Protagonisti e interpreti della sociologia sanitaria PDF
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This document discusses the protagonists and interpreters of health sociology, covering historical perspectives, cultural influences, and key models like the Health Belief Model. It explores different approaches to understanding health and disease, including societal factors and individual behavior.
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Protagonisti e interpreti della sociologia sanitaria Sociologia Università degli Studi di Catania (UNICT) 13 pag. Document shared on https://www.docsity.co...
Protagonisti e interpreti della sociologia sanitaria Sociologia Università degli Studi di Catania (UNICT) 13 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) 2° LIBRO (Prof Roberto Vignera) PROTAGONISTI E INTERPRETI DELLA SOCIOLOGIA SANITARIA La considerazione della malattia non è sempre stata uguale nel corso dei secoli e questo lo si riscontra a partire dalla cultura religiosa che cerca di “legittimare” e di “giustificare” il dolore, la sofferenza, la patologia talvolta persino la morte, sostenendo come le angosce subite nella terra saranno un giorno ricompensate nel Regno dei Cieli. A differenza di questa, nella cultura Ebraica, invece, la definizione della malattia e le conseguenti scelte terapeutiche che da essa ne derivano possono essere particolarmente connesse alle varie relazioni interpersonali che il soggetto stesso intraprende all’interno del proprio ambito familiare nello specifico, o nella propria comunità di appartenenza in generale. La religione Protestante è addirittura arrivata a sostenere come la condizione patologica potesse essere determinata da una scelta volontaria dell’individuo e da una sua incapacità nel fronteggiarla. Infine, l’antica cultura Romana è stata quella che maggiormente è sempre stata più ostile alla medicina e ai suoi continui progressi; ciononostante l'arte medica deve moltissimo alla cultura Romana poiché sono stati proprio gli stessi Romani a contribuire alla stabilizzazione della Salute Pubblica, semplicemente costruendo i primi acquedotti e le prime fognature. Da qui notiamo quindi come vi è un diverso atteggiamento nei confronti della malattia a seconda dei differenti gruppi etnici e delle prestazioni sanitarie proprie di ogni singola società. Uno dei più importanti studiosi che analizzeremo è Irving Zola che attribuisce particolare rilievo ai valori, atti a determinare il nostro comportamento. All’interno dei contesti in cui predominano i valori della responsabilità individuale e dell'attivismo, la considerazione nei confronti della salute e della malattia sarà diverso rispetto alla considerazione riscontrabile all’interno di contesti influenzati da altri tipi di valori; vi sarà, quindi, una grande differenza nei confronti della prevenzione. Applicare i diversi criteri di prevenzione significa affidarsi a una scala di significità sintomologica estremamente bassa che comporta, conseguentemente, la vigilanza diagnostica. Proprio allo scopo di analizzare il rapporto tra malattia e salute nasce l’Health Belief Model, un modello psicosociale elaborato da Becker intorno agli anni ’70-‘80, riguardante le credenze legate alla salute e alla malattia. Tale modello fa riferimento a credenze individuali e viene ideato al fine di tutelare maggiormente il soggetto nei riguardi della prevenzione. Nell’HBM si ipotizza che il ricorso a misure diagnostiche, a cure preventive o a consulenze professionali si realizza tenendo conto di determinate pre-condizioni nello specifico, tra cui un’elevata probabilità soggettivamente definita di costituire bersaglio di determinati fattori patogeni; la severità soggettivamente stimata delle conseguenze organiche legate alla nascita della malattia; la presenza di elementi di rinforzo interni ed esterni ecc.. Tutti questi importanti elementi incidono particolarmente sia sull’Health Behavior (azioni preventive), sia sull’Ilness Behavior (la ricerca dei rimedi) sia, infine, sul Sick Role Behavior (l’adeguarsi o meno ai programmi terapeutici attuati). Il modello dell’HBM è nato da un orientamento critico nei confronti dell'epidemiologia che può essere descrittiva o inferenziale (studia un campione che Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) può riguardare l’intero universo). Con il termine “epidemiologia” si intende quella disciplina biomedica che studia la distribuzione e della frequenza di malattie e di eventi di rilevanza sanitaria all’interno della popolazione, esaminando i fattori associati a una maggiore probabilità che la malattia si manifesti, i cosiddetti “fattori di rischio”. Essi sono spesso di natura strettamente biorganica, inerente al mondo esterno, inerente alle singole scelte degli attori legate quindi all’agire individuale come ad esempio il fumo o meno di sigarette, il condurre o meno un’attività sportiva ecc… Dal momento in cui si scopre una determinata patologia al momento in cui si analizza la migliore metodologia di cura, al momento infine in cui è possibile curarla realmente passa moltissimo tempo: