Appunti Primo Parziale Storia Dell'Architettura II_Frati PDF
Document Details
Uploaded by Deleted User
Tainà Assunçao Buzzico
Tags
Summary
These are lecture notes on the history of architecture focusing on the first part of the course. The notes cover artists like Raffaello, Baldassarre Peruzzi, and Giulio Romano, discussing their architectural contributions and projects. The notes also discuss the broader context of the Renaissance, political influences, and the role of the architect during that period.
Full Transcript
INDICE I. Introduzione pag. 3 II. Raffaello Sanzio pag. 4 III. Baldassare Peruzzi pag. 7 IV. Giulio Romano pag. 8 V. Michelangelo Buonarroti pag. 11 VI. Antonio da Sangallo pag. 15 VII. Michelangelo a Roma pag. 17 VIII. Riforma e controriforma pag. 21...
INDICE I. Introduzione pag. 3 II. Raffaello Sanzio pag. 4 III. Baldassare Peruzzi pag. 7 IV. Giulio Romano pag. 8 V. Michelangelo Buonarroti pag. 11 VI. Antonio da Sangallo pag. 15 VII. Michelangelo a Roma pag. 17 VIII. Riforma e controriforma pag. 21 IX. Vignola pag. 22 X. I trattati pag. 23 XI. Genova pag. 28 XII. Veneto nel 500 pag. 30 XIII. Michele Sanmicheli pag. 32 XIV. Sanmicheli a Genova pag. 33 XV. Jacopo Tatti Sansovino pag. 34 XVI. Palladio pag. 37 XVII. Architettura Barocca pag. 45 XVIII. Giacomo Della Porta pag. 47 XIX. Domenico da Fontana pag. 48 XX. Carlo Maderno pag. 50 XXI. Pietro Berrettini da Cortona pag. 51 XXII. Francesco Borromini pag. 54 XXIII. Gian Lorenzo Bernini pag. 60 XXIV. Torino barocca pag. 62 XXV. Guarino Guarini pag. 65 XXVI. Filippo Juvarra pag. 67 2 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico 26/02 INTRODUZIONE CORSO Spazio + tempo: quarta dimensione dell’architettura. Importante relazione con il paesaggio e l’ambiente. Valutazione dello spazio (proporzione, luce, acustica) e altre di vuoto la relazione con il pieno. Architettura come integrazione di tutti questi aspetti. Strumenti per l’analisi; fonti indirette (no nel manufatto ma in archivi, testi letterati ecc…) fonti dirette= relative assolute (archeologiche, materiali) PERIODIZZAZIONE: metà 500, momenti di snodo, cambiamento di stile (maniera-manierismo) -> sacco di Roma, elemento di rottura; e il concilio di Trento. Altri sistemi politici che hanno enfatizzato l’architettura come l’assolutismo, fenomeni che imprimono conoscenze e tecniche nell’architettura come il mercantismo. Ingresso della ragione nelle competenze umane, rigore e metodo nelle discipline, organizzare il sapere ecc. elementi politici come il periodo della restaurazione, valutando forme abbondanti e promovendo il fenomeno dei “Revival”. Vita borghese. INTRODUZIONE Roma è la città trainante del cambiamento, nella pratica e nella teoria architettonica. Roma ha un’influenza maggiore nell’architettura rispetto a Firenze e si stabiliscono le regole e un metodo funzionante e funzionale. Il 1500 è l’anno in cui cambiano molte cose con la presenza di Bramante a Roma, lui aveva una relazione con l’antico. Nel 1527 ci fu il sacco di Roma e il papa Paolo III morì qualche anno dopo il concilio di Trento, nel 1549. In questa prima metà del 500, l’architettura si modifica, si imposta il fare l’architettura in modo più scientifico con le idee di Alberti che scrisse nei suoi trattati. Bisognava guardare l’architettura come una pratica, quasi come una scienza, come interpretava Leonardo Da Vinci. Bisognava avere un concetto di organizzazione del territorio con le infrastrutture e le magistrature per vedere il territorio integrato, in tutti i suoi aspetti, in una visione di sistema, ricondotto infine ad un’unità -> relazione al potere centrale del monarca. Dal punto di vista politico ci furono dei cambiamenti di regime (si passa da repubblica a ducato di Firenze), ci sono nuovi poteri e famiglie che di conseguenza producono nuovi committenti. Anche il movimento religioso fa la sua parte (riforme degli organi religiosi) c’è un ripensamento tra il rapporto dei fedeli con lo spazio liturgico, e quindi si cerca una sintesi fra sviluppo longitudinale e trasversale dei luoghi di culto. Si evolve anche il ruolo dell’architetto che non è più solo un artigiano, ma si fa intellettuale capace di dialogare alla pari con gli altri consiglieri delle leve culturali, spesso diventa cortigiano perché ambisce alla stabilità economica che il lavoro non gli da. Aumenta la consapevolezza degli strumenti professionali/scientifici in mano all’architetto da Bramante ma ancora di più da Raffaello, trasmessi attraverso la scrittura favorita dalla stampa di trattati e riflessioni tecniche. La razionalizzazione delle competenze favorì il dialogo, la comunicazione in cantiere, il rapporto con altri artisti, e in forma più autonoma rispetto al medioevo, dove si vedeva la collaborazione di tante personalità e tante competenze che si favorivano tra di loro, non più accettabile, l’architetto si assume le responsabilità del progetto. Con questo primo periodo, Bramante sperimenta il linguaggio, e nel corso di questo periodo capisce cosa si può fare e cosa evitare. Nel primo periodo si assiste a una codifica, elaborazione di formule sicure = standardizzazione, ripetitività. Bramante è il primo architetto che si pone in modo universale, mentre Raffaello rielabora intuizioni del suo maestro e delle grandi verità del passato antico senza stravolgere novità o pensare a delle nuove idee. Chi cerca nuove strade e nuovi registri sono i giovani allievi di Raffaello: Giulio Romano e Baldassare Peruzzi, vengono fissati in un primo trattato del libro di Serlio, (parallelismo fra exempla antichi e divulgazione moderna, fra Roma, antica Grecia e età dell’oro dei papi) 3 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico dove mette in relazione i cantieri moderni con gli esempi antichi, come il Pantheon. Dimostra come antico e moderno possano convivere. Il linguaggio architettonico si matura ma andando avanti si logora come tutte le cose che vengono ripetute. RAFFAELLO SANZIO Nasce ad Urbino dove condividerà la formazione di pittore con Bramante che lo indirizzerà verso la strada dell'architettura. Dopo la formazione ad Urbino soggiorna a Firenze (1504- 1508) e poi a Roma con Giulio II. Con l'appoggio di Bramante riesce ad entrare nell'ambiente Vaticano. Muore nel 1520 mentre è in atto il suo progetto per il rilievo della Roma antica. Raffaello inserisce spesso elementi architettonici nei suoi dipinti come ad esempio nello sposalizio della vergine dove sulla scena colloca un tempio a pianta centrale con 16 lati, archi retti da colonne, tamburo su cui si imposta una cupola. Nella scuola di Atene dipinge un edificio classico che ricorda le terme romane, la successione di arconi, lacunari e cupola al centro mostra un chiaro riferimento alla San Pietro di Bramante. È interessato sia all'architettura classica che a quella contemporanea. Raffaello ci lascia solo i suoi disegni e i suoi affreschi, non scrive nulla, tranne una lettera molto importante a Leone X, in cui si focalizza su due temi: 1. Teoria della rappresentazione grafica in proiezione, dove la pianta deve essere affiancata da disegni degli edifici principali della città, che avrebbe dovuto essere rappresentate in pianta, prospetto e sezione. 2. Cultura di protezione del patrimonio, cercando di far notare come le antiche architetture stavano andando in rovina. In risposta al papa che gli aveva chiesto di elaborare una pianta di Roma con le antichità, non soltanto rappresenta Roma in termini geometrici come una pianta in scala, ma anche con gli obbiettivi di individuare i monumenti della Roma antica nella città moderna e facendone una rappresentazione geometrica secondo pianta sezione e prospetto -> prima volta che si pone un piano rigoroso e infallibile ed espresso in termini così chiari. Infine la tutela dei monumenti. Quindi conoscenza, tutela e corretta rappresentazione, si fa affiancare da Baldassare Peruzzi. CAPPELLA CHIGI IN SANTA MARIA DEL POPOLO (1511-12) Raffaello viene incaricato da Agostino Chigi di realizzare la sua cappella funeraria, trasformando completamente una cappella già esistente. Oggetto monumentale in uno spazio ridotto: pianta quadrata con lato di 7 m. Si accede da un grande arco che si ripete su tutti e quattro i lati, libero da elementi architettonici in modo da far sembrare lo spazio più grande della realtà. Da dentro la chiesa non si percepisce bene la cupola che invece è visibile solo muovendosi all'interno. Utilizza il sistema del quadrato con spigoli smussati che era stato utilizzato da Bramante nel coro di San Pietro e mette in atto quello che ha visto a Roma costruendo delle lesene corinzie che rimandano allo spazio interno del Pantheon. L'edificio nasce dalla riflessione di Raffaello sulle opere di Bramante. Si vede molto chiaramente che il riferimento è al tempietto di San Pietro in Montorio: per il tamburo con le finestre Per la scansione della superficie della cupola attraverso i costoloni che diventano cornici di stucco dorato, dove attua la tecnica del mosaico romano. 4 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico I tre archi ciechi, intervallati da pilastri, sono più indietro I pilastri sono scavati da nicchie che ospitano statue, a loro volta incorniciate da lesene corinzie poggianti sul livello del pavimento. All'altezza dei ricchi capitelli delle lesene corre una fascia perimetrale finemente decorata da festoni ripresi fedelmente dal Pantheon. Può essere intesa come "opera d'arte totale" nel senso che vengono impiegati tutti i generi artistici per creare magnilicenza assoluta. Dettaglio dei sarcofagi, piramidi molto schiacciate al muro, appoggiate su due sfere. La punta della piramide si antepone alla trabeazione, significa che la dobbiamo leggere come un primo piano rispetto al nucleo retrostante. VILLA MADAMA 1516-1517 Lo progetta ma non lo conclude, siamo vicino alle pendici di Monte Mario, c'è quindi uno stretto contatto con la natura. Committente Cardinale Giulio de' Medici, cugino del papa Leone X. E una committenza papale, è evidente quindi la connessione con la grandezza dell'edificio. Riferimento al Belvedere di Bramante che è evidente nei terrazzamenti. Il cuore del complesso era la grande corte circolare (da li partivano tutti gli altri grandi spazi) e il teatro adagiato su pendici come i teatri greci. Oggi vediamo meno della metà dell'edificio progettato da Raffaello. Solo la parte nord nel cortile circolare resta a formare la facciata a forcipe dell'edificio attuale. Il cortile circolare è stato realizzato solo parzialmente ed è diventato il portiere di ingresso della Villa. Le colonne sono diventate semicolonne e sono spinte contro la muratura. Ci suggerisce l'idea che ci dovesse essere un portico. Facciata sul giardino che corrisponde alla loggia: Paraste ioniche all'esterno, che inquadrano archi di apertura di ogni campata. Le volte e le cupole sono decorate in modo grottesche (prendono il nome dalla domus aurea che era stata recentemente riscoperta). SAN PIETRO (1513-1520) Nel 1514 muore Bramante e viene sostituito da Raffaello. Progetta una basilica a pianta longitudinale. Riprende il disegno di bramante ma aggiunge due deambulatori corrispondenti ai due absidi perché, nonostante non sia stata ancora realizzata, si pensava che i quattro piloni di Bramante non fossero sufficienti a reggere il peso della cupola. 