Riassunto Semiotica del Testo PDF
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Università della Calabria (UNICAL)
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This document is a summary of semiotics of text, covering 35 pages. It details the concepts and principles of semiotics, and applies these to texts.
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Riassunto Semiotica del Testo Semiotica Università della Calabria (UNICAL) 35 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5...
Riassunto Semiotica del Testo Semiotica Università della Calabria (UNICAL) 35 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU CHE COS’E’ LA SEMIOTICA DEL TESTO? – I PRINCIPI DI TESTUALITA’ Quando parliamo di semiotica del testo ci riferiamo ad una disciplina non da intendersi come subordinata alla semiotica tout court ma come sinonimo di essa, questo perché alla base della semiotica del testo così come alla base della semiotica tout court, c’è il segno; infatti, la semiotica è una scienza che studia i segni nell’ambito della vita sociale e delle pratiche alla sua base. I due padri della semiotica sono Ferdinand de Saussure e Charles Sanders Pierce e ci riguardano perché alla semiotica del testo si arriva secondo entrambe le teorie. Ciò che è importante considerare per la semiotica del testo la concatenazione di segni linguistici. De Saussure ha un approccio strutturale e che considera il segno come un’entità diadica che attiene alla lingua il cui oggetto immediato rientra nella definizione di segno composto da immagine acustica e concetto Nell’ambito della semiotica del testo, il processo di concatenazione con altri segni linguistici avviene sulla base dei principi sintagmatici e paradigmatici. Un segno linguistico dev’essere agganciato ad un altro segno linguistico in modo tale da produrre un’entità segnica più ampia e questo principio avviene attraverso il meccanismo di associazione e sostituzione. Il meccanismo di associazione è supportato dalle nostre conoscenze e sul riconoscimento delle regole grammaticali che ci consentono di costruire una struttura di una frase. Il principio paradigmatico invece fa riferimento a quei segni che ci servono per argomentare in misura maggiore. Sul fronte di Pierce la concatenazione dei segni non avviene per mezzo dei principi sintagmatici e paradigmatici ma per messo dell’interpretante e della sua capacità di trarre delle inferenze secondo i principi di abduzione, induzione e deduzione. Mentre per Pierce l’inferenza logica è tutto per de Saussure l’inferenza logica avviene sul piano delle regole e sulla necessità di padroneggiarle e operare logicamente per poterle comprendere. Nella semiotica del testo, esso è inevitabilmente legato all’utilizzo di un segno linguistico. Noi parliamo e ci esprimiamo per testi. Gli elementi cardine sui quali un testo si poggia sono la coesione, legata alla concezione di sintagma in quanto si basa sulle regole sintattico grammaticali, e la coerenza tematica, legata alla nozione di paradigma, in quanto ci restituisce la linearità di un testo. Questi due elementi fanno parte dei sette principi di testualità attraverso i quali noi possiamo riconoscere un testo: Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU INTENZIONALITA’: Si tratta della componente volontaria che deve caratterizzare un testo e cioè l’azione dev’essere attuata intenzionalmente, sia che si tratti di un’azione verbale sia lo svolgimento di un’azione pratica. ACCETTABILITA’: deve fare in modo che il testo proposto rientri tra i canoni di accettazione da parte del destinatario che non dev’essere per forza singolo ma collettivo, e non per forza rispettano il requisito dell’accettabilità per tutti. INFORMATIVITA’ Possibilità di fornire nuovi indizi/ significati attraverso la ricostruzione di un testo. Queste non è detto che devono essere nuove ma riconosciute come notizie e cioè il contenuto deve passare. SITUAZIONALITA’: Ha a che vedere con il contesto/ referente e in questo caso entra in gioco un principio di pertinenza che il contenuto informativo di quel testo sia coerente e ben abbinabile al contesto in cui quel testo viene posto in essere. INTERTESTUALITA’: è il fattore che ci consente di saltare da un testo all’altro e cioè inglobare testo diverso nei principi e nei contenuti, nel testo con il quale abbiamo in qualche modo un rapporto. Se si legge un romanzo si riesce anche in chiave intertestuale, ad esempio, a introdurre, man mano che la lettura procede, delle circostanze delle conoscenze e dei testi che attengono alla vita sociale che vigeva in quel periodo storico e queste sono le basi delle inferenze logiche. Per quanto concerne l’intertestualità possiamo l’importanza delle la nozione di enciclopedia di Eco che racchiude in qualche modo il fatto che l’intertestualità non è solo qualcosa di pratico ma caratterizza i nostri criteri conoscitivi e questo ha a che fare sia con quello che viviamo o osserviamo, nel senso che la nozione di enciclopedia ha a che vedere con il fatto che noi saltiamo da un argomento all’altro. Questi sette elementi sono inoltre ancorati ai criteri cognitivi e di ragionamento tipici della nostra mente, per cui anche le nozioni di coesione e coerenza sono riconoscibili con quello che facciamo quotidianamente. LE INFERENZE LOGICHE Le inferenze logiche che vengono studiate in relazione alla semiotica di Pierce sono induzione, abduzione e deduzione. Tra le inferenze logiche Pierce pone particolare accenno sull’abduzione che consiste in un’ipotesi molto simile all’induzione ma che va a marcare la vaghezza stimolando la componente creativa in quanto si cerca di trovare soluzioni diverse rispetto a quelle che si è portati a adottare e nella semiotica di Pierce, l’interprete ha la capacità di trarre delle inferenze logiche a partire dallo scenario segnico che gli si pone davanti. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU Nella semiotica del testo invece subentrano due soggetti che sono l’autore e il lettore empirico, si tratta di una classificazione volta a sottolineare la fisicità dei soggetti operata da Eco, i quali si cimentano rispettivamente uno della stesura dell’opera e l’altro nella fruizione e sono gli unici soggetti fisici in grado di caratterizzare la testualità. Anche nel caso di un testo narrativo tra le inferenze logiche che entrano in gioco spicca l’abduzione. L’autore empirico, infatti, si appella alla componente creativa nel corso della produzione di un’opera letteraria e ricorre all’abduzione in quanto la trama narrativa rappresenta il lancio di una serie di ipotesi che devono rimanere in piedi in modo tale da generare suspance nel lettore e tenerlo ancorato al testo. In quanto alle altre inferenze è bene puntualizzare la differenza che intercorre tra induzione e deduzione. La deduzione viene detta confermante verità perché non dice nulla di nuovo e attraverso essa riusciamo ad arrivare dal generale al particolare mentre l’induzione ampliante verità perché ci consente di attingere a nuove conoscenze. Benché la nostra esperienza si fonda sull’induzione perché questa ci permette di ampliare le nostre conoscenze e ci consente di conformare le dinamiche cognitive che ci caratterizzano, in realtà noi viviamo appellandoci alle deduzioni, perché abbiamo bisogno di certezze che sono il frutto di una lunga conferma di una serie di induzioni. Quindi dalle deduzioni si ricavano le induzioni. La creazione di un’opera letteraria è l’operazione che per antonomasia che ci consente di svelare i principi abduttivi. In tal senso emerge il ragionamento secondo cui noi basiamo sull’induzione tutte le nostre certezze che poi sono divengono deduzioni. Tutto il ragionamento narrativo si basa su concatenazioni induttive. Ma il lancio di queste ipotesi deve appellarsi a tutta una serie di deduzioni che lo stesso sistema narratologico deve confermare. E’ bene specificare che se si costruiscono al contrario le deduzioni e le induzioni, dalle deduzioni si generano delle contraddizioni, mentre dalle induzioni nascono nuove induzioni. LA COMUNICAZIONE Prima di parlare di comunicazione dobbiamo delineare le differenze che intercorrono tra filosofia teoretica e filosofia pratica. La filosofia teoretica o gnoseologia è capace di sviluppare riflessioni sulla conoscenza in termini puri e privi di risvolti creativi. Ma per essere produttiva ogni riflessione deve generare eventi. A tal proposito la filosofia pratica pone la sua riflessione sull’operatività benché contenga sempre una componente teoretica. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU La comunicazione è il criterio di riflessione teoretica più diffuso. Essa consente di attuare questa conversione e quindi di attuare tutte le nozioni comprese attraverso la filosofia pratica. In tal senso il testo narrativo sia uno strumento comunicativo sia conoscitivo e quindi un oggetto che sollecita, causa, determina la riflessione e sia un oggetto che si basa sulla comunicazione che intercorre tra due o più interlocutori e dunque il suo valore etico emerge quando viene messo a disposizione della collettività. Il testo narrativo consente principalmente a tre soggetti di entrare in relazione: il narratore, il lettore e l’autore. Ma è bene ricordare che Colui che parla (nel racconto) non è colui che scrive nella vita e colui che scrive non è colui che è” (R. Barthes). Il narratore è infatti colui che ci racconta la storia e non deve esser confuso con l’autore e allo stesso tempo, l’autore come soggetto della scrittura non va confuso con l’autore come soggetto vivente. La pseudonimia è uno strumento che ci consente di scindere l’uomo dall’autore ma è uno strumento che funziona solo della dimensione extra testuale perché all’interno del testo molto spesso colui che scrive il racconto, ovvero l’autore, finisce inevitabilmente per depositare un’implicita versione di se, generando così la più alta istanza d’emittenza nel testo, ovvero l’autore implicito. Essa consiste nella proiezione dell’autore che può essere ricostruita solo dal lettore attraverso tutte le scelte che l’autore compie. Ma è bene sempre differenziarlo dal narratore che viene creato dall’autore. L’autore implicito non ha voce, non può dirci niente. Esso non ha mezzi diretti di comunicazione, ci “istruisce” in silenzio, attraverso il disegno del tutto. Il lettore ha la possibilità di percepire il contrappunto quando un narratore parla o agisce in evidente disaccordo con quelle norme di cui si fa portavoce, rivelandosi inattendibile. L’inattendibilità del narratore non potrebbe nemmeno essere immaginata se egli non entrasse in conflitto con l’autore implicito. L'istanza ricevente cui sono indirizzati messaggi virtuali dell'autore implicito (colui che possiede la competenza di decodificare il testo, speculare alla competenza di codificare dell'autore implicito) è il lettore implicito. Mentre, la controparte ricettiva del narratore, che è il narratario. Si tratta di figure simboliche intratestuali, prive di fisicità ma che sono le più più importanti all’interno del testo. in questo caso il narratario finisce per essere spesso un espediente col quale l'autore implicito informa il lettore reale su come giocare la parte del lettore implicito. ROMAN JACOBSON E LE FUNZIONI Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU I fattori costitutivi di ogni atto comunicativo sono sei: Un soggetto (emittente) trasmette ad un altro soggetto (ricevente o destinatario) alcune informazioni (messaggio) relative a qualcosa (referente), servendosi di un mezzo fisico di trasmissione (canale) e di un complesso di conoscenze linguistiche comuni a entrambi i soggetti (codice) che rende possibile la comunicazione. A ciascuno dei sei elementi che entrano in gioco nell’interazione