Letterature Comparate - PDF
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This document explores the discipline of comparative literature, discussing its key concepts such as translation, literary reception, and cultural comparison. It also touches on imagology and its limitations, using examples from authors like Goethe, Montesquieu, and Verga. The document highlights the need to decolonize literary studies and consider diverse perspectives beyond Eurocentric viewpoints.
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LETTERATURE COMPARATE 30/09 È una disciplina relativamente giovane, se la compariamo ad una letteratura storico-nazionale ed è una disciplina in continuo divenire perché si aprono sempre nuove finestre dello studio della letteratura. Anche se la disciplina è relativamente recente, ci viene fatto n...
LETTERATURE COMPARATE 30/09 È una disciplina relativamente giovane, se la compariamo ad una letteratura storico-nazionale ed è una disciplina in continuo divenire perché si aprono sempre nuove finestre dello studio della letteratura. Anche se la disciplina è relativamente recente, ci viene fatto notare come molte letterature nascono comparate. Uno degli esempi è quello della letteratura latina che nasce come una sorta di traduzione di quella greca. Uno degli elementi importanti di questa disciplina è **la traduzione** e la storia della traduzione e si può collegare agli studi della **ricezione letteraria** perché un autore tradotto fa parte della storia di un paese diverso. L'altro elemento è quello del **confronto tra culture e tradizioni letterarie.** Uno degli episodi è un racconto che riguarda lo scrittore tedesco Goethe, il quale aveva un segretario Etterman e l'episodio riguarda un dialogo tra lo scrittore e il segretario e si dice che una sera Goethe stava leggendo un romanzo cinese e pensa al testo su cui stava lavorando. Goethe ragiona sulla somiglianza tra il romanzo cinese e il suo romanzo e inizia a formulare un'idea che si chiama "weltliteratura "ovvero "**letteratura del mondo"** ed è come se tutte le tutte le letterature confluissero in una sola. Goethe parla di una causa per cui tutte queste letterature così diverse confluiscono. La Cina alla fine dell'800 era esotica eppure c'è una somiglianza con il tedesco. La letteratura è commisurata all'essere umano. Goethe dice che se dovessimo scegliere un modello non dovremmo immaginarlo come duplicità di voci ma dobbiamo pensare al concetto di "bellezza greca". Lui dalla classicità trova il nesso per tutta la letteratura del mondo. Guillén nel libro "**L'uno e il molteplice**" ci dice che perché si abbia un'idea della molteplicità è necessario che ci sia un'idea di unicità e quindi che ci siano degli stati nazionali e degli stati-nazione. Anche in letteratura le relazioni tra le diverse nazioni e tra i diversi popoli non sono state rette da quel sentimento romantico di universalità. Questo perché una delle branche di ricerca che si è affermata in Francia è quella **dell'influenza letteraria**: si parte dell'idea che ci sono degli autori forti, esiste un canone e che servono da modello e che hanno condizionato un'opera. Presuppone che ci siano dei punti di forza e di debolezza. Per esempio, Dante ha influenzato molto le altre letterature e in generale tutta l'Europa. Questa idea dell'influenza di autori forti su autori esteri è stata trattata in una forma politicamente corretta, infatti si parla di "ricezione": è l'autore B che riattiva il testo dell'autore A. Rimane sempre la mappatura dell'uscita del testo dai confini nazionali e fuori dal tempo. Questa idea di luogo e di tempo diverso sono consentiti dall'autore che sceglie di riprendere il testo del primo autore e porta avanti la fama dell'autore. Questa è una modalità che mette in risalto le diversità linguistiche e culturali, le supera e le fa vedere in controluce. A questo potremmo collegare anche **l'immagologia**: consiste nell'osservazione attraverso i testi letterari, di eventuali stereotipi o di pregiudizi nella descrizione di un popolo, fatti da un'autore. Il testo viene visto come un serbatoio di idee circolanti (ad esempio Goethe quando parla della Sicilia e del paese dei limoni) e possono esserci degli spunti attraverso cui poter ricostruire il mosaico di una nazione, non effettivamente per com'è ma per come appare. Noi, infatti, possiamo vedere il testo letterario come una raccolta di idee stereotipate oppure il testo può contribuire alla distribuzione di queste idee stereotipate. Nel testo "image e mirage" della popolazione tedesca, perché da una parte si propone un'immagine di un popolo, dall'altro un miraggio di un popolo. C'è un testo che viene preso come pietra miliare dell'immagologia e sono "Le lettere persiane" di Montesquieu e lui immagina due persiani che viaggiano in Francia e con l'occhio dello straniero raccontano quelle che sono le strutture del mondo reale che lui vuole andare a sottolineare. Montesquieu, quindi, descrive il mondo in base a quello che lui vede. Si può prendere in considerazione le opere che possono essere complesse per costruire l'immagine di un popolo. Domanda di uno studente: "Qual è e se c'è un limite all'immagologia?" Professoressa: sì ci sono dei limiti. Se pensiamo a Verga e ai "Malavoglia" lì non c'è uno sguardo parodico e quindi c'è l'immagologia. Nel caso del "Cavaliere errante" si ha uno sguardo sulle letterature europee. Alcuni testi possono essere letti secondo una chiave immagologica. Non è un caso che l'immagologia si possa unire all'influenza e alla ricezione, che come abbiamo detto nasce in Francia. Nella linea di riflessione che porta l'immagologia letteraria noi possiamo mettere a confronto gli studi tra cultura occidentale e quella orientale. Quando noi parliamo di letteratura tendiamo a pensare ad una letteratura occidentale ed europea ma esiste uno sguardo più ampio. Lo scrittore Said parlava dello sguardo "occidentale" nello studio delle letterature orientali. Questo studio eurocentrico va invece decostruito e bisogna tenere conto delle differenze. Tutta una serie di cose che abbiamo acquisito valgono per la letteratura occidentale e non possono essere usate le stesse categorie per le altre letterature. Bisogna decolonizzare la mente. Nelle lettere persiane Montesquieu, immagina due persiani che viaggiano in Francia e con l'occhio dello straniero guardano al paese, raccontano cose che ai loro occhi sono strutture e che sono strutture anche nel mondo reale. Naturalmente questo testo Montesquieu l'ha scritto in un'epoca in cui non si parlava d'immagologia letteraria ma lo studio imagologico della letteratura è andato a recuperare questo testo di Montesquieu come uno degli esempi più ampi di testi in cui l'imagologia letteraria può servire. Nella linea di riflessione che porta l'imagologia letteraria, noi possiamo trovare anche gli studi che mettono a confronto la cultura occidentale e la cultura orientale. Nel momento in cui uno si pone di fronte allo studio della letteratura come 'bella literature' come diceva Goethe vengono fuori alcune contraddizioni, cioè noi parliamo di letteratura e pensiamo alla letteratura occidentale o europea, invece esiste un mondo più ampio e questo è stato messo a fuoco da un'opera di Edward Said che ha scritto un testo intitolato 'Orientalismo' in cui parlava dello sguardo occidentale spesso utilizzato nello studio delle letterature orientali, quindi questo studio eurocentrico della letteratura che va decostruito e bisogna tener conto delle differenze. Questo inizia a farci vedere come ci muoviamo sulle sabbie mobili; quindi, come una serie di cose che abbiamo acquisito valgono per la letteratura occidentale e non possono essere utilizzati le stesse categorie per altre letterature. Quindi l'idea è quella di decolonizzare lo studio delle letterature, decolonizzare la mente. Gli studi coloniali sono in carico agli studiosi comparatisti, questi studi riguardano le opere scritte da autori vissuti in colonie o ex colonie o opere scritte nella lingua dei colonizzatori o in quella dei popoli colonizzati; quindi, c'è questo ambito che porta il nome di studi post colonizzati che appartengono alla letteratura comparata. Sono tanti i raggi di ricerca e di studio che nascono proprio in seconda battuta rispetto a una direzione che è tracciata e in un certo senso si sdoppiano. Sia l'imagologia sia gli studi di genere possono rientrare negli studi culturali che considerano il testo letterario non esclusivamente per le sue caratteristiche estetiche, ma come un documento che registra la cultura di una popolazione ad una determinata altezza temporale, quindi il testo letterario utilizzato come un documento storico-culturale. Di questa tipologia di orientamento fanno parte anche gli studi di genere che hanno un'origine più anglosassone che è legata non soltanto le scritture femminile o l'accesso da parte delle donne alla cultura, ma in generale le dinamiche relazionale fra i sessi a cui si sono aggiunti i queer studies. La filosofa Judith Wagner afferma che l'identità di genere e un'identità che si acquisisce e non è collegata al sesso biologico e che può essere cambiata. Gli studi di genere affrontano i testi letterari che soprattutto trattano di questi argomenti mettendo in luce queste dinamiche anche quando non sono esplicite. Margaret August ha scritto delle cose straordinarie rispetto a queste dinamiche, il racconto dell'ancella di cui è stata fatta la serie tv, da un'idea di quello di cui stiamo parlando esasperando la realtà non nostra, di viaggio in Afganistan e lei esaspera nel suo racconto. C'è un altro grande gruppo di ricerca comparatistica, questo approccio alla letteratura è nato in America e riguarda lo sconfinamento non in chiave nazionale ma tra le arti. Rapporto che la letteratura intesse con le altre arti, rapporto antichissimo, se pensiamo alla nascita delle muse nella stessa notte, come l'idea che le arti sono sorelle che tutte tocchino la funzione della memoria da cui sono state generate ed è una delle piste su cui si fa scorrere il parallelo delle arti. Questo confronto c'è sempre stato se pensiamo a chi parlasse di pittura come poesia muta e di poesia come pittura parlante o se pensiamo ad Orazio, o se pensiamo al confronto che è sempre stato anche un conflitto tra poesia e pittura e su questo Lessing filosofo tedesco scrisse nel 1766 un'opera che si intitolava 'la fonte di pittura e poesia'. Qui ci spiega che lui consegnava la palma dell'arte superiore alla poesia, perché in poesia si può dire tutto anche qualcosa di pauroso perché la poesia non è immediata come l'immagine che è compressibile attraverso gli occhi e non attraverso una lingua, la poesia è arte del tempo e la pittura arte dello spazio. Lessing diceva che la poesia riesce a rendere piacevole anche qualcosa che è orribile perché filtra attraverso le parole l'immagine e quindi proprio perché non è immediata rende tutto più piacevole. In realtà anche questo punto di vista è stato cambiato perché anche su una tela c'è una narrazione, un primo piano, uno sfondo e si può leggere anche un quadro come arte del tempo, infatti, noi ci soffermiamo a capire come si registra quello che è stato fatto. Nei quadri delle chiese ci sono delle narrazioni, dei racconti biblici e di fatto c'è un superamento delle arti o se pensiamo ai madrigali di Petrarca lì c'è un passaggio tra poesia e musica o il grande fenomeno di passaggio dalla letteratura al cinema; perciò, i rapporti tra le arti sono molti e sono prolifici e possono essere un consistente oggetto di studio, difatti la critica non inventa ma sono cose sotto gli occhi di tutti. La maggior parte degli studiosi americani avevano un'origine europea e hanno dovuto attrezzarsi per giustificare la loro presenza all'interno dei dipartimenti degli studi americani e quindi studi comparati come rapporto tra le arti. I generi letterari sono un altro filone possibile che è anche quello a cui ci rifacciamo in questo corso, perché in realtà visti così ci sono i rapporti con l'antichità come i miti e continuano a guardare agli autori attraverso i secoli e ci sono riscritture che sono degne di attenzione e anche questo fa parte di letterature comparate e vi sono anche i temi che può scegliere un personaggio e osservarne il passaggio attraverso il tempo, linea diacronica. L'altra traccia è la letteratura di viaggio che ha un bagaglio culturale molto ampio. Ci sono millenni di letteratura comparate