Capitolo 1 Economia Aziendale PDF

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This document, titled "Capitolo 1 Economia.pdf", is a chapter about the field of business economics. It introduces key concepts and theoretical frameworks within the study of organizational economics.

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Economia Aziendale tra tradizione e innovazione Capitolo 1 L’economia aziendale Agenda L’economia La centralità della persona e i bisogni umani I beni economici per il soddisfacimento dei bisogni I processi decisionali individuali e collettivi L’economia azien...

Economia Aziendale tra tradizione e innovazione Capitolo 1 L’economia aziendale Agenda L’economia La centralità della persona e i bisogni umani I beni economici per il soddisfacimento dei bisogni I processi decisionali individuali e collettivi L’economia aziendale L’attività economica: produzione vs. consumo di beni L’azienda per lo svolgimento dell’attività economica I fattori produttivi fondamentali e le attese di remunerazione: capitale e lavoro La knowledge e la sharing economy La conoscenza: bisogno, bene e fattore produttivo L’azienda per la gestione della conoscenza Dall’economia della conoscenza a quella della condivisione Domande riepilogative 2 L’economia L’economia Quasi tutte le decisioni che prendiamo hanno un riflesso “economico” più o meno significativo Economia à valore à euro In termini di prima approssimazione l’economia ha per oggetto lo studio dei fenomeni e delle risorse a cui è possibile associare un determinato valore (economico) Quali sono le condizioni che portano una determinata risorsa (o fenomeno) ad assumere valore (economico)? 4 L’economia Una risorsa “liberamente” accessibile non presenta alcun valore economico, in quanto nessuno sarebbe disposto a “pagare” un prezzo per essa Al contrario, una risorsa che risulta estremamente difficile da reperire e al contempo estremamente richiesta assume ai nostri occhi un elevato valore Possiamo quindi arrivare a concludere che una determinata risorsa acquisisce valore nel momento in cui ad essa è associato: un certo livello di “utilità” e risulta presente in misura “scarsa” per il soddisfacimento di un determinato bisogno 5 L’economia Attraverso quali modalità si viene a configurare il valore di una determinata risorsa? Quando una risorsa non è presente in misura illimitata siamo disposti a pagarla in misura tanto maggiore quanto più elevata è l’utilità ad essa associata Ogni persona, sulla base dei propri gusti personali, della propria scala di valori etici e morali, delle risorse economiche disponibili e di una serie di altri elementi soggettivi, attribuisce valore diverso ad una medesima risorsa In altri termini, la misura con cui una determinata risorsa soddisfa un bisogno di una persona è una valutazione estremamente soggettiva 6 La centralità della persona e i bisogni umani La vita dell’uomo è, da sempre, caratterizzata dal sorgere di bisogni e dalla ricerca del loro appagamento in un ambiente caratterizzato dalla presenza di risorse scarse. Bisogno: uno stato d’insoddisfazione che si desidera eliminare, dovuto ad un senso di manchevolezza e di disagio. La nascita ed il progressivo sviluppo dell’attività economica è stata sollecitata dalla necessità di soddisfare i bisogni dell’uomo, congiuntamente ad altre attività di natura non economica. Le persone presentano dei bisogni e cercano di trovare la maniera meno faticosa e più rapida per riuscire ad appagarli riunendosi in società umane à Economia Aziendale 7 Il soddisfacimento dei bisogni Nelle economie avanzate, la gamma dei Raramente i bisogni bisogni si presenta compaiono piuttosto ampia e singolarmente variegata Per poter comprendere Ogni teoria economica le modalità attraverso le ha alla base una propria quali soddisfare i teoria dei bisogni bisogni è fondamentale fondata su una serie di introdurre una ipotesi relative ai classificazione degli processi di scelta stessi 8 Il soddisfacimento dei bisogni -Bisogni individuali -Bisogni pubblici Teoria dei bisogni: - Gerarchia dei bisogni - Dinamica dei bisogni - Livello di razionalità del decisore -Bisogni naturali -Bisogni primari -Bisogni sociali -Bisogni secondari 9 In modo corrispondente ai bisogni I BENI - Primari - Complementari -Differenziabili e - Secondari - fungibili non “BENE” qualsiasi risorsa o servizio che si può destinare, direttamente o in via mediata, al soddisfacimento di un bisogno - Beni di consumo - Beni non durevoli - Beni privati - Beni strumentali - Beni fecondità ripetuta - Beni pubblici 10 I beni Beni economici: i beni che sono presenti in misura scarsa rispetto alle Negli studi economici, appare esigenze espresse dalle persone prioritaria la distinzione