Summary

Questo documento fornisce un'introduzione al primo soccorso, spiegando le procedure di base e le azioni da intraprendere in caso di infortunio o malore. Include diverse sezioni sulla gestione delle diverse situazioni di urgenza, dalla valutazione dei parametri vitali all'attivazione dei soccorsi, usando la terminologia medica più appropriata. Il documento spiega anche la sequenza delle operazioni di soccorso e le diverse tecniche di triage.

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Il primo soccorso è l’aiuto dato al soggetto infortunato o malato, da personale non sanitario, in attesa dell’intervento specializzato A chiunque può capitare di dover prestare soccorso a persone infortunate, ferite o colpite da malore (esempio crisi cardiaca) Si presta soccorso all’infortunato pe...

Il primo soccorso è l’aiuto dato al soggetto infortunato o malato, da personale non sanitario, in attesa dell’intervento specializzato A chiunque può capitare di dover prestare soccorso a persone infortunate, ferite o colpite da malore (esempio crisi cardiaca) Si presta soccorso all’infortunato per: Salvargli la vita Evitare il peggioramento delle sue condizioni Aiutare la sua ripresa e/o favorire il ricovero in ospedale Per il primo soccorso è necessario effettuare alcuni atti semplici e precisi, che fanno riferimento a principi di soccorso generalmente accettati e riconosciuti come validi, usando mezzi e materiali eventualmente disponibili al momento dell’incidente L’organizzazione del primo soccorso Obiettivi: attivare in modo corretto il 118 riconoscimento della scena protezione della persona coinvolta realizzazione di un primo soccorso in attesa dell’arrivo di personale qualificato EMERGENZA CONDIZIONE STATISTICAMENTE POCO FREQUENTE CHE COINVOLGE UNO O PIÙ INDIVIDUI, VITTIME DI EVENTI CHE NECESSITANO DI IMMEDIATO E ADEGUATO INTERVENTO TERAPEUTICO O RICORSO A MEZZI SPECIALI DI TRATTAMENTO URGENZA CONDIZIONE STATISTICAMENTE ORDINARIA CHE RIGUARDA UNO O POCHI INDIVIDUI COLPITI DA PROCESSI PATOLOGICI PER I QUALI, PUR NON ESISTENDO IMMEDIATO PERICOLO DI VITA, È TUTTAVIA NECESSARIO ADOTTARE ENTRO BREVE TEMPO L’OPPORTUNO INTERVENTO TERAPEUTICO SISTEMA 118 INTEGRATO NUMERO UNICO DI SOCCORSO SANITARIO RETE TELEFONICA RISERVATA ALLA SANITÀ PUNTI DI 1° INTERVENTO PRONTI SOCCORSO - OSPEDALI DI I° E II° LIVELLO IN RETE Numero Unico di Emergenza In Lombardia e nella provincia di Roma è attualmente attivo il NUE (Numero Unico Emergenza 112), un solo numero che fa confluire tutte le telefonate effettuate ai numeri di emergenza: 112-113-115-118 Numero Unico di Emergenza Il compito del NUE (“centralino laico” perché si avvale del lavoro di operatori non specializzati), è quello di identificare il chiamante e la località da dove si richiede l’intervento ed inviare la richiesta alla centrale operativa competente (emergenza sanitaria, carabinieri, polizia, vigili del fuoco GESTIONE 118 I compiti e la gestione del 118 sono stabiliti per lo più su base REGIONALE, per cui possono esserci differenze organizzative tra una regione e l’altra. Raramente l’organizzazione è provinciale o locale OBIETTIVI 118 RIDURRE LE MORTI EVITABILI DIMINUIRE I TASSI DI INVALIDITA’ RIDURRE LA MORBILITA’ ATTIVAZIONE DELLA CENTRALE OPERATIVA Nome Via-Nr. Civico Località Riferimenti Telefono Ha visto l’accaduto 118 Vede l’infortunato ATTIVAZIONE DELLA CENTRALE OPERATIVA Paziente internistico Cosciente Respira Torace Dolore Addome Altro Da quanto tempo 118 Età del paziente ATTIVAZIONE DELLA CENTRALE OPERATIVA Paziente traumatizzato Nr. pazienti Mezzi coinvolti Cosciente Respira Incastrati Caduta da mt 118 Ferita penetrante Pz. sbalzato Sostanza infiammabile DOMANDE PIÙ FREQUENTI: ✓Chi chiama? ✓Dove ci si trova? ✓Che cosa è successo? ✓Il paziente respira e risponde? ✓Ha polso? ✓Sanguina o ha traumi visibili? ✓Quanti sono i feriti? IL COLLOQUIO VIENE REGISTRATO Livelli di soccorso ambulanze volontariato ambulanza con infermiere professionale ambulanza con medico emergenza territoriale automedica con anestesista e/o medico di emergenza territoriale infermiere professionale eliambulanza con anestesista e due infermieri professionali Omissione di soccorso (art 593 C.P.) Il reato è consumato da chiunque”...trovando abbandonato...persona incapace di provvedere a sé stessa omette di darne avviso all’Autorità. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso alle Autorità.” Il soccorritore e le manovre sanitarie Manovre eseguibili da un soccorritore: valutazione parametri vitali e principali alterazioni massaggio cardiaco esterno e ventilazione artificiale immobilizzazione rachide e arti emostasi, protezione e medicazione ferite sottrazione di un ferito o di un malato da situazioni di immediato pericolo Consenso informato: Nelle decisioni prese nei confronti di una persona cosciente e maggiorenne bisogna tener conto anche del parere della vittima Es. chiamare un’ambulanza o un medico o un familiare Consenso implicito: Se la persona non è cosciente o non può esprimere il suo consenso per altre ragioni, si decide in modo autonomo per salvaguardare la salute del paziente Responsabilità per i beni altrui Se la vittima non è perfettamente cosciente, consegnare eventuali oggetti personali ai parenti o al personale sanitario a cui la si affida, alla presenza di un testimone Diritto alla discrezione: Ogni persona ha diritto alla discrezione e quindi è poco corretto raccontare ad altri eventi o situazioni di cui si è stati testimoni o partecipanti attivi Il ruolo di chi presta il primo intervento è molto importante. Gli incidenti sono molto frequenti e spesso gravi. La responsabilità del soccorritore termina solo quando l’infortunato è affidato alle cure di un medico, di un paramedico o a personale del soccorso qualificato. Sequenza delle operazioni di soccorso A B C D E F G Anello A è il tempo che intercorre dall’incidente al momento in cui il soccorritore vede l’accaduto Anello B è il tempo necessario al soccorritore per: 1.dominare l’ansia, la paura, l’agitazione 2. osservare bene quanto successo 3. proteggere l’infortunato per evitare un peggioramento della situazione Anello C è il tempo necessario per raggiungere un telefono. Attualmente questo anello è considerato superato Anello D è il tempo di contatto e di colloquio con la Centrale Operativa Anello E è il tempo che impiega la Centrale Operativa ad individuare il mezzo idoneo più vicino Anello F è il tempo che impiega il mezzo di soccorso individuato a giungere sul posto Anello G è il tempo che utilizza l’equipe di soccorso per le prime cure e il successivo trasporto in ospedale, se necessario Proteggere - Avvertire - Soccorrere P.A.S. Proteggere Proteggersi Proteggersi è la prima cosa da fare È necessario: mantenere la calma osservare bene se la situazione e l’ambiente sono sicuri se vi sono rischi adottare misure idonee per rimuoverli o evitarli Avvertire Il numero telefonico unico per l’emergenza sanitaria è il 118 attivo su tutto il territorio nazionale SOCCORRERE in caso di infortunio agire con calma e determinazione attivare i soccorsi ( 118 ) iniziare i primi soccorsi salvaguardando la sicurezza dei soccorritori RICORDA L’operatore telefonico che lavora in Centrale Operativa 118 è un Infermiere professionale esperto: quando risponde alla chiamata ha già iniziato ad aiutarti, rispondi alle sue domande con calma e precisione: NON IRRITARTI, NON STA PERDENDO TEMPO! Triage All’arrivo al P:S: il pz è sottoposto al triage infermieristico: si tratta di un processo decisionale basato su un percorso metodologico scientifico riconosciuto a livello internazionale in base al quale infermieri adeguatamente formati stabiliscono la priorità d’accesso alla visita medica e/o al trattamento assegnando a ciascun paziente un codice colore, in modo che venga assicurata un’assistenza tempestiva ai pazienti più urgenti. Triage E’ il principio secondo cui i pazienti che giungono in PS non sono pi valutati secondo l’ordine d’arrivo ma secondo la gravit del problema clinico presentato. Scopo essenziale del triage è, di conseguenza, quello di non fare attendere i pazienti per i quali l’intervento diagnostico-terapeutico deve essere immediato o molto precoce. ù à TRIAGE Codice Rosso. Si tratta di pazienti con compromissione di almeno una funzione vitale (respiratoria, cardio – circolatoria, nervosa) e/o alterazione di uno o più parametri vitali) e quindi con immediato pericolo di vita. Il Pronto Soccorso blocca la propria attività e riceve immediatamente il paziente nell’ambulatorio a maggiore tecnologia disponibile. Codice Giallo. Si tratta di pazienti in potenziale pericolo di vita, ovvero con sintomi e/o lesioni gravi, per i quali può essere presente un’alterazione, ma non ancora una compromissione, di una delle funzioni vitali; non c’è alterazione dei parametri vitali. L’accesso avviene nel più breve tempo possibile (entro 15 minuti) e la rivalutazione va effettuata ogni 10 minuti. TRIAGE Codice Verde. Si tratta di pazienti non in pericolo di vita, con funzioni vitali integre e parametri vitali normali, ma con sintomatologia rilevante ad insorgenza acuta che necessita di inquadramento. L’accesso avviene dopo i codici rosso e giallo (entro 120 minuti), con rivalutazione da effettuarsi ogni 30 minuti. Codice Bianco. Si tratta di pazienti in condizione di non urgenza (funzioni vitali integre, parametri vitali normali, sintomatologia non rilevante e ad insorgenza non acuta) che potrebbero essere valutati in percorsi alternativi. L’accesso avviene dopo i codici rosso, giallo e verde (entro 180 minuti). Valutazione delle funzioni vitali - funzione cerebrale - funzione respiratoria - funzione cardiaca Alterazioni della funzione cerebrale: Disturbi della coscienza La coscienza è la consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante CLASSIFICAZIONE DELLE MODIFICAZIONI DI COSCIENZA A. Modificazioni Fisiologiche: Sonno B. Alterazioni o Modificazioni Patologiche: 1) Alterazioni episodiche o transitorie: a) Lipotimia e Sincope b) Epilessia c) Narcolessia d) Commozione cerebrale 2) Alterazioni prolungate o durature a) Confusione mentale b) Coma Disturbo della coscienza lipotimia (presincope): malessere passeggero con ronzii auricolari, appannamento della vista, sudorazione, senso di freddo, sensazione angosciata di imminente perdita dei sensi DISTURBO DELLA COSCIENZA sincope: perdita di coscienza improvvisa, di breve durata, a risoluzione spontanea. Il soggetto ha una debolezza muscolare generalizzata ed è incapace di mantenere la posizione eretta SINCOPE Improvvisa riduzione o interruzione del flusso di sangue al cervello cardiopatia Disturbo della funzione elettrica dei neuroni epilessia Disturbo metabolico ipoglicemia Come riconoscere la lipotimia e la sincope? Sincope: perdita di coscienza di breve durata con incapacità a a mantenere il tono posturale, insorge in modo brusco e si risolve spontaneamente Lipotimia: grado minore dello stesso disturbo caratterizzata da sensazione di svenimento ma senza perdita completa della coscienza e caduta a terra Cosa fare? 1. posizionare il paziente sdraiato e con le gambe sollevate per favorire il massimo apporto di sangue al cervello (posizione di Trendelemburg) 2. liberare il paziente dagli indumenti stretti 3. cominciare il BLS se necessario (valutazioni) 4. mettere il paziente in posizione laterale di sicurezza se non vi è trauma 5. mantenere l’osservazione del paziente 6. chiamare il 118 se non è stato fatto al momento della valutazione BLS, se la situazione non si risolve EPILESSIA Crisi Epiletttica Scarica elettrica anomala e incontrollata dei neuroni che interrompe transitoriamente la normale funzione cerebrale Tale fenomeno provoca, non sempre, tipicamente alterazioni dello stato di coscienza, movimenti involontari o convulsioni CRISI EPILETTICHE Anche se le crisi epilettiche possono essere un’esperienza paurosa, nella maggior parte dei casi s’interrompono da sole senza intervento esterno. Una volta terminata la crisi, la persona riprende gradualmente il controllo e riprende coscienza di s senza alcun effetto negativo. La maggioranza delle persone diagnosticate epilettiche possono controllare le loro crisi con i farmaci. è RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Anche se le crisi epilettiche sono molto complesse, possono essere distinte in due categorie principali: 1. crisi parziali o focali: cominciano in una parte del cervello (cio un punto focale nel cervello) e interessano la parte del corpo controllata da quella parte del cervello 2.crisi generalizzate: colpiscono l’intero cervello e quindi interessano il corpo intero è RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi parziali semplici Sono attacchi localizzati, che interessano soltanto una parte del cervello. I sintomi che la persona prova dipendono dalla funzione corporea controllata da quella parte del cervello. La crisi pu comportare movimenti involontari o l’irrigidimento di un arto, sensazioni di d j vu, un gusto o un odore spiacevole, o sensazioni nello stomaco come di ‘farfalle’ o nausea. ò é à RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi semplici parziali La persona rimane del tutto cosciente durante tutta la durata della crisi. La crisi dura solitamente meno di un minuto e poi la persona si riprende. Quando una crisi parziale si estende e coinvolge l’intero cervello, viene chiamata crisi secondaria generalizzata. RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi parziali complesse Anche questo tipo di attacco interessa solo una parte del cervello ma lo stato di coscienza della persona viene alterato. La persona pu spesso apparire confusa e stordita, e pu compiere strane azioni. ò ò RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi parziali complesse La crisi dura solitamente per uno o due minuti ma la persona può̀ rimanere confusa e in stato di sopore per alcuni minuti o alcune ore dopo che la crisi si conclusa. è RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi tipo assenza (piccolo male) Si tratta di una crisi generalizzata che interessa tutto il cervello ed più comune nei bambini. In questo tipo di attacco, la persona perde la coscienza di quanto sta accadendo attorno a s ma raramente cade a terra. Semplicemente, rimane con lo sguardo fisso e potrebbe rovesciare gli occhi o sbattere le palpebre. è è RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi tipo assenza (piccolo male) Le assenze cominciano improvvisamente, durano pochi secondi e poi cessano di colpo e la persona riprende a fare quello che stava facendo. Anche se queste crisi durano solo pochi secondi, possono avvenire molte volte al giorno, e possono essere molto nocive per l’apprendimento. RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi tonico cloniche (grande male) Le crisi toniche cloniche sono attacchi generalizzati che interessano tutto il cervello. E’ il tipo di crisi a cui si riferisce la maggior parte della gente quando pensa all’epilessia. Alcune