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MANUALE DI PRIMO SOCCORSO (redatto da Pubblica Assistenza Soccorso Volontari Croce Verde Città di Crema) NON INTERROMPERE LA CATENA!! PREFAZIONE Un testo di facile consultazione, preparato appositamente per persone che p...

MANUALE DI PRIMO SOCCORSO (redatto da Pubblica Assistenza Soccorso Volontari Croce Verde Città di Crema) NON INTERROMPERE LA CATENA!! PREFAZIONE Un testo di facile consultazione, preparato appositamente per persone che per la prima volta si trovano ad affrontare l’argomento PRIMO SOCCORSO. L’intento di questo manuale è quello di esporre argomenti di primo soccorso, a volte di difficile comprensione, usando un linguaggio non specialistico, chiaro, scorrevole. Lo schema utilizzato non è quello classico utilizzato nei testi medici specialistici, ma basato sull’utilizzo di schede pratiche che espongono per ognuna delle argomentazioni trattate: definizione, segni/sintomi, cosa fare. Tutto questo per rendere pratico e soprattutto utile questa pubblicazione. Concludendo si è cercato di dare al cittadino un testo piccolo, semplice e pratico, anche da tenere in una cassetta di primo soccorso, pronto ad ogni evenienza e di facile utilizzo, diviso per argomentazioni, in modo tale da renderlo disponibile addirittura all’atto pratico in situazione di pericolo. Tutto questo per cercare, più che di soccorrere, eliminare, o meglio limitare, i danni che possono essere recati ad una persona in pericolo di vita se non si utilizzano gli accorgimenti necessari. 2 INTRODUZIONE. Ci sono voluti parecchi anni prima che le tecniche di primo soccorso entrassero nella vita di tutti i giorni. Oggi nonostante ci siano ancora molte lacune organizzative si cerca di divulgare la cultura del primo soccorso alla cittadinanza. Non solo nelle singole famiglie ma anche in una cerchia allargata come quella dell’ambiente di lavoro. Tutto questo che prima era lasciato alla bontà e/o discrezione del datore di lavoro oggi è regolamentato da specifiche norme racchiuse in un grande capitolo, il D.Lgl. 626/94 (e successive modifiche D.Lg. 81/08). Il primo che iniziò a parlare di lavoro e di rischio lavorativo fu Frederick Winslow Taylor, ingegnere di Filadelfia (col la successiva teoria definita Taylorismo). La sua proposta è stata quella di mettere i lavoratori in una condizione di agio all’interno del proprio ambiente lavorativo, per diminuire il rischio di esposizioni ad eventuali pericoli che potevano gravare sul lavoratore stesso. A lui quindi il ringraziamento dello sviluppo di tutte le norme che via via si sono evolute dal 1995. Diverse leggi e circolari hanno definito precise regole di comportamento in materia di infortuni. Taylor riteneva che per ogni lavoro esisteva il miglior modo di eseguirlo al fine di abolire gli infortuni. Questo concetto non aveva tenuto in considerazione la variabile uomo, responsabile lei stessa di eventi non prevedibili. Con il D.Lgl. 626/94 (D.Lg. 81/08 poi) che recepisce gli orientamenti dell’Unione Europea istituisce in ogni realtà lavorativa la figura del: responsabile per la sicurezza, l’addetto al primo soccorso. Un malore, una crisi cardiaca, un infortunio, un incidente, sono evenienze della vita che possono avvenire in ogni momento, e in qualunque luogo, quindi anche nella vita lavorativa. Sapere come comportarsi in questi casi è importante, ma soprattutto è importante farlo con cognizione di ciò che sta accadendo e dove sta accadendo, a seconda del luogo in cui ci si trova si deve far fronte a rischi differenti. Quindi è diverso soccorrere una persona che sviene per strada, in cucina, o sul luogo di lavoro, perché le circostanze sono diverse e diversi sono i pericoli ambientali. 3 INDICE: 1. allertare il sistema di soccorso 2. riconoscere un’emergenza sanitaria e autoprotezione 3. cenni di anatomia e fisiologia principali apparati sistema nervoso sistema cardio-circolatorio sistema respiratorio apparato digerente apparato urinario apparato genitale 4. malattie infettive e autoprotezione 5. parametri vitali e loro rilevazione 6. la rianimazione cardio-polmonare 7. edema polmonare acuto (EPA) 8. crisi asmatica 9. folgorazione 10. annegato 11. tossicodipendente 12. distorsione, lussazione, frattura 13. trauma cranico 14. trauma della colonna vertebrale 15. traumi toracici e addominali 16. ferite, ustioni ed emorragie 17. stato di coscienza, coma, lipotimia e sincope 18. infarto miocardio acuto (ima) 19. angina pectoris 20. ictus cerebrale e attacco ischemico transitorio (TIA) 21. crisi convulsiva (male epilettico) 22. stato di shock 23. reazione allergica 24. intossicazioni 25. lesioni da freddo e da calore PRATICA: 1. comunicazione con il sistema S.S.U.Em 118 2. tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute 3. tecniche di primo soccorso nelle sindromi respiratorie acute 4. principali tecniche di rianimazione cardio-respiratoria 5. principali tecniche di tamponamento emorragico 6. principali tecniche di sollevamento, spostamento e trasporto del traumatizzato 7. principali tecniche di soccorso in