5 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico Introduce la figura del secondo architetto, nel suo caso è Antonio da San Gallo che ha già lavorato con lui a Villa Madama. Nel suo progetto sono presenti due enormi torri campanili ai lati che si rastremano verso l’alto. Al centro vediamo una citazione al tempio tetrastilo di Alberti in Santa Maria Novella. Sistema di colonne. Cupola ispirata a quella del Pantheon. Non si realizzano molte sue idee, solo alcuni elementi di fondazione e la parte dell'abside meridionale. LOGGE VATICANE Contributo dei suoi collaboratori. PALAZZI Raffaello abita in un palazzo costruito da Bramante, lo prende come riferimento dei suoi palazzi, adotta un linguaggio di Palazzo Caprini (vivendo in questo palazzo lo pone allo stesso livello dei suoi committenti). Al piano terra si trovavano le botteghe, la residenza si trovava nei piani superiori dell’edificio. All’interno del fregio venivano ricavate delle finestre per illuminare i piani mezzanini che normalmente erano destinate alla servitù. Costruisce anche il Palazzo brancario dell’Aquila (edificio scomparso), dove ci sono tutte le arti, architettura costituita da elementi tettonici (colonne, pilastri ecc.) o plastici, sculture dove vi era il vuoto e i quadri e le decorazioni che erano insieme ai festoni in stucco. PALAZZO PANDOLFINI (ANNI '10 DEL 1500) Disegno di Raffaello, ma non realizzato da lui. Viene costruito da Giovanfrancesco da San Gallo. Questo edificio è la sintesi tra il tipo fiorentino (es Palazzo medici, Palazzo Strozzi) e quello romano sviluppato da Bramante. Il richiamo al Romano è evidente nel fatto che questo edificio si sviluppa su due registri (come in Palazzo Caprini a Roma). Il bugnato è presente solo in corrispondenza dell'entrata. L'apertura è centinata (altro elemento tipico Fiorentino). Le finestre sono impostate alla romana, c'è un alternarsi di aperture impanate triangolari e semicircolari. È presente anche l’iscrizione dedicata a Leone X. Raffaello scrive una lettera molto importante a Leone X, in cui si focalizza su due temi: 1. Teoria della rappresentazione grafica in proiezione. la pianta deve essere affiancata da disegni degli edifici principali della città, che avrebbe dovuto essere rappresentato in pianta, prospetto e sezione. 2. Cultura di protezione del patrimonio cercando di far notare come le antiche architetture erano ancora ben conservate. 6 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico BALDASSARE PERUZZI Partecipa a San Pietro sviluppando l’impianto bramantesco con poche varianti rispetto a Raffaello con spazi più semplificati. VILLA SENESE PER BANCHIERI CHIGI 1506-1511 Linguaggio lineare, impostazione generale della villa innovativa forma a C che ingloba il paesaggio. Forma architettonica del paesaggio, chi guarda dall’interno lo fa attraverso un filtro architettonico, metodo non nuovo ma comunque poco proposto (già proposto da Sangallo). VILLA FARNESINA Villa Chigi, acquisita dal farnese e nota come villa Farnesina. Collocata vicino al fiume Tevere, ripete la forma a C con un telaio che ritma la superficie, telaio di paraste su poli che slanciano e rendono più elegante la struttura visiva, che è arricchita da festoni e decorazioni. Formula arricchita da ambienti interni decorati, due logge, una che guarda verso il fiume e che incanala architettonicamente lo sguardo, mentre l’altra si apre verso la campagna con decorazioni grottesche. Al piano superiore si trova una sala che si propone come una veduta illusoria e si ha la percezione del prolungamento dello spazio oltre la parete, tramite la proiezione del pavimento. Nel linguaggio di questo momento troviamo l’ordine tuscanico (variazione liscia del dorico) inaugurato nel cortile di Santa Maria della pace da Bramante. PALAZZO MASSIMO ALLE COLONNE 1532 Costruito tra edifici già esistenti. La facciata ha un’impostazione assiale, simmetrica ma allo stesso tempo reagisce alla cura e agli edifici accanto. Abbiamo una facciata curva che si inflette con un’apertura centrale di ampia dimensione che segna un’assialità. La parte inferiore è divisa in due parti interne ai lati e parte vuota centrale che funge da portico con funzione per l’accoglienza della clientela, anche come filtro utile ai rapporti sociali. Sulla sinistra l’edificio non ha profondità, si crea una simmetria apparente e si cerca di concatenare sistemi laterali di colonne con quelle centrali per dare maggiore fluidità alla facciata. Si rinuncia qui al fregio alternato, tipico del fregio tuscanico, e si fa un’eccezione alla regola per mantenere l’idea di continuità e accentuare l’idea della curva. L’invenzione sono i balconcini che protendo la finestra verso lo spazio pubblico che qui corrispondono al vuoto, un pieno che si protende sul 7 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico vuoto corrisponde alle finestre sia in alto che in basso. Le finestre degli ultimi piani sono composte da una serie di volute. Le decorazioni si trovano nei punti più in alto del soffitto, all’ingresso per portare ad alzare lo sguardo, tutto in marmo, era come un biglietto da visita della famiglia nei confronti del visitatore. Nicchie contrapposte con sistema del forcipe, tipici degli edifici impregnati dal passato. L’ingresso era monumentale. 27/02 GIULIO ROMANO Nacque nel 1499 e mori nel 1546. Romano è un appellativo. La sua formazione avviene nella bottega di Raffaello. Collabora alla pari in numerosi cantieri di grande importanza. Alla morte di Raffaello nel 1520, progettò un edificio che andò distrutto nel 600, esso rifletteva le ricerche di Bramante e Raffaello (uso del bugnato, presenza di balconcini, ritmo alternato ecc.). VILLA LANTE 1523-24 Si trova nella zona periferica di Roma. Possiamo trovare delle suggestioni bramantesche, si restringe il prospetto nelle quote più alte, e il prospetto si apre verso l’esterno, a cui susseguono delle specchiature cieche. Il lato che oggi si affaccia sul panorama è deturpato ed è dominato dal sistema delle serliane, aperture trabeate e aperture centinate. La serliana viene definita dopo che Serlio la descrive nel suo trattato ma è un’apertura che esiste dall’impero Romano ma viene rispolverata da Brunelleschi. Il ritmo si fa molto più ampio nelle paraste, si distanziano meno, un’alternanza fitta di pieni e di vuoti, da notare la doppia altezza. Il soffitto è piatto in corrispondenza delle centine e per inserire queste aperture con la copertura a botte si poteva optare per un elemento curvo, ma non fu fatta. Giulio ebbe una maggiore padronanza in un altro prospetto. Giulio viene chiamato a Mantova da Federico II di Gonzaga per realizzare un altro progetto. Con Federico II il processo si assesta, ovvero decide di non investire più nell’arte della guerra ma decide di investire sulla ricchezza culturale. Giulio si propone come la persona ideale per questo compito reputandosi capace di governare tutte le arti e di mettere insieme diversi linguaggi. Il primo progetto fu palazzo te. PALAZZO TE Nome preso dall’isola di Te. Prima di diventare un palazzo era una scuderia, quindi esisteva un cortile di forma quadrata che ha tenuto la sua forma originale. Il timpano del fronte è rivolto verso il giardino ma in questo caso non ha la funzione decorativa, prima di tutto perché è stato aggiunto dopo i lavori di Giulio, l’altro motivo era che Giulio non avrebbe disposto un timpano e una decorazione su di esso, perché il progetto iniziale prevedeva un altro piano, un attico. I lavori furono piuttosto veloci. L’edificio era di forma quadrata con un giardino, molto più tardi si realizzo questa esedra 8 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico che faceva riferimento alle esedre imperiali, è un volume che è apparentemente compatto ma che vedremo che ci sono anche eccezioni a questa regola. Palazzo Te non è una residenza stabile ma la corte si reca in maniera sporadica, come svago (si trova in un luogo isolato della campagna). I signori hanno l’esigenza di ritagliarsi dei luoghi di svago rispetto alla vita della città. L’articolazione interna dell’edificio non risponde ai criteri di simmetria se non negli ambienti che attraversano il percorso, la diversità di funzioni e dimensioni degli spazi può influire nella diversità dei prospetti. Il prospetto sinistro si compone di una coppia di paraste con la nicchia e una coppia di paraste con la finestra. Un sistema che avvolge l’edificio ma allo stesso tempo distingue un prospetto dall’altro. Il fregio è costituito da elementi dell’antico, un doppio trilitico che gira come se fosse un capitello ionico, l’architrave è molto sottile, le paraste sono tuscaniche con fusto liscio e la base articolata che richiamano le soluzioni prese da Raffaello in Villa Madama, in cui Giulio collaborò. Giulio si mostra molto più libero nel gestire il linguaggio all’antica di Peruzzi. Romano si dimostra di essere immerso da questo linguaggio con delle soluzioni eversive per esempio nell’atrio la volta a botte con lacunari che richiama soluzioni raffaellesche. L’appoggio di questa botte trabeata avviene su colonne che hanno il fusto completamente grezzo, come se venissero direttamente dalla cava, per dimostrare la propria matericità (ci riporta