Riassunti di Economia degli Intermediari Finanziari PDF

Document Details

Uploaded by Deleted User

Università Politecnica delle Marche

2021

Pasquini Giulia

Tags

economia degli intermediari finanziari finanza intermediari finanziari economia

Summary

These are summaries of financial intermediaries economics. The document covers the functions of the financial system, including the allocation of financial resources, payment system operations, and monetary policy transmission. It also outlines primary and secondary financial markets, the balance sheet of economic actors, and the factors influencing investment decisions, including return, risk, and liquidity. The material is presented for an undergraduate level economics course.

Full Transcript

lOMoARcPSD|4379455 Riassunti di economia degli intermediari finanziari Economia degli intermediari finanziari (Università Politecnica delle Marche) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non...

lOMoARcPSD|4379455 Riassunti di economia degli intermediari finanziari Economia degli intermediari finanziari (Università Politecnica delle Marche) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 RIASSUNTI ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI PASQUINI GIULIA anno 2020/2021 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 CAP. 1 FUNZIONE DEL SISTEMA FINANZIARIO – FORMAZIONE SALDI FINANZIARI Il sistema finanziario è l’insieme organizzato di: - Istituzioni finanziarie: o Intermediari Finanziari – imprese che effettuano o facilitano il trasferimento di risorse e rischi o Mercati Finanziari – sono luoghi fisici o virtuali in cui si trasferiscono risorse e rischi - Contratti Finanziari – strumenti attraverso cui si trasferisce risorse e rischi, indicati come attività finanziarie o strumenti finanziari - Regolamentazione e Vigilanza – definizione di regole per il trasferimento di risorse e rischi e controllo del loro rispetto. Il sistema finanziario, inteso come insieme integrato di strumenti, istituzioni e mercati finanziari assolve 3 funzioni principali: 1- Trasferire le risorse finanziarie dai soggetti risparmiatori ai soggetti investitori (funzione allocativa) 2- Garantire il funzionamento del sistema dei pagamenti (funzione monetaria in senso stretto) 3- Trasmettere gli impulsi di politica monetaria al sistema economico (funzione monetaria in senso ampio) PANORAMICA DEI MERCATI FINANZIARI I mercati finanziari sono aggregazioni di scambi finanziari, che si realizzano con la negoziazione di strumenti finanziari. Essi possono essere distinti in riferimento a due dimensioni: - MERCATI PRIMARI - In questi mercati hanno luogo le nuove emissioni da parte degli utilizzatori di fondi di strumenti finanziari per finanziare nuovi progetti o far fronte a incrementare necessità produttive quando i fondi generati all'interno non sono sufficienti per soddisfare tale necessità. In pratica gli utilizzatori di fondi emettono titoli sui mercati primari per approvvigionarsi di fondi supplementari. Tali nuove emissioni di strumenti finanziari sono vendute e fornitori iniziali di fondi, come le famiglie, in cambio di fondi di cui l'emittente o utilizzatore di fondi ha bisogno. La maggior parte delle transazioni di mercato primario negli Stati Uniti e gestite da intermediari finanziari denominati banche di investimento, che svolgono un'attività di intermediazione tra le società emittenti e gli investitori. In Italia, sono molto attivi sul mercato primario intermediari specializzati oppure banche universali. Per queste offerte al pubblico, la banca di investimento fornisce all'emittente la consulenza sull'emissione ed effettua il primo collocamento dei titoli presso il pubblico di acquirenti. Ricorrendo a una banca di investimento nell'emissione di titoli sul mercato primario, l'emittente si sottrae al rischio e ai costi nei quali incorrerebbe qualora provvedesse egli stesso a crearsi un mercato per il primo collocamento dei propri titoli. Una emissione sul mercato primario può essere effettuata sotto forma di collocamento privato: in tal caso l'emittente va alla ricerca di un acquirente istituzionale o di un gruppo di acquirenti disposti ad acquistare l'intera emissione. I titoli emessi tramite collocamento privato sono tradizionalmente considerati illiquidi e soltanto i più importanti intermediari finanziari e gli investitori istituzionali hanno la possibilità e la volontà di acquistarli e investirli. Fra gli strumenti finanziari del mercato primario vi sono le emissioni di titoli azionari effettuate dalle società al momento della loro prima quotazione sul mercato. Tali operazioni prendono il nome di OPS (Pubblica di sottoscrizione). - MERCATI SECONDARI - una volta avvenuta l'emissione degli strumenti finanziari sui mercati primari, essi sono negoziati, ossia acquistati e rivenduti sui mercati secondari. Su questi mercati gli acquirenti dei titoli sono rappresentati dagli operatori economici che hanno fondi in eccesso, mentre i venditori sono rappresentati dagli operatori che hanno necessità di liquidare i loro investimenti. I mercati secondari costituiscono un modo veloce ed efficiente, infatti in questi mercati gli operatori non devono sopportare costi diversi connessi alla ricerca diretta di acquirenti o venditori. Quando un operatore economico acquista uno strumento finanziario su un mercato secondario, i fondi sono trasferiti al venditore, di solito con 1 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 l'aiuto di un intermediario mobiliare, che fa da tramite fra acquirente e venditore. L'emittente iniziale dello strumento finanziario non è per niente coinvolto in tale trasferimento. Sui mercati secondari, oltre alle azioni e alle obbligazioni, sono negoziati anche i tassi di cambio, strumenti derivati come futures e opzioni e titoli ibridi. Dell'esistenza dei mercati secondari beneficiano sia gli investitori sia le società emittenti. Agli investitori i mercati secondari forniscono opportunità di negoziare in modo rapido ai titoli al valore di mercato, così come di acquistare titoli con vari profili di rischio e di rendimento. I mercati secondari hanno anche la funzione di facilitare a emittenti e investitori la liquidabilità degli strumenti finanziari e di fornire informazioni sui prezzi e sul valore dei loro investimenti. Infatti, quanto più un titolo è liquido, tanto più risulterà facile il suo primo collocamento sul mercato primario da parli e mettete degli anti. Inoltre, l'esistenza di mercati centralizzati sui quali negoziare gli strumenti finanziari consente agli investitori di contenere i costi di transazione. SITUAZIONE PATRIMONIALE DI UN OPERATORE ECONOMICO La figura degli intermediari finanziari nasce dalla necessità di trasferimento delle risorse finanziarie, la quale a sua volta deriva dall' esistenza di una dissociazione tra risparmio e investimento. Appare necessario considerare le cosiddette categorie istituzionali del sistema economico, e se sono insiemi di unità economiche istituzionali, ossia soggetti caratterizzati da una propria contabilità ed ha un certo grado di autonomia decisionale nelle scelte di risparmio e investimento del reddito prodotto. Nell'ambito del sistema economico è possibile individuare le seguenti categorie istituzionali: le famiglie, tipicamente soggetti consumatori ed enti no profit il settore pubblico, soggetti che producono beni e servizi non destinati alla vendita le imprese non finanziarie, che producono beni e servizi a scopo di lucro le imprese finanziarie, che soddisfano i fabbisogni di pagamento, investimento e finanziamento degli altri soggetti del sistema il resto del mondo, ossia tutti i soggetti non residenti, con i quale i residenti effettuano transazioni commerciali e finanziarie La situazione patrimoniale di ognuno dei soggetti sopra richiamati può essere semplificata nel modo seguente: dal lato degli impieghi, ciascuno di essi presenterà attività finanziarie e attività reali, mentre dal lato delle fonti essi presenteranno passività finanziarie e un certo livello di mezzi propri. In particolare, il totale delle attività è pari a: 𝑇𝐴! = 𝑇𝐴" + ∆𝐴𝐹 + ∆𝐴𝑅 ® Bilancio Mentre il totale delle passività è: 𝑇𝑃! = 𝑇𝑃" + ∆𝑃𝐹 + ∆𝑃𝐴𝑇 ® Stock e flussi 𝐴𝑅 + 𝐴𝐹 = 𝑃𝐴𝑇 + 𝑃𝐹 Il vincolo di bilancio impone che TA1 = TP1 ® IAR = S + DPF - DAF Ciò significa che gli investimenti in attività reali del soggetto sono finanziati: a. Attraverso il risparmio b. L’incremento dei finanziamenti c. La liquidazione di attività finanziarie La differenza tra la variazione di attività e passività finanziarie è il SALDO FINANZIARIO, ossia il surplus/deficit di un operatore. I soggetti per i quali vale: S > IAR (o ∆AF > ∆PF) sono in surplus di risorse finanziarie. I soggetti per i quali vale: S < IAR o (∆AF < ∆PF) sono in deficit di risorse finanziarie. MA COME SI GENERA S? L’impresa acquista i fattori produttivi con cui produce beni e servizi, che poi metterà in vendita. S per le imprese è la differenza tra i ricavi e i costi sostenuti per la produzione e, ammesso che l’azienda consegua buoni risultati, i ricavi sono comunque successivi ai costi. Da cui ricavi < costi, almeno temporaneamente. 2 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 Se invece parliamo della famiglia, dobbiamo ricordarci che il reddito della famiglia è formato dal pagamento delle prestazioni lavorative, con cui la famiglia consuma per beni e servizi. Se reddito > consumo ® le famiglie generano risparmio Anche se i dati descrivono un fenomeno macro, in cui avviene quello che è stato descritto prima, a livello micro i saldi finanziari possono essere molto diversi, ad esempio le singole famiglie possono essere in deficit mentre le singole imprese in surplus. Il Sistema Finanziario agisce affinché i soggetti in surplus (saldi finanziari positivi) possano trasferire temporaneamente le proprie risorse ai soggetti in deficit (saldi finanziari negativi)... Creando così un CIRCUITO FINANZIARIO. QUALI VARIABILI GUIDANO LE SCELTE DEI DATORI E PRENDITORI DI FONDI? – FUNZIONE OBBIETTIVO DEL DATORE DI FONDI (INVESTITORE) Le scelte di investimento di un operatore economico “razionale” sono generalmente guidate dalle variabili rendimento, rischio e liquidità, a volte anche dalla volontà di ottenere poteri deliberativi o da finalità di tipo etico o sociale. Per razionale dobbiamo specificare che non tutti gli investitori si comportano razionalmente. Rendimento è il risultato economico di un’operazione finanziaria, cioè la sua reddittività. 