caso di esposizione ad agenti chimici e biologici 4 ANATOMIA E FISIOLOGIA. Prima di cominciare ed entrare nel vivo dell’argomento è bene precisare il significato di questi termini: ANATOMIA: studio degli organi, la forma, il peso, la loro posizione nel corpo, ecc. FISIOLOGIA: studio della funzione dei singoli organi visti in un complesso sistema, l’organismo umano. SEGNI: sono delle alterazioni rilevabili oggettivamente sulla persona infortunata, usando i cinque sensi (vista, udito, olfatto, tatto, gusto). SINTOMI: sono delle sensazioni che la persona infortunata vi riferisce. Non si possono rilevare con i cinque sensi, ma è il paziente stesso che ve li dice (es. faccio fatica a respirare, ho un dolore al petto forte, ecc.) APPARATO NERVOSO. Il sistema nervoso è la prima struttura che prendiamo in considerazione, sia per la sua estrema importanza, sia per la sua complessità. L’insieme di questi organi ci permettono la vita di relazione. Noi possiamo mangiare, correre, saltare, pensare, parlare, ecc. perché questo sistema funziona correttamente. E’ suddiviso in: Sistema nervoso centrale Sistema nervoso periferico Il primo consta di: cervello, cervelletto e midollo spinale, il secondo, ma non meno importante, da: nervi motori e nervi sensitivi. Vediamo insieme velocemente queste strutture: CERVELLO E CERVELLETTO: racchiusi nella scatola cranica (struttura ossea protettiva), provvedono a elaborare tutte le informazioni, possiamo dire che è un grosso computer MIDOLLO SPINALE: le informazioni per andare in tutti gli organi dell’organismo devono scendere lungo questa struttura, che peraltro provvede a completare una 5 parte di informazioni prodotte dal cervello NERVI PERIFERICI: sono le vie che i vari impulsi provenienti dal sistema nervoso centrale (cervello, cervelletto e midollo spinale) devono prendere per raggiungere i vari organi. Queste vie possono essere motorie (trasferire un comando dal centro alla periferia es. muovere il braccio), oppure essere sensitive (trasferire un segnale dalla periferia al centro es. tocco con un dito una superficie fredda) Questo apparato presenta delle peculiarità: 1. è una struttura molto delicata 2. richiede ossigeno costantemente 3. se si rovina non può essere riparato (vedi Ictus Cerebrale 4. la parte destra del cervello manda/riceve informazioni dalla parte sinistra del corpo umano e viceversa per la parte sinistra del cervello (i fasci nervosi si incrociano) 6 Una volta che il nostro organismo ha utilizzato l’ossigeno si forma un gas di rifiuto, l’anidride carbonica, che deve essere eliminata. Le funzioni di assunzione di ossigeno ed eliminazione di anidride carbonica sono possibili grazie all’apparato respiratorio, composto da: VIE AEREE: condotti in grado di portare nel corpo l’aria ambiente ricca di ossigeno ed eliminare i gas di rifiuto provenienti dal nostro corpo POLMONI: i veri organi della respirazione, formati da tanti pacchettini (alveoli) che permettono ai gas di raggiungere il torrente circolatorio). GLI ALTRI ORGANI SONO: APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO: formato dalle ossa, muscoli e articolazioni. Ci permette la stazione eretta e il movimento. 8 APPARATO DIGERENTE: che ci permette di mangiare attraverso la bocca e l’esofago, di digerire attraverso lo stomaco, di assorbire i nutrienti a noi necessari attraverso l’intestino, di eliminare i prodotti di rifiuto attraverso le feci e l’ano. Collegate con questo apparato ci sono due ghiandole: fegato e pancreas. Il primo è un filtro detossifica l’organismo dalle sostanze di rifiuto (es. i farmaci). Il secondo serve per produrre l’insulina (una sostanza che permette a tutti gli organi di poter utilizzare lo zucchero presente nel torrente circolatorio. N.B. IL SISTEMA NERVOSO NON PUO’ STARE SENZA ZUCCHERO!! APPARATO URINARIO: formato dai reni (che producono l’urina), dagli ureteri (piccoli tubicini che portano l’urina in vescica), dalla vescica (sacca di raccolta urina) e dall’uretra (piccolo tubicino che porta l’urina all’esterno del corpo). Riassumendo questo sistema permette di eliminare le sostanze nocive liquide prodotte dall’organismo o introdotte con l’alimentazione. 9 IL PRIMO SOCCORSO. Quando un soccorritore presta le proprie cure ad un infortunato dovrebbe prestare attenzione al luogo nel quale si trova ad operare, che spesso presenta molti pericoli e prestare attenzione all’operato, in particolare ricorda che un buon soccorritore deve: PROTEGGERE SE STESSI E GLI ALTRI (AUTOPROTEZIONE) SAPERE, SAPER FARE, SAPER ESSERE NON CREARE ULTERIORE DANNO Tre regole importanti sul posto: 1. creare una rapida scala di gravità (per individuare sia il numero dei feriti, che delle ferite) 2. non è detto che chi urla più forte è colui che sta più male 3. non servirsi di veicoli privati Il soccorritore si deve autoproteggere da: MACROAGENTI: fumo, fiamme, cavi elettrici, oggetti pericolanti, ecc. MICROAGENTI: agenti infettivi. 