a una verità dell’architettura che è la bellezza materiale). Il prospetto sulla peschiera, sul giardino, il timpano è stato aggiunto dopo. Il pronao si distacca dal piano inferiore e da quello superiore, questa doppia presenza di piani viene impiegata per la costruzione di doppi sostegni. Serliane che si distinguono e si concatenano, c’è l’infittirsi del ritmo che non è regolare, almeno tra le prime e le altre aperture. Queste 4 colonne che reggono un unico elemento possono essere di origine medievale (ma niente assomiglia esattamente a quello che vediamo in questo caso, Giulio inventa questa combinazione di elementi). Questa architettura sembra avere una profondità nella parte alta, ma non in quella bassa. Lo specchio d’acqua raddoppia le forme in una perfetta simmetria che si legge negli archi. La linea del basamento ci ricorda che è un’immagine quella che vediamo sotto il riflesso. Il portico è decorato da paraste, nervature, linee che hanno un valore costruttivo. Il quarto lato non fu mai completato. Giulio vuole variare la regola della rigidità, nel timpano delle finestre cieche il concio di chiave della piattabanda sale, questo concio preme sulla cornice spezzandola. Altre fessure sono funzionali a illuminare spazi interni usando le metope come finestre. Un’altra variazione riguarda la discesa del concio che si porta dietro il trilifo (senza compromettere niente a livello strutturale, è la dimostrazione che questo elemento linguistico è un elemento di codice e non più un elemento concreto, strutturale). Nel complesso i prospetti appaiono armoniosi (la simmetria è facilmente riconoscibile). Altre variazioni sono i conci che non appaiono finiti, e dimostrano come l’architettura è stata realizzata dal punto di vista compositivo. La decorazione pittorica nella sala dei giganti, si trova in un angolo dell’edificio, i cui accessi sono nascosti, le porte che ci sono non devono 9 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico distogliere l’attenzione dal dipinto, dalle immagini, l’osservatore non ha scampo è completamente avvolto dall’immagine a 360 gradi. Il tema dei giganti che distruggono architetture, quindi della rovina si riflette sull’edificio. Un edificio esemplare fu Palazzo Ducale, all’interno del palazzo Te, all’interno una corte. PALAZZO DUCALE Costituito da una novità, invece di usare la pietra venne usato il calcestruzzo per ridurre i costi ma ottenere comunque un risultato gradevole (colonna, tortile, bugnato). ABITAZIONE DI GIULIO ROMANO Giulio si esercita anche nella propria abitazione, edificio con 8 campate, ghiere con paramento e inserimento all’interno delle campate cieche di finestre. Il piano terra o ha botteghe o comunque ha la funzione di servizio. Un altro tema interessante è la cornice marcapiano, e la posizione asimmetrica della porta principale, con un effetto di dinamismo. All’interno, il ritmo del piano superiore è completamente cieco, in basso un portico e sopra una sequenza ritmica omogenea di erme, che sono delle forme umane collegate ai pilastri (basso rilievi a stucco). DUOMO DI MANTOVA Gli ultimi cantieri di cui si occupò Giulio Romano erano cantieri religiosi, in cui fu chiamato per intervenire in strutture molto antiche. Del duomo di Mantova si rinnova l’apparato decorativo, si crea l’atmosfera di una basilica paleocristiana. Le colonne sono corinzie e sorreggono le trabeazioni, le pareti sono ancora quelle originali. Le soluzioni moderne le troviamo nella copertura, con la copertura a cassettoni nella navata centrale e le volte a botte nelle navate laterali. Le colonne e le trabeazioni sono di stampo antico. SAN BENEDETTO IN POLIRONE L’ultimo suo cantiere è quello di san Benedetto Po, una cittadina che nasce attorno ad un’abbazia. Gli elementi che sono stati tenuti sono di stampo francese. È presente un ambulacro con cappelle radiali. Si tratta di una chiesa medievale. I pilastri si mantengono nella loro posizione, le campate sono mascherate da finti lacunari, mentre l’arco acuto non viene mascherato. L’edificio mantiene il funzionamento statico della struttura medievale, e viene mantenuto il percorso del ambulacro, un modo intelligente di rinnovare gli spazi imponendo un nuovo linguaggio ma mantenendo la sua forma strutturale originaria. 10 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico MICHELANGELO BUONARROTI Michelangelo nasce a Caprese nel 1475 da famiglia di origine fiorentina e muore nel 1564, passa la sua gioventù nel “giardino di San Marco”, ovvero un luogo dialta formazione culturale, dove Lorenzo il magnifico aveva istituito un circolo di artisti, successivamente passa anche dalla bottega del Ghirlandaio, ma la sua principale formazione si rifà appunto al circolo di San Marco. Opera importante per Michelangelo è “La Pietà”, prima opera che Michelangelo firma con “sculptor fiorentinus”, la sua carriera da architetto non inizi primadel 1507, e continuerà fino alla fine della sua vita divenendo la sua attività principale. Michelangelo ha disegnato moltissimo e svariati dei suoi disegni si trovano a Firenze a casa Buonarroti, di molti suoi disegni si trovano inoltre vari “facsimilari” (in ogni suo dettaglio), cioè delle copie dei suoi disegni realizzati da altri artisti, molto importanti per gli studiosi. L’architettura di Michelangelo è estremamente legata alla scultura (si definisce plastica), anche attraverso l’uso dei materiali, era in grado di usare il travertino e lavorarlo come il marmo. PALAZZO MEDICI È con i papi medici che Michelangelo viene quasi costretto a confrontarsi con l’architettura. Sia il papa Leone che Clemente indirizzarono Michelangelo a Firenze per occuparsi di immobili, l’idea era quella di costruire un polo simbolico attorno alla chiesa di san Lorenzo. Edifici che già esistevano ma dovevano essere riqualificati. Palazzo e parrocchia fanno parte di questo itinerario di rinnovamento. La prima cosa che fa Michelangelo (a palazzo Medici) è inserire nei vuoti del portico delle finestre che sono di sua invenzione, ad edicola, detto anche inginocchiate (mensole a voluta). Questo inserimento ha uno scopo funzionale, ovvero quello di togliere la funzione pubblica, protegge chi lo occupa, viene tolta la funzione di rapporto con la clientela. SAN LORENZO Arriva il problema del tema di rapporto con lo spazio pubblico. Nel 1516 il Papa vuole dare una facciata alla chiesa, considerando l’importanza di tale chiesa (è la chiesa della famiglia De’Medici) e della sua posizione (estremamente vicina al duomo). Viene istituito un concorso che Michelangelo vince, nonostante non avesse mai fatto veramente l’architetto. Inizia a progettare questa facciata attraverso il disegno, sua grande arma, con l’aiuto di un grande muratore del tempo, Baccio Bigio. Si fa inoltre mandare dei disegni tecnici così da capire tutte le principali caratteristiche architettoniche fondamentali, poiché lui non ha basi tecniche. Realizza vari progetti, il secondo progetto andava a riprendere la faccia dell’Alberti di Santa Maria Novella completata nel1470, lui la usa proprio come ispirazione, tanto da “citare” effettivamente degli elementi usati dall’Alberti. Non venne mai realmente realizzata, poiché muoiono sia il fratello (Giuliano De’Medici) che il nipote (Lorenzo, Duca di Urbino) del papa, e c’è bisogno di realizzare le loro tombe. Nella facciata usa il ritmo alternato e una maggiore profondità della parete perché erano previste nicchie. La facciata doveva essere avere un risvolto, ma non si è mai capito se si dovesse staccare dalla struttura creando così un portico, oppure questo risvolto doveva aderire alla parete laterale di san Lorenzo. Il progetto però fu abbandonato perché il peso della facciata doveva essere supportato dalle fondazioni. Michelangelo aveva pensato questa facciata come un blocco che veniva scavato da pieni e vuoti, rientranze profondità e aggetti, 11 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico come la scultura. Ci rimane solo il suo progetto. LA SAGRESTIA NUOVA Michelangelo viene incaricato sempre da Leone X per il progetto della Sagrestia Nuova. La cupola è semisferica ed è di una dimensione diversa rispetto alla Sagrestia Vecchia di Brunelleschi, la biblioteca Medicea-Laurenziana viene costruita sopra il monastero, si fa una soprelevazione. La Sagrestia Vecchia e la Sagrestia Nuova in pianta sono uguali sia per forma che di grandezza ma sono molto diverse tra gli alzati. Tra la Sagrestia di Brunelleschi e quella di Michelangelo la differenza è che Michelangelo aggiunge un attico tra le paraste (elemento architettonico strutturale che è inglobato in una parete dalla quale può sporgere di poco, un pilastro, è un vero elemento di sostegno, è portante ma non è indipendente come una colonna, è addossata alla parete) e la zona dei pennacchi (elemento “triangolare”, elemento di raccordo tra la base della cupola, l’imposta della cupola e la struttura che sta sotto di essa). Michelangelo inoltre non decora il pennacchio. Cupola emisferica che poi Michelangelo progetterà anche per San Pietro. È la prima cupola a Firenze che riproduce il motivo dei cassettoni o lacunari, sono i cassettoni del Pantheon che rientra a Firenze nella cupola della sagrestia Nuova, non abbiamo più cupole dipinte come in santa Maria del Fiore, o nella chiesa di Sant’Andrea a Mantova. Questo spazio risulta più piccolo e stretto. Mentre nella Sagrestia Vecchia abbiamo una staticità in quella di Michelangelo abbiamo un nuovo mondo: gli ingessi hanno gli stipiti prodotti e le cornici di marmo sostengono questi enormi tabernacoli che sono composti da paraste e da timpani curvilinei, abbiamo una struttura superiore che è molto più imponente di quella inferiore che diventa quasi una membratura sussidiaria, secondaria che è dominata dal tabernacolo, i tabernacoli sono così pesanti che richiedono il supporto di mensole, questa inversione della percezione di snellire andando verso l’alto ma al contrario, la scala urbana si riduce, la scala architettonica ha una carattere autoreferenziale e non si riferisce allo spettatore, l’idea di Michelangelo è diversa anche sul significato dell’uomo, è un’architettura lontana dall’osservatore. Un altro elemento importante è che questa è l’unica opera architettonica che è stata seguita da Michelangelo