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Come si decide la successione delle domande? L’ordine deve essere ragionevole per il rispondente. Bisogna ordinare le domande considerando: 1. Andamento dell’attenzione: all’inizio ci devono essere domande più facili che richiedono meno attenzione all’intervistato, andando avanti quando...

Come si decide la successione delle domande? L’ordine deve essere ragionevole per il rispondente. Bisogna ordinare le domande considerando: 1. Andamento dell’attenzione: all’inizio ci devono essere domande più facili che richiedono meno attenzione all’intervistato, andando avanti quando l’intervistato è ancora fresco si alza il livello delle domande e quindi anche la loro attenzione, e si chiederanno cose più delicate. Alla fine del questionario ci devono essere domande più strutturate e che richiedono minore attenzione. 2. Gli obiettivi dell’intervista: si devono fare domande filtro per avere una selezione più precisa di soggetti Sequenza di domande perfetta 1. Fattuali → soggettive → delicate 2. Opinioni → fattuali → delicate 3. Facili e impersonali → cruciali 4. In ordine cronologico Quando si parla di blocchi di domande: si va dal generale al particolare → imbuto dal particolare al generale → imbuto rovesciato dall’evento più recente a quello più remoto dall’evento più remoto a quello più vicino Si hanno effetti contestuali di risposta quando la persona intervistata rimane influenzata dal contenuto delle domande e dalle risposte date in precedenza → effetti di significato dalla collocazione della domanda nel questionario (area/sotto-area) → effetti sequenziali/d’ordine gli effetti sono dovuti a processi psicologici utilizzati per comprendere e rispondere alle domande, utilizzando le informazioni “attive” al momento della risposta. EFFETTI D’ORDINE Con “effetti d’ordine” ci si riferisce alla possibilità che l'ordine in cui le domande vengono presentate influenzi le risposte dei partecipanti. Questo fenomeno può verificarsi quando l'ordine delle domande influenza la percezione dei partecipanti, il loro stato emotivo o la loro memoria, portando a risposte diverse da quelle che potrebbero essere state fornite in un contesto diverso. L’ordine delle domande può dare luogo a effetti di: Contrasto: risposta data ad una domanda D è in direzione opposta alla risposta data ad una domanda precedente P in misura significativamente superiore a quello che altrimenti si verificherebbe. Assimilazione: risposta data a D è nella stessa direzione alla risposta data a P in misura significativamente superiore a quello che altrimenti si verificherebbe. Es. 1 - Quanto sei felice del tuo matrimonio? (specifica) - Quanto sei felice della tua vita? (generale) S→G effetto assimilazione G→S nessun effetto Es. 2 - Quanto sono bravi i guidatori principianti? (specifica) - Quanto sono bravi i guidatori? (generale) S→G effetto contrasto G→S nessun effetto Le variabili che influiscono sugli effetti d’ordine delle domande riguardano: A. Grado di generalità delle domande: In generale gli effetti d’ordine sono maggiori se l’atteggiamento/opinione delle persone verso l’oggetto indagato è complesso o ambivalente. Si parla di domande specifiche (S) e generali (G) S → G: gli intervistati terranno conto dell’accordo/disaccordo espresso per S. Vengono utilizzate informazioni “attive” (regola della non ridondanza). Esempio effetto di assimilazione D1-S) Ti ritieni soddisfatto del tuo rapporto di coppia? D2-G) Sei soddisfatto di come ti sta andando la vita in questo periodo? S → G alta assimilazione (regola COERENZA) G → S nessun effetto NB! Se le informazioni attivate dalle varie domande S contribuiscono a definire il giudizio successivo di una domanda G, non si dovrebbero avere effetti d’ordine. (o il contrario?) NB! Effetto priming è un fenomeno psicologico in cui l'esposizione a uno stimolo influisce sulla risposta successiva a un altro stimolo, anche se i due stimoli non sono direttamente correlati. In altre parole, il primo stimolo, chiamato stimolo priming, prepara o predisposta la mente per rispondere in un certo modo al secondo stimolo. B. Salienza/ampiezza: se D1 attiva una informazione saliente/ampia per D2. Quando alcune informazioni sono percepite come più rilevanti, importanti o intense rispetto ad altre, possono influenzare le risposte dei partecipanti in base alla loro posizione nell'ordine delle domande. Esempio: immagina di compilare un questionario sulla tua soddisfazione complessiva riguardo ai servizi di un hotel. Le prime domande riguardano la pulizia delle camere e la cortesia del personale. Successivamente, vieni chiesto di valutare la qualità del cibo del ristorante dell'hotel. Se, durante la valutazione della pulizia delle camere e della cortesia del personale, hai avuto esperienze molto positive o negative, potresti essere influenzato a dare una valutazione più alta o più bassa anche alla qualità del cibo, a seconda della tua percezione dell'importanza o dell'intensità delle prime esperienze. Es. Impatto di uno scandalo politico sull’atteggiamento verso la classe politica. - Conoscenza dello scandalo (A) - Giudizio su 3 politici non coinvolti nello scandalo (S) - Giudizio generale su politici (G) A-G-S → (G < punteggio) → effetto assimilazione (giudizi + negativi) A-S-G → (S > punteggi) → effetto contrasto Questo modo invece non genera effetti d’ordine: G-S-A (G> punteggio) anziché A-G-S A. Consapevolezza informazioni già attivate: L'effetto d'ordine causato dalla consapevolezza delle informazioni già attivate. In altre parole, quando i partecipanti sono consapevoli di determinate informazioni o concetti che sono stati presentati precedentemente nel questionario o nell'ambiente circostante, possono influenzare le loro risposte alle domande successive. Esempio: devi compilare un questionario sulla soddisfazione del cliente in un ristorante. All'inizio del questionario, ti viene chiesto di valutare la qualità del cibo. In seguito, ti viene chiesto di valutare l'atmosfera del ristorante. Se, durante la valutazione della qualità del cibo, ti sei focalizzato sui suoi aspetti positivi, potresti essere influenzato ad attribuire una valutazione più positiva anche all'atmosfera del ristorante, anche se non è stata direttamente menzionata. Questo perché la tua percezione dell'atmosfera potrebbe essere influenzata dalle informazioni già attivate sulla qualità del cibo, creando un effetto d'ordine causato dalla consapevolezza delle informazioni già attivate. B. Umore del momento ed effetti sulle domande che implicano uno sforzo cognitivo: L'effetto d'ordine causato dall'umore del momento si verifica quando lo stato emotivo o l'umore attuale di una persona influenzano le sue risposte alle domande in un questionario. In altre parole, il modo in cui una persona si sente al momento della compilazione del questionario può influenzare la sua percezione e valutazione delle domande. Ci potrebbe essere una facilitazione del recupero in memoria delle informazioni in linea con lo stato d’animo (sono felice è più facile recuperare ricordi felici, sono più triste è più facile recuperare ricordi tristi), oppure ci potrebbe essere un impatto diretto dello stato d’animo congiunturale → il soggetto assume l’umore del momento come un “indicatore valido” per valutare il suo “stato generale” (sono felice ora sono sempre felice, sono triste ora sono sempre triste),benessere, felicità, ecc.) Esempio: immagina di compilare un questionario sulla soddisfazione del cliente in un centro benessere. Prima di rispondere alle domande, ti viene chiesto di indicare il tuo umore attuale, selezionando una scala da 1 a 10, dove 1 rappresenta un umore molto negativo e 10 un umore molto positivo. Se ti senti particolarmente felice e rilassato al momento della compilazione del questionario, potresti essere incline a dare valutazioni più positive ai servizi del centro benessere, rispetto a quando ti senti stressato o arrabbiato. Il tuo umore attuale potrebbe influenzare la tua percezione dei servizi e la tua disposizione a dare valutazioni più positive o negative. C. Competenze È la tendenza dei partecipanti a rispondere alle domande in un questionario in base al loro livello di conoscenza o competenza nel campo trattato dalle domande stesse. Piu conoscenze si hanno in uno specifico dominio, meno effetti d’ordine si avranno