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This document provides an overview of the Museo MART di Rovereto, showcasing key pieces and artists, emphasizing the historical and artistic context of the pieces.

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MUSEO MART DI ROVERETO -Museo di Arte moderna di Rovereto e Trento è uno dei poli museali e culturali più importan? d’Italia -sede principale a Rovereto in un edificio progeCato da Mario BoCa e considerato un capolavoro dell’architeCura contemporanea 1) NUDO DI SPALLE DI BOCCIONI (1909) -Umberto Boc...

MUSEO MART DI ROVERETO -Museo di Arte moderna di Rovereto e Trento è uno dei poli museali e culturali più importan? d’Italia -sede principale a Rovereto in un edificio progeCato da Mario BoCa e considerato un capolavoro dell’architeCura contemporanea 1) NUDO DI SPALLE DI BOCCIONI (1909) -Umberto Boccioni, piCore del Divisionismo -alla fine del 1907 si trasferisce a Milano dove incontra Previa? che lo introduce al Simbolismo -si riconosce la madre dell’ar?sta -linguaggio piCorico divisionista: i colori sono stesi a pennellate filiformi, puri e complementari -luce frammentata in bagliori sulla pelle -nel 1910 diventa esponente del Futurismo 2) CIÒ CHE MI HA DETTO IL TRAM di Carrà (1911) -Carlo Carrà tra i massimi esponen? del futurismo -la scena illustra idealmente un viaggio in tram aCraverso il traffico metropolitano -il caos ciCadino è espresso aCraverso l’insieme di forme in cui a traZ sono riconoscibili oggeZ, sagome… -esprime il fascino che la modernità ha sui futuris? -nel 1916 si avvicina a De Chirico ed entra nella piCura metafisica 3) VELOCITÀ D’AUTOMOBILE di Balla (1913) -Giacomo Balla inizia la carriera nel Divisionismo -nel 1910 conosce MarineZ si avvicina al Futurismo -si concentra sulla rappresentazione del movimento arrivando a risulta? astraZ -le curve sinusoidali in primo piano richiamano l’idea di moto delle ruote dell’auto e lo spostamento d’aria prodoCo -le linee che si intrecciano in una successione dinamica rimandano alla velocità della macchina 4)ROT IN SPITZFORM di Kandinskij (1925) -piCore russo riconosciuto come padre dell’AstraZsmo nella sua componente “lirica” perché voleva rappresentare le sensazioni interiori dell’ar?sta -inizialmente legato al simbolismo ma nel 1910 crea l’astraZsmo -tra 1922 e 1933 diventa insegnante al Bauhaus ->periodo definito “freddo” perché quadri caraCerizza? da rigore formale con figure geometriche ed elementari -in quest’opera un acquerello astraCo segnato dall’appiaZmento della raffigurazione, dalla presenza di contorni geometrici marca? e dalla natura inorganica delle forme rappresentate 5) LA COMMEDIA E LA TRAGEDIA di De Chirico (1926) -Giorgio De Chirico si forma a Monaco dove sviluppa la sua poe?ca nel clima del Simbolismo secessionis?co -a Parigi si confronta con ar?s? delle Avanguardie arrivando alla conclusione che era necessario tornare al mes?ere di piCore, recuperando la tecnica e gli strumen? tradizionali della piCura -nel 1915 con Carrà elaborò la teoria della piCura metafisica -dipin? piene di figure solenni, monumentali e plas?che, emblemi di sta? d’animo melanconici, di una solitudine eroica ed epica ma simbolo di una umanità disumanizzata -manichini con testa ovoidale senza traZ soma?ci, tronco di solidi geometrici e piccole architeCure, gambe corte e grandi ar? superiori -su un palcoscenico come a meCere in scena una muta rappresentazione 6) BEETHOVEN DI CASORATI -Felice Casora? fu il più importante esponente del Realismo magico, movimento piCorico nato dal fenomeno ar?s?co del ritorno all’ordine -Riprende da Piero della Francesca il senso di sospensione dato alle figure -una bambina ves?ta di bianco posa accanto a uno spar?to di Beethoven, accanto un cane che resta in aCesa dell’evolversi della situa -alle spalle uno specchio che crea un labirinto spaziale e psicologico che tende ad annullare il senso della realtà -scopo Realismo magico ->proieCare la realtà domes?ca in un’atmosfera straniante 7) I COSTRUTTORI DI CAMPIGLI (1928) -Massimo Campigli si avvicina al Cubismo -elabora uno s?le personalissimo che tes?monia il suo interesse per l’an?ca arte egizia, minoica ed etrusca -figure umane essenziali inserite