𝑅 = (𝑃𝑉 − 𝑃𝐴) − 𝐶𝑇 + 𝑅𝑃 − 𝑂𝐹 Il calcolo dei rendimenti consente di confrontare diverse opportunità di investimento. È necessario considerare le caratteristiche di rischio atteso delle attività oggetto di valutazione. - Rischio della controparte – la mia controparte ha problemi economici - Rischio di interesse – un incremento del tasso di interesse può variare le nostre aspettative - Rischio di prezzo di mercato – il tasso di interesse può modificare il prezzo del titolo obbligazionario - Rischio di cambio - Rischio di inflazione Il rischio è legato alla liquidità dell’obbligazione. Il titolo può essere liquidato attraverso la scadenza naturale dell’investimento. Ma abbiamo anche la possibilità di rimborso anticipato e la possibilità di liquidare l’investimento prima della scadenza. Naturalmente lo smobilizzo di un investimento ha il suo costo. La funzione obiettivo dell’investitore è una combinazione di: - rendimento atteso - rischio atteso - liquidità 3 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 QUALE RUOLO SVOLGE IL SISTEMA FINANZIARIO NEL TRASFERIMENTO DI RISORSE? – FUNZIONE OBBIETTIVO DEL PRENDITORE DI FONDI (FINANZIATO) Il prenditore di fondi è l’unità economica che manifesta un fabbisogno finanziario che non può̀ essere totalmente coperto da risorse finanziarie interne (autofinanziamento per imprese e risparmio per famiglie). Quando il fabbisogno finanziario deve essere coperto anche solo parzialmente da fonti di finanziamento esterne si genera una funzione obbiettivo del prenditore. Indipendente dalla natura del soggetto prenditore (impresa o famiglia) le variabili che definiscono la funzione obbiettivo del prenditore sono: Rischio atteso – esistono alcune tipologie specifiche di rischio per il soggetto finanziato: o Rischio di solvibilità o Rischio di interesse o Rischio di instabilità delle fonti di finanziamento o Rischio di cambio o Rischio di condizionamento dell’attività di impresa Ne deriva che per il datore di fondi l’obbiettivo è quello di massimizzare il rendimento per un dato livello di rischio accettato garantendosi un livello adeguato di liquidità; il prenditore di fondi, invece, vuole minimizzare i costi per un dato livello di rischio, poiché vuole avere stabilità delle fonti di finanziamento e libertà di azione rispetto al finanziatore. Costo Allo stesso modo del calcolo della reddittività di un investimento si può calcolare il costo dell’operazione di finanziamento. 𝐶 = 𝑉𝑅 − 𝐼𝐹 + 𝐶𝑇 + 𝑂𝑃 + 𝑂𝐹 CAP. 2 FUNZIONI DEL SISTEMA FINANZIARIO – FUNZIONE ALLOCATIVA Accumulazione ed allocazione del risparmio sono due aspetti fondamentali. Il sistema finanziario dovrebbe creare le condizioni più favorevoli per agevolare le decisioni di: Risparmio Investimento e quindi finanziamento dei soggetti in deficit Il sistema dovrebbe garantire che il risparmio prodotto dalle famiglie sia investito allo scopo di finanziarie i progetti delle imprese che, a parità di rischio, manifestino il maggiore merito creditizio EFFICIENZA ALLOCATIVA Per questa ragione è necessario che il sistema produca contratti che possano incorporare e trasferire le risorse finanziarie accumulate attraverso il risparmio. Tali contratti sono: Per il creditore Per il debitore (soggetto in surplus) (soggetto in deficit) Una forma di investimento del proprio Una forma di raccolta di risorse per finanziare la propria attività risparmio reale che va aggiunta alla propria capacità autonomia di risparmio COME E PERCHÉ INTERVENGONO GLI INTERMEDIARI FINANZIARI Il trasferimento delle risorse finanziarie può avvenire in due modi: DIRETTO – scambio diretto tra datore e prenditore di fondi. A sua volta può essere: o Autonomo o Assistito Si tratta di un trasferimento diretto quando il datore trasferisce direttamente risorse finanziarie al prenditore, tuttavia, anche nel trasferimento diretto può essere coinvolto un intermediario; anche se in questo caso, non 4 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 trasforma importi rischi e scadenze, ma facilita le operazioni di trasferimento dei fondi (supporto per emissione titoli e successivo collocamento). Lo scambio diretto ha dei costi di realizzazione, poiché ci sono più fasi da considerare. Le prime due fasi sono: ricerca di opportunità di scambio e ricerca e analisi delle informazioni; dopodiché si passa alla valutazione e selezione della controparte e dopo all’esecuzione dello scambio; infine avremo l’analisi dei rischi e gestione dello scambio. INTERMADIATO – scambio tra datore e prenditore con inserimento di uno o più intermediari. Si tratta di un trasferimento intermediato quando l’intermediario interpone il proprio patrimonio tra quello del datore e del prenditore di fondi, cioè diviene debitore verso il datore e creditore verso il prenditore e trasforma rischi e scadenze. Il contratto che sottoscrive il debitore con il datore è diverso per importo, rischio e scadenza da quello che sottoscrive con il creditore ® ATTIVITÀ DI INTERMEDIAZIONE CREDITIZIA. La banca è un tipico esempio di intermediario, in cui riceve risorse con scadenze, importi e obbiettivi di rischio vari dai soggetti in surplus, e trasforma questi rischi, scadenze e importi a favore dei soggetti in deficit. PERCHÉ ESISTONO GLI SCAMBI INTERMEDIATI? Per 4 motivi principali: ® DIVERGENA DI PREFERENZE - Lo scambio è condizionato dalle preferenze degli attori che intervengono. Le preferenze di questi possono essere sintetizzate secondo tre parametri: o Importo coinvolto o Propensione al rischio o Propensione alla liquidità Datore e prenditore di fondi hanno infatti preferenze differenti per: o Scadenze o Importi o Rischio ® ASIMMETRIA INFORMATIVA - Datore e prenditore di fondi dispongono di informazione limitata o incompleta. In particolare, ne è colpito il datore di risorse: o difficile e costoso ottenere informazioni sul prenditore; o la principale fonte delle informazioni è il prenditore stesso; o gli interessi sono contrapposti. Il prenditore ha maggiori e migliori informazioni del datore (esiste cioè asimmetria informativa ex ante a carico del datore di fondi). ® RAZIONALITÀ LIMITATA – il datore di fondi potrebbe non possedere la razionalità adeguata per governare criteri e procedure decisionali. Ma vanno considerate: o Conoscenza della materia o Esperienza professionale o Cultura o Organizzazione disponibile ® COSTI DI TRANSAZIONE – oneri che i soggetti sostengono per effettuare lo scambio: o Ricerca della controparte o Ricerca delle informazioni della controparte o Costo di gestione ed esecuzione dello scambio o Costo di valutazione dei rischi da cambiamenti di scenario o Costi di monitoraggio della posizione COME SI INSERISCONO I MERCATI NELLE QUESTIONI PRECEDENTI? I circuiti diretti sono condannati ad essere soggetti ai problemi elencati prima e ad andare incontro al fallimento e alla selezione avversa? L’esperienza dimostra invece un’evoluzione dei mercati sotto i diversi profili analizzati e una tendenza dei modelli anglosassoni verso lo scambio diretto. Asimmetria informativa 5 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 Attraverso la regolamentazione e la vigilanza si stabilisce l’informazione disponibile, sia in termini qualitativi che quantitativi. In questa situazione operano istituzioni dedicate alla produzione e al controllo delle informazioni e si introducono norme tese a ridurre comportamenti opportunistici. La necessità di ricorrere continuamente al mercato tende inoltra a ridurre autonomamente la presenza di comportamenti opportunistici (fattore reputazionale). Divergenze nelle preferenze I progressi del mercato hanno portato alla progressiva diversificazione/specializzazione degli strumenti finanziari. La varietà degli strumenti disponibili consente di adattarsi alle esigenze dei prenditori in termini di: RISCHIO; RENDIMENTO; SCADENZA. Costi di transazione Riduzione dei costi di transazione indotta dalla concorrenza Perfezionamento tecnologico e normativo dei meccanismi di formazione dei prezzi e di scambio Aumento della quantità e della qualità delle informazioni Funzione del sistema finanziario – funzione monetaria in senso stretto FUNZIONE MONETARIO IN SENSO STRETTO Gli intermediari finanziari (le banche, in particolare) hanno storicamente offerto un’alternativa alla moneta legale nel regolamento degli scambi. Esempi: assegno bancario, assegno circolare, bonifico, giroconto, carte di credito, carte di debito, ordini automatizzati di pagamento ed incasso, etc. Tuttavia, negli ultimi anni FinTech ha aperto la strada all’innovazione nel sistema dei pagamenti introducendo nuove normative e nuovi attori. Tra essi troviamo: PISP - payment initiation service providers, i PISP permettono di effettuare un pagamento del proprio conto ad un venditore, attraverso l’utilizzo di un software “ponte” tra i due account. I PISP offrono a soggetti terzi l’opportunità di effettuare un’operazione di pagamento per conto di un acquirente, previa sua autorizzazione ovviamente, senza che lui debba visitare il portale online della banca. Le finalità: grazie ai PISP i consumatori avranno molta più flessibilità quando devono effettuare pagamenti digitali. Alcuni esempi: Satispay, Mybank, Trustly, Sofort AISP – account information services providers, gli AISP possono collegarsi a conti bancari per recuperare informazioni di cui si ha bisogno per diverse ragioni. Gli AISP sono di fatto prestatori di servizi informativi, aggregatori di dati che, dietro esplicita autorizzazione del cliente, forniscono una visione di insieme delle nostre finanze. In un’unica schermata possiamo vedere tutti i nostri conti e osservare la fotografia del nostro patrimonio complessivo, entrate, uscite e movimenti. Le finalità: permette al consumatore di avere tutte le informazioni di conti diversi su una singola piattaforma, offrendogli così una panoramica generale della sua situazione finanziaria, dei suoi conti correnti e dei pagamenti elettronici effettuati. Alcuni esempi: Yolt, Utego, Intuit Mint, Illimity Bank. Gli intermediari finanziari (e le banche in particolare) sono un canale importantissimo per la trasmissione degli impulsi di politica delle Banche Centrali. L'impulso di politica monetaria si tramette infatti attraverso gli intermediari finanziari. 