fino alla fine, erano previsti nuovi apparati scultorei che con la partenza di Michelangelo nel 1534 non furono realizzati, quindi è un’opera non completata ma ciò che vediamo è completamente realizzato da Michelangelo. LA BIBLIOTECA È un incarico di Clemente VII, si trova nella occidentale del chiostro di San Lorenzo. La biblioteca contiene i manoscritti e i libri della collezione privata de’ Medici, il Papa voleva creare questa biblioteca per aprire questa collezione privata al pubblico. I lavori iniziano le 1525 con il papato dio Clemente VII e quando Michelangelo lascia Firenze nel 34 i lavori non sono ancora finiti, verranno finiti nei primi anni 70, quaranta anni dopo da Niccolò Tripoli, Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati. 12 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico Nella Biblioteca Laurenziana lui realizza un ambiente architettonico, nel quale progetta sia il pavimento, che si trova in relazione con il soffitto e anche i banchi di tale aula, realizza inoltre le scale della biblioteca, che rappresentano un’opera architettonica di chiara ispirazione scultorea, iniziate nel 1524. Importanti sono le colonne binate inalveolate, cioè colonne che si inseriscono nella muratura, che si trovano in prossimità delle scale. L’utilizzo di colonne inalveolate va contro la simmetria e il pensiero classico, che vedeva le colonne come simbolo di staticità, e il fatto che queste colonne poggiano sopra una trabeazione e non a terra va contro al loro classico utilizzo. Questa scala presenta però un problema, poggia in chiave d’arco, fatto estremamente pericoloso in architettura, fu finita ben dopo che Michelangelo lascia Firenze (va via nel 1534) e la scala viene ultimata nel 1551. Lui la voleva realizzare in legno perché sapeva della pericolosità data dalla chiave d’arco e la sua realizzazione in legno garantiva una minore probabilità di crollo, ma Michelangelo andando via da Firenze lascia il progetto in mano ad Ammannati, che decide insieme alla commissione di realizzarla in pietra. La scala inizialmente Michelangelo la progetta come un paio di rampe a pompa e poi gradualmente cambia, in tre rampe immaginando una scala cerimoniale che rappresenta anche la gerarchia sociale dell’intellettuale rispetto al resto della popolazione. Questa fu una soluzione scomoda perché non hanno corrimano le rampe laterali, mentre la rampa centrale viene percorsa da gradini che hanno un andamento curvo, è una scala che obbliga il corpo a rapportarsi con lo spazio. Michelangelo poi si dedica alle FORTIFICAZIONI DI FIRENZE in previsione dell’assedio che Carlo V tenta di riconquistare, da grande repubblicano Michelangelo si butta a capofitto in questa operazione inventando forme nuove (adesso non ci sono più). Michelangelo prima si rifugia e sta nascosto e dopo essere stato perdonato torna a Roma e a Firenze non torna mai più. Nessuno dopo di lui prese il suo posto. Viene realizzata la fortezza dal basso da parte di Antonio da Sangallo, all’esterno si alternano bugne sferiche con bugne piramidali. Negli stessi anni di presenza di Michelangelo e subito dopo si ripetono forme romane che già conosciamo. PALAZZI Palazzo Uguccioni, questo edificio si protende sulla piazza, con una dimensione maggiore nel primo ordine, il palazzo che è di uno dei collaboratori di Cosimo primo dialoga con palazzo vecchio ovvero la residenza del Duca. Il piano inferiore era completamente omogeneo e uniforme. Fu emanata una legge sugli espropri che ha effetto sul bene comune nel produrre degli edifici grandiosi. Il frutto di questa norma fu Palazzo Giugni, ha un impostazione simmetrica, e la strana soluzione della comunicazione di ogni sala con il portico, si adotta questa soluzione perché così il cortile viene messo in comunicazione con le singole sale. Il Palazzo Grifori esce da questa logica, costituito da un bugnato e una particolare tessitura del paramento in mattoni, qui viene eseguita non solo la tessitura edilizia ma anche la bicromia che segna delle forme particolari. 13 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico COSIMO DE’ MEDICI Cosimo è il protagonista politico di questo periodo dal 1537-1576. diventa duca a 18 anni, l'INIZIO DEL SUO DUCATO è ORIENTATO SUL CONSOLIDAMENTO DEL SUO POTERE. intorno al 1550 si dedica a imprese architettoniche e monumentali. A fianco delle iniziative architettoniche va detta anche la riforma amministrativa per quanto riguarda il territorio. Fa opere di bonifica, strade nuove, dighe ecc… ovvero un sistema che deve permettere uno sviluppo economico, viene riformata anche una vecchia magistratura. Si istituisce l'accademia del disegno, la prima accademia al mondo sul disegno. nel 1551 la norma emanata consente ai proprietari privati di accaparrarsi terreni contribuendo alla trasformazione della città in modo più ordinato e monumentale. Sono i grandi artisti come ad esempio ammannati ecc… che devono rispondere alle richieste del duca, si agisce sui luoghi simbolici che hanno caratterizzato la città non demolendo ma dandogli una nuova visione. come palazzo pitti di cui se ne occuperà ammannati. AMMANNATI Ammannati torna a Firenze nel 1555 con numerose esperienze passate, e PALAZZO PITTI (costruito nella metà del 400), è un palazzo che non rispecchia il linguaggio brunelleschiano, un palazzo fiorentino ma di linguaggio romano. Ha una dimensione volumetria limitata, quindi ammannati studia un cortile in cui far affacciare certi volumi, che deve riconnettere tutti gli spazi e dare ariosità con un linguaggio unico, sceglie la commissione tra il bugnato e il telaio. Ammannati mescola i due linguaggi, avvolge il telaio con il bugnato, costruito con la pietra che viene dal giardino di Boboli, in alto il bugnato si alterna ai blocchi lisci come se ci fossero nei piani superiori delle fasce che nascondono l'ordine architettonico. Un'altra iniziativa di Cosimo e di ammannati è una riqualificazione degli spazi pubblici, piazza san felice, piazza santa trinità. Occupare con un monumento la piazza significa esautorare l'uomo. La progettazione del ponte santa trinità, dopo l'alluvione del 1565, si ricostruisce il ponte con forme completamente nuove, campate sottili che comunque devono garantire stabilità. Viene mascherato con una cartella di marmo che garantisce la stabilità ma consente di mantenere una firma elegante. GIORGIO VASARI Sarà il braccio destro di Cosimo. SI OCCUPA DI GRANDI CANTIERI FUNZIONARI ALLA VITA DELLO STATO COME GLI UFFIZI, L'ADEGUAMENTO DI PALAZZO VECCHIO e la costruzione del corridoio vasariano. GLI UFFIZI sono uffici, la soluzione è la riqualificazione di una strada come una sorta di piazza su cui si affaccia il palazzo. La pianta è costituita da tante cellule funzionali, costituita da uffici, sala riunioni ecc.. tutte comunicanti in modo che il principe potesse passare da una stanza all'altra. Ripete un modulo componendo tutte queste cellule. Sulla facciata il modulo è costituito da pilastri scavati da nicchie, e verranno inserite statue allegoriche, una forte trabeazione che si appoggia su una coppia di colonne e un piano attico inquadrato da volute. Finestre a edicola con l'alternanza di timpani curvi. Il linguaggio architettonico che Vasari usa è sia brunelleschiano che romano mentre il plasticismo che 14 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico caratterizza l'edificio è più di Michelangelo conclude il percorso con una serliana che si affaccia sull'Arno. Da una parte si vede palazzo vecchio e dall'altra le montagne. 04/03/2024 Dopo il sacco di Roma restano protagonisti ANTONIO DA SAN GALLO IL GIOVANE E BUONARROTI. Uno prosegue ricerche del tutto personali e l’altro si interfaccia con i progetti. Due personalità diverse in tutto. ANTONIO DA SANGALLO Nato nel 1484 e morto nel 1546, fece parte di un gruppo di professionisti. Vive in una famiglia ben radicata tra Firenze e Roma. Ha un rapporto molto stretto con Lorenzo il magnifico. È stato cresciuto in una famiglia di architetti, quindi la sua formazione risultò molto completa. PALAZZO BALDASSINI Caratteristiche facilmente riconoscibili. Facciata bugnata, sono presenti dei marcapiano linee orizzontali che tessono la facciata e uniscono gli spigoli, le finestre sono tutte disposte su assi verticali a distanza regolare su una griglia geometrica che regola tutta la facciata. Le finestre in basso sono inginocchiate e hanno delle accortezze in più. Il portale è in aggetto a chi entra con uno schema a ordine concatenato, un ordine su colonne di un sistema codificato da Alberti. La facciata è in mattone a vista. Le colonne della facciata sono realizzate in travertino bianco, colore e tessitura si distinguono dagli oggetti lineari. Questo schema del palazzo diede un grande successo fino al 900’, e fu molto apprezzato. PALAZZO LE ROY Intorno al 1523 fece un altro palazzo, palazzo le Roy. Da una parte c’era un ordine di colonne e all’ultimo piano un piccolo scarto sulla facciata, decorazione in pietra chiara. Al piano terra edificio completamente isolato, con un basamento di pietra bugnata in ordine rustico. Colori e tessiture diverse per interpretare il diverso rapporto con il terreno e il territorio circostante. Di lato ha una forma a C per inquadrare in modo diverso il paesaggio. 