tra: Beni non economici: o beni liberi, quelli non soggetti al limite di scarsità e quindi sovrabbondanti in natura Ai beni non economici – non essendo scarsi in natura e non richiedendo un’attività lavorativa – non è attribuito alcun valore economico dalle persone Nelle economie dove appare prevalente il soddisfacimento di bisogni secondari il valore economico attribuito ai beni risente fortemente anche di altre variabili associate al riconoscimento sociale 11 I processi decisionali individuali e collettivi Ogni teoria economica richiede la definizione di una teoria dei bisogni e dei processi decisionali sui quali si articola l’attività di produzione e consumo ll modello di razionalità assoluta si basa su una serie di assunti: la persona ha perfettamente chiaro l’obiettivo da ottimizzare); ha a disposizione, immediatamente e gratuitamente, tutte le informazioni; tutte le alternative sono prontamente confrontabili la persona che decide è unica e agisce in modo isolato la persona sceglie sempre, in assoluto, l’alternativa migliore Vantaggi: ampia diffusione in quanto si presta a immediati sviluppi attraverso modelli matematici Limiti: le ipotesi precedentemente richiamate nella realtà si realizzano solo parzialmente 12 La teoria comportamentista (Modello della razionalità limitata) La teoria comportamentista – che si contrappone a quella della razionalità assoluta – arriva a dimostrare che il decisore si caratterizza per avere una limitata: conoscenza delle alternative perseguibili, in quanto le informazioni relative alla sequenza di eventi che caratterizzano ogni alternativa e la loro probabilità congiunta di manifestazione non sono immediatamente disponibili per una persona capacità di trattamento delle informazioni, il che porta a prendere in considerazione solo alcune delle alternative conosciute e di queste, oltretutto, solo le conseguenze più rilevanti capacità di definire un sistema completo e coerente di preferenze, cosicché la persona non è in grado di confrontare puntualmente tutte le alternative teoricamente percorribili 13 Il modello della razionalità limitata Le caratteristiche, i pregi ed i limiti che differenziano l’essere umano rispetto al decisore dotato di razionalità assoluta ci impongono di rivedere il processo decisionale descritto con riferimento all’homo oeconomicus nel modello della razionalità assoluta Secondo il modello della razionalità limitata le scelte derivano da processi decisionali iterativi e sequenziali che si ripetono sino a quando la persona giunge ad una scelta ritenuta “soddisfacente” Tale modello si avvicina maggiormente agli schemi decisionali e di ragionamento della persona considerata nella sua globalità, con tutti i limiti cognitivi e di elaborazione che la stessa presenta nei processi di scelta La descrizione del processo decisionale si distingue con riferimento alla decisione individuale e alla decisione presa all’interno di gruppi 14 I processi decisionali individuali in condizioni di razionalità limitata Definizione delle attese Capitale personale iniziali Capitale sociale Ricerca Processo decisionale: sequenziale iterativo Aggiustamento delle aspettative Soluzione Decisione Finale soddisfacente 15 Egoismo vs. Altruismo Il benessere individuale include anche una serie di altre considerazioni come lo stare bene con gli altri, il senso di appartenenza, la gratificazione derivante dall’aver fatto cose giuste e a sostegno di qualcuno in difficoltà In altri termini, il nostro benessere è spesso maggiore quando è condiviso, quando cioè anche gli altri stanno bene e quando noi riusciamo a fare stare meglio gli altri Comportamenti egoistici vs. comportamenti altruistici dell’essere umano I due tipi di comportamento appaiono ovviamente incompatibili, in quanto mossi da finalità tendenzialmente in contrasto tra di loro Il modello della razionalità assoluta si dimostra coerente solo con la prima forma di comportamento, mentre esclude del tutto la seconda Scartare a priori la possibilità che l’uomo possa adottare comportamenti anche altruistici (razionalità assoluta) costituisce una grave limitazione nell’interpretazione dei fenomeni sociali ed economici anche a livello aziendale 16 Il modello del Cipolla (adattato) Tipologia di Comportamento Dannoso Senza vantaggi/danni per sé Vantaggioso individuale per sé stesso stesso per sé stesso 1 2 3 Comportamento altruista con Comportamento altruista con Comportamento altruista con Vantaggioso creazione di valore sociale a creazione di solo valore sociale creazione di valore sociale e per gli altri scapito di quello individuale (Sprovveduto Intelligente) individuale (Sprovveduto o Martire) (Intelligente) 4 5 6 Senza Comportamento innocuo con Comportamento innocuo