rispetto a chi ha meno competenze. D. Contesto comunicativo Quando due domande D1 & D2 vengono percepite come indipendenti sena alcuna correlazione tra di loro, NON ci saranno effetti d’ordine. NON c’è effetto priming, l’informazione data nella D1 (S) viene esclusa per rispondere alla domanda D2 (G). E. Natura, ampiezza e posizione del buffer La collocazione delle domande di argomento diverso in una sequenza di più domande S connesse ad una domanda G può causare/NON causare effetti di ordine. F. Direzione del confronto Gli effetti d’ordine ci sono quando le domande sono direzionate dal presente al passato/futuro o dal passato al presente. Ciò avviene perché cambia ciò che avviene assunto come standard di confronto. Gli effetti d’ordine sono contrapposti a seconda che i confronti siano direzionati dal presente al passato (o al futuro) o dal passato al presente (cambia ciò che avviene assunto come standard di confronto). Se l’informazione riguarda le proprie condizioni presenti essa viene inclusa nella categoria bersaglio →ci sarà assimilazione perché ci sarà influenza G nella stessa direzione. Se l’informazione riguarda il passato essa viene utilizzata come ancoraggio, c’è contrasto. G. Modalità di somministrazione L'effetto d'ordine causato dalla modalità di somministrazione si riferisce alla tendenza dei partecipanti a rispondere alle domande in un questionario in modo diverso a seconda del modo in cui il questionario stesso viene somministrato. La modalità di somministrazione può influenzare la percezione delle domande e il processo decisionale dei partecipanti, portando a variazioni nelle risposte. EFFETTI D’ORDINE ASSOCIATI ALLE CATEGORIE DI RISPOSTA La scelta di una determinata categoria di risposta può dipendere dalla sua posizione, provocando effetti di: Primacy → viene scelta una delle PRIME categorie Recency → viene scelta una delle ULTIME categorie L’impatto dell’ordine di risposte può risentire degli effetti associati ad altre variabili. È importante pensare bene a questi fattori quando si crea un sondaggio: Modalità di somministrazione → la domanda può essere uditiva o visiva: o Se la modalità è uditiva, la risposta è recuperabile più facilmente nella memoria a breve termine, si ha un effetto di recency. o Se la modalità è visiva, è più probabile che la risposta derivi anche da livelli di elaborazione nella memoria a lungo termine, si ha un effetto di primacy. Il contesto (ex. dopo quale domanda) e il contenuto (coerenza, desiderabilità sociale) o Contesto → la risposta alla domanda cambia anche dal contesto, da quale domanda è preceduta? o Contenuto → la domanda fatta è coerente con il resto? Come è la desiderabilità sociale? Mi sento tranquillo a rispondere in totale sincerità? Numero di categorie previste dalla domanda e tipo di compito richiesto o È una domanda aperta, chiusa a scelta multipla? Chiusa a domanda forzata?, l’ordine delle domande è per importanza? O per riservatezza? o La scala di frequenza FA/FB e valutazione richiesta espressa su scala Assoluta (A) o su scala Proporzionale (P). o I giudizi espressi con una scala proporzionale sono cognitivamente più laboriosi che con una scala assoluta → il livello di distorsione a seconda del tipo di scala di frequenza FB o FA. o I valori di frequenza della scala e interpretazione delle domande ambigue. o Scala di giudizio, etichette e valori numerici: Scala a intervalli unipolare → da 0 a n. interpretazione della scala quale misura della presenza dell’attributo in questione. Ai partecipanti viene presentata una serie di affermazioni, e vengono chiesti di esprimere il loro livello di accordo o disaccordo rispetto a ciascuna affermazione. Le opzioni di risposta si trovano su un solo polo dell'asse, ad esempio "assolutamente d'accordo" a "assolutamente in disaccordo". Tutti i valori sono diretti verso un'unica direzione o estremo della scala. Ad esempio, potresti avere una scala di valutazione della soddisfazione che va da 1 a 5, dove 1 rappresenta "molto insoddisfatto" e 5 rappresenta "molto soddisfatto". In questo caso, tutti i valori della scala si riferiscono al grado di soddisfazione, senza alcuna opposizione diretta. Domanda: "Quanto sei soddisfatto del tuo lavoro attuale?" Scala a intervalli unipolare: 1 2 3 4 5 (molto insoddisfatto) (molto soddisfatto) Risposta: "Sono al livello 4 sulla scala di soddisfazione. Mi sento abbastanza soddisfatto del mio lavoro attuale.” Scala a intervalli bipolare → da -n… 0…+n. interpretazione della scala come misura di due attributi opposti. Ai partecipanti viene presentata una serie di opposizioni contrapposte, e vengono chiesti di esprimere il loro livello di preferenza o inclinazione su una scala che abbraccia entrambi i poli. Le opzioni di risposta si trovano su entrambi i lati dell'asse, ad esempio "molto positivo" a "molto negativo". I valori possono variare da un estremo positivo a un estremo negativo o viceversa. Ad esempio, potresti avere una scala di valutazione dell'umore che va da -5 a +5, dove i valori negativi rappresentano un umore negativo (ad esempio, "molto triste") e i valori positivi rappresentano un umore positivo (ad esempio, "molto felice"). In questo caso, i valori della scala sono disposti su entrambi i lati di un'asse centrale, con una contrapposizione diretta tra i valori negativi e positivi Domanda: "Come valuti il tuo livello di stress durante la giornata lavorativa?" Scala a intervalli bipolare: -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 (molto stressato) (neutrale) (molto rilassato) Risposta: "Mi sento a -1 sulla scala del livello di stress. Non sono particolarmente stressato durante la giornata lavorativa, ma non mi sento completamente rilassato.” Le scale a intervalli, sia unipolari che bipolari, sono strumenti utilizzati nella ricerca sociale e psicologica per misurare le opinioni, gli atteggiamenti, le percezioni o altri costrutti psicologici dei partecipanti. La differenza principale tra una scala unipolare e una bipolare è il modo in cui vengono presentate le opzioni di risposta. o Contesto e interpretazione dei quantificatori vaghi (Q): ci sono categorie di risposta Q che non hanno riferimenti precisi per cui il loro significato può variare a seconda del contesto in cui appaiono. I quantificatori vaghi (Q) sono termini che indicano una quantità o un grado imprecisi o non definiti. Possono essere utilizzati per esprimere concetti sfumati o ambigui, consentendo una maggiore flessibilità nell'interpretazione delle risposte. Es. poco, qualche volta, spesso, molto Il significato dei Q (spesso, qualche volta, abbastanza ecc.) è instabile; il significato delle frequenze assolute è meno ambiguo ma può essere anche esso viziato sia dal ricorso a scorciatoie nel recupero delle informazioni in memoria (euristica della disponibilità) sia dall’impatto di fattori contestuali (ex. umore). Valori di frequenza come risposta alle domande: alta frequenza o bassa frequenza Vengono utilizzati come risposte in una scala di valutazione qualitativa per esprimere il livello di frequenza di un comportamento, di un'opinione o di un'esperienza. È importante notare che queste risposte potrebbero risultare ambigue o soggette a interpretazioni diverse a seconda del contesto della domanda. DOMANDE DELICATE Le domande delicate toccano più da vicino 1. la sfera strettamente privata: affetti, comportamento sessuale … 2. gli interessi economici: proprietà, reddito, indigenza … 3. l’affiliazione politica e religiosa 4. le situazioni personali negative: malattie, problemi sociali, detenzioni, disgrazie … 5. i comportamenti devianti: alcool, stupefacenti , gioco … Ciò che può risultare imbarazzante per un gruppo sociale può non esserlo per un altro; inoltre, il termine “imbarazzante” non ha lo stesso significato nel tempo: un termine o una condizione imbarazzante ieri ( es: essere ateo), può non esserlo oggi. A volte il problema dell’imbarazzo di fronte a una domanda sic rea perché coinvolge l’immagine che i rispondenti vogliono dare di sé (desiderabilità sociale) → si vuole presentare le proprie opinioni sotto una luce favorevole, ma la paura del giudizio (dell’intervistatore e, più in generale, della società) porta a nascondere le proprie reali intenzioni e a fornire risposte conformi alle norme sociali condivise. Rimedi!! 