Economia Aziendale e Principi di Contabilità PDF
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Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Luca Mazzara
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These are lecture notes on Business Economics and Accounting principles, covering topics such as economic activities, factors of production, costs, and company classifications. The document discusses the factors impacting company operations and their role in the economy. It describes the interplay between needs and limited resources, types of companies and their characteristics.
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Economia Aziendale e Principi di Contabilità prof.Luca Mazzara Primo Parziale VOTO 30 E LODE Economia Aziendale Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (UNIBO)...
Economia Aziendale e Principi di Contabilità prof.Luca Mazzara Primo Parziale VOTO 30 E LODE Economia Aziendale Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (UNIBO) 59 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Economia Aziendale e Principi di Contabilità Il problema economico si basa sull’equilibrio tra bisogni illimitati e risorse/mezzi limitati. Per risolverlo si arriva a creare attività economiche da parte di famiglie, imprese etc. L’attività economica è il complesso di decisioni e azioni per soddisfare i bisogni umani trovando un equilibrio tra bisogni, risorse e mezzi. I beni economici si dividono in: prodotti (materiali) servizi (immateriali) Si possono classificare in: beni di consumo finale, ossia beni destinati al mercato o all’autoconsumo beni di consumo intermedio o di produzione, ossia beni destinati all’ottenimento di nuovi beni economici. Entrambi possono essere ad uso durevole o immediato. Questa classificazione porta alla conclusione che le aziende svolgano attività di produzione e di consumo, infatti una divisione iniziale delle aziende stesse si basa sul tipo di attività svolto: aziende di produzione aziende di consumo o erogazione aziende miste (oggigiorno quest’ultime sono le più diffuse). La suddivisione a cui si è giunti con l’evoluzione dottrinale consiste in aziende lucrative e non lucrative (private/pubbliche entrambe). Le prime agiscono nel mercato mentre la seconda non hanno valore all’interno di esso e vengono mantenute dalla collettività tramite tasse (università, ospedali, regioni etc.). Il fine che accomuna entrambe è la capacità di creare, attraverso la produzione economica Utilità, poi possono lucrarci sopra oppure no, nel caso delle università ad esempio l’utilità generata è la diffusione del sapere. I fattori produttivi Questi sono gli ingredienti fondamentali per l’attività economica, ossia qualsiasi elemento in grado di alimentare l’attività di produzione di beni e servizi. Un fattore è produttivo quando l’azienda deve sostenere un costo per ottenerne la disponibilità, e viene acquistato in base all’obiettivo dell’azienda stessa o alla sua strategia di mercato (qualità dei prodotti, prezzo, etc.). I fattori “primitivi” della produzione sono il capitale (risorse monetarie,capitale sociale,capitale intellettuale) e il lavoro (prestazione di soggetti). Bisogna saper combinare i fattori di produzione per guidare un’azienda al meglio, per esempio bisogna saper mettere insieme le caratteristiche migliori delle risorse umane. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) I fattori produttivi si classificano in: In base alla fungibilità: Fattori produttivi generici: rappresentati dal denaro o da sostituti equipollenti che permettono di ottenere agevolmente beni e servizi reali. Fattori produttivi specifici: rappresentati da quei beni e servizi che l’azienda impiega, combina o trasforma, al fine di ottenere prodotti o servizi di output. In base all’utilizzabilità: Fattori produttivi ad utilità pluriennale: partecipano più volte all’attività produttiva conservando le loro caratteristiche fisico-tecniche. Si dividono inoltre in materiali (impianti) e immateriali (marchi). Fattori produttivi utilità immediata: partecipano una sola volta al processo produttivo, mantenendo o perdendo, a seconda dei casi, le loro caratteristiche fisicotecniche. Si dividono inoltre in materiali (materie prime) e immateriali (servizi e lavoro). In base alla materialità o immaterialità: Fattori produttivi materiali: si tratta essenzialmente dei beni. Fattori produttivi immateriali: sono costituiti dai servizi. Fattori produttivi e costi Il fattore generico “denaro” viene trasformato in fattori specifici e genera costi. Il costo di acquisizione è uguale alla quantità moltiplicata per il prezzo. Costo di Acquisizione = Quantità acquistata * Prezzo Unitario Il costo è suddiviso in due categorie: Costo anticipato: fattore produttivo presente in azienda prima del suo inserimento nel processo produttivo (es. fattori pluriennali); Costo contestuale o parallelo: il fattore produttivo è acquisito e contestualmente utilizzato nel processo produttivo (es. lavoro) I requisiti dei fattori produttivi sono: quantità/qualità connotazione temporale disponibilità/utilità onerosità e vincolabilità = quanto il fattore produttivo mi vincola nel procedere nella produzione e quanto è “necessario” per la mia produzione. Si arriva a ciò tramite: processi di investimento → processi di produzione -> processi di apprendimento (crescita del know-how). Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) ECONOMIA AZIENDALE In una azienda si possono osservare tre momenti ben distinti: Istituzione (nascita); Vita Cessazione (fine). La durata della vita di un’azienda dipende dalla sua capacità di adattamento e le caratteristiche di essa sono: l’essere unitaria, coordinata e integrata, l’essere dinamica, relativa e transitoria ma soprattutto finalizzata. L’azienda ha un duplice scopo d’analisi: Fine teorico: conoscere l’azienda attraverso la ricerca delle leggi che concorrono a determinarne le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita; Fine normativo: definire gli scopi operativi, ossia indagare i comportamenti concreti delle aziende e ricercare le cause dei successi e insuccessi aziendali; Quando chiude un’azienda? Solitamente prima del completo fallimento a causa di mancanza di capacità di adattamento o cambio della domanda. L’azienda si può interpretare in tre possibili modi: Statica o strutturale: complesso di persone e beni disposti per il raggiungimento di un determinato fine; Dinamica: insieme di operazioni coordinate in un sistema che enfatizzi il fare; Complessa: l’azienda viene vista nella sua completezza dinamico-strutturale. Si tratta della definizione più attuale e pertanto più seguita. L’azienda secondo l’approccio complesso: 1. Dove si trova l’azienda? “Nell’ordine economico generale, come unità elementare dotata di vita propria e riflessa” 2. Che cosa la compone? “Un sistema di operazioni derivate dalla combinazione di particolari fattori e dalla composizione di forze interne ed esterne” 3. Che cosa fa? “Realizza un’attività economica di produzione e di consumo” 4. Quale è il suo fine? “Il conseguimento dell’equilibrio economico a valere nel tempo” 5. Quando tale fine è realizzato? “Quando vi è una remunerazione adeguata dei fattori utilizzati, si ottiene un compenso al soggetto economico proporzionale ai risultati raggiunti, le condizioni indicate debbono verificarsi in un intervallo di tempo soddisfacente” Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Definizione più attuale di azienda: “Un sistema di forze economiche che realizza, nell’ambiente di cui è parte complementare, in condizioni di autonomia e di tendenziale durabilità, un’attività economica consistente in un processo di produzione e di distribuzione di beni e/o servizi, con il fine di creare utilità a favore del soggetto aziendale e/o di altre collettività di riferimento”. Elementi caratterizzanti di un’azienda: Natura sistemica: componenti collegate da un rapporto di reciprocità e orientate a un unico fine; Attività economica: principio del minimo mezzo e creazione di utilità; Produzione: in senso economico, accompagnata o meno da trasformazioni in senso fisico; Distribuzione: Integra e qualifica la produzione; Autonomia e tendenziale durabilità: processo a valere nel tempo, autonomo e autosufficiente destinato a durare; Soggetto aziendale: le persone cui si riferiscono i risultati dell’attività svolta; Le altre collettività di riferimento: comunità o gruppi sociali in favore dei quali può essere sviluppata l’attività economica secondo la volontà manifesta del soggetto aziendale; Il finalismo aziendale (l’economicità): bisogni illimitati atti economici che impiegano mezzi limitati in condizione di efficienza (a parità di prodotti si utilizzano meno risorse) soddisfazione efficace dei bisogni. Esistono diverse teorie per lo studio di un’azienda: Teoria meccanicistica: azienda come insieme di schemi a funzionamento determinato e a schema chiuso; Teoria organicistica: l’azienda è vista e studiata come essere vivente, aperto all’esterno, a crescita programmata; Teoria contrattualistica: l’azienda è rappresentata come un insieme di contratti; Teoria sistemica: l’azienda è vista, rappresentata e studiata, come insieme di elementi interrelati e coordinati verso il raggiungimento di un medesimo risultato. Un’azienda può essere classificata in base a: 1. Produzione: ◦ Manifatturiera; ◦ Non manifatturiera (commerciali e di servizi); 2. Dimensione: ◦ Piccola; ◦ Media; ◦ Grande Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) 3. Soggetto promotore e forma giuridica: ◦ Pubblica; ◦ Privata (individuali, società di persone, associazioni, fondazioni e società di capitali) Le aziende classificate in base al “lucro”: 1. Lucrative ◦ Private e pubbliche ◦ Consortili (società tra più imprese che ha lo scopo di delineare un’organizzazione comune) ◦ Mutualistiche (cooperative che forniscono migliori condizioni ai soci di quelle che troverebbero nel mercato) 2. Non lucrative ◦ Pubbliche o private ◦ Private che operano nel volontariato Piccole – Medie – Grandi