in composizioni geometrizzan?, che ricordano il disegno infan?le -nel dipinto presen? e riassun? tuZ gli elemen? che contraddis?nguono la sua produzione piCorica -> razionalismo composi?vo della scena e nelle scelte croma?che si coglie la volontà di ritorno all’origine 8) NATURA MORTA di Morandi (1929) -Giorgio Morandi ar?sta Metafisico -elesse a proprio maestro Cézanne da cui prende la sobrietà delle immagini, essenzialità della composizione, equilibrio delle forme -dipinge sopraCuCo nature morte con oggeZ di uso quo?diano dal colore sobrio e opaco, isola? nel contesto immobile e solitario di un tavolo ->come sagome in uno spazio senza prospeZva e privi della loro fisicità -le forme reali sono un pretesto per una purezza formale -gioco di piani ver?cali, la disposizione dà senso di velata malinconia all’immagine CHIESE GOTICHE A PERUGIA PERUGIA à Comune nel 1139 Dalla seconda metà del 13° secolo inizia ad espandere la sua influenza sui territori circostan?. ProteCa dal papato riuscì a svilupparsi economicamente e culturalmente tant’è che nel 1286 si contavano 41 corporazioni di ar? e mes?eri. à sviluppo fino al 14° secolo quando la sua popolazione fu decimata dalla peste nera. - 1308 UNIVERSITÀ CITTADINA - nel XV secolo divenne una Signoria con la famiglia dei Baglioni à in questo periodo storico furono costrui? importan? monumen? pubblici ed elegan? chiese go?che. 1) CATTEDRALE DI SAN LORENZO 1345-1490 Più importante edificio religioso di Perugia. Su progeCo di fra’ Bevignate, agli inizi del ‘300 si decise di costruire una caCedrale più ampia e autorevole. (al posto di una chiesa del X secolo) La sua costruzione inizio a par?re dal 1345 e fu completata solo nel 1490. La struCura della caCedrale è deCa hallenkirche (?picamente tedesca e nordeuropa): a sala, con navate tuCe della stessa altezza. Lunga 68m; 3 navate alte 25m. La navata centrale è larga due volte e mezzo quelle laterali. Al termine della navata di destra si trova la Cappella di San Bernardino in cui è esposta la Deposizione della croce di Federico Barocci (capolavoro rinascimentale). Facciata mai ul?mata, portale d’ingresso seCecentesco. Il fianco della chiesa affaccia sulla piazza principale della ciCà ed è impreziosito in parte da una trama geometrica di rombi in marmo rosa e bianco. 2) CHIESA DI SANTA GIULIANA La Chiesa di Santa Giuliana fa parte di un ampio complesso architeConico insieme al monastero femminile cistercense di Santa Giuliana, fondato nel 1253 e soppresso dai francesi nel 1797 (oggi ospita la Scuola di Lingue Estere dell’Esercito). La Chiesa presenta una sola navata coperta da capriate lignee. La facciata trecentesca è rives?ta con un disegno geometrico rosa e bianco ed è aperta da un portale go?co e da un grande rosone. Il chiostro del 1376 (MaCeo GaCapone) scandito da pilastri oCagonali a strisce rosa e bianche su cui si impostano ampie arcate che sorreggono un loggiato superiore. 3) BASILICA DI SAN DOMENICO Chiesa go?ca costruita nel 14° secolo. Dopo un crollo avvenuto nel 1614 ha subito numerose ristruCurazioni. à ricostruzione tra il 1929 e il 1632 su progeCo di Carlo Maderno (aveva da poco ul?mato l’ampliamento della Basilica di San Pietro a Roma). An?ca struCura go?ca, non più visibile, era quella della hallenkirche, ?picamente tedesca e nordeuropea, chiesa a sala con navate della stessa altezza. Rimangono oggi il coro con una delle più grandi vetrate go?che italiane e il chiostro rinascimentale. Esterno molto essenziale e privo di decorazioni. Facciata aperta solo la portale d’ingresso (600) e da piccole finestre in cima. Campanile, traforato da alte monofore ogivali, fu costruito da Gasperino di Antonio alla fine del ‘400. Era alto 126m ma poi dimezzato per dargli stabilità. 