comunicativa può essere associata una specifica funzione del linguaggio (individuate da Jakobson): o la funzione espressiva: si focalizza sull’emittente, essa si pone l'obiettivo di manifestare sentimenti pensieri e propositi e quindi va a connotare l’espressione del mittente o La funzione conativa si incentrata sul destinatario al fine di esortarlo ad agire nel modo desiderato dall’emittente; o La funzione referenziale incentrata appunto sul referente in maniera tale da fornire informazioni e chiarimento circa il contenuto del messaggio; o La funzione metalinguistica volta a illustrare il funzionamento le regole e gli elementi che compongono il codice; o La funzione fatica: focalizza principalmente sul canale con l'obiettivo di controllarne il funzionamento; o La funzione poetica concentrata principalmente sul messaggio. Nel testo letterario, domina rispetto a tutte le atre la funzione poetica. Questa mette in risalto il processo di combinazione tra significante (messaggio stesso) e significato (referente) e rende evidente la dicotomia che li separa, costringendo il destinatario a prenderne coscienza. CLASSIFICAZIONE DEI VARI TIPI DI TESTO Il testo si presenta come un’oggetto semiotico, cioè un’entità superiore alla frase e al segno, dotata di un significato coerente che il destinatario può cogliere nel momento in cui entra in relazione con esso. Gli studiosi hanno effettuato una catalogazione dei vari tipi di testo, i quali sono correlati alle funzioni di Jakobson, per mezzo di una pertinenza di fondo. Testo Narrativo Funzione Poetica Messaggio e alla fascinazione della concatenazione simbolica all’interno del messaggio Testo Regolativo Funzione Conativa Destinatario c’è la necessità di imporre delle regole che devono essere comprese e Testo Espositivo Funzione Espressiva Mittente; Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU Testo Descrittivo Funzione Referenziale Si ricollega al referente e al contesto extralinguistico Testo Argomentativo Funzione Fàtica & Funzione Metalinguistica Canale & Codice il testo argomentativo è un tipo di testo che va a confutare o avvallare una particolare tesi Testo Narrativo: Funzione Poetica – Messaggio Il testo Narrativo rivolge particolare attenzione al concetto di tempo. Il concetto che sta alla base concerne l’ intreccio della temporalità seguendo criteri di creatività che il narratore, pilotato dall’autore, decide di adottare. La principale caratteristica del testo narrativo è dunque la sua temporalità intrecciata. Questo fa sì che la sequenzialità che normalmente caratterizza gli avvenimenti viene rivoluzionata per fini narrativi di natura persuasivi, per coinvolgere emotivamente il destinatario. La riorganizzazione del tempo viene classificata in base a due locuzioni latine: Ordo Naturalis: l’ordine che caratterizza gli eventi così come essi si verificano. Abbiamo la descrizione degli eventi originali così come si sono susseguiti. Entra in gioco quando si prenda atto di una concatenazione di eventi; Ordo Artificialis: montaggio operato dall’autore quando decide di affidare ad un narratore l’esposizione. Si inventa un ordine artificiale che non deve rinnegare gli eventi che si sono susseguiti, ma semplicemente riorganizzarli. Attraverso la narrativizzazione gli eventi della sequenza vengono proposti in una maniera diversa e qui entra in gioco la componente creativa. Questa ristrutturazione degli eventi non è che un metodo finalizzato ad attrarre in maniera più efficace i soggetti chiamati a leggere questa sequenza di avvenimenti. Il fine principale del testo narrativo è di coinvolgere. Ovviamente c’è una componente anche informativa, benché la volontà finzionale entri sempre in gioco, infatti una delle caratteristiche fondamentali del testo narrativo è quella di calcare la mano in ciò che si sta trascrivendo, cioè di creare l’intreccio. L’intreccio è il metodo che ci consente di passare dall’ordo naturalis all’ordo artificialis. All’interno del testo narrativo una porzione di indulgenza nei confronti dell’incredulità deve necessariamente entrare in gioco, e c’è un atto volontario sul rifiuto dell’incredulità. Un’altra caratteristica importante, che entra in gioco in qualsiasi testo inteso come creazione scritta è la mancanza di immagini perché esse vengono evocate o sottoforma di testo descrittivo o grazie al ricorso a tratti che si contraddistinguono per la loro condivisibilità che mettono il fruitore del testo nelle condizioni di costruirsi l’immagine suggerita dal testo. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU Testo Espositivo – Funzione Espressiva del Mittente La caratteristica del testo espositivo è la mancanza totale dell’intreccio, esso prevede che vi sia un’esposizione standard dettata dalla natura stessa di questo testo che vuole esporre al lettore delle notizie inerenti a un caso o un problema. Un esempio tipico di testo espositivo è il manuale che peraltro preclude la presenza di immagini. Testo Regolativo: Funzione conativa: Destinatario deve svolgere obbligatoriamente l’azione Il testo regolativo, abbinato alla funzione conativa che afferisce al destinatario, riguarda l’obbligo o l’ordine di compiere una determinata azione, per questa ragione mira alla massima chiarezza. La caratteristica del testo regolativo è quella di regolamentare, imporre e ordinare. Tipico esempio sono le leggi o le norme giuridiche. Il testo regolativo non può ricorrere ad alcuna formula intrecciata. Testo Descrittivo: Funzione Referenziale: Fa riferimento a qualcosa di extralinguistico Il testo descrittivo mette in gioco una minima componente creativa, non per narrativizzare gli eventi, ma perché è possibile costruire un minimo di intreccio. Non è però presente la componente finzionale, altrimenti ci si sposterebbe sul fronte narrativo. Esso si pone l’obiettivo di illustrare un’oggetto, un’ambiente. Testo