persone poco prima che l’attacco cominci possono provare un’ ‘aura’, come una sensazione di d j vu, una strana sensazione allo stomaco o uno strano odore o gusto. L’aura essa stessa una crisi epilettica semplice parziale. è é à RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi toniche cloniche (grande male) Durante una crisi tonico clonica il corpo di chi ne colpito si irrigidisce e la persona cade a terra (la fase tonica). Gli arti cominciano a contrarsi con forti movimenti simmetrici, ritmici (la fase clonica). La persona può presentare bava alla bocca, diventare blu o rossa in faccia o perdere il controllo della vescica e/o dell’intestino è RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi toniche cloniche (grande male) Anche se assistere a questo tipo di crisi epilettica pu essere impressionante, l’attacco in se stesso raramente pu causare danni alla persona che ne colpita. Essa, tuttavia, pu vomitare o mordersi la lingua e pu a volte ferirsi se sbatte contro gli oggetti circostanti quando cade o in preda alle convulsioni. ò è ò ò ò è RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE Crisi toniche cloniche (grande male) La crisi normalmente cessa dopo alcuni minuti, dopo di che la persona di solito confusa e in stato di torpore. Potrebbe soffrire di mal di testa e voler dormire. Questa sonnolenza può durare per alcune ore. è RICONOSCERE LE CRISI EPILETTICHE COME PRESTARE AIUTO: Quello che bisogna fare quando qualcuno ha una crisi epilettica dipende dal tipo di attacco che si sta verificando. Non sempre occorre chiamare il 118 PRONTO SOCCORSO NELLE CRISI EPILETTICHE COSA FARE: 1.Rimani vicino alla persona – stai calmo 2.Prendi nota dell’ora/durata della crisi 3.Proteggi la persona da lesioni - togli qualunque oggetto pesante dall’area in cui si trova 4. Metti qualcosa di morbido sotto la sua testa 5. Allenta i capi di vestiario troppo stretti PRONTO SOCCORSO NELLE CRISI EPILETTICHE COSA FARE: 6. Sposta con delicatezza la persona su di un fianco – non appena sar possibile - per aiutarla a respirare 7. Cerca di comunicare con la persona per assicurarti che non abbia perso conoscenza o che l’abbia ripresa 8. Rassicurala 9. Tieni lontano i curiosi à PRONTO SOCCORSO NELLE CRISI EPILETTICHE COSA NON FARE: 1. Non limitare i movimenti della persona. 2. Non cercare di mettere forzatamente oggetti dentro la bocca 3. Non dare alla persona acqua, pillole o cibo fino a quando non sar pienamente cosciente. à PRONTO SOCCORSO NELLE CRISI EPILETTICHE COSA FARE: Dopo che la crisi si conclusa, la persona dovrebbe essere messa sul suo fianco sinistro. Ricordati che esiste il lieve rischio che la persona possa vomitare una volta terminata la crisi, prima che abbia pienamente ripreso coscienza. è PRONTO SOCCORSO NELLE CRISI EPILETTICHE COSA FARE: La testa dovrebbe essere collocata in modo che il vomito possa essere espulso dalla bocca senza venire inalato. Rimani con la persona fino a quando si sar ripresa (da 5 a 20 minuti). à PRONTO SOCCORSO NELLE CRISI EPILETTICHE Chiama un’ambulanza (118) se: ✓ la crisi ha una durata attiva superiore a 5 minuti o un secondo attacco segue subito dopo ✓ la persona non ha riacquistato conoscenza entro 5 minuti dalla conclusione della crisi ✓ la crisi avviene nell’acqua PRONTO SOCCORSO NELLE CRISI EPILETTICHE Chiama un’ambulanza (118) se: ✓ la persona si fatta male ✓ la persona incinta o ha il diabete ✓ sai, o credi, che sia stato il primo attacco epilettico avuto dalla persona ✓ se sei in dubbio è è CONVULSIONI FEBBRILI Alterazioni transitorie di coscienza Convulsioni febbrili Crisi convulsive generalizzate che si possono verificare quando la temperatura corporea aumenta rapidamente, in bambini sani, con normale sviluppo psicomotorio Alterazioni transitorie di coscienza Convulsioni febbrili Sono di breve durata (1-2 min. Non superiori ai 15 min) e non si ripetono nelle 24 ore. Interessano il 2-5% dei bambini al di sotto dei 5 anni d’età. I più colpiti: soggetti tra i 12-18 mesi Talvolta la febbre aumenta al termine della crisi convulsiva Alterazioni transitorie di coscienza Convulsioni febbrili Manifestazioni: Scosse delle braccia e delle gambe (cloniche) Irrigidimento (toniche) Rilassamento della muscolatura (ipotoniche) Fissità dello sguardo o rotazione degli occhi Perdita di feci e urine Perdita di coscienza seguita da sonnolenza (fase “post-critica”) Alterazioni transitorie di coscienza Convulsioni febbrili CAUSE E RISCHI: Non si conosce esattamente il meccanismo scatenante E’ stata dimostrata una predisposizione familiare Le convulsioni febbrili semplici, essendo di breve durata, non possono causare danni Alterazioni transitorie di coscienza Convulsioni febbrili COME EVITARLE: I tentativi di tenere bassa la temperatura non riescono sempre ad evitare le convulsioni, tuttavia usare farmaci antipiretici aiuta il bambino a stare meglio. Durante la crisi comportarsi come detto per le crisi epilettiche Emergenze da Calore Dispersione del calore Dispersione del