6 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 Le operazioni di mercato aperto sono transazioni effettuate dalle banche centrali nel mercato interbancario con lo scopo di regolare la quantità di moneta in circolazione. Il caso tipico è la compravendita di titoli di stato. La BCE acquista (ampliando la base monetaria) e vende (riducendo la base monetaria) titoli di stato. La base monetaria non è nient’altro che monete e banconote + riserve e depositi. Lo scopo di tutto ciò, oltre alla regolazione della moneta in circolazione, è anche controllare i tassi di interesse e centrare gli obbiettivi di inflazione dei prezzi. COME SONO CLASSIFICATI GLI INTERMEDIARI Possiamo classificarli in: Classificazione istituzionale – abbiamo però problemi di confronti internazionali ed intertemporali, una volta la banca faceva altri tipi di cose, ma dopo il ’93 le banche hanno incominciato a lavorare anche sull’investimento. La classificazione istituzionale non è esatta. All’interno di questa classificazione troviamo o Banche/parabancari o SIM ed SGR o Imprese di assicurazione Classificazione funzionale – classificazione più corretta. All’interno troviamo: o Intermediari creditizi ® intermediari che svolgono funzione creditizia; si interpongono tra datore e prenditore di fondi con il proprio patrimonio trasformando importi, rischi e scadenze. o Intermediari mobiliari ® intermediari che svolgono funzione mobiliare; Assumono decisioni di investimento per conto della clientela (es. gestione di patrimoni), organizzano gli scambi nel mercato (scambio diretto), erogano consulenza finanziaria personalizzata o Intermediari assicurativi ® intermediari che svolgono funzione assicurativa; operano secondo il principio di mutualità. Raccolgono premi al fine di risarcire i soggetti per i quali il rischio si è trasformato in evento dannoso. L’investimento sistematico dei premi li qualifica come intermediari finanziari (scambio intermediato). Classificazione in base ai margini –Sono quelli che: Ø Orientati alla formazione di un margine di interesse - sono quelli che guadagnano in interessi attivi e interessi passivi. Tra essi troviamo banche, imprese di leasing, imprese di factoring e società di credito al consumo. Attenzione alla riserva di legge a favore delle banche per l’attività creditizia in senso stretto. Ø Orientati alla formazione di un margine da plusvalenze – la loro attività caratteristica consiste nell’acquisto di attività finanziarie di partecipazione in imprese. Generano ricavi dati da plusvalenze e dividendi al netto del costo delle fonti di finanziamento ® (𝑝𝑙𝑢𝑠𝑣𝑎𝑙𝑒𝑛𝑧𝑒 + 𝑑𝑖𝑣𝑖𝑑𝑒𝑛𝑑𝑖) − (𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑖 + 𝑚𝑖𝑛𝑢𝑠𝑣𝑎𝑙𝑒𝑛𝑧𝑒) = 𝑚𝑎𝑟𝑔𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑎 𝑝𝑙𝑢𝑠𝑣𝑎𝑙𝑒𝑛𝑧𝑒 Tra esse troviamo: ventur capitalist e operatori di provate equity. Ø Orientati alla formazione di un margine provigionale – la loro caratteristica consiste nella produzione o distribuzione di servizi finanziari che non hanno contenuto finanziamento. Generano ricavi dati dalle commissioni sui servizi al netto di costi operativi per la realizzazione degli stessi ® 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑣𝑖𝑔𝑖𝑜𝑛𝑖 − 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑖 = 𝑚𝑎𝑟𝑔𝑖𝑛𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑣𝑖𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒. Sono: SIM (società di intermediazione mobiliare), SGR (società di gestione del risparmio) e banche. Ø Orientati alla formazione di un margine assicurativo – la loro attività caratteristica consiste nell’assicurare soggetti esposti a rischi puri. Generano ricavi dati dai premi assicurativi pagati dai contraenti e costi per risarcimenti pagati. 𝑝𝑟𝑒𝑚𝑖 + 𝑔𝑢𝑎𝑑𝑎𝑔𝑛𝑖 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖𝑎 − 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖 = 𝑚𝑎𝑟𝑔𝑖𝑛𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜. Sono: le imprese di assicurazione CAP. 3 INTERMEDIARI BANCARI La banca è il soggetto che si intrapone tra i soggetti che devono finanziare e chi vogliono essere finanziati. Tra le funzioni economiche degli intermediari bancari troviamo: v Trasferimento dei saldi finanziari v Trasformazione delle scadenze v Trasformazione degli importi v Trasformazione dei rischi - Sistema dei pagamenti 7 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 Rappresentazione semplificata dell’attività bancaria tradizionale Solamente le banche possono fare il passaggio tra attivo e passivo, mentre gli istituti parabancari non possono fare questo tipo di passaggio e devo per forza ottenere le risorse in modo diverso da come lo fa la banca, cioè raccogliere risorse dal pubblico. EQUILIBRI GESTIONALI DELLA BANCA Nello svolgimento dell’attività bancaria tradizionale l’intermediario deve rispettare alcuni equilibri tecnici che sono necessari per la sua stabilità: v Equilibrio finanziario – evoluzione sostenibile tra entrate e uscite in termine di scadenze ed ammontare. La banca deve programmare quanto entra e quanto esce. Se la banca non gestisce le liquidità si troverà scoperta. Ø Gestione della tesoreria (breve termine) – sistemazione degli scompensi giornalieri generati dalla successione delle entrate e delle uscite. I flussi finanziari in entrata devono riuscire a coprire con continuità i flussi finanziari in uscita. Nessun pagamento può essere effettuato dalla banca se essa non ha disponibilità di cassa. La libertà che depositanti e finanziari a vista hanno nel gestire i propri flussi rende spesso difficile effettuare una programmazione. Se accade che la copertura diventa momentaneamente non realizzabile, il direttore della banca ha degli strumenti per gestire questi scompensi di tesoreria. Gli strumenti essenzialmente sono 3: § Movimentazione riserva obbligatoria – può prelevare dalla riserva obbligatoria ciò che costituisce scompenso. È un deposito di contante presso la banca d’Italia calcolato come un percentuale di determinate poste dell’attivo. L’obbligo è assolto come media giornaliera del periodo di mantenimento, alla fine del mese la banca di Italia verifica mediamente che ci sia stata quella somma di denaro. Ne deriva che la riserva è mobilizzabile giornalmente al 100%. Tale riserva è remunerata al tasso di rifinanziamento principale dell’eurosistema, è il tasso con cui la Bce finanzia le banche dell’eurosistema. § Operazioni di mercato interbancario – è un mercato in cui le banche si scambiano risorse tra loro, chi ha in più offre un prestito a quelle banche che hanno meno. Il mercato interbancario è un mercato all’ingrosso in cui le banche raccolgono o impiegano risorse finanziarie a breve termine. Nel mercato interbancario gli istituiti di credito si prestano liquidità con scadenze che vanno da una notte a un anno. Gli scambi avvengono per la maggior parte over the counter, cioè attraverso transazioni bilaterali che si svolgono tramite piattaforme telematiche alla quali hanno accesso le banche o attraverso strumenti di comunicazioni classici quali telefoni e fax. Poiché gli scambi avvengono over-the-counter è difficile avere dati attendibili sulla dimensione del mercato. In Italia esiste da tanti anni un’altra piattaforma dedicata a questo specifico mercato (e-Mid) che negli ultimi anni ha tuttavia perso quote di mercato. Su richiesta delle stesse banche italiane è stato quindi lanciato il 6 Aprile 2020 il mercato MTS Depo. Tra i tassi overnight troviamo EONIA – tasso medio mensile. È influenzato dal rischio di credito percepito sul mercato interbancario, e dal livello dei tassi praticato dalla banca centrale. Viene calcolato dalla media ponderata dei tassi di interesse sulle transazioni overnight non garantite effettuate nel mercato 8 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 interbancario dell’area euro da un campione selezionato di banche operanti in Europa. È usato come riferimento come diversi strumenti derivati. Un altro tasso troviamo EURIBOR, è il tasso interbancario di riferimento comunicato giornalmente dalla European Money Markets Institute (EMMI, in precedenza nota come European Banking Federation, EBF) come media dei tassi d’interesse ai quali primarie banche attive nel mercato monetario dell'euro, sia nell'eurozona che nel resto del mondo, offrono depositi interbancari a termine in euro ad altre primarie banche. Il calcolo materiale dell'Euribor è la media semplice dei tassi forniti dalle banche facenti parte del panel, dopo aver escluso dal computo il 15% più alto e il 15% più basso dei tassi ricevuti, ed arrotondata a tre decimali. Le banche del panel forniscono i dati entro le 10:45 di ogni giorno di apertura del sistema TARGET. Tra le 10:45 e le 11:00 le banche possono correggere i dati inviati. Alle 11:00 GRSS effettua il calcolo e lo rende pubblico immediatamente, unitamente ai tassi forniti dalle banche del panel. L’euribor è un gruppo di 19 banche attive nel mercato monetario dell'euro che riflette la diversità geografica del mercato monetario della zona euro e fornisce una rappresentazione affidabile nel tempo dei tassi di riferimento. Si tratta di banche di Paesi facenti parte dell'eurozona sin dall'avvio della moneta unica o subentrati successivamente, e di grandi banche internazionali non-UE ma con importanti. L’euribor serve a capire quanto è costoso prendere a prestito delle risorse finanziarie. § Movimentazione riserva di liquidità libere – sono liberamente stabilite dalle singole banche e sono costituite da liquidità primaria (contante, crediti a vista vs altre banche) e/o da liquidità secondaria (titoli negoziabili nei mercati, crediti non a vista vs altre banche). Costo opportunità di tenere liquidità immobilizzata in riserve remunerata al tasso di rifinanziamento, rispetto all’impiego overnight sull’interbancario! Ø Gestione della liquidità (medio-lungo termine) – prevedere entrate e uscite di medio lungo periodo per evitare squilibri e perdite. Per evitare cambiamenti repentini nelle politiche di raccolta e impiego che possano generare squilibri finanziari è necessario programmare. LA BANCA COME INTERMEDIARIO: GLI EQUILIBRI TECNICI MODELLI DI INTERMEDIAZIONE BANCARIA La banca è impresa autorizzata a svolgere l’attività bancaria, costituita dalla raccolta del risparmio e dell’esercizio del credito. L’articolo 10 (attività bancaria) dice che: 1. la raccolta di risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credito costituiscono l’attività bancaria. Essa ha carattere d’impresa. 