che si occupano di letteratura dell'età moderna e quindi uno studio intenso e d'altra parte proprio in un testo intitolato 'filologia della letteratura' uno studioso si poneva il problema della mole di lavoro. Noi parliamo di millenni di letteratura di cui di fatto troviamo opere scritte in moltissime lingue e richiederebbero competenze linguistiche che probabilmente potrebbe avere solo l'intelligenza artificiale, una conoscenza sconfinata. In questo volumetto 'ricerca comparata della letteratura occidentale', Auerbach grande filologo, affronta la letteratura occidentale sotto la chiave del significato del realismo e parte con l'antichità, portando un ventaglio di esempi selezionati soffermandosi su una questione estetica-retorica importante. Il realismo che affronta è una questione importante e lo affronta da filologo e dice che il problema è l'enormità del materiale di lavoro e vuole cercare una soluzione di come si può studiare la letteratura comparata. Lui risolve questo problema da filologo parlando di punti di uscita o spunti e l'idea è per lui individuare un tema, una parola, un personaggio, cioè un punto minimo attraverso cui indagare la letteratura delimitando il campo di indagine. Questo è importante perché uno studio comparato che non chiarisca i criteri della selezione rischia di risultare un divertimento da dilettanti e invece abbiamo visto che appunto ci sono degli orientamenti ben precisi dello studio comparato della letteratura, cioè limitare il campo di indagine è sempre molto importante rispetto alle epoche e autori che si vanno a considerare, anche geograficamente rispetto ai casi che vengono presi in considerazione. Auerbach provava a risolvere delle difficoltà insormontabili e provava a risolverle da filologo dando basi scientifiche e soprattutto questo ci aiuta a liberarci dalla semplificazione che potrebbe essere suggerita dalla denominazione della disciplina 'letterature comparate', participio passato che parla di comparazione e confronto, cioè mettere a confronto due autori, che può avere senso ma solo in relazione ad una determinata questione perché come i confronti non si fanno tra figli di stessi genitori non vanno fatti neanche tra i letterati. 2/10 Wellek: Anni 60 crisi della letteratura comparata, trovava che l'idea della influenza o della recezione potesse ridursi a un commercio estero della letteratura. Contro i critici francesi contro le idee di steriotipi di altri popoli nella letteratura. La sua idea in quanto teorco della letteratura: rischio in questa idea che i test venissero usati come documenti per cercare altro, elementi che riuscissero a dare un'idea della cultura in senso ampio (tutto quello che circola nella società) avrebbe finito per rendere il testo letterario qualcosa di spurio. Si perdevano le qualità intrinseche del testo letterario. Osservando certi modi di fare comparatistica (steriotipi, clichè) la disciplina si rinnovava in senso interdisciplinare. Disciplina che tende a trovare una sua forma e spazio anche aldilà di queste difficoltà. Ha una visione della letteratura che considera gli elementi estetici come assolutamnete stringenti. Tutte le analisi che non danno conto di questi aspetti sono superficiali. Non si può appiattire un'opera sul suo modello. Ragionare nei termini di somiglianze e differenze offre una maniera collettiva di analizzare il testo letterario, sebbene gli autori non si confrontano tra loro, ma rispetto al recupero che fanno di un personaggio, di un mito o un'idea. DISTOPIA: genere che sta avendo una grande fortuna. Si può parlare di una sorta di riproducibilità del genere. Si rischia di banalizzare la distopia, se si ricorre agli scenari disastrosi, apocalittici.diventa familiare e difficilmente spaventa. Hanno il complito di porre l'attenzione su certi argomenti, ma l'abitudine può portare a una sorta di indifferenza. E questo lo vediamo anche rispetto all'informazione. Quando c'è una ripetizione di scene, anche brutali, si finisce inevitabilmente ad averne abitudine. Molte distopie riguardano la distruzione dell'umanità attraverso morbi letali. Se dovessimo pensare a una figura retorica simbolo dovremmo pensare all'iperbole. Distopia: narrazione che esaspera e estrmizza alcuni problemi. Ci fa vedere dove andremmo a finire se continuassimo in questo modo. Exempla in negativo. Per le sue conseguenze disastrose. Narrazione di qualcosa che non deve succedere e non deve essere. Si crea una realtà finzionale che perde il suo referente. Sappiamo che la realtà rappresentata è distopica, non esiste, non ha un referente. La verosimigliannza in letteratura è un concetto che risale ad aristotele, il quale faceva distinzione tra la funzione della poesia, e la storia. Aristotele: la storia racconta i fatti come sono stato, o ambisce. Il poeta racconta ciò che è possibile. Non è accaduto, ma potrebbe accadere. Condizione: secondo verosimiglianza e plausibilità. Qualcosa che potrebbe accadere. Aristotele pur essendo poco distante da Platone, ha un'idea di letteratura che è emancipata. (platone: lett, copia delle idee, il poeta non aiuta a formare il cittadino ideale, quello che dice è solo menzogna, lontano due volte dal mondo delle idee). Per aristotele la poesia è più grande della storia, la poesia spazia, ci dice quel che sarebbe potuto accadere. La letteratura non deve più obbedire ai diritti di ferro alla realtà. La storia si limita ai soli fatti accaduti, la poesia può raccontare anche altro. L'idea che poi è stata sviluppata è l'idea che ha una radice antica: i mondi possibili di Leibniz. Scrive una teodicea, opera che vuole giustificare la presenza del male nel mondo. Storia che è retta dal provvidenzialismo divino. Per spiegare perché ci sono le guerre , terremoti e male nel mondo, Leibniz, illustra un modello piramidale e scrive che Dio vede il mondo con gli stessi personaggi che compiono azioni diverse, e tra tutte le possibilità sceglie la meno peggio. Non è colpa di dio, che avendo lasciato libero arbitrio, nella sua onnipotenza sceglie tra i mondi possibili il migliore. Questo modello fu poi deriso da Voltaire. Benchè L volesse con la teoria dei mondi possibili salvare l'onniscenza del mondo, questa idea è stata recuperata dai teorici della letteratura che hanno assunto questa idea in riferimento ai mondi finzionali, eteromondi, immagini di ciò che sarebbe potuto essere. Nell'idea di eteromondo c'è una certa autonomia della letteratura che può essere fatta risalire ad Aristotele.l'idea dei teorici della letteratura di eterocosmo porta a essere più radicale quell'idea di autonomia della letteratura nei confronti della realtà, pur avendo un contatto con questo. Distopia: racconto iperolico rispetto a problemi che vediamo nel mondo ideale. Possiamo riconoscere la presenza di combinazione con altri mondi. Possiamo avere l'allegoria, possiamo riconoscere pertinente alla realtà. lo straniamento, per cui proprio nella distanza che si crea rispetto a qualcosa ci induce alla riflessione. Possiamo trovare nelle narrazioni distopiche toni diversi, riconducibili all'allegoria e all'ironia. Attraverso la combinazione la narrazione distopica riesca ad attirare l'attenzione di chi legge e svolgere la sua funzione critica rispetto alla realtà. il doppio interesse che possiamo vedere sta non soltanto nella contemporaneit della scrittura, ma anche porprio in questa funzione che sembra recuperare la funzione civile dell'arte, perché cattura l'attenzione su alcune cose stringenti che è importante portare all'osservazione. Trovare rimedi per cambiare rotta. Gli ambienti descritti, sono ambienti inospitali, che ci raccontano di mondi consumati, spesso scenari apocalittici. Ci sono anche narrazioni non solo letterarie, ma proposte tramite altri media: cinema, serie tv, ma se digitiamo la parola "Distopya" ci da l'accesso a siti, ma troviamo anche fumetti, videogiochi ( non solo letterario). Il mondo presentato è impazzito, che presenta delle somiglianze rispetto al mondo attuale, le direzioni di riflessione, sono le derive della tecnologia, impazzimento del mondo dovuto a un abuso della tecnologia. Il senso non è solo il ritorno allo stato di nantura, ma la consapevolezza della funzione che la tecnologia sta assumendo. "blade runner", non crociata contro la tecnologia, ma un uso più consapevole. L'altra direzione di riflessione è legata al terrorismo e in generale forme dispotiche di potere. Ci sono questi due grandi contenitori in cui possimo distribuire le narrazioni distopiche. L'aumento delle narrazioni distopiche coincide con l'affermarsi della globalizzazione: sintomo del legame delle narrrazioni distopiche con la realtà. fuori dal canone 800, in cui la letteratura deve rispecchiare la realtà. sono rappresentazioni che diventano sempre più frequenti, mettono a fuoco fìdei problemi legati a questo cambiamento, nel senso della mancanza dell'attutire le diversità. Le narrazioni distopiche diventano di iù nel momento uìin cui cade la contrapposizione tra il capitalismo e il comunismo. L'immaginario collettivo vede avvicinarsi l'inizio della fine, perché da una parte sembra trionfare il capitalismo, implicando la ripetizione di se stesso, dall'altro sembra un capitalismo rimasto solo, senza alternative, valore residuale che in quanto solo sembra aver presente anche la sua stessa fine. La distopia si afferma nei momenti in cui l'utopia non prende più, e quindi si afferma come conseguenza fdella svalutazione dell'utopia. All'utopia venivano attribuite alcune colpe. La prima è che nell'utopia si può riconoscxere una vocazione a totalitarismo. È un mondo totalitario. Non consente altro. tutto ciò che non è perfetto non può stare nell'universo utopico. L'utopia presenta un'idea iniziale che è stata stravolta. Rovesciando questo presupposto, le distopie presentano tracce ricondotte a una condizione rpimordiale, imbarbaimento degli esseri umani. Es: condominio di Ballad, condominnio di persone benestanti in cui si scatena una lotta tra i condomini dei diversi piani. Vediamo il condominio come una città in verticale, il che rende superfluo andare fuori, l'unica spinta ad uscire è per il lavoro. Man mano troviamo dei condomini che invece di andare a lavorare ocminciano a disinteressarsi delle loro carriere. Un guasto dell'ascensore rende impossibile la comunicazione tra i piani (dramma della tecnologia) l'aspetto negativo dell'aver consegnato alla tecnologia la possibilità del movimento viene fuori. Iniziano a scarseggiare i beni alimentari, la lotta tra i vari piani diventa come una lotta tra clan, per i bisogni primari degli esseri umani. Brutalità che esplode in un luogo in cui non lo si aspetterebbe, (appartamenti lussuosi, persone che hanno un posto nella società). Idea della distruzione che spesso riguarda il genere umanno. Es: Dissipatio HG in cui la fine dell'umanità non è neanche ben spiegata. HG: humani generis. Tutto il genere umano è scomparso ma è rimasto impedi tutto il resto. Il genre umano viene distrutto perché nel sistema delle specie è quelloc he si è comportato peggio. Non ha saputo vivere in maniera rispettosa delle altre speci e del pianeta. Sentimenti della paura e del terrore pripri di tutto il genere fantastico. La paura generata dalla distopia è una paura che genera un piacere di tipo esorcistico. Modo per esorcizzare la paura. Siamo attorniati da eventi climatici che segnalano qualcosa che non va. Raccontare queste cose può servire anche a esorcizzare questa paura. Nel caso delle distopie questo esorcismo, piacere per la paura, viene trattato espungendo il lieto fine. Ci sono a volte delle distopie che rimettono il mondo in ordine, ma in questo caso si tratta di antidistopia. Lo leggiamo con interesse, perché ci aspettiamo di esorcizzare questa paura, scendo dall'immedesimazione del testo, non siamo ancora a quel punto. Nella maggior parte dei casi non c'è l'esorcizzazione del male, non c'è lieto fine. Possiamo pensare a degli antecedenti rispetto alle narrazioni distopiche, uno dei riferimenti è Leopardi, nelle opertette morali, scrive dei dialoghi diverso rispetto alle distopie attuali, ma parlava anche nello zibaldone della necessità di eliminare il lieto fine in generale, perché senza il lieto fine l'effetto proposto dalla narrazione è più profondo. Da lettori siamo portati nella realtà a contrastare le circostanze avverse. È come se portasse nella prassi dell'esperienza della realtà quell'effetto di catarsi. Sempre Aristotele parla di Catarsi rispetto alla tragedia, in cui si propongono situazioni negative che non possono essere contrastate. L'eroe non si può contrapporre. Però parlava di una catarsi, prificazione dello spettatore dopo che la tragedia si è consumata. Questo nodo del lieto fine nella distopia ci porta a fare due riflessioni 1. Rapporto tra distopia e tragedia: può essere percorribile una sorta di analogia tra la distopia e la tragedia? Ci sono alcune cose simili: eroe **solo** contro tutti, forma apocalittica, distruttiva, mondo consumato, tragico nella sua rappresentazione. Uno dei tratti della tragedia è l'isolamento dell'eroe, ma superiore rispetto alla comunità da cui viene fuori. Il personaggio del romanzo distopico si oppone al modello e lo fa anche raccontando il mondo nella misura in cui la scrittura viene proibita. Ma con il sacrificio del personaggio principale nella distopia non si salva nessuno. La morte è così dilagante da perdere quella tensione che cìè nella tragedia. Nella distopia l'ero è un osservatore del mondo tragico che non può fare niente per evitare la catastrofe, ma ne viene travolto. Come l'eroe tragico è destinato a questo, non può evitare la sconfitta. Proprio questo destino, questa impossibilità che il personaggio si liberi dal suo destino fa sì che nella distopia possiamo trovare declinazioni ironiche e persino parodiche. (osserviamo questa inevitabile caduta e questo può avere un sapore ironico). 