Argomentativo Il testo argomentativo persegue l’obiettivo di convincere il destinatario della correttezza di una tesi e manifesta chiaramente il proprio fine tramite formule discorsive miranti al ragionamento piuttosto che alla suggestione: Esso propone una tesi seguita dai fatti che la sostengono, vengono poi inseriti dei temi a confutazione che espongono un’antitesi che viene contrastata anch’essa da dei temi a confutazione e le conclusioni finali dovranno determinare la validità della tesi. Il testo argomentativo è immerso nella situazione in cui viene prodotto e per sua natura non tiene conto dei fattori personali e contestuali del destinatario. Inoltre, l’efficacia di una argomentazione non si fonda soltanto sui contenuti, ma anche sulla capacità di esporli e sostenerli dialetticamente. A questo proposito, le principali risorse a disposizione dell’emittente si concretizzano nella possibilità di: Nessi di Causalità: che se immediatamente riscontrabili rendono validi gli argomenti della tesi. Entrano in gioco alcuni elementi di carattere logico, come l’abduzione, l’induzione e la deduzione. Quindi vale il principio logico della deduzione, la confermante verità. Ovviamente anche l’induzione rientra nel testo argomentativo es: terra che gira intorno al sole. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU Autorevolezza del soggetto che sta argomentandoAffidabilità, autorevolezza: Un tempo la veridicità di una proposizione era strettamente legata al soggetto che la enuncia. Oggi esiste ancora, ma è attenuata a vantaggio del contenuto proposto. Coinvolgimento emotivo: una buona argomentazione deva basarsi sì sui principi logici, ma può appellarsi anche al coinvolgimento emotivo, ossia la presa emozionale del destinatario di quella argomentazione. Questo non può essere un fine dell’argomentazione, ma solo un mezzo per affermare ancor meglio la propria tesi. MONDI POSSIBILI – MIMESI E DIEGESI Attraverso il patto finzionale, il lettore è indotto a credere a qualunque circostanza gli venga posta davanti da parte dell’autore e questo avviene grazie alla sospensione dell’incredulità. Il patto finzionale si regolarizza attraverso una tacita adesione convenzionale per poi essere ribadito più volte. Tuttavia esso prevede che sia il lettore che l’autore mantengano un filo di contiguità logica con il mondo quotidiano poiché tra finzione narrativa e realtà quotidiana è sempre necessaria una connessione affinché il lettore possa riuscire a determinare delle coordinate attraverso cui potrà muoversi nel testo. Più ci si sposta sull’inconcepibile e più sarà grande lo sforzo del lettore nel coniugare il possibile della narrazione con il reale di sua conoscenza. È importante specificare che colui che scrive un’opera di finzione non persegue l’obiettivo di mentire al lettore. Questa teorizzazione dei mondi possibili letterari attinge alla teoria della terra gemella la quale cerca di individuare i criteri logici attraverso cui è possibile identificare un mondo parallelo. Si tratta di mondi astratti, non empiricamente reperibili e si ipotizzano delle realtà astratte non riconducibili ma simili a quelle del mondo di partenza. Umberto Eco ci dice che i mondi possibili letterari riguardano la commistione che avviene nei testi narrativi tra le istanze del mondo reale e i riferimenti fantasiosi. A questo proposito personaggi, testi trame e persone possono essere possibili ma inesistenti nel senso che il lettore deve costruire con l’immaginazione degli oggetti inesistenti usando come guida ciò che viene riportato all’interno del testo letterario Umberto Eco introduce la nozione di mondo possibile letterario specificando la presenza elementi che contengono dei significati i quali arrendano il mondo possibile e ci consentono di rinvenire delle entità analoghe, simili o uguali alle entità che siamo in grado di riconoscere tramite le parole nel mondo reale in cui ci muoviamo. Nel mondo possibile tutto è orchestrato a livello logico. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU E’ importante ricordare che in ogni modello letterario è fondamentale il ruolo che svolge la dottrina della mimesi che attiene ad una rappresentazione narrativa in forma imitativa. La mimesi delineata da Platone ne la Repubblica riguarda il modo in cui i racconti vengono esposti, cioè secondo La narrazione semplice che si ha con una narrazione in prima persona La narrazione imitativa che si verifica quando il narratore incarna un personaggio La narrazione mista quando si passa dal discorso diretto al discorso indiretto. Se per Platone la mimesi fa parte della diegesi per Aristotele la diegesi fa parte della mimesi per cui si ha un ribaltamento di questa visione che consente una modellizzazione della realtà esterna. La rappresentazione teatrale rappresenta la manifestazione della mimesi per eccellenza in quanto gli attori, recitando in prima persona assumono il ruolo di narratore auto diegetico. Se consideriamo il punto di vista platonico, il discorso è incentrato sul narratore mentre secondo la visione aristotelica il punto vi sita si incentra sugli arredi del mondo possibile. Se la componente diegetica sul fronte del narratore è più forte quando egli si esprime in terza persona, sul fronte dei mondi possibili questa è più forte quando il mondo possibile esposto è inconcepibile. Viceversa dominerà la componente mimetica nella narrazione quando si narrerà in prima persona così come sarà presente quando ci sarà un grado di sovrapponibilità maggiore con il mondo reale e quindi nel mondo verosimile. Il tasso di sovrapponibilità è graduale: siamo in un testo narrativo, la sovrapponibilità è minima poiché per mezzo dell’ordo artificialis che prevede anche una certa prevalenza della componente creativa, viene dato spazio alle finzioni mentre nel momento in cui il testo regolativo prevede una porzione di sovrapponibilità