2. L’esercizio dell’attività bancaria è riservato alle banche. Tuttavia, le banche possono svolgere anche altre attività oltre a quella bancaria. Infatti, sempre l’articolo 10 dice: 3. Le banche esercitano, oltre all’attività bancaria, ogni altre attività finanziaria, secondo la disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse o strumentali. Sono salve le ricerche di attività previste dalla legge. Variabili che guidano la scelta di esercitare una o più attività tra quelle ammesse: > FORMA GIURIDICA – sono banche in forma di società per azioni, banche popolari e banche di credito cooperativo. Gli elementi caratterizzanti: 9 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 o Dimensione del capitale o Numero di soci o Grado di concentrazione del capitale o Obiettivi della compagnia sociale C’è una differenza tra l’obiettivo delle SPA, basato sulla pura remunerazione del capitale per gli azionisti, e il più variegato obiettivo delle banche popolari e delle BCC, in cui la creazione di valore interessa i soci clienti e i soci dipendenti. Nelle banche popolari ci sono delle caratteristiche post riforma: Limiti dimensionali - La norma modifica il Testo unico bancario ponendo un limite di attivi per individuare le banche alle quali si continua ad applicare la speciale normativa per le popolari. L'attivo della banca popolare non può superare gli 8 miliardi di euro. Qualora tale livello venisse superato la Banca deve trasformarsi in SPA pena il potere sanzionatorio della Banca d’Italia. La ratio della norma fu: Adeguamento alle caratteristiche delle Aziende di Credito Europee, le Banche Popolari erano diventate un ibrido spesso di dimensioni anche maggiori rispetto alle banche in forma di Spa. Con la trasformazione in SPA degli istituti popolari più grandi, decade automaticamente la norma sul voto capitario. Ciò rende più agevoli eventuali nuovi aumenti di capitale qualora dovessero insorgere nuove crisi sistemiche per far fronte ad una esigenza di liquidità imminente così come rende più agevoli le operazioni di finanza straordinaria. Mentre invece per le banche di credito cooperativo hanno altre caratteristiche post riforma: o ampliata la possibilità di coinvolgimento dei soci con l’innalzamento del capitale da loro detenibile (da 50 mila a 100 mila euro) e del numero minimo dei soci che ogni BCC deve avere (da 200 a 500). o ogni BCC dovrà aderire al Gruppo Bancario Cooperativo (GBC) pena il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria. Per aderire al Gruppo Bancario Cooperativo, le BCC sottoscriveranno un contratto di coesione (che disciplinerà il funzionamento del Gruppo stesso). o La Capogruppo del nuovo Gruppo Bancario Cooperativo avrà una soglia minima di patrimonio netto di 1 miliardo di euro. Elemento di solidità all’insegna dell’unitarietà del sistema. o La riforma consente alle BCC di non aderire al Gruppo Bancario Cooperativo a condizione di 200 milioni di euro o La Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo, che avrà la forma di banca Spa, controllerà – anche sotto un profilo prudenziale – le singole BCC su base contrattuale. (nascita di 2 capogruppo ICCREA BANCA CASSA e CENTRALE BANCA; le BCC devono scegliere a quale gruppo appartenere) o Con il contratto di coesione, la singola BCC sottoscriverà le regole della propria integrazione nel Gruppo Bancario Cooperativo, sulla base della propria meritevolezza: il grado di autonomia verrà, infatti, modulato in funzione di un approccio basato sul rischio (“risk based approach”), sulla base di parametri oggettivamente individuati. La ratio della norma: Introdurre un controllo sulle BCC per evitare operazioni di cannibalizzazione del territorio. Attribuire alla capogruppo la responsabilità del controllo sull’adeguatezza patrimoniale delle singole BCC e sul sistema di controllo dei rischi > FORMA ORGANIZZATIVA – troviamo intermediari creditizi di tipo universale; intermediari creditizi in forma di gruppo; intermediari creditizi in forma di conglomerato finanziario. All’interno di questa forma troviamo: o Banca Universale è l’intermediario creditizio che svolge attività di raccolta di risparmio tra il pubblico ed esercizio del credito oltre che attività finanziarie non riservate dalla legge a determinati tipi di intermediari (Art. 103). Si intende quindi per Banca Universale una banca che gestisce ‘sotto lo stesso tetto’ una molteplicità di linee di business (ASA-Aree Strategiche di Affari) attraverso unità organizzative focalizzate e collegate tra loro. I pro della banca universale: § Unico stile direzionale § Maggiore mobilità e flessibilità nelle politiche del personale § Maggiore controllo dei rischi § Unicità dei rapporti con la clientela Mentre i contro che troviamo sono: § Maggiore complessità organizzativa § Minore specializzazione delle risorse umane § Divieto di svolgere attività sottoposte a riserva di legge § Offerta commerciale non del tutto autonoma o Gruppo bancario è un gruppo composto alternativamente: a) dalla banca italiana capogruppo e dalle società bancarie, finanziarie e strumentali da questa controllate; b) dalla società finanziaria o dalla società di partecipazione finanziaria mista capogruppo italiana e dalle società bancarie, finanziarie e strumentali da questa controllate, quando nell’insieme delle società da essa partecipate vi sia almeno una banca italiana controllata e 10 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 abbiamo rilevanza determinante, secondo quanto stabilito dalla banca d’Italia, le partecipazioni in società bancarie e finanziarie. o Società finanziarie sono (art. 1 comma 2 TUB) quelle che esercitano: § operazioni di prestito (compreso in particolare il credito al consumo, il credito con garanzia ipotecaria, il factoring, le cessioni, di credito pro soluto e pro solvendo, etc.) § emissione e gestione di mezzi di pagamento; § rilascio di garanzie e di impegni di firma; § partecipazione alle emissioni di titoli e prestazioni di servizi connessi; § consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria, di strategia industriale e di questioni connesse, nonché consulenza e servizi nel campo delle concentrazioni e del rilievo di imprese; § gestione o consulenza nella gestione di patrimoni; § custodia e amministrazione di valori mobiliari o Società strumentali sono (art. 59 comma 1, c TUB) quelle che esercitano in via esclusiva o prevalente, attività che hanno carattere ausiliario dell'attività delle società del gruppo, comprese quelle consistenti nella proprietà e nell'amministrazione di immobili e nella gestione di servizi anche informatici o Conglomerato finanziario - I conglomerati finanziari sono gruppi di imprese, attivi in maniera significativa nei settori assicurativo e bancario o dei servizi di investimento, che comprendano almeno un'impresa assicurativa e una operante nel settore bancario o dei servizi di investimento, e che abbiano al vertice un'impresa regolamentata oppure svolgano attività principalmente nel settore finanziario. Si tratta perciò di forme organizzative simili a quelle del gruppo bancario con la differenza che le controllate o le controllanti sono SIM, SGR, Banche e Imprese di Assicurazione. A seconda poi che le attività del conglomerato abbiano solo natura bancaria e mobiliare o si tratti anche di attività assicurativa, i conglomerati sono omogenei o eterogenei. Tra i pro del conglomerato finanziario e gruppo bancario: o Maggiore diversificazione delle attività o Possibilità di svolgere attività con riserva di legge o Minori problemi di integrazione di competenze o Possibilità di coalizioni per strategie acquisitive Tra i contro invece troviamo: o Difficoltà del definire e realizzare un disegno strategico unitario o Maggiori costi e difficoltà nel controllo e nel coordinamento o Difficile mobilità delle risorse umane tra società dei gruppi perché specializzate > POLITICA DISTRIBUTIVA – la scelta si pone su Rete territoriale o Rete virtuale. Troviamo: o Private banking ® Offerta di prodotti e servizi personalizzati per le esigenze di clientela individuale con fasce di reddito sopra la media (HNWI) e comunque non inferiori alla fascia 500.000 – 1mln euro o Corporate/investment banking ® Offerta di prodotti e servizi personalizzati per imprese di dimensione non piccola e dotate di forma societaria o Retail banking ® Offerta di prodotti e servizi standardizzati a clienti di dimensioni nella media (sia imprese che individuali). Il confine tra le tre forme è a volte sfumato e variabile ma in linea generale: Private e corporate/investment – offre servizi e prodotti personalizzati. Ha una soglia di eccesso al segmento elevata. Retail – offre servizi e prodotti standardizzati. Ha una soglia di accesso al segmento bassa. L’ordinamento attuale fa spazio all’intermediazione mobiliare, con le attività di corporate e investment banking; infatti, le banche sono abilitate a svolgere intermediazione mobiliare: di mercato primario (collocamento...), di mercato secondario (negoziazione...), di merchant banking (assunzione di partecipazioni azionarie) Poichè in Italia non esiste una figura specializzata che faccia corporate e investment banking ➔ le banche assumono un ruolo centrale in questo ambito. Erogando sul mercato primario, servizi a chi emette titoli azionari o obbligazionari: servizi di originating (tempi, modalità di collocamento, prezzo di emissione...); servizi di underwriting (garanzia del buon fine del collocamento); 11 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 servizi di placement (distribuzione dei titoli ai sottoscrittori). Nelle operazioni di finanza straordinaria: consulenza per M&A (ricerca del target, due diligence sui conti aziendali, determinazione del prezzo, gestione della fase post-acquisizione, operazioni di leverage buy-out...); consulenza a imprese in crisi o ristrutturazione; altri servizi di consulenza (da piani finanziari a assetti azionari a sistemi di corporate governance). Assunzione di partecipazioni di capitale (merchant bank), sia direttamente che tramite veicoli di investimento. Detenzione per 3-7 anni e poi rivendita o quotazione. Una nicchia è il venture capital svolto tramite fondi chiusi specializzati per investire in imprese neonate o ad alto rischio. BILANCIO DI ESERCIZIO La struttura del bilancio è formata: ® stato patrimoniale ® conto economico ® rendiconto finanziario ® nota integrativa Dal bilancio riclassificato possiamo ottenere alcuni indicatori che informano circa le caratteristiche della gestione economica finanziaria patrimoniale: !"#$%&'&( *+&&( ® REDDITIVITÀ (ROE) – è dato da = ,'&!"-(*"( *+&&( Esprime in percentuale la redditività netta ottenuta dagli azionisti per ogni euro investito nel patrimonio della banca in termini di utili prodotti (e quindi dividendi potenzialmente incassabili) ® EFFICIENZE (RG/RL, MI/MINT) – misura il peso delle componenti straordinarie di reddito. 𝑅𝐺 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 B E=B E 𝑅𝐿 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑜 𝑀𝐼⁄𝑀𝐼𝑁𝑇 = -'!."*+ "*&+!-+/"'0"(*+ ® misura quanto l’attività caratteristica della banca determina una crescita del -'!."*+ "*&+!