4) CHIESA DI SAN BEVIGNATE 1256-1262 Chiesa oggi sconsacrata. Commissionata dall’ordine dei Templari e loro luogo di culto. Pare che i lavori siano sta? segui? personalmente da frà Bonvicino. Quando nel 1312 l'ordine dei templari fu soppresso la chiesa passò ai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Nel 1324 fu annesso un monastero femminile. Nel 1860 fu sconsacrata e divenne proprietà del comune. Oggi è u?lizzato come salaper even? culturali. Ha una struCura molto semplice che ricorda quelle delle cappelle costruite in Pales?na: ha una sola navata ha due campate, oggi coperte da volte a crociera e concluse sul fondo da un'abside quadrata. La cripta è leggermente rialzata rispeCo al pavimento della Chiesa le pare? sono affrescate e nell'abside sono presen? alcuni elemen? simbolici lega? all'ordine templare. L'esterno molto essenziale presenta pare? nude e compaCe irrobus?te da contraffor? e una semplice facciata aperta da un solo portale con in alto un oculo circolare. CASTELLI, ROCCHE E FORTEZZE IN UMBRIA E MARCHE Dopo il crollo dell'impero di Carlo Magno Umbria e Marche furono annesse allo stato della Chiesa. TuCavia, alcune ciCà riuscirono a conquistare una certa autonomia nacquero così i primi comuni spesso in loCa fra loro: tra ques? la Repubblica di Ancona che visse una lunga stagione di fioritura ar?s?ca e culturale, anche grazie ai suoi rappor? mariZmi con l'Oriente. La chiesa comunque non perse mai del tuCo il suo controllo tant'è che nel quaCordicesimo secolo il cardinale Egidio Albornoz fu incaricato di mantenere l'ordine in tuZ i territori della Chiesa, anche aCraverso la costruzione il mantenimento del sistema for?lizio della regione. Durante questo periodo furono infaZ costrui? castelli, fortezze e rocche tra le più belle del Rinascimento nel territorio umbro. Nel 1443 nacque, con il beneplacito di Papa Eugenio IV, il Ducato di Urbino. Primo duca fu Federico da Montefeltro, un grande mecenate che fece costruire anche in territorio marchigiano edifici for?fica? di indubbia bellezza. 1) CASTELLO DI CASTIGLIONE DEL LAGO 1247 il Castello di Cas?glione del Lago, comune umbro presso Perugia, deCa anche Rocca del Leone è una fortezza costruita a par?re dal 1247 su ordine dell'imperatore Federico secondo di Svevia e soCo la supervisione del frate Elia da Cortona (il quale aveva supervisionato anche la realizzazione della basilica di San Francesco ad Assisi e della Chiesa di San Francesco a Cortona). Questo castello viene realizzato sulle rovine di un intero borgo, distruCo per tale scopo. Ha una struCura pentagonale irregolare formata da una cinta di mura merlate con agli angoli quaCro torri e il mas?o, il quale ha una pianta triangolare ed è alto 30 m. Le due torri angolari rotonde, che si prospeCano sul lago, furono innalzate tra il quindicesimo e il XVI secolo in sos?tuzione di quelle originarie, per resistere meglio ai colpi di ar?glieria. Un sugges?vo camminamento coperto collega la fortezza al Palazzo Ducale, costruito per volontà del marchese di Cas?glione. ACualmente il cor?le della fortezza è stato alles?to per ospitare durante l'estate e speCacoli teatrali. 2) ROCCA PAOLINA A PERUGIA La Rocca Paolina è una fortezza commissionata da Papa Paolo III per riaffermare simbolicamente il potere del Papa sulla ciCà e affido al progeCo ad Antonio da Sangallo il Giovane, allievo di Raffaello. Fu costruita a par?re dal 1543 al posto del borgo di Santa Giuliana, che fu in parte demolito per tale scopo; in par?colare furono demolite le dimore della famiglia Baglioni poiché si era rivolta contro l'autorità papale. Fu salvata solamente l'an?ca porta etrusca, del terzo secolo a.C. denominata Porta Marzia. Nel progeCo iniziale Sangallo aveva cercato una mediazione con il tessuto urbano, ma questo fu in parte modificato e a Rocca si impose come un corpo estraneo sul resto della ciCà. Dopo l'annessione di Perugia al Regno d'Italia la Rocca fu abbaCuta. Dell'an?co edificio restano solamente i soCerranei, oggi aper? al pubblico ed u?lizza? in parte come passaggio pedonale, in parte per manifestazioni culturali. 3) ROCCA MAGGIORE AD ASSISI La Rocca Maggiore e quella Minore sono due fortezze presen? ad Assisi. Larocca maggiore nel 1173 fu occupata da un legato imperiale incaricato da Federico Barbarossa di governare la ciCà. Qui risiedeCe anche il piccolo Federico II di Svevia non ancora imperatore. Nel 1356 la Rocca fu ingrandita per volontà di Egidio Albornoz, a cui Papa Innocenzo sesto aveva dato l'incarico di consolidare le for?ficazioni dello Stato pon?ficio. Il Torrione poligonale fu realizzato successivamente. La Rocca presenta una cerchia muraria a forma di trapezio realizzata in pietra rosa, con torri ad ogni angolo. Al centro si innalza un mas?o, alto 5 piani, che ospita quaCro locali raggiungibili con una scala a chiocciola. Oggi la Rocca è visitabile, mostre di strumen? musicali e armi medievali. All'interno della fortezza furono girate nel 1972 alcune scene di “Fratello sole, sorella luna” celebre film del regista Zeffirelli. 