Appunti di Psicologia Generale del Prof. Ianì PDF

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Questi appunti riguardano le lezioni di Psicologia Generale tenute dal Prof. Ianì presso l'Università di Torino. Coprono argomenti fondamentali come i processi cognitivi, il comportamentismo, il cognitivismo e l'approccio Human Information Processing (HIP).

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Appunti delle lezioni di Psicologia Generale del Prof. Ianì Psicologia Generale Università di Torino (UNITO) 27 pag. Document shared on https://www.docsity....

Appunti delle lezioni di Psicologia Generale del Prof. Ianì Psicologia Generale Università di Torino (UNITO) 27 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) PSICOLOGIA GENERALE Psicologia generale → studia le capacità e le funzioni cognitive dell’uomo. ↓ Processi che permettono di vedere, prestare attenzione, percepire, parlare, interpretare le situazioni, decidere, pianificare, ricordare ecc.. Il soggetto di colui che studia è anche l’oggetto studiato. L’oggetto di studio che sarebbe la mente è difficile da definire e da osservare. Comportamentismo → ha provato a studiare l’uomo non studiando la mente perché non osservabile né misurabile, ma l’unica cosa che si poteva studiare era la modificazione di un comportamento in seguito a una specifica esperienza con l’ambiente. Si studiano quindi: - stimolo dell’ambiente; - risposta dell’uomo allo stimolo. Ha racchiuso quella parte di funzionamento cognitivo implicito. ↓ Al di fuori della capacità di controllo dell’essere umano. Cognitivismo → si possono studiare le attività mentali non osservabili, partendo da qualcosa che manifesto. Se noi studiamo dei paradigmi sperimentali sensati a seconda delle risposte che vengono date e dai tempi di risposta si possono trarre inferenze importanti sul funzionamento cognitivo degli esseri umani. ↓ Studiando le risposte osservabile è possibile trarre delle inferenze su come sono strutturate e come funzionano le funzioni cognitive. Approccio Human Information Processing (HIP) di NEISSER ↓ A partire dai comportamenti osservabile è possibile trarre inferenze sui processi di manipolazione mentale delle informazioni. 4 approcci alla cognizione umana: 1) Psicologia sperimentale; 2) Neuroscienza cognitiva; 3) Neuropsicologia cognitiva; 4) Scienza cognitiva. PSICOLOGIA SPERIMENTALE È una disciplina che vede l’uomo come elaboratore di informazioni (bottom up), è molto semplicistica rispetto alla complessità della realtà. Cerca di comprendere l’attività cognitiva umana usando le evidenze comportamentali. Assume anche un’elaborazione seriale. ↓ Il processo in corso deve essere completato prima che possa iniziare quello successivo. Bottom up → elaborazione su cui influisce solo lo stimolo e le sue caratteristiche. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Top down → l’elaborazione di uno stimolo dipende molto dalle aspettative di una persona e quindi da ciò che è già immagazzinato nel sistema cognitivo. Studi condotti 1973: Gregory e Gombrich (famiglia africana) 1960: Hudson (cacciatore, antilope, elefante) La cultura ha un ruolo predominante insieme alle specifiche esperienze nel percepire gli stimoli. Limiti della psicologia sperimentale: Gli studi vengono fatti in laboratorio e quindi non si sa se e quali risultati sono gli stessi che si otterrebbero nel mondo reale; Fornisce solo evidenze indirette dei processi interni; Teorie vaghe e difficili da verificare espresse in termini linguistici; I risultati valgono solo con quel metodo che è stato utilizzato, i risultati non sono estesi a compiti simili perché c’è una specificità del paradigma; Prevalenza di teorie specifiche invece di architetture generali. NEUROSCIENZA COGNITIVA Usa le evidenze derivanti dal comportamento e dal cervello per comprendere l’attività cognitiva umana. Individua le aree cerebrali implicate in compiti cognitivi. Il cervello ha specifiche aree cerebrali che vengono usate in vari modi. ↓ Fanno parte della corteccia cerebrale costituta da 4 lobi: - frontale; - parietale; - occipitale; - temporale. C’è una suddivisone più specifica che è rappresentata dalle aree di Broadmann. ↓ Si differenziano in base alla struttura delle cellule cerebrali. Strutture sottocorticali: - amigdala: si occupa della memoria implicita. - ippocampo: si occupa della memoria esplicita. - cervelletto: si occupa delle abilità motorie. - talamo: sorta di sorvegliante presente nel nostro corpo che concorre a decidere quali sono le emozioni e i pensieri consentiti. La neuroscienza cognitiva cerca di capire dove e quando hanno luogo i processi cognitivi usando delle tecniche che però da sole sono inutili in quando serve sempre che il partecipante sia attivo attraverso un “task”. Tecniche: Registrazioni a unità singola: inserimento di un micro-elettrodo nel cervello che registra scariche elettriche, va nel dettaglio della singola cellula. È altamente invasiva. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Elettroencefalogramma (EEG): misura l’attività elettrica del cervello per mezzo di elettrodi posti sullo scalpo. Meno invasiva, ha una risoluzione spaziale limitata, ma una buona risoluzione temporale. Tomografia ad emissione di positroni (PET): misura l’attività elettrica attraverso un liquido di contrasto in cui sono contenuti i positroni. Ci ridà un’immagine di dove ci sono più positroni e quindi più afflusso di sangue dicendoci che c’è attività cerebrale. È una misura indiretta del funzionamento della corteccia cerebrale. Risoluzione spaziale accurata, ma scarsa risoluzione temporale. Risonanza magnetica: misura le particelle di ossigeno nel sangue. Fornisce una misura indiretta dell’attività neurale. Si usa MRI: fornisce informazioni sulla struttura del cervello fMRI: fornisce informazioni sull’aumento del flusso ematico Ha una buona risoluzione spaziale e una scarsa risoluzione temporale come la PET ↓ Ci forniscono uno stato delle cose di una finestra temporale e non di un determinato momento, è una media di quello che è successo nel cervello. Magneto-encefalografia (MEG): tecnica avanzata che misura i campi magnetici prodotti da attività elettrica nel cervello, non sfrutta meccanismi indiretti ma misura i leggerissimi campi magnetici generati dall’attività elettrica. Eccellente risoluzione temporale ma molto costosa. Stimolazione magnetica transcranica (TMS): per essere sicuri che un’area svolga un ruolo causale su una funzione cognitiva non basta misurare la funzione cognitiva e l’area ma bisogna mettere a tacere l’area inibendola, per vedere come il soggetto reagisce, avendo così un nesso causale. ↓ La TMS crea un campo magnetico per inibire temporaneamente l’attività di 1 cm cubo di corteccia cerebrale. Se un’area è critica per un compito, se inibita osserveremo un peggioramento. È importante avere una condizione di controllo. ↓ Si applica la TMS su un’area cerebrale non critica. Ha una scarsa risoluzione spaziale (infatti viene usata spesso con la fMRI) e temporale. Gli effetti possono essere marginali, bisogna quindi creare dei paradigmi in grado di cogliere i cambiamenti cognitivi. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Svantaggi: - difficile localizzazione delle aree; - movimenti oculari che vengono controllati con eyetracking; - movimenti del partecipante. Limiti della neuroscienza cognitiva: Si può soccombere all’illusione del neuroimaging (descrizione vs. spiegazione), le tecniche devono essere accompagnate da un’impalcatura teorica. Rivelano solo associazioni tra configurazioni di attivazione cerebrale e comportamento, l’attivazione potrebbe dipendere da una strategia scelta. ↓ In qualsiasi tipo di compito cognitivo, nell’essere adeguati alla richiesta dello sperimentatore, ogni partecipante può adottare una strategia cognitiva personale. Partono dall’assunto che determinate aree cerebrali siano ingaggiate in specifici compiti cognitivi, ma questo non è detto perché si possono attivare più aree per una sola attività. Il cervello è attivo anche quando non riceve lo stimolo sperimentale, quindi, è difficile differenziare le attivazioni che dipendono dallo stimolo. Sono invasive dal punto di vista psicologico. NEUROPSICOLOGIA COGNITIVA Studia le prestazioni cognitive di individui portatori di una lesione cerebrale, questi pazienti hanno riportato alterazioni strutturali nel cervello causate da traumi o da malattia. Per comprendere il funzionamento cognitivo si possono usare 2 modi: 1) Dissociazione: il paziente 1 sa fare il compito A, ma non il compito B; 2) Doppia dissociazione: il paziente 1 con una data lesione x sa fare A ma non B, il paziente 2 con lesione y sa fare B ma non A. ↓ Si manipola sia la tipologia di lesione sia la tipologia di compito. Es. di doppia dissociazione Area di Broca → area ventrale del lobo frontale. Area di Wernicke → a cavallo tra lobo temporale e parietale. È stato dimostrato tramite la doppia articolazione che l’area di Broca si occupa della produzione del linguaggio e quella di Wernicke della comprensione del linguaggio. Caso Phineas Gage Incidente sul lavoro che gli aveva infilato una sbarra di metallo nell’orbita sx e che ha lesionato solo la parte del lobo frontale. ↓ Cambiamento di personalità, diventa una persona istintiva, impulsiva, disinibita e disattenta perché il loro frontale è quello che inibisce la risposta e avendolo danneggiato non aveva più freni. Assunti teorici della neuropsicologia: 1) Modularità: il fatto che esistono delle funzioni cognitive (percezione visiva, attenzione, memoria ecc..) e che siano indipendenti le une dalle altre. I moduli presentano specificità di dominio in quanto rispondono solo ad una particolare classe di stimoli. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) 2) Modularità anatomica: ogni modulo è localizzato in un’area del cervello. 3) Uniformità dell’architettura funzionale: non ci sono differenze individuali nella disposizione dei moduli. 4) Sottrattività: una lesione può danneggiare un modulo, ma non può introdurne di nuovi. Limiti della neuropsicologia cognitiva: I pazienti possono sviluppare strategie compensatorie. ↓ Di fronte a un determinato compito si può arrivare allo stesso tipo di prestazione utilizzando delle strategie cognitive diverse. Molte aree cerebrali funzionano in modo integrato; Le lesioni cerebrali piuttosto che interessare un solo modulo sono in genere abbastanza estese; Studia gli aspetti specifici della cognizione umana piuttosto che aspetti generali. SCIENZA COGNITIVA Si possono fare dei modelli computazionali per comprendere l’attività cognitiva, è diversa dall’intelligenza artificiale. ↓ Sfrutta le stesse tecniche ma non vuole arrivare allo stesso output di un essere umano ma anzi vuole migliorare gli output. Obiettivo → costruire dei programmi che danno le stesse risposte degli esseri umani sfruttando anche i tempi di reazione. Vantaggi: - si riescono a costruire modelli estremamente precisi e dettagliati. Limiti: - il programma non interpreta ma manipola simboli, simulando la sintassi (esperimento della stanza cinese di SEARLE) e non la semantica come invece fanno gli esseri umani. ↓ Simulare non è comprendere Metodi per costruire modelli computazionali “se…allora” reti connessiosiste PERCEZIONE VISIVA Negli occhi c’è la retina che ha 2 tipi di recettori visivi coni bastoncelli Mandano input alle cellule gangliari che costituiscono la retina che possono essere magnocellulari o parvocellulari. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Gli assoni delle cellule gangliari formano il nervo ottico, i due nervi ottici si incrociano in un punto chiamato chiasma e metà degli assoni procedono verso l’emisfero ipsolaterale e metà verso l’emisfero controlaterale. Il tratto ottico procede verso il nucleo genicolare laterale. ↓ Possiede due tipi di strati diversi: - magnocellulari: si occupano selettivamente del movimento (input dai bastoncelli); - parvocellulari: si occupano selettivamente dell’informazione sui colori e i dettagli (input dai coni). Questo ci fa capire che già a livello della retina c’è una distinzione di strutture neurofisiologiche. La struttura permette alla parte sx della retina sx di elaborare tutto ciò che è nell’emicampo visivo dx, e la parte dx della retina dx di elaborare tutto ciò che è nell’emicampo visivo sx. Dal nucleo genicolare laterale i nervi ottici vanno verso V1 e V2. ↓ Aree della corteccia visiva primaria che si occupano dell’elaborazione dello stimolo precoce. Qualsiasi stimolo visivo passa per queste aree. Sono presenti cellule semplici e cellulare complesse.→ Rispondono ai contorni ↓ Rispondono a stimoli con particolare orientamento. Individuano le caratteristiche dello stimolo. Dopo V1 ci sono due percorsi possibili: Dorsale (dove e come): - movimento, è la via più veloce perché definendo il movimento di quello vede è anche legata al movimento del soggetto; - permette l’elaborazione automatica dello stimolo per interagire in maniera veloce. Ventrale (cosa): - colore e forma. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) - permette il riconoscimento consapevole degli oggetti. Iperspecializzazione delle aree nel lobo occipitale: V3, V3a: rispondono alle forme ma non ai colori; V4: risponde al colore e all’orientamento delle linee (se compromessa viene chiamata acromatipsia); V5: risponde al movimento (se compromessa viene chiamata achinetopsia); ↓ - 1° ordine: forma in movimento che differisce in luminosità rispetto allo sfondo; - 2° ordine: non c’è differenza tra la luminosità della figura e quella dello sfondo. Corteccia infero-temporale: elaborazione delle forme, contiene due tipi di neuroni con compiti diversi: - selettività degli oggetti: rispondono a specifici oggetti visivi; - tolleranza: immagini dello stesso oggetto. Binding problem → come integriamo le informazioni su forma, colore e movimento