+##+ margine di intermediazione. ® SOLVIBILITÀ (LEVA AZIONARIA) – ci va ad indicare come si finanzia l’attività di finanziamento. 𝐿𝐹 = &(&'%+ '&&"1( ® descrive la struttura delle fonti di finanziamento della banca. Indica quanta parte dell’attivo ,'&!"-(*"( *+&&( della banca è finanziata con capitale proprio. Una leva finanziaria maggiore indica un minore indebitamento della banca ed una maggiore capitalizzazione. ® SPREAD – esprime in percentuale la differenza tra il rendimento medio delle attività fruttifere ed il costo medio delle passività onerose. 𝑠𝑝𝑟𝑒𝑎𝑑 = '&&"1"&à 3!$&&"3+!+ − ,'##"1"&à (*+!(#+ "*&+!+##" '&&"1" "*&+!+##" ,'##"1" Questi indici permettono di fare dei confronti in senso di spazio e di tempo. Ma anche indicano il livello di salute della banca. INTERMEDIARI PARABANCARI Si definiscono intermediari parabancari quelli che svolgono esercizio del credito ma non esercitano attività di raccolta tra il pubblico. Articolo 10 (attività bancaria): 1. La raccolta di risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credito costruiscono l’attività bancaria. Essa ha carattere d’impresa. 2. L’esercizio dell’attività bancaria è riservato alle banche. Si definiscono intermediari parabancari quelli che svolgono esercizio del credito ma non esercitano attività di raccolta tra il pubblico. Sono classi di società finanziarie rientranti negli articoli 106 e 107 del TUB: Articolo 106 (albo degli intermediari finanziari) 1. L’esercizio nei confronti del pubblico dell’attività di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma è riservato agli intermediari finanziari autorizzati, iscritti in un apposito albo tenuto dalla banca d’Italia. Tra queste società troviamo: SOCIETÀ DI LEASING - Il Leasing è un contratto di finanziamento con cui la società di leasing (locatore) concede, dietro pagamento di un canone periodico, al cliente (locatario) la disponibilità di un bene (mobile o immobile) per 12 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 un determinato periodo di tempo. Il bene oggetto del contratto di leasing può essere acquistato o fatto costruire dal locatore su scelta o indicazione del locatario. o restituzione del bene o rinnovo del contratto o riscatto del bene, con acquisizione della proprietà dello stesso, dietro pagamento all’impresa di leasing del valore residuo. Rientranti nella categoria dei “soggetti operanti nel settore finanziari”, in base agli articoli 106 e 107 del DLgs. 385/93 (TUB) - Titolo V; o possibilità di esercizio dell'attività, in base all’art. 106 TUB, con iscrizione all’interno di un apposito “elenco generale” tenuto dal Ministero; o Disciplinato dalla legge n. 124/2017 (solo il leasing finanziario) Possono stipulare contratti di leasing: o banche generaliste o specializzate o società finanziarie (ex art.106 e 107 TUB) facenti parte di: o Gruppi industriali (captive) o Gruppi bancari o conglomerati finanziari Il contratto di Leasing è finalizzato ad ottenere la disponibilità di un bene: o Acquisto diretto (capitale proprio) o Acquisto diretto (capitale di debito) o Acquisto diretto (capitale proprio e di debito) o leasing Ne deriva che, per la durata del contratto, la proprietà del bene locato rimane del locatore, fino all’eventuale riscatto da parte del locatario. Quali benefici per il locatario? o ha potere contrattuale maggiore (in termini di condizioni contrattuali) verso il produttore del bene perché il rapporto è gestito dalla società di leasing ; o evita problemi di fiducia da parte del produttore che si interfaccia direttamente con l’intermediario; o ottiene un risparmio fiscale rispetto all’acquisto diretto. La società di leasing, invece, deve gestire gli equilibri economici e i rischi associati all’acquisto o alla produzione interna del bene: Rischio di obsolescenza ® Possibili minusvalenze in caso di mancato riscatto Gestione economica ® Equilibrio tra canoni incassati Le tipologie di leasing più importanti sono: o leasing operativo – in cui il produttore cede il bene all’utilizzatore, è un accordo bilaterale che viene stipulato direttamente con il produttore del bene. Quindi i soggetti sono 2 e i beni sono dei beni strumentali, la sua durata è di breve periodo (1- 2 anni). La finalità è la disponibilità del bene. o Leasing finanziario - qui abbiamo il produttore e l’utilizzatore ma in mezzo ai due soggetti troviamo un intermediario che è la società di leasing. È un contratto trilaterale, dove la società di leasing agisce come intermediario tra l’utilizzatore e il produttore del bene. Quindi qui abbiamo 3 soggetti e attrezzature d’impresa, la sua durata è di lungo periodo (5-15 anni). Il fine del leasing finanziario è il finanziamento nell’acquisto del bene. L’intermediario concedente non è un quindi produttore, che possa essere ritenuto responsabile - per esempio - del malfunzionamento del bene ceduto (o della mancanza dei requisiti promessi): è, piuttosto un finanziatore, che assolve gli obblighi assunti con il contratto di leasing procurando all’utilizzatore (tramite l’acquisto o tramite l’ordine di costruzione) il bene da questi perseguito. SOCIETÀ DI FACTORING – l’inquadramento normativo sono gli articoli 106 e 107 TUB, legge 52/91 disciplina in modo specifico il factoring. Le società di factoring sono intermediari finanziari il cui oggetto sociale prevede l’esercizio dell’attività di acquisto crediti di impresa: o Pro-soluto (con rischio di credito a carico del concessionario) o Pro-solvendo (con rischio di credito a carico del cedente) Nel bilancio cedente: Possono stipulare contratti di factoring: 13 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 o Banche generaliste o specializzate o Società finanziarie Servizi forniti dalle Società di Factoring: o servizi informativi sulle condizioni finanziarie della clientela commerciale; o servizi di amministrazione, gestione, incasso dei crediti commerciali; o servizi legali per il recupero crediti; o servizi di garanzia per il buon esito dell’incasso (se pro soluto); o anticipazione parziale del valore dei crediti ceduti. SOCIETÀ DI CREDITO AL CONSUMO - Il credito alnconsumo èil’insieme deil prestiti.erogati a privati per scopi estranei all’attività professionale e volti a sostenere l’acquisto di spese di consumo. Sono ammessi a concedere finanziamenti nella forma di credito al consumo: o banche generaliste o specializzate o società finanziarie (ex art.106 e 107 TUB) facenti parte di: § gruppi industriali (captive) § gruppi bancari o conglomerati finanziari I prodotti del credito al consumo sono: o credito o prestito personale o Finanziamento a durata pluriennale di importo minimo intorno ai 5.000 massimo fino a 30.000 euro, utilizzante la struttura tecnica del mutuo senza vincolo di destinazione o Credito finalizzato o Finanziamento teso ad acquistate un bene di consumo specifico CAP. 4 INTERMEDIARI MOBILIARI Le SIM svolgono la funzione principale di assicurare che il trasferimento di fondi dai fornitori netti agli utilizzatori netti sia effettuato ai costi contenuti e con la massima efficienza. Esse fungono da broker, facendo da intermediari fra fornitori e utilizzatori di fondi. L'attività di una società di intermediazione immobiliare comporta la creazione di titoli di debito e di capitale per conto di società o enti statali e quindi l'emissione, la sottoscrizione il collocamento dei titoli nei mercati monetari e finanziari e l'assistenza nella negoziazione dei titoli sui mercati secondari. In genere le società di intermediazione mobiliare si specializzano nell'acquisto e vendita, nell'intermediazione dei titoli in essere. Le sim a partire della seconda metà degli anni 90 del 900 ha vissuto e vive tuttora un intenso processo di consolidamento per motivazioni di tipo economico. dal 1999 al 2013 le sim si sono contraddistinte per una riduzione costante del loro numero. La diminuzione percentuale è stata particolarmente forte nel campo della negoziazione in conto proprio e dei collocamenti in garanzia, cresce invece la consulenza. Le sim tendono sempre più occupare nicchie di mercato e a concentrare la loro attività su ricezione trasmissione ordini e gestione di patrimoni individuali. Le SIM sono imprese, diverse dalle banche e dagli intermediari finanziari iscritti nell’elenco dell’art. 107 del Testo Unico Bancario, autorizzate a svolgere servizi ed attività di investimento, ed aventi sede legale e direzione generale in Italia. Art.15 del TUF identifica i servizi e le attività di investimento: > NEGOZIAZIONE PER CONTO PROPRIO - “Per negoziazione per conto proprio si intende l’attività di acquisto e vendita di strumenti finanziari, in contropartita diretta e in relazione a ordini dei clienti, nonché l’attività di market making”. L’intermediario agisce in nome e per conto proprio, operando direttamente come controparte contrattuale del cliente-investitore per quell’operazione e movimentando il proprio portafoglio titoli. Oppure, se market maker, fornisce liquidità alle piattaforme di negoziazione perché in modo continuativo immette proprie proposte in acquisto e vendita. Per market marketing si intende > ESECUZIONE DI ORDINI PER CONTO DEI CLIENTI (PER CONTO TERZI) - Nel caso in cui la negoziazione sia esercitata per conto terzi, l’intermediario agisce in nome e per conto del cliente (ovvero come broker) ricercando, nelle varie sedi di negoziazione possibili (trading venue), una controparte cioè un terzo interessato alla transazione, con esigenze opposte ma compatibili con quelle del proprio cliente, in modo tale che detta transazione possa effettivamente svolgersi nel rispetto della best execution. Per quanto appena detto, è evidente che l’intermediario che agisce da broker non si pone come controparte diretta della transazione o, per usare un’espressione assai diffusa, “non prende posizione”. > COLLOCAMENTO CON O SENZA GARANZIA E CON O SENZA ACQUISTO A FERMO - Offerta al pubblico di strumenti finanziari di nuova emissione per effetto di un accordo tra l’emittente (o offerente) e l’intermediario collocatore. L’intermediario può prestare il servizio di collocamento secondo 3 diverse modalità che si diversificano in base agli impegni che l’intermediario si assume nei confronti dell’emittente: o collocamento semplice (“collocamento senza assunzione a fermo né assunzione di garanzia nei confronti dell’emittente”), richiede all’intermediario un mero compito distributivo e lascia interamente a carico dell’emittente le conseguenze e i rischi dell’eventuale mancato collocamento. 