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Università Cattolica del Sacro Cuore

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psicopatologia psicologia dello sviluppo sviluppo umano psicologia

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Questo documento è un riassunto di Psicopatologia, un argomento della psicologia dello sviluppo tipico e atipico. Vengono descritti diversi modelli evolutivi e sono presentati i compiti evolutivi.

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lOMoARcPSD|1882844 Riassunto Psicopatologia Psicologia dello sviluppo tipico e atipico (Università Cattolica del Sacro Cuore) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna univers...

lOMoARcPSD|1882844 Riassunto Psicopatologia Psicologia dello sviluppo tipico e atipico (Università Cattolica del Sacro Cuore) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Vincenzo Pujia ([email protected]) lOMoARcPSD|1882844 PSICOPATOLOGIA DELL’INFANZIA R. TAMBELLI 1 Scaricato da Vincenzo Pujia ([email protected]) lOMoARcPSD|1882844 PARTE 1: AREA DELLO SVILUPPO A ESPRESSIONE SOMATICA CAPITOLO 1 INTRODUZIONE ALLA PSICOPATOLOGIA DELL’INFANZIA 1. DEVELOPMENTAL PSYCHOPATHOLOGY Emerge un nuovo modo di osservare il bambino→viene visto come soggetto ATTIVO del suo sviluppo (nuovo modo di concepire la crescita). Infant research→focus sulle espressioni facciali del bambino e del suo interlocutore. Attenzione alla comunicazione implicita. All9interno del setting clinic o viene dato spazio anche al genitore, nelle vesti di paziente (in relazione con il figlio) →IL DISTURBO NASCE NELLA RELAZIONE. L9azione terapeutica ha lo scopo di prevenire il malessere psichico o intervenire per migliorare la vita del bambino e della fami glia. Gli interventi di prevenzione hanno lo scopo di rendere funzionale la relazione disfunzionale genitore-bambino. 2. MODELLI E DEFINZIONE DELLA PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO È importante intervenire precocemente poiché: 7 Permette di alleviare le sofferenze del momento presente 7 Prevenire le conseguenze negative a lungo termine Focus su: o Relazione genitore-bambino o Genitorialità o Contesto o Processo educativo o Ambiente esterno 2 Scaricato da Vincenzo Pujia ([email protected]) lOMoARcPSD|1882844 Anni ’80, diversi modelli evolutivi: ❖ Modello del tratto: è il tratto che è alla base della psicopatologia ❖ Modello ambientale: focus sull9ambiente in cui il bambino cresce e si sviluppo, fattori che possono determinare l9insorgenza di una psicopatologia ❖ Modello transazionale: considera le caratteristiche del bam bino e l9ambiente in cui vive Sameroff→ sostiene la necessità di costruire una TEORIA UNIFICATA dello sviluppo che consenta una comprensione globale delle caratteristiche, dei bisogni e delle necessità dei bambini nei diversi modelli di crescita →per fare ciò bisogna decostruire la psicologia de llo sviluppo. Quindi, lo sviluppo infantile si configura come il prodotto di interazioni continue tra figlio- genitore-contesto sociale. 4 modelli che offrono una visione complessiva di tutte le componenti che favoriscono lo sviluppo umano: ❖ Modello del cambiamento personale: evidenzia l9avanzamento evolutivo del bambino (acquisizioni sensomotorie, funzionamento cognitivo, prime relazioni con genitori e pari, differenze tra sé e l9altro, identità personali e culturali) ❖ Modello contestuale: fonti multiple di esperienza che favoriscono o contrastano lo sviluppo individuale ❖ Modello della regolazione: la relazione contesto-individuo presuppone una capacità di regolazione umana (biologica, psicologica, sociale) ❖ Modello rappresentazionale: ogni esperienza che l9uomo fa viene costruita nella sua mente (rappresentazioni cognitive) COMPITI EVOLUTIVI: sono momenti critici dello sviluppo che se non