in modo da percepire oggetti distinti su uno sfondo? ↓ Questo problema si affronta abbandonando l’idea di specializzazione funzionale rigida e riconoscendo le interazioni tra aree cerebrali. Lesione alla via ventrale → Agnosia visiva ↓ Difficoltà nel descrivere e riconoscere gli oggetti, ma non hanno difficoltà a interagire con gli stessi oggetti. (Video del paziente sul riconoscimento del lucchetto → posso percepire qualcosa senza esserne consapevole) Lesione alla via dorsale → Atassia ottica ↓ Nessun problema nel descrivere e riconoscere gli oggetti, ma grosse difficoltà a interagire con gli stessi oggetti. Illusione di Ebbinghaus → i due cerchi sono uguali, ma a un partecipante sano quello di dx sembra più grande di quello di sx (stiamo usando la via ventrale). ↓ È quella che cade nell’illusione Ciò che vediamo o crediamo di vedere non è uguale a ciò che influenza i nostri movimenti. Le 2 vie (dorsale e ventrale) non agiscono sempre indipendentemente, ci sono delle situazioni in cui è necessario che le 2 vie interagiscano tra loro e si scambino informazioni. Il sistema ventrale è implicato quando: - è necessaria la memoria dichiarativa; - c’è tempo per pianificare il movimento; Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) - è necessario pianificare il movimento; - l’azione è poco pratica o è complicata. Lesione in area V1 e V2 → non c’è il funzionamento delle due vie. ↓ Blindsight: dissociazione tra mancanza di esperienza fenomenica di un dato stimolo e l’elaborazione dello stesso. La corteccia visiva primaria e secondaria sono le più importanti per dar vita all’esperienza cosciente di un dato stimolo. In caso di lesione alla corteccia primaria tutte le strutture sottocorticali continuano a funzionare. Lo stimolo si percepisce perché occhi, nervo ottico ecc… funzionano permettendo la corretta elaborazione dell’informazione, ma ciò che manca è l’esperienza fenomenica. ↓ Consapevolezza dello stimolo Blindsight caratterizzato da scotoma → zona di assoluta cecità Causa → lesione che distrugge una zona della corteccia primaria e ha effetto su tutto il sistema visivo. Compito per valutarlo → pazienti con lesione devono spostare lo sguardo su uno stimolo all’interno dell’area scomatosa. ↓ Gli occhi si direzionano verso lo stimolo ma in realtà non lo vedono, perché manca la consapevolezza della presenza dello stimolo. Questo perché la percezione consapevole di uno stimolo è un processo indipendente dalla sua elaborazione. 3 tipi di blindsight: 1) Blindsight di azione: prendono o indicano oggetti nel campo cieco (usano la via dorsale); 2) Blindsignt di attenzione: individuano oggetti e movimento, ma vaga consapevolezza (usano via dorsale e area del movimento); 3) Agnosopsia: una certa capacità a distinguere forme e lunghezza d’onda, negano qualsiasi consapevolezza (usano in parte la via ventrale). Gli stessi processi cognitivi che sono messi a nudo nel blindsight possono essere sfruttati anche in partecipanti sani. ↓ Possono elaborare uno stimolo senza consapevolezza attraverso: 1) Stimoli presentati per breve tempo (sotto i 300 millisecondi); 2) Stimoli deboli; 3) Stimolo bersaglio seguito o preceduto da rapidissimo stimolo di disturbo. Compito per valutare la percezione senza consapevolezza in individui sani ↓ Decidere se una cifra bersaglio chiaramente visibile è < o > di 5. Pochi millisecondi prima della cifra bersaglio viene presentata una cifra per tempo brevissimo. Essa può essere < o > di 5. Nel caso di congruenza con cifra bersaglio la risposta alla cifra bersaglio è più rapida. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) ↓ Avviene un’elaborazione dello stimolo che però non raggiunge il livello di consapevolezza. Due criteri per stabilire se la persona ha percepito lo stimolo: Limite soggettivo: la persona non sa riferire consapevolezza dello stimolo; Limite oggettivo: la persona mostra un costo in decisioni a scelte forzate. Dati di neuroscienza suggeriscono che l’esperienza consapevole si accompagna ad attività neurale sincronizzata che riguarda numerose aree cerebrali. Percezione di oggetti Il riconoscimento di oggetti è un processo complicato dovuto a: - Sovrapposizione tra componenti (sia per la numerosità che per i confini); - Variazione nelle proprietà visive di oggetti di una stessa categoria; - Ampio spettro di distanze e orientamenti visivi (costanza dell’oggetto). Agiscono processi di: Top-down/percezione indiretta: processi interni che influiscono sulla percezione (Bruner). Es. quando aspettiamo qualcuno e ci sembra di riconoscerlo in un’altra persona. Bottom-up/percezione diretta: molte