10 RICORDA: mentre da un lato soccorrere con accortezza e cautela può cambiare radicalmente l’evoluzione del danno, dall’altro un intervento maldestro può causare un danno ulteriore. LA CHIAMATA DI SOCCORSO: Il 112 è un numero di emergenza, può essere composto da qualsiasi apparecchio telefonico sia fisso che mobile, è un numero gratuito. L’intervento di questo complesso sistema deve essere richiesto solo per: a. malore grave b. infortunio lavorativo, sportivo, in casa, ecc. c. tutti i casi di reale necessità sanitaria. E’ importante nella chiamata essere sintetici, per non dilungarsi in particolari inutili, ma al contempo essere precisi nella descrizione dell’accaduto. Questo per agevolare i soccorsi: capire che tipo di mezzo di soccorso serve (ambulanza medicalizzata, solo con personale infermieristico o solo con volontari soccorritori) capire la successione degli incidenti per selezionare la gravità delle urgenze capire se servono altre figure professionali sul luogo: vigili del fuoco, polizia, carabinieri, ecc. La cosa fondamentale: NON PERDERE LA CALMA, ALLONTANARE I CURIOSI, LIMITARE I PERICOLI E/O RISCHI PER QUANTO POSSIBILE, RECARE IL MINOR DANNO POSSIBILE. RICORDA: la persona che rifiuta l’aiuto non deve essere soccorsa a tutti i costi: si devono capire le motivazioni del rifiuto (tutto questo se la persona è in grado di intendere e di volere, se non è un minore e se non è in immediato pericolo di vita) 11 LA RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE. Tutte le malattie possono presentarsi con un quadro di sintomi e segni che costringe l’infortunato a rivolgersi al medico di famiglia o al pronto soccorso per le cure del caso. Talvolta invece la situazione è così grave che il soggetto cade a terra incosciente senza respiro e battito cardiaco. Questa situazione è nota come: ARRESTO CARDIACO (il cuore cessa di battere) ARRESTO RESPIRATORIO (l’attività respiratoria si ferma) Questa condizione è così pericolosa che se non si procede con manovre rianimatorie nel più breve tempo possibile (massimo 7-8 minuti) l’infortunato può morire o comunque subire gravi danni al sistema nervoso (può rimanere in coma per tutta la sua vita). COSA FARE? Applicare il protocollo di Basic Life Support (BLS). BLS = supporto delle funzioni vitali di base e cioè, fare in modo che il cuore possa battere e che l’attività respiratoria possa continuare. Per poter far questo devo: FARE LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE FARE IL MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO Per ricordare la sequenza del BLS sono state associate le prime tre lettere dell’alfabeto (dette anche ABC del soccorritore): A. (airway) apertura delle vie aeree B. (brething) respirazione C. (circuletion) circolazione PROTOCOLLO: 1. autoprotezione 2. chiamare la vittima e controllare il respiro 3. chiamare personale in tuo aiuto e il 112 4. riallineare il corpo e scoprire il torace 5. iniziare il MCE (massaggio cardiaco esterno) 6. alternare il MCE con 2 ventilazioni 7. continuare col massaggio cardiaco esterno (M.C.E.) 8. alternare ventilazioni/massaggio cardiaco con un ritmo di 30 compressioni/2 ventilazioni 12 RICORDA: di eseguire queste manovre su un piano rigido di controllare il polso dopo 4 cicli di usare la posizione laterale di sicurezza (P.L.S.) quando l’infortunato è incosciente ma con un circolo e un’attività respiratoria conservati. 13 ARRESTO RESPIRATORIO. Si possono verificare situazioni in cui si assiste solamente ad un arresto respiratorio, senza necessariamente avere un arresto cardiaco. Ovvio che se non si procede con la rianimazione respiratoria anche la funzione cardiaca viene meno. Ed allora si deve procedere come sopra attuando il protocollo BLS. Le cause di arresto respiratorio possono essere molteplici: ASFISSIA CHIMICA: respirare gas tossici o che bloccano i meccanismi della respirazione. ASFISSIA PER ANNEGAMENTO: ostruzione delle vie aeree per presenza di liquidi nelle vie respiratorie. In questo caso è sufficiente girare la testa dell’infortunato sul fianco, fare uscire l’acqua dalle vie aeree e procedere al protocollo BLS come sopra accennato. ASFISSIA PER ELETTROCUZIONE: arresto del respiro per effetto della corrente sui muscoli respiratori. Spesso associato ad un arresto cardiaco. Procedere con protocollo BLS al più presto. ASFISSIA DA INTOSSICAZIONE DA FARMACI: ci sono farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale e sui meccanismi respiratori così da provocare arresto della respirazione. Per esempio frequente è il tentato suicidio con farmaci tranquillanti/sedativi. Anche l’utilizzo di droghe può portare all’arresto respiratorio. In rari casi anche abusi etilici importanti può essere condizione a rischio. OSTRUZIONE DA CORPI ESTRANEI. Quando un corpo estraneo, per esempio un pezzo di pane, una caramella, il giocattolino del bambino, impegnano le vie respiratorie ostruiscono il flusso all’aria fino all’arresto respiratorio. Ovvio che se non si interviene con le manovre corrette il paziente dopo 7-8 minuti rischia l’arresto cardiaco. COSA FARE? 1° FASE: il paziente respira male, ma tossisce e cerca di espellere il corpo. Il soccorritore non deve fare nulla. 