14 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 o collocamento con preventiva assunzione a fermo, prevede che l’intermediario acquisisca immediatamente gli strumenti oggetto del collocamento assumendo, contestualmente, l’impegno ad offrirli a terzi a condizioni standardizzate. L’emittente realizza immediatamente i risultati finanziari dell’operazione e trasferisce le conseguenze e i rischi che potrebbero derivare dal mancato collocamento all’intermediario. o collocamento con assunzione di garanzia nei confronti dell’emittente, prevede che l’intermediario assuma l’impegno di acquistare gli strumenti finanziari che risultino non collocati al termine dell’offerta. > GESTIONE INDIVIDUALE DI PORTAFOGLI – “Per gestione di portafogli si intende la gestione, su base discrezionale ed individualizzata, di portafogli di investimento che includono uno o più strumenti finanziari e nell’ambito di un mandato conferito dai clienti”. Rispetto a quello precedente la scelta su cosa fare non è del cliente, che invece porta solo risorse finanziarie, ma è l’intermediario che prende le decisioni. Questo servizio consiste nella gestione, da parte dell’intermediario, degli investimenti in strumenti finanziari del singolo cliente- investitore entro i confini del mandato ricevuto. Diversamente da quanto accade nell’ambito della negoziazione per conto terzi, l’intermediario non si limita in tal caso ad eseguire le operazioni desiderate dal cliente ma assume decisioni di investimento per conto del cliente. La delega decisionale che l’intermediario ha ricevuto dal cliente viene esercitata avendo riguardo alle esigenze soggettive e alle caratteristiche personali del cliente (MiFID 1 e 2). > RICEZIONE E TRASMISSIONE ORDINI – è il servizio con cui l’intermediario, una volta ricevuto un ordine di acquisto o di vendita, non lo esegue direttamente ma lo trasmette ad un altro intermediario per la sua esecuzione. Tale servizio, per espressa previsione dell’art. 5-sexies del TUF, comprende anche la mediazione cioè “l’attività consistente nel mettere in contatto due o più investitori, rendendo così possibile la conclusione di una operazione fra loro”. > CONSULENZA IN MATERIA DI INVESTIMENTI - “Per consulenza in materia di investimenti si intende la prestazione di raccomandazioni personalizzate ad un cliente, dietro sua richiesta o per iniziativa del prestatore del servizio, riguardo a una o più operazioni relative ad un determinato strumento finanziario. La raccomandazione è personalizzata quando è presentata come adatta per il cliente o è basata sulla considerazione delle caratteristiche del cliente. Una raccomandazione non è personalizzata se viene diffusa al pubblico mediante canali di distribuzione”. La consulenza in materia di investimenti è un servizio in cui il consulente per sua iniziativa o per richiesta del cliente, fornisce dei consigli/delle raccomandazioni “su misura” per quel cliente con riguardo non a una generica categoria o tipologia di strumenti finanziari bensì con riguardo ad uno specifico strumento finanziario. > GESTIONE DI SISTEMI MULTILATERALI DI NEGOZIAZIONE – “Gestione di sistemi multilaterali che consentono l’incontro, al loro interno ed in base a regole non discrezionali, di interessi multipli di acquisto e di vendita di terzi relativi a strumenti finanziari, in modo da dare luogo a contratti”. Si tratta di una piattaforma di negoziazione in cui possono accedere una pluralità di operatori che intendano acquistare o vendere strumenti finanziari. La piattaforma è diversa e spesso in concorrenza con mercati regolamentati. Si tratta di un nuovo servizio che prima del recepimento della MiFID 1 non era previsto. È la gestione di una piattaforma di negoziazione cui possono accedere una pluralità di operatori che intendano acquistare o vendere strumenti finanziari. La piattaforma è diversa e spesso in concorrenza con i mercati regolamentati. Alcuni servizi alimentano solo ricavi da servizi nel conto economico, come: o Negoziazione per conto proprio o Esecuzione di ordini per conto dei clienti o Collocamento con e senza acquisto a fermo e garanzia o Gestione individuale di portafogli o Ricezione e trasmissione ordini o Consulenza in materia di investimenti o Gestione di sistemi multilaterali di negoziazione Mentre ci sono attività di investimento che producono anche plus/minusvalenze: o Negoziazione per conto proprio o Collocamento con acquisto a fermo o garanzia INTERMEDIARI MOBILIARI – SOCIETÀ DI GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO La gestione del risparmio è suddivisa in due tipologie: o Gestione collettiva – non è un servizio di investimento, ed è fatta da SGR e SICAV/SICAF. o Gestione individuale – fatta da SIM, aziende di credito Innanzitutto, bisogna specificare cosa è un FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO Þ è un insieme di risorse finanziari, in cui si raccoglie delle quote da possibili investitori, che saranno possessori di quote, finanziarie o obbligazionarie, poiché dipende se il fondo è un FONDO BILANCIATO che è formato da metà azioni e metà obbligazioni. La SGR tutto ciò che prenderà dal fondo lo gestirà in un certo modo, con l’obbiettivo di accrescere la quota. 15 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 ATTIVITÀ DI GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO È il servizio che si realizza attraverso: 1. Promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni di investimento ed amministrazione dei rapporti con i partecipanti; 2. Gestione del patrimonio di OICR (Fondi Comuni di Investimento e SICAV), di propria o altrui istituzione, mediante l'investimento avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti, o altri beni mobili o immobili. I soggetti che si occupano della gestione collettiva del risparmio hanno la funzione di raccogliere risorse finanziarie da una pluralità di investitori per gestirle in modo collettivo. I principali vantaggi ottenibili dall’affidare le proprie risorse finanziarie in gestione collettiva sono i seguenti: o l’opportunità di conseguire un’elevata diversificazione (a cui si accompagna una riduzione del rischio) anche con risorse di ammontare ridotto (cosa potrei acquistare con i 35 euro della quota dell’esempio?); o la possibilità di beneficiare di costi di gestione ridotti perché le risorse finanziarie dei singoli confluiscono in un patrimonio unico comune di grandi dimensioni (appiattimento delle commissioni di negoziazione ad esempio). La gestione in monte del risparmio offre vantaggi: o Diminuzione dei costi di gestione perché realizza economie o Professionalità della gestione che richiede competenze specifiche in tema di asset management o Diversificazione elevata degli investimenti I SOGGETTI DELL’ATTIVITÀ DI GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO Gestisce SGR SICAV/SICAF FCI Banca depositaria OICR SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO La società di gestione del risparmio sono intermediari specializzati, che esercitano professionalmente istituzionalmente un'attività di gestione del risparmio. Il TUF attribuisce alle società di gestione del risparmio una riserva di attività per la prestazione di servizi di gestione collettiva e consente loro di prestare altresì servizi di gestione individuale, nonché di istituire e gestire fondi pensioni, e svolgere altre attività connesse e strumentali. Infine, la società di gestione del risparmio gestisce anche il patrimonio di SICAV/SICAF. L’autorizzazione allo svolgimento del servizio di gestione collettiva del risparmio deve essere autorizzato dalla Banca d’Italia previa verificare del rispetto delle condizioni poste dal TUF. Nel caso di gestione collettiva le risorse raccolte dai singoli risparmiatori confluiscono in un unico fondo, gestito in modo unitario. Nell'ambito dell'attività di gestione collettiva del risparmio, una società di gestione del risparmio può operare come società promotrice, qualora effettui promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni di investimento. Inoltre, una SGR può assumere il ruolo di società gestore, effettuando la gestione di patrimoni di organismi di investimento collettivo del risparmio, ossia fondi comuni di investimento e SICAV. Per ciascun fondo l’assemblea ordinaria della SGR deve approvare un regolamento che definisce le caratteristiche del fondo e ne disciplina il funzionamento. Il regolamento dei fondi deve essere approvato dalla Banca d’Italia, che ne valuta la completezza e la compatibilità con i criteri generali da essa determinati. Le attività liquide e gli strumenti finanziari che costituiscono il patrimonio di ciascun fondo sono custoditi presso una banca depositaria. Le voi cosa ci disse di ricavo delle SGR sono distinte da quelle riferite al fondo comune, i ricavi sono rappresentati in prevalenza dalle provvigioni che il fondo retrocede alla società di gestione dalle commissioni attive per l'emissione e il rimborso delle quote. I costi sono soprattutto di natura operativa e sono costituiti dalle commissioni di intermediazione conseguite dai soggetti collocatori, dalla remunerazione del personale, dagli ammortamenti delle strutture, dai costi di tipo informatico ed alle spese amministrative promozionali. Le principali imposte del conto economico di una SGR sono: + commissioni attive - commissioni passive = margine di contribuzione 16 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO I fondi comuni di investimento sono investitori istituzionali che raccolgono le risorse finanziarie dei risparmiatori per investirli in portafogli diversificati di attività. È un organismo che rappresenta un patrimonio autonomo rispetto a quella della SGR che lo istituisce. Le sue caratteristiche sono che è diviso in quote, è di pertinenza di una pluralità di partecipanti. Ciascun fondo, o ciascun comparto di uno stesso fondo, costituisce patrimonio autonomo, distinto a tutti gli effetti dal patrimonio della SGR e da quello di ciascun partecipante nonché da ogni altro patrimonio gestito dalla medesima SGR! La SGR non può in nessun caso utilizzare, nell’interesse proprio o di terzi, i beni di pertinenza dei fondi gestiti. Il risparmiatore che decida di investire in un FCI sottoscrive un certo numero di quote il cui valore dipende dal patrimonio netto del fondo alla data di sottoscrizione. Valore netto al fondo = Valore di mercato delle attività presenti nel risparmio - debiti contratti dal fondo (spese, oneri fiscali, etc.) Valore netto della quota = valore netto del fondo : numero quote L’investitore compera le quote al loro valore netto e diviene proprietario di una frazione del fondo pari al numero di quote sottoscritte. Così facendo affida