informazioni sono disponibili nell’informazione sensoriali (Gibson). I primi studi sulla capacità di stabilire quali parti di informazioni visive formano oggetti distinti sono ad opera della Gestalt. ↓ Filosofi che hanno studiato le leggi per percepire gli oggetti. Tutto si racchiude in una sola legge chiamata legge della pregnanza. ↓ Di numerose organizzazioni possibili dal punto di vista geometrico, si verificherà quella che possiede la forma migliore, più semplice e più stabile. Tipologie di leggi: Legge della prossimità: gli elementi visivi tendono ad essere raggruppati insieme se sono vicini tra loro; Legge della somiglianza: gli elementi visivi simili tra loro nella struttura vengono raggruppati insieme (vediamo in colonne e non in righe); Legge della continuità: raggruppare insieme gli elementi che richiedono il minor numero di cambiamento o interruzioni; Legge della chiusura: parti mancanti della figura vengono inserite per completare la figura stessa; Legge della simmetria: tendiamo a unificare gli oggetti anche se sono simmetrici tra di loro. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Legge effetto della superiorità della configurazione ↓ Tendiamo a percepire l’intero in maniera più facile rispetto alle singole parti. Il riconoscimento di configurazioni si basa sulla forma globale dello stimolo. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Legge del destino comune → gli elementi visivi che sembrano spostarsi insieme (o andamento comune) vengono raggruppati assieme. Articolazione figura-sfondo → lo sfondo non ha forma, sono implicate le aree V1 e V2. Teorie sul riconoscimento di oggetti Il primo a fare una teoria sul riconoscimento degli oggetti è stato MARR con una teoria computazionale. ↓ Esistenza di una serie di rappresentazioni che fornivano sempre di più in maniera temporale informazioni dettagliate dell’oggetto. Tipologie di rappresentazioni: 1) Abbozzo primario: fornisce una descrizione grezza dell’oggetto bidimensionale con le principali variazioni come l’intensità luminosa dell’input visivo e le informazioni inerenti i margini e i profili dell’oggetto. Permette una distinzione tra oggetti. 2) Abbozzo 2,5 – D: descrizione con l’aggiunta di profondità e orientamento dell’oggetto. È dipendente dal punto di vista dell’osservatore. Permette una distinzione degli oggetti indipendentemente da distanza e orientamento. 3) Rappresentazione modello 3-D: descrive tutte e tre le dimensioni, le forme e il movimento dell’oggetto, ed è indipendente dal punto di vista dell’osservatore. Permette l’identificazione di un oggetto confrontandolo con le informazioni in memoria. Teoria della neuropsicologia utile per il riconoscimento degli oggetti. ↓ Agnosia visiva: comprensione del riconoscimento visivo di oggetti in presenza di inalterata trasmissione di informazioni visive alla corteccia cerebrale. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Può essere Appercettiva: riconoscimento compromesso per deficit di elaborazione percettiva. Difficoltà a copiare i disegni, l’oggetto non viene percepito in modo corretto (Test di Gollin). Associativa: processi percettivi integri, ma difficoltà di accesso alle conoscenze sull’oggetto. Il soggetto riesce a percepire in maniera corretta ma non riesce ad associarlo a delle conoscenze semantiche pregresse. I pazienti non hanno problemi a copiare i disegni ma non riescono a fornire una descrizione verbale esaustiva. Teorie sul riconoscimento di volti Le teorie per il riconoscimento degli oggetti non valgono per il riconoscimento dei volti. Il modo in cui riconosciamo i volti differisce in modo forte da quello con cui riconosciamo gli oggetti. Differenza principale → per il riconoscimento dei volti è necessaria un’elaborazione olistica. ↓ Visione nel suo insieme piuttosto che per le caratteristiche. 2 effetti: Effetto inversione: se capovolgiamo un volto diventa più difficile riconoscerlo al contrario di un oggetto. Effetto parte per il tutto: il ricordo di una parte del volto è più preciso se presentato all’interno del volto piuttosto che separata. Lesione del giro fusiforme (via ventrale) → Prosopagnosia ↓ Difficoltà nell’elaborazione cognitiva dei volti, è una condizione eterogenea con vari gradi di difficoltà e può essere evolutiva o acquisita. Percezione del movimento umano È un caso di percezione diretta in cui c’è un’elaborazione diretta dello stimolo in movimento per pianificare il movimento, non c’è necessità di processi cognitivi sofisticati. Casi di percezione diretta: Affordance → informazione motoria che un oggetto in maniera automatica ci invia in base alle sue caratteristiche fisiche. Es: l’affordance della tazza è il fatto di poter essere afferrata dal manico. Percezione diretta perché non ho bisogno di identificare l’oggetto, ma si è in grado in modo veloce di interagire con esso. L’affordance dipende dalla memoria procedurale e dall’esperienza di tutti i giorni. Movimento biologico → siamo in grado di percepirlo anche con informazioni visive limitate. I processi implicati nel movimento biologico sono diversi da quelli del movimento in generale. Abbiamo dei processi neurocognitivi deputati in modo specifico all’elaborazione del movimento biologico che ci rendono in grado di identificare le azioni intrinsecamente comunicative. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) ↓ È dimostrato dalle doppie dissociazioni.: Ci sono pazienti con difficoltà nella percezione del movimento in generale e non di quello biologico. con difficoltà nella percezione del movimento biologico e non di quello in generale. Dal punto di vista neuro cognitivo ci sono neuroni che si attivano sia quando si effettua un’azione sia quando la si guarda. ↓ Neuroni specchio → costituiscono il 17% dell’area F5 della corteccia premotoria. I ricercatori hanno scoperto i neuroni specchio mentre misuravano l’attività elettrica della corteccia premotoria mentre la scimmia compiva dei movimenti, perché volevano mappare quale area controllasse in modo specifico i vari tipi di movimento. ↓ I neuroni della scimmia si sono attivati sia quando ha afferrato la banana sia quando ha visto un altro individuo prendere una banana. Neuroni specchio hanno caratteristiche visuo-motorie ma possono essere anche audio-visivi. ↓ Si attivano al suono di un’azione eseguita da un’altra persona. Nell’uomo ci sono 2 aree che hanno proprietà specchio. ↓ - lobo frontale inferiore (corteccia premotoria e motoria); - lobo parietale inferiore. Caratteristiche del sistema dei neuroni specchio nell’uomo: 1) Più esteso rispetto al sistema della scimmia; 2) Attivazione somatotopica. L’osservazione passiva di espressioni facciali genera un’attività mimica rapida, involontaria e inconsapevole. ↓ Concetto di risonanza Si possono studiare i neuroni specchio da un punto di vista non neuro scientifico ovvero studiando quei meccanismi di interferenza o facilitazione dell’azione. ↓ Se è vero che mentre osservo un determinato movimento si attiva il mio sistema motorio in maniera specifica la cosa che posso fare è andare a chiedere contemporaneamente ai partecipanti di osservare un’azione e compiere un’azione diversa (immagine di un dito che si muove ma devi muoverne un altro). ↓ L’attivazione dei neuroni specchio in osservazione velocizza l’esecuzione del movimento osservato. Immagini visive Creare un’immagine visiva è un processo che attiva il nostro sistema visivo. Quando si immagina qualcosa è una rappresentazione iconica così come una percezione visiva. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Gli stessi processi usati per percepire uno stimolo sono gli stessi che vengono usati per immaginare uno stimolo. Analogie tra immagini visive e percezioni visive: 1) Stessa struttura pittorica e iconica; 2) Stessi sistemi cognitivi; 3) Soggette allo stesso tipo di regole anche dal punto di vista temporale. Rotazione degli oggetti in cui più un oggetto ruota più tempo ci si impiega a capire che i due oggetti sono uguali. ↓ Paradigma di Kosslyn dimostra che c’è una relazione lineare tra cosa io riesco a immaginare e cosa io riesco a fare concretamente. Paradigma che dimostra la stessa cosa ma con un altro task. ↓ 2 fasi: 1) Memorizzare la mappa con degli oggetti; 2) Immaginare di percorrere delle distanze e premere un pulsante quando si arriva a destinazione. Buffer visivo → c’è un’analogia tra le strutture cognitive con cui immaginiamo e le strutture cognitive con cui percepiamo e interagiamo effettivamente con lo stimolo. Da un punto di vista cognitivo vuol dire che le stesse strutture anatomiche deputate alla percezione visiva sono reclutate per l’immaginazione visiva (BA17 e BA18). ↓ Si può usare la TMS per inibire le aree implicate in processi di immaginazione visiva o per eccitare le stesse aree. Non necessariamente un deficit di immaginazione visiva si associa a deficit di percezione visiva. L’ATTENZIONE ↓ Processo cognitivo che ci permette di selezionare alcuni stimoli piuttosto di altri. ↓ Individuare quegli stimoli che godranno di maggiore elaborazione cognitiva rispetto agli altri. È separata da vista e udito. 