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Se invece si ritiene che la società nel suo insieme può perseguire le finalità di tipo collettivo e di tipo individuale diventa preminente il concetto di BENE COMUNE. (il principio di giustizia non viene negato ma è secondario al bene comune) JOHN RA...

Se invece si ritiene che la società nel suo insieme può perseguire le finalità di tipo collettivo e di tipo individuale diventa preminente il concetto di BENE COMUNE. (il principio di giustizia non viene negato ma è secondario al bene comune) JOHN RAWLS Filosofo statunitense. La giustizia per Rawls è il primo requisito delle istituzioni sociali in quanto ogni persona possiede un’inviolabilità fondata sulla giustizia su cui neppure il benessere della società nel suo complesso può prevalere. Le tesi di Rawls si possono ricondurre a una forma di liberalismo egalitario. La società non è condizione necessaria per lo sviluppo della razionalità e della capacità di agire moralmente. I diritti personali sono inalienabili. Gli interessi dei singoli prevalgono e la vita pubblica non è considerata prioritaria per la felicità personale. La condizione ideale per la tutela dei diritti personali sarebbe quella che Rawls ha definito come la POSIZIONE ORIGINARIA (Testo 1) come qualcosa di più profondo che lo stato di natura. Rawls spera di trovare una soluzione che garantisca l’uguaglianza ovvero il diritto di tutti di essere trattati come liberi e uguali. La pedagogia liberal prospetta 3 principali percorsi: 1. La coltivazione dell’amor proprio e la cura di sé. 2. La visione cosmopolita dei rapporti umani. 3. La valorizzazione degli affetti e delle e emozioni. L’educazione come cura di sé Con la centralità dell’Io corrisponde il primario compito di prendersi cura di se stessi. FERNANDO SAVATER Filosofo e scrittore spagnolo. Scopo dell’educazione è il rispetto dei diritti dell’uomo e il diritto ad essere pienamente e totalmente libero. Lo scopo dell’etica dell’amor proprio non è egoistico ma è quello di fondare una morale che esalti lo stadio soggettivo come principio in grado di generare una morale fondata sulla capacità di autodeterminazione. (Testo 2) In un mondo senza ordine e certezze l’unica prospettiva è vivere sino in fondo il proprio esserci e fare dell’io l’oggetto e il fine della cura. L’aspirazione all’eccellenza e alla perfezione è il prodotto dell’amor proprio. Per conseguire questo obiettivo è necessario un lungo allenamento intorno all’arte del vivere e all’esercizio della cura di sé. Si sviluppa l’idea di una formazione dell’individuo finalizzata a saper viere, sapersi controllare per riuscire a sopportare i malanni della società. Centrale è l’idea di un uomo che attiva un processo di autoformazione durante l’interno ciclo della vita. La cura di sé si configura come una vera e propria PEDAGOGIA DELL’ANIMA e si svolge secondo un piano regolato da una serie di pratiche ed esercizi che Michel Foucault definisce come TECNOLOGIE DEL SÉ ovvero tecniche di memorizzazione e meditazione. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) Anche Foucault concentra la sua indagine sulla singolare esperienza di pensare e di dirigere se stesso come soggetto. MICHEL FOUCAULT Filosofo francese. Il suo nome è legato allo studio dei processi di disciplinamento collettivo cioè delle varie forme tramite le quali il potere ha tentato di controllare gli individui e i loro corpi nello sforzo di contenere tutte le forme di devianza rispetto alla norma. Il filosofo francese elabora anche uno strumento pedagogico per assicurare all’uomo la piena autonomia senza dipendere da valori. Colui che riesce ad avere accesso a se stesso diventa soddisfatto di sé. Fra le varie pratiche pedagogiche della cura di sé quella della scrittura di sé rappresenta una delle più valorizzate soprattutto nell’educazione degli adulti. Duccio Demetrio pensa che l’autobiografia sia qualcosa di più importante e significativo di una semplice pratica didattica. La ricostruzione del ricordo crea le condizioni per vivere non solo il presente ma anche il futuro. La storia di vita personale si costituisce come il tema principale dello sviluppo e dell’autoeducazione. L’Io tra razionalità e affettività L’uomo non è solo l’espressione della coscienza- mente ma di fattori interattivi che interagiscono con la riproposizione della concezione preclassica di anima, costruita intro al dualismo di Pathos e Logos. L’uomo della post- modernità dovrebbe far propria la complessità e la pluralità dell’io. JHON BOWLBY, FRANCOISE DOLTO E DANIEL GOLEMAN 1^AUTORE: psicologo e psicanalista il cui nome è associato alla TEORIA DELL’ATTACCAMENTO. Secondo Bowlby i bambini anche molto piccoli avvertono il bisogno di percepire non solo la vicinanza ma anche il contatto fisico con una figura che si prenda cura di loro. 2^AUTORE: pediatra e psicanalista francese con forti interessi educativi che espresse con un’intensa attività di aiuto dei genitori. Importante il rapporto madre- bambino. Sottolinea l’importanza delle dimensioni affettiva ed emozionale e della pedagogia dei gesti e non solo delle parole. 3^AUTORE: psicologo americano che invita a dare importanza all’apprendimento delle emozioni. La conoscenza di se stessi e la capacità di governare i propri sentimenti sono elementi che influenzano in modo significativo la vita dell’uomo. Secondo Dolto l’espressione non verbale non è una tecnica ma un modo di vivere, di comunicare e di aprirsi con gli altri. Vita comunitaria e bene comune Nella visione comunitaria la bussola orientatrice è rappresentata dal bene comune che si può raggiungere solo se si accettano vincoli etici. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) La vita sociale non è soltanto un contenitore neutro ma è un organismo che ha vita e regole. Secondo le teorie comunitarie l’allenamento dei legami sociali, la crescita degli egoismi sono il segno di una crisi dovuta a una concezione antistorica e disincarnata dell’uomo che non tiene conto che le apparenze ideali sono indispensabili al costruirsi della personalità umana. La critica all’individualismo liberal CHARLES TAYLOR Filosofo canadese. Sostenitore di una visione umanistica poggiata sulla constatazione che il comportamento umano è sempre accompagnato da desideri, sentimenti che non possono essere indagati soltanto alla luce delle ricerche sperimentali. Nella vita dell’uomo agisce una dimensione valoriale innervata di legami sociali naturali di cui non si può fare a meno. Il disorientamento della società occidentale del nostro tempo è dovuto all’appannamento della visione dei beni essenziali all’uomo. Critica la società liberal in quanto secondo lui non riuscirebbe a garantire l’uguaglianza. L’individualismo secondo Taylor comporta anche altre conseguenze. L’individualismo apre la via ad una visone strumentale dell’uomo. Il prevalere dell’individualismo è la conseguenza dell’indebolimento delle 2 condizioni necessarie per costruire la vita umana e la morale ovvero l’identità umana e la concezione del bene. MICHAEL J. SANDEL Filosofo statunitense noto soprattutto per la sua critica alla teoria della giustizia di Rawls. Sandel è diventato famoso anche in seguito ai suoi corsi di filosofia online per un ampio pubblico, in particolare per i giovani desiderosi di partecipare ai dibattiti di carattere morale e politico. Il racconto della vita è legato al racconto della comunità in cui si fa parte. Il mio equipaggiamento morale è in realtà comune in molteplici sensi, poiché gli altri vi hanno contribuito. Secondo Sandel è sbagliato interrogarsi sul tipo di persona che desideriamo essere o diventare, dobbiamo scoprire che persona già siamo. L’io trova i suoi fini riflettendo su di sé e indagando sulla propria natura. BENE COMUNE: insieme delle condizioni di vita di una società volte a favorire il progresso umano dei cittadini inteso come qualità della vita e dell’uguaglianza di opportunità. La ricerca del bene comune e della vita buona è un’occupazione fondamentale perché ha lo scopo di coltivare la formazione dei cittadini. Comprendere la tradizione La comunità si configura come un bene intrinseco per tutti gli appartenenti sia sul piano dell’esperienza psicologica (senso di appartenenza che rafforza l’identità) sia sul piano etico. Queste caratteristiche sono fondamentali per la sopravvivenza e il buon funzionamento di una comunità. La tradizione è più di un’eredità del passato; è una forza capace di orientare i progetti a venire. ALAISDAIR MACLNTYRE Filosofo scozzese che critica il liberalismo soggettivistico, relativista ed emotivista. Rielabora la sua proposta etico- politica affidandosi alla rilettura della filosofia pratica di Aristotele. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) La tradizione non è solo un insieme di ideali oggettivi che si tramandano di generazione in generazione. Essa si configura come una specie di apparato concettuale che giustifica i particolari aspetti rilevabili all’interno. La tradizione si pone come un fondamento che non è affidato alla purezza della razionalità illuministica ma poggia sul significato e sulla profondità storica dei rapporti che regolano l’esperienza di un gruppo sociale. Alcune critiche:  Al concetto di modernità intesa come l’idea che essa rappresenti per noi qualcosa di definitivo e non soltanto una tappa della storia.  La tradizione garantisce che il fondamento dei concetti di giustizia, felicità e verità non sia astratto. Non si può immaginare una morale che non sia la morale di una società particolare. (TESTO 6).  La comprensione della tradizione è possibile solo attraverso la pratica della narrazione di quel nucleo di ideali e di memoria intorno a cui ciascun gruppo si riconosce e si identifica. Ogni narrazione ha esiti sociali, morali ed educativi. I soggetti protagonisti della narrazione pongono l’ascoltatore nella condizione di paragonare i propri fini e le proprie azioni reali con i fini e le azioni rappresentanti. Praticare le virtù Più che principio di autorità vale quello di autorevolezza: una tradizione riesce a imporsi solo se è percepita come un valore meritevole di essere vissuto. MacIntyre parla della tradizione come di un’esperienza dove coesistono teleologia e imprevedibilità. CAPITOLO 4 LE PEDAGOGIE DEI VALORI E L’EDUCAZIONE MORALE ASCESA, DECLINO E RITORNO DEI VALORI La prima formulazione della pedagogia dei valori risale tra fine 800 e inizio 900. VALORE: fondamento necessario e universale la cui validità può anche essere indipendente dalla sua effettiva realizzazione. È tutto ciò che l’uomo è disposto a conferire un’importanza tante grande da costruire una forza ordinativa del suo comportamento. La critica alla nozione di valore MAX WEBER Sociologo tedesco, coltiva la tematica dei valori in forma critica e problematica. Il mondo è il semplice teatro dell’agire razionale dell’uomo e non un luogo di verità assolute. Secondo Weber è l’uomo che stabilisce i valori in piena libertà decisionale e di scelta. Per gli studiosi della teoria critica della società i valori non sono altro che una forma di adeguamento allo stato delle cose e un alibi di copertura per l’ideologia borghese conformista. I valori andrebbero negati. Soltanto attraverso il loro superamento si porrebbero le condizioni di libertà per l’uomo. MARTIN HEIDEGGER: il concetto di valore costituirebbe l’epilogo di un processo riduttivistico della nozione di verità. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected])

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