2° FASE: il paziente non parla, non tossisce, si porta le mani alla gola, diventa di un colorito bluastro (cianosi), devo intervenire con la manovra di Heimlich. MANOVRA DI HEIMLICH: paziente in piedi: posizionarsi dietro la vittima e dare dei colpi sotto il diaframma decisi (posizione tra ombelico e fine dello sterno) con le mani chiuse a formare un pugno (vedi figura). 14 Paziente oramai a terra: riallineare il corpo della vittima e dare nello stesso punto del massaggio cardiaco 10 compressioni sternali (le mani sono posizionate come nel massaggio cardiaco). TRAUMA CRANICO. RICORDA: non c’è mai corrispondenza tra forza del colpo/lesione sulla testa, con quello che succede nel cervello. TRAUMA NON COMMOTIVO: la persona interessata all’evento si ricorda tutto quello che è successo. TRAUMA CRANICO COMMOTIVO: ci può essere stato un interessamento cerebrale per cui la persona non si ricorda l’accaduto. COSA FARE? Sicuramente autoprotezione e ABC del soccorritore ma anche…… Valutare 3 cose: Se la persona risponde Se risponde in modo appropriato ( con domande semplici es. come ti chiami?quanti anni hai?) 15 Se i tempi di risposta sono corretti Altri segni importanti di gravità sono: sonnolenza nausea/vomito (peggio se a getto) perdita di feci /urine fuoriuscita di sangue dall’orecchio stato confusionale pallore e sudorazione fredda persistere del dolore alla testa perdita dell’equilibrio difetti motori convulsioni perdita di sensibilità agli arti formicolii N.B. Se per motivi vari il paziente non viene ricoverato subito controllare il suo stato di coscienza ogni 2 ore per vedere che non si modifichi. NON SOTTOVALUTARE MAI UN TRAUMA CRANICO!! TRAUMI LIEVI: Negli infortuni è frequente imbattersi in lesioni più o meno complesse che interessano l’apparato locomotore. Tra queste le più comuni e meno “dannose”, anche se a volte possono assumere estrema rilevanza sono: le contusioni, le distorsioni, le lussazioni e le fratture. Contusione: è quella che comunemente chiamiamo botta. Un livido nero e un gonfiore nella zona colpita. COSA FARE? Ghiaccio sulla zona colpita. N.B. per una contusione sull’addome è sempre buona cosa portare il paziente in ospedale per una visita. Distorsione: è quella che comunemente chiamiamo storta. E’ più frequente al polso o alla caviglia. Consiste in uno spostamento delle articolazioni che subito ritornano nella loro posizione naturale. Questo crea uno stiramento dei legamenti, vasi sanguigni e nervi. E’ abbastanza dolorosa per il paziente, oltre a creare gonfiore, ematoma, difficoltà di movimento. 16 COSA FARE? Posizionare il ghiaccio (separare il contatto diretto ghiaccio-pelle con una garza) bloccare con strumenti di fortuna la zona colpita Eventualmente portare in pronto soccorso per accertamenti Lussazione: spostamento delle ossa e articolazioni dalla loro sede naturale. Molto frequente alla spalla e all’anca. C’è sempre un interessamento dei legamenti, vasi sanguigni e nervi circostanti la lesione. Il paziente ha forte dolore, impossibilità di movimento. COSA FARE? Posizionare il ghiaccio bloccare con strumenti di fortuna la zona colpita Portare in pronto soccorso per accertamenti N.B. la lussazione è facilmente visibile perché spesso guardando la parte lesionate confrontandola con la parte sana si notano delle diversità, delle deformazioni (non è la regola, non fidarsi solo della vista). Frattura: rottura dell’osso. Il paziente ha un forte dolore, non riesce ad utilizzare la zona lesionata. Possono essere chiuse, dove le ossa restano contenute nei tessuti circostanti, o esposte con lacerazione dei tessuti (l’osso è visibile, ha rotto la pelle). Questo ultimo caso è molto pericoloso per le complicanze legate alla lesione: infezione della ferita e sanguinamento importante. COSA FARE? Bloccare l’emorragia soprattutto se arteriosa (vedi più avanti) Posizionare il ghiaccio bloccare con strumenti di fortuna la zona colpita fare eventuale medicazione alla ferita Portare in pronto soccorso per accertamenti N.B. ASSOLUTAMENTE NON MUOVERE LA ZONA COLPITA E/O L’INFORTUNATO A MENO CHE NON CI SIANO PERICOLI PER LA VITA!! TRAUMI DELLA COLONNA VERTEBRALE: Qualsiasi trauma alla colonna vertebrale per esempi: caduta da scale, incidenti in moto o auto, infortunio con traumi alla schiena, caduta da impalcature, ecc. RICORDA: 17 L’INFORTUNATO NON VA MAI SPOSTATO A MENO CHE NON SUSSITANO PERICOLI PER LA SUA VITA!! Spostare una persona di questo tipo vuol dire rischiare di paralizzarla o creare delle grosse lesioni (esempio arresto cardiaco e respiratorio). N.B. se per svariati motivi la persona deve essere spostata si devono utilizzare gli accorgimenti necessari affinché si mantenga in posizione corretta la colonna vertebrale. PNEUMOTORACE: delle lesioni al costato possono rompere la parete del polmone e fare entrare aria tra il polmone stesso e la gabbia toracica. Questo in gergo medico è chiamato pneumotorace. IN CERTI CASI PUO’ ESSERE UNA CONDIZIONE MOLTO GRAVE!! COSA FARE? Autoprotezione Fare l’ABC del soccorritore Non spostare l’infortunato (a maggior ragione se c’è il sospetto di un trauma della