al fondo un mandato senza rappresentanza, cioè non può influire sulle scelte gestionali dello stesso. Le risorse raccolte attraverso la sottoscrizione delle quote da parte degli investitori sono utilizzate dalla SGR per la compravendita di strumenti finanziari volti a realizzare la massima performance in relazione al rischio assunto e agli obiettivi di investimento indicati nel benchmark. Þ ASSET ALLOCATION QUALI TIPOLOGIE DI FONDI COMUNI? ® Per dinamica delle sottoscrizioni e dei rimborsi – FONDI APERTI: le quote possono essere sottoscritte e rimborsate in ogni momento. In ogni momento fino alla chiusura del fondo nuovi investitori possono iscrivere nuove quote, oppure chi è già investitore può riprendersi la sua quota. FONDI CHIUSI: le quote possono essere sottoscritte e rimborsate solo alla scadenza del fondo o in date precise stabilite dal gestore. Le quote dei fondi chiusi sono quotate in borsa in modo che gli investitori siano ancora interessati al fondo. ® Per tipologia di investimento - Assogestioni, associazione di categoria delle SGR, ha elaborato una classificazione dei fondi catalogandoli per classi omogenee, sulla base della composizione del portafoglio. La classificazione si articola in cinque classi primarie: o Fondi azionari o Fondi bilanciati o Fondi obbligazionari – possono essere obbligazionari governativi o corporate o Fondi di liquidità (dal 2012 fondi di mercato monetario) o Fondi flessibili A seconda del nome del fondo un soggetto può intuire quale percentuale forma il fondo. Tutte le categorie azionarie sono caratterizzate da: un investimento principale pari almeno al 70% del portafoglio in azioni; un investimento residuale pari al massimo al 30% del portafoglio in titoli obbligazionari. Categorie bilanciate: Bilanciati azionari: percentuale minima di azioni in portafoglio compresa tra il 50% ed il 90%. Bilanciati: percentuale minima di azioni in portafoglio compresa tra il 30% ed il 70%. Bilanciati obbligazionari: percentuale minima di azioni in compresa tra il 10% ed il 50%%. Categorie obbligazionarie: Non investono in titoli azionari Investono tutto il portafoglio in obbligazioni e liquidità Investment grade: sono quelli buoni, cioè che hanno un rischio più basso Speculative grade: sono quelli meno buoni, hanno un rischio alto ma un rendimento alto Categoria liquidità (fondi di mercato monetario dal 2012): I fondi di liquidità investono tutto il proprio portafoglio in obbligazioni e in liquidità. Gli strumenti finanziari detenuti in portafoglio devono avere un rating non inferiore a A2 (Moody’s), A (S&P) oppure rating equivalente assegnato da altra agenzia indipendente. I fondi di liquidità non possono investire in titoli privi di rating, le aziende cattive non possono essere oggetto di investimento. La duration del portafoglio deve essere inferiore a 6 mesi. Infine, non è ammessa la copertura del rischio di cambio. Sono titoli molto garantiti, con scadenze brevissime. Categoria flessibili: I fondi flessibili non hanno alcun vincolo sull’asset allocation di base (azioni-obbligazioni) e non condividono alcuno specifico fattore di rischio (ad esempio geografico, settoriale, valutario, ecc.). è la categoria più rischiosa, in cui non ci sono nessun tipo di vincolo. 17 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 Fondo etico: Si qualifica etico un fondo che sulla scorta di una propria definizione operativa del concetto di eticità: ha una politica di investimento che vieta l’acquisto di un insieme di titoli e/o privilegia l’acquisto di titoli sulla base di criteri diversi dalla sola massimizzazione del rendimento atteso si attiene a un processo di investimento secondo principi diversi dalla sola massimizzazione del rendimento atteso Al loro interno troviamo ESG (enviromental social governance), le aziende che investono in questo fondo devono avere vari requisiti sulla sostenibilità. ® Per politica dei dividenti - Fondi a distribuzione dei proventi: dividendi, interessi attivi, etc. sono distribuiti periodicamente agli investitori del fondo. Fondi ad accumulazione dei proventi: dividendi, interessi attivi, etc. sono reinvestiti nel fondo andando ad incrementare il patrimonio investito e, verosimilmente, il valore di ogni singola quota. ® Per stile di gestione - Prima di esaminare le caratteristiche della dei fondi a gestione attiva e di quelli a gestione passiva è necessario chiarire il concetto di benchmark. È un portafoglio virtuale di attività finanziarie formato da uno o più indici di mercato che approssima il più possibile, in termini di composizione, il patrimonio del fondo. Il benchmark non è negoziabile ma è costruito ad hoc sulla base della composizione del patrimonio del fondo per valutare l’andamento della gestione del fondo stesso. Nel caso di fondi comuni si parla di benchmark portfolio poiché si adopera un parametro di riferimento degli investimenti di quel fondo e non uno standard unico di mercato. Ad esempio, un gestore può scegliere come benchmark un mix di indici di mercato azionari e obbligazionari. Un fondo bilanciato comprensivo di azioni e obbligazioni può avere come benchmark un indice composto per il 50% da Msci World e per la restante parte da Jp Morgan Global. Fondi a gestione attiva sono quelli il cui scopo è realizzare performance migliori di quelle del proprio benchmark in termini di rendimento prodotto (sotto uno stesso vincolo di rischio). Il gestore deve quindi formulare scelte di stock picking e market timing per ottenere guadagni maggiori di quelli del benchmark. Fare stock picking e market timing, vuol dire fare analisi finanziaria, cercando opportunità migliori. Il gestore passivo, al contrario, non effettua scelte di asset allocation ma compone il patrimonio del fondo delle stesse attività e nella stessa misura in cui le stesse sono rappresentate nel benchmark. Ma perché non realizzare un fondo passivo in autonomia? Non viene fatto perché pochi hanno una somma alta di risorse per poter acquistare determinate quote. Così si partecipa ad una gestione collettiva che ti permette di acquistare un tot di quote. I costi: o Commissioni di entrata o di sottoscrizione o Commissioni di uscita o di rimborso o Commissioni di gestione o Commissioni di performance Alcuni fondi comuni di investimento (o comparti di fondi multicomparto) sono commercializzati in più classi di quote che si differenziano tra loro per il diverso regime commissionale applicato. La possibilità di acquistare quote di classe diversa consente ai clienti di sottoscrivere un fondo o un comparto con il regime commissionale più adatto alle proprie esigenze. Ad esempio, una classe di quote si potrà caratterizzare per la presenza di commissioni di ingresso (Classe Load) e commissioni di gestione più basse rispetto ad un’altra classe che sarà caratterizzata da assenza di commissioni di ingresso (Classe No Load) e da più elevate commissioni di gestione. SOCIETÀ DI INVESTIMENTO A CAPITALE VARIABILE/FISSO Art. 1 comma 1 lettera i TUF: “società di investimento a capitale variabile” è la società per azioni a capitale variabile con sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo l’investimento collettivo del patrimonio ravvolto mediante l’offerta al pubblico di proprio azioni. Usa questo patrimonio per fare investimenti, con lo scopo di accrescere il valore delle azioni in mano agli azionisti. Anche qua il patrimonio è separato dalla società. Il capitale è variabile perché le azioni sono emesse e rimborsate in modo periodico, con una periodicità che dipende dallo statuto della SICAV. L’investitore, poiché azionista della SICAV è titolare di diritto di voto, che è per teste e non per numero di azioni possedute. Differenza rispetto ai fondi comuni di investimento, ci può essere un maggiore coinvolgimento degli investitori, poiché possono esprimere il loro voto in assemblea e influire sulla gestione. Mentre le società a capitale fisso sono stati introdotti nel 2011. Sono organismi di investimento collettivo del risparmio di tipo chiuso che rientrano nell’abito di applicazione della direttiva AIFM. Sono costituite in forma di società per azioni a capitale fisso con sede legale e direzione generale in Italia e devono avere quale oggetto sociale ed esclusivo l’investimento CAP. 5 - INTERMEDIARI ASSICURATIVI IL RISCHIO QUALE PRESUPPOSTO DELL’ATTIVITÀ ASSICURATIVA 18 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 Rischio: incertezza misurabile Þ Esiste una serie storica di eventi sulla quale calcolare probabilità ed entità del danno causato Þ gestibile Sulla quale posso fare dei calcoli, un tipo di rischio che è gestibile attraverso contratti di assicurazione. Incertezza: incertezza non misurabile Þ Non esiste una serie storica di eventi sulla quale calcolare probabilità ed entità del danno causato Þ non gestibile È un tipo di incertezza con cui non si può fare assicurazione. I RISCHI NEL LINGUAGGIO TECNICO RISCHIO SPECULATIVI O FINANZIARI - si sostanziano nella variabilità rispetto al valore atteso, che può generare sia profitti che perdite per il soggetto esposto. RISCHI PURI - si caratterizzano per il fatto di causare, al loro verificarsi, solo ed esclusivamente delle perdite a carico dei soggetti che risultano ad essi esposti. I RISCHI PURI Rischi della persona - ossia quelli che possono danneggiare direttamente la persona (es. infortuni, malattie o morte); Rischi dei beni economici - ovvero i rischi che fanno riferimento alle eventualità dalle quali possono derivare danni alle cose (es. incendi, furti, rapine ecc.); Rischi di responsabilità - relativi cioè all’ipotesi in cui sorga l'obbligo, in capo ad un individuo, di risarcire un danno causato ad un terzo (es. danni derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore). IL RISCHIO PURO È L’OGGETTO DELL’ATTIVITÀ ASSICURATIVA TRADIZIONALE. Per una corretta gestione del rischio, occorre valutare: Sul come si determina il premio assicurativo: ® La probabilità che l’evento dannoso si verifichi ® L’entità del danno in caso di accadimento dell’evento Entità + bassa probabilità, elevata entità Alta probabilità, elevata entità Low frequency, high impact. Es. Catastrofi naturali, atti High frequency, high impact. Es rischio incendio in terroristici industrie chimiche - bassa probabilità, modesta entità Alta probabilità, modesta entità Low frequency, low impact. Es errore procedura di un High frequency, low impact. Es piccolo infortuni all’interno professionista di impianti sportivi GESTIRE IL RISCHIO PURO SIGNIFICA: 1. RISK MANAGEMENT – vanno individuati i vari rischi 2. MAPPARE a. individuare - tutte le