2. Rapporto distopia e realtà. se possiamo recepire l'affermazione di Leopardi riguardo l'eliminazione del lieto fine, per portare il lettore a portare il lieto fine nella realtà. la distopia nonostante racconti un mondo che non è realistico, nell'esasperazione di certi nodi, la distopia sboccia, trova il suo senso riguardo la sua ricaduta. Vedendoa come in uno specchio deformante. Prende i problemi e li ingigantisce. Proiezione: immagine deformata che riesce a render el'idea tra realtà e narrazioen distopica. Immaginiamo una distanza. Spesso infatt sono proiettate nel futuro. Porta in un luogo non consistente nel presente ma nel futuro. Jameson in "archeologie del futuro"scriveva che la funzione utopica al giorno d'oggi tende ad assumere forme diverso. Binomio distopia-utopia. Una posizione è quella di Calvino: l'utopia rivive solo come antiutopia. Se l'utopia non rende più l'unico modo è trasformarla nel suo contrario. In questo mondo esagerato, simile al nostro peggiorato, fa scattare una reazione per evitare che si precipiti in una situazione preannunciata nella distopia. Proprio perché non è ancora avvenuto può essere ostacolato. Implica un richiamo morale, molto più forte rispetto all'aspetto profetico. Non si pone con questa intenzione, l'intento è agire sul piano morale per evitare che quella diventi una profezia. In questo legame con un mondo diverso che viene raccontato c'è un elemento che riguarda il fantastico che pone una finestra aperta su mondi altri, la presenza dell'altrove nel fantastico rappresenta un pericolo, non a caso troviamo nelle distopie, l'altrove raccontato con una spinta anti-antropocentica. La centralità dell'animale uomo al centro dell'universo viene criticata. L'altrove in cui l'essere umano non c'è più diventa giudice dell'uomo e lo scuolte sulla sua pretesa di centralità e può mostrargli come il suo atteggiamento sia una caua della sua distruzione. 04/10 Condivisione della distopia con il fantastico: apertura su mondi diversi che incutono timore. Non solo questo mondo diverso opuò sembrare un giudice dei difetti umani e riuscire a disilludere le pretese antropocentriche. intreccio di conflitti e contraddizioni. già 'ell\'800 il genere fantastico era servito a disilludere dall'idea positiva del progresso. Universo altro che troviamo sia nel fantastico che nelle narrazioni distopiche che mette uno specchio davanti al mondo reale e lo giudica, mette in mostra i difetti e gli errori degli umani. Come un rimprovero rispetto alla pretesa antropocentica. A questo si lega anche il monito contro un'incondizionata fiducia nel progresso soprattutto tecnologico. Fine della narrazione: il finale nella narrazione fantastica è importante, ma di solito si risolve con un lieto fine, mentre nella maggior parte dei casi la distopia arretra rispetto a un lieto fine. Si punta a far coincidere la fine della narrazione con la fine del mondo. Sorta di fine esasperata. L'umorismo è un modo per decostruire la catastrofe, osservarla da una prospettiva che consente di rappresentarla in maniera dialettica. Possiamo rappresentare un mondo distopico che ha un risvolto critico e autocritico. Ciò obbliga a **guardare il genere umano dal di fuori**, e osservarne la scomparsa. Aspetto critico e polemico. Si racconta un mondo degenerato avendo in mente determinate questioni e problemi del presente che vengono ingigantiti in questo mondo. Ci può essere anche un effetto rebound che è quello dell'adattamento. Confrontarsi troppe volte con un'idea di fine inevitabile può mettere anche nella condizione di pensare che è inutile porre un rimedio. Ciò è avvertito come problema soprattutto nelle narrazioni distopiche che riguardano il cambiamento climatico. Efficacia della narrazione distopica per istruire e far ragionare le persone su certe questioni, ma può portare anche a un atteggiamento opposto. Se la narrazione distopica ha la funzione di mettere in guardia su alcuni problemi può accadere che il mondo reale al confronto può non sembrare cossì male, e ne esca vincente, cosa che non è nelle intenzioni degli autori. È come se alle due estremità il bene e il male vadano a coincidere. Questo è un aspetto che è stato indagato da Eco in Apocalittici e integrati. I due ruoli visti come comlementari e in qualche modo coincidenti. l\'apocalittico appare come un integrato. dinamica che porta tutto allo stesso punto e che può portre alla rassegnazione e al regresso per il passato. Nell'idea della fine che c'è nella distopia si puòproiettare la fine del proprio mondo e qui si vede il processo all'antropocentrismo. La fine è ista come fine del mondo intero. Perdita delle proprie abitudini e vita quotidiana che può mettere in luce quanto si giudichino centrali le proprie abitudini. Ci sono delle contraddiszioni che si possono mettere in luce e che non sono solo sociali, ma intrinseche al genere distopico stesso, perché la distopia parla di qualcosa che non c'è, è un'enuncizione senza referente. Irreferenzialità della distopia e allo stesso tempo la verosimiglianza, ancoraggio al mondo reale. Se volessimo utilizzare le categorie di Freud del principio di piacere e di realtà, è molto più presente quello di realtà. l'esito della narrazione distopica è spiacevole. Per quanto non corrisponde alla realtà, non si può parlare di evasione. Confronto serrato con i problemi della realtà. Fantascienza: non si tratta di una fantasia, ma proiezione del presente. (Renato???) è una proiezione degli aspetti più negativi di ciò che accade nel presente. Il tipo di rapporto tra distopia e realtà può essere visto nella chiave dell'allegoria. La distopia dice altro rispetto a quello che racconta. Potremmo parlare di iperbole per simboleggiare con una figura retorica, che può assumere le caratteristiche di satira o ironia. Alcuni termini: UTOPIA: indica un non luogo (stessa cosa vale per la DISTOPIA), sulla base del luogo non sarebbero distinguibili. L'utopia è un luogo felice, laddove la distopia racconta l'esatto contrario. Difficoltà terminologica. -dis riesce a indicare una sorta di alterazione, di spostamento e intensificazione, qualcosa non benevolo. Molti per questo motivo tendono a differenziare Distopia da ANTIUTOPIA/ NON UTOPIA che ha il compito di rappresentare il rovescio di una società perfetta, La non utopia è quella fallimentare, sorta di satira dell'utopia. A cui si aggiunge la NON DISTOPIA. QUADRATO SEMIOTICO: teorizzato da **Kreimas**, in cui delle diagonali collegano questi temini. Ci troviamo di fronte ad altre due definizioni. La non distopia è quella determinata da un finale positivo, o comunque un alleggerimento. **Jameson** parla di narratività della distopia rispetto all'utopia (statica). Nella distopia ci troviamo di fronte a un personaggio che è all'interno di questo mondo in rovina. Nella funzione del personaggio interno al mondo distopico c'è una linea di confine tra antiutopia e la distopia vera e propria. La narrazione distopica è una narrazione particolare. Da una parte non si serve di un visitatore. Ci troviamo spesso di fronte a un personaggio che arriva a trovare un mondo perfetto. È un outsider, ma dell'outsider ha bisogno anche la distopia. Chi narra il mondo distopico lo vede distorto e sbagliato, ne prende ledistanze e ne mette in luce tutti gli elementi negativi. La narrazione distopica ha come tratto particolare il fatto di presentare una contraddizione: si sta raccontando dell arovina di un mondo ma si presuppone che quel rapporto sopravviva, perché si immagina un pubblico di lettori. Se il lettore credesse davvero a quella distruzione non avrebbe senso proseguire nella narrazione. Difficoltà a delineare gli sconfinamenti verso altre forme narrative. È difficile dire cosa sia decisivo se la trama o il mondo possibile che viene proposto. Di quel mondo possibile bisogna cercare di eliminare la realizzazione. La narrazione è spesso di tipo mosto a metà tra un racconto, una narrazione che descrive una narrazione fantastica e il dialogo tra i personaggi a cui tende la discussione tra il cattivo stato delle cose e il tentativo di migliorarlo. Spesso il dialogo avviene tra un rapprewsentante di quel mondo distopico e che cerca di opporsi Lo stesso personaggio che ci racconta il mondo distopico riporta una serie di frammenti che riporta quel mondo distopico e presenta un rapporto di allegoria con quello reale. Universo spiacevole checi getta in una situazione insopportabile e scatta la domanda sul motivo: perché l'autore ha scritto una cosa del genre? Vedere e immedesimarsi con i personaggi della distopia ci porta a farci delle domande sui motivo che hanno spinto gli autori. Distinzione tra Foucolt nel saggio le parole e le cose tra Utopia e ETEROTOPIA. Se l'utopia rappresenta un rifugio, un'alternativa dove proiettare le esigenze inattese, qui si va a mettere in crisi un ordine. Se le utopie consolano le eterotopie inquietano, mirano tutto e provocano un spaesamento. L'altra osservazione che possiamo fare rispetto alla distopia è che questa è sempre al presente (pur essendo ambientata nel futuro) è una sorta di cronaca. Questo perchè c'è un rapporto contorto tra il narratore e il destinatario, perché non è detto che ci sia un interlocuore. Se il narratore scrive la fine del mondo la supera nell'idea che il suo racconto possa arrivare a qualcuno. Es: disastri dovuti alla bomba atomica, o mondi distrutti in preda ai totalitarismi. C'è un futuro interlocutore di cui non si è certii. Quando queste narrazioni vengono collocate in un regime totalitario diventa anche difficile l'atto della scrittura. quando la distopia diventa l'imposizione di un regime. È difficile immaginare se è proibito tutto che qualcuno riesca a scivere questo testo. Es: racconto dell'ancella (non possono scrivere per la condizione della donna in questa distopia+ difficoltà a concepire a causa delle condizioni climatiche, verranno mandate a morire in un campo di rifiuti tossici) in che modo la narrazione può essere arrivata fino a noi? Anche nella scrittura al presente ci troviamo di fronte a un problema, il narratore deve riuscire a mettersi in salvo, ma questa salvezza è ciò che la distopia va a negare o a mettere in dubbio. Ciò si può bypassare annotando giorno per giorno le incertezze, trasmettendo un senso di angoscia e incapacità di proiezione verso il futuro. Paradosso è che la narrazione deve essere al presente, ma allo stesso tempo capace di arrivare alla posterità. (spesso un curatore prenderà questo testo e lo renderà pubblico per risolvere questa contraddizione). Se la narrazione arriva non tutto è stato distrutto. Raggruppare le distopie sia rispetto all'ambientazione, può ambientarsi nello spazio (non spazio: utopia), (sia al non tempo: ucronia). Più la distanza aumenta, più la narrazione distopica si avvicina alla narrazione fantastica. E poi si può distinguere anche rispetto ai filoni tematici che affronta: distopie totalitare e quelle catastrofiche, in cui vediamo anche un avvicendarsi di tipologie di catastrofi (prima bomba atomica, poi altri tipi di narrazione). Questa distinzione per temi corrisponde anche a una divisione per periodi. Periodizzazione: epoca della post-modernità. In entrambe le tipologie ci sono anche delle sotto tipologie, esempio, dal potere esibito, a un tipo di potere più subdolo. Diramazione. Fantasie della distruzione, (es: dissipatio hg) e in scenari che portano indietro, regressione o imbarbarimento. 