colonna vertebrale) Chiudere la ferita, se visibile, con una garza sterile e un bendaggio LE EMERGENZE DI NATURA MEDICA. LA CRISI EPILETTICA E CONVULSIVA. Le cause di una crisi epilettica sono le più svariate. Possono essere di natura infettiva, tumorale, tossica, ma anche semplicemente una temperatura corporea elevata (febbre). Spesso certe persone sono predisposte dalla nascita e sono in terapia. La crisi epilettica non è altro che un malessere rappresentato da: FASE TONICA: il paziente si irrigidisce, talvolta bloccando la respirazione, stringendo i denti, con perdita di bava dalla bocca FASE CLONICA: compaiono le convulsioni FASE POST-CRISI: la crisi cessa, la muscolatura è rilassata, il paziente si presenta incosciente e/o confuso COSA FARE ? Accompagnare il paziente a terra Allontanare gli oggetti e i mobili che circondano il paziente (per evitare che si faccia male) 18 Proteggerlo con oggetti morbidi e/o imbottiti (cuscini, coperte, cappotti, ecc.) Non costringerlo (per evitare ulteriori lesioni) Cessata la crisi, posizione laterale di sicurezza Fare sempre l’ABC fino all’arrivo dell’ambulanza ICTUS CEREBRALE: Ictus dal latino significa “colpo”. Può essere dato da una emorragia cerebrale o da una occlusione di un vaso sanguigno nel cervello. La persona si può presentare confusa, disorientata nel tempo e nello spazio, con deficit di movimento, parola, pensiero, personalità, ecc. COSA FARE? Non muovere l’infortunato Fare l’ABC del soccorritore Mettere il paziente in posizione laterale di sicurezza(PLS) Un rischio abbastanza frequente è che questo paziente possa vomitare, o andare in coma per cui la PLS è importante per evitare la caduta della lingua e l’inalazione del materiale alimentare vomitato. ATTACCO ISCHEMICO TRANSITORIO (TIA). Le cause sono molteplici e di diversa natura. Anche questa situazione è un evento ichemico simile a quello dell’ictus ischemico, la differenza è che questa situazione si risolve senza lasciare deficit nelle 24/72 ore successive. Non per questo la situazione è da sottovalutare. COSA FARE? Non muovere l’infortunato Fare l’ABC del soccorritore Mettere il paziente in posizione laterale di sicurezza(PLS) INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA): Situazione grave di mancanza di flusso sanguigno al cuore. Conseguenza immediata è una mancanza di ossigeno al tessuto con morte di parte del tessuto cardiaco. SINTOMI/SEGNI: 19 Dolore al petto simile a una morsa che stringe o un peso sul petto Il dolore si può irradiare alla spalla destra, al braccio sinistro, alla mandibola, allo stomaco, alle scapole Difficoltà respiratorio Difficoltà a camminare (classica posizione del paziente con mano al petto e chinato in avanti) COSA FARE? Non muovere l’infortunato Fare l’ABC del soccorritore (spesso questi pazienti rischiano l’arresto cardiaco) Mettere il paziente in posizione semiseduta Se possibile somministrare ossigeno Tranquillizzare il più possibile l’infortunato ANGINA PECTORIS: Situazione di temporanea diminuzione di flusso sanguigno al cuore. Il paziente per uno sforzo fisico, un’emozione, ecc. sente un dolore simile all’infarto ma temporaneo , di solito passa nei primi minuti a patto che si applichino i giusti accorgimenti per evitare che si aggravi. COSA FARE? Non muovere l’infortunato Fare l’ABC del soccorritore Mettere il paziente in posizione semiseduta Se possibile somministrare ossigeno Tranquillizzare il più possibile l’infortunato DIABETE. E’ una malattia seria legata al pancreas (organo che produce insulina). Proprio perché il paziente non produce più insulina diventa incapace di assorbire gli zuccheri introdotti con la dieta a livello intestinale. A tal proposito gli zuccheri si accumulano nel sangue alzando i livelli di glicemia oltre il normale. Ipoglicemia: spesso il paziente ha un calo di zuccheri nel sangue, o perché sbaglia a dosare l’insulina o per errori alimentari. Il paziente si presenta: sudato freddo, pallido, con crampi allo stomaco, con senso di fame, confuso, con formicolii diffusi, stanco, con sensazione di svenimento. La sintomatologia può arrivare fino al coma. COSA FARE: 20 Fare l’ABC del soccorritore Tranquillizzare il paziente Somministrare acqua e zucchero (solo se il paziente è cosciente e quindi in grado di deglutire) Se il paziente è incosciente, utilizzare la PLS (posizione laterale di sicurezza) Iperglicemia: il paziente ha un malessere generale, difficile da definire da personale non sanitario. COSA FARE: Tranquillizzare il paziente Fare l’ABC del soccorritore Posizione laterale di sicurezza (PLS) EDEMA POLMONARE ACUTO (EPA). DEFINIZIONE: raccolta di liquido negli alveoli polmonari. Le cause possono essere di natura polmonare (es. infezioni polmonari, fumi tossici inalati, ecc.), oppure di natura cardiaca (infarto miocardio, scompenso cardiaco, ecc.). Questa condizione è molto grave e può mettere in serio pericolo la persona colpita a volte fino all’arreto cardio-respiratorio. SEGNI: difficoltà respiratoria importante (dispnea) colorito bluastro della pelle (cianosi) sudorazione profusa e fredda a volte si possono sentire rumori respiratori di liquido nelle vie aeree (gorgoglio), fino a vedere la schiuma bianco-rosata alla bocca del paziente COSA FARE? Situazione grave che richiede immediato ricovero Autoprotezione (soprattutto se causata da vapori tossici) ABC del soccorritore (rischio di arresto respiratorio) Posizione seduta/semiseduta del paziente per favorire la respirazione Tranquillizzare e non affaticare la persona (per esempio facendola camminare o parlare) Eventualmente iniziare le manovre rianimatorie CRISI ASMATICA. 