15 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico CHIESA DI SAN GIOVANNI DEI FIORENTINI 1517 Antonio fa degli esperimenti sulla pianta centrale come per la chiesa di San Giovanni dei fiorentini (titolo della chiesa richiama il nome di battesimo). Impostazione a pianta centrale, la facciata ha una conformazione piatta. I muri sono radiali e semicolonne sull’esterno. Interno circondata da colonne e piccole nicchie, questo si capisce dal disegno. L’alzato è da considerare in questo modulo a tre piani con un angolo inserito in una coppia di colonne e due costoloni che fungono da lacunari. Il progetto viene finalizzato in alcuni trattati, dove si vede la ripetitività del modulo. La facciata ha un migliore collegamento attraverso una nicchia che serve a nascondere il volume cilindrico della chiesa e quella del parallelepipedo. Il risultato in alzato è un po’ ripetitivo per l’alto numero di elementi e ripetuti circolarmente. Ci sono dei costoloni come per la chiesa di Santa Maria del Fiore a Firenze, ci sono dei pinnacoli che servono per ridurre il peso insieme a delle volute che funzionano da archi rampanti per svuotate il peso nei pressi del tamburo che prendono le forze oblique e le portano sui muri. SANTA MARIA IN MONSERRATO 1518 Ha un’aula unica, sono presenti delle cappelle laterali con un sistema che fu inventato da Alberti e perfezionato da Bramante. Le decorazioni aumentano la ricchezza e la semplicità dello spazio. Qui prevale il linguaggio lineare su tutte le altre componenti dell’architettura. SAN PIETRO IN VATICANO La prima fase di San Pietro è la pianta di Bramante dei primi del 500, è una pianta a croce greca (ovvero con tutti e quattro i lati uguali). Con quattro pilastri che sorreggevano la cupola e quattro cappelle secondarie. Raffaello propone una pianta diversa. Subentra poi alla morte di Raffaello, Antonio da Sangallo (1520- 36), affiancato da Baldassare Peruzzi che propone un mausoleo, una struttura incredibile abbandonando anche lui la pianta centrale bramantesca e per salvaguardare il futuro del suo progetto aveva prodotto i disegni e dal 1556 in poi aveva prodotto un plastico ligneo di proporzioni grandiose, con due altissime torri campanarie, abbiamo la cupola principale con un tamburo molto massiccio fatto di pilastri e colonne e con la lanterna a chiudere. I lavori di San Pietro vengono interrotti a causa del sacco di Roma (1527) e riprenderanno poi molto Da San Gallo cambia ancora nel suo progetto la pianta dell'edificio. Mantiene un corpo centrale con la cupola al centro dell'edificio, ma stacca completamente tutta la parte della facciata dalla croce greca principale, collegata ad essa solo da una debole struttura, risultando praticamente indipendente dal corpo di fabbrica. Esternamente l'alzato era ritmato da continue successioni 16 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico di logge, edicole e semicolonne, tenute insieme solo dalle cornici orizzontali. È uno schema molto complesso e viene ripetuto nella zona del portico che doveva essere affiancato da due torri. Risultato un progetto molto ambizioso per la moltitudine degli elementi architettonici. A Michelangelo non piacque questo progetto. La cupola risente di sperimentazione delle idee di bramante, un enorme lanterna con peristasi circolare. Cupola percorsa da costoloni, con pareti radiali nascoste su due livelli da una loggia/portico. Le torri risultano alte quanto la cupola. Antonio predilige un ordine gigante con una gerarchia interna con una semplificazione. Voleva realizzare delle scalinate che avrebbero realizzato più di 3 m i piloni realizzati da Bramante, questo avrebbe portato molti problemi strutturali. Anche di questo progetto non viene realizzato nulla, abbiamo però il modello che è gigantesco infatti realizzarlo costò tantissimo. SANTO SPIRITO IN SASSIA 1538 Qui ci stavano i pellegrini destinati al vaticano, cappelle semicircolari, presbiterio profondo, spazi distinti da un’aula dedicata ai laici, oggi questo edificio è frutto di una plasmazione del tempo. PALAZZO FARNESE 1541 È il progetto migliore della famiglia di Sangallo, grande edificio per la famiglia del Papa Paolo III. Il palazzo si affaccia sul campo dei fiori una piazza molto ampia, simmetria perfetta e assoluta regolarità del fronte che ripete lo schema di palazzo Baldassini. Ci sono zone della facciata con mattoni non lavorati destinate a essere rivestite. Lo schema è sempre lo stesso. Il progetto prevede un grande cortile quadrato attraversato da un asse che conduce a un ingresso con portico a tre navate e un secondo portico destinato a prolungarsi verso il fiume. Grandi vani destinati alla decorazione e a rappresentare la funzione della famiglia. Soffitto è a cassettoni, pareti sorreggono il peso, sistema sicuro, viene completato da altri architetti, usando materiali pregiati. Alla morte di Antonio (muore a terni) viene portato a Roma e viene riconosciuto come il principale protagonista del suo tempo. MICHELANGELO A ROMA Rientrato a Roma si occupa di grandi cantieri papali. CAPPELLA SISTINA Realizza il grande affresco del giudizio, qui sono i copri a parlare. Il papa non perde occasione per far rientrare l’attività architettonica nel catalogo Michelangesco con un complesso, quello del CAMPIDOGLIO, sede degli uffici comunali del sindaco a Roma. 17 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico CAMPIDOGLIO 1539-47 È un’area non completamente modellata, ha dei vincoli visivi, snodo fra Roma moderna e Roma antica. Michelangelo sceglie una forma irregolare per la piazza del campidoglio. Si risolve qui un problema visivo, quello della riduzione dello spazio della piazza con una correzione prospettica, fa sembrare meno ingombrate la facciata stessa, la forma rettangolare si allarga verso il paesaggio e poi si stringe facendo sembrare il paesaggio molto più lontano. Il bordo della piazza è costituito da due facciate di edifici già esistenti, la scelta della pavimentazione della piazza, è voluta da Michelangelo per confondere una percezione reale della forma trapezoidale (come la piazza del duomo di Pienza), ha lo scopo di far percepire lo spazio regolare, per rendere la correzione visiva più facile. Quello che da più dinamismo alla facciata sono le scale parallele. Prevale un atteggiamento teatrale. Sul fianco gli edifici vengono riprogettati da Michelangelo senza vincoli volumetrici. Propone un corpo galleggiante su un portico e una facciata ordinata da un ordine gigante, le paraste sono appoggiate su podi, travata ritmica con autonomia. Sono presenti due paraste molto profonde, finestre a edicola con balcone che fa da filtro e una grossa trave molto profonda, ma liscia, sorretta da una coppia di colonne lisce ioniche. Il sistema si ripete ma si dilata al centro. Il timpano si appoggia su un architrave spezzato. Interruzione del ritmo un po’ scenografica, allude a un teatro. Il portico viene organizzato per cellule cubiche, ma qui inserisce degli elementi innovativi sulla deformazione dei capitelli ionici che si dispongono in modo diagonale con le volute non parallele tra loro e una deformazione del balaustro che sembra sciogliersi. PALAZZO DEI CONSERVATORI Presenta 8 paraste che si innalzano fino alla trabeazione principale, abbiamo quindi una suddivisione strutturale molto precisa, Michelangelo vuole risolvere la divisione dei piani intermedi, le colonne e le trabeazioni della loggia del piano terra formano un nuovo sistema subordinato al primo, Michelangelo risolve il problema combinando i due sistemi, ogni campata di questa loggia è una struttura a se con le sue colonne e la sua trabeazione che si inserisce all’interno dell’ordine gigante. C’è non solo una gerarchia linguistica ma anche una gerarchia strutturale. Si trova anche qui un gioco di profondità, questa profondità è data anche dai materiali, per le paraste, le colonne e la trabeazione si usa il travertino e per le altre parti si usa il laterizio quindi si aggiunge anche un gioco di colori. PALAZZO SENATORIO Tratta il piano terra come uno zoccolo bugnato, il bugnato di Michelangelo è molto più intenso di quello poi realizzato che è molto indebolito. Le paraste al piano superiore non hanno funzione strutturale ma solo linguistica. Il doppio scalone che porta al piano nobile parte dal piano terra e non taglia le paraste superiori, le lascia libere. I due piani uguali o quasi progettati da Michelangelo nella realizzazione definitiva vediamo che sono state costruite finestre molto più basse come un mezzanino sopra al piano nobile cosa che indebolisce l’effetto dell’ordine gigante. 18 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico PALAZZO NUOVO Posto sempre a 90° creando l’effetto Pienza, si crea una pianta trapezoidale con un disegno ovale della piazza costruita nel 1940 sull’idea di Michelangelo che crea una situazione illusionistica, l’ovale non esisteva ancora viene introdotta nell’architettura barocca. Piazza del campidoglio diventa un salotto cittadino che domina la città. PALAZZO FARNESE È uno dei palazzi più importante di Roma, oggi sede dell’ambasciata di Francia, è un blocco rettangolare libero su tutti i lati, con quattro facciate e un cortile. Non si adotta il bugnato fiorentino, non si adotta l’ordine gigante. Michelangelo interviene in maniera decisiva. I timpani alternati di ispirazione raffaellesca. La facciata di Sangallo dopo la sua morte nel 46 viene completata da Michelangelo il quale aggiunge il cornicione dopo la vincita di un concorso a cui aveva partecipato anche Vasari. L’effetto che il cornicione fa sull’edificio con questa sporgenza e l’ombra che crea e produce sull’edificio un aspetto visivo molto importante. Il vestibolo tripartito è opera di Sangallo e non di Michelangelo. Completa la conformazione del cortile proseguendo in modo logico il progetto di Antonio, seguendo gli ordini dorico, ionico e corinzio. PONTE DI SANTA TRINITÀ La famiglia aveva commissionato a Michelangelo di collegare il palazzo con la villa dei Chigi con un ponte, mai stato realizzato. Bombardato poi nel 1934con la ritirata dei tedeschi. Fu ricostruito negli anni 50 seguendo il progetto di Michelangelo. SAN PIETRO Paolo III nel 1546 affida a Michelangelo il progetto di San Pietro. Michelangelo fa un gesto di annullamento totale del progetto di Antonio da Sangallo facendo diventare questa opera la missione della sua vita, con un grande prestigio morale superiore a qualsiasi tipo di compenso. Torna alla pianta bramantesca ma semplificandola, porta avanti il progetto con una grande forza e determinazione tanto che alla sua morte nel 1564 si poteva già dire conclusa la vicenda di San Pietro poiché era in gran parte stata realizzata, non aveva però lasciato alcun modello o disegno compositivo vincolante da seguire. Realizza due progetti e un modello molto meno costoso e dalle dimensioni minori rispetto a 19 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico quello di San Gallo. Critica il progetto di San Gallo a causa della pochissima luce che entrava nella struttura. Il suo progetto è a pianta centrica. Una croce greca che si iscrive in un quadrato, con I bracci voltati a botte e terminanti in absidi. Non considerai i due ambulatori, ispessisce la sezione dell'abside, mantiene in bella vista i quattro pilastri di bramante