07/10 Valore critico: realismo delle distopie. Importanti sono le domande che le distopie suscitano in base al tipo di conclusione (se lasciano aperta una speranza, o che lasciano il finale in sospeso). Le distopie hanno una tendenza al conservatorismo? Se sembrano nostalgiche verso qualcosa di passato hanno una valenza conservatrice che lascia riconoscere una sorta di nostalgia "umanistica", nel senso che rimpiange certi valori più antichi, una specie di vita precedente contrassegnata dal progresso tecnologico e dallo sviluppo industriale. La distopia può diventare critica verso se stesso, in questo modo scongiura la possibilità di diventare mito della fine. Livello di attualità della distopia: non vuole wessere profetico, nell'esagerazione di certi difetti, vuole indicare qualcosa che va evitato. Tuttavia se osserviamo alcune distopie come 1984 di Orwell o 2001 di Kubrik, nel momento in cui si parla di un futuro che è stato superato, si può verificare quanto gli autori ci abbiano preso, come abbiano visto in maniera perspicace l'evoluzione di fenomeni in corso. Impatto antagonista e polemico rispetto alla realtà. Quanto al rapporto con la realtà che va misurato e valutato, la distopia può rimanere all'interno di una funzione e intrecciare distopia e utopia o può mostrare esplicitamente che quello di cui parla è un'allegoria. Rintracciare il vero significato rispetto alla realtà. C'è una distopia più seria, modellata sulla struttura del tragico, come opposizione determinata a un determinato sistema, può esserci la distopia umoristica, che guarda alla fine del genere umano con una sorta di umorismo nei confronti della pretesa del genere umano di essere al centro dell'universo. Accanto a quadrato di Kreimas, si può proporre un altro tipodi griglia che si può sovrapporee, in cui troviamo la distopia: tragica, ambigua, umoristica e allegorica: (vedi schema) Thoma Moore, parla nella prima metà del 500 di un'ISOLA. Uno dei luoghi che sembra assumere la valenza di un topos. La distopia sembra iniziare quasi insieme all'utopia della quale da una parte rappresenta il rovescio, sempre misurato a partire dal rapporto con la realtà. l'utopia porta un'idea di perfezione, la distopia prende la rirezione contraria e se ne allontana in senso peggiorativo. L'utopia è un luogo che non esiste, racconta una perfezione che non esiste, non è dato raggiungerlo. Sempre con l'idea del luogo inesistente troviamo due secoli dopo More, i viaggi di Gulliver di Swift. Attraverso una forte sfida all'antropocentrismo. Siamo nel 1726, anche qui incontriamo un'isola. L'idea utopica c'è nella natura, in questa vita armoniosa, in contrapposizione alla disarmonia del mondo. L'imbarbarimento che viene raccontato in realtà è lo specchio del giudizio morale, non ancora determinato dall'evoluzione. Volendo tracciare una storia di antecedenti incontriamo questo testo di swift, ma si tratta quasi di una satira satirica. Tutti gli aspetti di critica alla realtà solo collegati a un giudizio morale. Marchese de Sad. Il piacere del sadico, prevede che l'altro non provi alcun piacere. Contrapposizione tra piacere e dolore che ci fa vedere un fondo distopico in questa crudeltà, svelata come caratteristica dell'essere umano (tratto distopico). Proprio nella contrapposizione tra piacere e dolore possiamo vedere la contrapposizione tra fatti utopici e distopici. L'isola torna in altri autori: l'isola è un luogo che si allontana dalla società, ambiente protetto rispetto al resto della civiltà. Essendo lontana e sperduta si può immaginare un altro tipo di convivenza. Modo di vivere diverso. C'è un nodo che riguarda la politica, la vita sociale, il sistema borghese viene visto nei suoi aspetti negativi, da cui l'isola si allontana perché sull'isola si può trovare una condizione del tutto sganciata. Viene messa in discussione l'organizzazione borghese della vita. Il naufragio porta a confrontarsi con una possibilità nuova di esistenza. Proprio perché all'isola si arriva attraverso un naufragio a questo genere si è dato il nome di romanzo marinaresco. Es: edgar Allan Poe...... giunge in un'isola sperduta muovendosi attraverso l'altartide. Differenze che da un lato descrivono il lato oscuro della razza umana sulla terra, dall'altra si vorrebbe parlare del miglioramento, ma si ferma. Questo testo può essere preso in considerazione per mostrare l'intreccio che c'è tra utopia e distopia. Spesso si tratta di un intreccio. La realizzazione dell'utopia si trasforma in utopia. La nostra realtà non può arrivare a quel luogo irraggiungibile. La distopia non può fare a meno dell'utopia. Fortuna che l'isola come scenario letterario ha avuto per secoli. Anche nel 900, troviamo idee di utopie finite male, e che si scontrano con il mondo duro. Es: l'isola di Hazley del 1962. L'irraggiungibilità. L'essere sperduto consente lo sviluppo di una civiltà del tutto altra rispetto a quella che conosciamo. La civiltà costituisce una sorta di fusione tra la civiltà orientale e quella occidentale. C'è un equilibio che è stato raggiunto, tuttavia lisola non regge l'assalto del mondo civilizzato e del petrolio. Nelle ultime pagine vediamo la fine di questo sogno. Coicidenza tra modernità e il petroliocome sinìmbolo e sintomo di un mondo che va in contro alle crisi climatiche. Tutto un filone della letteratura che tocca e si sovrappone alle opere che trattano del cambiamento climatico sia stata nominata come "petrol fiction". Possiamo anche andare a cercare tutta una serie di testi un cui si racconta delle conseguenze e dell'impatto che il petrolio ha avuto nella vita degli uomini. Il progresso è uno dei temi al centro dell'attenzione delle utopie e distopie. Sia come progresso in senso tecnologico come sviluppo insustriale, sia anche come progresso elgato a un certo assetto della società. C'è da una parte la scienza, òa tecnologia e le ripercussioni di questo sviluppo che vanno a nutrire tutte le distopie che hanno una vicinanza alla fantascienza, dall'altra parte, si può insistere sull'assetto sociale, sulla costituzione politic a di una società che ha portato avanti questo tipo di progresso tecnologico e lo vede come qualcosa di positivo. Se da una parte possiamo osservare l'intreccio tra utopie e distopie, dall'altro pissiamo considerarne anche la differenze nei tratti più tipici. (isola scenario di molte utopie), mostrare come la società attutale in realtà si differenzi da ciò. La distropia tende ad allontanarsi dalla società ideale nel tempo. Abientate nel futuro, tanto che si potrebbe parlare di una discronia. Questa ambientazione ci dice che nel futuro si intravedono dei problemi, legati all'idea di progresso. Andando a osservare la storia dell'Europa, il progresso è stato ciò che ha fatto muovere la classe sociale della borghesia. Il modello politico è quello affermatosi con la borgesia. Messa in discussione di questo presuunto progresso nella sua sicurezza di procedere all'infinito verso l'accrescimento del progresso. (magnifiche sorti progressive). Nella proiezione futura si vuole vedere se ne valga la pena. L'idea della tecnoloia impazzita. Le macchine che mettono gli esseri umani nella condizione di schiavitù è in polemica con il progresso. Timore che lo stesso mobimento che ha portato la borghesia in avanti possa con uno stesso movimento capovolgere nuovamente la situazione. Macchine che sovvertono la gerarchia. Timore di una perdita di potere politico. In tutte quelle trame in cui vediamo l'alieno, il diverso che arrivano e mettono in pericolo l'assetto sociale e esistente, possiamo individuare una perdita di controllo. Elementi che vengono tematizzati nella letteratura scientifica dove le scoperte tecnologiche e scientifiche mostrano il loro lato più oscuro. Uno dei testi capitale è un testo della fine dell'800 intitolato la macchina del tempo di Wells. Troviamo un iaggiatore nel tempo che arriva a Londra (lontanissima nel futuro) dove però sono cambiate poche cose dal punto di vista dello scenario. Il tamigi ha cambiato unpo' il suo corso, male cose sono tutte al loro posto. Prima impressione del viaggiatore è che tutto sia mogliorato e che il progresso abbia portato benessere per tutti, però intervengono dei segni a mostrare tracce di decadenza, anzi si vede come questa esistenza abbia un rovescio inquietante. Popolazione che emerge dal sottosuolo e che minaccia con la sua presenza questa umanità così idillica. Insicurezza della vita. Tutto ciò non fa altro che rovesciare l'idea del progresso e di un equilibrio ragiunto. Questa differenza viene proposta come una differenza tra quello che hanno e quello che non hanno. Il viaggiatore per sfugire a tutto questo va più avanti e arriva in una fase in cui tutto si è consumato. Al viaggiator enel tempo non resta che tornare a casa, in modo che si possa con la sua conoscenza delle cose viste nel futuro cercare di aggiustare il tiro. Nell'epilogo troviamo un finale aperto, sta alla responsabilità di tutti far si che questo viaggio fatto nel tempo non sia quello di tutta l'umanità e che si intervenga per tempo. Tematic adella tecnologia e del progresso. Apocalisse dell'umanità. Altro testo: Foster, la macchina si ferma 1928. Quello che viene messo sotto osservazione è il progresso per mettere in guardia l'onnipotenza dfella tecnologia. Si immagina una tendenza a soppiantare gli esseri umani con le macchine. Se da una parte c'è un'avversità verso la macchina che sostituisce l'uomo, sottolineata anche da McEwan, parlava di sviluppi tecnologici che intupidicono gli esseri umani. Idea positiva liberazione dal lavoro, dall'altra c'è l'idea della soggezione degli esseri umani alla macchina, percui senza risultalo incapaci di svolgere alcune funzioni. Se da una parte c'è un aspetto positivo del progresso, dall'altro c'è il rischio che questo affidarsi alle machhine comporta. Idea della rivolta degli automi contro gli esseri umani, idea che questo controllo delle macchine venga perso e che l'umanità ne sia soggetta. In "la macchina si ferma", l 'ambiente esterno è costituito dalle macchine, medium totale.problema dell'energia che è esauribile. Tutto inizia a guastarsi, i corpi ritrovati grazie al fatto che la macchina si è guastata sono però meri corpi, inferiore alla potenza della macchina. Lo sviluppo tecnologico ha come conseguenza la perdita di se, distopia della crisi catastrofica, legata alla manacanza di energia. Se finisce tutto, finisce il mondo. Ma è una fine che lascia spazio a qualche ipotesi di speranza, ci sono spazi di celo incontaminato che fanno pensare a un ritorno della natura, energier che siano meno esauribili. Rouge di Chavek (opera teatrale), colui che ha inventato il termine robot, che viene dalla lingua ceca, dove il significato che ha è proprio quella di lavoro. Il robot ha l'idea di fatica, serve a liberare gli esseri umani dal peso del lavoro. Idea utopica, ma la disillusione è dietro l'angolo. Deperimento degli esseri umani. La distopia ha la forma di antidistopia, perché si apre uno spiraglio positivo, viene riconosciuta una capacità di provare sentimento. La creatura artificiale si ribella (mary shelley), c'è anche uno sconfinamento rispetto alla soglia di ciò che è umano. Chi scrive attribuisce alla macchina sentimenti propri della natura umana. Es: macchine come me di mcewan. La macchina ha delle emozioni, il suo padrone e la sua amica hanno attivato la macchina e hanno dovuto istruire a determinate caratteristiche sentimentali. Il sopsetto del protagonista Charli è che nel momento in cui partecipa alla costruzione di Adam abb, Miranda abbia costruito il suo uomo ideale. e infatti lui si innamorerà di lei. Spesso il finale è il ritono nostalgico di una dimensione umanistica. Questo filone della distopia del progresso si associa al tipo di assetto politico e sociale che ha sviluppato il progresso. I totalitarismi mettono in luce come il progresso infinito si risolva come una crisi infinita. Tema della fine e della distruzione, dell'apocalisse. Una delle opere in cui si può anticipare sono le operette morali di Leopardi, in cui viene tematizzato questi. Leopardi fa dire al folletto una serie di cause della distruzione che possimao riscontrare in tutta la storia dell'umanità, il folletto dice "gli uomini sono venuti a mancare, guerreggiando tra loro... parte restando nell'ozio... infine di fare contro la propria natura" istinto alla distruzione che ha qualcosa di umoristico, ma anche di distopico. Altro testo: last men 1826, mary shelley. Testo ambientato dal 2100, in cuinon è cambiato quasi nulla rispetto al primo 800, si racconta di un uomo sopravvissuto. Le cause sono mediche, c'è stata un'epidemia che ha portato a questa desolazione. Ci sono pochissimi sopravvisuti in uropa e quest'uomo va alla ricerca di esseri umani per costruitre una società. Se in Frankeintain i tratti distopici sono meno presenti, si parla di progresso, di generare la vita, c'è più umanità e il giudizio è più morale. Nell'ultimo uomo la posizione è più radicale. La fine del mondo coincide con la fine di un mondo. Il fatto che non ci sia più il mondo a cui quest'uomo era abituato viene letto come la fine di tutto. 