamano sentimenti corporei, ma solo in quanto formano la classe di sentimenti che sono immediatamente occasionati da stati corporei, laddove le altre specie di sentimenti, per esempio i pensieri o le emozioni, sono suscitati immediatamente, non da una cosa che agisca sugli organi corporei, ma da sensazioni o da pensieri precedenti. Questa, comunque, è una distinzione non già dei nostri sentimenti, ma degli agenti che producono i nostri sentimenti, i quali tutti, quando siano stati effettivamente prodotti, sono stati della mente. EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO Accanto all’affezione che i nostri organi corporei subiscono dall’esterno, e nella sensazione che in questo modo si produce nella nostra mente, molti scrittori pongono un terzo anello nella catena dei fenomeni, anello che chiamano percezione e che consiste nel riconoscimento di un oggetto esterno come la causa che ha suscitato la sensazione. La percezione, dicono, è un atto della mente, che procede dalla sua attività spontanea, mentre nella sensazione la mente è passiva, limitandosi a subire l’azione da parte dell’oggetto esterno. E secondo alcuni metafisici proprio grazie a un atto della mente, simile alla percezione tranne che nel non essere preceduto da nessuna sensazione, si riconosce l’esistenza di Dio, dell’anima, e di altri oggetti sopra-fisici. Questi atti di cosiddetta percezione devono, secondo me, essere annoverati tra le varietà di sentimenti o stati della mente, quale che sia la conclusione definitiva sulla loro natura. […] EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO In queste cosiddette percezioni o riconoscimenti diretti, da parte della mente, di oggetti fisici o spirituali ad essi esterni, non riesco a vedere altro che casi di credenza; di una credenza che pretende d’essere intuitiva, ossia indipendente da prove esterne. Quando davanti a me c’è una pietra, sono consapevole di certe sensazioni che ne ricevo; ma se dico che queste sensazioni mi provengono da un oggetto esterno, che io percepisco, queste parole significano che, ricevendo le sensazioni, io credo intuitivamente che esiste una causa esterna di queste sensazioni» [J.S. Mill, Sistema di logica deduttiva e induttiva, (1843)]. EMPIRISMO E ASSOCIAZIONISMO J.S. Mill invita a distinguere: I. Sensazioni in se stesse II. Stati degli organi corporei che precedono la sensazione III. La percezione è un sentimento o stato della mente che consiste in un fenomeno di credenza che pretende di essere intuitiva TRASCENDENTALISMO «La percezione è la coscienza empirica, una coscienza, cioè, in cui al tempo stesso si trova una sensazione. I fenomeni, in quanto oggetti della percezione, non sono intuizioni pure (semplicemente formali), come sono spazio e tempo (e difatti questi ultimi non possono mai essere percepiti in se stessi). Oltre all’intuizione, dunque i fenomeni contengono in sé anche le materie per un qualsiasi oggetto in generale (materie con cui viene rappresentato qualcosa di esistente nello spazio o nel tempo), e cioè contengono il reale della sensazione, inteso come una rappresentazione semplicemente soggettiva. Di per sé questa rappresentazione può solo far divenire coscienti che il soggetto è affetto da un qualcosa, ma a sua volta esso si rapporta a un oggetto in generale. Ora, tra la coscienza empirica e la coscienza pura è possibile un passaggio graduale, TRASCENDENTALISMO tramite cui il reale della coscienza arriva a sparire del tutto, e rimane una coscienza semplicemente formale (a priori) del molteplice nello spazio e nel tempo». [I. Kant, Critica della ragion pura, (1781) A 166 - B 208]. ¡ Percezione come coscienza consapevole ¡ La sensazione viene così ad essere una percezione che si riferisce unicamente al soggetto ¡ La percezione oggettiva è intuizione ovvero conoscenza I. Distinzione tra il rappresentarsi semplicemente qualcosa e il II. Rappresentarsi coscientemente qualcosa L’ANALISI DELLE SENSAZIONI ERNST MACH E L’ANALISI DELLE SENSAZIONI Ernst Mach (1838-1916) ¡ La meccanica nel suo sviluppo storico- critico (1883) ¡ L’analisi delle sensazioni e la relazione tra fisico e psichico (1886) ¡ Conoscenza ed errore (1905) L’ANALISI DELLE SENSAZIONI ¡ Secondo Mach a essere date sono le sensazioni che possono essere studiate in due direzioni diverse: 1. Da una parte è possibile studiare la sensazione come stimolo che colpisce la retina rilevando che l’apparire di un oggetto si modifica a seconda delle condizioni del vedere stesso; così se si esercita una pressione sull’occhio la bottiglia osservata modifica il suo modo di apparire. L’esperienza è qualcosa di soggettivo ed è oggetto della psicologia 2. È possibile notare ciò che si manifesta e il modo in cui appare: per esempio è possibile studiare in che modo la bottiglia si manifesta in diverse condizioni di luce. L’esperienza non dipende dal soggetto ma da condizioni esterne, per questo il tipo di conoscenza che si ottiene è oggettiva e pertanto è oggetto della fisica FENOMENOLOGIA E PERCEZIONE La fenomenologia contesta l’idea che la percezione sia composta da sensazioni intese come singoli momenti d’esperienza. Come osserva Heidegger: «Nel mostrarsi delle res percepiamo innanzitutto un afflusso di sensazioni, per esempio di suoni e rumori; piuttosto sentiamo la tempesta che sibila nel camino, udiamo il trimotore, o la Mercedes nella sua immediata differenza rispetto alla Adler. Molto più vicine delle sensazioni sono per noi le res stesse, ciò che udiamo è la porta che sbatte in casa, mai, invece “dati acustici” o anche solo un mero rumore. Per riuscire a percepire un rumore allo stato puro, dobbiamo distogliere il nostro ascolto dalla res, dis-trarne l’orecchio, cioè udire astrattamente» [M. Heidegger, L’origine dell’opera d’arte (1935); tr. it di I. Di Gennaro, Marinotti, Milano 2000, pp. 21-23]. Le sensazioni sono costrutti teorici, sono delle mere astrazioni SENSAZIONE ¡ Modificazione dello stato del corpo che si caratterizza tramite: a) Una specificazione sensoriale (visiva, tattile, olfattiva) b) Indicazione di uno stato vitale complessivo in senso corporeo (sensazione di fastidio, di scomodità, di pienezza) c) Indicazione di uno stato vitale complessivo in senso psicologico (angoscia, euforia) ¡ Un’affezione del nostro corpo che si presenta come soggettiva e immediata ¡ La sensazione è soggettiva e privata mentre la percezione è intersoggettivamente riconosciuta