4) ROCCA DI SPOLETO 1363-1367 La Rocca di Spoleto deCa anche Rocca Albornoz eh situata sulla sommità di un colle a Spoleto. Essa è il più importante baluardo del sistema di for?ficazioni voluto da Papa Innocenzo VI per rafforzare militarmente i territori pon?fici. Fu costruita soCo la supervisione del cardinale Egidio Albornoz e su progeCo dell'architeCo MaCeo GaCaponi. Successive ristruCurazioni ammodernamen? hanno conferito la struCura anche le caraCeris?che di una residenza signorile; infaZ, nel corso dei secoli essa ha ospitato mol? personaggi, tra cui anche alcuni pontefici come Bonifacio IX e Niccolò V. Ha una pianta reCangolare con quaCro torri angolari; è divisa in due par?. I due cor?li sono il Cor?le delle armi, des?nato alle truppe, e il Cor?le d'onore. Nel diciannovesimo secolo bene u?lizzata come carcere. Oggi dopo importan? restaurazioni e sede museale e ospita la Scuola europea di conservazione e restauro del libro an?co. 5) FORTEZZA MALATESTA AD ASCOLI 1540-1543 È stata costruita per la difesa della ciCà. Venne edificata a par?re dal 1540 su incarico di Papa Paolo III Farnese che affidò ad Antonio da Sangallo il Giovane il progeCo di ristruCurazione di una Rocca del 1300, (voluta da GaleoCo I Malatesta, al tempo signore di Ascoli. Di questa è conservata la torre quadrangolare ed il nome) La fortezza ha una pianta stellata di forma irregolare, per inglobare la costruzione precedente e la chiesa di Santa Maria del Lago (a pianta dodecagonale, sconsacrata). I lavori durarono solamente tre anni. Nel ‘700 la fortezza fu trasformata in caserma e carcere fino a quasi tuCo il xx secolo. Dal 2012, dopo un lungo ed aCento restauro, è sede del Museo dell'Alto Medioevo. 6) ROCCA DI OFFAGNA Una delle principali fortezze delle Marche. Venne faCa e ridere dalla Repubblica di Ancona a par?re dal 1454, per difendere i suoi possedimen? sulla terraferma. Ecco costruita sulla cima di una rupe ed era collegata al paese da due pon? levatoi (uno per i pedoni e uno des?nato a carri e cavalieri) grazie ai quali poteva rimanere, in caso di aCacco, completamente isolata. Ha una pianta quadrilatera, ideata per resistere anche alle nuove armi da fuoco; Un imponente mas?o centrale e due torri più piccole. Al terzo piano del mas?o, l'unico dotato di camino, viveva il castellano. Le mura con camminamen? di ronda sono merlate alla ghibellina, (merli accoda di rondine). All'interno delle mura vi erano presen? struCure in legno che però sono andate perse. La Rocca oggi è un museo di armi an?che. 7) ROCCA DI SENIGALLIA deCa anche Rocca Roveresca. Risultato di varie fasi costruZve. ArchiteCura militare, scopo difensivo. Una torre for?ficata tra la ciCà e il mare esisteva sin dai tempi degli an?chi romani à questa costruzione venne inglobata in età medievale da una nuova torre costruita con grossi blocchi reCangolari. Nel 1350 il cardinale albornoz inizio i lavori per trasformare la torre in una vera e propria fortezza. Ques? lavori furono poi prosegui? dai Malatesta e successivamente dai Della Rovere (signori della ciCà fino al 1631). Fu per volontà di Giovanni della rovere che la Rocca assunse l'aspeCo aCualeà ProgeCo di Pontelli che circonda il corpo centrale con una nuova struCura difensiva, a pianta quadrilatera con agli angoli quaCro torrioni circolari. Nel dicioCesimo secolo fu trasformata in carcere poi in orfanotrofio; oggi ospita mostre ed even? musicali 8) ROCCA COSTANZA A PESARO Chiamata così perché costruita per volontà di Costanza Sforza, tra il 1474 e il 1483, nell'area di un quar?ere orientale della ciCà che venne raso al suolo per farle posto. Per secoli la più importante for?ficazione della ciCà. ProgeCata probabilmente da Giorgio Marchesi, il quale morì a can?ere ancora aperto. Lavori proseguirono soCo la guida di Cherubino da Milano. Cesare Borgia che occupò e governò la ciCà per qualche anno nel 500, ordino che