Imprese PMI La Commissione Europea con un’apposita raccomandazione fornisce una definizione di PMI univoca per tutti gli Stati Membri e aiuta a distinguere tra microimpresa, piccola impresa e media impresa. Nel definire cosa sono le PMI la Commissione Europea non ha tenuto conto solo della sua dimensione e del numero di persone che operano al suo interno. Fondamentale, infatti, anche il fatturato o il bilancio annuale dell’azienda stessa: Micro-impresa : Quando si parla di microimprese ci si riferisce a quelle aziende con un numero di dipendenti inferiore alle 10 unità e che realizza un fatturato o un bilancio annuo uguale o inferiore ai 2 milioni di euro. Piccola impresa : Le piccole imprese sono aziende con meno di 50 occupati e un fatturato o bilancio annuo non superiore ai 10 milioni di euro. Media impresa : Le medie imprese italiane ed europee hanno un massimo di 250 unità lavorative e un fatturato inferiore o uguale ai 50 milioni di euro o un totale di bilancio annuo non superiore ai 43 milioni di euro. Imprese autonome, partner e collegate Nella raccomandazione della Commissione Europea si distingue anche tra imprese autonome, imprese partner e imprese collegate. Anche in questo caso si tratta di una definizione necessaria a delimitare i campi operativi all’interno dei quali le piccole e medie imprese italiane ed europee possono operare. Impresa autonoma : Una PMI si definisce autonoma quando non ha rapporti societari con altre aziende o quando la sua partecipazione nel capitale di un’altra società (o la Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) partecipazione di un’altra società nel suo capitale) è inferiore al 25% delle azioni (o diritto di voto). Imprese partner : Si parla di imprese partner, invece, quando la partecipazione azionaria (della nostra azienda nel capitale di una seconda, o di un’altra società nel nostro capitale) è compresa tra il 25% e il 50%. Imprese collegate : Se la partecipazione nel capitale aziendale si spinge oltre il 50% invece, secondo le raccomandazioni della Commissione europea, le due società possono definirsi collegate. Soggetti aziendali ◦ Soggetto giuridico : La persona, fisica o giuridica, in nome della quale si assumono obblighi o si diventa titolari di diritti. Soggetto economico : Espressione del soggetto aziendale, formato dalla o dalle persone fisiche che hanno il controllo dell’azienda, nel senso che ne determinano l’azione. Approccio sistemico applicato all’azienda L’azienda è un sistema in quanto costituita da un insieme di parti deputate a svolgere una determinata funzione per il raggiungimento di un comune risultato. Le varie parti formano un tutto organico perché, ad una specializzazione delle funzioni, si accompagna una stretta coordinazione delle attività nel suo complesso, secondo un disegno unitariamente rivolto al fine economico da conseguire. VANTAGGI SVANTAGGI Utilizza un approccio scientifico convalidato : il E’ necessario essere rigorosi nella scelta del metodo scientifico. metodo e nella sua perfetta applicazione. Permette di analizzare un’azienda ed arrivare ad Errore=Danno una sintesi (metodo induttivo) e viceversa osservando e deducendo (metodo deduttivo) Cosa significa che l’azienda è un sistema? L’azienda è un sistema in quanto costituita da un insieme di parti deputate a svolgere una determinata funzione per il raggiungimento di un comune risultato. Tutte le parti sono importanti, ma la loro importanza si incrementa quando cooperano fra di loro. “Disegno unitario rivolto al fine economico da conseguire” Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Il sistema azienda è un sistema: complesso = molte variabili da considerare, come abitudini d’acquisto, trend demografico, comportamento del consumatore etc. aperto = influenzato dall’ambiente ed in grado di influenzarlo essa stessa finalizzato = finalizzato a conseguire l’equilibrio economico duraturo nel tempo dinamico probabilistico = non ho la certezza assoluta di cosa accadrà, posso solo fare previsioni cibernetico = sistema che si autoalimenta ma che viene influenzato dal sistema di appartenenza instabile = il mercato è un mondo estremamente istabile Differenza fra Pensiero sistemico e sistema La differenza tra il pensiero sistemico e il sistema in sé è Che il pensiero sistemico consiste nel comprendere i fenomeni rilevanti per l’azienda ponendoli in un contesto più ampio. Ciò significa pertanto pensare in termini di connessioni, relazioni e contesto. Il sistema invece è insieme organizzato di elementi e relazioni aziendali, che dipendono reciprocamente gli uni dagli altri così da formare un tutto organizzato e finalizzato verso un obbiettivo predeterminato. Nella teoria sistemica l’attività di scelta delle relazioni di comunicazione definisce il carattere interattivo di un sistema L’azienda può essere pertanto rappresentata come una rete di intelligenze. L’azienda come fenomeno complesso richiede un approccio di identificazione di come avvengono le relazioni fra il momento decisionale e il risultato finale. Decisione → Operazioni → Risultati Caratteristiche della rete di intelligenze Nella teoria sistemica l’attività di scelta delle relazioni di comunicazione definisce il carattere interattivo di un sistema. Non linearità delle relazioni = la rete si estende in tutte le direzioni Presenza di anelli di retroazioni o relazioni circolari = meccanismi di controllo e di regolazione del sistema Poiché le reti di tali sistemi possono generare anelli di retroazione, esse possono acquisire la capacità di imparare = apprendimento organizzativo L’azienda si configura come un sistema sociale aperto in quanto tramite gli scambi che intrattiene con l’ambiente attraverso le relazioni riesce a sopravvivere. L’apertura dell’azienda nei confronti dell’ambiente è permanente. La chiusura organizzativa è invece temporanea e si può manifestare in Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) quanto necessaria per consentire la stabilità e il potenziamento del sistema in un ambiente in continuo mutamento. L’azienda si comporta come un sistema “cibernetico” in quanto dispone di procedimenti di autoregolazione che possono essere di due tipi: ◦ Meccanismi di feed-back o retroazione a consuntivo: si considerano gli aspetti che non hanno fatto arrivare a determinati risultati prefissati (analisi dei risultati finali): decisioni operazioni risultati Meccanismi di feed-forward o retroazione a preventivo: controllo dei risultati raggiunti passo per passo, ci si interroga sugli errori e sui fattori da migliorare durante il processo: decisione operazioni risultati operazioni decisione Strategia Il termine strategia deriva dal termine greco “strategos”, condottiero di esercito (verbo stratego), scienza dei movimenti di un’armata o anche scienza delle operazioni militari. La strategia, nel suo significato politico-militare, è l’arte di impiegare nella maniera migliore le risorse disponibili ai fini della guerra; essa è quindi quella branca dell’arte militare che studia i principi generali delle operazioni militari ed imposta e coordina nelle grandi linee il piano generale della guerra, non soltanto sotto gli aspetti militari, bensì anche sotto gli aspetti strettamente organizzativi. La strategia è rivolta ad ottenere risultati definitivi, contrariamente a quanto concerne la tattica che è invece decisamente rivolta all'impiego delle risorse sul campo di battaglia per sconfiggere il nemico. La Storia è testimone di quante volte pur perdendo alcune battaglie (anche in modo pesante e clamoroso), alcune Potenze (ma anche grandi aziende) abbiano poi comunque vinto la guerra (competizione) conseguendo alla fine i risultati sperati. Sun Tzu dunque cita: Il migliore non è chi in cento battaglie riporta cento vittorie. Il migliore in assoluto è chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell'avversario. Tra le varie definizioni di “strategia” troviamo degli elementi comuni, vale a dire: Definizione di obiettivi nel lungo termine; Sviluppo di azioni miranti a “orientare” la gestione delle imprese verso il conseguimento di specifici obiettivi; L’acquisizione e allocazione delle risorse necessarie per costruire e difendere vantaggi competitivi nei confronti dei diretti concorrenti. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Pianificazione strategica Uno sforzo disciplinato atto a produrre fondamentali decisioni ed azioni che plasmano e guidano ciò che un’organizzazione (o un’altra entità) è, cosa fa, e perché lo fa. Le finalità della pianificazione strategica Esaminare l’ambiente nel quale si opera ed indagare gli scenari prospettici; Esplorare i fattori e i possibili trends che caratterizzano le modalità attraverso le quali si realizzano le loro attività e sviluppano i propri ruoli; Raggiungere gli obiettivi di medio-lungo periodo e perseguire la mission aziendale; Identificare i sentieri strategici che s’intendono abbracciare; Trovare i modi per indirizzare tali sentieri attraverso la revisione e la riprogettazione organizzativa degli obiettivi di mandato dell’organo esecutivo (Consiglio di amministrazione) e delle missioni, livelli e mix di prodotti e servizi, costi e fonti di finanziamento, gestione o l’organizzazione; Per essere efficace, la pianificazione strategica deve essere orientata all’azione e collegata alla programmazione e alle fasi gestionali. Attraverso il processo di pianificazione strategica vi sono tre fondamentali quesiti su cui ci si deve interrogare: “Chi e cosa siamo, cosa facciamo ora e perché?”. “Cosa vogliamo essere e realizzare nel futuro e perché?”. “Come farlo?”