Comportamento opportunista con distruzione di valore individuale senza creazione o distruzione di creazione di valore individuale vantaggi/danni per (Sprovveduto Stupido) valore sociale o individuale (Egoista Intelligente) gli altri (Innocuo) 7 8 9 Comportamento con distruzione di Comportamento con distruzione di Comportamento opportunista con Dannoso per valore sociale e individuale valore sociale creazione di valore individuale a gli altri (Stupido) (Egoista Stupido) scapito di quello sociale (Egoista puro) 17 Egoismo vs. Altruismo Per concludere, gli elementi che portano ad escludere il modello di razionalità assoluta nell’interpretazione dei processi decisionali, negli studi di economia aziendale sono principalmente due: sebbene orientato ad adottare comportamenti intenzionalmente razionali, l’essere umano non è in grado, per limiti cognitivi e di elaborazione delle informazioni, di scegliere secondo schemi di razionalità assoluta l’uomo, nel proprio agire economico, non è spinto solo dal perseguimento di un proprio interesse materiale. Egoismo e solidarismo convivono secondo mutevoli combinazioni. 18 I processi decisionali collettivi Il soddisfacimento dei bisogni umani e l’attività economica realizzata a tal fine, si attua prevalentemente all’interno di società umane Quale impatto sul processo decisionale in condizioni di razionalità limitata all’interno di un’organizzazione? Nei contesti organizzati i processi decisionali assumono un maggior livello di complessità rispetto a quelli considerati per le singole persone: le organizzazioni presentano una molteplicità di portatori di interesse (stakeholder) à processo di negoziazione con le unità operative ogni unità operativa risolve i problemi che si trova ad affrontare in termini quasi indipendenti dalle altre unità, perseguendo perciò un principio di ottimo locale e non globale ogni unità si adatta costantemente all’ambiente piuttosto che tentare di prevederne l’evoluzione per raggiungere un ottimo globale à più attenzione ai problemi operativi che a quelli strategici l’adattamento si sostanzia attraverso l’applicazione di procedure operative, meglio note come routine organizzative. Esse rendono stabile e quindi prevedibile il comportamento dei singoli membri dell’organizzazione 19 I processi decisionali collettivi - Garbage Can Model In assenza di routine organizzative i processi decisionali nelle organizzazioni vengono assunti in condizioni di razionalità limitata A tal riguardo, negli studi di management è stato sviluppato un interessante modello, il garbage can model. Gli assunti alla base del Garbage Can Model: nelle organizzazioni, non si è in grado di affrontare e risolvere tutti i problemi le decisioni da prendere sono in concorrenza reciproca. à “decidere” ha un costo una volta individuato un problema, non è sufficiente trovare una buona soluzione, poiché questa potrebbe non essere “oggetto di una decisione” L’occasione di decisione richiede la presenza di tre elementi fondamentali: il problema, le soluzioni e le persone tenute a decidere il problema viene affrontato per trovare una soluzione concreta solamente quando viene percepito prioritario, in quanto portatore di una criticità particolare, dalle persone che devono decidere. 20 L’economia aziendale Economia Aziendale: nozioni introduttive Appartiene al genus delle “scienze sociali” Ha per oggetto lo studio e l’elaborazione delle teorie utili per il governo delle organizzazioni nelle quali si svolge attività economica L’economia aziendale si pone come obiettivo principale quello di supportare e indirizzare il comportamento umano nelle scelte caratterizzate dalla scarsità dei beni rispetto ai bisogni che le stesse persone intendono soddisfare Le proposizioni elaborate negli studi di management non hanno valore normativo assoluto, ma si basano su opzioni di valori e di metodo 22 Economia Aziendale: nozioni introduttive Assunti fondamentali per una corretta interpretazione degli studi aziendali: l’attività economica è svolta dalle persone a favore delle persone l’uomo per soddisfare le proprie esigenze non agisce in modo isolato l’appartenenza alle scienze sociali, pone lo studio del comportamento umano al centro dell’economia aziendale 23 L’attività economica L’attività economica può essere definita in prima approssimazione come l’attività di produzione e consumo di beni economici Per comprendere l’importanza i beni economici servono a soddisfare bisogni umani dell’attività economica è sia l’attività di consumo che l’attività di produzione necessario riflettere su due dei beni viene svolta in prevalenza nell’ambito di aspetti: organizzazioni (società umane) Lo studio dell’attività economica è fortemente influenzato dalle ipotesi sulla natura