21 DEFINIZIONE: grave insufficienza respiratori dovuta a cause allergiche, fumi tossici, intossicazioni respiratorie ecc. E’ una reazione di chiusura delle vie respiratorie (che diminuiscono di diametro, diminuendo l’ingresso dell’aria). Reazione di difesa che l’organismo mette in atto nei confronti di varie sostanze. Purtroppo a volte non è nemmeno possibile definire la causa perché si nasce con questa predisposizione. SEGNI: Difficoltà respiratoria importante Presenza di fischi e sibili durante l’inspirazione Colorito bluastro della pelle (cianosi) Agitazione del paziente Senso di soffocamento COSA FARE? Autoprotezione Tranquillizzare la persona Non muovere l’infortunato Posizione seduta ABC del soccorritore (rischio di arresto respiratorio) Eventualmente procedere con la rianimazione RISCHI AMBIENTALI USTIONE: Lesione sulla superficie del corpo provocata dal calore. Il calore può provenire da diverse fonti: raggi solari, sostanze chimiche, materiali roventi, fiamme libere, corrente elettrica, ecc. Possono essere di primo, secondo e terzo grado a seconda della profondità della lesione sul corpo. 1. primo grado lesione molto superficiale (es. eritema solare) 2. secondo grado interessa il primo strato di pelle con formazione di vescicole piene di liquido (flittene). Molto dolorosa. 3. terzo grado interessa i muscoli, formazione di aree di pelle nera (carbonizzata). Il paziente non sente dolore perché i nervi sono bruciati. COSA FARE: Autoprotezione 22 Togliere se possibile l’agente lesivo Togliere dalla persona oggetti metallici come: collane, orologi, ecc. che cedono il calore accumulato Bagnare con abbondante acqua (possibilmente fisiologica sterile) la parte lesionata Togliere solo i vestiti non appiccicati alla ferita Coprire con garze per ustionati o garze sterili abbondantemente imbevute di acqua sterile Se necessario coprire la vittima NON USARE L’ACQUA NEL CASO DI USTIONE DA CALCE SECCA, MA SPAZZOLARE LA POLVERE CON UN PANNO. AVVELENAMENTI: sostenze tossiche presenti nell’ambiente che ci circonda possono accidentalmente o volutamente (suicidio) essere causa di intossicazioni gravi per: INALAZIONE: fumi e/o vapori tossici respirati INGESTIONE: sostanze mangiate o bevute INIEZIONE: serpenti e scorpioni CONTATTO: contatto diretto con la pelle N.B. tutte le sostanze presenti nell’ambiente dovrebbero avere l’etichetta con il nome del prodotto (non travasare mai le sostanze in contenitori diversi dall’originale) e la scheda di sicurezza che accompagna il prodotto. Sudorazione e pallore sulla pelle Mal di testa Difficoltà respiratoria SEGNI: Nausea e/o vomito 23 Irritazione a occhi e gola Tosse Vertigini COSA FARE: Autoprotezione Fare l’ABC del soccorritore (le intossicazioni per inalazione spesso danno arresto respiratorio) Prendere la scheda di sicurezza della sostanza dove possibile o il nome del prodotto (flacone) Non far vomitare il paziente Non dare al paziente nulla da mangiare e/o bere Posizione laterale di sicurezza (PLS) RICORDA: per l’inoculazione da parte di animali velenosi non devi assolutamente: 1. far camminare l’infortunato (aiuta il veleno ad andare in circolo) 2. succhiare sul punto della puntura (potresti contaminarti) 3. tagliare la ferita 4. somministrare il siero antivipera (a volte si muore per il siero) NON ALLARMARTI, MANTIENI LA CALMA, HAI MOLTO TEMPO PER RAGGIUNGERE IL PRONTO SOCCORSO PRIMA CHE IL VELENO FACCIA EFFETTO. QUELLO DI CUI DEVI AVERE PAURA E’ UNA EVENTUALE REAZIONE ALLERGICA AL VELENO. IN QUESTO CASO LO SHOCK ALLERGICO PUO’ MANIFESTARSI NEI PRIMI MINUTI CON RISCHIO DI ARRESTO CARDIO-CIRCOLATORIO. IL MONOSSIDO DI CARBONIO: E’ un gas tossico, incolore e inodore. Si sprigiona dalla combustione di materiali oppure da stufe, scaldabagni a gas. Spesso l’inalazione di questo gas è a scopo suicida (scarico della macchina) 24 oppure accidentale per il mal funzionamento delle prese di areazione negli appartamenti, garage, cantine, ecc. SEGNI: colorito rosso ciliegia della pelle del soggetto intossicato insufficienza respiratoria mal di testa nausea e/o vomito vertigini COSA FARE? Autoprotezione Trattenere il respiro Allontanare la vittima dalla zona del malore Areare il locale Non accendere luci, motorini elettrici, fiamme (rischio di esplosione) Fare l’ABC del soccorritore Eventualmente iniziare trattamento rianimatorio IPOTERMIA DEFINIZIONE: un grave abbassamento della temperatura corporea solitamente da diminuita temperatura ambientale. SEGNI: Pallore Stato confusionale Stato di pre-.coma o coma Cute fredda e dura (a