venisse faCa confluire l'acqua dell'Adria?co nel fossato della Rocca, su probabile consiglio di Leonardo da Vinci. I lavori di completamento della Rocca furono esegui? dagli Sforza. La Rocca costanza divenne un modello di riferimento anche internazionale; presenta una pianta quadrata con torrioni cilindrici ai ver?ci. Nel 1864 fu trasformato in carcere. Oggi è sede es?va di even? culturali tra cui quelli del Rossini Opera Fes?val. 9) ROCCA DI CAGLI Torrione di Cagli E quanto rimane dell'ambizioso edificio dell'architeCo Francesco di Giorgio Mar?ni, che riceveCe l'incarico da Federico di Montefeltro nel 1481. La fine dei lavori è databile al 1489. Cesare Borgia divenuto padrone della ciCà nel 1502 iniziò a smantellarla. Il duca guidobaldo da Montefeltro con un bando del 1511 divieto di appropriarsi delle pietre della Rocca. Su quanto era rimasto in piedi della fortezza in seguito sarebbe stato costruito il convento dei Cappuccini. L'architeCo Francesco di Giorgio Mar?ni descrisse deCagliatamente, nel suo traCato di architeCura civile e militare, il progeCo della Rocca grazie al quale è possibile ricostruire l'aspeCo originario della struCura: composto da una for?ficazione e da un Torrione difensivo. La Rocca vera e propria era dotata di un mas?o in pietra a pianta triangolare. Questa possente torre conteneva una grande cisterna un mulino a mano un forno un magazzino una prigione e una stufa che serviva per portare a temperatura all'olio bollente da geCare contro i nemici. Alla base del maschio due solidi torrioni sporgevano tanto da creare un cor?le. Di tuZ ques? elemen? nulla aggiunto fino ad oggi. È sopravvissuto invece il Torrione di forma elissoidale chi era a valle della Rocca e presenta 5 piani il raggiunge un ampio ballatoio sulla sommità. Il Torrione è stato recentemente restaurato ed adibito a sede di un Centro di Scultura d'Arte contemporanea. CASTELLI, ROCCHE E FORTEZZE IN ABRUZZO E MOLISE Magnifici castelli rocche e fortezze sono la tes?monianza della tormentata stagione delle guerre di conquista che segnarono l'Abruzzo e il Molise tra il 1200 eil 1500 I territori che coincidono con le aCuali regioni di Abruzzo e Molise hanno faCo parte del Regno di Sicilia del Regno di Napoli e del Regno delle due Sicilie. L'Abruzzo visse un momento di straordinaria fioritura ar?s?ca e culturale soCo il Regno di Federico II di Svevia, il quale fondò nel 1230 l'Aquila. SoCo gli Angioini il territorio fu diviso in Abruzzo Ulteriore, Abruzzo Citeriore e Contado del Molise. Nel 1442 terminò la dominazione angioina e il Meridione d'Italia passò agli Aragonesi. Quindi a causa delle guerre d'Italia e il Regno Di Napoli perse la sua indipendenza e il meridione fu governato da potenze straniere. (I Vicerè spagnoli) L'Aquila fino ad allora una delle ciCà più poten? del Regno, colpevole di aver faCo parte della lega an?spagnola, fu occupata militarmente, saccheggiata e costreCa a pagare una tassa molto ingente. Perse ogni forma di autonomia e decadde. 1) CASTELLO MONFORTE A CAMPOBASSO Si trova sulla cima del Monte che sovrasta la ciCà. Costruito prima del 1375. ACuale fortezza fruCo di una parziale ricostruzione, infaZ, fu danneggiato gravemente da un terremoto nel 1456 e il suo proprietario lo fece restaurare e ingrandire. Massiccia struCura su pianta quadrilatera; ha una grande torre reCangolare, mura imponen? (aperte solo da feritoie e da piccole finestre) coronate da una merlatura guelfa, con semplici merli reCangolari. L'ingresso principale era rivolto verso la ciCà si poteva raggiungere solo aCraverso un ponte levatoio. I soCerranei sono molto estesi. La loro funzione non è stata del tuCo chiarita: Cisterne, rifugi o prigioni. 2) CASTELLO DI ROCCASCALEGNA StruCura difensiva abruzzese, che si trova nell'omonimo comune in provincia di Chie? sulla cima di una sporgenza rocciosa a strapiombo. Il castello fu costruito fra l'undicesimo e il dodicesimo secolo. Subì numerosi ampliamen? e ristruCurazioni; gli interven? più importan? vennero realizza? nel XVI secolo, quando furono ricostruite le mura prive di merlature, vennero rinforzate le vecchie torri e fu edificata una nuova torre di forma circolare. Nel dicioCesimo secolo il castello fu abbandonato e cadde in rovina. Gli ul?mi proprietari, i Croce Nanni, lo donarono al Comune di Roccascalegna che lo restaurò negli anni 90 del ventesimo secolo ed è oggi visitabile. 