1. Utilizzare la tecnica del “cosi fanno tutti” Es. «Molti ragazzi prendono pastiglie allucinogene in discoteca, a te quante volte è capitato in questo ultimo mese?» 2. Usare la tecnica “dato per scontato”: Es. «In questo ultimo mese quante volte ti è capitato di prendere pastiglie allucinogene in discoteca?» 3. Usare una strategia che informino sui comportamenti alternativi o li giustifichino: Es. «Nel nostro paese alcune persone sono in accordo e altre in disaccordo sull’uso delle droghe leggere … Lei cosa ne pensa?» 4. Garantire l'anonimato: Assicurati che i partecipanti si sentano al sicuro e protetti nel rispondere a domande sensibili. Garantire l'anonimato può incoraggiare i partecipanti a rispondere con onestà, sapendo che le loro risposte non saranno associate alla loro identità. 5. Fare domande indirette e indirette in forma non personale Es. «Pensi ai suoi tre migliori amici Quanti di loro …» 6. Introdurre le domande con delicatezza: Utilizza un linguaggio rispettoso e non giudicante nell'introdurre le domande delicate. Puoi anche aggiungere una breve nota introduttiva per spiegare l'importanza dell'argomento e assicurare ai partecipanti che le loro risposte saranno trattate con riservatezza. Una opzione potrebbe essere utilizzare termini scelti dall’intervistato: Domanda1: Capita talvolta che si esageri bevendo qualche bicchiere di vino in più del solito e che questo porti ad essere in uno stato un po’ alterato e insolito. Lei quale parola userebbe per indicare una persona in questo stato? Risposta1 xxx (parola indicata dal rispondente) Domanda 2: Nello scorso anno, ricorda di essere mai stato xxx ? 7. Offrire opzioni di risposta flessibili: Fornisci una gamma di opzioni di risposta per consentire ai partecipanti di esprimere la propria esperienza in modo più sfumato e accurato. Ad esempio, anziché richiedere una risposta binaria (sì/no), potresti includere opzioni di risposta graduali o scale di valutazione. 8. Posizionare le domande delicate strategicamente: Considera l'ordine delle domande nel questionario e posiziona le domande delicate in modo strategico, evitando di metterle subito all'inizio o alla fine. Questo può aiutare a creare un ambiente di fiducia e ad evitare di mettere i partecipanti in imbarazzo fin dall'inizio. 9. Fornire un'opzione di "non applicabile" o "prefers not to answer": Include un'opzione di risposta che permetta ai partecipanti di non rispondere a una domanda se non si sentono a proprio agio. Questo rispetta la loro autonomia e la loro privacy. 10. Assicurare la confidenzialità: Sottolinea che le risposte dei partecipanti saranno trattate in modo confidenziale e utilizzate solo per fini di ricerca. Assicurare la confidenzialità può incoraggiare i partecipanti a sentirsi più a loro agio nel rispondere a domande sensibili. È utile, nei casi in cui ci sono domande che hanno ampie probabilità di ricevere risposte false, inserire domande di controllo o controlli di coerenza interni al questionario, che chiedono lo stesso contenuto informativo chiesto i precedenza ma formulato in modo diverso. BETTER LIFE INDEX Il Better Life Index (Indice per una Vita Migliore) è uno strumento sviluppato dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che mira a valutare e confrontare il benessere e la qualità della vita in diversi paesi del mondo. Piuttosto che concentrarsi esclusivamente sul prodotto interno lordo (PIL) o su altri indicatori economici tradizionali, il Better Life Index considera una vasta gamma di dimensioni che riflettono gli aspetti più importanti del benessere delle persone. Le dimensioni considerate nel Better Life Index includono indicatori sociali quali l’abitazione, il reddito, l’occupazione, le relazioni sociali, l’istruzione, l’ambiente, l’impegno civile, la salute, il benessere personale, la sicurezza e l’equilibrio lavoro-vita. Queste dimensioni vengono valutate attraverso una serie di indicatori specifici, che forniscono una panoramica completa delle condizioni di vita nei vari paesi. Esiste un sito web interattivo in cui gli utenti possono personalizzare il proprio indice di benessere assegnando un peso diverso a ciascuna dimensione in base alle proprie priorità e valutazioni personali. Questo consente agli individui di valutare il benessere in modo personalizzato, riflettendo le loro preferenze e le loro circostanze individuali. Gli utenti possono esplorare gli indicatori e le dimensioni del benessere per paese, confrontare i risultati tra i paesi e avere una visione d'insieme del benessere in tutto il mondo. I FENOMENI SOCIALI I fenomeni sociali si riferiscono a eventi, comportamenti, tendenze o modelli che coinvolgono interazioni e dinamiche all'interno di una società, e influiscono sulle azioni degli individui. Questi fenomeni possono riguardare una vasta gamma di aspetti della vita sociale, culturale, economica, politica e ambientale, riguardano singole persone o collettività (come enti). Essi sono oggetti di rilevazione da parte di Enti, come l’Istat e organizzazioni ufficiali o accreditate, come università o fondazioni. Fenomeni sociali semplici: caratterizzati da relazioni dirette e chiare tra cause ed effetti. Sono generalmente lineari e prevedibili → è più facile comprendere come un cambiamento in una variabile influenzi direttamente un'altra variabile. Es: il rapporto tra aumento della temperatura e scioglimento dei ghiacciai. Fenomeni sociali complessi: coinvolgono molteplici variabili e interazioni che rendono la loro comprensione e gestione più sfaccettate e impegnative. Coinvolgono una serie di variabili interconnesse e interdipendenti, il cui comportamento non può essere previsto o spiegato completamente da una singola relazione causa-effetto. Es: la povertà è un fenomeno sociale complesso che può essere influenzato da una vasta gamma di fattori come l'istruzione, l'occupazione, la salute, la politica economica, la cultura e altro ancora. Il dato diventa collettivo per procedure di rilevazione: Dato individuale → dato collettivo Nascite, morti, mobilità spaziale → Contabilità anagrafica Visione di un film, concerto → Profilo culturale paese Lavoratori e lavoratrici → Disagio sociale Diritto di voto → Partecipazione politica La mortalità è un fenomeno sociale, in quanto ha ripercussioni sulla struttura per età di una popolazione, e quindi sulle forze di lavoro, sulla organizzazione del sistema di assistenza e previdenza, sulla produzione, ecc. La morte invece è considerata come fenomeno individuale (a meno che non si tratti di un personaggio pubblico che comporta delle azioni politiche). Il turismo è un fenomeno sociale in quanto comporta la predisposizione di strutture ricettive, di vie di comunicazione e di trasporto, ecc. L’emigrazione e l’immigrazione sono un fenomeno sociale poiché determinano effetti molteplici ed importanti sulle collettività di partenza o di arrivo. Esistono degli strumenti che permettono di valutare i fenomeni sociali: 1. SCALE DI MISURA Le scale di misura sono strumenti utilizzati nella ricerca sociale e nei metodi quantitativi per misurare e classificare le caratteristiche, i comportamenti o le opinioni degli individui o dei gruppi. Esistono diversi tipi di scale di misura, ognuna con caratteristiche e utilizzi specifici: o Scala Nominali: Le scale nominali vengono utilizzate per classificare o categorizzare le risposte in gruppi o categorie senza alcun ordine o gerarchia. Ad esempio, il genere (maschio, femmina), il colore degli occhi (blu, marrone, verde) o il tipo di veicolo (auto, moto, bicicletta) sono esempi di variabili misurate con una scala nominale o Scala Ordinali: Le scale ordinali consentono di classificare le risposte in categorie che hanno un ordine gerarchico, ma non forniscono informazioni sulla distanza o sulla differenza tra le categorie. Ad esempio, una scala di gradimento da "molto insoddisfatto" a "molto soddisfatto" è un tipo di scala ordinale, dove le categorie sono ordinate ma non si sa di quanto una categoria sia superiore o inferiore rispetto all'altra o Scala Intervallo: Le scale intervallo misurano le caratteristiche in cui le differenze tra i valori sono significative e misurabili, ma non c'è un punto zero assoluto. Ad esempio, la scala di temperatura Celsius è una scala intervallo in cui è possibile misurare le differenze di temperatura, ma non esiste un punto zero assoluto (zero Celsius non rappresenta l'assenza di calore) o Scala di Rapporto: Le scale di rapporto sono simili alle scale intervallo, ma hanno un punto zero assoluto che indica l'assenza della caratteristica misurata. Ad esempio, altezza, peso e reddito sono misurati utilizzando scale di rapporto, dove zero rappresenta l'assenza della caratteristica misurata. 