è a tale proposito, infatti, che è possibile sostenere come l’evento patologico sia un evento di tipo processuale, capace di durare a lungo, anni e anni. L'epidemiologo lavora a stretto contatto con i terapeuti, individuando gli importanti elementi di “morbilità”, intesa come la velocità con cui si propaga un virus e come esso si distribuisce attraverso le varie fasce sociali, l’età, il sesso ecc.., e le correlazioni che intercorrono tra i fattori di rischio e i quadri patologici. Nonostante gli epidemiologi ribadiscano con forza lo stretto legame tra i fattori di rischio e l'insorgere di una determinata patologia il messaggio preventivo viene la maggior parte delle volte totalmente ignorato. Tipici esempi sono quelli di una donna che decide di non fare indossare al proprio partner il preservativo perché da per scontato che non si infetterà mai di AIDS, oppure il tipico caso di un fumatore che può non sviluppare un tumore ai polmoni, a differenza di un individuo che, pur non fumando potrebbe comunque ammalarsi di cancro; questo non significa, tuttavia, che un fumatore abbia la stessa probabilità di ammalarsi rispetto a un non fumatore. A tale proposito sorge, dunque, spontaneo porsi una domanda quale “l’interesse maggiore è dato dalla probabilità oggettiva che un evento si realizzi oppure da come gli individui costruiscono soggettivamente le probabilità del rischio stesso?” Esistono tre principali fattori di relativizzazione del comportamento effettuato dal singolo soggetto: -innanzitutto la considerazione della malattia intesa come un processo di cui ci si ritiene potenziali vittime e non come un accadimento puntiforme e imprevedibile che, provenendo dal mondo esterno, si impossessa di noi; -rapporto costi-benefici; -la presenza della malattia non è mai scontata: vi sono medici secondo cui l'AIDS sia una semplice invenzione delle case farmaceutiche e questo comporta che se siamo convinti dell'inesistenza della malattia il messaggio preventivo risulterà comunque inutile. Seguendo questa logica è necessario di conseguenza: -fare in modo che il nostro organismo non rappresenti un habitat favorevole per la nascita e per la diffusione della malattia; -fare in modo che la malattia possa ''fuoriuscire" attraverso determinati metodi quali il salasso, il vomito, il purgante e, così come si sosteneva nella medicina arcaica, solo a condizione di purezza da malattia si poteva stare a contatto con gli altri (cioè con chi non aveva malattie). Inoltre, creando oggi scandali, si usava nell’antica cultura profana avere rapporti sessuali con bambine di cinque anni immuni da malattie al fine di liberarsi dalle stesse per trasferirle a loro. Abbiamo precedentemente accennato che una delle patologie anticamente considerate illusorie è l’AIDS. Ma cosa comporta tale Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) malattia? Com’è possibile che una donna accetti di avere dei rapporti con un uomo dichiaratosi sieropositivo? Questo avviene perché la maggior parte dei soggetti sembrerebbe considerarsi immune a questa malattia, non attribuendole il giusto peso e bisognerebbe dunque mettere in atto determinate pratiche come ad esempio l’utilizzo del profilattico che genera tuttavia sfiducia all’interno dei rapporti coniugali. Anticamente si sosteneva come tale patologia riguardasse solo ed esclusivamente alcune fasce sociali, quelle più povere e più a rischio pensiero che, con il passare del tempo, è stato gradualmente respinto. Inoltre, sempre nei tempi più antichi, si pensava come i tossicodipendenti e gli omosessuali potevano essere più esposti al rischio di AIDS ma, mentre una forma di rappresentanza era presente per gli omosessuali, questa era invece assente per i tossicodipendenti. In un rapporto eterosessuale, invece, la sieropositività si trasmette raramente durante i primi rapporti, ma dopo moltissimi di questi, dopo circa 250-300 rapporti soprattutto di tipo promiscuo ed è anche questo che ha fatto rassicurare i singoli soggetti. Tutt’oggi si riscontra un numero estremamente basso di mortalità per AIDS rispetto al passato ma, ciononostante, è prevista una percentuale molto più alta di soggetti affetti da sieropositività. Ma come si presenta un individuo sieropositivo? Tale soggetto è spesso individuabile come un libero professionista, di età compresa tra i 35 e i 45 anni; la circostanza in cui la sieropositività si trasmette è rappresentata da un incontro casuale, proprio perché nessuno sospetterebbe mai che il proprio compagno possa mai essere un sieropositivo. Altra patologia di cui oggi è molto facile essere affetti è l’epatite C. Di questa ne sono coinvolte principalmente le donne piuttosto che gli uomini, poiché essa si trasmette attraverso la spazzola del parrucchiere poiché è in questa che frammenti di cuoio capelluto innervati di sangue restano intrappolati e, se non pulita adeguatamente, trasmessi ad altri soggetti. Questa epatite è particolarmente pericolosa, poiché tende a trasformarsi in tumore al fegato. Tornando all’HBM, modello centrato sui problemi individuali del singolo soggetto è bene adesso analizzare