calore CONDUZIONE: trasferimento di calore tra due oggetti a temperatura differente, in contatto tra loro tramite una superficie. RADIAZIONE o IRRAGGIAMENTO: trasferimento di calore tra due oggetti a temperatura differente, che NON si trovano in contatto. CONVEZIONE: trasferimento di calore da un corpo ad una fonte che si muove attraverso di esso (correnti di aria od acqua). Il movimento di acqua o di aria fredda attraverso la cute più calda provoca l'eliminazione continua di calore. EVAPORAZIONE: trasferimento di calore per passaggio dallo stato liquido a quello gassoso dei fluidi persi attraverso sudorazione, perdite insensibili attraverso la cute e vie respiratorie. NARCOLESSIA Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia La narcolessia è un disturbo neurologico che comporta periodi di estrema sonnolenza diurna e in alcuni casi debolezza muscolare. Colpisce circa 1 persona su 2000 (0,5%) Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia L’inizio della sintomatologia è nell’adolescenza. Anche se alcuni studi hanno suggerito che i sintomi possono iniziare già nell’età infantile (2-3 anni) o più tardi tra i 25-40 anni. E’ tendenzialmente sotto diagnosticata in tutto il mondo e generalmente si ha un ritardo nella formulazione della diagnosi di circa 10 anni, dopo l’inizio dei sintomi Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia La Narcolessia è una patologia neurologica, caratterizzata da eccessiva sonnolenza diurna, spesso vissuta come ricorrenti attacchi di sonno incoercibili, che si manifestano nel corso della giornata. E’causata da un’incapacità del cervello a regolare in maniera fisiologica il ritmo sonno-veglia. Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia Nel soggetto sano esistono 2 fasi diverse di sonno: Sonno NREM (Non Rapid Eye Movement): sonno sia leggero che profondo Sonno REM (Rapid Eye Movement): durante il quale si manifestano l’85% circa dei sogni. In tale fase si ha paralisi a carico di quasi tutti i muscoli del corpo, eccetto i muscoli oculari e il diaframma (respirazione) Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia Quando ci si addormenta il sonno inizia con le fasi più leggere del sonno NREM e poi si approfondisce progressivamente. Ogni 90 min circa il sonno NREM lascia spazio al sonno REM e nel soggetto normale questa alternanza si ripete più volte nel corso della notte. Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia Gli attacchi di sonno diurni compaiono in genere ogni 90-120 min e, spesso, il soggetto dorme 5-20 min, si sveglia riposato e ricorda di aver sognato. Quanto è frequente la narcolessia??? La Narcolessia colpisce circa 1 persona su 2000 (0.05% della popolazione) con distribuzione simile nei due generi. Usualmente l’inizio della sintomatologia è nell’adolescenza. alcuni studi hanno suggerito che i sintomi possono iniziare già nell’età infantile (2-3 anni) o più tardi tra i 25-40 anni. E’ tendenzialmente sotto diagnosticata in tutto il mondo e generalmente si ha un ritardo nella formulazione della diagnosi di circa 10 anni, dopo l’inizio dei sintomi. Quando sospettare la Narcolessia? Sonnolenza diurna: si esprime con attacchi di sonno incoercibili e talora non preavvertiti. Il sonno totale nelle 24 ore è generalmente di durata normale, mentre sono la continua predisposizione alla sonnolenza e all’addormentamento e le circostanze nelle quali ciò si verifica (es. guida dell’auto, nel corso della conversazione, durante i pasti, ecc.) ad essere inusuali. Cataplessia: Perdita improvvisa di tono muscolare durante la veglia. La debolezza muscolare può colpire tutto il corpo, o solo alcune zone Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia Cataplessia: improvviso breve e reversibile episodio di debolezza muscolare che accade in concomitanza con stimoli emozionali (riso, sorpresa, rabbia, gioia o tristezza). Può coinvolgere tutti i muscoli e risultare in una caduta al suolo, oppure solo alcuni gruppi muscolari e determinare il cedimento di un segmento corporeo (es. ginocchia, capo, mandibola). Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia Cataplessia: A volte durante il colloquio la parola può divenire farfugliante per inabilità a muovere i muscoli necessari per la fonazione. Questi episodi possono durare da pochi secondi a minuti e la coscienza di solito è mantenuta per tutto l’evento. Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia Cataplessia: La cataplessia sarebbe legata alla paralisi dei muscoli, tipica del sonno REM, che irrompe in maniera patologica nella veglia. Fino al 80% dei soggetti narcolettici può manifestare tale condizione, che usualmente si sviluppa alcuni anni dopo la comparsa dell’eccessiva sonnolenza diurna Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia o Allucinazioni. Si tratta di sogni vividi che si verificano mentre ci si addormenta o ci si risveglia o Paralisi nel sonno: Questo disturbo impedisce di muoversi o di parlare mentre ci si risveglia e in alcuni casi anche mentre ci si addormenta Alterazioni Transitorie di Coscienza Narcolessia Chi soffre di narcolessia può avere gravi difficoltà a scuola, al lavoro, in casa e nella vita sociale, perché si sente sempre molto stanco. La malattia può compromettere la capacità di guidare, lavorare, andare a scuola e mantenere le relazioni. Oltre ad assumere i farmaci, il paziente può fare molto per vivere una vita regolare e sicura Narcolessia cosa fare?? La terapia della narcolessia si basa prima di tutto su un approccio comportamentale che prevede l’instaurazione di periodi di riposo strategici di 15-20 minuti, collocati in coincidenza con i momenti della giornata in cui la sonnolenza è più irresistibile; in genere dopo ogni breve siesta il paziente si sveglia riposato e questo gli garantisce un’autonomia del livello di vigilanza per altre 3-4 ore, quando dovrà ricorrere ad un nuovo sonno breve. Il modello simulato del sonno nel paziente con narcolessia mostra infatti un ritmo ultradiano di circa 4 ore perfettamente assimilabile alla necessità soggettiva dei periodi ristoratori. Viene inoltre consigliato di mantenere regolari gli orari del sonno notturno, evitare stress ed attività fisica nelle ore serali. Il lavoro a turni risulta sconsigliato in questi soggetti. COMMOZIONE CEREBRALE Alterazioni Transitorie di Coscienza COMMOZIONE CEREBRALE Può essere la conseguenza di un trauma alla testa (incidente stradale, trauma sportivo, colpo violento alla testa) Nella maggior parte dei casi si tratta di un disturbo temporaneo, senza gravi conseguenze. La persona va comunque tenuta sotto controllo, poiché in alcuni casi possono presentarsi gravi conseguenze COMMOZIONE CEREBRALE Sarebbe la conseguenza dello “scuotimento” del cervello a seguito dell’ urto e di solito comporta una perdita di conoscenza di breve durata chi la subisce può sentirsi stordito ed avere problemi di vista e di equilibrio per un breve periodo dopo il trauma COMMOZIONE CEREBRALE I sintomi della commozione cerebrale sono dovuti ad una alterazione delle strutture nervose che hanno la funzione di controllare lo stato di coscienza COMMOZIONE CEREBRALE L’alterazione delle funzioni mentali è solo temporanea, senza alcun danno strutturale al cervello. Spesso chi ne è colpito perde i sensi per un breve periodo (qualche minuto od anche di meno), ma a volte può semplicemente entrare in stato confusionale e non riuscire a ricordarsi dell’incidente o degli istanti che l’hanno preceduto: amnesia COMMOZIONE CEREBRALE Dopo aver subito una commozione cerebrale, talora si può soffrire di: ▪emicrania ▪giramento di testa ▪affaticamento ▪vuoti di memoria ▪incapacità di concentrarsi ▪insonnia ▪alterazioni cognitive ▪irritabilità ▪depressione e ansia Questi sintomi sono noti con il nome di sindrome post-concussiva. Quando chiamare il medico Dopo un trauma cranico è necessario rivolgersi ad un medico se: ▪Sintomi come mal di testa, nausea o sonnolenza continuano a peggiorare, ▪Compaiono cambiamenti nel comportamento, (irritabilità o stato confusionale) ▪Le pupille sono dilatate o hanno grandezza diversa ▪Si hanno difficoltà nel camminare o nel parlare ▪Si perde sangue o altri fluidi dalle orecchie o dal naso ▪Si verificano attacchi di vomito ▪Compaiono le convulsioni ▪Gli arti sono deboli o intorpiditi. Il coma Totale e prolungata perdita della coscienza con mancata risposta a stimoli verbali, tattili, dolorifici. Il coma Si tratta di una condizione in cui, per cause patologiche cerebrali o extracerebrali, esiste una riduzione o abolizione della coscienza e delle funzioni della vita di relazione o somatiche (motilità, sensibilità, espressione e comprensione verbale), associata ad alterazioni, talora marcate, delle funzioni vegetative o vitali: ✓respirazione ✓attività cardiaca ✓pressione IL COMA Cause: trauma cranico emorragia o ischemia cerebrale disturbi metabolici ed endocrini infezioni intossicazioni TRAUMA Definizione: Una qualsiasi lesione di un organo o apparato conseguente ad un evento esterno che si instaura in un periodo di tempo breve. Trauma cranico Definizione: Ogni evenienza in cui vi sia stato impatto al capo, sia presente o meno una lesione cutanea della testa. TRAUMA CRANICO ll trauma cranico può comprendere: ✓Lesioni al cuoio capelluto ✓Fratture al cranio ✓Commozione cerebrale ✓Contusioni e lacerazioni al cervello ✓Accumulo di sangue all’interno del cervello oppure tra il cervello e il cranio (ematoma intracranico) ✓Danni alle cellule nervose diffusi in tutto il cervello (danno assonale diffuso) TRAUMA CRANICO Epidemiologia Nei paesi industrializzati, il trauma cranico (T.C.) rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e i tumori Rappresenta la prima causa di decesso nella popolazione al di sotto dei 45 anni di età. Ogni anno in Italia vengono ricoverati in seguito a T. C. 250 pazienti per 100.000 abitanti, con una mortalità di circa 17 pazienti per 100.000 abitanti. La massima incidenza è documentata tra i 15 e i 24 anni di età TRAUMA CRANICO