delle persone e il funzionamento delle società umane 24 L’attività economica La realizzazione di un’attività di Poiché le organizzazioni produzione e consumo sottende rappresentano società umane una creazione di utilità e quindi sorge la necessità di decidere in di valore che modo distribuire tale valore Per tale ragione la distribuzione L’attività di distribuzione si della ricchezza rappresenta un affianca sempre alla produzione elemento costitutivo dell’attività e al consumo economica, insieme alle attività di produzione e consumo Lo svolgimento di qualsiasi attività di produzione economica richiede la disponibilità e l’impiego di condizioni di produzione (o fattori produttivi) 25 L’azienda Lo svolgimento dell’attività economica, trova piena e realizzazione all’interno di un elevato Società umane numero di società umane Le società umane, quando assumono regole e strutture di comportamento relativamente Organizzazioni o Istituti stabili, prendono il nome di organizzazioni (od istituti) L’attività svolta da un’organizzazione, Attività Economica qualsiasi sia la finalità che intende perseguire, è caratterizzata dalla realizzazione di attività economica Negli studi economici si parla di azienda Azienda quando l’organizzazione diventa oggetto di analisi per la dimensione economica che la qualifica 26 Dimensione economica vs. finalità economica Azienda Svolgimento di attività economica X Svolgimento di Esistenza di una attività economica finalità economica 27 Le classi di Aziende Attività Economica realizzata all’interno di Società Umane Gruppi con regole e ordinamenti Dimensione Economica stabili o istituti dell’Istituto Aziende familiari di consumo e Famiglie gestione patrimoniale Imprese Aziende di produzione Organizzazioni private Aziende nonprofit “nonprofit” Istituti della Pubblica Aziende miste di Amministrazione produzione e consumo (composte pubbliche) 28 La produzione economica e di remunerazioni nelle imprese Produzione Produzione di Economica Remunerazioni (mezzo) (fine) - Qualunque attività necessaria, in È il fine dell’impresa via diretta o indiretta, per la produzione di beni economici Perseguita da due fondamentali categorie di persone nell’impresa: - Non viene realizzata solo nelle imprese, ma anche in altre - conferenti di capitali di rischio organizzazioni - prestatori di lavoro 29 Condizioni di produzione (fattori produttivi) Lo svolgimento di qualsiasi attività di produzione economica richiede la disponibilità e l’impiego di condizioni di produzione (o fattori produttivi) Tra tutti i vari fattori produttivi necessari per lo svolgimento dell’attività economica, il lavoro e il capitale assumono un ruolo centrale in tutte le tipologie di aziende condizioni primarie di produzione La produzione economica nelle imprese è fondamentale per riuscire a generare ricchezza la quale è destinata, in via prevalente, ai soggetti apportatori di capitale di rischio (o capitale proprio) e lavoro assumono centralità nella costituzione e nel governo dell’impresa Capitale di rischio remunerazione dipende dai risultati dell’impresa prerogative di governo economico Fattore lavoro non soggetto a rischio di impresa 30 La knowledge e la sharing economy La knowledge e la sharing economy. Introduzione La disponibilità delle condizioni di produzione apportate in azienda, nonché la capacità di coordinarle e utilizzarle determina la possibilità di produrre adeguate remunerazioni attraverso la produzione economica. A partire dagli anni ‘90 gli studi sul tema hanno progressivamente riconosciuto come la conoscenza sia la condizione di produzione più importante, capace di spiegare il successo o l’insuccesso aziendale dando origine alla così detta Knowledge Based View. In particolare, lo studioso Peter Ducker conia il termine “economia della conoscenza” per definire un contesto in cui gli individui e le aziende utilizzano la conoscenza come risorsa essenziale nello sviluppo di attività di consumo e produzione di ricchezza. Gli studi successivi approfondiscono il tema ed evidenziano come la conoscenza presenti caratteristiche peculiari 32 La conoscenza: bisogno, bene e fattore produttivo In chiave linguistica il termine conoscenza può essere definito come “l’atto di conoscere una persona, apprendere una cosa” oppure come “facoltà, capacità di conoscere, d’intendere”. Soffermandosi sulla parola “conoscenza”, generalmente i tre significati a cui essa fa riferimento sono la conoscenza come: status; capacità; sapere codificato. In chiave dottrinale si distingue tra Saggezza Conoscenza Informazione Dati 33 La conoscenza: bisogno, bene e fattore produttivo La conoscenza rappresenta: Un bisogno naturale dell’uomo ma anche un bisogno collettivo Un bene economico particolare: Non rivale; Non escludibile; cumulativo dotato di caratteristiche peculiari: Non si consuma Non è scarso Non è strumentale È relazionale Una condizione di produzione incorporata in lavoro e capitale Può essere classificato in: Know what; Know why. Know who; Know how. 34 L’azienda per la gestione della conoscenza Nell’economia della conoscenza l’attività economica chiave consiste non tanto nella produzione e nel consumo di beni quanto nella ricombinazione della conoscenza per produrne di nuova attraverso un processo di innovazione. Le aziende creano una tensione tra esplorazione e sfruttamento delle conoscenze (exploration ed exploitation in inglese) che si risolve attraverso lo svolgersi di quattro processi: Intuizione: oggetto del processo è l’idea. Questo processo si svolge esclusivamente al livello del singolo individuo. Interpretazione: si fornisce la spiegazione dell’idea tramite parole o azioni. Può svolgersi sia a livello individuale che di gruppo. Integrazione: si genera un significato condiviso dai membri dell’organizzazione attraverso il dialogo e l’azione. Istituzionalizzazione: è il processo tramite cui quanto appreso viene codificato a livello di sistema all’interno di istruzioni attraverso procedure (routine), regole, metodologie, tecnologie, strutture, strategie e meccanismi operativi che guidano l’attività aziendale. 35 L’azienda per la gestione della conoscenza Al fine di produrre, rinnovare ricombinare nel tempo la conoscenza, le aziende devono possedere un set di tre capacità: la capacità di assorbimento (“absorptive capacity”), cioè la capacità di riconoscere e assorbire nuova conoscenza; le capacità di combinazione (“combinative capabilities”), cioè le capacità di combinare blocchi di conoscenza per produrne di nuova; le capacità dinamiche (“dynamic capabilities”), cioè le capacità di integrare, costruire e riconfigurare competenze interne per far fronte a contesti in rapido cambiamento. Queste capacità 36 Dall’economia della conoscenza a quella della condivisione Lo spostamento da componenti materiali a quelli a base di conoscenza ha portato a ripensare gli stessi concetti di proprietà e scambio. Con la knowledge economy, nascono nuovi servizi, come ad esempio i servizi di sharing, dove la parte fondamentale del servizio si collega a transazioni che non riguardano lo scambio della proprietà di un bene, bensì lo scambio di informazioni (come il luogo, la disponibilità, la qualità) che permettono l’utilizzo di quel bene. Lo spostamento da un’economia della proprietà ad una della disponibilità ha dato vita ad una pluralità di termini. 37 Collaborative Economy Definita come “un’economia basata su reti distribuite di individui e comunità interconnessi, in contrapposizione ad istituzioni centralizzate, che trasforma il modo in cui produciamo, consumiamo, finanziamo e impariamo.” Esempi riguardano: Design; Finanza; Education. 38 Collaborative Consumption Il consumo collaborativo è la componente chiave dell’economia e può essere definito come “la reinvenzione dei comportamenti tradizionali del mercato quali affitto, prestito, scambio, baratto e dono, attraverso la tecnologia, che si svolgono in modi e su una scala non possibili prima di Internet”. Esempi riguardano: Product Service Systems; Redistribution Markets; Collaborative Lifestyles. 39 Sharing Economy Considerata come un sottoinsieme specifico dell’economia collaborativa, viene definita come “un modello economico basato sulla condivisione di risorse sottoutilizzate, che vanno dagli spazi fisici fino alle competenze professionali e che vengono condivise da alcuni utenti per un beneficio monetario o non monetario”. Esempi riguardano: Sharing di spazi fisici (es. Arb&B); Carpooling (es. blabla car); Sharing attrezzature (es. Cohealo); Sharing di tempo libero (es. Timerepublik). 40 Peer economy L’economia tra pari fa riferimento ai mercati person-to- person che facilitano la condivisione e lo scambio diretto di beni e servizi, basandosi sulla fiducia reciproca. È definita come la parte peer-to-peer pura della sharing economy. Esempi riguardano: Incontro diretto produttori e compratori (es. Etsy). 41 Alcune considerazioni di sintesi Le forme della condivisione possono Lo spostamento della fiducia del pubblico dunque assumere forme diverse e si verso attori che non fanno parte del possono condividere dai beni fisici agli sistema economico e sociale tradizionale spazi, al tempo e al denaro. Ci sono però richiede quello che viene chiamato “trust tre comuni denominatori nelle forme di leap”. condivisione: potere distribuito; disruptive drivers; utilizzo delle risorse efficiente e innovativo per ottimizzare le “idle capacities”. 42

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