l’HRA, un modello pedagogico-educativo che analizza la valutazione del rischio statistico e la probabilità di contrarre una determinata patologia. Sarà successivamente, grazie agli studi di Psicologia Cognitivista, che il concetto di rischio oggettivo verrà sostituito da quello di rischio percepito. Tale elemento viene analizzato dalla cosiddetta “Risk Analysis” che mira a calcolare la probabilità statistica con cui un evento può verificarsi. Ma perché si verifica una determinata patologia? È a tale proposito che è possibile parlare del “Moral Model” incentrato sulla responsabilizzazione individuale per la genesi di un evento e per fronteggiarlo. SE STESSI ALTRI Modello Morale Modello Compensatorio Modello Educativo Modello Medico Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) È con questo modello morale che si comincia a sostenere come ognuno è, innanzitutto, responsabile di se stesso e della propria salute, il medico è vero è capace di curare i soggetti malati e di fornire loro gli strumenti adatti alla guarigione, ma solo ed esclusivamente a determinati costi. Inizialmente, infatti, interveniva il Welfare State perché la vita era considerata come un bene prezioso e come una risorsa da tutelare, mentre adesso purtroppo non più. È proprio per questo che, in alcuni casi, è possibile parlare di “scelte tragiche”, che si verificano nel momento in cui abbiamo alternative che rinviano a elementi di valore importanti. Un tipico esempio di scelte tragiche è possibile riscontrarlo nel momento in cui vi sono cento malati e un’unica apparecchiatura per poterli curare. Ma a chi bisogna prestare cura? La prima risposta è riscontrabile nel caso, secondo il quale sarà soggetto a cura chi arriverà per primo in ospedale. Ma a tale proposito sorge spontaneo porsi una domanda, ovvero è questa la soluzione migliore? Ovviamente la risposta è negativa, perché nel momento in cui il primo a presentarsi sarà una persona anziana e il secondo ad arrivare un giovane 30enne la situazione comincia a cambiare e a diventare più complessa. Tuttavia, la scelta diventa ancora più tragica nel momento in cui la selezione deve basarsi su due soggetti della stessa età, uno scapolo e l’altro padre di famiglia, con moglie e figli a proprio carico. Caso ancora più complicato si verifica, invece, tra un 30enne padre di famiglia e un 40enne proprietario di una grande azienda per cui da lui dipendono molte famiglie. Spesso ci si sente costretti a scegliere quali soggetti curare e quali non a causa delle eccessive spese che un malato, in particolar modo un malato di AIDS, richiede: curare un sieropositivo, infatti, ha un costo di circa diecimila euro. Infatti, esistono delle malattie gravi per le quali vi sono delle cure specifiche, ma le case farmaceutiche non dispongono della loro vendita poiché, essendo rare, ci perderebbero in guadagno (è per questo che è stato successivamente introdotto il pagamento del ticket feedback negativo). Il 90 % dei prodotti venduti in farmacia non hanno una reale efficacia, ad esempio non esistono in realtà farmaci disintossicanti, ma questo è un falso scientifico, un “effetto placenta” secondo cui ci si autoconvince di disintossicarsi ma, in realtà, ciò non si verifica. LEZIONE DEL 18/O1/13 Perché la sociologia della medicina nasce con Parsons? Perché egli si dedica a ciò? Per rispondere a questo interrogativo è necessario analizzare che prima di Parsons nel contesto Statunitense dominava la famosa scuola di Chicago che utilizzava l’approccio del social problem. La scuola di Chicago fu fondata da Robert Park ed essa rappresenta una delle più importanti scuole di Sociologia. Storicamente nasce dall’incendio del 1875, dove rimane in piedi solo una cima di mattoni e i notabili cosi decidono di costruire la città più bella del mondo. Qui, infatti, nasce l’università più importante con su scritto in una pietra:“Scava e Trovi”. Ma la bellissima città di Chicago, oltre ad avere un altissimo prestigio, aveva un alto grado di criminalità organizzata e un elevatissimo numero di suicidi e così cominciarono numerose ricerche scientifiche di qualsiasi ambito sociale. Così come la medicina cura la malattia, la sociologia allo stesso modo cura le patologie sociali con un approccio di tipo metodologico come la prostituzione, la devianza ecc.. Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) A tale proposito, Parsons, cerca di giungere a un obiettivo fondamentale ovvero quello di fare della Sociologia una scienza autonoma e distaccata, notando come in essa, piuttosto che nelle altre scienze, vige il concetto di sistema e l’oggetto di studio della sociologia sarà proprio l’esame del sistema sociale. Con il termine “Sistema Sociale” si fa riferimento a un sistema di comportamenti che hanno cogenza normativa e un sistema di interdipendenza tra ruoli. Parsons dunque si accorge che con questa nuova impostazione non può più procedere la vecchia scuola di Chicago, e che è necessario procedere con un nuovo modo di fare sociologia, elaborando un quadro teorico. Ma, il suo “nuovo” modo di fare sociologia, venne accusato poiché egli