Epidemiologia Le principali cause sono: ✓incidenti stradali (48%) ✓cadute accidentali e incidenti domestici (25%) ✓attività sportive (10%) ✓ incidenti sul lavoro (8%) ✓ aggressioni (4%) ✓altro (5%) TRAUMA CRANICO Epidemiologia Il T. C. produce esiti di notevole impatto socioeconomico sia per il tipo di disabilità conseguente (cognitiva, neuromotoria, comportamentale), sia perché la fascia di età più colpita è quella dei giovani adulti. Le strategie di prevenzione, di diagnostica e di trattamento sviluppate nel corso degli anni hanno modificato in misura importante la storia naturale di questa patologia TRAUMA CRANICO Strategie di Prevenzione: hanno determinato un’importante riduzione della mortalità e della morbilità. ✓Uso del casco ✓Uso delle delle cinture di sicurezza ✓Uso dell’airbag ✓Migliore progettazione delle autovetture ✓Disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro TRAUMA CRANICO Strategie diagnostico- terapeutiche: 1.Elaborazione di linee guida condivise ha contribuito a razionalizzare la gestione dei pazienti, riducendo il ricorso a esami inutili e migliorando l’identificazione e il trattamento di tutte quelle condizioni potenzialmente a rischio di vita per il paziente. 2.Capillare presenza sul territorio dei servizi di primo soccorso, considerando che circa il 70% dei decessi avviene prima dell’arrivo in ospedale. Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma cranico ANATOMIA Il cranio è un compartimento chiuso costituito da due componenti: - Il contenitore: 1. Cute 2. Annessi cutanei 3. Teca 4. Dura madre - Il contenuto: 1. Tessuto nervoso 2. Vasi-sangue 3. Liquido cefalorachidiano (LCR) Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma cranico Le OSSA del CRANIO servono principalmente a proteggere le varie strutture encefaliche: cervello (telencefalo), diencefalo, cervelletto, tronco encefalo LIQUOR – cenni di anatomia L’encefalo e il midollo spinale sono protetti dalle meningi: dura madre, aracnoide, pia madre Dura madre: all’esterno, robusta, madreperlacea Pia madre: interna, esile, riccamente vascolarizzata, segue l’andamento delle circonvoluzioni e dei solchi, è in stretto contatto con la sostanza nervosa Aracnoide: in posizione intermedia, delicata, trasparente, priva di vasi LIQUOR- cenni di anatomia Lo spazio subdurale, tra la Dura e l’Aracnoide, è ripieno di un liquido simile alla linfa Lo spazio subaracnoideo, tra aracnoide e pia madre, è occupato dal LIQUOR LIQUOR-funzioni Le funzioni del liquor sono parecchie, soprattutto di natura meccanica ◆ Mantenimento della giusta pressione endocranica ◆ Funzione protettiva ◆ Riduzione del peso dell’encefalo ◆ Azione tampone ◆ Proprietà anticorpali ◆ Funzioni nutritive ◆ Escrezione sostanze Liquido cefalorachidiano funzione meccanica ❖ Grazie alla riduzione della massa effettiva del cervello, questo è meno soggetto a subire l’azione delle forze meccaniche, come quella di gravità ❖ Il peso effettivo del cervello nella sua sede è ridotto a circa 1/26 ❖ Il cervello estratto dall’organismo pesa 1300 gr, in vivo grava sulla base del cranio per soli 50 gr circa ❖ Ciò è molto importante data la particolare fragile consistenza del tessuto cerebrale, l’irregolarità della base del cranio, le delicate strutture vascolari e nervose che non vengono stirate e/o compresse. Liquido cefalorachidiano funzione meccanica ❖ Se il cervello non fosse immerso nel liquor, il suo stesso peso provocherebbe una compressione dei vasi sanguigni contro la base del cranio, con gravissime conseguenze ❖ La perdita di liquor comporta importante cefalea che si risolve solo con il ripristino del quantitativo perduto Liquido cefalorachidiano funzione meccanica Il liquor è in grado di assorbire traumi esterni, distribuendone le relative forze In condizioni fisiologiche crea l’ambiente ottimale per l’attività delle cellule nervose Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma La somma dei tre compartimenti intracranici è una costante in quanto la scatola ossea è rigida. Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma Tessuto nervoso + vasi sanguigni + liquor cefalorachidiano = COSTANTE Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma PRESSIONE INTRACRANICA: Pressione esistente all’interno del cranio. Nell’adulto a riposo in posizione supina è normalmente pari a 7-15 mmHg Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma PRESSIONE INTRACRANICA (PIC) L’aumento della PIC (ipertensione endocranica) è una condizione patologica che necessita di trattamento quando raggiunge valori superiori a 20-25 mmHg. E’ la conseguenza della modifica di volume di una o più strutture contenute nel cranio (da tumori, ematomi….) Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma PRESSIONE INTRACRANICA: La scatola cranica è incomprimibile e il volume all’interno del cranio è fisso. Il cranio e il suo contenuto (sangue-liquor-tessuto cerebrale) creano uno stato di equilibrio di volume: qualsiasi aumento di uno di essi deve essere compensato dalla diminuzione di volume di un altro Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma PRESSIONE INTRACRANICA: Esistono dei meccanismi di compenso che, entro certi limiti, possono mantenere costante la Pressione endocranica Spostamento liquor verso il basso Spostamento sangue verso verso il basso Ridotto afflusso di sangue per compressione Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma PRESSIONE INTRACRANICA: Questi meccanismi di compenso sono in grado di mantenere una PIC entro limiti normali per variazioni di volume fino a 100-120 ml. Oltre tale limite la PIC aumenta e compaiono sintomi di Ipertensione Endocranica Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma IPERTENSIONE INTRACRANICA: I segni caratteristici principali sono Cefalea e Vomito L’aumento della Pressione causa compressione dei tessuti vicini, che a sua volta favorisce la formazione dell’edema cerebrale. Ciò rappresenta un ostacolo alla libera circolazione del Liquor e provoca un idrocefalo (peggioramento dei sintomi) Fisiologia: anatomia e biomeccanica del trauma IPERTENSIONE INTRACRANICA: L’ipertensione può causare erniazione del tessuto cerebrale nel foro occipitale, con rischio di compressione bulbare (centri del respiro - centro vasomotore): Arresto respiratorio/ Arresto cardiaco e morte Coma cerebrale traumatico Definizione: Condizione in cui si ha una abolizione dello stato di vigilanza e coscienza. BASI ANATOMICHE Corteccia: mantenimento dello stato di coscienza Tronco-Encefalo Diencefalo: mantenimento stato di vigilanza Coma: disconnessione tronco- encefalo e corteccia VIGILANZA E COSCIENZA VIGILANZA: corrisponde alla veglia, ossia a quello stato di allerta che sottende la coscienza COSCIENZA: insieme delle attività cognitive che ci permettono di interpretare correttamente gli stimoli percepiti e di elaborare risposte adeguate VIGILANZA E COSCIENZA VIGILANZA: non necessariamente è associata alla consapevolezza di ciò che accade nel mondo che ci circonda Lo stato di Coscienza è stabilito dal buon funzionamento delle due componenti: Se è presente VIGILANZA senza CONSAPEVOLEZZA la persona appare con gli occhi aperti (Veglia), presenta un normale ritmo sonno veglia, senza aver contatti con l’ambiente: STATO VEGETATIVO COMA Elementi semeiotici: I soggetti con turbe della coscienza non possono fornire collaborazione per l’esecuzione di un esame neurologico completo. Un adeguato esame clinico può aiutarci ad avere informazioni riguardanti uno degli aspetti fondamentali nella valutazione di questi pazienti: DIAGNOSI DI SEDE DELLA LESIONE TRAUMA CRANICO Per stabilire il livello della lesione è necessario valutare: 1. COSCIENZA 2. RESPIRO 3. DIAMETRO E REAZIONE PUPILLARE 4. MOVIMENTI OCULARI E ROV (riflesso oculo- vestibolare) 5. RISPOSTA MOTORIA TRAUMA CRANICO Altri elementi da valutare: 1. INIZIATIVA MOTORIA 2. TONO MUSCOLARE IPERESTENSIONE 3. REAZIONE MIMICA 4. MOVIMENTO SPONTANEO FLESSIONE 5. CRISI CONVULSIVA 6. AGITAZIONE PSICOMOTORIA 7. RIFLESSO CORNEALE 8. DEVIAZIONE CONIUGATA DEI GLOBI OCULARI TRAUMA CRANICO VALUTAZIONE NEUROLOGICA GCS (Glasgow Coma Scale) ⇒ Scala a punteggio: min 3 e max 15 Al punteggio totale concorrono tre componenti: 1. APERTURA OCCHI 2. RISPOSTA VERBALE 3. RISPOSTA MOTORIA G C S Glasgow Coma Scale Apertura OCCHI punti apertura spontanea 4 apertura a comando 3 apertura a stimolo doloroso 2 nessuna apertura 1 Miglior risposta VERBALE risposta appropriata 5 fornisce risposte confuse 4 fornisce risposte inappropriate 3 emette suoni incomprensibili 2 nessuna risposta verbale 1 % % G C S Miglior RISPOSTA MOTORIA punti esegue comandi 6 localizza lo stimolo doloroso 5 retrae al dolore 4 risponde con FLESSIONE anormale al dolore (DECORTICAZIONE) 3 risponde con ESTENSIONE anormale al dolore (DECEREBRAZIONE) 2 nessuna risposta motoria 1 Min 3_______________________________Max 15 TRAUMA CRANICO GIUDIZIO DI GRAVITÀ DEL COMA: -Responsività: domande semplici, ordini semplici, stimoli dolorosi, riflessi pupillari, attività motoria spontanea o riflessa, alterazioni vegetative. I LIVELLO ⇒ Sonnolenza ⇒ risvegliabile II LIVELLO ⇒ Sopore ⇒ esegue ordini semplici III LIVELLO ⇒ Coma leggero ⇒ risposta finalizzata al dolore IV LIVELLO ⇒ Coma medio ⇒ risposta non finalizzata al dolore, ipertonia V LIVELLO ⇒ Coma profondo ⇒ reattività pupillare + VI LIVELLO ⇒ Coma carus ⇒ reattività pupillare –, ipertonia, disturbi neurovegetativi VII LIVELLO ⇒ Coma depassè LIVELLI DI COMA COMA LEGGERO O COMA 1 Esiste un rallentamento del pensiero e delle attività̀ motorie. Il soggetto appare in uno stato di dormiveglia la comprensione degli ordini incompleta e parziale il soggetto stimolato apre gli occhi, tenta, seppure con lentezza e difficolt , di eseguire quanto viene richiesto. Lasciato a s , chiude gli occhi e appare inerte e indifferente all’ambiente. I termini usualmente impiegati per indicare questo stato sono: ottundimento, sopore, torpore (stupor) é à è

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