3) CASTELLO DI ORTONA For?ficazione aragonese che si trova su un promontorio a strapiombo sul mare. La prima costruzione risalirebbe al 1492, anche se si ipo?zza che l'origine sia molto più an?ca e che i lavori del 400 siano sta? solo di adaCamento e di parziale ricostruzione. Base trapezoidale, quaCro torri angolari cilindriche (oggi sopravvissute solo tre). Ingresso a metà altezza della torre sud ovest, e ad arco a tuCo sesto e privo di elemen? decora?vi; vi si accede tramite una passerella in pietra poggiante su tre ampie arcate cieche. Le mura presentano la parte inferiore inclinata e la superiore perfeCamente ver?cale. Le torri sono aperte da grandi finestre ornate da cornici; le piccole finestre ricavate nello spessore delle mura sono invece cannoniere e aperture da fuoco. All'interno del perimetro si trovava l'edificio residenziale. Il castello dopo decenni di abbandono è stato gravemente danneggiato durante la Seconda guerra mondiale; una frana nel 1940 l'ho quasi completamente distruCo. Dal 2001 al 2009 è stato oggeCo di un complesso intervento di restauro e consolidamento. Oggi è nuovamente aperto al pubblico. 4) CASTELLO DELL’AQUILA Noto anche come Forte Spagnolo è una fortezza costruita dagli spagnoli nella prima metà del 500, con lo scopo di rafforzamento militare ma sopraCuCo per mostrare ai ciCadini un segno tangibile del potere della nuova dominazione. La prima costruzione deCa “La Castellina” venne completata nel 1530. Nel 1534 Pedro Luis Escrivà di Valencia Inizio l'ingrandimento della Castellina, ordinando la distruzione di un intero quar?ere. Il forte, tuCavia, non fu mai completato né fu mai sfruCato per importan? azioni militari. Ho una pianta quadrata con quaCro angoli rafforza? da massicci bas?oni a punta di lancia, ognuno dei quali segue la direzione dei quaCro pun? cardinali. La loro par?colarissima forma li rende idonei resistere alle cannonate. Ogni lato misura 130 m. Il forte è inoltre circondato da un largo e profondo fossato. Questa ?pologia ricorda quella di analoghe fortezze come il castello di BarleCa il castello di Coper?no. Nel 600 venne u?lizzato dal governatore spagnolo come residenza poi fu per lungo tempo un carcere. Durante la Seconda guerra mondiale fu u?lizzato dalle truppe d'occupazione tedesche come comando e prigione. Negli anni 50 del XX secolo è stato restaurato, dichiarato monumento nazionale ed è oggi sede del museo nazionale d'Abruzzo. Al suo interno ospita un auditorium e una sala conferenze. È stato gravemente danneggiato dal terremoto che ha colpito l'Abruzzo nel 2009 per questo mo?vo non è più agibile e sono ancora in corso i lavori di ristruCurazione. 5) CASTELLO DI CELANO Il castello di Celano o castello Piccolomini è un edificio for?ficato che si trova nel centro storico di Celano (AQ). Venne costruito sul sito di una precedente for?ficazione, a par?re dal 1356 per volontà dei con? di Celano. Questa semplice for?ficazione venne ingrandita nel 1392 portando a 11 le torri della cinta muraria. Nel 1451 Lionello Acclozamora, divenuto conte di Celano, costruì all'interno il castello vero e proprio, a pianta reCangolare con quaCro torri angolari quadrate, dotate di merlatura. Nel 1463 Antonio Todeschini Piccolomini ne oCenne la proprietà e lo trasformò in un sontuoso palazzo residenziale for?ficato, alzandolo di un piano e aprendo nuove finestre reCangolari. Un disastroso terremoto nel 1915 lo danneggiò gravemente; un lungo intervento di restauro iniziato nel 1940 è concluso nel 1960 lo hanno riportato all'an?co splendore. Grazie al ricco repertorio fotografico è stato possibile ricostruire fedelmente le struCure distruCe. Oggi è ges?to dal Ministero dei Beni e delle AZvità culturali e del Turismo e ospita il Museo d'arte sacra della Marsica. DAI GIGANTI DI MONT’E PRAMA A BIDDAS, IL MUSEO DEI VILLAGGI ABBANDONATI 1) I GIGANTI DI MONT'E PRAMA (MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI CAGLIARI E MUSEO CIVICO GIOVANNI MARONGIU DI CABRAS) Zona della penisola del Sinis Emersi e con?nuano ad emergere i cosiddeZ “Gigan? di Mon’e