. La mission Una mission è la mia carta d’identità durevole e viene etichettata con uno slogan (scelta del target, nicchia di mercato, comunicazione) e deve essere riconosciuta. Esempio → spot mulino bianco = paesaggio toscano e famiglia felice. La strategia riguarda la determinazione e la valutazione dei percorsi alternativi per raggiungere la mission e gli obiettivi di lungo termine dell’impresa e riguarda la scelta dei percorsi da seguire. Sviluppare una strategia → come organizzarsi? Per poter definire una vision (proiezione di scenario futuro), occorre che: vi sia un problema da affrontare il problema venga articolato in una serie di esigenze specifiche vi deve essere una soluzione al problema, in quanto ciò è fondamento di qualunque vision la nostra vision sia il più possibile “inclusiva” delle diverse esigenze degli stakeholders monitorare l’attualità della vision stessa nel tempo Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Processi che concorrono alla formazione della strategia aziendale Processi cognitivi = conoscenza approfondita dell’azienda e dell’ambiente in cui si trova, la sua storia e le tendenze a lungo periodo Processi socio-organizzativi = Gestione delle risorse umane, molto delicata, il manager deve motivare e individuare eventuali malcontenti all’interno di un team di lavoro. Il successo di un’azienda passa dalle risorse umane. Processi politici = processi al vertice dell’azienda, difficili da governare ed estremamente soggettivi La relazione fra strategia e comportamenti organizzativi è estremamente dinamica e deve essere più ravvicinata possibile. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Per funzionare in maniera eccellente queste due sfere devono essere messe a contatto e creare un’intersezione fra di loro più vasta possibile, questa area è dettata dalle sinergie (sinergizzare al massimo la strategia aziendale con gli obbiettivi di unità organizzative e individuali), che vanno massimizzate e controllate. Le sinergie si generano con i Meccanismi Operativi che sono: 1. Pianificazione e controllo strategico = Pianificazione della strategia e controllo del corretto funzionamento di essa in funzione ai risultati 2. Programmazione e controllo della gestione = Feed-Back o Feed-Forward, controllare periodicamente le mie attività. 3. Sistemi di gestione delle risorse umane Selezione Personale Formazione Personale Valutazione del Personale Incentivazione e motivazione del Personale 4. Sistemi Informativi = Gestione e valorizzazione dell’informazione Come sviluppare il pensiero strategico: Ottenere informazioni analizzando cosa sta cambiando e le conseguenze nel mercato, riflettere dunque su ciò che si conosce. Prevedere dove si sta andando e dove si vorrebbe andare e analizzare il divario attuale fra le due cose. Formulare più opzioni possibili, valutarne la relativa fattibilità e il senso e decidere come implementarle L’articolazione del pensiero strategico: Mission = “per sempre” o “per un lungo periodo” ◦ Descrive ciò che facciamo, con chi e per chi lo facciamo, perché lo facciamo e le nostre specifiche competenze. La mission descrive lo scopo generale “perché esistiamo?” Visione strategica = “per un periodo superiore alla durata di un quinquennio” ◦ Descrive come vorremmo che fosse “idealmente” la nostra azienda nel prossimo futuro, i risultati che dovranno pertanto essere raggiunti e le caratteristiche che l’azienda dovrà acquisire e sviluppare al fine del raggiungimento di tali obbiettivi strategici. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Obiettivi strategici = “da sviluppare durante il mandato del consiglio di amministrazione” ◦ Fornire un’ampia descrizione di quanto l’azienda spera di raggiungere nei prossimi 3/5 anni del mandato del cda. l Gli obiettivi strategici devono riguardare l’aspetto quantitativo (quota di mercato % detenuta; tasso di sviluppo delle vendite, ecc), e l’aspetto qualitativo (es. miglioramento temporale del tasso di fedeltà della clientela, riduzione delle lamentele, miglioramento della quota di clienti che restano insoddisfatti, ecc.). Strategie = “da formulare e avviare durante il mandato del consiglio di amministrazione” ◦ Definiscono l’approccio o la metodologia attraverso le quali s’intende conseguire gli obiettivi strategici. Obiettivi operativi = “da realizzare annualmente coerentemente alle specifiche priorità strategiche” ◦ Gli obiettivi da determinare devono essere specifici e concreti e soprattutto… bisogna misurare ciò che dovrà essere fatto in termini di attività in un tempo annuale in previsione della futura programmazione. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) L’articolazione del sistema azienda Analizziamo in sistema azienda in ogni proprio sub-sistema Il Sub Sistema del MANAGEMENT Il Sub-sistema decisionale o del management esprime l’area soggettiva dell’azienda e vi è una forte correlazione con il sub-sistema della produzione in quanto occorre visionare l’intero processo aziendale per scovare le cause di determinati avvenimenti e le operazioni da realizzare. Perciò l’origine di ogni risultato aziendale va ricercata con riferimento al sistema decisionale. Le decisioni e le cause che generano si condizionano a vicenda (principio di causa-effetto) Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Il sub-sistema del management si articola in tre sottosistemi tra loro fortemente collegati ed integrati: Pianificazione Organizzazione Controllo Sotto-sistema della Pianificazione Si parte da un’idea strategica connessa alla “mission”, essa deve portare alla predisposizione di piani e di risultati previsti (stima). Si sviluppa per fasi (analisi previsiva provando a effettuare sondaggi previsionali e formulazione dei piani) e durante la pianificazione bisogna fare previsioni degli andamenti gestionali ed organizzativi il tutto agendo in una strategia logica di unitarietà aziendale (tenendo in considerazione tutte le sue fasi e i suoi processi). Bisogna stabilire un’estensione che abbia: Una dimensione spaziale = logica conoscitiva Temporale = breve/ medio/lungo I caratteri della pianificazione Integralità = deve coinvolgere tutte le funzioni aziendali. Integrità = l’azienda dovrà sempre verificare la compatibilità di ciò che vuole fare con i suoi limiti e obiettivi e vincoli esistenti. Continuità = impiego costante, mai adagiarsi. Flessibilità = capacità di sostituire con tempestività i piani con altri alternativi. Per effettuare una pianificazione ottimale si analizzano le informazioni: Valori quantitativo-monetari Valori economici Valori finanziari Valori extra-contabili (es. livello della qualità dell’offerta) Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Sotto-sistema della Organizzazione Definisce i vari rapporti che intercorrono fra i dipendenti dell’azienda, definendo e assegnandone i rispettivi ruoli coerentemente agli obiettivi generali e particolari del sistema aziendale. Pianificazione → cosa fare? Organizzazione → come farlo? Variabili organizzative: 1. Struttura organizzativa Pianta organica = indica numero di persone lavoranti/assunte, sono indicate le funzioni descrittive e l’individuazione dei centri di lavoro/uffici, il numero dei soggetti coinvolti e relative caratteristiche. Mansionario = descrizione del ruolo e delle funzioni dei soggetti che vi operano. 2. Stile direzionale Autoritario Partecipativo Democratico Le aziende di oggi hanno una struttura piramidale con meno livelli rispetto a quelle del passato, si passa a tre macro-livelli, dipendenti,manager,direttore generale. Nelle aziende lo stile direzionale dovrebbe essere partecipativo e fondato su ruoli ben definiti nell’ambito della struttura aziendale. Si individuano due tipi di direzione ◦ Direzione per compiti (anni 60-70-80) = Burocratizza i compiti ed enfatizza il rispetto formale degli atti, inoltre la pianificazione è solo nominale e si ha l’assenza di un sistema premiante. E’ un sistema informativo inadatto dato dalla scarsa propensione all’innovazione gestionale ed organizzativa. ◦ Direzione per obbiettivi (anni 90 in poi) = Si ha una pianificazione spazio- temporale e il controllo sui risultati economici e sull’efficacia nel soddisfare i bisogni, è uno stile direzionale partecipativo (dialogo con qualunque figura aziendale) e si ha un sistema informativo per le decisioni. Si ha una marcata propensione all’innovazione di processo, un orientamento alla qualità e una separazione tra la politica e la gestione. 3. Meccanismi operativi Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Sotto-sistema del controllo Confronta la realtà aziendale con il modello predisposto dalla pianificazione (elaborazione). Verifica inoltre a preventivo la fattibilità dei piani, la compatibilità dei relativi valori e la coerenza delle operazioni che tradurranno tali valori in operazioni. Il controllo può essere di due tipi: Preventivo = verifica della fattibilità delle decisioni che si vogliono realizzare (feed- forward). Consuntivo = confronto tra i valori del modello e quelli del bilancio (feed-back). Il controllo si collega al processo di pianificazione nel rispetto di un’ottica relazionale sistemica. Questo si riferisce alle persone (tramite la traduzione dei piani in obiettivi personali) e consente l’attuazione del processo di pianificazione. Le fasi del controllo: 1. Predispongo il mio modello (Pianificazione). 2. Confronto la realtà (Risultati ottenuti) con il modello. 3. Analizzo eventuali variazioni. 4. Effettuo un’azione correttiva rimuovendo le cause delle variazioni, o rimuovendo determinate politiche aziendali o modificando le mie strategie. Le aziende devono lavorare cercando un proprio modulo di combinazione produttiva (come combino fra di loro i diversi fattori produttivi che vado ad acquisire per ottenere un prodotto/servizio da immettere sul mercato) e si basa sulla verifica di due passaggi fondamentali: La mia idea oggi è tecnicamente fattibile? E’ economicamente conveniente sul mercato? Ogni azienda ha il proprio ed è unico, e una volta messo a punto non deve mai ritenerlo stabile, data l’estrema dinamicità del mercato. Azienda eccellente → Mai soddisfatta del suo operato, sempre in crescita Ogni volta che avverto che qualcosa non sta funzionando per il verso giusto revisiono il mio modulo di combinazione produttiva con dei meccanismi di controllo: Controllo esecutivo (Gestione corrente) = analizzo cosa non abbia funzionato rispetto alla mia programmazione nell’immediato. Controllo direzionale (Gestione a breve termine) = controllo nei 12 mesi nei quali l’azienda cerca di proiettare i propri programmi. Controllo strategico (Gestione a medio-lungo termine) = modificazione della strategia e della propria ambizione da parte del controllo di amministrazione. Tutto il sistema di controllo deve essere supportato dal sistema informativo su cui si devono basare tutte le decisioni, in assenza di esso non riesco a controllare l’esecutività giornaliera, ne ciò che faccio durante l’anno in fase di gestione di ciò che ho programmato, ne avrò un riscontro positivo rispetto a quello che avevo pianificato. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Il sub-sistema della produzione Beni Strumentali Gestione non corrente Rilasciano la propria utilità nel tempo Lavoro e Conoscenze Ci vuole molto tempo e sono scelte a lungo Know-How che garantisce prestazioni di termine (fattori pluriennali come impianti, alta qualità conoscenze etc.), formalmente oltre 12 mesi. Materiali e Servizi Gestione corrente Tutto ciò che devo acquistare (Input) al fine di ottenere prodotti e servizi Scelte che hanno effetto nell’immediato, Prodotti e Servizi formalmente entro 12 mesi Tutto ciò che immetto nel mercato (Output) Il collante di tutti questi sotto-sistemi è il fattore generico Denaro, che di fatti rende disponibile l’acquisto di tutti i fattori produttivi specifici. Fattore lavoro: va considerato nell’ambito della gestione corrente in quanto ripetitivo, ma al contempo, in quanto difficilmente modificabile esprime anche una condizione produttiva strutturale non corrente (ad esempio contratto di un’operaio a tempo indeterminato che rilascia utilità nel tempo). Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Il sottosistema dei materiali e servizi Rende possibile la realizzazione della parte corrente dei processi produttivi e qui vi rientrano i materiali di consumo, le materie prime, i servizi a rete, le consulenze,e il problema della gestione delle scorte di magazzino (generi alimentari nei supermercati: quando c’è bisogno di eliminare le scorte in magazzino si fanno sconti nei negozi). Devo trovare un bilanciamento fra troppi prodotti in magazzino (rischio che rimangano invenduti) o troppi pochi (rischio di non riuscire a soddisfare tutti i clienti, perdendoli) Magazzino → Capitale investito, più aumenta il magazzino più aumenta il fabbisogno finanziario (di quante risorse ho bisogno per la mia strategia) Turn-Over del Magazzino = Indice di rotazione del magazzino, se non ruota molti prodotti rimangono invenduti. Toyota = scelta di produzione just-in-time (produzione sotto richiesta)→ Sistema di produzione basato sulla domanda, l’acquisizione di pezzi deve avvenire in tempi brevi, i fornitori sono talmente coordinati per massimizzare i tempi di consegna e del processo produttivo, è assente il magazzino o comunque molto ridotto e l’idea è quella di ridurre l’invenduto e l’accumulo di scorte. Se un fornitore ha un ritardo o un problema pianifico un fornitore B, con pari qualità produttiva, e pronto a iniziare la produzione garantendo la consegna. Le caratteristiche dei processi produttivi: Elevata complessità gestionale; Presenza di sottosistemi di attività omogenee nelle diverse funzioni realizzate; Differente natura dei costi (variabili e fissi): ◦ Costo fisso: che non varia e che resta costante a seconda della domanda (se produco 1000 e vendo 1000 o 1 i costi sono sempre uguali), è caratterizzato da diversi livelli dopo che l’azienda si è organizzata in un determinato modo. All’aumentare delle quantità prodotte non aumenta il costo totale, solitamente aumenta di paripasso con l’aumento delle quantità prodotte (ad esempio un impianto più efficiente costa di più, ma produce di più). In realtà i costi fissi non esistono dato che non esistono fattori non modificabili in un periodo più o meno lungo. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) ◦ Costo variabile: costo che varia in funzione dei volumi di produzione, la differenziazione o meno del prodotto etc. All’aumentare della quantità prodotta aumenta il costo. Il costo totale si trova partendo sull’asse dei costi (y) dal punto di costo fisso e poi da quel punto aggiungo i costi variabili, andrò così a sommarli. Nella zona in cui il mio ricavo è inferiore al punto di pareggio sono in perdita, in coincidenza del punto di pareggio ho 0 profitto e 0 perdita, superato il punto di pareggio subentro nella zona del profitto. Decisioni relative ai volumi di produzione/collocamento; Scelta delle alternative tra produzione interna o acquisizione esterna (costi differenziali) = Negli anni 80 molte aziende acquistavano i propri fornitori creando dei colossi,e autoproducendosi tutto, però essere colossi ha molti costi fissi,quindi successivamente le aziende hanno deciso di delegare determinati processi di produzione ad altre aziende (in Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) una prospettiva di parità di qualità e di costo di acquisto inferiore al costo di autoproduzione). Si incrementano i costi variabili, ma si riducono anche i costi fissi (non devo comprare l’impiantistica necessaria alla produzione). Fenomeno della terziarizzazione dell’azienda (che opera per il mercato, pubblica e non profit). Il sottosistema dei beni strumentali I beni strumentali (beni materiali e immateriali che le aziende usano per svolgere la propria attività es. macchinari, brevetti,marchi) determinano la capacità produttiva dell’azienda. I fenomeni di obsolescenza (quello che acquisiamo oggi potrebbe essere reso obsoleto e superato anche nel giro di giorni, prodotto obsoleto = invendibile) tecnica ed economica sono dannosi per i beni strumentali, portano alla perdita di valore dei beni stessi. Parlando di beni strumentali si parla di “durata”, infatti nel tempo bisogna fare manutenzioni ordinarie e straordinarie, bisogna tener conto di spese di manutenzione annuali: Ordinarie = Per controlli Straordinarie (evento negativo non previsto) = Nel caso di danni accidentali Il sottosistema del lavoro umano Si parla di un elemento fortemente soggettivo e difficile da gestire, è un carattere di indeterminatezza del lavoro dovuto all’essenza soggettiva del fattore. Attività del tipo: Labour intensive = + risorse umane, - componenti tecnologiche Capital intensive = + componenti tecnologiche, - risorse umane Viene ricercata una congruenza tra l’obiettivo individuale, aziendale e sociale. L’azienda passa attraverso le fasi della gestione del personale, ossia: Selezione → Formazione → Valutazione → Incentivazione Selezione = le aziende devono capire di chi hanno bisogno in funzione dell’obbiettivo strategico, vi è un forte collegamento tra sistemi di selezione e processo di pianificazione. Formazione = investire in formazione significa professionalizzare i dipendenti e contrastare la fase decrescente della produttività. Valutazione = Valutazione di un dipendente in base ai risultati Incentivazione = Remunerazione, monetaria e non, in base ai risultati Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Il sottosistema del denaro E’ un fattore produttivo generico perché tramite esso riesco ad acquistare qualsiasi fattore produttivo specifico. Il denaro confluisce all’azienda specifici flussi di liquidità (i quali devono essere gestiti quotidianamente e con estrema cura) e partecipa in via indiretta al modulo di combinazione produttiva, Deve essere acquisito compatibilmente agli obiettivi di economicità dell’azienda (Efficienza produttiva, Efficacia dei risultati). La pianificazione dei flussi monetari è cruciale (es. moda: bisogna pianificare i costi per gli spot, per le nuove collezioni, gli abiti etc.) Il sub-sistema informativo Formato da tecnologie, persone, procedure e dati = Informazioni Deve essere in linea diretta con i valori, le politiche e le strategie aziendali, e permette di alimentare il sistema delle decisioni e comunicare con l’ambiente esterno. Si raccolgono i dati grezzi quotidianamente e bisogna elaborarli per supportare una serie di soggetti e decisioni (senza informazioni non posso prendere delle decisioni efficienti). La ragioneria è lo studio dei sistemi informativi. Si rivolge ad utenti sia interni che esterni producendo informazioni chiare, sintetiche, pertinenti, tempestive e complete. Le funzioni del sub-sistema informativo sono: Documentare i fatti aziendali. Informare i vari responsabili sull’andamento delle attività aziendali. Fornire gli strumenti utili per programmare l’attività futura. Produrre il rendiconto dell’attività svolta. Informazioni: Qualitative = al di fuori della misura contabile → qualità servizio, soddisfazione cliente Quantitative = all’interno della misura contabile → dati numerici, vendite L’informazione è la risorsa più strategica Il sub-sistema azienda-ambiente Comprende l’apertura dell’azienda all’ambiente Un ambiente è l’insieme dei soggetti (stakeholders) che in via diretta o indiretta sono interessati alle vicende aziendali. Le diverse tipologie di relazioni sono: Fornitori (beni strumentali, materie e servizi) e clienti (condizioni contrattuali) Istituti finanziatori (chi presta denaro con interessi) = si tutelano con garanzie, come ad esempio pignoramento ed ipoteche. Dipendenti (comportamenti) Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Concorrenti nella produzione di beni e/o nell’erogazione dei servizi Conferenti capitale di rischio (finanziatori) = quanto fornisco del capitale è detto di rischio poiché nessuno mi garantisce che il mio investimento sarà redditizzio, e diventando socio posso anche rischiare di perdere tutto il capitale conferito. Posso conferire capitale a titolo: ◦ Speculativo = voglio guadagnare, sta andando bene l’azienda, investo, guadagno e poi me ne vado. ◦ Strategico = capisco che l’azienda in futuro avrà successo e voglio far parte dei soggetti che stabiliscono una strategia aziendale Stato e Pubblica Amministrazione (normative e comportamenti) L’apertura dell’azienda all’ambiente principali relazioni con le economie esterne e modalità di rilevazione: Come azienda sostengo dei costi di acquisto per i materiali (materie prime), e i fornitori mi vendono dei fattori produttivi a “fecondità semplice”,inoltre posso sostenere anche dei costi pluriennali in cambio di fattori produttivi “pluriennali” (macchinari) vendo i miei beni o servizi a dei clienti e da esso ottengo dei ricavi di vendita, ho dei finanziatori di capitale di rischio che mi forniscono risorse finanziarie e io gli restituirò i dividenti in base alla quota investita, lo stesso con i finanziatori di capitale di credito a cui fornirò gli oneri finanziari, verserò allo stato imposte e tasse in cambio di servizi pubblici, poi dovrò tenere conto il costo del lavoro che hanno i miei dipendenti che deve essere equo per le prestazioni fornite, infine dovrò mettere in conto l’esistenza di altre aziende concorrenti nel mercato. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Concetto di Area funzionale Le attività operative di natura omogenea realizzate dall’uomo possono essere raggruppate in funzioni, ciascuna delle quali richiede competenze specifiche (know-how) e lo svolgimento di determinati compiti. Le esigenze di coordinamento delle suddette attività e la continua ricerca di economie di specializzazione hanno portato alla segmentazione dell’azienda in aree funzionali di management. L’area funzionale è il luogo in cui le relaziono tra le risorse umane avvengono più intensamente. I fattori che caratterizzano una data funzione sono: Comunanza culturale Vicinanza fisica delle persone all’interno di un’unità organizzativa (u.o.) Bassi costi di trasferimento delle informazioni Ricercando la specializzazione dentro i vari contenitori va a beneficio dell’azienda, E’ fondamentale tenere in considerazioni il livello di istruzione ed esperienza Quante e quali aree funzionali dovrebbe avere un’azienda oggigiorno? È impossibile definirle a priori. Esse sono infatti legate allo specifico percorso storico-evolutivo intrapreso dall’azienda, il quale può richiedere l’identificazione di nuove aree funzionali rispetto a quelle precedentemente considerate. Si considerano in ogni caso come essenziali le funzioni di Acquisto → Produzione → Vendita La loro scelta e funzione? Contesto storico Dimensioni aziendali Presenza di un ambiente esterno fortemente turbolento (con competizione) Problemi interni dovuti a crescite dimensionali e complessità gestionali (ponderare se fare un salto di qualità o meno) Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Le funzioni comuni in qualsiasi azienda secondo l’approccio funzionale: Funzioni caratteristiche : sono il DNA dell’azienda e sintetizzano le funzioni che distinguono un’azienda dall’altra e la stessa azienda nel tempo: ◦ Marketing, ◦ Ricerca e sviluppo ◦ Produzione e approvvigionamento Funizoni integrative: integrano e supportano le funzioni caratteristiche: ◦ Organizzazione ◦ Gestione del personale ◦ Finanza Funzioni di controllo e informazione: svolgono un’attività di supporto informativo e di pianificazione rispetto alle attività precedenti: ◦ Programmazione ◦ Controllo ◦ Sistemi informativi Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Funzioni caratteristiche Marketing e distribuzione ◦ Il marketing è il processo necessario per pianificare e realizzare lo sviluppo, la promozione e la distribuzione di idee, beni e servizi, per creare uno scambio che soddisfi le aspirazioni degli individui e delle organizzazioni. Esiste di due tipologie: ▪ Marketing strategico: decisioni in merito alle linee di sviluppo dell’azienda e alle modalità distintive con cui essa intende farsi conoscere nel mercato, per conseguire i suoi obiettivi di lungo periodo = Si occupa di decisioni riguardo lo sviluppo dell’azienda rispetto gli obiettivi della stessa, per distinguersi dalla concorrenza ▪ Marketing operativo: Si riferisce a tutte le attività che consentono di mettere in atto nel breve periodo le strategie formulate e che si avvalgono degli strumenti del cosiddetto marketing mix = Riferito a un periodo di tempo più breve, bisogna fare passo per passo per arrivare all’obiettivo strategico il marketing operativo è più pratico Marketing Mix Secondo il modello delle 4P ideato da McCarthy le leve fondamentali del marketing mix sono: Product (Prodotto) ◦ Qualità, Design,Caratteristiche,Servizi etc. Price (Prezzo) ◦ Sconti, Promozioni Place (Distribuzione) ◦ Assortimento, Scorte, Trasporti Promotion (Promozione) ◦ Pubblicità, Pubbliche Relazioni, Web Marketing Nel modello delle 6P vengono aggiunti: Pubblicità Packaging La scelta della combinazione ottimale dei fattori di marketing dipende prevalentemente dalla strategia di posizionamento dell’impresa e dalle caratteristiche del mercato obiettivo come analisi consumatori, concorrenti, abitudini d’acquisto, stadio del ciclo di vita di un prodotto (un prodotto al declino andrà trattato diversamente di uno in fase di sviluppo) etc. Il marketing si basa sul target dell’azienda (ad esempio rolex punta sulla qualità e sullo status sociale). Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Caso dei baci perugina = erano in perdita, però non hanno eliminato il prodotto per paura di abbassare il guadagno da altri, hanno lavorato sul packaging (scatola con cuore o tubo invece di essere venduto sfuso) e sulla comunicazione e ora la gente associa il bacio perugina ad un momento di amore. Strategia di posizionamento Il posizionamento competitivo è il processo mediante il quale l’impresa si impegna a occupare con la propria offerta uno “spazio unico” e “ben definito” nella mente dei potenziali clienti. È il risultato di una strategia di segmentazione del mercato che, a partire dalla classificazione dei prodotti esistenti secondo caratteristiche significative per il comportamento del consumatore, consente di posizionare un prodotto o la sua comunicazione rispetto alla concorrenza. Lo scopo del processo di posizionamento è quello di “differenziare” il proprio prodotto il più possibile da quello dei concorrenti, affinché esso occupi una posizione ben distinta nella mente del potenziale acquirente. Il posizionamento implica una strategia di differenziazione del prodotto o brand che, di norma, viene individuata sulla base della qualità specifica o del beneficio distintivo che esso è in grado di offrire e per il quale è conosciuto, o vuole essere conosciuto, dal consumatore (ea. la funzionalità, la convenienza, l’innovazione, ecc) Stadio del ciclo di vita del prodotto Modello di marketing tradizionalmente impiegato per descrivere e analizzare le fasi che attraversa il prodotto nel corso della sua “vita utile”, cioè dal momento in cui arriva sul mercato a quello della sua eliminazione. La durata dell’intero ciclo di vita del prodotto e delle sue fasi è determinata dall’andamento delle vendite. Le fasi in cui si articola il ciclo di vita del prodotto sono quattro: 1. Introduzione La fase di introduzione, che ha inizio con il lancio del prodotto, si caratterizza per una lenta crescita delle vendite dovuta a una domanda inesistente che deve essere ancora creata dall’azienda. L’impresa innovatrice, che non ha alcuna esperienza specifica sul nuovo prodotto, deve elaborare un programma di marketing e: Vendite Aumentano → Sostengo l’accelerazione adattando la strategia di Marketing A causa di queste difficili condizioni, generalmente in questa fase del ciclo di vita del prodotto si registrano perdite per l’impresa: a fronte di entrate iniziali modeste, infatti, vi sono spese di entità elevata per sostenere le attività di commercializzazione e promozione necessarie a favorire la penetrazione del nuovo prodotto sul mercato. A ciò si aggiunga che i risultati raggiunti dall’impresa che ha aperto il mercato possono essere utilizzati dalle imprese concorrenti ai primi cenni di espansione della domanda. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Iniziale Perdita → Compensata dal surplus di altri prodotti nella fase di maturità con margini tali da bilanciare la perdita → Avere prodotti in diverse fasi del ciclo di vita 2. Sviluppo ◦ Quando la domanda comincia a crescere rapidamente ed entrano nuovi produttori nel mercato facendo diminuire i prezzi, il prodotto entra nella fase di sviluppo. In questo stadio le vendite prendono slancio e i profitti raggiungono e si stabilizzano a buoni livelli. Vendite Aumentano → Diventa più facile ottenere nuovi punti di distrubizione → Però altre aziende concorrenti entreranno nel mercato seguendo il mio trend positivo. Dal momento che l’offerta è in mano a più produttori, per l’impresa innovatrice che ha aperto il mercato la priorità non è più quella di far conoscere caratteristiche, usi e vantaggi del nuovo prodotto ai potenziali acquirenti, bensì quella di far preferire la propria marca rispetto a quelle delle imprese concorrenti. Gli sforzi di marketing saranno, pertanto, finalizzati a creare e consolidare la posizione del prodotto nel mercato e a promuovere la fedeltà alla marca (brand loyalt). 3. Maturità Quando il prodotto si è diffuso in tutto il potenziale di mercato entra nella fase di maturità che corrisponde ad un periodo di vendite a livelli elevati e più o meno costanti attorno ad un massimo. Mercato Saturo → Sostengo il prodotto con altri investimenti di marketing e advertising → La curva delle vendite raggiunge il punto di massimo profitto → Inizia a decrescere Diminuisce il tasso di profitto → Esco dalla produzione per iniziare la commercializzazione del Know-How (vendita di brevetti o conoscenze produttive) Mercato interno saturo → Cerco nuovi sbocchi sui mercati esteri per prolungare la profittabilità del prodotto obsoleto nel mercato interno. 