vengono superati possono diventare fattori di rischio. Sono: 7 Regolazione degli affetti: emerge dalla relazione madre-bambino 7 Sviluppo dell’attaccamento: costruzione dei modelli operativi interni 7 Autonomia e sviluppo del sé: maggiore capacità di autoregolazione 7 Relazioni amicali 7 Adattamento scolastico: rendimento soddisfacente e sviluppo di motivazione al successo 3 Scaricato da Vincenzo Pujia ([email protected]) lOMoARcPSD|1882844 MODELLO PSICODINAMICO: considera lo sviluppo rispetto a 3 livelli: 1) Aspetti innati: temperamento, tratti 2) Mondo interno intrapsichico: versante implicito della relazione genitore -bambino 3) Elementi direttamente più accessibili e consci : comportamenti, interazioni diadiche ➔ Tali elementi costituiscono lo SCAFFOLDING DIAGNOSTICO: permettono di indirizzare la valutazione e l9intervento clinico focalizzato su specifiche aree conflittuali della relazione genitore-bambino, che trovano la loro e spressione somatica in determinate aree dello sviluppo. COSTELLAZIONE MATERNA: è un9organizzazione psicologica, che emerge nel momento in cui la donna diventa consapevole di essere diventata madre, che funge da organizzatore psichico che determina una nuo va serie di azioni, tendenze, sensibilità, fantasie, paure e desideri. Questa organizzazione diventa l9asse dominante delle prime interazioni diadiche MADRE-BAMBINO; si basa su una triade psichica:  Madre della madre: visione di sé come figlia di una madre  Donna come madre: visione di sé di donna come madre  Madre con il suo bambino: visione di sé di madre in relazione con il suo bambino Temi dominanti della costellazione materna:  Tema della vita-crescita  Tema della relazionalità primaria  Tema della matrice di supporto  Tema della riorganizzazione dell’identità →la traiettoria di sviluppo del bambino trova una diretta corrispondenza/non corrispondenza nella traiettoria di sviluppo genitoriale, che a sua volta risente del contesto ambientale, relazione e intrapsichico nella quale si è strutturata. 4 Scaricato da Vincenzo Pujia ([email protected]) lOMoARcPSD|1882844 Funzioni della genitorialità: 7 Protettiva: fornire cure. Da questa funzione si struttura il legame di attaccamento 7 Affettiva 7 Regolativa: regolazione delle interazioni diadiche, caratterizzate da rotture e riparazioni 7 Rappresentativa: passaggio da bambino immaginario a bambino reale 7 Proiettiva: proiezione del passato irrisolto dei genitori sul bambino. Può diventare il nucleo d9indagine dell9intervento terapeutico! 7 Mentalizzante: la madre struttura la mente del bambino nella capacità di riflettere i proprio e altrui stati mentali, dando senso ai suoi bisogni , ai suoi gesti&permette al bambino di sviluppare un9intelligenza sociale, di acquisi re la capacità di regolazione affettiva e di controllo attentivo. Le ricerche hanno messo in evidenza il ruolo predittivo dello STATO MENTALE MATERNO sullo stile genitoriale nelle precoci interazioni, sul comportamento e sulla salute mentale e fisica del bambino già a partire dai primi momenti dopo la nascita. PADRE→può fungere da contenimento affett ivo e base sicura, per la madre e per il figlio; oppure può fungere da ulteriore elemento negativo a livello emotivo. 3. LA DIAGNOSI DEL BAMBINO E DELLA RELAZIONE GENITORE-BAMBINO Necessità di sviluppare strategie cliniche specifiche volte alla progettazione, implementazione e valutazione dei servizi clinici per l9infanzia. Per far ciò bisogna tener conto di: ❖ Transitorietà del disagio ❖ L9organizzazione della personalità del bambino non è stabile ma in fase di formazione→è soggetta a profondi cambiamenti ANDERS→propone un modello sintomatologico in cui sono distinti: Turbe di sviluppo: sintomo di breve durata con la presenza di alterazioni passeggere nell9ambiente o in relazione ai compiti di