e risolve la facciata disponendo delle colonne. Scompaiono le due torri campanarie e demolisce internamente le poche parti realizzate da San Gallo. Viene scartato il sistema di cupole minori, campanili e rinuncia alle moltitudini di piccole cappelle che erano caratteristiche dei progetti precedenti. L'esterno è suddiviso in due spazi, il primo presenta delle Lesene giganti corinzie che coprono due livelli. Tra le lesene prendono spazio elementi cechi e aperture all'antica, utilizzo di forma classiche. La parte dell'attico presente dei piedritti con aperture rastremate. Il registro inferiore mantiene una continuità. La prima idea di Michelangelo per l'attico era molto diversa. Avvia i lavori in punti singoli anche distanti tra loro per far si che la sua opera venga realizzata. Michelangelo progetta la cupola ispirandosi alla struttura a doppia calotta della cupola di Brunelleschi, anche se lo sviluppo è totalmente differente. Il tamburo è molto più grande di quello della cupola di Santa Maria del Fiore. Alla morte di Michelangelo la costruzione della cupola era arrivata solo al piano del tamburo che presenta delle semicolonne binate alternate a delle aperture Dopo la sua morte Della porta modificò il progetto della cupola, rendendo la calotta esterna più ripida e a sesto leggermente acuto. La struttura è realizzata principalmente in travertino e ferro. Michelangelo semplifica il sistema strutturale rispetto a Bramante, rafforza i muri esterni e i quattro pilastri che non sono più circondati da queste quattro cappelle secondarie un po’ confuse ma rappresentano un’unità con il disegno generale, molto più grande. Michelangelo arriva a una corrispondenza tra esterno e interno della chiesa molto importante, a San Pietro non abbiamo la facciata principale che racchiude tutto il resto ma la vera facciata della chiesa sono tutti e quattro i lati della chiesa. Nonostante la dimensione della chiesa riesce a tenere sotto controllo la scala della chiesa con una corrispondenza anche in struttura della cupola e delle pareti esterne che danno una plasticità e continuità veramente interessante. La pianta di Michelangelo viene allungata perché alla morte di Michelangelo lo succede Carlo Maderno, Maderno allunga la chiesa e la trasforma in una chiesa a croce latina e segue però il progetto della facciata di Michelangelo. Poco prima della sua morte Michelangelo realizza un modello ligneo della cupola emisferica che è conservato a San Pietro ai musei vaticani. La cupola fu poi eretta da Giacomo della Porta trasformando la cupola emisferica in una cupola leggermente a sesto acuto donando bellezza alla cupola. 20 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico CAPPELLA SFORZA SANTA MARIA MAGGIORE Ha una campata quadrata coperta da una volta a vela che si dilata con due lesene, con profilo curvo ribassato e si riduce con una scarsella. Le due calotte risultano autonome, staccate dagli archi che sorreggono la campata centrale. C’è una rotazione del dado di 45 gradi e si porta dietro il capitello, cosi la colonna non sta più come un elemento di copertura ma sembra che si proietti dentro allo spazio. PORTA PIA 1562 Porta della città che si affaccia in uno dei percorsi più visitati. Ci sono i merli che hanno una funzione militare, per difendersi e colpire gli avversari, ci sono degli occhi (decori curvi) sembrano sciogliersi, ci sono delle volute che spezzano il doppio timpano però ricollegato da un pezzo curvo. L’architrave appare come una piattabanda fatta con conci, ma quell’apertura non è proprio un arco, esse viene citato nella parte superiore. Ci sono delle distinzioni di profondità, come se ci fosse una maggiore profondità di quella che è realmente. Separato i più piani ma in realtà è schiacciato in una poca decina di centimetri. RIFORMA E CONTRORIFORMA Nel corso della seconda metà del 500 Lutero con le sue tesi sconvolge Leone X, perché erano rivolte verso di lui, così si scatenò una rivoluzione. Il Papa risponde alle critiche in modo costruttivo. Il concilio di Trento che dura 18 anni, dove si prendono una serie di decisioni che avranno un peso enorme sulla cultura della chiesa e del popolo. La chiesa cattolica continua a proporre il clero come il tramite tra Dio e il popolo. Per rendere evidente questo rapporto le chiese vengono tutte riformate cercando di eliminare cosa è barriera fisica tra il clero e il popolo. Dividendo questi spazi con una separazione fisica e visiva che impediva l’osservazione diretta della liturgia cristiana. Netta divisione tra clero e popolo. Se la riforma protestante insiste alla parità tra clero e popolo nella controriforma si insiste nella centralità dell’azione liturgica del clero. Per aumentare il coinvolgimento nella reale presenza di cristo nella eucarestia si concepisce l’altare come una macchina teatrale liturgica, per attirare l’attenzione in quel punto. Un altro punto critico è la gerarchia del Papa a Roma -> aumento della loro valenza, eventi pensati per attirare persone, ovvero il giubileo. La riforma stimola una controffensiva. Il primo che sarà coinvolto in questa nuova fase fu VIGNOLA, che prima della controriforma era impegnato nella soluzione di un problema, dello spazio di una chiesa. Vignola propone l’ellisse, una linea curva avvolgente e centrale, ha un diametro maggiore che da una direzionalità. Questa conformazione viene proposta da Vignola per la chiesa di San Giovanni dei fiorentini. La cupola spinge su elementi radiali, costoloni che fluiscono nei contrafforti. La cupola assomiglia a quella del Pantheon, a cassettoni. 21 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico VIGNOLA VILLA GIULIA Per il papa Vignola elabora una grande villa, villa giulia, si combinano forme curve e forme spezzate, soprattutto nella palazzina, molto simmetrico, l’interno subisce delle variazioni. Dall’esterno nulla fa presagire la grande esedra interne, una sorpresa come quella che si ha quando si entra nel Pantheon, grande cella cilindrica, si allude a una certa organizzazione e all’interno c’è altro. Terrazzino sorretto da erme (sculture). Dall’esterno sembra un edificio articolato. PALAZZO/VILLA CAPRAROLA 1559 Vignola seguace della famiglia farnese, palazzo/villa di Caprarola. Edificio che nasce con Antonio da sangallo il giovane, con rapporti di tipo aureo, pensata come una fortezza. Ricava volumi di una certa regolarità senza inspessire la struttura, utilizza vuoti e scarti. È riuscito ad inserire una soluzione di una cupola ovale appoggiata su pennacchi, oppure la scala a chiocciola che attraversa tutto il palazzo e finisce con una cupola. La facciata riprende l’idea sangallesca di un ordine e prevedibilità degli elementi combinata con la necessita di mischiarsi con l’intorno tipica michelangelesca. Il cortile circolare presenta la travata ritmica con pilastroni di ordine rustico, si intravede la logica della serliana. Alle colonne corrispondono dei dadi con la trabeazione del ritmo con la superficie curva e si frastaglia con la solita balaustra. Caprarola impegna Vignola per tutto il resto della sua vita, dopo aver disegnato le sue piante ovali le applica anche negli edifici religiosi. Al vano rettangolare si sovrappone una cupola ellittica su pennacchi triangolari. SANT’ANNA PALAFRENIERI 1565 È presente l’ellisse viene mascherata da un muro poligonale. Nasconde le vere proporzioni dell’oggetto. Anche il ritmo forte delle colonne libere sullo spazio interno. Per lui questo è come un esercizio di stile, l’ellisse era concepito come un cerchio dilatato. 22 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico CHIESA DEL GESÙ Qui inventa un tipo di grande successo, commissionata dai gesuiti che sono un ordine di intellettuali che vive in modo coerente con le proprie scelte, chiedono a Vignola di creare degli spazi coinvolgenti. Elementi basici dello spazio, luce direzionalità e proporzione. La chiesa deve essere vasta e accogliente per accogliere le persone. Durante la celebrazione della liturgia crea un luogo dove si veda chi agisce. Pensa due spazi distinti uno dove accoglie il visitatore e condurlo verso il percorso che dovrà fare verso l’altare, e un altro verticale che congiunge alla cupola questo spazio più luminoso, di riposo. Spazi distinti per orientamento, proporzione e luminosità. Primo vano coperto a botte e cappelle laterali. Si ispira al sant’Andrea a Mantova nella sua versione originale. Per il concatenamento delle cappelle laterali dove Vignola le immagina come delle cappelle laterali, sono collegate da porte che consento di usarle come una navata laterale. Concepisce anche una facciata, non realizzata, una parte che si dovesse staccare leggermente e si doveva protende verso la piazza di Gesù. 5/03/2024 I TRATTATI De re adificatoria di Alberti, non ha avuto la diffusione che ci aspettassimo, si limita solo alla lettura per le persone che sono in grado di capire il trattato, perché era scritto in latino ed era una lingua per pochi, non per tutti. Il trattato illustra casi di architetture esistenti. All’inizio 500 il latino era una letteratura limitata. Destinata a pochi. Andando avanti nel 500 cominciano a venire più trattati con carattere normativo, facili da seguire, aperti a tutti. TRATTATO DI SEBASTIANO SERLIO È un bolognese con formazione da pittore, durante la sua attività di architetto ha intenzione di scrivere un trattato, e comincia a raccogliere idee che poi affida al suo assistente. Si impadronisce di disegni di Peruzzi e comincia a lavorare dopo la sua morte per un’opera più organica, divisa in libri. Il primo esce nel 1537, il terzo nel 1540 dedicato a Francesco I, re di Francia, che colpito dalle sue idee e dalla facilità in cui sono proposte le innovazioni, lo invita ad andare alla corte. Sotto Francesco I vengono pubblicati altri volumi in una doppia versione, sia in italiano che in francese. Dopo il 1551 Serlio ha difficoltà economiche per il disinteresse dei suoi libri e gli altri libri successivi 6°,7°,8° uscirono a fine 500. I libri sono frammentati perché divide il sapere architettonico in più libri, comincia a percepire l’architettura in competenze separate, diverse, tra decorazione e distribuzione degli spazi. La fortuna di questa opera è dimostrata da un’edizione compatta con un formato più piccolo, più economico e migliore quindi con la maggiore possibilità di diffondersi. Negli anni 60 c’è un aumento della pubblicazione dei trattati. IL PRIMO E IL SECONDO VOLUME Questi due libri si occupano di geometria, vengono pubblicati in italiano e francese, per Francesco I, parla esclusivamente di prospettiva e tratta dei principi proporzionali interni all’architettura. Parla come pittore che deve realizzare l’architettura e no come architetto. Con Serlio si afferma il valore espressivo dell’architettura, ricchezza decorativa aumento plastico chiaroscurale della parete, una reazione psicologica diversa. L’architettura comunica. 