14/10 Nella distopia troviamo descrizioni della fine del mondo o del genere umano, in chiave polemica dell'antopocentrismo. Ci sono due grandi macrotemi, uno è quello del potere assoluto del totalitarismo, tema molto ampio e variato, non solo nella distopia, ma in generale, in cui si guarda al potere dal punto di vista politico e come la società possa diventare quasi arretrata e sfiorare l'imbarbarimento nel momento in cui si affermano questi poteri. Si potrebbe fare una distinzione cronologica tra le distopie distopiche e dagli anni 80 in poi questa tematica si innesta su una tematica che riguarda la corruzione della vita degli esseri umani sul pianeta, legati alle catastrofi ambientali. Nel caso del futuro immediato si è affermata un'altra etichetta ovvero speculaty fiction, indaga sui problemi imminenti, analisi critica del presente guardando il futuro più immediato. Mussioli individua queste distopie che riguardano i problemi assoluti dispotico-distopico. Vede un antecedente in Franz Kafka, che è riscoperto e riletto in chiave distopica in molti dei suoi romanzi e racconti. L'opera che racconta è il processo di Kafka. Il potere è insindacabile, a cui non si può arrivare. Parte dell'atmosfera claustrofobica dipende dal fatto che questo potere è invinibile, ineluttabile. Non si capisce quale sia la legge violata. L'accusa vale già come una condanna. In qualsiasi sistema democratico fa saltare la regola del processo. In Kafka c'è tutto questo perché c'è l'idea della legge che da una parte po\' essere vista come la legge biblica dell'ebraismo a cui guarda essendo la sua famiglia ebraica. Dall'altra molto chiara è la valenza di questa condizione come fotografia della burocrazia che blocca la vita nella società. Tutto questo crea una situazione distopica, c'è il male che sopraffà il bene, ma può essere considerato un antecedente e no un modello coincidente perché l'origine ha qualcosa di inquietante dal punto di vista del protagonista e della sua serenità interiore. Nella metamorfosi di Kafka non è espilicitata la condizione del potere. Dimensione che travalica nell'incubo, da l'idea della narrazione quasi distopica. Nella vita dei personaggi troviamo nei tratti che ritroviamo nelle distopie. Un altro racconto a cui si può mensare: nella colonia penale. Il fuoco è sulla legge e sulla violenza della legge che non tutela la vita dei cittadini, ma vista come espressione del potere. Il condannato si sottopone a una macchina che incide la motivazione della condanna sul corpo del condannato, il quale solo alla fine capisce il motivo della condanna. Ci sono elementi interessanti perché il braccio del potere che guida la macchina si sottopone alla scrittura e alla fine la macchina si rompe. Il romanzo si presta aletture diverse: antiprogresso, antitecnologie, ma nella macchina che si rompe è possibile vedere una sorta di lieto fine, ma il finale non ci viene raccontato, percui potrebbe anche rappresentare la fine di quel mondo. Quello del dispotismo all'inerno della distopia è un tema che prende di mira il potere o le diverse forme di potere esistenti nel mondo. È molto chiara la funzione critica della distopia, che sembra allontanare il futuro e prendere la distanza tipica della fantascienza in cui le coordinate sono cambiate rispetto al mondo reale, presenta un tratto di riflessione sul presente e sulla firma dei poteri polici e in questo assolve una narrazione distopic a in funzione critica nei confronti del presente. Se le situazioni raccontate possono apparire distanti dalla nealtà, sono deformazioni negative della realtà che si presentano come monito dei lettori del presente, affinchè quella presentata non diventi una profezia e che si faccia inmodo che quella situazione non si realizzi. Proprio perché le distopie hanno questa funzione critica, possiamo leggerle come una critica, sopratuuto quelle che riguardano l'inizio del 900, contro i due possibili modi di articolazione del potere: comunismo vs capitalismo. Prendono di mira l'uno o l'altro dei sitemi. Una delle opere da prendere in considerazione è il tallone di ferro di Jack London. Descrive una sorta di tirannide borghese messa in atto negliStati Uniti, viene fatto emergere un volto violento del capitalismo, che si presenta ocme un potere minaccioso che ricorre alla forza e alla violenza che ha qualcosa di primitivo nascosto sotto la forma delle buone maniere. Le sue parole d'ordine sono guadagno e potere, in nome delle quali si calpestano i diritti di molti esseri viventi. La vicenda è ambientata in un futuro immediato che vuole mostrare come il pressente tenderebbe a svilupparsi se non si ponesse qualche ostacolo e degenerebbe in un conflitto aperto. Idea di una globalizzazione forzata che ha un risvolto macabro. In questa distopia si trova alla fine uno spiraglio aperto per una situazione utopica positiva. Uno scenario simile si trova in singher Lewis: qui non è possibile. Ammonizione a sorvegliare sui valori della democrazia perché non sono da dare per scontati. Anche qui siamo in ameerica. Si è preso un dato e lo si è ingigantito. Qui è il fascismo che si afferma e ha tutte la caratterstiche negative di un potere totalitario, chiusa la stampa, perseguitate le minoranze etniche e religiose e si trovano una serie di strutture fino alla presentazionedei campi di concetramento (siamo nel 1935). I campi di concentramento non li troviamo in america, ma in europa. Fotografa una situazione che di lì a poco di sarebbe creato. Il titolo è un asorta di ritornello che passa di bocca in bocca su coloro che non poensano una cosa del genere possa accadere in America e che non si arriverà a delle strutture pericolose. Accanto a questa tipologia di narrazioni tende ad affermarsi il filone che prende di mira il comunismo in russia e l'idea che in realtà la rivoluzione rusa ritenga di aver costruito un'utopia, ma questa si trasforma in una vera e propria distopia perché non esiste un'utopia nel momento in cui certi valori anche positivi devono essere imposti con la forza. Nel momento in cui c'è un'appiattimento dei valori che vengono inculcati in modo forzato, anche un'idea positiva si presenta distopica. Zamyatim dovette allontanarsi dalla Russia, per aver preso posizione contro il sistema, sove riuscì a pubbliccare due anni dopo con il titolo: Noi, 1924. Già il titolo ci deve mettere sull'avviso, perché può essere una parola che può dare coraggio, ma già presenta l'appiattimento, presentato nella maniera brutale, le persone non hanno più un nome, ma un numero per identificarsi e hanno delle uniformi. Persino i pensieri sono ridotti a formule matematiche. Raffigurazione spaventosa e pare che non ci siano scappatoie, ma c'è l'impulso sessuale che scappa da questo tipo di sistema che ha imbalsamato la vita delle persone. C'è il tema dei guardiani, gli occhi che vigilano a questa condizione, in cui si applica l'idea di Fucault: in cui vede l'organizzazione dello spazio come carcere. Sono luoghi eterotopici in cui la sorveglianza ha come fine quello di punire ciò che non è entro le regole. In questa ditopia troviamo un'opposizione a questa standardizzazione. L'obiettivo non è solo il potere sovietico, ma anche i guasti del sistema sovietico, sottolineare il rischio di tutto questo progresso. Il noi del titpolo significa che l'io non esiste. Se in una lettura iniziale si può intendere una idea di comunità, diventa una cancellazione dell'identità proria. L'io non esiste se non in una dimensione d'insieme, ottenuta con la forza, non è una scelta. Altri romanzi distopici-dispotici: si tratta dei romanzi scritti da tre autori che formano una sorta di canone: Axley, Orwell e Axley :il nuovo mondo, preso dalla tempesta di Shakespeare. Questo nuovo mondo in realtà è distopico. Ha come bersaglio non soltanto la situazione attuale, la vita e organizzazione della vita sociale, ma anche è una riflessione polemica slla possibilità dell'utopia. Quelli presi in considerazione sono i topoi classici dell'utopia. Ugualianza non è qualcosa di positivo se presentata come in questo romanzo. Società presentata ocme una catena di montaggio, polemica verso il sistem acapitalistico e al sitema di produzione. Questo porta a considerare le conseguenze del progresso e del sistema di vita. È un mondo in cui la vita viene creata artificialmente. I ricordi non sono riferiti alla madre, ma alla figlia. Ogni individuo in questa società che è efficiente, ogni individuo viene creato per uno scopo preciso, tutto è già deciso. Idea distopica rispetto all'autodeterminazione umana. Questa società del futuro è una società distinta in classe, ogniuna delle quali distina dalle lettere dell'alfabeto. Idea di una società stabile, ogniuno è felice, ma di occupare la sua casella e occupare il suo porsto. Soppoposto a una sorta di indottrinamento, in una sorta di ipnosi. Come strumenti per continuare ada vere una società così stabile non si rifiuta a somministrare alcune droghe che servono a far stare tutti tranquilli. Oltre a prendere una posizione polemica contro il capitalismo prende di mira anche i topoi delle narrazioni distopica. L'utopia quando viene raggiunta espolde e si dissolve nella distopia. Se non desiderano muoversi da quel posto, non è in realtà un bene, ma si trasforma nel suo contrario. La voce esterna è la voce di un selvaggio che parla per citazioni Shakespeariane. C'è anche un riferimento al nostalgico, al tratto umanistico che viene simboleggiato attraverso il patrimonio letterario e che mostra in questa tragedia distopica una sorta di nostalgia verso il passato. La riflessione che viene indotta in una modernità apparentemente funzionante, che può sembrare positiva, ma che mostra un volto che fa rimpiangere quel passato rispetto al quale la modernità della distopia si mostra come una veste migliore. C'è una rappresentazione di quella società dello spettacolo nel suo lato più becero. Manipola le menti. Rappresenta un potere che in modo meno violento e più lento e altrettanto subdolo arriva ad esercitare un potere paragonabile a quello dei regimi totalitari. Orwell 1984: capovolgimento della data in cui è stato scritto (1948), il futuro non è molto lontano, l'obiettivo polemico è il tregime sovietico. Si tratta di un anno che per noi è largamento sorpassato rispetto al futuro che rappresentava per Orwell. C'è questo occhio (sorveglianza del potere),che incontriamo anche nel racconto dell'ancella di Margaret Atwood. Il potere controlla in uno scenario mondiale, che dopo una guerra è stato diviso in aree di influenza divere: Oceania, che comprende anche l'America e poi c'è l'Eurasia e l'estasia. La condizione della guerra non viene mai superata. Regime di polizia che sorveglia tutto, ci sono i proletari ghettizzati nei loro quartieri. Come nel processo di Kafka anche qui si può essere portati in luoghi in cui si viene trasformati in Unperson. Il potere controlla le mente, funzione manipolativa. Ci troviamo in una situazione tipica delle narrazioni distopiche. La condizione dei personaggi è molto vicina a quella solitudine dell'ultimo uomo. Viene raccontato il disagio di quella solitudine planetaria. Il testo di Orwell benchè superato nell'anno, continua ad avere molti risvolti attuali. Stato perenne di guerra, che genera confusone, un disagio legato all'intercompensibilità. Previsionismo della storia che non ha niente a che vedere con la dimensione