sviluppo. Non viene alterata la qualità della relazione affettiva Perturbazioni relazionali: il sintomo ha la durata di 1-3 mesi, il modello di regolazione delle interazioni è inappropriato , qualità dell9interazione disfunzionale limitata ad una specifica area di sviluppo. I modelli interattivi non sono rigidamente fissati 5 Scaricato da Vincenzo Pujia ([email protected]) lOMoARcPSD|1882844 Disturbi relazionali: durata del disturbo superiore a 3 mesi. I modelli interazionali sono disfunzionali, rigidi e difficili da modificare →traiettoria di sviluppo normale →deviazione della traiettoria di sviluppo normale PSICOPATOLOGIA= processo derivante dall9esito della deviazione del percorso normativo che si estende nel corso del tempo. Il disturbo insorge nella relazione genitore -bambino come prodotto dell9interferenza tra: - Aspetti biologici - Aspetti psicosociali - Compiti specifici che il bambino ha fronteggiato PROSPETTIVA MULTIFATTORIALE : 7 Fattori di protezione: caratteristiche individuali o contestuali che costituiscono delle difese rispetto all9emergere della patologia riducono l9impatto del rischio e potenziano le capacità di coping e di resilienza del bambino û Fattori di rischio: condizioni interne l9individuo o appartenenti al suo contesto che interferiscono con il suo sviluppo e adattamento salutare (es. temperamento) ➔ tali fattori interagiscono tra di loro e tra le caratteristiche specifiche del bambino e del suo contesto inteso in senso globale. 6 Scaricato da Vincenzo Pujia ([email protected]) lOMoARcPSD|1882844 Gli eventi psicopatologici non possono essere considerati secondo una prospettiva lineare→necessità di una prospettiva multidimensionale e multifattoriale. ❖ Principio di equifinalità: un ampio range di traiettorie di sviluppo può condurre al medesimo risultato ❖ Principio di multifinalità: un evento specifico non conduce necessariamente al medesimo esito, psicopatologico o no, in ogni individuo ❖ Continuità tra normalità-patologia: ogni patologia viene studiata e valutata nel suo sviluppo temporale, il concetto di continuità include elementi quali cronicità, comorbidità. Distinzione tra: - Continuità omotipica: il disturbo rimane uguale nel corso del tempo o quantomeno coerente con i sintomi (ad es. DCA in infanzia permangono o assumono caratteristi che lineati con i DCA in adolescenza) - Continuità eterotipica: il percorso del quadro clinico si modifica in modo tale da rientrare, nel corso del tempo, in diverse categorie nosografiche (ad es. il DOP si trasforma in disturbo d9ansia in adolescenza) 4. I SISTEMI DIAGNOSTICI PER LA PSICOPATOLOGIA INFANTILE ❖ DSM (MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI) Nasce nel 1952 con lo scopo di applicare alla psichiatria una metodologia di classificazione i più possibile condivisa per esigenze epidemiologiche, statistiche e cliniche, a livello internazionale. Si basa su criteri di inclusione/esclusione basati sulla presenza/assenza di segni clinici specifici, sulla durata temporale , esordio e comorbidità. Nella prima versione i bam bini non vennero considerati. Solo nella 3 edizione iniziano ad essere presenti quadri diagnostici relativi all9infanzia. Nel DSM -IV e DSM-V tali disturbi prendono un posto specifico nella sezione speciale relativa ai disturbi dia gnostici durante l9infanzia, la fanciullezza e l9adolescenza. Differenze tra DSM-IV e DSM-V: comparsa della valutazione multiassiale e la presenza di definizioni nosografiche più accurate (ad es. i disturbi diagnosticati dell9infanzia e adolescenza sono diventati disturbi del neurosviluppo). Critiche DSM-V: û Struttura categoriale→simile ad una checklist diagnostica. û Non sempre prende in considerazione i bisogni evolutivi del bambino e usa il termine

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