sosteneva che precedentemente si erano solo create continue “ricerche orfane”, prive di fondamento che non aiutavano a comprendere la realtà circostante e che quindi era necessario e di fondamentale importanza creare ed elaborare un quadro teorico concettuale che spiegasse qualunque aspetto del comportamento sociale. Per far ciò è necessario presupporre una forma di realtà che non fa parte di noi e che si identifica con il termine di “realismo analitico”. Egli, con tale termine, vuole intendere l’utilizzo di “quadri concettuali” attraverso cui è possibile conoscere la realtà circostante sostenendo, di conseguenza, come un dato della realtà sia il frutto di una serie di astrazioni analiticamente distinguibili tra di loro, ma non dotate di realtà propria e incapaci quindi di sussistere nella realtà come fenomeni autonomi. Il sistema sociale è un sistema di interazione in cui gli individui non sono attori in carne e ossa, bensì ruoli che devono condividere un insieme di valori e un insieme di diversi simboli per attivare dei processi di comunicazione tra di loro. Se un sistema sociale è un sistema di interazioni, ecco che diventano determinanti le variabili strutturali, ovvero quelle coppie di dilemmi che si hanno quando ciascun ruolo entra in rapporto con il proprio corrispettivo (ad esempio: universalismo- particolarismo). All’interno di un sistema sociale bisogna prima di tutto analizzarne le funzioni, riferendosi e prendendo in analisi il modello AGIL (Adattamento-Economia, Conseguimento-Politica, Integrazione-Diritto e Latenza-Cultura); poi delineare anche determinati obiettivi da raggiungere, infine, il rispettare determinate regole poiché i componenti del sistema sociale devono provare un sentimento di integrazione tra di loro per il semplice fatto di appartenere a uno stesso sistema sociale, piuttosto che a un altro. Parsons così afferma che il conseguimento è caratterizzato dalla personalità dei partecipanti di un sistema sociale che giocheranno dei ruoli e andranno incontro a determinate aspettative attraverso il processo di socializzazione e ognuno di loro sarà orientato al soddisfacimento dei propri ruoli. Per quanto il processo di socializzazione si sia svolto in maniera perfetta, ci saranno sempre aspetti della personalità soggettiva di ogni singolo individuo che non coincideranno con i suoi ruoli: Parsons a tale proposito parla di “istanze narcisiste”, ovvero dei bisogni che non si ridurranno mai all’esercizio dei propri ruoli e che rimarranno sempre e comunque insoddisfatti. Come risolvere dunque il problema? Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) Per Parsons è importante che i ruoli coniugali siano rafforzati da quelli parentali. Infatti, Parsons sottolinea che è fondamentale che in una famiglia vi siano i figli, poiché grazie a essi ci si ricarica e il soggetto regredisce a una fase pre-adulta (fase che accompagnerà i singoli soggetti per tutta la vita). Secondo Parsons, però, il soggetto, arrivando a questa fase, sente inevitabilmente il bisogno di ritornare alla propria fase adulta e l’equilibrio motivazionale dovrebbe spingere i soggetti ad abbandonare quella forma di regressione e a farli così ritornare alla titolarità dei propri ruoli. Tutto questo ha impostazione simbolica, che porta il soggetto a essere in primo piano. Ma se, nonostante tutti gli sforzi, non si riesce a farlo cosa potrebbe accadere? A tale proposito Parsons parla di tensioni patogene, che si verificano nel momento in cui verranno meno o entreranno in crisi gli elementi di gratificazione per partecipare al sistema sociale. A tale proposito quindi la malattia, che porterà con sé quel viaggio verso le forme di dipendenza regressiva, può essere definita come lo strumento più potente e socialmente legittimo di venire meno agli obblighi dei propri ruoli. LEZIONE DEL 24/01/13 PERSONE RUOLO SISTEMA SOCIALE La malattia può essere interpretata come la mancanza di istanze di personalità e di istanze sociali, come possibile esito di quello che definito, con lo studioso Parsons, con il termine di tensione patogena che viene fuori da questo conflitto irrisolto. Intendiamo per tensione patogena quell’insieme di fattori responsabili di particolari reazioni che orienteranno l’attore verso determinate alternative, facendo ricorso a delle selezioni compromissorie in relazione alle priorità del ruolo che egli svolge all’interno della società. Parsons propone la distinzione che vi è tra ruolo e mansione. Si deve intendere per ruolo un sistema coordinato di partecipazione di un individuo all’interno di un sistema. Si deve intendere per mansione quel complesso di attività fisiche, regolate dal sistema nervoso centrale, attraverso le quali si esplicano i propri ruoli. Ad esempio noi, nel ruolo di studenti, per esplicare il nostro ruolo scriviamo, leggiamo, ci procuriamo i libri ecc... Ma cosa accade nel momento in cui il livello delle mansioni sarà pregiudicato? Ecco che, secondo Parsons a questo punto possiamo parlare di malattia somatica, ovvero dell’incapacità di svolgere una o più mansioni al fine di esplicare quel determinato