ridotta per la sua natura. Umberto Eco ha operato una classificazione molto semplice: Mondo possibile letterario verosimile, all’interno del quale sono rispettati i principi fisici che caratterizzano le entità del mondo reale nel quale ci muoviamo. Qui il tasso di sovrapponibilità è alto, ma siamo sempre sotto una affermazione del tipo “c’era una volta”, o all’interno di una situazione narrativa con un incipit che ci fa intendere l’inizio di un testo finzionale. Qui l’apporto creativo del narratore è labile dal punto di vista contenutistico, c’è un minimo di inventiva, in quanto si sta creando una narrazione, ma il narratore è semplicemente un cronista prende atto di determinate situazioni e le riporta, intrecciando gli elementi secondo il criterio da lui scelto. Il ruolo del narratore aumenta man mano che ci si Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU sposta dal mondo verosimile verso gli altri. Egli diventa regista e creatore degli scenari che vengono proposti, artefice della storia e degli elementi che la contraddistinguono. Più si tende al testo inconcepibile, più l’importanza del narratore aumenta: non solo espone, ma crea. Mondo possibile letterario inverosimile: Con questo testo il ruolo del narratore cresce, perché egli comincia a discostarsi dai principi fisici, marcatori invece della tipologia di testo precedente. E quindi può accadere, fin dall’inizio, qualcosa che ci fa drizzare le antenne, qualcosa di inverosimile in relazione a ciò che viene richiamato alla mente dai termini e dai concetti riportati nel testo narrativo. Es: “C’era un principe che governava la Calabria”In Calabria non ci sono principi. Mondo possibile letterario impossibile, qui c’è l’impossibilità di ciò che viene detto, come un animale che parla. Entriamo in un ambito impossibile perché non c’è una eventuale sovrapposizione con la realtà. Quando ci approcciamo ad un testo di qualunque tipo, non possiamo esimerci dall’obbligo di fare un confronto con quelle che sono le coordinate che caratterizzano il mondo reale all’interno del quale ci muoviamo. Se non ci fosse questo avanti e dietro tra i diversi mondi, non potremmo definirli in questo modo, perché non ne avremmo i presupposti. Mondo possibile letterario inconcepibile, qui si raggiunge il più alto grado di assurdità, come viaggiare nel tempo, o un mondo magico. Qui scatta il meccanismo della totale assenza di sovrapponibilità contenutistica, in termini di dinamiche comportamentali evocate. Ma è sempre presente un ancoraggio con elementi della realtà, non fosse altro per consentirci di capire che il testo al quale approcciamo è inconcepibile e ciò non può essere sottointeso. Nel momento in cui viene creato il racconto abbiamo il ricorso all’abduzione da parte dell’autore questo perché essa rimanda alla componente creativa e alla possibilità di dare forma a delle ipotesi narrative che vengono attribuite ai personaggi all’intreccio o alla fabula da parte dello scrittore. Tutto ciò rimanda dunque a quelle conoscenze condivise sia dall’autore che dallo scrittore. Pierce considera l’abduzione come un percorso inferenziale che trae origine da delle ipotesi e nel caso della narrativa essa viene impiegata laddove risulta più efficace IL NARRATORE Il racconto si configura come il resoconto dell’impressione che di esso ha avuto qualcuno, più o meno implicato negli eventi. L’analisi del tempo finisce spesso per incrociare l’analisi della posizione del narratore rispetto alla storia. Nel momento in cui decidiamo di scrivere un testo, esponiamo una serie di eventi e prende piede la componente diegetica. Nel testo scritto la componente mimetica deriva dalla comprensione del testo. Questo avviene grazie al tipo di discorso utilizzato dal narratore: Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU Discorso immediato: parliamo del discorso in prima persona dove vi è l’immediata esibizione della situazione vissuta dal narratore in quel preciso momento e che viene immediatamente raccontata come un avvenimento in atto. Per questo motivo questa tipologia di discorso presenta un elevato tasso di mimesi. Discorso diretto: viene esposto in prima persona ma è marcato da un punto di vista grafico in modo tale da per far capire a chi legge il romanzo che il discorso sta passando in quel momento come discorso diretto. Qui il tasso di mimesi è sempre elevato ma è sempre più lieve rispetto al discorso immediato. Discorso indiretto: Il discorso indiretto libero a differenza del discorso indiretto è esposto in terza persona ma la principale caratteristica è dall’assenza dei verbi dichiarativi quindi c’è un salto che ci consente di sancire un più elevato tasso di mimesi nel discorso indiretto libero rispetto a quello Narrativizzato. Il Discorso narrativizzato dove il racconto personale degli eventi scompare.. Il narratore priva il personaggio delle sue parole e riduce l'enunciato a un avvenimento non distinto dagli altri della storia. Viene esposto tutto in terza persona con l’uso di verbi dichiarativi. Il discorso narrativizzato rappresenta in massimo della diegesi e il minimo di mimesi. Il convitato di pietra in questo senso è il narratore che collabora e si completa con il narratario ovvero l’istanza ricettiva relativa al narratore. Roland Barthes ha stilato una schematizzazione composta da 3 livelli narrativi: Il livello delle funzioni Il livello delle azioni; Il livello della narrazione. Riguardo le funzioni bisogna distinguere le unità narrative indispensabili per l’assetto testuale dalla storia da quelle che sono solo volte a riempire lo spazio. Parliamo quindi di Nuclei volti a costituire la struttura narrativa del testo e le catalisi che sono secondarie e la loro assenza non ostacola la narrazione. All’interno delle funzioni ritroviamo gli indizi, che sono utili a delineare un’atmosfera e gli informanti ovvero elementi in più che possono