Prama” dal nome della collina soCo la quale giacciono in una necropoli da circa 2800 anni. Sono i grandiosi tes?moni della civiltà nuragica che segnala la storia dell'isola all'inizio dell'età del ferro. La necropoli di Mont’e Prama probabilmente doveva cos?tuire lo spazio funerario riservato a un gruppo familiare dominante nella società nuragica tanta gente è potente ed avere i mezzi per realizzare statue antropomorfe enormi. Esse erano allinea? a ridosso della necropoli lungo la strada alla base della collina possa presumibilmente a difesa dei mor?. I primi ritrovamen? risalgono al Marzo del 1974 quando due contadini video emergere dalla terra pietre levigate e decorate che si dis?nguevano dai soli? sassi. Seguirono diversi interven? di scavo e di recupero tra il 1975 e il 1979 che portarono alla luce numerose sepolture coperte da frammen? di sculture. Ques? ul?mi soCopos? al restauro fra il 2007 e il 2011 hanno res?tuito 28 statue in tuCo esposte temporaneamente presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e il Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras. Nel maggio 2014 sono riprese le indagini sul sito di Mont’e Prama che hanno portato all'iden?ficazione di nuovi gigan? e di nuove sepolture in corso di studio. 2) BIDDAS, IL MUSEO DEI VILLAGGI ABBANDONATI DELLA SARDEGNA, A SORSO (SASSARI) Nel Biddas, museo alles?to nel palazzo baronale di sorso, si vuole far maturare consapevolezza e sensibilità verso il dramma?co fenomeno dell'abbandono dei villaggi e dei paesi, fenomeno non solo del passato ma anche e sopraCuCo del presente (infaZ biddas in sardo sono i villaggi). Il museo accoglie i suoi visitatori con immagini del presente: le immagini del centro storico dell'Aquila devastata dal sisma, la ciCà di Beirut distruCa dalla guerra. Sono infaZ tan? e diversi i mo?vi per cui un paese si spopola: calamità naturali confliZ o semplicemente la ricerca dei migliori occasioni di lavoro e di vita. L'abbandono della propria terra tuCavia porta sempre a sacrificare le proprie radici. Il fondatore di questo museo è il professor Marco Milanese che spiega come si parta dallo spopolamento aCuale, illustrandone le varie cause per tornare indietro nel tempo e ripercorrere lo spopolamento nella storia. Lo spopolamento è un problema struCurale per la Sardegna; già dagli anni 50 del secolo scorso Il paese di osini fu abbandonato a causa di una frana e ricostruito da zero. Quello dei villaggi abbandona? in Sardegna un caso storico molto importante e poco noto esistono infaZ fra i 500 e gli 800 villaggi medievali e post medievali nelle campagne sarde. Questo è un patrimonio culturale è fondamentale per ricostruire la storia demografica paesaggis?ca economica e sociale della regione dalla tarda an?chità fino ad oggi. Domino non solo poco noto ma des?nato a rimanere sconosciuto. Il museo è stato concepito inizialmente intorno al sito di Geridu, un grande villaggio medievale abbandonato che all'inizio del 1300 aveva circa 1500 abitan?. In seguito alle indagini archeologiche sono state riconosciute e ricostruite le abitazioni i luoghi del potere poli?co amministra?vo ma anche le aZvità economiche e produZve. Nel museo è presente anche la ricostruzione di una delle sue case nella quale vi sarà consen?to entrare. Carina questa. EMERGENZE ARCHEOLOGICHE IN SICILIA In età an?ca la Sicilia era abitata dai siculi che convivevano con i fenici e con i greci I Fenici fondarono varie ciCà. Nel VIII secolo a.C. insediamen? dei Greci che fondarono numerose ciCà Le colonie greche rivendicarono autonomia poli?ca e diventando così Sta? sovrani. Le popolazioni della Magna Grecia conservarono lingua cul? e costumi della Grecia; quindi, dobbiamo guardare anche ad essi quando si parla di arte, leCeratura e filosofia greca. 1) TEMPIO DI ERA A SELINUNTE CiCà fondata nel 650 a.C. dai greci, nome deriva da sélinon, sedano selva?co, che ancora oggi cresce abbondantemente nei suoi dintorni. Selinunte fu aCaccata e distruCa dai Cartaginesi nel 409 a.C. I res? della ciCà formano oggi uno dei parchi archeologici più grandi d’Europa; purtroppo, i suoi templi molto rovina?. Recen? restauri hanno permesso di ricostruire quasi completamente il Tempio di Era e il Tempio C. Esso fu costruito secondo l’ordine dorico nella metà del VI secolo a.C. È periptero esas?lo ->con 6 colonne sulla facciata. Il naos è privo di colonne interne era dotato di pronaos e opistodomos. 