ruolo. Parsons parla però anche di mansioni vicarie che si innescano quando non si può svolgere adeguatamente una determinata mansione. Se ad esempio non riusciamo a leggere un libro perché momentaneamente non possiamo utilizzare gli occhi, ecco che entrano in gioco le mansioni vicarie che ci inducono a farci leggere il libro da un altro soggetto oppure ad ascoltarlo attraverso l’audio. Quando invece l’impedimento coinvolge nel suo complesso il ruolo, parleremo invece di malattia mentale considerata come l’incapacità di eseguire uno o più Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) ruoli, considerando un diverso livello di intervento nell’organizzazione e nel controllo del comportamento. La sindrome di malattia è correlata all’irrisolta armonizzazione tra istanze narcisiste e assolvimento di obblighi di ruolo. Parsons parla di un altro concetto di fondamentale importanza ovvero quello di gerarchia cibernetica poiché all’interno di ogni sistema noi individuiamo dei sottosistemi, di cui i più importanti sono quattro: 1)adattamento; 2)conseguimento; 3)integrazione di norme e regole; 4)latenza tutti capaci di garantire le ricompense di ordine simbolico che inducono il soggetto coinvolto a continuare quella determinata attività. Ogni sistema deve cercare di garantire questi quattro elementi. Parsons a questo punto prova a elaborare un concetto di malattia che sia esclusivamente sociologico, senza ricorrere a saperi né scientifici, né biologici. Per Parsons, infatti, dobbiamo intendere la malattia come l’incapacità di far fronte alle aspettative sociali di un determinato ruolo, puntando così la propria attenzione sulla malattia mentale. Parsons da questa definizione ci fa intendere che la malattia è molto simile alla devianza, poiché l’esito di entrambe sarà lo stesso, ma l’unica differenza sta nel fatto che nella malattia si parla di incapacità quindi, rispetto alla devianza, sarà diversa la componente volontaristica. Capiamo da qui, che l’essere malato può essere considerato come un vero e proprio ruolo che come tale deve essere al centro di determinate aspettative istituzionalizzate che per Parsons sono quattro: due sotto forma di diritti e due sotto forma di doveri. -Esenzione di obblighi di ruoli il malato per definizione è esentato dallo svolgimento dei propri ruoli raggiungendo, così, una componente regressiva) (1° diritto); -Esenzioni dalle responsabilità per la condizione che sta sperimentando (2° diritto); -Obbligo a rimettere questi privilegi perché tali privilegi sono ammessi solo temporaneamente e non per un periodo di tempo illimitato, poiché finita la malattia si deve ritornare nuovamente ai ricoprire i ruoli che la stessa società richiede. E proprio per questo molti soggetti si fingono malati cronici, poiché tale condizione porta con sé tutti questi privilegi per un tempo indeterminato (1° dovere); -Obbligo del medico a decidere se il soggetto può uscire o meno dal ruolo del malato il soggetto ha l’obbligo di rivolgersi al proprio medico per sapere se potrà uscire o meno dalla sua condizione di malato. La vera guarigione per Parsons avviene nel momento in cui il soggetto sente l’obbligo di abbandonare la propria condizione pre-adulta che la malattia gli ha comportato, tornando nuovamente alla propria condizione quanto prima possibile, per potere ritornare a rispettare i propri ruoli. Non dovrà essere quindi il medico a dire al soggetto di uscire dalla malattia ma, dovrà essere lo stesso soggetto, a capirlo e uscire così dalla condizione pre-adulta e regressiva (2° dovere). Parsons su questo insiste particolarmente, parlando di equilibrio motivazionale. La malattia può essere ricercata da colui che vive con grande disagio la partecipazione ai sistemi sociali e che vuole ritirarsi dai proprio ruoli, parleremo Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) così di malato immaginario, il quale utilizza la malattia come spinta centrifuga per centrifugare i propri ruoli e per sfuggire a essi. Così come è possibile parlare di malato immaginario, è anche possibile parlare di sano immaginario il quale, anche se realmente malato, considera così tanto importanti i propri ruoli che anche in presenza della malattia si comporta da soggetto sano. Delineata la figura del malato è opportuno delineare anche quelle del medico e il suo ruolo speculare. Il ruolo del medico ha una funzione di risocializzazione che permette all’individuo stesso di sentire l’esigenza di esplicitare quel determinato ruolo. Il malato ha consapevolezza che la condizione che sta vivendo è di grande vantaggio poiché è esente dall’obbligo di ruoli e responsabilità. Il timore di Parsons consiste nel fatto che tra il malato e il medico si possa istaurare un rapporto conflittuale, con cui non si potrà adempiere al ruolo curativo e terapeutico. Così il malato cercherà di sedurre con delle avance il proprio medico, affinché lo tenga nella propria condizione di malato con i rispetti privilegi che l’essere malato comporta. È per questo, infatti, che il malato concede dei doni al proprio medico e quest’ultimo dovrà stare attento a non