2 tipologie di attenzione: Attenzione focalizzata: presentazione di due stimoli e richiesta di porre attenzione solo a uno; Attenzione divisa: presentazione di almeno due stimoli e richiesta di rispondere a tutti. Limiti di questi studi Analizzano l’attenzione rispetto a stimoli provenienti solo dall’ambiente esterno. L’attenzione è modulata da nostri obiettivi e stati d’animo, differentemente da quanto accade in laboratorio. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Attenzione focalizzata visiva Selective attention test di SIMONS e CHABRIS (1999) ↓ Contare quante volte i giocatori con la maglia bianca si passano la palla e vedere se si nota il gorilla. ↓ Il sistema visivo codifica prevalentemente ciò a cui si fa attenzione ma quanto accade al di fuori viene codificato in modo povero. Secondo POSNER esistono due sistemi attenzionali diversi: Endogeno: controllato da intenzioni e aspettative; Esogeno: sposta in modo automatico l’attenzione verso stimoli periferici. Studi di neuroimaging hanno evidenziato delle correlazioni (non relazione causali) con due circuiti cerebrali. ↓ È più difficile trovare dei nessi causali in questo caso perché ci sono più aree da prendere in considerazione (non si può usare la TMS). 3 modi per concepire l’attenzione focalizzata visiva: 1) Riflettore attenzionale: l’attenzione è come un riflettore che può spostarsi, ma che non consente di vedere al di fuori. ↓ Quando indirizzo la mia attenzione focalizzata visiva attivo gli stimoli che provengono da un settore del mio campo visivo. 2) Obiettivo zoom: il focus attenzionale può essere ristretto o allargato a seconda delle richieste del compito. 3) Riflettori multipli: non c’è solo una determinata porzione di spazio “illuminata” dal focus, ma l’attenzione è diretta a più regioni dello spazio non adiacenti. Esperimento per capire come funziona la nostra attenzione: Su uno schermo ci sono 23 lettere e 2 cifre, il compito è indicare dove sono le cifre. Prima che appaiano le cifre ci sono degli indizi validi o non validi. Indizi validi → le cifre si trovano NELLE posizioni suggerite. Indizi non validi → le cifre si trovano TRA le posizioni suggerite. Secondo la teoria obiettivo zoom il tempo che i partecipanti ci mettono a indicare le cifre dovrebbe essere lo stesso in qualunque punto dello schermo esso compaiono. Secondo la teoria dei riflettori multipli succederebbe che dati i miei indizi se le cifre compaiono dove erano gli indizi li sto attenzionando. ↓ La localizzazione delle cifre tra i due indizi in caso di indizi invalidi peggiora drasticamente. Questo vuol dire che prestiamo attenzione a più stimoli. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) L’attenzione attiva determinati stimoli ma al tempo stesso inibisce qualcos’altro. Inibizione di ritorno → la priorità percettiva tende a ridursi per le informazioni in una regione che di recente ha goduto di una priorità elevata. ↓ La porzione di spazio che avevo attenzionato precedentemente subisce una priorità percettiva ridotta, ritornare esattamente dove ho posto l’attenzione è più faticoso che andare ad attenzionare un’area non attenzionata in precedenza, ma totalmente nuova. C’è un’elaborazione non consapevole (subliminale) degli stimoli visivi trascurati. Split brain → condizione in cui i 2 emisferi che di solito sono collegati dal corpo calloso non lo sono. La parte dx riceve tutto quello che c’è nel campo visivo sx e viceversa. In caso di split brain l’informazione che proviene dal campo visivo di dx rimane a dx e non si sposta a sx dove non ci sono capacità cognitive legate al linguaggio. Nel 1990 POSNER e PETERSON hanno individuato 3 abilità attenzionali implicate nel controllo del riflettore attenzionale: 1) Disengagement: allontanare l’attenzione da uno stimolo; 2) Shifting: trasferire l’attenzione da uno stimolo all’altro; 3) Engaging: concentrazione su un nuovo stimolo. Per ogni abilità/funzione è stata individuata un disturbo: 1) Disturbo del disengagement dell’attenzione - lesione alla regione parietale ↓ Simultanagnosia: impossibilità a prestare attenzione a più di un oggetto. 2) Disturbo dello shifting dell’attenzione – lesione al collicolo superiore del mesencefalo ↓ Difficoltà a effettuare movimenti oculari volontari in direzione verticale. 3) Disturbo dell’engaging dell’attenzione – lesione al nucleo posteriore del talamo ↓ Difficoltà a concentrare l’attenzione su stimoli nuovi. Disturbi dell’attenzione focalizzata visiva Neglicenza Spaziale Unilaterale (NEGLECT) Lesione o malfunzionamento di un’area specifica del lobo parietale inferiore nell’emisfero dx. Difficoltà nell’attenzionare, quindi nell’elaborare consapevolmente, gli stimoli presentati nell’emicampo visivo controlaterale. Riguarda tutte le modalità sensoriali. (Es: i pazienti disegnano solo la parte dx di un oggetto non elaborando quello che c’è nel campo visivo sx). Può colpire le coordinate Egocentriche: è compromesso ciò che si verifica a sx del campo visivo riferito al soggetto. Allocentriche: è compromesso ciò che si verifica a sx rispetto agli oggetti. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Estinzione Se vengono presentati due stimoli contemporaneamente quello nello spazio controlaterale viene trascurato. Attenzione focalizzata uditiva Si presentano due messaggi differenti a ciascun orecchio e si chiede di ripetere ciò che viene udito da uno dei due. Cosa ne è del messaggio trascurato? ↓ 3 teorie: 1) Teoria del filtro di BROADBENT (1958): Dal registro sensoriale solo uno stimolo passa attraverso il filtro per andare nella memoria a breve e a lungo termine, mentre l’altro rimane nel registro. Limiti: - sei i due stimoli sono diversi (parole e immagini) è spesso possibile elaborarli in modo più completo di quanto dica la teoria; - se gli stimoli non sono diversi, ma quello trascurato è familiare (il proprio nome) viene comunque elaborato. 2) Teoria dell’attenzione di TREISMAN (1964): L’analisi dell’informazione trascurata è solo attenuata, quindi può anche affiorare. 3) Teoria dell’elaborazione completa di DEUTSH (1963): Tutti gli stimoli vengono elaborati completamente, ma solo uno determina la risposta. Le neuroscienze ci dicono che gli stimoli cui prestiamo attenzione sono elaborati maggiormente. Le teorie più attendibili per spiegare l’elaborazione semantica occasionale di stimoli trascurati sono quella di TREISMAN e di BROADBENY (rivisitata). Ricerca visiva Quali sono i processi che sottendono la ricerca attiva di qualcosa in particolare? ↓ Teoria dell’integrazione delle caratteristiche di TREISMAN (1992) ↓ Le caratteristiche visive degli oggetti sono elaborate in parallelo e combinate per poi formare gli oggetti in modo seriale. Questo processo seriale è tanto più lento quanto più sono le caratteristiche che si devono combinare per formare gli oggetti. Le conoscenze immagazzinate in memoria possono influire sulla combinazione. DUNCAN e HUMPHREYS → Fattori che influenzano i tempi della ricerca visiva: - Somiglianza tra gli elementi di disturbo; - Somiglianza tra lo stimolo bersaglio e gli elementi di disturbo. Quando i bersagli differiscono per una singola caratteristica, che ci sia 1 oggetto rivale o 30 non fa la differenza. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected]) Attenzione automatica In alcune situazioni il nostro sistema attentivo, in modo automatico, dirige le nostre risorse cognitive verso lo stimolo. Effetto arma → sfrutta l’attenzione automatica e si verifica quando c’è uno stimolo che attira la nostra attenzione. (Es: è presente un’arma e in modo non consapevole ci prestiamo tutta la nostra attenzione, il resto della scena viene codificato in maniera povera). SHIFFRIN e SCHNEIDER dividono i processi in automatici e controllati → - capacità limitata; ↓ - non difficili da mod. - no capacità limitata; - difficili da mod. Per MOORS e DE HOUWER l’automaticità è: - inconscia; - efficace; - veloce. Non c’è sempre una linea netta tra automaticità e non automaticità. Le neuroscienze dicono che l’aumento di automaticità è: Accompagnato da riduzione di attivazione in regioni collegate all’esecutivo centrale (corteccia prefrontale); Associato a trasferimento dall’attivazione corticale verso l’attivazione subcorticale. LA MEMORIA Capacità di usare/rievocare informazioni codificate/elaborate in precedenza. Caso Clive → musicista e direttore di un coro a Londra. In seguito a un’encefalite diventa amnesico, non riusciva a tenere a mente un’informazione per più di qualche minuto. Ma una parte della memoria era stata risparmiata, infatti Clive era ancora in grado di dirigere il coro, di leggere uno spartito e di suonare il pianoforte. Memoria Serve per avere un’idea del sé Non è un sistema semplice e unitario La memoria è un sistema complesso sia per struttura che per processi. ↓ Processi cognitivi che permettono il passaggio da una struttura all’altra o l’abbandono di una determinata struttura. Processi: Codifica: processo attraverso cui un’informazione proveniente dall’ambiente entra nel sistema amnestico. Acquisizione: registrazione e analisi dell’input sensoriale. Consolidamento: generazione nel tempo di rappresentazione più forte. Document shared on https://www.docsity.com/it/appunti-delle-lezioni-di-psicologia-generale-del-prof-iani/8750386/ Downloaded by: sofia-panarello ([email protected])

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