4. Declino Quando la domanda comincia a decrescere rapidamente, e così i profitti, il prodotto raggiunge la fase di declino. In questo stadio del ciclo di vita del prodotto la competizione commerciale si incentra prevalentemente sul prezzo e i concorrenti marginali vengono via via espulsi dal mercato. Non posso ridurre i prezzi → Elimino il prodotto o Tento di rilanciarlo → La spesa in promozione può rallentare il declino del prodotto Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Ricerca e sviluppo ◦ Scopo: generare ed elaborare nuove conoscenze relative al sistema produttivo e svilupparle concretamente fino a realizzare nuovi prodotti o nuovi processi produttivi. ricercare e progettare nuovi prodotti e processi produttivi. Ricerca di base → Ricerca applicata → Sviluppo Non tutte le aziende hanno abbastanza tempo, risorse e forze da impiegare in ricerca e sviluppo, perciò, specialmente le PMI possono acquistare la licenza di un prodotto e il diritto di utilizzarlo. Produzione ed approvvigionamento ◦ Realizzare fisicamente i prodotti, vi rientrano tutte quelle decisioni ed attività collegate alla realizzazione dei beni e dei servizi dell’azienda, a partire dall’acquisto degli input (materiali e componenti, impianti e servizi) necessari ad ottenerli. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) ◦ Produzione ▪ Dimensionamento della capacità produttiva = quanto riesco a produrre ▪ Previsione della domanda dei prodotti o dei servizi = quanto penso di vendere ▪ Progettazione del prodotto/servizio e dei livelli qualitativi = progettazione del prodotto e i livelli qualitativi dello stesso (di lusso o al grande pubblico) ▪ Decisioni di make-or-buy = autoproduco o acquisto determinati pezzi I Processi produttivi possono essere: su Progetto su Commessa per Lotti in Linea in Processo Continuo ◦ Approvvigionamento ▪ Acquisto materie prime e componenti dai fornitori ▪ Stoccaggio (immagazzinamento) dei materiali all’inizio del processo produttivo ▪ Invio dei materiali alle unità produttive in base a quanto programmato ▪ Stoccaggio e movimentazione dei semilavorati a successive lavorazioni Le funzioni integrative Organizzazione ◦ Tipologia strutturale = che tipo di struttura voglio adottare ◦ Meccanismi operativi = permettono di mettere in relazione la strategia aziendale con gli obbiettivi aziendali. ◦ Analisi e progettazione delle mansioni = organizzazione della logistica e dei compiti Personale ◦ Amministrazione ◦ Presidio delle relazioni sindacali ◦ Gestione risorse umane Finanza Si occupa di misurare il fabbisogno di finanziamento (quanto ha bisogno l’azienda per funzionare?). Studio quanti-qualitativo del fabbisogno di finanziamento, della sua copertura e, più in generale, dell’analisi della dinamica finanziaria d’azienda. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Bisogna valutare e comparare quali opzioni sono più economicamente convenienti per l’azienda. Decisioni di finanziamento Scelta dell’azienda per ottenere la copertura finanziaria degli investimenti (ottenere investitori) ◦ Comparazione del costo delle fonti = Quanto costa intraprendere quel finanziamento o quel debito? ◦ Analisi composizione qualitativa degli investimenti e dei finanziamenti ◦ Studio delle relazioni tra rendimento capitale investito e costo dei finanziamenti; ◦ Analisi grado di elasticità finanziaria. Decisioni di investimento Scelte di impiego delle risorse finanziarie delineando le prospettive future ◦ Qualificazione dei flussi di cassa per ogni proposta; ◦ Valutazione dei flussi di cassa e conseguente selezione/ordinamento delle proposte. Le funzioni di controllo e informazione Aree integrative, finalizzate all’integrazione ed al coordinamento di tre variabili chiave: le unità organizzative, gli obiettivi e le risorse a disposizione. Programmazione e controllo non sussistono uno senza l’altro e compongono un processo ininterrotto e circolare. Programmazione = Processo che, seguendo predeterminati obiettivi strategici, individua le azioni da perseguire, normalmente nel breve periodo, in relazione alle risorse disponibili e individuando i compiti e le responsabilità delle varie aree aziendali. Controllo (feed-back e feed-forward) = Fornisce al soggetto economico le informazioni necessarie per comprendere la validità delle scelte operate, il grado di raggiungimento degli obiettivi e le azioni da intraprendere per garantire il loro perseguimento. Fasi del controllo: ◦ Definizione degli obiettivi ◦ Svolgimento dell’attività ◦ Verifica dei risultati attraverso il confronto con gli obiettivi ◦ Analisi degli scostamenti ◦ Verifica della adeguatezza degli obiettivi precedentemente fissati ◦ Eventuali azioni correttive Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Sistemi informativi Permettono la raccolta, l’elaborazione e la comunicazione di informazioni necessarie all’organizzazione per la gestione delle attività aziendali. Fasi del processo informativo ◦ Raccolta quanti-qualitativa delle informazioni necessarie ◦ Classificazione per natura e destinazione dei dati ◦ Selezione e sistemazione dei dati per renderli disponibili nel processo informativo ◦ Elaborazione dei dati disponibili per ottenere nuove informazioni ◦ Rappresentazione e comunicazione delle informazioni elaborate L’azienda è un sistema talmente complesso che per la sua conduzione e il suo studio è necessario ricorrere a semplificazione delle sue funzioni e processi caratterizzanti. Pregi: omogeneità degli strumenti impiegati, chiarezza, efficienza espositiva Limiti: visione dell’impresa, della sua organizzazione e della sua gestione a compartimenti stagni con il rischio di perdere di vista gli obiettivi globali della gestione aziendale; sotto- ottimizzazione dei risultati. Attività, processi e operazioni Le attività sono classi di operazioni svolte secondo una successione sequenziale, inquadrate secondo una logica fornitore-cliente interno (approvvigionamento ha come cliente la produzione, la produzione ha come cliente l’area commerciale), bisogna perciò interagire per dare qualcosa a chi viene dopo di noi nella lavorazione del prodotto, quindi l’azienda viene vista come un sistema di ingranaggi che continua a funzionare solo se ciascun ingranaggio dà il suo contribuito efficacemente e correttamente. Ciascuna attività → Cliente di altre attività che si trovano prima nel processo Azienda che diminuisce il numero di attività separate raggruppando le persone (risorse umane) per rendere più fluido e veloce il processo e dare una risposta in tempo reale: azienda “snella”, tipica versione delle aziende odierne. “oltrepassare lo standard”. Processi Per processo si intende un insieme di attività interdipendenti, svolte utilizzando imput di varia natura (idee, materiali, informazioni, prodotti finiti etc.) che vengono trasformati onde ottenere determinati output destinati o all’esterno o all’interno. Caratteristiche dei processi: Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Devono essere identificati i clienti del processo; Il cliente (interno e/o esterno) deve essere soddisfatto in termini di requisiti quanti- qualitativi che deve possedere l’output. in termini di costi è più conveniente mantenere un cliente soddisfatto che convincere nuovi clienti; I processi rappresentano il reale funzionamento aziendale, focalizzandosi sul “come si fanno le cose”. Esempio di logistica in entrata (deve essere un lavoro tutto sinergizzato) Ora sta diventando sempre più strategico la gestione strategica degli approvvigionamenti, a discapito della gestione commerciale, sempre importante ma meno. L’equilibrio economico e l’equazione economica Il fine dell’azienda è il conseguimento dell’equilibrio economico a valere nel tempo. Tale fine è realizzato quando vi è una remunerazione adeguata dei fattori produttivi utilizzati, si ottiene un compenso per il soggetto economico proporzionale ai risultati raggiunti in un intervallo di tempo soddisfacente. Remunerazione adeguata (adeguata rispetto alla proposta del mercato) = salari proporzionali alla mole di lavoro (bisogna garantire un salario tale da convincere il lavoratore a operare per la propria azienda e a non cercare offerte migliori da concorrenti). In base agli standard di qualità desiderati, bisogna ricercare un fornitore che dia le materie prime da noi richieste al prezzo migliore. Soggetto economico = colui che decide, che prende le decisioni, è il proprietario, detiene la maggioranza delle azioni Proporzionale ai risultati raggiunti = correlata in modo proporzionale, se i risultati sono positivi, mi aspetto una remunerazione positiva, se va male, non mi aspetto nulla, (capitale di rischio). Intervallo di tempo soddisfacente = relativo, dipende dalle capacità dell’azienda Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) L’azienda si trova in condizioni di equilibrio economico quando i ricavi della gestione (quantità prodotti venduti ed il loro prezzo) sono tali da ricoprire i costi della stessa e da lasciare un margine per un compenso considerato equo del capitale di rischio (non solo ricoprire i costi di gestione, ma anche fornire un compenso in relazione al capitale di rischio). Esso va riferito al medio-lungo periodo e deve avere valenza nel tempo. Remunerazione equa del capitale di rischio = remunerazione proporsionale alla mole di lavoro svolto, la sua qualità e sulla propensione al rischio. ROE (Return Of Equity) = Ritorno sul capitale di rischio Affinché si possa parlare di equilibrio economico, i ricavi devono: Compensare equamente il capitale di rischio Coprire i costi storici di acquisto dei fattori produttivi: avere risorse per pagare i fornitori,e per sostenere i costi di acquisto dell’impiantistica (costo pluriennale) Coprire i costi di rimpiazzo dei fattori produttivi (ammortamento) tramite le politiche di manutenzione ordinaria e straordinaria, per migliorare i costi e tempi di produzione: Il costo di rimpiazzo = es. se io ho un impianto automatizzato che mi durerà per 5 anni, se questo impianto mi costa 5 milioni di euro, il fatto che i ricavi siano in grado di remunerare i costi di rimpiazzo, significa che l’impianto mi rilascia utilità quantificabile in 1/5 del suo valore ogni anno. L’ammortamento mi porta a prevedere un tipo di costo che a differenza degli altri è un costo non monetaria. Una parte dei ricavi deve rimanere in azienda. Amputo una quota di costo fittizio che si ripeterà per n anni. Dopo n anni, avrò ottenuto un’utilità pari