cedere alle sue continue lusinghe, cercando di non istaurare un rapporto conflittuale con lui. Si parla cosi di doctor shopping, ovvero dell’andare nuovamente alla ricerca di un medico ulteriore che possa cedere alle lusinghe del malato e diventarne così suo complice. Il dottore ha due poteri: toccare il corpo del paziente legittimando così tale comportamento che se non si dovesse verificare, innesca un sentimento di sfiducia da parte del paziente nei confronti del proprio medico. Ulteriore suo potere è quello di potere domandare e indagare sulla vita privata del proprio paziente stesso. LEZIONE DEL 25/01/13 L’inversione tensioni patogene è la funzione che secondo Parsons dovrebbe svolgere il medico, insieme alla funzione di risocializzazione. A tale proposito, Parsons si sofferma sul concetto di supporto, con il quale indica un’assenza di sostegno, di approvazione e di gratificazione nel fatto di giocare bene i propri ruoli ed esso è uno dei fattori determinanti delle tensioni patogene. Ma come deve avvenire tale processo di risocializzazione? Il medico non deve fare altro che lavorare sui fattori motivazionali verso l’adempimento dei ruoli che sono entrati in crisi attraverso il disturbo psichico o, per meglio dire, attraverso il mancato equilibrio tra le istanze della personalità e quelle culturali. Ma a questo punto sorgono dei problemi su ciò che è stato sostenuto dallo studioso Parsons. Lo studioso Mechanic, infatti, afferma che il sistema delle aspettative può andare bene per la malattie acute ma non per quelle croniche, poiché si pone un interrogativo: come si potrà essere obbligato a ricoprire i propri ruoli e ad allontanarsi dai vecchi privilegi che la malattia aveva precedentemente comportato? Ecco che allora Parsons risponde riprendendo nuovamente il concetto di equilibrio motivazionale, affermando come una persona è realmente guarita, da un punto di vista sociologico e non biologico, soltanto quando ha superato le tensioni Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) patogene e ristabilito nuovamente un equilibrio motivazionale, ritornando così a ricoprire i propri ruoli sociali. Nel momento in cui una malattia cronica degenerativa colpisce un bambino all’interno della famiglia ecco che la famiglia stessa reagirà in due modi differenti: o attraverso la negazione della malattia o attraverso la negazione del bambino attraverso ad esempio l’impegno di un’attività lavorativa, con un atteggiamento abnorme, per avere quella gratificazione che non avranno mai per il proprio figlio, nonostante tutte le aspettative che si erano riversate nei suoi confronti, fallite a causa della malattia. Di fronte quindi al fallimento e alla delusione ecco quindi che il genitore si impegnerà attivamente con il mondo esterno a lui negando a sé il proprio bambino. La coppia dei genitori però al tempo stesso si potrà anche impegnare a ridefinire la propria fecondità, la propria affettività, la propria sessualità e in alcuni più sconsolati casi si assiste alla morte sociale della famiglia, che assolve agli obblighi di ruolo nei confronti degli altri. Da qui si evince che, il disimpegno degli obblighi dei ruoli non viene effettuato dal malato, ma dagli altri soggetti parlando così di un fenomeno di disimpegno per procura (procura, in questo caso, del figlio malato). I due quadri situazionali nei quali si riscontra la tensione patogena che concorrerà in un secondo momento nella malattia mentale sono: il luogo familiare e quello lavorativo. All’interno dell’ambito familiare, in particolar modo, non si ricevono adeguate gratificazioni per il gioco di ruoli eseguiti. Un elemento di gratificazione importante, infatti, è la presenza dei bambini, perché a loro solitamente si riversano gran parte delle aspettative. Per altri noti autori invece la famiglia rimane essenzialmente patogena, dove alla fine il soggetto svenderà ciò cha ha di più prezioso: l’identità, e la famiglia a sua volta in cambio di questo farà sentire “normali” i soggetti, assicurando loro tale condizione e proteggendoli. Con gli studiosi Cooper, Lein ed Esterson nasce l’antipsichiatria che considera la malattia mentale come un vero e proprio mito. Essi, infatti, parlano del famoso concetto di doppio legame, ovvero di quei disturbi del processo comunicativo tra la componente analogica e quella digitale. Nella famiglia non c’è soluzione, non c’è via d’uscita dal doppio legame se non attraverso il matrimonio e poi in un secondo momento attraverso la morte. La malattia mentale quindi viene vista come possibile strategia per la liberazione di questi meccanismi, di tutti questi vincoli che distruggono la personalità e l’identità soggettiva di ciascun singolo individuo. Il modello antipsichiatra però entra in crisi perché essi non danno una nuova definizione del concetto di malattia mentale e di conseguenza di diagnosi, segnandone cosi il tramonto, perché altrimenti rischierebbero soltanto di creare altri presupposti discutibili al riguardo. La malattia mentale loro la consideravano come un evento circolare, in cui A non genera B. LEZIONE DEL 01/02/13 Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) ISTITUZIONALIZZAZIONE DELLA PRATICA MEDICA Per comprendere al meglio il processo di istituzionalizzazione che porta alla nascita e alla diffusione della medicina moderna è necessario analizzare anche elementi della medicina primitiva e arcaica, i quali rappresenteranno elementi di fondamentale importanza per capire in toto la medicina contemporanea. Un elemento principale che dobbiamo andare ad analizzare per comprendere il lungo processo di istituzionalizzazione della pratica medica è la razionalità o il tempo del disincanto. Inizialmente l’effetto della razionalità si diffonde nell’ambito artistico, in particolare in quello del Dadaismo per poi diffondersi in un secondo momento anche in particolari altri ambiti quali: -giuridico: attraverso le leggi e le diverse norme; -economico: attraverso il calcolo esatto della moneta capace di permettere lo scambio forzoso eliminando così ogni forma di affettività o emotività dei soggetti coinvolti in tali scambi; -musicale: grazie alla tonalità ecc; -religioso: in cui adesso si passa da un agire coercitivo a uno venerativo. Vengono introdotti dei principi regolativi come i comandamenti a cui adesso anche le divinità devono attenersi, sostituendo così le diverse forme di promulgazione personalizzate in favore adesso di quelle etiche che sarebbero state invece uguali per tutti gli individui. Weber però si mostra molto ostile ai processi di razionalizzazione, infatti, affermerà che nonostante i mutevoli cambiamenti avvenuti nei più diversi ambiti, vi sono ancora elementi residui di non razionalizzazione e di personalizzazione, soprattutto nell’ambito religioso in cui permangono ancora elementi personali, che alludono a una forma arcaica e primitiva. Ma cosa succede invece all’interno dell’ambito medico? Ecco che dobbiamo partire da Ippocrate, il quale si occupò in maniera differente di medicina affermando come la sacralità della malattia non è altro che un aspetto della nostra ignoranza. Egli comincia a esporre una visione della medicina parzialmente demistificatrice, in cui non vi è più l’influenza della divinità ma della natura, cercando di trovare i diversi segni della patologia all’interno di qualche elemento naturale. Si dovrà aspettare Bacone per cominciare a teorizzare che se esiste un progetto della natura, noi possiamo modificarlo e orientarlo, facendo prendere coscienza all’uomo della propria responsabilità rispetto alla grandezza del mondo. Da Ippocrate in poi cominciano a diffondersi le pratiche dell’istituzionalizzazione scientifico-medica e tra le cause che hanno determinato tale processo possiamo annoverare: -il metodo quantitativo che favorisce il calcolo riferendosi a tutto ciò che poteva essere riprodotto e rappresentato; -la teoria cellulare che segnerà il distacco dalla medicina tradizionale a quella moderna, identificandola a partire dai due grandi conflitti mondiali. Durante gli anni in cui sembrano ormai sparite le grandi epidemie e in cui la vita media è in costante aumento, aumenta ciononostante sempre più il bisogno di Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) assistenza divenendo maggiore rispetto a quello che si era verificato prima della Seconda Guerra Mondiale. Diciamo che in questo contesto vi sono coloro che rimangono legati a una forma di medicina personalizzata e altri che invece ne esaltano una forma per lo più neutrale e razionale, giungendo al giorno d’oggi alla cittadinanza bioetica, al peso determinante del Welfare State, alla conseguente trasformazione dei sistemi sanitari ecc… Si giunge, così, alla medicina predittiva che si contrappone radicalmente alle forme elementari di relazione personalizzate al sacro. LE CRITICHE A PARSON A partire dalla pubblicazione dell’opera Parsoniana “Il sistema sociale” cominceranno le prime critiche riguardanti il proprio pensiero. 1° critica La prima critica proposta fu quella che gli attribuì la colpa di alcuni avvenimenti importanti in quegli anni, come l’uccisione di Martin Luther King, l’assassinio di John e Robert Kennedy ecc, poiché all’interno del proprio pensiero egli aveva trascurato la componente conflittuale, facendo invece emergere la presenza di un attore che socializza con i diversi valori e fini ritenuti comuni. 2° critica Twaddle orienta la sua critica sulla messa in risalto delle varie forme di adattamento degli attori con l’ambiente esterno, con le diverse situazioni ecc. In risposta alla critica, Parsons parlerà del sistema funzionale AGIL facendo notare come gli scambi di energie e informazioni tra i diversi sottosistemi sottintendessero un modello di relazione e interdipendenza molto complesso, legati a un concetto di fluidità tra i quattro sottosistemi. Quindi la critica di Twaddle si può riassumere in conflitto, in duello tra adattamento e integrazione. 