2. SCALE DI ATTEGGIAMENTO Le scale di atteggiamenti sono strumenti utilizzati per misurare e valutare gli atteggiamenti delle persone verso un determinato oggetto, concetto o argomento. I metodi utilizzati sono denominati scaling e consistono nell’attribuire un punteggio agli individui e/o alle variabili, derivante da opportune trasformazioni su un insieme di variabili solitamente categoriali. Attraverso l’analisi di opinioni, comportamenti si analizzano gli atteggiamenti → profili psicologici (il pregiudizio razziale, l’autoritarismo, la misurazione al successo ecc.) 3. INDICATORI SOCIALI Gli indicatori sociali sono misure quantitative o qualitative utilizzate per valutare e monitorare vari aspetti della vita sociale di una società. Questi indicatori forniscono dati che consentono di comprendere le condizioni sociali, economiche, politiche e culturali di una popolazione e di identificare le tendenze, le sfide e le opportunità che influenzano il benessere e lo sviluppo delle comunità. Non sono osservabili direttamente. La valutazione avviene attraverso l’osservazione di fenomeni similari o correlati ad essi, che siano a loro volta, però, misurabili direttamente. Es. educazione, ambiente, salute sicurezza ecc.… NB! Una scala di misura può essere utilizzata come indicatore Un indicatore non può essere utilizzato come scala di misura Collegamento fra indicatori e struttura dimensionale del fenomeno 1. Dati grezzi: informazioni raccolte in uno stato non elaborato. Sono le osservazioni dirette o le risposte raccolte durante un sondaggio o un'indagine o senza subire alcuna manipolazione o analisi aggiuntiva. ↓ 2. Indici: entità numeriche purificate dal condizionamento dell’unità di misura o dall’ordine di grandezza o di entrambi. Sono misure composite che combinano e sintetizzano dati multipli. ↓ 3. Indicatori: misure singole o variabili che forniscono informazioni su aspetti specifici di un fenomeno. Entità numeriche a cui viene attribuito uno specifico significato che va al di là del significato di puro rapporto. 2. Un indice è per esempio densità di popolazione = popolazione/km2. Un indice può essere: Misura di sintesi → valori medi, rapporti statistici, indici di variabilità, misure di connessione e correlazione Numero indice: strumenti statistici utilizzati per misurare e monitorare cambiamenti nel tempo di una variabile o di un fenomeno rispetto a un punto di riferimento o a una base stabilita. o Numeri indici semplici → su serie storiche o Numeri indici sintetici → su serie territoriali 3. Un indicatore è uno strumento che valuta in maniera indiretta il livello di un fenomeno sociale complesso che utilizza la misura diretta di altri fenomeni che abbiano un alto contenuto semantico in comune con il concetto che si vuole misurare. Indicatore sociale elementare: utilizzato per misurare e valutare aspetti fondamentali della vita sociale di una popolazione o di una comunità. forniscono una misura semplice e immediata di alcune caratteristiche o condizioni sociali e possono essere utilizzati per monitorare il benessere generale di una società, identificare aree di criticità o bisogno e orientare l'azione politica e sociale. misurano aspetti specifici della vita sociale in modo isolato. Es. tasso di criminalità Un indicatore sociale complesso: è un fenomeno che non può essere misurato statisticamente in modo diretto. indicatore che riflette una serie di variabili interconnesse e multidimensionali che contribuiscono a descrivere la condizione sociale di un gruppo di individui, una comunità o una società nel suo complesso. gli indicatori sociali complessi combinano più dimensioni o componenti per fornire una visione più completa e dettagliata del benessere sociale e della qualità della vita. Es. HDI Il rapporto tra l’indicatore, il fenomeno complesso e fenomeni direttamente misurabili è stabilito dal contesto della ricerca in cui l’Indicatore viene prodotto. Es. Il numero medio di stanze per abitante può essere inteso come elemento per misurare: Il benessere economico di una collettività Il fabbisogno abitativo di quella collettività Tipologie di indicatori: a. COSTITUTIVI/CONCOMITANTI Costitutivi: essi rappresentano gli elementi essenziali o le componenti fondamentali del fenomeno in questione. Gli indicatori costitutivi sono spesso definiti in base alla teoria che guida la ricerca e sono considerati parte integrante della costruzione del fenomeno. Ad esempio, se il concetto in studio è la depressione, gli indicatori costitutivi potrebbero includere sintomi specifici come tristezza persistente, perdita di interesse per le attività piacevoli, cambiamenti nell'appetito o nel sonno, sentimenti di inutilità, ecc. Concomitanti: sono misure o variabili che sono associate o correlate al fenomeno di interesse, ma NON ne costituiscono necessariamente la base o gli elementi essenziali. Questi indicatori possono essere utilizzati per valutare il fenomeno in modo indiretto, e forniscono informazioni aggiuntive o correlate che possono arricchire la comprensione del fenomeno e supportare le analisi e le conclusioni della ricerca. Ad esempio, se si studia la depressione, gli indicatori concomitanti potrebbero includere il livello di funzionamento sociale, il grado di gravità dei sintomi, la presenza di comorbilità con altri disturbi mentali, l'uso di farmaci psicotropi, ecc. b. DESCRITTIVI/NORMATIVI/PREDITTIVI/DI VALUTAZIONE Classificazione in base allo scopo per cui vengono utilizzati gli indicatori: Descrittivi/interpretativi: sono misure statistiche utilizzate per riassumere e descrivere le caratteristiche di un insieme di dati; utilizzati per accertare lo stato delle condizioni di una determinata realtà e monitorare mutamenti nel tempo e omogeneità territoriale (ES. Assistenza sanitaria in Italia: posti letto per abitante, carico di pazienti per medico di base, ricoveri e degenze per posti letto, disponibilità di particolari servizi sanitari per abitante ecc.) Normativi: servono per definire i fabbisogni, per effettuare valutazioni di spesa, investimenti allocazione di risorse (es. Durata dei ricoveri, carriera universitaria etc.) Predittivi: sono misure utilizzate per prevedere o anticipare futuri eventi, risultati o comportamenti sulla base di dati esistenti o di modelli statistici. Contengono un’indicazione di tendenza all’incremento o decremento e con essi si tengono sotto controllo le variazioni di un fenomeno sociale (es. anziani non autosufficienti, obbligo scolastico etc.) Di valutazione: indicatori in grado di verificare in che misura i fenomeni e i processi sotto osservazione hanno raggiunto livelli e obiettivi attesi e in che misura producono soddisfazione nei soggetti coinvolti (es. efficacia amministrazione pubblica) c. OGGETTIVI/SOGGETTIVI Indicatori oggettivi: misure che si basano su dati o fatti empirici, osservabili e verificabili in modo indipendente. Documentazione statistica prodotta dagli enti (pubblici e privati). Questi indicatori sono solitamente quantitativi e possono essere misurati attraverso strumenti di osservazione, strumenti di misurazione standardizzati o dati amministrativi. Esempio: il reddito familiare, il tasso di disoccupazione, il numero di visite in un'unità di pronto soccorso. Indicatori soggettivi: misure che si basano su percezioni, opinioni, valutazioni o esperienze personali degli individui o dei gruppi. Questi indicatori riflettono la prospettiva e l'interpretazione soggettiva di un fenomeno e sono spesso raccolti attraverso sondaggi, interviste o scale di valutazione soggettiva. Gli indicatori soggettivi possono essere quantitativi o qualitativi e sono utilizzati per catturare aspetti dell'esperienza umana che possono essere difficili da misurare in modo oggettivo. Esempio: la soddisfazione lavorativa, il livello di felicità percepito, o la qualità della vita. INDICATORI SOCIALI Sintesi di indici sociali in indicatori sintetici aggregati: si riferisce al processo di combinare diverse misure o indicatori sociali in un unico indicatore sintetico che fornisce una visione complessiva e sintetizzata della situazione sociale o del benessere di una determinata popolazione, area geografica o settore specifico. Questa tecnica consente di semplificare e rendere più comprensibili le complesse realtà sociali, consentendo agli analisti e ai decisori politici di prendere decisioni informate e basate su dati empirici. 