volte ghiacciata) COSA FARE? Autoprotezione ABC del soccorritore Eventualmente praticare la rianimazione 25 Scaldare il paziente con coperte ATTENZIONE: NON SCALDARE IL PAZIENTE CON ALTE TEMPERATURE (ESEMPIO ACQUA BOLLENTE) E/O FRIZIONARE I MUSCOLI E LA PELLE. COLPO DI CALORE. DEFINIZIONE: aumento della temperatura corporea solitamente per una eccessiva temperatura ambientale. Frequente nelle persone che lavorano tante ore sotto il sole o in ambienti molto caldi (container, magazzinieri che scaricano un camion, ecc.) SEGNI: Convulsioni Stato confusionale Perdita di coscienza fino al coma Alta temperatura corporea (cute rossa e calda) Sudorazione abbondante COSA FARE? Autoprotezione Fare l’ABC del soccorritore Allontanare il paziente dalla fonte di calore (portando la vittima in un luogo fresco e ventilato) Cercare di raffreddare il corpo con acqua e ghiaccio FERITE. Soluzione di continuo della pelle. Possono essere classificate a seconda dell’agente lesivo in: ferite da taglio, abrasione, escoriazione, ferita lacero contusa, ferita da punta, ferita da scoppio, ecc. COSA FARE: Autoprotezione 26 Lavare le mani con acqua e sapone prima di medicare Lavare la ferita con acqua sterile Disinfettare la ferita con disinfettanti specifici (non mettere il disinfettante nella ferita, passare solo i contorni della ferita) Coprire con garza sterile Bendare con una benda di misura idonea ATTENZIONE: 1. non disinfettare mai usando soluzioni alcoliche 2. non togliere gli oggetti che penetrano nel corpo (rischio di emorragie gravi). Lasciare questa manovra al pronto soccorso EMORRAGIA. Fuoriuscita di sangue dal torrente circolatorio. Può essere: ARTERIOSA: il sangue fuoriesce a zampillo, ed è di colore rosso acceso VENOSA: il sangue esce dilagandosi a macchia d’olio e di colore rosso scuro Oppure può essere: INTERNA: si verifica all’interno del nostro corpo ESTERNA: visivamente possiamo vedere la fuoriuscita di sangue INTERNA-ESTERIORIZZATA: vediamo sangue che esce dalla bocca, dall’ano, dal naso, dalla vagina, ecc. 27 COSA FARE: Autoprotezione Tamponare manualmente l’uscita del sangue Se questa operazione non è efficace comprimere l’arteria che porta il sangue in quel punto come da immagine Se si riesce a bloccare l’emorragia medicare la ferita Solo come ultima soluzione se non siriesce a bloccare l’emorragia utilizzare la cinghia emostatica o un qualsiasi laccio di fortuna EPISTASSI: sanguinamento del naso, comprimere le narici contro la parte ossea del naso per qualche minuto. In tutti gli altri casi si emorragia: 1. sangue dal retto 2. sangue vomitato 3. sangue emesso con colpi di tosse 4. sangue dalla vagina 5. sangue emesso con le urine diventa difficile bloccare la fuoriuscita di sangue e a volte i primi sospetti compaiono con uno stato di shock. Per questo motivo non sottovalutare mai un sanguinamento, e portare immediatamente l’infortunato in ospedale per le cure del caso. COME BLOCCARE UNA EMORRAGIA ARTERIOSA: 1. individuare il punto da premere (dove passa l’arteria principale) 2. comprimere con forza fino a quando cessa il sanguinamentio 3. se l’emorragia persiste utilizzare il laccio emostatico 4. medicare la ferita 28 SHOCK: collasso cardio-circolatorio. Calo improvviso della pressione arteriosa con stato confusionale dell’infortunato se non perdita della coscienza.I sintomi sono: 1. sudorazione abbondante e fredda 2. pallore diffuso 3. pressione molto bassa o non rilevabile 4. polso periferico molto difficile da percepire 5. frequenza cardiaca molto alta (superiore a 100 batt./min.) 6. stato confusionale e/o tendenza ad addormentarsi 29 le cause possono essere molteplici: 1. grosse emorragie 2. grossa perdita di liquidi (ustioni e vomito, diarrea) 3. patologie del cuore (infarti o aritmie gravi) 4. reazione allergiche a farmaci o punture di insetto 5. grossi traumi alla colonna vertebrale COSA FARE: autoprotezione fare sdraiare l’infortunato fare l’ABC del soccorritore coprire il paziente sollevare le gambe a 45 gradi slacciare gli indumenti stretti ATTENZIONE: SE E’ UN TRAUMA NON MUOVERLO A MENO CHE NON CI SIANO SERI PROBLEMI DI PERICOLO. LIPOTIMIA DEFINIZIONE: stato di malessere generale con sensazione di svenimento imminente. SEGNI E SINTOMI: Malessere generale Vertigini Senso di mancamento Debolezza soprattutto alle gambe Senso di testa vuota e leggera Formicolii alle braccia/faccia COSA FARE? Non allarmarsi di solito non è una condizione grave Fare sdraiare la vittima Sollevare le gambe a 45 gradi Slacciare gli indumenti stretti (cravatta, cintura dei pantaloni, ecc.) Non far bere, mangiare, annusare odori al paziente Vedere se il paziente si riprende nei 30 secondi successivi all’evento 30 SINCOPE DEFINIZIONE: momentanea perdita di coscienza. SEGNI: Il paziente cade a terra privo di sensi Cute fredda e sudata Pallore cutaneo diffuso COSA FARE? Autoprotezione Non allarmarsi di solito non è una condizione grave Fare sdraiare la vittima Sollevare le gambe a 45 gradi Slacciare gli indumenti stretti (cravatta, cintura dei pantaloni, ecc.) Non far bere, mangiare, annusare odori al