3° critica Ulteriore critica fatta a Parsons verte alla patologia cronico-degenerativa il cui massimo esponente sarà Mechanic, il quale critica i due diritti e i due doveri della Sick Role proposti da Parsons, affermando come il sistema delle aspettative può andare bene per la malattie acute ma non per le malattie croniche poiché si pone un interrogativo: come si potrà adempiere alla terza funzione ovvero quella di essere obbligato a ricoprire i propri ruoli e fare finire i vecchi privilegi che la malattia aveva precedentemente comportato? Ecco che qui Parsons risponde riprendendo nuovamente il concetto di equilibrio motivazionale affermando come una persona è realmente guarita, da un punto di vista sociologico e non biologico, soltanto quando ha superato le tensioni patogene e ristabilito nuovamente il proprio equilibrio motivazionale, ritornando così a ricoprire i propri ruoli sociali. Ecco allora che Parsons risponde all’interrogativo proposto da Mechanic per quanto concerne la malattia cronica. Quando una malattia cronica degenerativa colpisce un bambino all’interno della famiglia, ecco che la famiglia reagirà allora in due modi diversi: o attraverso la negazione della malattia o attraverso la negazione del bambino attraverso, ad esempio, l’impegno all’interno di un’attività lavorativa, con un atteggiamento abnorme, per avere quella gratificazione che non avranno mai verso il Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) proprio figlio, nonostante tutte le aspettative che si erano riversate nei suoi confronti, fallite a causa della sua malattia. Di fronte quindi al fallimento e alla delusione, ecco allora che il genitore si impegnerà attivamente con il mondo esterno a lui negando così a sé il proprio bambino. La coppia dei genitori però al tempo stesso si potrà anche impegnare a ridefinire la propria fecondità, la propria affettività e la propria sessualità e, in alcuni più sconsolati casi, si assiste alla morte sociale della famiglia, che assolve agli obblighi di ruolo nei confronti degli altri. Da qui si evince come in realtà, il disimpegno degli obblighi dei ruoli non viene effettuato dal malato stesso, ma dagli altri soggetti che lo circondano, parlando così del fenomeno di disimpegno per procura (procura del proprio figlio malato). Ad analizzare l’elemento della malattia, tuttavia, è anche un altro importante sociologo: Durkeim, il quale delinea la differenza che intercorre tra “fenomeni normali” e “fenomeni patologici”. -Fenomeni normali il termine fa riferimento a quei fenomeni che si verificano nel momento in cui si rimane più o meno conformi alla media statistica introducendo, così, il concetto di “salute”; -Fenomeni patologici il termine fa riferimento a quei fenomeni che si verificano nel momento in cui ci si discosta particolarmente dalla media statistica introducendo, così, il concetto di “malattia”. Da qui si evince come le due differenti tipologie di fenomeni si distinguono tra loro attraverso il loro grado di maggiore o minore allontanamento rispetto alla media statistica con cui il fenomeno tende a manifestarsi. Parsons sostiene che questa condizione media si riferisce alla capacità dell’individuo di adattarsi o meno all’ambiente esterno e questo lo si evince all’interno del testo “definizione di salute e malattia alla luce dei valori Americani”. La definizione di Parsons assumerà un’altra critica poiché considerata troppo etnocentrica e non assolutamente generalizzata. 4° critica Ulteriore critica è stata posta per il principio del piacere e per la correlata regressione a stati di dipendenza pre-adulta, ricollegandosi così al filosofo Freud. 5° critica Illich criticherà l’intera civiltà medica occidentale, perché essa stessa causa una forma di malattia iatrogenesi clinica … bhuuuu XD Reiser invece contesta i valori fondamentali sui quali si incentra la medicina puntando la propria attenzione soprattutto sulla spersonalizzazione della pratica medica poiché ormai nella medicina moderna, così come in quella di Parsons non vi sono più elementi di rapporti personali. Per Parsons uno dei pericoli più importanti da evitare era il fascino della malattia che doveva essere rappresentata in ospedale, poiché il luogo cupo di esso rappresentava un costo in cui il malato abbandona i propri affetti e sarà soggetto a rispettare determinate regole e norme che vigono all’interno di quell’ospedale stesso e non all’interno di altri luoghi. Ma in quegli anni, lo stesso ospedale era stato al centro di forte critiche, poiché questo era il luogo in cui il soggetto contraeva la malattia, in particolare la malattia mentale. Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected]) Ecco che così comincia a diffondersi la medicina predittiva con i suoi innumerevoli dilemmi, quali ad esempio: il progetto genoma, la sequenzazione del DNA umano, le molecole proteiche ecc… Saranno queste le sfide presenti e future rispetto alle quali lo stesso linguaggio sociologico-sanitario dovrà modellarci? Rumore dello Sviluppo con tale termine si fa riferimento a quel fattore di indeterminazione, introdotto nel momento in cui una cellula replica se stessa. C’è sempre una componente non controllabile, identificata attraverso il rumore. Document shared on https://www.docsity.com/it/protagonisti-e-interpreti-della-sociologia-sanitaria/797067/ Downloaded by: valeria-russo-47 ([email protected])