essere omessi e che non sono fondamentali nella narrazione Le azioni invece sono necessariamente presenti in una narrazione e sono il frutto dell’equilibrio tra essere e fare, non solo le azioni come modi di agire ma anche le conseguenze che vanno a puntellare il carattere del personaggio. Il terzo livello è quello della narrazione in cui si realizza la correlazione tra il personaggio e il narratore il quale, com’è noto, può essere definito omodiegetico, autodiegetico o eterodiegetico Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU Narratore autodiegetico: quando il narratore assume il ruolo di personaggio principale e fa la diegesi di sé stesso. Egli porrà in atto direttamente i vari tipi di discorso, dando una conformazione alla storia Narratore Omodiegetico: narratore è presente nella storia sottoforma di personaggio secondario. Egli gioca alla pari con alcuni personaggi ed ha una conoscenza limitata degli eventi per cui non ha una visione complessiva come il narratore auto diegetico. Narratore eterodiegetico: rappresenta la voce fuoricampo, ha una competenza che va aldilà degli altri narratori in quanto è un tipo di narratore sovraordinato che esercita un dominio della narrativizzazione in quanto è esterno alla storia. Se parliamo di un narratore eterodiegetico che è quindi esterno alla narrazione subentreranno dei codici particolari in grado di far comprendere al lettore le sfaccettature del personaggio. Questi codici secondo Steaphen Heath sono: Il codice proairetico: entra in campo tutte le volte in cui le azioni del racconto si organizzano in termini di prevedibilità a partire dalla verosimiglianza e dall’opinione comune. Quando il fruitore del testo è sprovvisto delle coordinate utili a comprendere ciò che viene raccontato si verifica una carenza di codice proairetico, la quale può essere colmata se l’autore generalizza nel discorso. Senza queste coordinate mancherebbe la coerenza tematica, pertanto, non comprenderemmo l’oggetto del discorso. Per cui una mancanza di questo codice potrebbe generare incomprensioni molto gravi nel lettore perché colui che narra in questo caso non ha i piedi nella storia. Una mancanza di codice proairetico può essere colmata attraverso altri codici che sono comunque relativi Il codice culturale che riguarda i saperi su cui il racconto si basa o ai quali il racconto rimanda. Il codice semantico/semico: Il narratore, per colmare una mancanza, si appella al principio fondante del ragionamento semiotico connaturato alla nostra comprensione secondo cui qualcosa sta a qualcos’altro e pertanto si appella in maniera naturale alla capacità cognitiva del lettore. Il codice ermeneutico: il narratore che distribuisce gli elementi presenti nel testo in modo tale da generare uno spunto interpretativo. Significa letteralmente interpretazione ed è strettamente correlato agli altri tipi di codice. Il codice simbolico: simile al codice culturale e strettamente legato al codice semico per via del simbolo che è appunto una tipologia di segno. Il narratore si appella a questo codice quando sa di rivolgersi a lettori che condividono i suoi stessi codici simbolici. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU Nell’adozione del punto di vista nella storia il narratore può operare una focalizzazione interna e cioè quando il narratore conforma il proprio filtro percettivo a quello di un personaggio, una focalizzazione zero quando il narratore osserva i fatti da ogni angolazione, o una focalizzazione esterna adotta un punto di vista limitato e lascia che siano i personaggi a raccontarci i loro sentimenti, le loro emozioni o le loro impressioni. Inoltre, la focalizzazione non necessariamente resta costante per tutta la durata di un racconto, ma si possono verificare due tipi di infrazioni possibili: – Le parallissi (atto di tralasciare qualcosa che si dovrebbe prendere) quando il racconto fornisce meno informazioni rispetto a quelle necessarie per la comprensione della storia, il narratore a questo punto passa dalla focalizzazione zero alla focalizzazione interna o esterna e differisce o tralascia la spiegazione degli eventi; – Le parallessi (atto di prendere qualcosa che si dovrebbe tralasciare) quando il racconto fornisce più informazioni sulla storia di quanto non sia concesso dal regime di focalizzazione che lo determina e il narratore, con un passaggio da un sapere limitato e inferiore a quello dei personaggi a un sapere più estero, viene messo in grado di raccontare gli eventi. I VARI TIPI DI NARRAZIONE La narrazione può dunque essere: - Ulteriore se è successiva alla storia e il racconto è al passato (es. la maggioranza dei romanzi e racconti ottocenteschi); - Anteriore se è precedente alla storia e il racconto è al futuro (es. racconti predittivi come profetici, oracolari, apocalittici, ecc – come il finale esplosivo della Coscienza di Zeno); - Simultanea se è contemporanea alla storia e il racconto è al presente (tipologia ricorrente nel romanzo novecentesco); - Intercalata invece è tipica dei romanzi epistolari, che prendono spunto da lettere o da altri romanzi e dunque hanno origine da altre narrazioni; quindi, in questo caso la narrazione intercalata indica la propria temporalità alla temporalità di altre narrazioni. Diegesi e Metadiegesi In questo contesto riemerge la diegesi che viene abbinata ad una sotto diegesi. Si instaura dunque un rapporto tra della linea narrativa principale e cioè la diegesi e un’apertura diegetica all’interno della diegesi principale e cioè la meta diegesi. In questo contesto parleremo di diegesi intesa come racconto e di mimesi intesa come rappresentazione anche se è bene ricordare che ci sono varie correnti di pensiero. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU La metadiegesi è un si tratta di un microcontesto narrativo presente nel macrocontesto della narrazione principale Il rapporto che può intercorrere tra diegesi e metadiegesi e di tipo: Esplicativo/Esplicante: La metadiegesi ha l’obiettivo di esplicitare meglio la diegesi e quindi la macro narrazione. In assenza della metadiegesi la diegesi si impoverisce. Rapporto Tematico: C’è solo una coerenza tematica. La metadiegesi non funziona da chiarimento perché ha a che fare con la stessa linea tematica. Se togliamo la metadiegesi, la diegesi mantiene comunque un senso Nessun Legame: La metadiegesi non partecipa alla costruzione della diegesi. È come se fosse una diegesi parallela all’altra diegesi e non tanto sotto’ordinata. GLI INCIPIT L’incipit rappresenta la porta d’ingresso di una narrazione letteraria. Il termine deriva dal latino incipere che significa iniziare. Si tratta di un varco originario che permette al racconto di espandersi e di diffondere la propria luce. Il primo rigo di un racconto è importante perché ha il compito di catturare l’attenzione del lettore e di sancire il cosiddetto patto finzionale. In un primo momento gli incipit risultavano essere argomenti appannaggio di studi filosofici ma da un certo momento in poi il bacino d’interesse degli incipit si sposta verso discipline legare alla narrazione come la semiotica il che ha ampliato le possibilità dell’autore che ha a disposizione uno spazio iniziale molto più ampio per presentare al meglio tutto ciò che caratterizzerà la storia. Le diverse tipologie di incipit afferiscono a vari tipi di registri: Il registro narrativo è quello più immediato e meno convenzionale e colloca il lettore nel vivo dell’intreccio creato dall’autore ed è per questo motivo che è riconducibile al tipo di incipit noto come in medias res che si caratterizza principalmente per l’attenzione rivolta alle azioni. Esso preclude un ritmo rapido e coinvolgente che apre uno squarcio sugli avvenimenti in cui il lettore viene introdotto sin da subito senza alcun prologo. Il registro descrittivo invece non prevede tale rapidità che persegue l’obiettivo di avviare la narrazione attraverso l’illustrazione di uno scenario a cui fa seguire gli elementi della storia da raccontare. In questo caso la tipologia di incipit da adottare non sarà più l’incipit in medias res. Il registro commentativo invece prevede una pausa iniziale attraverso la quale viene esposto un primo giudizio che consente una comunicazione diretta con il lettore sin da subito. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU L’incipit all’in- principio parte proprio dal principio della storia. A differenza dell’incipit dalla fine, quello all’inprincipio rappresenta l’inizio cronologico del racconto che non stimola l’adozione di strumenti utili a rimettere in ordine la temporalità, cosa che avviene nell’incipit dalla fine che ha un andamento a ritroso che impone l’uso di strumenti utili a spiegare da dove origina quella conclusione. Resta da delineare l’incipit in media verba che a differenza degli altri si caratterizza per la forza poetica delle parole. Quindi non delinea uno scenario, bensì lavora sin da subito con le parole. L’incipit può svolgere una funzione codificante che permette di stabilire il contatto tra narratore e narratario. Possono esserci codificazioni dirette che contemplano uno discorso auto-esplicativo e quelle indirette che lasciano intendere al lettore le chiavi interpretative da adottare. La funzione codificante è strettamente connessa al registro e all’incipit e si articola secondo diverse tipologie: La Funzione seduttiva gioca sull’attrazione emotivo patemica tra narratore e narratatio. E enfatizza il legame soggetto- oggetto di valore, sia il legame lettore opera letteraria. La funzione tematica invece è volta ad esporre gli argomenti che verranno sviluppati nel racconto e può essere esplicita e quindi esporre immediatamente i temi oppure implicita laddove essi vengono veicolati dall’adozione di criteri espressivi. La funzione informativa gioca con ciò che si vuole rivelare e ciò che invece si intende dissimulare La funzione drammatizzante invece mette in movimento la storia narrata utilizzando magari un ritmo più veloce o più lento e riflessivo. Genette ci parla di come sia possibile attraverso tecniche e strumenti analizzare gli elementi strutturali che caratterizzano una narrazione e nel caso degli incipit ce ne sono alcuni che permettono di bilanciare il flusso narrativo A seguito dell’incipit in mesias res viene utilizzata una pausa che consente di frenare il ritmo incalzante degli eventi al fine di contestualizzare e riordinare temporalmente gli eventi cosi da descrivere al meglio lo scenario della narrazione Nell’incipit di tipo descrittivo (dall’in-principio) vengono utilizzate le modalità sommario o scena al fine di velocizzare gli eventi attraverso o una sintetica elencazione di una serie di eventi concatenati oppure tramite un dialogo. L’incipit dalla fine prevede invece l’uso di anacronie e anisocronie che possano riavvolgere il nastro della storia che ritrova il suo inizio nella fine per cui si risponde alla necessità del lettore di comprendere ciò che ha portato a quell’evento. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU 2. Il tempo Il discorso narrativo tende a modulare la temporalità su due livelli: a livello del testo-come-racconto prevede un tempo logico, predisposto secondo un duplice principio di consecutività e di conseguenza; a livello del testo-come-messaggio le istanze comunicative sono immerse in un tempo alogico, che annulla la consecutività e la conseguenza in costante sincronia. Esempio Promessi Sposi che procedono alternando momenti di flusso pieno e lineare (prima che Rendo e Lucia si separassero arrivati a Monza) con momenti di flusso minore e non lineare, persino con momenti di vuoto. Il narratore è sempre attento però ad annunciare al lettore i punti di non coincidenza fra storia e racconto e le variazioni del flusso narrativo. Quando lo scenario dell’azione viene modificato il personaggio A (es. Lucia) viene momentaneamente messo da parte per riportare in primo piano il personaggio B in precedenza abbandonato, le lancette dell’orologio del romanzo vanno indietro, e il tempo viene riportato al momento in cui nel racconto quel personaggio era stato abbandonato, e da lì in poi prosegue lineare (per una sorta di principio di compensazione) fino al momento più avanzato della storia in cui si trova il personaggio A. Questo perché non è possibile raccontare tutti gli avvenimenti in una successione lineare. Dopo 8 capitoli il narratore torna ad occuparsi di Lucia, ma questo ritorno è accompagnato da un’ulteriore sostanziale modifica dell’orologio del romanzo. Gli eventi, che fino a quel punto erano stati registrati con precise e puntuali indicazioni cronologiche e scanditi giorno per giorno, dando al racconto un ritmo relativamente uniforme, d’ora in avanti vengono ordinati a un principio di scansione in unità più ampie (qualche giorno, intere settimane, ecc), finendo con l’ottenere una dizione del tempo irregolare e imprecisa e con un ritmo narrativo sempre meno uniforme e discontinuo, potremmo dire sommario. Il lettore viene puntualmente preparato ai cambiamenti di tempo e di luogo e viene aiutato a muoversi nel racconto senza traumi che non siano prodotti da piacevole stupore; i ritorni spiegano sempre le partenze, gli effetti spiegano le cause, secondo un andamento razionale nulla è lasciato al caso, sforzandosi di risolvere tutti gli enigmi e le questioni via via aperte dal discorso narrativo. Altri esempi di sono gli incipit di due grandi romanzi: - Notre Dame de Paris (1832) di Victor Hugo il narratore è scrupolosissimo nel collocare lungo l’asse del tempo sia l’inizio della storia (6 gennaio 1482) che il momento in cui esso comincia a scrivere (25 luglio 1830). Continuerà poi con meticolosità a descrivere i luoghi in cui la storia si svolgerà e i personaggi che la animeranno. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU - Il nostro comune amico (1865) di Charles Dickens il narratore ci fornisce delle indicazioni spaziali precisissime, ma evita di collocare con esattezza la storia nel tempo. Il tempo del racconto non può essere analizzato senza prendere in considerazione la relazione che il narratore intrattiene con i fatti raccontati (voce) la distanza tra narratore e storia e quindi dal punto di vista che il narratore adotta raccontando la storia (modo). Tutte le mancate coincidenze tra tempo della storia e tempo del racconto, le sospensioni, i ripristini, le compensazioni nella trasmissione delle informazioni, la gestione della suspense, finiscono per lasciar trasparire altrettanti interventi del narratore, evidenziandone la funzione strutturale. Sono tre le tipologie asimmetriche registrabili tra tempo della storia e tempo del racconto: 1. Le relazioni di ordine tra la successione degli avvenimenti nella storia e la loro disposizione nel racconto (prima-durante-dopo); l’attenzione è incentrata sulla storia; 2. Le relazioni di durata tra l’estensione temporale degli avvenimenti nella storia e l’estensione pseudotemporale che viene data loro nel racconto (lunghezza del testo); l’attenzione è incentrata sul bilanciamento tra tempo del racconto e tempo della storia; 3. Le relazioni di frequenza tra le effettive ripetizioni degli eventi nella storia e la capacità di ripetizione degli enunciati nel racconto; l’attenzione è incentrata sulla ripetizione o meno degli enunciati. 2.2 L’ordine Le asimmetrie tra l’ordine di successione degli avvenimenti nella storia e l’ordine di disposizione degli stessi eventi nel racconto sono dette anacronie. La linearità costituzionale della scrittura non è in grado di riprodurre la concomitanza degli eventi, al massimo può simularla riferendo successivamente gli eventi simultanei con opportuni indicatori temporali (es. “nello stesso momento”). Inoltre, una storia è una sequenza di eventi infinitamente scomponibili e ramificati, nessun racconto può esaurirne tutti i dettagli. Al di là dei limiti intrinseci della scrittura narrativa, gli scrittori impiegano spesso le possibilità di sfasatura fra racconto e storia per sollecitare la curiosità e l’attenzione del lettore, facendo assumere al racconto l’espetto di un “sistema di misteri”, questa sfasatura temporale è appunto detta “anacronia”. L’orologio del racconto può trasgredire le leggi del tempo naturale: può essere in anticipo, riferendo qualcosa che rispetto al presente narrativo è ancora lontano dall’accadere, o può essere in ritardo riferendo qualcosa che è accaduto anche molto tempo prima. Stiamo parlando di: Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-semiotica-del-testo-13/8297580/ Downloaded by: kame-5 ([email protected]) SEMIOTICA DEL TESTO – 6 CFU Prolessi manovra narrativa che consiste nel raccontare, o evocare, in anticipo un evento ulteriore; Analessi qualsiasi evocazione, a fatti compiuti, d’un evento anteriore al punto della storia in cui ci si trova (Genette). Sia che si tratti di prolessi o che si tratti di analessi, l’anacronia esiste sempre in un tempo secondo rispetto al tempo primo del presente narrativo. Inizia nel momento della storia in cui il racconto si interrompe per farle posto (che sia in avanti o indietro nel tempo). La distanza temporale dal tempo secondo che può spingersi più o meno lontano dal tempo primo prende il nome di portata; la grandezza di questo salto temporale Mentre chiamiamo punto di portata il punto dell’anacronia più lontano da quello in cui il racconto primo si è arrestato per farle spazio; punto da cui origina l’anacronia Inoltre, il tempo secondo dell’anacronia può coprire un segmento di storia più o meno lungo (un intero giorno, un paio di mesi/anni, fino al punto della storia interrotto, ecc): questa estensione prende il nome di ampiezza)