paziente Vedere se il paziente si riprende nei 30 secondi successivi all’evento ATTENZIONE: NON E’ LA NORMA, MA SPESSO QUESTE CONDIZIONI NASCONDONO PROBLEMI PIU’ SERI SOPRATTUTTO SE IL PAZIENTE NON SI RIPRENDE IN 30 SECONDI, RIMANE IN UNO STATO CONFUSIONALE, PERSISTE IL PALLORE E LA SUDORAZIONE FREDDA, SI EVIDENZIA PERDITA DI URINE E/O FECI. PARAMETRI VITALI: PRESSIONE ARTERIOSA: 1. sgonfiare il bracciale 2. applicare il bracciale che deve risultare ben aderente al braccio (sinistro o destro indifferentemente) 3. posizionare il fonendoscopio nella posizione dell’arteria del braccio 4. gonfiare il manicotto fino alla scomparsa del polso radiale (polso preso al polso dello stesso braccio) 5. allentare la valvola sgonfiando il bracciale in modo che la lancetta scenda di 1,5 mmHg/secondo 6. ascoltare i rumori che si sentono tramite il fonendoscopio 7. IL PRIMO RUMORE E’ LA PRESSIONE MASSIMA, L’ULTIMO RUMORE UDIBILE E’ LA PRESSIONE MINIMA 8. ricorda: si scrive sempre prima la massima e poi la minima 9. la pressione si misura in mmHg (millimetri di mercurio) 31 PRESSIONE MASSIMA (O SISTOLICA) Corrisponde alla pressione corrispondente al momento in cui il cuore si contrae buttando fuori il sangue PRESSIONE MINIMA (O DIASTOLICA) Corrisponde alla fase in cui il cuore si rilascia, è la pressione presente nel torrente circolatorio quando il cuore è a riposo. INTERPRETAZIONE RISULTATI: pressione massima: 120-130 mmHg adulto a riposo pressione minima: 70-80 mmHg adulto a riposo RICORDA: non deve superare i 140/90 mmHg non deve essere inferiore a 90/50 mmHg durante l’attività fisica tende ad aumentare la massima N.B. SE SI RISCONTRANO VALORI ANOMALI NON E’ DETTO CHE SIANO SEMPRE PATOLOGICI, A VOLTE BASTA TENERLA CONTROLLATA E FARLO PRESENTE AL PROPRIO MEDICO FREQUENZA CARDIACA: sono il numero di battiti che il cuore fa in un minuto. Si calcola ascoltando la pulsazione dell’arteria del braccio (radiale) per 15 secondi e successivamente moltiplicarlo per 4 volte (si ottiene il battito in 1 minuto). VALORI NORMALI: 60-80 battiti/minuto persona adulta RICORDA: valori superiori a 100 batt/min TACHICARDIA Valori inferiori a 60 batt/min BRADICARDIA N.B. SE SI RISCONTRANO VALORI ANOMALI NON E’ DETTO CHE SIANO SEMPRE PATOLOGICI, A VOLTE BASTA TENERE CONTROLLATO IL POLSO FARLO PRESENTE AL PROPRIO MEDICO 32 FREQUENZA RESPIRATORIA: Rappresentano il numero di escursioni toraciche calcolate in un minuto, guardando visivamente il petto del paziente. Anche qui basta calcolare le escursioni in 15 secondi e moltiplicare il valore per 4 volte. VALORE NORMALE: 14-20 atti respiratori/minuto nella persona adulta. N.B. è un valore molto variabile a seconda delle diverse circostanze per cui ad un occhio poco esperto non da grosse rilevanze. TEMPERATURA CORPOREA (T.C.) La temperatura corporea si può misurare: esternamente: ascella, inguine (soprattutto per i bambini) internamente: bocca, ano. La differenza di temperatura corporea tra interna ed esterna è di 0,5 °C in più per la temperatura interna. VALORE NORMALE: 36.5-37.0 °C N.B. ci sono grosse variazioni nella temperatura corporea che sono comunque considerate normali. Comunque si parla di ipotermia sotto i 35.0 °C e di febbre sopra i 37.0 °C. Oltre i 43°C possono comparire confulsioni e stato confusionale. 33 CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO. Qui di seguito l’elenco del contenuto minimo della cassetta di pronto soccorso secondo la normativa 626/94: Guanti sterili monouso (5 paia) Visiera paraschizzi Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% (1 litro) Flacone di soluzione fisiologica da 500 ml (sodio cloruro 0,9%) Compresse di garza sterile 10x10 in busta singola (10) Compresse di garza sterile 18x40 in busta singola (2) Teli sterili monouso (2 teli) Pinzette da medicazione sterili monouso (2) Confezione di rete elastica misura media Confe. Cotone idrofilo Conf. Cerotti varie misure (2) Rotoli di cerotto alto 2,5 cm (2) Paio di forbici Lacci emostatici (3) Ghiaccio pronto uso a pacchetto (2) Sacchetti raccolta rifiuti sanitari monouso (2) Termometro Apparecchio per misura pressione arteriosa (P.A.) 34 PACCHETTO DI MEDICAZIONE. Qui di seguito l’elenco del contenuto minimo del pacchetto di medicazione secondo la normativa 626/94: Guanti sterili monouso (2 paia) Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% (125 ml) Flacone di soluzione fisiologica da 250 ml (sodio cloruro 0,9%) Compresse di garza sterile 10x10 in busta singola (3) Compresse di garza sterile 18x40 in busta singola (1) Pinzette da medicazione sterili monouso (1) Confe. Cotone idrofilo Conf. Cerotti varie misure (1) Rotoli di cerotto alto 2,5 cm (1) Paio di forbici Lacci emostatici (1) Ghiaccio pronto uso a pacchetto (1) Sacchetti raccolta rifiuti sanitari monouso (1) Istruzioni sull’utilizzo dei presidi e sul modo di prestare il primo soccorso in attesa del servizio di emergenza CONSIGLIATI: Calamita Maschera da rianimazione (pocket musck) Coperta termica monouso Ammoniaca ?? (in alternativa ghiaccio) 35

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