della storia di cui parlava Eden Withe? Portava avanti un'idea di storia come dimendione narrativa. Affermava che il lavoro dello storico fosse molto simile a quello del romaniere. Lo storico deve dare un significato ai dati e questa attività la chiama messa in plot. Fa vedere come uno stesso evento possa essere raccontato in maniera diversa in mase alla relazione ai diversi eventi. Se agli storici si dicesse che il loro lavoro ha a che fare con il mito salterebbero dalla sedia. La storia pur possiando su dati certi non può essere associato all'oggetività della scienza. Ultimo autore : Bradbury: farenait 451, temperatura a cui brucia la carta. Parla di un rogo. Da un lato c'è la iper dominazione della tv interattiva, medium avvolgente, in cui tutto si muove e lo spettatore stesso è avvolto dalla tv. Ci sono fiugure inquetanti di pompieri che anziccè spegnere gli incendi li appiccano. Quella che ha vinto è la cultura dello svago e dell'intrattenimeno e il libro viene a perdere totalmente di significato in un equilibrio tutto teso sul consumo. I libri hanno perso il loro appeal, non vengono venduti e quindi bruciati. Una cosa simile si trova in Auguser nel paese delle piccole cose. i libbri vengono bruciati per produrre calore, legata alla sopravvivenza degli esseri umani: perché le storie aiutano a vivere. Il ruolo dei libri dipende dalla situazione di precarietà della vita. C'è anche una tirata satirica perché vengono bruciati quelli che non servono. Sopravvivenza di alcuni libri rispetto ada ltri. Si pubblicano un sacco di libri che non servono a niente. Se i libri hanno perso il loro appeal che bisogno c'è di bruciarli? Qual è il pericolo? Una delle idee sembra essere quella platonica che i poeti venissero scacciati dalla città ideale perché raccoontano queste farse. Anche nella società descritta da Bradbury ci sono delle voci dissenzienti, c'è un residuo umanistico molto forte. Società fragile che potrebbe rovesciarsi. I libricontro cui il potere si accanisce sono i libri che sono stati quelli costitutivi dell'aprendimento scolastico. Si vuole cancellare tutto un modello precedente e tra questi il libro dei libri ovvero la bibbia. Nella magli si intravede la possibilità di un cambiamento. Possibilità di salvazza nel finale. Il testo di B. può essere visto come una antidistopia. Da questo romanzo è stato tratto un grafic novel che racconta nella modalità del fumetto la trama di Farenait. 16/10 Altro esempio è quello del romanzo di Margareth Atwood : il racconto dell'ancella. Si parla di una distopia legata alle questioni ambientali. Inquinamento della terra che ha portato all'infertilità maschile e femminile. Il romanzo è ambientato nella repubblica id Guilad con una forte connotazione religiosa. Riguarda la condizione della donna. L'autrice si è spesso difesa dall'etichetta di autrice femminista.ma quello che lei fotografa e l'abuso del potere e l'uso della violenza. Nelle figure femminili posiamo vedere rappresentare tutte le minoranze. La società è divisa in caste, ci sono gli uomini che detengono il potere e verso di loro tutta la collettività si adopera perché costoro abbiano una vita agiata e venga assicurata la prosecuzione della specie. Ci sono delle donne fertili a cui viene dato il ruolo di ancella e deputate a partorire i figli dei comandanti, ma spesso l'infertilità non è solo quella delle mogli, ma anche dei comandanti stessi. Se non riese entro tre tentativi vengono mandate in delle colonie a smaltire rifiuti tossici, cosa che le porterebbe in breve tempo alla morte. Accanto alle ancelle ci sono altre figure femminili: le zie che sono una sorta di organizzazione di sorveglianza, e poi ci sono le Marte, delle speci di domestiche e poi ci sono le mogli delle famiglie non particolarmante abbienti. Il sistema di sorveglianza è molto forte e riguarda non soltanto la funzione di alcune donne, le zie, ma anche dagli uomini. Punisce tutti quelli che si ribellano a questo sistema. Ci sono delle case chiuse fi prostitute tra cui l'amica di una protagonista. Tutte le ancelle prendono il nome del comandante presso cui lavorano. Offread è il caso di questa amica, che può signnificare anche Ov Frad: proprietà di Fread. Chi contraddice questo ordine diventa delle non donne, richiamo ai non uomini di Orwell. L'organizzazione del testo da anche conto di una questione problematica. Come è possibile che si riesca a scivere se le donne sono state private dei mezzi per scrivere e come è possibile che questo resoconto sia giunto sino a noi. Nella postfazione sappiamo che il resoconto che abbiamo letto riguarda un tempo passato. Siamo nel 2 secolo del 3 millennio. Si lascia in sospeso quale sia il tipo id organizzazione dle presente. Convegno di storici che hanno ritrovato queste noizie e ne discutono. La distopia sembra finita, ma dall'altra abbaimo un'incertezza degli storici al convegno. Non mancano le somiglianze tra la ocndizione della vita delle donne a Guiliad e il tipo id regime che ricorda quello iraniano. C'è un finale che non consegna ad una situazione di tranqillità. L'altra grande questione è la prospettiva ironica e satirica che può guidare la narrazione distopica. Molto spesso '\'ironia riguarda il progresso, vengono create delle caricature del progresso, con l'idea che il progresso non sia sempre qualcosa dipositivo, dal punto di vista della crescita e del bisogno psicologico. Il codice di perelà scitto da palazzeschi è futurista 1911. La situazione viene a subire una sorta di torsione ironica. A Perelà, uomo di fumo tenuto sulla terra solo dagli stivali viene chiesto un codice. Possibilità di cambiare le regole del vivere sociale, questa possibile utopia si scontra con l'impossibilità. Quello che avviene non è una riorganizzazione più felice del mondo perché quello che accade è una fuga da qualcunque regola. Ciò significa che Palazzeschi può essere nominato tra coloro che sostengono la tesi dell'impossibilità dell'utopia, destinata a infrangersi nel suo contrario. Quando la ditopia ha tratti ironici e caricaturali si mostra come rovescio dell'utopia. **Dissipatio H.G**. evaporazione del genere umano. Romanzo pubblicato postumo. **Guido Morselli** si suicida. È un autore che è stato riconosciuto dopo la sua morte. Ha vissuto più di una volta la frustrazione di vedere rifiutati i suoi testi. In contrapassato prossimo si racconta un diverso esito della prima guerra mondiale, con un intermezzo critico costruito come un dialogo tra autore e editore. Ripone una serie di ostacoli rispetto alla pubblicazione del suo romanzo. **Finale di partita**: (1957) testo teatrale in cui Beckett racconta una partita giocata dal genere umana in cui questo sembra destinato alla sconfitta. Il teatro di B è definito dell'assurdo. Le battite dei personaggi sono in contrasto le une con le altre. Il linguaggio è diventato pretestuoso, manifesta che non c'è coerenza, nonc 'è una comunicazione possibile. Ma anche qui non è ancora la fine fien. Se c'è una narrazioen seppur frammentaria e incongruente c'è ancora qualcosa che sopravvive. La frammentarietà del linguaggio è proprio una ocnseguenza della consapevolezza distopica. Tutto è finito e il linguaggio è in frantumi, abbaimo stralci di conversazioni. Quello che dimostra è che a portare al'estremo una situazione negativa si arriva al contrario della narrazione, ma che rimane comunque una narrazione seppur insignificante. Molte della ironia che troviamo nei testi distopici si avvicina alla condizione della scrittura fantascientifica, questo un altro aspetto che può essere sindacato. Il rapposto che c'è tra fantasia e fantascienza. Si possono rivelare alcune differenze. Questi disastri raccontati nelle distopie portano ad un ritorno primitivo e primordiale. È come se tutto il progresso venisse visto nel suo tratto negativo e distopico e questo soprattutto verso la fine del 900 diventa un disastro che intercetta un rapporto sbagliato con la natura. Il rapporto sbagliaot con la natura è presente in molte distopie che riguardano la natura o per un uso sbagliato della tecnologia, che causa delle terribili conseguenze raccontate nelle distopie. Alle distopie totalitarie, si sostituiscono le distopie che riguardano i disastri naturali. Le catastrofi sono di vario tipo e riguardano tutti gli elementi naturali: glaciazioni o desertificazioni, inodazioni, malattie, fenomeni metereologici come uragani o terremoti o il fuoco per incendi. Ballad ha fornito nei suoi romanzi una gamma di possibilità di questi disastri e sperimenta diverse soluzioni rispetto alla crisi ambientale. In alcune di queste distopie riscontriamo un ritorno al passato. La crisi porta a scnari preindustriali, legati a una condizione primitiva che non viene letta in termini idillici, spesso le circostanze raccontano un primitivismo fatto di violenza. Un ritono al passato diventa anche ritono alla ferocia, imbarbarimento. I legami sono anche relazioni di forza, gli uomini si articolano in veri e propri clan, organizzazione primitiva, i clan in lotto gli uni contro gli altri per il predominio. Il bemessere e la tecnologia presentano un lato problematico: la trasformazione di queste persone ad uno stato non solo russeauniano. Obs: homo homini lupus. Carattere predatorio che troviamo in queesto romanzo. Aspetti problematici anche perché nel finale vediamo un altro condominio di recente costruzione e leggiamo una possibile replica di tutto quello che è avvenuto, qulla perocia che ha trasformato il primo condominio la vediamo in essere anche altrove. 18/10 Altri testi: Arancia meccanica di Antoni B. / In chiave femminista the famale man. Nei testi distopici che hanno taglio ironico, proprio perché l'ironia è trasversale, dice qualcosa attraverso un rovesciamento. Lo straniamento è un dispositivo che troviamo anche nei testi di genere fantascientifico. C'è un richiamo, a volte anche parodico, alla fantascienza. Distopie che raccontano dei disastri che inducono a una sorta di arretramento, regressione a una sorta di dimensione primitiva, segnata da rapporti non accostabili o affini a un mondo governato dalle leggi come siamo abituati. Siamo ad una contaminazione con la fantascienza quando i disastri raggiungono dimensioni planetarie, o quando gli stessi connotati ambientali non sono più riconoscibili ci troviamo in testi a cavallo tra la narrazione distopica e quella fantascientifica. Potremmo pensare al fantasy come una narrazione di quell'incubo in cui si rompa il patto sociale e si ricada in uno stato di barbaria. La fantascienza può essere considerata come la narrazione di qualche timore nell'immaginario degli esseri umani. Quando ci troviamo di fronte a coordinate non riconoscibili, c'è un effetto di straniamento. Altro romanzo: nel paese delle ultime cose, fine anni 80. Romanzo. Lunga lettera che la protagonista Anne scrive a un suo amico, ma drante la lettura ci dimentichiamo di questo stratagemma. Esperienza assolutamnete distopica dell aprotagonista che va in questo luogo, serrato tra le guerre che ci sono ai suoi confini. Lei va lì per cercare suo fratello scomparso e sapere che fine ha fatto. Entriamo con lei in questo mondo in cui la povertà e la condizione di disagio sono la norma. Anne trova ospotalità prima a casa di una donna che le insegna come raccogliere le cose. rifiuti che vengono ripersonalizzati però poi fugge da questa casa, dopo aver ucciso il marito di questa donna che durante la notte aveva cercato di approfittarsi di lei. anne poi entra in una biblioteca, la condizione è migliore rispetto a quello che accade per strada. Inizia una relazione. Anche qui si bruciano i libri, ma perché serve il calore, si scelgono attraverso una selezione tra libri brutti e quelli che vale la pena tramandare. Persino i corpi dei morti vengono usati per produrre energia. Si trova in una sorta di mattatoio dove a essere bruciati sono gli esseri umani. Incontra tutta una serie di personaggi tra cui Vivìctoria, in questa casa venivano portati quelli che si trovavano all\'estremo delle loro forze. con Vittoria iniza una relazione sentimentale finchè compare il suo compagno della biblioteca che lei credeva morto. Il finale rimane in sospeso perché questo gruppo di persone che ruota attorno alla villa della casa do cura cerca di tentare di andare fuori da questo paese. Sappiamo che oltre la città ci sono guerre e conflitti, non c'è da sperare in un lieto fine. Ferocia dei barboni e lotta per la sopravvivenza che non si ferma neanche