1. Individuazione del procedimento di sintesi: si riferisce al processo attraverso il quale vengono identificate e applicate le procedure o le tecniche per sintetizzare dati o informazioni provenienti da diverse fonti o variabili in un'unica forma comprensiva e utilizzabile. Ordinale Cardinale Mediante componenti NB! n → numero delle unità statistiche m → numero degli indici sociali elementari i → numero di unità statistiche j → numero degli indicatori xij → valore assunto dal j-esimo indice nella i-esima unità statistica A. SINTESI CON APPROCIO ORDINALE Processo di aggregazione di più indicatori/variabili in un unico indicatore sintetico utilizzando un approccio che tiene conto dell'ordine o della gerarchia delle categorie o dei livelli di ciascun indicatore. In questo approccio, le diverse categorie o livelli di ciascun indicatore vengono assegnate a una scala ordinale che riflette la loro importanza relativa o il loro impatto sul fenomeno in esame. Questo può essere fatto utilizzando punteggi numerici o categorie ordinali (ad esempio, basso, medio, alto) per ciascuna categoria o livello dell'indicatore. Una volta che ogni indicatore è stato assegnato a una scala ordinale, i punteggi o le categorie vengono poi combinati attraverso tecniche di aggregazione per generare un indicatore sintetico che riflette una valutazione complessiva del fenomeno considerato. 1. Verificare la direzione di ciascun indice elementare, nel caso ribaltare gli indici con direzione negativa. 2. Ordinare in senso crescente le unità statistiche n in graduatorie rispetto ad ogni singolo indicatore m. 3. Sostituire il valore assunto dall’indicatore con il rango corrispondente (rango medio se più di due nella stessa posizione). 4. Sintetizzare s 1 i è definito dalla i-esima unità statistica e assegnato il rango gij relativo al j-esimo indicatore 1 i s = ∑𝑚 𝑗=1 𝑔ij m ≤ si ≤ m*n 1S ∗ i è un indicatore sintetico che varia fra 0 e 1 𝑠i−𝑚 1 S∗i = 0≤ 1S ∗ i ≤1 𝑚𝑛−𝑚 NB! non si valutano le distanze che separano una unità dall’altra. Queste formule si utilizzano soprattutto per analisi comparative spaziali (posizione del paese o regione, senza guardare in quale misura possiede un certo carattere) NON HO CAPITO B. SINTESI CON APPROCIO CARDINALE È un metodo di aggregazione di più indicatori o variabili in un unico indicatore sintetico utilizzando un approccio che assegna valori numerici o cardinali a ciascun indicatore e li combina attraverso un calcolo matematico. In questo approccio, ogni indicatore è assegnato a una scala numerica che riflette il suo valore reale o il suo impatto sul fenomeno in esame. Questi valori numerici sono generalmente misure quantitative che possono essere dirette (ad esempio, punteggi su una scala) o trasformate in numeri attraverso la normalizzazione o la standardizzazione dei dati. Una volta che ogni indicatore è stato assegnato a una scala numerica, i valori sono poi combinati attraverso tecniche di aggregazione come la somma, la media ponderata, la media aritmetica o altre funzioni matematiche per generare un indicatore sintetico che riflette una valutazione complessiva del fenomeno considerato. Con questo approccio si può valutare la distanza assunta dagli indicatori di sintesi: 1. Accertare la direzione di ciascun indice elementare. 2. Trasformare gli indici elementari in modo che vadano tutti nella stessa direzione. 3. Trasformare gli indici elementari in modo che si possano comparare. Non esiste un «metro sociale» così come esiste in economia (metro monetario). Riduzione in numeri puri svincolati dall’unità di misura/ordine di grandezza. Trasformazione delle xij per permettere la comparazione Per la trasformazione delle xij ci sono 4 diversi metodi: a. in numeri indici - a base fissa xij I ij = x0 j con i=1,2…. N j=1,2….m = media aritmetica dei valori relativi all’indicatore j-esimo registrati fra le unità statistiche. Serie storiche (??????) n.i. base fissa, base primo anno disponibile. n.i. base mobile, xt/xt-1 - Una volta trasformati gli indici, si crea l’indicatore dai sintesi → media aritmetica semplice s = å j I ij 2 i m per ogni i=1,2…. n Si potrebbe anche applicare la media geometrica, ma negli indicatori sociali si preferisce più spesso l’aritmetica, additiva. b. Relativizzazione mediante il campo di variazione Si tratta di riproporzionare gli indicatori entro valori compresi fra 0 e 100. xij - min{xij } xij* = max{xij }- min{xij } 100 svincolati dall’unità di misura NON è necessario cambiare il verso → Ai positivi si associa il valore peggiore (+ basso) → Ai negativi si associa il valore migliore (+ alto) å j =1 ij * m x s = 3 i m Limiti: il campo di variazione può includere outlier che stravolgono la trasformazione e quindi i risultati. c. Mediante standardizzazione xij - x0 j zij = dj Gli indici elementari sono espressi in scarti standardizzati cioè in scarti dalla loro media e relativizzati allo scostamento quadratico medio å (x - x0 j ) n 2 ij dj = i =1 n Si passa da una matrice Xn,m a una matrice Zn,m e l’indicatore sintetico è la media aritmetica dei valori zij per riga: m åz j =1 ij 4 i s = m E’ la procedura più usata ma il passaggio a numeri puri non è di facile comprensione es: scarto 3 nella disoccupazione è = scarto 3 nella criminalità? d. somma dei valori trasformati in % Si calcola la proporzione di cella sul totale di colonna. m 5 i s = å pij j =1 i = 1,2,….n 0≤ ≤ 100*m → 0 ≤ 5si /m≤100 Una unità statistica ha l’intero ammontare di ogni fenomeno. Le percentuali sono libere dall’unità di misura. C’è una minor perdita di informazione rispetto alla standardizzazione classica. 2. Criterio di ponderazione: si riferisce al metodo utilizzato per attribuire un peso relativo alle diverse componenti o variabili coinvolte in un processo di sintesi o aggregazione. Questo criterio determina l'importanza relativa di ciascuna componente nel calcolo del risultato finale o nell'analisi complessiva. Assegna un peso ad ogni indice in funzione della sua «importanza» nel definire il fenomeno. Introduce un altro elemento soggettivo nella sintesi. SINTESI CON IL METODO DI WROCLAW Il "metodo di Wroclaw" è una tecnica di sintesi utilizzata per combinare e sintetizzare indicatori o variabili in un unico indice sintetico che rifletta una valutazione complessiva di un fenomeno o di un contesto specifico. Il metodo di Wroclaw si basa sull'uso di analisi multivariata per identificare la struttura sottostante dei dati e determinare il contributo relativo di ciascun indicatore o variabile all'indice sintetico finale. In particolare, il metodo utilizza l'analisi dei componenti principali (PCA) per ridurre la dimensionalità dei dati e identificare i fattori principali che influenzano il fenomeno in esame. - LA SINTESI CON METODO TASSONOMICO DI WROCLAW: distanza delle unità da una unità ideale Si assume come valore ideale il migliore dei valori assunti dalle diverse unità considerate Si costruisce quindi un vettore di valori ideali che si identifica con l’unità ideale z0’ = [ z01 , z02 ….z0m ] I valori ideali devono tener conto di indicatori positivi (stimolanti) e negativi (ritardanti) Confronto di tutte le unità territoriali con l’unità ideale, calcolando la distanza euclidea dell’unità i-esima da quella ideale: Si calcola l’indicatore di sintesi 0≤ di ≤ 1 : - LA SINTESI CON METODO TASSONOMICO DI WROCLAW: raggruppamento mediante grafici tassonomici Grafico tassonomico: grafico costruito in base agli indici di mutua distanza fra le unità raggruppare unità omogenee. Si costruisce la matrice delle distanze Dn,n con distanza fra una generica regione r da un’altra regione s data da: Si determinano nella matrice D gli elementi più piccoli di ciascuna riga, di* (arete) Si aggregano le unità in gruppi omogenei partendo dall’arete più piccolo Bisogna tenere conto di un valore critico per inserire le unità nel gruppo: LA SINTESI CON METODO TASSONOMICO DI WROCLAW: raggruppamento mediante grafici tassonomici – esempio d*₁= 1,96 (Toscana, Emilia-Romagna) → gruppo A: Toscana, Emilia Romagna d*₂= 2,01 (Piemonte, Toscana) → gruppo A: Toscana, Emilia, Piemonte d*₃= 2,21 (Piemonte, Lombardia) → gruppo A: Toscana, Emilia, Piemonte, Lombardia d*₄= 3,08 (Liguria, Friuli) → B: Liguria, Friuli V. G. d*₅= 3,94 (Sicilia, Puglia) → C: Sicilia, Puglia VALUTAZIONE COMPARATIVA DEI RISULTATI - ottenuti con i diversi metodi di sintesi Tramite due indici statistici: 1) Indice di cograduazione di Spearman → misura della concordanza fra due graduatorie Se ci sono ranghi interi distinti: δi = differenza fra ranghi attribuiti all’unità i in due graduatorie Se ranghi non sono interi distinti: ρ(R(X), 𝑅(𝑌)) = 𝑐𝑜𝑣(𝑅(𝑋), 𝑅(𝑌)/(σR(X)σR(Y)) L'Indice di Spearman calcola la correlazione basandosi sui ranghi delle osservazioni. 