a 5 milioni che mi permetteranno di acquistare un nuovo impianto. Perciò ogni anno mi devo preoccupare che i ricavi coprano una quota di costo non monetario, ossia ho speso 5 milioni per un macchinario che dura 5 anni, se non ricavo minimo 1 milione all’anno da mettere da parte, il mio macchinario non sarà ripagato e ipoteticamente non avrò risorse per acquistare un macchinario nuovo → Mi indebito. È un accantonamento che mi permetterà di acquistarne uno nuovo alla scadenza di n anni. Le risorse consumate devono essere minori o uguali alle risorse generate, e da queste si ricava l’equazione economica: Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Condizioni di economicità, efficienza ed efficacia Condizione di Economicità = è per un’azienda l’avvenuto perseguimento dell’equilibrio economico a valere nel tempo, tra le componenti positive (ricavi) e negative di reddito (costi), assicurando remunerazioni soddisfacenti del capitale e del lavoro. L’ economicità è una moneta con due facce: un lato “efficacia” e l’altro “efficienza”, e deve essere messa in equilibrio perfetto, se una faccia prevale sull’altra possono portare a un “trade-off” (sbilanciamento) Condizione di Efficacia = È la capacità di una azienda di trovare la migliore corrispondenza tra gli output effettivi e gli output desiderati/preventivati. Ossia la soddisfazione generata in relazione agli obiettivi programmati. Es. dello studente con gli esami, penso di farne 4 ma ne faccio 3, l’obiettino è stato raggiunto solo in parte. Anche il lato della qualità è importante (a volte viene trascurata) poiché devo valutare se è più efficace fare 3 esami prendendo a tutti 22 oppure 4 prendendo a tutti 18. Condizione di Efficienza = È il rapporto ottimale o desiderato tra gli input (sforzi per ottenere un qualcosa, prezzi, etc) e gli output effettivi (prodotti,vendite etc.). Essere più efficienti significa: ◦ A Parità di costi → produrre di più, ossia ottengo più output Es. Acquistando impianti che mi permettano di produrre di più, rendere più efficienti i dipendenti con degli incentivi (+ armonia = + produttività) ◦ A Parità di prodotti → ridurre i costi mantenendo contemporaneamente sempre alti gli standard qualitativi o quantitativi. Es. Cambiando materiale che mi costi di meno ma che mi garantisca la stessa qualità, snellire il processo di produzione, negoziare coi fornitori per un’approvvigionamento più strategico = obiettivo comune = ridurre il costo. Imput → Migliorare l’Efficienza Output Output → Migliorare la Produttività incrementando la resa dei fattori produttivi Imput (impiantistica o risorse umane). L’obiettivo più difficile delle aziende è quello di riuscire a mantenere efficienza ed efficacia in equilibrio, consentendo di ottenere economicità. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) L’ordine economico Le diverse parti in cui viene composta la gestione aziendale devono essere tra loro collegate in modo razionale secondo le tre configurazioni dell’ordine economico. Queste tre configurazioni consistono in: Ordine combinatorio = si riferisce ai fattori della produzione che devono combinarsi fra loro nel modo ottimale, valutando preventivamente la convenienza economica e la fattibilità tecnica del “modulo di combinazione produttiva” (deve essere dinamico come le tendenze di mercato) Ordine sistemico = riguarda le operazioni di gestione che devono costituire tra loro un “sistema”, cioè configurarsi (ed osservarla) come parti ideali di un tutto unitario (logica unitarietà); Ordine di composizione = riguarda l’incontro dell’azienda con l’ambiente. Essa deve infatti interagire e convivere con l’ambiente in modo ottimale. A tal fine l’azienda deve ricercare un giusto bilanciamento tra forze interne e forze esterne (ambientali) per essere vincente sul mercato, vi possono anche essere forze positive e forze negative. Essere propenso all’economicità → Coordinare l’ordine interno ed intefacciarlo con il mercato esterno Per essere in posizione di equilibrio economico, l’azienda deve raggiungere un ordine all’interno (combinatorio e sistemico) e un ordine con l’esterno (ambiente). L’ordine interno rappresenta la condizione necessaria per l’ordine esterno: Azienda istabile internamente = Azienda instabile sul mercato Nell’intento di raggiungere “sinergie” in termini dei 3 ordini, l’azienda deve ricercare una disposizione economica, rivolta al conseguimento di un equilibrio duraturo prospettico. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) L’equilibrio finanziario e l’equazione finanziaria L’equilibrio finanziario è quando l’azienda dispone di una quantità di finanziamenti sufficienti a coprire senza difficoltà gli investimenti richiesti dalla gestione, bilanciando costantemente i flussi finanziari in entrata e quelli in uscita. In ogni momento deve essere verificata l’uguaglianza fonti-impieghi. Fonte = tutti i finanziamenti destinati a trovare un successivo impiego nell’attività di gestione. Si fa pertanto riferimento a qualunque causa di afflusso di capitali (in forma liquida o in natura) in azienda. Le fonti si dividono in: Finanziamenti = Prestito di denaro da parte di finanziatori esterni da investire Disinvestimenti = Trasformare in denaro liquido un capitale investito (quando decido di vendere l’impianto acquistato in precedenza) Impiego = tutte le possibili destinazioni dei capitali, pervenute dalle fonti, in attività utili per la gestione aziendale (es. investimenti). Gli impieghi si dividono rispettivamente in: Investimenti = Qualunque impiego di capitale destinato a trasformarsi in denaro per effetto della gestione Rimborsi di capitale = Implicano deflussi di capitali e si differenziano dagli investimenti in quanto non comportano l’acquisizione di elementi destinati a trasformarsi direttamente o indirettamente in ricavi di vendita (restituire soldi prestati dai finanziatori) Fabbisogno lordo di finanziamento Può essere definito con riferimento ad un certo intervallo temporale (es. fabbisogno per mese di novembre 2008) o con riferimento ad un preciso istante (20 novembre 2008), ed è il Totale degli impieghi (destinazioni di capitale, uscite monetarie) a prescindere dalle tipologie di investimento. Corrisponde all'entità dei capitali (ammontare di risorse) occorrenti per attuare gli investimenti programmati per il periodo considerato indipendentemente dalla loro natura. Tipologie di investimento: Investimenti in attesa di realizzo = Investimenti per la realizzazione di prodotti ancora non collocati sul mercato, quindi ancora non posso acquisire ricavi monetari. Es. investimento per prodotti ancora in magazzino e non inseriti nel mercato Investimenti in produzione venduta = Sopporto costi per acquisire fattori della produzione combinati fra loro e ottenere dei prodotti da vendere, il ritorno monetario sarà visto quando riuscirò effettivamente a completare la vendita e riceverò il pagamento. Es. investimento per prodotti già presenti sul mercato, che aspettano solo di essere venduti Rimborsi di capitale Es. Restituisco soldi ai finanziatori (banche,investitori) per alleggerire il mio debito Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Investimenti in attesa di realizzo (risorse investite per prodotti da immettere sul mercato) + Investimenti in produzione venduta (risorse investite per prodotti già sul mercato) + Rimborsi di capitale (ripagare gradualmente i debiti e/o gli investitori) = Fabbisogno lordo di finanziamento (ammontare complessivo di finanziamenti di cui necessito) La determinazione del fabbisogno finanziario di un'impresa funzionante è un'operazione complessa, ma indispensabile per una corretta gestione. Essa deve essere effettuata periodicamente in via preventiva rispetto all'attività aziendale e deve fondarsi su una visione dinamica e prospettica dell'impresa → Ideare cosa fare ma avere la sicurezza di avere le fonti sufficienti per relizzarlo Quali fonti di finanziamento possono soddisfare il fabbisogno lordo di finanziamento? Fonti interne (ricavi dalla vendita del mio output) + Fonti esterne (capitale che riesco ad acquisire dall’esterno, es. capitale di rischio, prestiti) = Totale fonti di finanziamento Il fabbisogno di finanziamento esprime un concetto dinamico e può pertanto caratterizzarsi in base a: Segno algebrico (variazioni positive/negative) Intensità (maggiore/minore) Frequenza (variazioni +/-frequenti) Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Nel periodo T0-T1 → Andamento positivo del fabbisogno (perché diminuisce la quantità di risorse di cui ho bisogno) Nel periodo T1-T2 → Cresce in via tendenziale il fabbisogno, però con evidenti modifiche di intensità. Fabbisogno netto di finanziamento Rappresenta l’ammontare degli impieghi che deve essere finanziato tramite il ricorso a fonti esterne Es. Se il mio fabbisogno lordo di finanziamento (ammontare di risorse occorrenti per attuare gli investimenti programmati) è di 200 e con i miei ricavi di vendita ottengo 120, dovrò cercare all’esterno (Fabbisogno netto di finanziamento → dall’esterno, quindi banche o azionisti) i restanti 80. Quali fonti di finanziamento possono soddisfare il fabbisogno netto di finanziamento? Fabbisogno lordo di finanziamento - Ricavi di vendita = Fabbisogno netto di finanziamento Credito = Momentanea indisponibilità di denaro (Non ho denaro liquido e perciò ricorro ai creditori, ossia Banche o Azionisti) E’ fondamentale precisare che i ricavi di vendita non determinano sempre immediate entrate monetarie (soldi liquidi subito) in quanto la maggior parte delle vendite sono pagate in via “dilazionata”, la fonte interna risulterà già investita in un impiego corrispondente (credito verso clienti) Es. io ho un credito verso un cliente che ad esempio ha comprato un mio oggetto a rate fino a che non le estingue, mentre nelle vendite in contanti tale fonte genererà una liquidità in attesa di impiego. Aumentando la liquidità in azienda (Ricevendo subito pagamenti liquidi) si riduce il fabbisogno netto di finanziamento, e quindi dover chiedere prestiti alle banche o ricercare azionisti. Perciò le aziende favoriscono chi paga in contanti subito, poiché avranno meno bisogno di fabbisogno lordo finanziario. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Es. Ogni volta che faccio una proposta, aumento il mio fabbisogno finanziario, quindi il prezzo pagato in 90 giorni è maggiore di quello pagato in 60, poiché devo rientrare nei ricavi. Più il cliente dilaziona il pagamento e meno liquidità riceverò nell’immediato (molte volte se pago una parte in contanti mi fanno uno sconto, perchè le aziende hanno meno fabbisogno lordo finanziario). Bisogna stare però attenti che se per strappare clienti rateizzo tutto con tassi molto convenienti aumenterò il mio fabbisogno finanziario, avendo poca liquidità, che dovrò dunque andare a ricercare ad esempio nelle banche, che devo avere la certezza di pagare in tempo per non entrare in un circolo vizioso di tassi di interesse. Nella gestione aziendale risultano esservi l’area monetaria (ricavi di vendita) che è più ristretta dell’area finanziaria (area di credito sopra citata). L’area finanziaria comprende anche le operazioni che fanno sorgere debiti e crediti senza un contestuale movimento da e per l’azienda. Riassunto Finale Definizioni Fabbisogno Lordo di Finanziamento Fabbisogno Netto di Finanziamento Corrisponde all'entità dei capitali (ammontare di Rappresenta l’ammontare degli impieghi che risorse) occorrenti per attuare gli investimenti deve essere finanziato tramite il ricorso a fonti programmati per il periodo considerato esterne indipendentemente dalla loro natura. Di quante risorse ho bisogno per la mia azienda Di quante risorse ho bisogno in assoluto per la per attuare gli investimento solamente da fonti mia azienda per attuare gli investimenti esterne, ossia da banche o finanziatori interni (non lo copro con i miei ricavi di vendita) Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Autofinanziamento lordo I ricavi di vendita rappresentano l’autofinanziamento lordo = Forma di finanziamento generata internamente all’azienda tramite i ricavi dalla vendita del mio prodotto e destinata a coprire i costi dell’esercizio, vale a dire gli impieghi nella produzione. Es. Soldi ricavati dalla vendita dei miei prodotti e/o servizi destinati a coprire tutti i costi della produzione del prodotto stesso Autofinanziamento netto L’autofinanziamento netto consiste nel contributo offerto dai ricavi di vendita dell’esercizio per soddisfare una parte del fabbisogno finanziario che rimane dopo la copertura dei costi dell’esercizio aventi manifestazione finanziaria (debiti, finanziatori esterni etc.). Es. Una volta che con i ricavi dalla vendita dei miei prodotti riesco a coprire tutti i costi aziendali, i soldi rimanenti li posso utilizzare per alleggerire il debito o ripagare i miei finanziatori, + è elevato e meno bisogno ho di cercare finanziatori esterni. Nell’esercizio non tutti i costi comportano un’uscita finanziaria come ad esempio gli ammortamenti (no uscita monetaria nel tempo, ma costo iniziale dilazionato nel tempo): Es. andiamo a considerare che un impianto, ossia fattore produttivo pluriennale, se ha durata di 10 anni, ogni anno mi rilascia 1/10 della su utilità, è un costo senza manifestazione finanziaria ossia che ogni anno non pago un fornitore, ma solo al momento dell’acquisto, quindi ogni anno non avrò uscita monetaria, però tuttavia rilascia ogni anno 1/10 della sua utilità ed è come se ogni anno pagassi 1/10 del suo valore (frazionando il costo di acquisto). Devo avere un margine tale da poter sostenere un costo di rimpiazzo (dopo i dell’esempio 10 anni cambiare il macchinario). Quindi non è vero che solo i ricavi di vendita sono solo le forme di autofinanziamento, anche l’utilità rilasciata dall’ammortamento lo è. Se dall’autofinanziamento lordo (ricavi di vendita) togliamo i costi di esercizio aventi manifestazione finanziaria (stipendi, bollette, fornitori) nell’esercizio stesso si ottiene il concetto di autofinanziamento netto. Autofinanziamento lordo dell’esercizio (ricavi di vendita) - Costi di esercizio aventi manifestazione finanziaria nello stesso (costi sostenuti per la produzione) = Autofinanziamento netto dell’esercizio Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Qualora si verifichi un autofinanziamento netto “positivo”, ciò significa che non solo il flusso finanziario prodotto dai ricavi riesce a coprire i costi aventi manifestazione finanziaria nell’esercizio ma consente anche di: Autofinanziamento Netto > 0 → Ho completamente coperto i costi di produzione, perciò: ◦ Effettuare nuovi investimenti senza ricorrere a fonti esterne ◦ Rimborsare parte delle fonti esterne (Rimborsare le banche) già acquisite senza dover ridurre o cancellare gli investimenti in corso. Con questo surplus (più ricavi che costi) posso fare nuovi investimenti ed alleggerire l’indebitamento. Autofinanziamento Netto < 0 → Non sono stati coperti i costi di produzione, si cercano fonti esterne per fronteggiare la copertura dei costi di produzione(attenzione al debito!) Riassunto Finale Definizioni Autofinanziamento Lordo Autofinanziamento Netto Forma di finanziamento generata internamente L’autofinanziamento netto consiste nel all’azienda tramite i ricavi dalla vendita del mio contributo offerto dai ricavi di vendita prodotto e destinata a coprire i costi dell’esercizio per soddisfare una parte del dell’esercizio, vale a dire gli impieghi nella fabbisogno finanziario che rimane dopo la produzione. copertura dei costi dell’esercizio aventi manifestazione finanziaria (debiti, finanziatori esterni etc.). Es. Una volta che con i ricavi dalla vendita dei Es. Soldi ricavati dalla vendita dei miei prodotti miei prodotti riesco a coprire tutti i costi e/o servizi destinati a coprire tutti i costi della aziendali, i soldi rimanenti li posso utilizzare produzione del prodotto stesso per alleggerire il debito o ripagare i miei finanziatori. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Equazione fabbisogno di finanziamento L’equilibrio tra ricavi e costi non considera un rilevante “problema”: le cause economiche che determinano l’affluire (ricavi) ed il defluire (costi) del denaro sono quasi sempre temporalmente sfasate rispetto agli andamenti monetari e si verifica il fenomeno dell’asincronia tra entrate e uscite monetarie. Es. gestire mesi di uscite molto considerevoli e mesi di entrate molto considerevoli Ciclo Operativo = L’intero ciclo del mio prodotto, dal sostenimento del costo di acquisizione dei fattori della produzione (t1) all’incasso dalle vendite del prodotto (t4) Ciclo Economico = Inizia con il sostenimento del costo di acquisizione dei fattori della produzione (t1) e termina con vendita dei prodotti (t3) (che non per forza coincide con l’incasso, ad esempio pagamenti dilazionato) Ciclo Monetario = Inizia con il pagamento dei fattori acquisiti (t2) e termina con l’incasso dalle vendite del prodotto (t4) Ciclo di Trasformazione = Inizia con l’immissione dei materiali acquistati nella produzione (ta) e termina con l’ottenimento dei prodotti finiti (tb) (da vendere) Ogni azienda per cercare di sincronizzare questi cicli e dovrà minimizzare il tempo che passa tra quando sono chiamato a pagare i miei fornitori e il mio ritorno da parte del cliente. Azienda cercherà di rendere minore il momento tra t2 e t4 (pagamento fattori acquisiti e incasso vendite) perciò il mio fabbisogno finanziario sarà minore. Ricevo soldi dai clienti → Ho liquidità → Pago i fornitori agevolmente senza dover ricorrere al credito → Perchè credito = Indebitamento L’ideale t4 coincidente o anticipato a t2. Document shared on https://www.docsity.com/it/economia-aziendale-e-principi-di-contabilita-prof-luca-mazzara-primo-parziale/5957889/ Downloaded by: andrea-vozzella ([email protected]) Es. Un settore che ha il ciclo totalmente capovolto ad è il settore delle assicurazioni, nel momento della stipulazione della polizza di paga e l’azienda incassa subito coincidendo con il ricavi di vendita, il momento dell’uscita monetaria pero l’azienda che ha al momento del danno al cliente. L’equazione del fabbisogno di finanziamento consente di: Determinare le quantità di capitale occorrenti nei vari momenti di vita aziendale Controllare gli andamenti ciclici che esprimono la differente velocità di rinnovamento del capitale investito (turn-over) Sincronizzare i processi di smobilizzo (ossia vendere e rendere in moneta) e di approvvigionamento con i processi di investimento dei mezzi finanziari nella produzione. Fronteggiare il fenomeno delle “punte finanziarie” (si sono esaurite le scorte monetarie iniziali e manca liquidità → mi rivolgo al credito) Di quanto capitale necessito nei vari periodi della vita aziendale Es. gli stabilimenti balneari avranno necessità di molto capitale nei mesi invernali per l’acquisto di nuove attrezzature (e manutenzione) e intorno a pasqua per avviare la stagione, a fronte della punta massima di incassi in agosto in concomitanza con le ferie. Al momento dell’avvio dell’azienda, l’azienda necessita di ingenti risorse per investimenti strutturali e per avviare il processo economico-tecnico della gestione corrente. L’equazione può essere predisposta anche per un periodo tipico (n-esimo) della gestione corrente. L’equazione esprime nell’intervallo di tempo desiderato (primo anno) il fabbisogno di risorse esterne dopo aver coperto gli investimenti con i flussi di ricavi generati dalla gestione (risorse interne). f = Quantità del fattore della produzione considerato p = Prezzo unitario di acquisto del fattore della produzione v = Velocità di rientro dei fattori produttivi nei rispettivi cicli operativi. Tempo che intercorre fra il momento di acquisizione del fattore produttivo e il suo ritorno in forma liquida per il conseguimento dei ricavi di vendita. Ovvero quanto impiega l’investimento sostenuto per “f” per tornare ad essere venduto e trasformato in forma monetaria con il ricavo. c = Dosi di capitale necessario I mezzi finanziari necessari per avere la disponibilità di ci