davanti alla possibilità di macellare gli esseri umuani. Tema duro che ha molti tratti delle distopie. E poi c'è la sospensione delle leggi umane, generato nonda un potere che si erge a potere dispotico, ma dalla corruzione dilagante. E poi c'è la cancellazione della memoria della vita precedente. Impara a stare in questoa mbiente che è così lontano da quello che noi siamo abituati. Distopia regressiva in cui la società ritratta, in cui si è rovesiato qualsiasi segno di civiltà. Tema del capitalismo: merci che sono diventati rifiuti hanno un significato di critica. Altra tipologia di distopia, sono quelle che riguardano l'inumano. Noi ci troviamo sia di fronte a trame che cercano un colpevole per la situazione, sia questioni che riguardano lo statuto ontologico del mondo in cui si muovono i personaggi. Ci troviamo di fronte a distopie che immaginano anche i futuri possibile e vedendo le ombre di complotti. Anche qui Ballad scrive una serie di testi. Se pensiamo a Supercan, o millenium vivor, trame che presentano ambienti che sono isole felici dal punto di vista capitalistico del benessere, ssono ceti sociali abbienti, e protetti dal resto del modo, situazione che abbiamo visto anche nel condominio. Questi ambienti che sembrano paradisiaci ma poi si trasformano in un incubo. Il cambiamento delle situazioni e dei personaggi che sono menager affermati. Questa ispiegabilità dell'orrore può essere letto come critica a un sistema economico e politico in cui il vero volto è la violenza. Il vero volto del capitalismo è la violenza, motivo per cui esplode tra i personaggi appartenenti alle classi sociali più alte. La civiltà in cui noi pensiamo di vivere è solo una facciata che nasconde una brutalità primitiva. Che non manca di formare tra i personaggi dei legami anche di solidarietà, che sono tribali. La violenza è l'elemento più evidente in questi testi come anche in regno a venire che si svolge in un centro commerciale. unisce questi testi e ne fa delle narrazioni distopiche. Allontana dai tratti di umanità a cui siamo aituati. Un'altra idea che viene portata in questi testi, accanto alla presentazione e ricezione della violenza c'è l'indifferenza che è un motivo di critica nei confronti del mondo reale. Accanto a Ballad potremmo menzionare Dondelillo con testi come Cosmopolis, o rumore bianco (di cui c'è anche un film) e underworld. C'è uno sfondodistopico sempre polemico nei confronti del capitalismo, basti pesare alla dominanza dei rifiuti che ci sono in underworld. Anche in rumore bianco c'è una scena in cui il padre di questa famiglia che è costretta a fuggire per l'inquinamento dell'ambiente dovuto a un'esplosione chimica, il padre si trova attorniato da un vortice di rifiuti. Afferenza particolare alle distopie ecologiche. Tutta la vita è entratanel dominio della merce. Il problema è che il mondo che viene fotografato è molto vicino al nostro e non si parla di un mondo più o meno vicino, (quando è più vicino si parla di speculity fiction), in questo caso la fine è già avvenuta. Non c'è una fine, perché la fine è già posizionata nel passato e non resta che guardarne le derive. A queste possiamo aggiungere le distopie di complotto. Relazione tra la distopia e la fantascienza. La disopia può essere considerata come una parte, sottoinsieme in cui 'ambientazione nel futuro viene posizionat non nello spazio, ma il fututo di cui si parla è ambientata sulla terra. Si può immaginare un rapporto tra distopia e fantascienza osservando delle differenze: la scienze finìction seppur attirata da una prospettiva negativa tende a liberarsi da questa idea peggiorativa che vuole raccontare. Se la fantascienza ha come fondamento il meraviglioso scientifico, quello che racconta è una tecnologizzazione del mondo che tende a esaltare lo sviluppo tecnologico che ha del meravigliso, non si insite sull'aspetto alienante e pericoloso, ma sull'idea di progresso. A questo si lega anche l'attivismo dei protagonisti, capaci di reazioni, esaltazione delle attività umane, della capacità di relazionarsi alle macchine. Tutte le previsioni catastrofiche in realtà non hanno ragione di esistere perché la possibilità di raggiungere delle capacità che gli essere umani da solo non hanno, ma che potrebbero avere grazie alle macchine, delegittima tutte le proiezioni catastrofiche. Nella fantascienza c'è una tendenza alla saga, alla ripetizione, e a immaginare nuovi inizi, non immagina la fine. Questo non vuol dire che non ci sia almeno un numero di testi che indaga criticamnete il progresso umano come accade nel caso della fantascienza umoristica. Riesce a contenere il peggio, riesce a raccontare anche delle catastrofi, ma attraverso la chiave antiantropocentrica e quindi una prospettiva che considera di poco peso la scopmarsa delgi esseri umani sulla terra. Proprio perché la fantascienza si occupa di orizzonti più ampi: gli orizzonti scuri della distopia, quando ci troviamo a considerare questi orizzonti nella dimensione tipica della fantascienza, sembra che quella catastrofe possa far inclinare le narrazioni verso la distopia. In realtà spesso in queste narrazioni quando la narrazione si estende a mondi extraterrestri, la dissopia viene a trovarsi compensata. Filiph Dick.1965, le tre stimmati di Palmer..... tema dell'emigrazione su altri pianeti e la noia che la vita extraterrestre ha portato e ha reso frequente l'uso di droghe e sostanze stupefacenti. Diffonde un potente allucinogeno che una volta assunto porta tutti coloro che ne fanno uso a immergersi nell'universo di Palmer. Testo visto sia dal punto di vista filosofico religioso, ma anche da un punto di vista economico politico. Sorta di allegoria per la globalizzazione. Vediamo come utopia e distopia si intrecciano e non c'è utopia senza il suo opposto. Ursula Leghin: la falce dei cieli anni 70. Tematica della distruzione nelle sue varie declinazioni, legate alle catastrofe epidemiche o ambientali, legate alle guerre, ma anche quando tratta il tema dell'alienazione in quanto dipendenza degli esseri umani dalle macchine. Proprio perché la fantascienza immagina uno sviluppo meraviglioso della tecnica il pericolo si nascondo nello spodestamento di ciò che è umano da ciò che è artificiale. Timore di essere sostituiti. Questo da adito a situazioni di confusione. Il rapporto tra esseri umani e esseri artificiali è piena la narrativa di Asimoph e di Dick. Possibilità di non distinguere più gli esseri umani dagli androidi, romanzo di Dick del 68, che ha dato l'imput a blade rumnner: ma gli androidi sognano pecore elettriche? Interessante per esplorare i rapporti tra esseri umani e esseri artificiale. Sono stati spinti ad abbandonare la terra con una carota che è rappresentata dal dono di un androide. Si lega al filone narrativo che vede la macchina come servitore dell'uomo. A quelli che sono rimasti sulla terra viene dato un corpo di polizia che è un cacciatore di androidi. Bisogna capire il perché questi androidi si sono ribellati (tema tipico) e sono tronati sulla terra. Ci sono delle forze di polizia che devono cacciarli e ucciderli o ritirarli. E sulla terra sono rimasti anche i cervelli di gallina. Uno dei quali Isidor ci racconta delle grandi verità in merito alla solitudine degli esseri umani e al bisogno di contatto. Rapporto tra gli esseri umani e la macchina diantagonismo, ma anche confusione che di per sé è un tratto distopico. Inesistenza degli animali, tanto che possederne uno è uno status simbol e anche questi vengono riprodotti. Dubbio sulla reale natura delgi animali. Una sospensione della capacità di decidere se si tratta di esseri umani o artificiali che diventa così pervasiva da colpire il prot stesso. Per capire se si tratta di androideo esseri umani ci sono dei misuratori iìdi empatia. Hanno imparato a rplicare le nozioni e la sfera dell'emotività umana, ma devono processare e ci mettono più tempo. Replicare i comportamenti: in blade runner gli androidi prendono il nome di replicanti. Vengono inserite delle questioni quali la capcità di amare o fare sesso con gli anroidi. Sorta di nostalgia attribuita alle macchine di non poter procreare. Offman: in un racconto come l'uomo della sabbia 1816, racconto che Freud usa per descrivere il perturbante. C'è una figura femminile Olimpia di cui il prot si innamora che scopriamo si tratta di una bambola, di una creatura artificiale. crea una sensazione di sorpresa. Il perturbante mette insieme ciò che è familiare con ciò che non lo è. Movimento nella recezione di chi è colpito da un effetto perturbante. Ciò che era familiare diventa quello che Francesco orlando traduceva come il sinistro, inquietante. L'effetto che la confusione tra uomo e macchina genera può costituire un elemento distopico. Altro esempio: Marge Piercy che nel 1991 scrive un romanzo: \--..... riscrittura in chiave femminista della storia del golem. Le narrazioni del golem si sviluppano con la parabola della ribellione del golem al servitore che è il rabbino perdita di potere che diventa una minaccia per la comunità. Salvaguardia di fronte agli attacchi delle comunità ebriche. La riscrittura di M.P è in chiave femminista. A essere creata è una donna. Colei che la crea è lei stessa una donna e l'ambientazione è diversa. Ci troviamo in un mondo in cui l'inquinamento ha reso possibile la vita nelle città a meno che non siano coperte da sfere che proteggono l'aria. Queste città sono organizzate in federazioni chiamate le multi dove c'è un'altissimo uso della tecnologia e dove viene creato un golem da una informatica Shira. E anche qui la creatura si incupisce perché si rende conto nel confronto con l'umano che non gli vengano riconosciuti alcuni tratti. Decide di distruggersi, come sorta di gesto di solidarietà per la sua specie affinchè non ci siano altri come lei e che non vivano le stesse difficoltà identitarie. Sovrapposizioni tra scienza e narrazioni distopiche. C'è un Dick il cui titolo è Time slip. Accanto a questa idea della sovrapponibilità tra fantascienza e distopia c'è un'altra tipologia di narrazione e che prende in esame il rapporto tra distopia e realtà. non serve immaginare mondo fantascientifici. Basta la realtà a dare trama. Ritoccare la realtà basta a nutrire e alimentare le fantasie distopiche che possono diventare romanzo. La categoria di romanzi che possiamo considerare sono quelli che parlano della dìrealtà di un fatto storico che non può essere messo in discussione.ci possono essere ditopie che riguardano il passato. Se per il futuro c'è un non ancora che può essere evitato,scopo di disattendere una catastrofe. Nel caso delle distopie che guardano afatti passati il mobìvimento è diverso. Non si può dire si tratti di frutto dell'immaginazione perché il fatto vero è già avvenuto. In questa letteratura di twstimonianza no ci troviamo davanti l monito di no far accadere una cosa, al massimo avvertimento affinchè le cose non si verifichino di nuovo. Es : coloniallismo, ne parla anche Foucalt nelle eterotopie. Le colonie spesso sono state immaginate come utopie, luoghi dove creare luoghi perfetti. Colonizzazione vista come narrazione distopica. Che mette la lente su fatti avvenuti nella realtà senza bisogno di ingigantire. Rapporto che c'è tra utopia e storia. Non serve indagare sulla possibilità di idealizzazione dell'utopia, basta considerare i fatti storici, cercare di analizzare i tetativi di realizzare delle utopie e vedere a quali esiti abbiano portato. La meteria come la storia ha una caratteristica che potrebbe confliggere con una narrazione distopica. I fatti storici, sono passati. Nella reimmaginazione della toria, questi fatti negativi vengono allungati nel tempo, considerati compe perduranti nel presente e ciò porta a delle conseguenze che sono distopiche. Uno dei fatti storici peggiori è legato al nazismo. Le narrazioni distopiche parono da un punto storico e lo allungano, lo considerano non finito, a dimostrare che il nazzismo è un trauma con cui è bene tornare a fare i conti. Un proseguimento lo troviamo in Fatherland di Harris, dove si immagina che nel 64, in occasione del compleanno del Furer il nazzismo sia ancora al potere. Catherin H......... romanzo scritto in anni in cui il nazzismo avrebbe realmento potuto vincere. Non solo il nazzismo vince la guerra ma domina il mondo per altri 700 anni. Prospettiva distopica. In questo romanzo che non viene valutato tanto per la qualità letteraria, quanto perché anticipa temi. C'è la falsificazione della stori aprima di Owell, c'è il rogo dei libri e la schiavizzazione delle donne. Altro romanzo controstorico la controfattualità del nazzismo che non è stato sconfillo è the man in the high cast/ la svastica sul sole di Dick. Nazzismo che si è ingranditofino a colonizzare altri paesi. Trovamo un'america divisa tra la germania nazz e il giappone. L'america è lo stato occupato e il nazzismo è al potere. C'è un romanzo nel romanzo dal titolo la *cavalletta non si alzerà più*. Romanzo in cui il nazzismo ha perso. Tutti i personaggi si stupiscono di questo mondo raccontato. Altra sfalzatura rispetto alla realtà storica è il fatto che a vincere sia la sola Inghilterra. Nazzismo non solo duraturo ma anche esteso. Si tratta di un mondo in cui anche l'idea di colonizzazione viene tematizzata attraverso questa coppia di giapponesi che volgiono arredare la propria casa in stile americano. Falsificazione che si riverbera sulla falsificazione storica. Ultimo esempio: coplotto contro l'amerca di Philip Roth. Viene raccontato un biennio in cui alle presidenziali americani non viene eltto roosvelt, ma un aviatore che aveva pronunciato discorsi razzisti e filonazzisti. L'america diventa uno stato nazzista con tutto quello che la condizione comporta. In quanto momento storico reale, particolarmente drammatico, tanto che Adorno scrive: non si può più scrivere poesia dopo Aswithz, se il nazzismo può essere consideraaato un effetto del pensiero illuminista bisogna cambiare direzione. Tutta la vultura europeo si mostra come una barbaria. 