2) Indice di cograduazione multipla di Kendall: misura la concordanza fra più graduatorie 0 ≤ W ≤ 1/n ⇒ discordanza 1/n ≤ W ≤ 1 ⇒ concordanza ῥ (con riga sopra) = valore medio di tutti gli indici binari di cograduazione di Spearman k : numero delle graduatorie abbiamo le tre righe, li mettiamo in ordine → scriviamo il rango di ogni colonna Poi faccimao la differenza al quadrato per ognuno → (E-F)^2 – (E-G)^2 – (F-G)^2 Poi 1- (6*n^2) (una roba del genere) E poi continui non ho capito la fomrula INDICATORI BES La pagina fornita dal sito web dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) tratta della misurazione del benessere attraverso gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES). Ecco un riassunto dei contenuti. Introduzione al BES: L'Istituto presenta il concetto di Benessere Equo e Sostenibile (BES), che si propone di integrare e superare le limitazioni del PIL come misura del progresso sociale. Il BES si basa su indicatori multidimensionali che considerano non solo l'economia, ma anche altri aspetti rilevanti per il benessere della società, come la salute, l'istruzione, l'ambiente, la coesione sociale e la governance. Indicatori del BES: Viene fornita un'analisi dettagliata degli indicatori utilizzati per misurare il BES. Questi includono indicatori economici, sociali, ambientali e di governance, ciascuno dei quali fornisce una prospettiva diversa sul benessere della società. Gli indicatori economici considerano la produzione, il reddito e la distribuzione della ricchezza. Gli indicatori sociali valutano aspetti come l'istruzione, la salute, l'occupazione e la coesione sociale. Gli indicatori ambientali misurano l'impatto delle attività umane sull'ambiente Gli indicatori di governance esaminano la qualità delle istituzioni e dei processi decisionali. La pagina fornisce una panoramica esaustiva della misurazione del benessere attraverso gli indicatori del BES, illustrando l'approccio multidimensionale utilizzato dall'ISTAT per valutare il progresso sociale e sostenibile della società italiana. l PIL, acronimo di Prodotto Interno Lordo, è una misura economica che rappresenta il valore totale di tutti i beni e servizi finali prodotti all'interno dei confini di un paese durante un determinato periodo di tempo, di solito un anno. Il PIL è ampiamente utilizzato come indicatore del livello di attività economica e della dimensione economica di un paese. Il PIL include tutti i beni e servizi finali prodotti all'interno dei confini nazionali, indipendentemente dalla nazionalità dei produttori. Tuttavia, va notato che il PIL ha alcune limitazioni, poiché non tiene conto della distribuzione del reddito, della qualità della vita o degli impatti ambientali, e può quindi fornire solo una visione parziale della situazione economica e sociale di un paese. Il PIL è un'importante variabile economica, ma alcuni difetti punto per questo motivo gli economisti analizzano il benessere anche attraverso altri indicatori. Il PIL considera tutto ciò che ha un valore → tutto ciò che non ha una valore economico NON vien incluso nel PIL: - Tempo libero - Rispetto per l’ambiente - Felicita - Relazioni sociali - Qualità della vita Inoltre, una parte del PIL è stimata perché non è direttamente osservabile, come alcuni consumi illegali. La distribuzione in equa del benessere non è colta in modo immediato dal semplice calcolo del PIL. A causa di questi difetti il PIL fornisce una visione parziale del benessere di una società, ma potrebbe addirittura presentare una visione distorta della realtà. Tuttavia, è bene ricordare che differenzi rilevanti nel valore del PIL pro capite sono accompagnate da una diversa qualità della vita: maggiore è il PIL pro capite maggiore dovrebbe essere la qualità di vita. L’istat da alcuni anni calcola il BES → propone un visione piu ampia della situazione di benessere della nazione. L'obiettivo è valutare il progresso della società dal punto di vista sia economico che sociale e ambientale. Il tradizionale indicatori economici sono affiancati da misure sulla qualità della vita e sull'ambiente, per dare una visione più ampia del benessere. Nel BES sono analizzati 153 indicatori, che illustrano i 12 domini rilevanti per la misura del benessere. Nasce nel 2010 1. Salute → 15 indicatori o Spernza di vita alla nascita o Speranza di vita in buona salute alla nascita o Indice di salute mentale o Mortalità infantile o Fumo o Alcol o Sedentarietà o Ecc. 2. Istruzione e formazione → 15 indicatori 3. Lavoro e conciliazione tempi di vita → 15 indicatori 4. Benessere economico → 11 indicatori 5. Relazioni sociali → 9 indicatori 6. Politica e istituzioni → 12 indicatori 7. Sicurezza → 12 indicatori 8. Benessere soggettivo → 4 indicatori 9. Paesaggio e patrimonio culturale → 1 indicatori 10. Ambiente → 21 indicatori 11. Innovazione, ricerca e creatività → 12 indicatori 12. Qualità dei servizi → 16 indicatori Il Documento di Economia e Finanza (DEF) è un documento redatto annualmente dal Governo italiano che contiene una valutazione della situazione economica e finanziaria del paese, nonché le politiche e le strategie economiche che il governo intende adottare per il prossimo anno. All'interno del DEF, viene dedicata una sezione al Benessere Equo e Sostenibile (BES), che rappresenta un'importante iniziativa per valutare il benessere e la sostenibilità del paese in modo più ampio rispetto al solo Prodotto Interno Lordo (PIL) Goals 2030 La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) è un'iniziativa del governo italiano volta a promuovere lo sviluppo sostenibile nel paese. Obiettivi della SNSvS: La strategia si propone di integrare i principi dello sviluppo sostenibile in tutte le politiche settoriali, con l'obiettivo di garantire uno sviluppo equo, inclusivo e sostenibile per tutti i cittadini italiani. Questo include la promozione di un'economia circolare, che mira a ridurre gli sprechi e a massimizzare l'efficienza nell'utilizzo delle risorse Integrazione del principio dello sviluppo sostenibile: La SNSvS si impegna a integrare il principio dello sviluppo sostenibile in tutte le politiche e i settori, inclusi l'economia, l'ambiente, la società e la governance. Promozione dell'economia circolare: Un obiettivo chiave della SNSvS è la promozione dell'economia circolare, che si basa sul concetto di ridurre, riutilizzare e riciclare le risorse, riducendo al minimo gli sprechi e massimizzando l'efficienza nell'uso delle risorse. Ciò include azioni volte a promuovere la raccolta differenziata, il riciclo, il riutilizzo dei materiali e la riduzione dell'impatto ambientale delle attività produttive e dei consumi. Il sito web delle Nazioni Unite dedicato agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fornisce informazioni dettagliate su questa importante iniziativa globale. Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs): Gli SDGs sono una serie di 17 obiettivi globali che mirano a promuovere uno sviluppo sostenibile in tutto il mondo entro il 2030. Questi obiettivi coprono una vasta gamma di sfide globali, tra cui la povertà, la fame, la salute, l'istruzione, l'uguaglianza di genere, l'accesso all'acqua potabile, la riduzione delle disuguaglianze, la conservazione dell'ambiente e molti altri. Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: Gli SDGs fanno parte dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015. Questa agenda rappresenta un impegno universale per affrontare le sfide globali e promuovere uno sviluppo sostenibile in tutto il mondo. Approccio integrato: Gli SDGs sono interconnessi e interdipendenti, il che significa che il progresso verso un obiettivo può influenzare il progresso verso altri obiettivi. L'agenda 2030 promuove un approccio integrato e olistico allo sviluppo sostenibile, che riconosce l'importanza di affrontare le sfide in modo coordinato e sinergico. Questi 17 obiettivi sono interconnessi e interdipendenti, e mirano a garantire uno sviluppo sostenibile a livello globale, bilanciando gli aspetti economici, sociali e ambientali: 1. Fine della povertà Porre fine alla povertà in tutte le sue forme ovunque. 2. Fame zero Porre fine alla fame, garantire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile 3. Salute e benessere Garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti, a tutte le età. 4. Istruzione di qualità Garantire un'istruzione inclusiva, equa e di qualità, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti 5. Uguaglianza di genere Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment di tutte le donne e le ragazze 6. Acqua pulita e igiene Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico- sanitarie per tutti 7. Energia pulita ed accessibile Garantire l'accesso a un'energia affidabile, sostenibile e moderna per tutti 8. Lavoro dignitoso ed economia Promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile, il pieno e produttivo impiego e il lavoro dignitoso per tutti 9. Industria, e innovazione infrastrutture Costruire infrastrutture resilienti, promuovere l'industrializzazione sostenibile e sostenere l'innovazione 10. Riduzione delle diseguaglianze Ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi 11. città e comunità sostenibili Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili 12. Consumo e produzione responsabili Garantire modelli di produzione e di consumo sostenibili 13. Azioni sul clima Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti 14. Vita sott'acqua Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine 15. Vita sulla terra Proteggere, ripristinare e promuovere un uso sostenibile del nostro ecosistema terrestre 16. Pace e giustizia e distruzioni solide Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire l'accesso alla giustizia per tutti e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli 17. Partnership per gli obiettivi Rafforzare i mezzi di implementazione e rinnovare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile COSTRUZIONE DI UN INDICATORE COMPOSITO 1. Quadro teorico Selezione e combinazione delle variabili in un indicatore composito significativo secondo il principio della "idoneità allo scopo", quindi seleziono le variabili a seconda se le considero salienti o meno. Perché è necessario: - Ottenere una comprensione chiara e definizione del fenomeno multidimensionale da misurare. - Strutturare i vari sottogruppi del fenomeno (se necessario). - Compilare un elenco di criteri di selezione per le variabili sottostanti, ad esempio input, output, processo. 2. Selezione dei dati Seleziono i dati in base alla caratteristiche che mi servono Perché è necessario: - Per controllare la qualità degli indicatori disponibili. - Per discutere i punti di forza e debolezza di ciascun indicatore selezionato. - Per creare una tabella riassuntiva sulle caratteristiche dei dati, ad esempio disponibilità (per paese, tempo), fonte, tipo (duro, morbido o input, output, processo). 3. Imputazione dei dati mancanti È necessaria al fine di fornire un set di dati completo (ad esempio, mediante imputazione singola o multipla). Perché è necessario: - Per stimare i valori mancanti. - Per fornire una misura della affidabilità di ciascun valore imputato, al fine di valutare l'impatto dell'imputazione sui risultati dell'indicatore composito. - Per discutere la presenza di valori anomali nel dataset. 4. Analisi multivariata Dovrebbe essere utilizzata per studiare la struttura complessiva del dataset, valutarne l'adeguatezza e guidare le scelte metodologiche successive (ad esempio, ponderazione, aggregazione). Perché è necessario: - Per controllare la struttura sottostante dei dati lungo le due principali dimensioni, ovvero gli indicatori individuali e i paesi (mediante metodi multivariati adeguati, ad esempio, analisi delle componenti principali, analisi di clustering). - Per identificare gruppi di indicatori o gruppi di paesi che sono statisticamente "simili" e fornire un'interpretazione dei risultati. - Per confrontare la struttura determinata statisticamente del dataset con il quadro teorico e discutere eventuali differenze. 5. Normalizzazione Dovrebbe essere effettuata per rendere le variabili confrontabili. Perché è necessario: - Per selezionare procedure di normalizzazione adeguate che rispettino sia il quadro teorico che le proprietà dei dati. - Per discutere la presenza di valori anomali nel dataset in quanto potrebbero diventare punti di riferimento non intenzionali. - Per apportare eventuali aggiustamenti di scala, se necessario. - Per trasformare gli indicatori altamente asimmetrici, se necessario. 6. Ponderazione e aggregazione Dovrebbero essere effettuate seguendo il quadro teorico sottostante. Perché è necessario: - Per selezionare procedure di ponderazione e aggregazione appropriate che rispettino sia il quadro teorico che le proprietà dei dati. - Per discutere se le problematiche di correlazione tra gli indicatori debbano essere considerate. - Per discutere se debba essere consentita la compensabilità tra gli indicatori. 7. Analisi dell'incertezza e di sensibilità Dovrebbero essere effettuate per valutare la robustezza dell'indicatore composito in termini, ad esempio, del meccanismo per includere o escludere un indicatore, lo schema di normalizzazione, l'imputazione dei dati mancanti, la scelta dei pesi, il metodo di aggregazione. Perché è necessario: - Considerare un approccio multi-modellistico per costruire l'indicatore composito e, se disponibili, scenari concettuali alternativi per la selezione degli indicatori sottostanti. - Identificare tutte le possibili fonti di incertezza nello sviluppo dell'indicatore composito e accompagnare i punteggi e i ranghi compositi con intervalli di incertezza. - Condurre un'analisi di sensibilità dell'inferenza (ipotesi) e determinare quali fonti di incertezza influenzino maggiormente i punteggi e/o i ranghi. 8. Ritorno ai dati È necessario per rivelare i principali fattori che determinano una prestazione complessivamente buona o cattiva. La trasparenza è primordiale per una buona analisi e per la formulazione delle politiche. Perché è necessario: - Profilare le prestazioni dei paesi a livello di indicatore al fine di individuare cosa sta determinando i risultati dell'indicatore composito. - Verificare correlazione e causalità (se possibile). - Identificare se i risultati dell'indicatore composito sono eccessivamente dominati da pochi indicatori e spiegare l'importanza relativa dei sottocomponenti dell'indicatore composito. 9. Collegamenti ad altri indicatori Dovrebbero essere fatti per correlare l'indicatore composito (o le sue dimensioni) con indicatori esistenti (semplici o composti) così come per identificare collegamenti attraverso regressioni. Perché è necessario: - Correlare l'indicatore composito con altre misure rilevanti, tenendo conto dei risultati dell'analisi di sensibilità. - Sviluppare narrazioni basate sui dati in base ai risultati ottenuti. 10. Visualizzazione dei risultati Dovrebbe ricevere la giusta attenzione, dato che la visualizzazione può influenzare (o contribuire ad aumentare) l'interpretabilità. Perché è necessario: - Identificare un insieme coerente di strumenti di presentazione per il pubblico di riferimento. - Selezionare la tecnica di visualizzazione che comunica il maggior numero di informazioni. - Presentare i risultati dell'indicatore composito in modo chiaro e accurato. HDI HDI sta per Human Development Index, che in italiano si traduce come "Indice di Sviluppo Umano". È un indicatore composito statistico utilizzato per misurare il livello di sviluppo umano di un paese o di una regione. È formato da tre dimensioni che indicano le tre dimensioni fondamentali dello sviluppo umano Aspetti economici: (ricchezza) misurati attraverso il reddito nazionale lordo (RNL) pro capite. Aspetti sociali: (salute) misurati attraverso l'aspettativa di vita alla nascita. Aspetti educativi: (istruzione) misurati attraverso la media degli anni di scolarizzazione l’aspettativa degli anni di scolarizzazione. (misurata dalla media degli anni di scuola per gli adulti di età pari o superiore ai 25 anni e dagli anni di scuola previsti per i bambini in età scolare) NB! I tre indicatori sono privi di unità di misura L'HDI combina questi tre indicatori in un unico valore compreso tra 0 e 1, dove: 0 → livello più basso di sviluppo umano. 