2) TEMPIO C DI SELINUNTE -risale al 550 a.C. più an?co, non sappiamo a quale divinità fosse dedicato. -costruito all’interno dell’acropoli ciCadina, crollò con un terremoto -ricostruito nel 1925 con 14 colonne su 17 -tempio periptero esas?lo, con 6 colonne sulla facciata. -caraCeri arcaici dell’edificio: scalinata di 8 gradini; ves?bolo con seconda fila di colonne, pronaos, naos e adyton (sos?tuiva l’opistodomos ed era accessibile solo dall’interno); proporzioni delle colonne; pianta streCa e lunga. -ricca decorazione templare di cui è rimasto una testa di gorgone, tre metope della facciata che rappresentano: la quadriga di Apollo, Perseo che decapita Medusa alla presenza di Atena, Eracle che porta via i Cèrcopi a testa in giù. Queste opere sono oggi conservate al Museo Archeologico di Palermo. 3) TEMPIO DI SEGESTA -ciCà fondata dagli Elimi, ricca e fiorente come tes?moniano 2 monumen?: Tempio di Segesta e il suo teatro. Il Tempio fu costruito alla fine del V secolo a.C. fuori dalle mura urbane -a pianta reCangolare, periptero ed esas?lo (cioè giro completo di colonne e con 6 colonne in ogni facciata) -sembra non sia mai stato completato e decorato in quanto manca la cella e non c’è mai stato un teCo, forse a causa di una guerra. Un’ipotesi è che colonnato circondi uno spazio aperto come una sorta di recinto sacro (tempio ipetro) usato per ri? locali. La par?colarità di questo tempio è che nonostante sembri un tempio dorico, si traCa di un tempio che però non greco, perché costruito dagli Elimi di Segesta, ma con forme elleniche. -tracce di fondazione della cella mantengono l’ipotesi che il tempio non sia mai stato completato 4) TEATRO DI SEGESTA Fu realizzato nel III secolo a.C. sulla cima più alta del monte Barbaro. È orientato verso il golfo di Castellammare e consen?va al pubblico di ammirare, oltre alla scena, il panorama. Pur non essendo Segesta una ciCà greca, il teatro rispeCa la ?pologia teatrale ellenica: è cos?tuito da orchestra semicircolare alle spalle c’era la scena, oggi persa; il koilon con i gradoni per gli speCatori si sviluppa seguendo la curva dell’orchestra (in grado di contenere circa 4000 persone). Esso però non è scavato nella roccia ma costruito in elevazione (come faranno poi i Romani). È diviso in due seCori da un corridoio centrale, il diazoma. Il secondo seCore è quasi del tuCo scomparso. Un sistema di corridoi soCerranei veniva usato per il passaggio degli aCori. Il Teatro di Segesta è ancora usato in estate per rappresentazioni teatrali. 5) TEATRO DI SIRACUSA Uno dei più importan? teatri greci giun? fino a noi. Venne costruito all’inizio de V secolo a.C. sulle pendici del colle Temenite. ArchiteCo Damocopo AspeCo aCuale risultato di ristruCurazione tra il 238 e 215 a.C. per ingrandire l’edificio. Il teatro presenta, aCorno ad un’orchestra semicricolare, un ampio koilon con 15 mila pos?, 67 ordini di gradoni scava? nella roccia. Corridoio a metà altezza (diazoma) la separa in due seCori (superiore quasi del tuCo scomparso). La scena fu completamente smantellata dagli spagnoli nel ‘500 per costruire le nuove for?ficazioni intorno a Or?gia Dal 1914 per inizia?va dell’Is?tuto nazionale del dramma an?co, ogni anno ospita una stagione teatrale con tragedie e commedie greche. 6) TEATRO DI TAORMINA Realizzato nel III secolo a.C. era legato a un piccolo santuario di cui restano poche tracce. In età romana il teatro viene ristruCurato per ospitare i ludi gladiatori, combaZmen? tra gladiatori, e le vena/ones, loCa tra gladiatori e animali feroci. Orchestra trasformata in una piccola arena e dal koilon vengono eliminate le gradinate inferiori per creare un corridoio a volta, necessario per l’ingresso degli animali. Con la caduta dell’impero il teatro cade in abbandono. Negli anni ’50 del ‘900 viene restaurato, recuperando una capienza di 4500 pos? e la sua an?ca funzione: è infaZ sede di speCacoli teatrali, concer?, opere liriche… Dal 1983 è anche sede del Taormina Film Fes?val.

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