23 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico LIBRO TERZO Nel 1540 fu pubblicato il terzo volume, si propone un rapporto fecondo con l’architettura antica. Si sommano informazioni delle architetture antiche e moderne, che anche Raffaello cercò di coniugare, come per esempio Raffaello nella scuola di Atene descrive in modo illusionistico i personaggi mettendo quelli dei suoi contemporanei invece di quelli di quell’epoca. Sono in parallelo le architetture antiche con quelle moderne. Si propongono i progetti dei direttori della fabbrica prima del trattato e li inserisce in una raccolta di esempi che provengono dal rilievo e dalla conoscenza tecnologica o di progetti in mano agli architetti. Analizza anche il Pantheon, ne coglie qui in questo disegno i punti di passaggio, il ritmo e la configurazione geometrica generale. Troviamo anche la villa di poggio regale di Napoli. LIBRO 4 (5 ordini) In questo libro si parla del canone dei 5 ordini, si propone una cristallizzazione univoca dei 5 ordini storici dell’architettura, tuscanico, ionico, corinzio, composito, dorico. Si danno delle definizioni terminologiche. Parla di una proporzione delle parti come l’entasi (rigonfiamento del fusto a circa un terzo). Dice come costruirli e raffigurarli su un piano geometrico. Per la descrizione di questi 5 ordini adotta delle formule molte diffuse, dice come funziona una colonna con le sue nervature. Si stabiliscono delle proporzioni rigide. Nel libro, nell’immagini inserite, sotto il nome dell’ordine compare un numero, che sarebbe il numero di parti che corrisponde all’altezza del fusto (modulo unità di misura scelto per tutti gli ordini, diametro della colonna preso al fusto). Se dovessimo confrontare questo schema con la realtà storica fino a Serlio troviamo un’infinita varietà di proporzioni, come per esempio il Pantheon a Roma. Viene fatta una semplificazione e irrigidimento della regolarità, che non hanno una motivazione rigida ma solo per un fattore di semplicità. Serlio propone anche delle altre combinazioni, la famosa serliana, un’apertura esistente nel IV d.c, apertura centinata affiancata da due aperture trabeate. Il quarto libro costruisce delle regole da cui Serlio afferma che ci si può anche allontanare dall’architettura perché l’architetto deve essere libero di fare le sue scelte. C’è l’arbitrio che le combinazioni esistenti propongono e di inventare cose nuove, possibilità di combinazione, da qui dà il via all’era moderna, di combinare antico e moderno, un’opera libera. QUINTO LIBRO Un quinto libro proposto nel 1547, si trova ancora in una fase di successo ed è dedicato alle chiese, troviamo una sperimentazione lontana da quella che conosciamo negli anni di Vignola, in rapporto con la pianta centrale e longitudinale. Le nicchie sono anticipate da coppie di colonne, troviamo ancora la pianta ellittica. Serlio prima ancora di Sangallo e Vignola si esibisce tra forme poligonali e circolari, rapporto difficile se pensiamo a come la cupola deve essere sorretta. Di questi progetti non ci sono disegni molto esplicativi. Troviamo molto spesso in questo libro piante prospetti e sezioni. ULTIMI LIBRI PUBBLICATI Gli ultimi libri pubblicati parlano dei portali. L’unico elemento decisivamente decorativo è il portale che ha un valore antropologico essenziale che certifica l’ingresso all’edificio. Propone un tono dell’edificio, sul portante ci si sofferma per l’impegno decorativo. In questo libro non inventa niente di nuovo ma parla di una cosa facile da interpretare facile della facciata che con poco viene integrata. SESTO LIBRO Parla della casa privata, compresa anche la casa di ceti inferiori. La casa a schiera, casa per appartamenti che avevano bisogno di una codifica ma che esistevano anche nei secoli precedenti ma consolidato nella prassi. 24 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico SETTIMO LIBRO Nel settimo libro parla di città fortificate, si occupa più di urbanistica che di architettura. Tutti gli stati devono affrontare il tema della forma della città, l’organizzazione interna e le potenzialità dei terreni per l’architettura, visto che ne influisce. Si limita a delle considerazioni utopistiche. Nella città ideale si collocavano anche palazzi e chiese, costruita e pronta per essere abitata, non tiene conto dei forti dinamismi della città che è il risultato di un complesso stato di forze. Non si può immaginare una città isolata. Uniche utopie che possiamo pensare come città autonome e auto referenziati sono le navi da crociera. Tutto è perfetto e calcolato. Utopie quella di pensare la città compiute nella formo e azione che svolgono al suo interno. VOLUMI 6,7,8 Quindi lui negli ultimi libri si occupa dell’edilizia civile, fa delle considerazioni proponendo all’architetto di fare attenzione alla varietà del paesaggio. Siccome a questo punto si trova in Francia, gli edifici sono attenti alle parti perché rischiano in alcuni punti di essere ripetitivi. In questo libro Serlio riserva una critica, si deve stare attenti alla ripetitività dei dettagli e alla simmetria. Proposta di libertà della sovrapposizione del modulo tipici del linguaggio gotico ma sempre attenti al pittoresco. PIETRO CATTANEO TRATTATO PUBBLICA 4 PRIMI LIBRI DI ARCHITETTETURA, lui si occupa di città di architettura con una concezione umanistica che riporta la forma della città come un corpo dove gli elementi collaborano tra di loro, pensati in una base di un’unità corporea. Cattaneo tenta un dialogo tra la forma militare delle mura, con bastione terrapieni e allontanare il nemico, con un’ordinata organizzazione interna della città, con piazze ampie e regolari. (PRIMO LIBRO) TERZO LIBRO Parla delle forme delle chiese e preferisce quelle a pianta longitudinale che a croce latina, con transetto tangente all’aula. Il rapporto geometrico è in proporzione al corpo, come un’idea teologica della chiesa al corpo di cristo, pensato come perfetto. Immagina il corpo di cristo sulla pianta della chiesa. Cattaneo è più vicino all’idea dove la chiesa è il luogo dove compiere un pellegrinaggio, dove spostarsi, quindi spazio longitudinale. Fa dei grossi impianti che hanno a che fare con le esperienze medievali. Questo trattato viene ripubblicato dopo il concilio di Trento con un quinto volume non previsto che parla di ordine architettonici con le proporzioni interne e collegate sempre al corpo umano. Unità di misura del corpo umano (piede). La divisone in libri favorisce una divisione delle competenze. Nel corso della pubblicazione avviene un grande evento culturale che sconvolge il mondo artistico, il concilio d Trento che detta delle regole artistiche ma non da nessune indicazioni sull’architettura. Il primo che dà delle regole molto chiare è Vignola. Nel 1563 (stesso anno in cui si conclude il concilio di Trento), con la regola dei 5 ordini dell’architettura, estrae uno degli argomenti degli trattati proponendolo in modo esemplare con delle semplificazioni numeriche. L’operazione che fa Vignola è quella che fa Policleto, aveva stabilito delle proporzioni per quanto riguarda il corpo della struttura arrivando a dire che il corpo era circa 8 teste, Vignola invece cerca dei rapporti proporzionali interni e fa una statistica, compie una media tra le parti di edifici che sono più omogenei e detta una regola, questo è quello che fa Vignola. Queste regole che mette sono quelle di individuare un modulo (unità di misura interna dell’architettura), questo modulo è sempre lo stesso. Lui stabilisce delle proporzioni esterne, la colonna vale 1, e nel rapporto tra le membrature, la colonna è l’unità di misura, l’altezza della trabeazione è un quarto della colonna. Il problema consiste nel commisurare le diverse parti dove l’unità di misura è il raggio. Altre considerazioni che lui fa è sull’altezza 25 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico della colonna, essa cambia a seconda a seconda dell’ordine, più slanciata nell’ordine composita e più tozza nell’orine dorico. Questo è dato dal rapporto tra l’altezza e il raggio. Di conseguenza con dei calcoli e proporzioni si ottengono altri numeri che rendono più facile il dimensionato dell’intero ordine, sempre basati sul raggio. Vignola si occupava del linguaggio. Nell’introduzione del proemio, (raccolta di biografie). Vasari ha altri obbiettivi e nel proemio inserisce delle considerazioni tra rapporti e come si deve costruire in modo decoroso. Sviluppa per necessità una distinzione dall’artigianato dalla pratica. Vasari dice stile gotico, dai goti. Nell’architettura gotica il problema è una regola senza una regola. Non adottare la regola come ordine architettonico, gli ordini sono cosa nuova e antica allo stello tempo con cui si devono progettare e configurare a livello spaziale, in cui la bellezza e unità devono essere prese in considerazione in modo contemporaneo. Unità e bellezza si uniscono attraverso le proporzioni. Si sofferma sulla qualità dei materiali, di cui vasari è un esperto gestore. Gestisce un cantiere bene e in breve tempo, ha un coretto uso della concezione del materiale. Ben dosati per ottenere degli effetti visivi scenografici a basso costo. SPINI 68/69, scrive tre libri, distingue la fabbrica dall’ornamento e propone i greci che pochi conoscono ancora, perché è lontana. Quindi greci principali protagonisti dell’architettura. Essi hanno di utile la millenesi della natura, la copia delle forme naturali. Simulazione di un fusto come una forma vegetale, c’è una logica interna della natura che sta attenta alle sollecitazioni e alla logica delle forme naturali, ai principi matematici che all’interno garantiscono la stabilità. Chi