21/10 Rapporto tra distopia e realtà. casi in cui il rapporto è evidente. Se normalmente il tempo della distopia è futuro, tempo che non c'è ancora. Evitare che i fatti raccontati si avverino. Quando la distopia guarda al passato i fatti sono già avvenuti. Drammaticità di questi eventi. Quando la narrazione distopica declina questo evento la finalità è evitare che queste cose si realizzino nuovamente. (non ancora vs non più). Uno dei filoni che si possono riconoscere è quello delle narrazioni coloniali. Basta la realtà, la distopia non è esasperata, così come il nazzismo. Narrazioni controfattuali: si parte da avvenimenti reali, storici, ma in determinati momenti cruciali, la storia abbia preso un'altra piega, più o meno plausibile. Non is tratta di una riscrittura perché si gioca apertamente con la storia. Consapevolezza che si sta raccontando un controfatto, ma sarebbe stato meglio che fosse avvenuto o sarebbe potuto andare anche peggio. Molte di queste narrazioni hanno un'idea di nazzificazione del mondo. Ci sono eventi storici rimasti drammatici e irrisolti da impegnare l'immaginario collettiva e l'insistenza nel tornare su questi fatti ne mostra l'aspetto drammatico e il timore che qualcosa del genere possa nuovamente verificarsi. L'ultima tipologia di distopie: distopie problematiche. Nel senso dell'indecisione nel definirle. Risulta stringente il nesso tra distopia e utopia. Muzzioli le classifica come distopie frequenti negli ultimi tempi. C'è un nesso con la storia. Se nella realtà non ci sono grandi semi per immaginare dei futuri prosperi, ma ci sono segni terrificante, la narrazione sembrerebbe facili. C'è sempre un'apertura alla possibilità ce la distopia cambi e lasci posto all'utopia. Se non ci fosse una possibilità diversa non avrebbe senso almeno scriverne. Es: Alfred Cubin: l'altra parte -1909/ urakami, la fine del mondo e il paese delle meraviglie -1985. Divisione netta tra due parti possibili. Una di queste realtà può rovesciarsi nel suo contrario. Distopie della speranza: mette l'accento sulla possibilità di cambiare le cose. Distopia critica: ha un particolare riferimento della realtà, che risulta relativa. Questa formula è stata utilizzata per distopie dedicate al pacifismo e al cambiamento climatico. Relativi alla globalizzazione del mondo. Questa idea di distopia critica si può pensare di estenderla a una definizione generale di distopia nel momento in cui si intravede l'atteggiamento critico di sottolineatura di alcuni aspetti critici della realtà. March Piercy: sul filo del tempo 1976: alternanza di distopia con sconfinamento nel fantastico. Il fatto che esistano disopie problematiche può da un lato confortarci, sappiamo d'altra parte che i generi letterari ci servono per formare delle griglie, ma spesso i generi sono mischiati all'interno di un'opera. La confusione è possibile. Può essere anche tutto si veda allo stesso modo. Un tratto comune di queste distopie è quello di tronare a farci riflettere sulla realtà. su ciò che è stato, ma soprattutto sul presente (che non è altro il tempo di ieri rispetto al futuro) prenda la direzione giusta. Funzione civile della letteratura. Le ambientazioni tornano a insistere su aspetti cruciali della realtà. Nel momento in cui le distopie toccano questioni abituali, come il disconoscimento dei diritti delle minoranze, o la questione delle donne o quelke ambientali. Riflessione che ricade sul presente e fa notare tutta la potenza critica che c'è nelle distopie. Le distopie si insinuano proprio nei punti di contraddizione della realtà. Per far questo la distopia spesso utilizza la lente dell'umorismo. Affrontano queste contraddizioni anche attraverso una prospettiva ironica. Eterotopia di Foucault: ne parla anche all'inizio del saggio le parole e le cose, ma ne parla anche in qualche lezione che ha tenuto e vengono trascritte. Pensa ai mondi altri che si creano tramite l'immaginazione. Spazio alternativo rispetto al mondo della realtà. dall'idea di questo mondi immaginari che possono essere raccontati o rimanere nelle fantasie delle persone si aggancia al concetto di utopia. Ci sono anche delle utopie che hanno un luogo preciso e reale, luogo che può essere ritrovato anche sulla carta, così come ci sono delle utopie che hanno un tempo. Si riferisce a degli spazi altri che esistono nel mondo reale. Luoghi che possono essere sia nella tipologia dell'opposizione, sia possono compensarli. Questi mondi altri che occupano uno spazio all'interno della realtà sono sia di opposizione, sia di neutralizzazione, di compensazione o di purificazione. Fa riferimento alla memoria dell'inanzia. Pensa alla soffitta o alla tenda degli indiani in cui i bambini si possono rifugiare. Spazio altro rispetto a quello della casa. O il letto matrimoniale dei genitore. Non è solo nell'infanzia il momento i cui immaginiamo mondi altri. Anche il mondo degli adulti ha creato questi controspazi. Utopie collocate nel mondo reale. Luoghi reali che risultano esterni. Si può riferire ai giardini, ai cimiteri, i manicomi, le case chiuse e le prigioni, i villaggi vacanze. I controspazi possono essere studiati nel campo della sociologia. Si tratta di spazi assolutamente altri in cui vigono altre regole, o la vita o l'esistenza assume un altro andamento. Il primo principio è la **pervasività**, riconosce che **tutte** le società formano le proprie eterotopie. Eterotopie che cambiano nel tempo. Non hanno una costanza nel tempo. Questo può essere anche un criterio in base al quale studiare le società. Conoscere una società in base alle eterotopie. Nelle società primitive riguardano soprattutto i luoghi sacri. Walter Benjamin scrive nell'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, parla del rapporto che c'è tra pittura e fotografia e tra teatro e cinema. Dice parlando del valore dell'immagine che all'inizoo le pitture venivano fatte in luoghi nascosti. Non aveva importanza che altri vedessero l'opera. Importante era che fosse fatta per una divinità. Valore non espositivo, ma legato a un culto. Il valore espositivo diventa sempre maggiore nel momento in cui attraverso la tecnica diventa riproducibile. Se le prime eterotopie erano quelle dei luoghi sacri, riprende l'immagine di queste grotte nascoste con disegni con valore cultuale, e questi spazi diventano spazi altri rispetto alla società. Nella nostra società foucault dice che le eterotopie legate ai bisogni biologici, a una crisi dell'individui sono scomparsi, (manicomi), sono sostituiti da eterotopie legate alla mediazione. Le eterotopie racchiudono persone che hanno avuto comportamenti devianti rispetto alle regole: prigioni o cliniche psichiatriche. Forse a questa tipologia fanno parte le case di cura degli anziani. Anche senza violare le leggi, hanno comportamenti che possono essere definiti devianti, nel momento in cui non in linea con quelli degli adulti autosufficenti. Le eterotopie non sono statiche, ma in movimento. Ogni società può sostituire delle eterotopie. Es: il cimitero è cambiato non nella sua funzione di custodire i defunti, ma in base alla posizione. All'inizio al centro dove era la chiesa, poi spostati fuori dalle mura (riassorbiti in parte dal processo di urbanizzazione). Un altro principio è che si possono giustapporre gli spazi che sarebbero ritenuti incompatibili tra loro. Qui incontriamo un'eterotopia bella. Il teatro Faucalt lo vede come un'eterotopia. Possono ritagliarsi nella rella realta degli spazi altri. Anche il cinenma ha aquisito questa stessa capacità. Nesso tra le eterotopie reali e quelle come realtà finzionale come forma d'arte. Teatro e cinema, ma insieme Faucault classifica anche il giardino e ricorda il giardino che aveva un significato magico, i tappeti orientali che all'inizio erano raffigurazioni dei giardini diventano luoghi eterotopici. Riferimento al ruolo che il tappeto magico occupa in tante fiabe. Sul tappeto-giardino è rappresentata una perfezione simbolica altro rispetto al luogo reale. Eterotopie del tempo. Ci sono eterotopie connesse alle suddivisioni del tempo. Sarebbe più giustoparlare di eterocronie. Un tempo altro. in questo gruppo torna a esserci il cimitero (luogo in cui il tempo non scorre più), ma sono soprattutto legate a un'accumulazione del tempo. Pensa ai musei e alle biblioteche. Luoghi in cui si vuole creare una sorta di archivio della cultura. Si vuole accumulare il tempo. In questa idea di accumulo del pempo quasi per creare uno spazio al difuori, F. vede l'indice di un luogo eterotopico. In queste eterocronie F mette le eterotopie che riguardano la sospensione del tempo: es: feste o fiere. Tutte quelle situazioni in cui non oslo si utilizzano spazi spesso ai bordi delle città, ma quello che viene toccato è il tempo, lo scorrere del tempo. D'altra parte Bactin scriveva a proposito del carnevale che questo rappresenta il tempo rovesciato. Anche questa è un eterotopie. Altre legate a un cerimoniale. Tempo cerniera, come avviene in alcune cerimonie legate alla trasformazione. Es: 19°sec de collegi. Passaggio dalla gioventù all'età adulta. E torna sull'idea delle prigioni, come luoghi di passaggio e trasformazione in cittadini integrati nella società. L'altra diflessione che fa rispetto alle eterotopie: c'è sempre un sistema di apertura e di chiusura che le isola nei confronti dello spazio circostante. Anche le saune per gli scandinavi nascevano per queste funzione. Ce ne sono altre che non sono di passaggio, ma sono semplicemente aperte. Non se ne esce più e non sono segnate da una chiusura. Una volta che si entra ci si accorge che si tratta solo di un'llusione. Es: le case del 18°sec in americ adel Sud, dove c'era una specie di stanza dove i pellegrini potevano riposarsi. Luogo chiuso rispetto alla strada, ma non daa accesso alla casa. Era ancora un luogo aperto. Poi ci sono delle eterotopie che sembrano aperte, ma entrano solo degli iniziati o chi vuole far parte di questi luoghi: case di tolleranza. La caratteritica in comune;: sono delle contestazioni rispetto agli altri spazi, esercitate in due modi. O creando delle illusioni che denunciano il resto della realtà come delle illusion, oppure creando un altro spazio rispetto al reale, tanto perfetto quannto quello reale è caotico, disordinato e ingiusto. Possiamo ricordare l'intento con cui inizialmente vennero create le colonie, come luogo utopico rispetto a quello da cui provenivano. Le società inglesi cercarono di fondare delle società perfette. Altro esempio: gesuiti in paraguay, dove tutta la vita era regolamentata secondo il comunismo più puro, a ogni famiglia era assegnato un fazzoletto di terra. L'aspetto distopico erano i guadagni che la compagnia di gesù faceva rispetto a questo mondo. Con la casa chiusa si ha un'eterotopia abbastanza abile. Un'altra eterotopia che si può nominare è quella della nave. Pezzo di spazio vagante. Logo senza luogo chiuso in se che si muove nel mare e che giunge fino ad altre