1 → livello più alto di sviluppo umano. L'indice fornisce una panoramica delle condizioni di vita e del benessere delle persone in una determinata area geografica. L'HDI è ampiamente utilizzato per confrontare il livello di sviluppo umano tra paesi diversi e per monitorare i cambiamenti nel tempo. Tuttavia, va notato che l'HDI ha alcune limitazioni, come la semplificazione dei dati e la mancanza di considerazione di altri aspetti importanti dello sviluppo umano, come l'uguaglianza di genere, la sostenibilità ambientale e la qualità della vita. L’HDI è la media geometrica degli indici di dimensione (dimension indices) HDI = (Ihealth * Ieducation * Iincome)1/3 0≤ HDI≤ 1 SI confronto tra paesi SI riassume le tre dimensioni Health index = FORMULA! Education index = media aritmetica di (indice di anni medi di scuola) & (indice di anni aspettati) La dimensione del tenore di vita è misurata dal reddito nazionale lordo pro capite. L'HDI utilizza il logaritmo del reddito, per riflettere l'importanza decrescente del reddito con l'aumentare del RNL FORMULA!!! Income index = Indice di sviluppo umano = Importanza indicatori di genere Esistono indicatori compositi che valutano lo sviluppo generale di un Paese partendo da diverse dimensioni → consapevolezza che spesso esistono differenze fra gli obiettivi raggiunti dalle donne e dagli uomini all’interno dello stesso Paese 1990 – Human Development Index, HDI 1995 – Gender Development Index, GDI 1995 – Gender Equality Measure, GEM 2006 – Global Gender Gap Index, co 2007 – Gender Equity Index, GEI 2010 – Gender Inequality Index, GII GDI – GENDER DEVELOPMENT INDEX L'Indice di Sviluppo di Genere (GDI) misura le disuguaglianze di genere nel raggiungimento in tre dimensioni fondamentali dello sviluppo umano: la salute, misurata dall'aspettativa di vita alla nascita delle donne e degli uomini; l'istruzione, misurata dagli anni di istruzione previsti per bambine e bambini e dagli anni di istruzione media per donne e uomini adulti di 25 anni e oltre; e il controllo sulle risorse economiche, misurato dal reddito stimato guadagnato da donne e uomini. 1. Aspettativa di vita: (salute) rappresenta la speranza di vita alla nascita, cioè la media di anni che una persona ci si aspetta di vivere. 2. Istruzione: misurata tramite la media degli anni di istruzione per adulti di età pari o superiore a 25 anni e gli anni di istruzione previsti per i bambini in età scolare. 3. Reddito: (ricchezza) misurato attraverso il reddito nazionale lordo (RNL) pro capite. Il GDI tiene conto delle differenze di genere in queste tre dimensioni, in particolare nell'istruzione e nell'aspettativa di vita. L'indice riflette il grado di disuguaglianza di genere all'interno di una nazione, consentendo di valutare il livello di sviluppo umano rispetto alle differenze di genere. Il valore del GDI va da 0 a 1dove: 0 → disuguaglianza di genere massima 1 → completa parità di genere. Un valore inferiore a 1 indica che ci sono disuguaglianze di genere, con valori più bassi che indicano maggiori disuguaglianze. Il GDI fornisce un quadro completo delle disuguaglianze di genere in termini di sviluppo umano all'interno di un paese e aiuta a identificare le aree in cui sono necessarie azioni per promuovere l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne. COSTRUZIONE: 1. Calcolo dei dimension indices, ovvero distanza dai “goalposts” (in tabella) separatamente per maschi e femmine. NB! 6 indicatori senza unità di misura, uno per genere in ogni dimensione. 2. Si calcolano gli indici di sviluppo umano separatamente per maschi e per femmine. HDI.f = (Ihealth.f * Ieducation.f * Iincome.f)1/3 HDI.m = (Ihealth.m * Ieducation.m * Iincome.m)1/3 NB! 2 indicatori SENZA unità di misura che indicano lo sviluppo umano 3. Si calcola il GDI come rapporto fra i due indici di sviluppo. Si perde la misura dello sviluppo, resta una misura di uguaglianza. 0 ≤ GDI ≤ 1 SI confronto tra paesi SI riassume le tre dimensioni GEI – GENDER EQUALITY INDEX L'Indice di Parità di Genere (Gender Equality Index) è uno strumento utilizzato per valutare il livello di parità di genere in diversi settori della società, inclusi il lavoro, l'istruzione, la salute, la partecipazione politica e altri ambiti. Questo indice misura i progressi verso la parità di genere utilizzando una serie di indicatori e dati statistici rilevanti, consentendo di confrontare e monitorare le disuguaglianze di genere nel tempo e tra diversi paesi o regioni. È uno strumento importante per identificare aree in cui sono necessarie azioni per promuovere l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne. Esamina come elementi disabilità, età, livello di istruzione, paese di nascita e tipo di famiglia possano intersecarsi con il genere e creare molti tipi diversi di percorsi nella vita delle persone. GGGI - GLOBAL GENDER GAP INDEX Si focalizza sulla misura del gap e non sui livelli di avanzamento raggiunti. Ranking sulla base dell’uguaglianza di genere piuttosto che avanzamento delle donne. È un indice che misura le disuguaglianze di genere in vari paesi del mondo. Questo indice valuta e confronta i progressi compiuti dai paesi verso la riduzione delle disuguaglianze di genere in quattro aree chiave: Partecipazione economica ed opportunità lavorative: Include la partecipazione al mercato del lavoro, la retribuzione e l'accesso a posizioni di leadership. o female labor force participation over male value o Wage equality between women and men for similar work o female estimated earned income over male value o female legislators, senior officials and managers over male value o female professional and technical workers over male value Accesso all'istruzione: Valuta l'accesso all'istruzione primaria, secondaria e superiore, nonché la parità di genere nella partecipazione all'istruzione. o female literacy rate over male value o female net primary enrolment rate over male value o female net secondary enrolment rate over male value o female gross tertiary enrolment ratio over male value Salute e sopravvivenza: Esamina la differenza di genere nell'aspettativa di vita e nel rapporto tra i sessi alla nascita. o Sex ratio at birth (converted to female-over-male ratio) o Ratio: female healthy life expectancy over male value Partecipazione politica: Valuta la rappresentanza di genere nei ruoli decisionali, sia nel settore pubblico che in quello privato. o females with seats in parliament over male value o females at ministerial level over male value o number of years of a female head of state (last 50 years) over male value Il GGGI è espresso su una scala da 0 a 1, dove: 0 → presenza di forti disuguaglianze di genere 1 → completa parità di genere. L'indice viene aggiornato regolarmente e fornisce un'importante misurazione del progresso verso l'uguaglianza di genere a livello mondiale. COSTRUZIONE: 1. Convertire in rapporto Tutti i dati sono convertiti in rapporti femmine/maschi. (es. 20% donne posizione ministeriale → 20 /80 = 0.25) → 14 variabili 2. Troncamento all’equality benchmark Se i rapporti sono >1, vengono ‘abbassati’ a 1. Per tutti gli indicatori, tranne i due sulla salute che sono 0.944,2 e speranza di vita alla nascita 1.06. In questo modo assegno lo stesso punteggio a chi ha raggiunto parità e ai Paesi dove le donne hanno superato gli uomini. → 14 variabili 3. Calcolo dei sub-indices Come media ponderata degli indicatori che compongono la dimensione. Si vuole che un indicatore dove la maggior parte dei Paesi ha raggiunto parità abbia un peso maggiore all’interno del subindex rispetto a indicatore con maggiore variabilità. Si usano dei pesi inversamente proporzionali alla deviazione standard. Quindi si normalizzano gli indicatori eguagliando la loro deviazione standard. Poi si determina il valore della variazione dell’1% in termini di dev.std. 4. Indice finale Si calcola la media aritmetica dei quattro sub-indeces. Valori vicini a 1 indicano equità mentre 0 disuguaglianza. NB! GDP = prodotto interno lordo (Gross Domestic Product)

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