davvero ha imposto delle regole è CARLO BORROMEO con le sue istruzioni sull’edilizia. Libro uscito nel 1557 dopo le viste apostoliche, testo in latino destinato alla committenza. Ha ricevuta solo una traduzione in tempi recenti, è stato usufruito solo da chi l’architettura la pensata prima di progettarla. A questi due libri, si dividono la materia, e altro libro sugli aspetti decorativi e di arredo. Testi funzionali per il controllore di architetture che già esistono o per il committente per architetture che devono essere costruite. CARLO BORROMEO pubblica LE ISTRUZIONI SULL’EDILIZIA E SUPPELLETILE ECLESIASTICA, in sintesi dicono che l’edificio deve essere isolato, la chiesa deve avere uno spazio di pertinenza. Chiesa isolata dalla città, isolamento produce monumentalità e in termini religiosi sollennità. Fa delle considerazioni su piano direzionali, le chiese devono essere costruite in base al numero dei fedeli che vanno ad assistere il rito. Numero di fedeli che frequentano quella chiesa lì. Isolamento viene raggiunto anche con l’inalzamento dell’edificio o realizzare un basamento che lo stacchi visivamente dal suolo, questo perché ce lo dice l’architettura greca antica, dove i templi sono sempre staccati dal suolo, per un fattore di umidità del terreno, che poi degenera le pareti e i suoi affreschi o dipinti perché possono essere danneggiati dall’umidità. Questo lo facevano anche gli etruschi perché costruivano con materiali fragili. Sul piano della forma è necessariamente a croce Latina, impianto longitudinale andamento perso per pellegrinaggio, impone un comportamento spirituale; preceduto da una facciata, ingresso monumentale con portico che fa da filtro tra interno e esterno, tra laico e clero. Entrando si deve avere chiaro cosa fare, dosaggio della luce che si concentra sul presbiterio, quindi sul fulcro liturgico. La luce si concentra dove ci sono tutti gli arredi (cattedra, altare e pergamo nell’abside) con un traguardo visivo -> idea di Vignola. Un’altra idea è la chiesa che deve essere vista con il principio architettonico, principi tettonici e aspetti strutturali, e poi in termini decorativi (cioè no esuberanza decorativa). Mette in chiaro ciò Pellegrino Tibaldi coetaneo degli architetti dell’ultima generazione, novità della controriforma, autore di edifici che contengono le idee di Borromeo, come il Collegio Borromeo 1563 a Pavia. 26 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico COLLEGIO DI BORROMEO A PAVIA 1563 (TIBALDI) Edificio destinato ad alunni poveri, complesso periferico alla città con parco vicino al fiume, all’interno un cortile intorno al quale si sviluppano gli ambienti. Piano ordinato ma nella pianta vediamo delle variazioni, le facciate sono diverse. Nell’organizzazione interna ritma lo spazio con forme già conosciute, serliana ripetuta e concatenata. Troviamo una scala elicoidale. Il tono è monumentale. La facciata sulla città articolata dalla ripetizione delle finestre che danno ordine e di bugne regolari e lo sporgere degli angoli, c’è un contenimento della facciata. Il portale come in villa giulia (di poche anni prima) prevede due colonne fasciate da conci che sono lisci. L’interno molto luminoso per uso di colori chiari molto economici. Il corpo domina il giardino, variazione dovuta all’aggetto dei due elementi angolari. Nell’architettura ecclesiastica Tibaldi segue le idee di Borromeo e Vignola nella chiesa dei gesuiti. LA CHIESA DI SAN FEDELE 1569 (TIBALDI) Segue uno schema più semplice rispetto a quello di Vignola. Campate su colonne libere e un presbiterio profondo da cui si accede da dei corridoi. Formula riduttiva di quella di Vignola che aveva concatenato le cappelle laterali, non cii sono qui ma ci sono nicchie collegate da corridoi. L’architettura qui parla prima ancora della pittura e della scultura. Ambiente razionale. Le colonne segnano l’angolo, e un’articolazione architettonica sobria. Facciata molto leggibile in una griglia di elementi ortogonali. Trabeazione con un enorme timpano, semplice formula a capanna. L’elemento decorativo più importante è il portale. Si ripete il sistema nelle pareti laterali. Interno predominato da due grandi campate che portano verso il presbiterio dove ci sta una luce più forte e più intensa. CHIESA DI SAN PAOLO CONVERSO Ha un ritmo simile a san fedele, facciata a capanna meno sobria ma comunque sobria, destinata a altri usi non religiosi ma più culturali. Ospita anche uno studio di architettura in una delle sue parti ma si discosta un po’ dalle parti dell’edificio. Ci sono spazi espositivi per istallazioni di mostre. 27 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico GENOVA Come funziona Genova nel tardo medioevo? Funzionava in tre città, in una città di pietra, una città di legno in cui faceva parte il porto che era ricoperto da navi etc, ed è qui che si concentrano gli spazi pubblici, la riva, l’affaccio sul mare, qui che avviene la vita economica e sociale della città, infine da una città di verde, all’esterno delle mura c’erano quartieri destinati alla vita più libera, all’area aperta, una vita limitata a chi se lo può permettere, denominate da ville e giardini, ha un paesaggio predominato da strade strette, sentieri di mare che portano dritti verso il mare/ il cielo. La città al suo interno è denominata da una struttura sociale molto rigida, ci sono poco famiglie di patrizi che vivono a stretto ridosso del palazzo nobiliare, sono famiglie di origine feudale. Hanno in città un ruolo economico e di indirizzo politico. Rapporti di convenienza reciproca. È molto frequente la separazione degli alberghi, che spesso sono fortificati dalla presenza di torri. La città appare nel tardo medioevo come da cellule autonome. Costituita da una chiesa, una piazzetta. L’albergo denominato da un patrizio e vive una popolazione molto coesa, corrisponde ad una porzione della flotta. Tutte le strade vanno dritte verso il mare perché dall’albergo ci si spostava verso il porto per ragione economiche. Quindi la vita era basata sul porto e l’interno della città. Una città cosi costipata obbligava a costruire in verticale. Città superba perché dimostra con le sue architetture la sua superiorità. Una città che si eleva in altezza e comunica con il posto. Un dipinto del 500 copia questa dimensione verticale e la costipazione della città in verticale, con la sua espansione sull’acqua. Città tripartita. Una città che sembra immodificabile. L’evoluzione produce cambiamento, è il porto più vicino a città di snodo come quella di Milano. Si forma la consapevolezza di un’appartenenza a un'altra direzione. SNODO STORICO: ACCORDO ANDREA DORIA, accordo con la flotta militare. Stabilisce un rapporto privato con l’imperatore e un accordo che si chiama L’ASIENTO, fornisce la flotta e le sue capacità all’imperatore che gli concede delle prerogative pubbliche, lo trasforma in un detentore di poteri. Questo rapporto privilegiato con Carlo V porta ad un accordo che stabilisce una nuova alleanza con la Spagna, a livello strategico produce una rottura con la Francia, la super potenza più vicina a Genova. Spagna e Francia erano nemici. Subito dopo la convezione di Madrid si chiede la distruzione dei simboli dell’alleanza precedente, come il castello. Demolito il castello viene istituita la magistratura delle mura, di cui ci si occupava il porto dove ci stavano anche le fortificazioni della città, che per i genovesi era solo una infrastruttura. L’unica cosa veramente importante per i genovesi era il porto, tutto il resto veniva dopo. Dopo questa modifica istituzionale del 36 si comincia a costruire delle nuove mura per necessità difensive dovute al cambiamento di armi. Allontanare la città dal territorio. Non si esce più e si arriva alla campagna ma si deve passare in un percorso un po’ tortuoso. Queste mura vengono costruite anche verso il mare difendendo la citta dal mare. Il mare viene percepito adesso come un nemico e non più come un amico come prima. Le mura adesso sanciscono una separazione della sua città. Ora si guarda la terra in due scale diverse, a livello urbanistico. Ci si difende dalla città uscendone, sempre stata piena di epidemie. Stare in città era pericoloso per trasmissione della malattia. Il territorio è completamente conquistato da Genova che procura l’interramento dei porti concorrenti. Viene impedita di svolgere la propria attività commerciale, diventando Genova l’unica che compie questa attività commerciale. Una città sempre più isolata e poco connessa al mare, al proprio territorio e alla sua complessità di risorse. Cambia la visione che i genovesi hanno su loro stessi e sulla città e su quello che se ne vuole fare. Si costruisce per Andrea Doria un palazzo, VILLA DI DORIA A FASSOLO che rovescia la visione della città. Adesso il cuore della visione della veduta di Genova è la villa di Doria a Fassolo (una località appena fuori dalle mura). Complesso terrazzato con ali che stringono 28 Storia dell’architettura II, Tainà Assunçao Buzzico il giardino all’italiano, un piccolo porto privato che collegava con la villa. Imita le ville romane. Le scalinate a direzioni diverse con effetti scenografici che all’epoca erano molto originari. Oggi abbiamo più dinamismo della villa, colore sgargiante, adesso la villa è divisa in più proprietari. 11/03/2024 Problema della residenza a Genova, PIANO DI SAN MATTEO; Genova aveva una serie di edifici molto alti, con vicino la chiesa parrocchiale e un portico con un filtro tra spazio pubblico e privato. Nei piani superiori adesso si trova l’ufficio di Renzo piano. Le famiglie che abitavano in campagna erano liberi da vincoli urbanistici, e gli elementi architettonici erano autonomi. Villa Giustiniani Albaro si proietta qui l’iniziativa clamorosa di strada nuova, una strada con caratteristiche nuove e realizzata in una zona della città ancora poco urbanizzata, il convento di san Francesco fu travolto da questa nuova iniziativa. Lo scopo era rendere l’area della città più decorosa e fare tabula rasa per le famiglie eminenti che possono finalmente realizzare un edificio del loro status. Ci si doveva spostare dai luoghi di vita per poter entrare in una sorta di autoreclusione dove solo determinate famiglie potevano vivere, come una lottizzazione unitaria. È uno schema nuovo