attività rilevanti e tutte le fonti di rischio possibili per ciascuna attività b. valutare – la frequenza e l’entità degli eventi dannosi iscritti nella serie storica 3. TRATTARE a. controllare – l’individuo adotta dei comportamenti che riducono gli eventi dannosi b. trasferire – alcuni di questi rischi vengono trasferiti all’esterno ad una impresa di assicurazione, cioè trasferire ad altri la responsabilità di questi eventi c. ritenere – l’individuo decide (ritenzione attiva) di fronteggiare le eventuali conseguenze attraverso risorse proprie (autofinanziamento o risparmio) o di terzi (indebitamento). La ritenzione può essere anche passiva, quando è dovuta alla mancata consapevolezza del rischio corso. Tale scelta si ritiene adatta solo agli eventi a basso impatto. Possibili problemi: i. Le risorse destinate alla copertura del rischio si rivelano insufficienti ii. Il danno si verifica prima che sia stato iii. possibile accumulare quanto necessario 4. CONTROLLARE a. rivedere – Verificare se il set informativo raccolto per l’identificazione e la misurazione dei rischi si è rivelato adeguato e necessita di aggiornamento. IL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE È BASATO SUL PRINCIPIO MUTUALISTICO (LOSS SHARING) - (TRASFORMARE IL RISCHIO INDIVIDUALE IN FRAZIONI DI RISCHIO COLLETTIVO) 19 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 Un gruppo di individui esposti allo stesso evento rischioso si organizza affinché le perdite subite da coloro che sono stati concretamente colpiti dal sinistro (non tutti, infatti, saranno colpiti dall’evento), siano ripartite tra tutti i membri della collettività. ® RIPARTIZIONE O CONTRIBUZIONE - Più soggetti esposti al medesimo rischio si impegnano reciprocamente a sostenere economicamente coloro che tra essi subiscano dei sinistri ex ante (mutua assicuratrice a contribuzione o quota fissa, ex art. 2546- 48 C.C.) o ex post (mutua assicuratrice a ripartizione). In caso di insufficienza delle risorse, il danno rimane in carico ai partecipanti. ® TRSFERIMENTO A IMPRESA DI ASSICURAZIONE - Accollo del rischio da parte di un soggetto (impresa assicuratrice) che, a seguito della riscossione di una somma di denaro (detta premio) interviene in favore di coloro (gli assicurati) che vengono a trovarsi nella prevista situazione di rischio. Il maggior danno è carico dell’impresa. Il principio della mutualità si applica solo se: esiste un gruppo esposto allo stesso rischio – dobbiamo assicurarci allo stesso rischio viene messo in comune il rischio – se decidiamo tutti di partecipare tutti contribuiscono pro-quota agli effetti negativi dell’evento. Il meccanismo della mutualità assicurativa, in qualunque forma sia realizzata (ripartizione o trasferimento), consiste nell’aggregare numerosi rischi individuali omogenei e indipendenti, in modo tale che, applicando procedimenti di tipo statistico (Legge dei Grandi Numeri – l’errore nella previsione si riduce all’aumentare dei casi), sia possibile prevedere con notevole approssimazione l’entità dei sinistri che subirà la collettività degli assicurati e su cui calcolare i contributi di ciascuno (cioè i premi). L’applicazione dei procedimenti statistici consente di poter prevedere nel loro complesso eventi futuri che a livello individuale non potrebbero essere prevedibili con altrettanta accuratezza. Le imprese di assicurazione con una somma grossa di soggetti riesce a prevedere degli eventi. Partiamo in una situazione in cui entrambi i soggetti hanno un valore atteso di 500 € e una deviazione standard di 1000. GLI EFFETTI DEL RISK POOLING A e B si accordano per dividere equamente il danno eventualmente subito da uno dei due (mutualità a ripartizione). Scenari possibili: 20 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 La media è rimasta la stessa ma è diminuita la deviazione standard. Man mano che si aggiungo i soggetti la deviazione standard diminuisce. Perché, se si accordano, è minore la probabilità degli eventi estremi: La probabilità congiunta che nessuno subisca incidenti è 0.64 (mentre la probabilità individuale è 0.8) La probabilità congiunta che entrambi subiscano incidenti è 0.04 (mentre la probabilità individuale è 0.2) L’esempio può essere esteso all’infinito, aggiungendo sempre altri partecipanti al pool. I risultati più estremi divengono sempre meno probabili (si riduce la varianza) e la distribuzione si concentra attorno al suo valore atteso, in altri termini diventa maggiormente prevedibile l’importo che l’assicurazione dovrà pagare. L’impresa di assicurazione, assicurando una moltitudine di soggetti esposti ad un medesimo rischio, applica proprio la legge dei grandi numeri. Riesce a conoscere, con un buon grado di probabilità, quella che sarà la perdita effettivamente realizzata dal manifestarsi del rischio per un certo numero di soggetti assicurati. Il vantaggio è che si fissa il premio assicurativo in modo da raccogliere risorse finanziarie sufficienti per risarcire i soggetti che saranno colpiti dal manifestarsi del rischio. DEFINIZIONE DI CONTRATTO ASSICURATIVO ART. 1882 CODICE CIVILE L’articolo del Codice civile definisce l’assicurazione come un contratto con il quale l’assicuratore, verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno a esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana. I soggetti del contratto di assicurazione 1. Assicuratore - È il soggetto che, a fronte di un premio versato dal contraente, si obbliga ad eseguire una prestazione futura al verificarsi di un evento cui è sottoposto l’assicurato. 2. Contraente - È il soggetto che, a fronte di un premio versato dal contraente, si obbliga ad eseguire una prestazione futura al verificarsi di un evento cui è sottoposto l’assicurato. 3. Assicurato – è il sogetto sul quale grava il rischio per il quale ci si sta assicuranzdo 4. Beneficiario – è il soggetto al quale viene destinanta la prestazione Il contraente, l’assicurato e il beneficiario possono coincidere, ma possono essere anche tre persone differenti. Tra le tipologie di contratto di assicurazione troviamo: ® RAMO DANNI - L’assicuratore, si impegna, in cambio di un corrispettivo (il premio) a risarcire l’assicurato, nel caso in cui un sinistro danneggi i suoi beni (come nel caso di un furto o di un incendio) o la sua persona (per esempio nel caso di un infortunio). Tutte le assicurazioni di questo tipo hanno una funzione indennitaria o risarcitoria, non succede che l’impresa assicuratrice non debba sborsare più del dovuto, se ciò avviene il contratto è nullo. ® RAMO VITA - L’assicuratore, a fronte del versamento del premio, si impegna a versare un capitale o una rendita nel momento in cui si verifica un evento riguardante la vita: ad esempio, il raggiungimento di un'età prefissata, il decesso. Dal punto di vista su ciò che si deve stimare, nel ramo danni si deve calcolare sia l’evento dannoso sia il danno che devo risarcire; nel ramo vita c’è solo una variabile da calcolare, cioè la probabilità che il soggetto rimanga in vita oltre una data. Le assicurazioni di ramo vita hanno varie funzioni: o Funzione previdenziale - Protezione della propria o altrui capacità reddituale o Funzione di risparmio - Protezione dagli effetti economici negativi che possono essere generati dal manifestarsi del rischio assicurato (sotto forma di danno). o Funzione di risparmio - Accantonamento di un capitale che possa far fronte ad esigenze future. o Funzione di investimento - Produzione di un rendimento attraverso l’investimento di un capitale e la sua restituzione a scadenza maggiorato di interessi. DETERMINAZIONE DEL PREMIO ASSICURATIVO Le imprese di assicurazione sono caratterizzate da un ciclo economico invertito: Incassano i ricavi (premi) prima di aver sostenuto i costi di produzione (indennizzi ramo danni e prestazioni del ramo vita). 21 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 I costi futuri sono incerti sia nell’ammontare sia nel momento della loro manifestazione. L’inversione del ciclo economico determina che l’impresa assicuratrice ha: UNA GESTIONE TECNICA – rilevanza del calcolo del premio GESTIONE FINANZIARIA – necessità di investimento di parte dei premi, dove guadagnano dei rendimenti. Alcune volte vengono finanziati i soggetti in deficit, attraverso l’investimento di una parte dei premi. RISERVE TECNICHE – presenza di ricavi anticipati da rinviare al futuro. Chiama in causa le riserve tecniche, come la riserva matematica, che vengono poi investite nel sistema. Tuttavia, nel momento in cui viene fissato il premio l’impresa non conosce: Se, quando e quanto gravemente il rischio si trasformerà in danno Quanto riuscirà ad ottenere in termini di rendimento degli investimenti effettuati Quali spese dovrà sostenere per lo svolgimento della propria attività Quindi in base ai dati storici deve necessariamente fare una serie di ipotesi la cui correttezza determina i risultati economici dell’azienda. CALCOLO DEL PREMIO – RAMO DANNI Per arrivare al premio assicurativo si devono considerare tre ipotesi: IPOTESI STATISTICA – valore e frequenza media del danno IPOTESI FINANZIARIA - tasso tecnico IPOTESI SPESA – caricamenti Le prime due ipotesi comportano il premio puro, mentre l’ipotesi spesa, se aggiunta al premio puro coni suoi caircamenti, abbiamo il premio tariffa. ➔ Il PREMIO PURO è il valore attuariale (ossia valore atteso attuale) degli impegni assunti dall’assicuratore e determinato sulla base di adeguate ipotesi: IPOTESI STATISTICHE: si tratta di determinare la frequenza e il costo medio dei sinistri (valore atteso) IPOTESI FINANZIARIE: poiché i premi vengono corrisposti in via anticipata, è anche necessario prevedere quale sarà il rendimento realizzabile dal loro investimento sul mercato finanziario (valore attuale del valore atteso) ⇒ In realtà l’ipotesi finanziaria nel ramo danni è molto meno rilevante rispetto al ramo vita; il ramo danni è infatti quasi sempre caratterizzato da premi e contratti annuali. Esempio Una pluralità di 1000 individui desidera coprirsi dal rischio di furti all’interno della propria abitazione. Per la determinazione del premio si rendono necessarie le seguenti ipotesi statistiche: costo medio del sinistro: l’assicurazione stima che il danno da risarcire in caso di furto sarà mediamente pari a € 50.000,00 frequenza dei sinistri: l’assicurazione stima che solo l’1.2% degli individui sarà colpito dall’evento sfavorevole, cioè 12 persone su 1000 Il valore atteso (premio per il rischio) del singolo sinistro è pari a: 50.000*0,012 = 600 VALORE ATTESO Se la stima sulla frequenza media dei sinistri è rispettata, su 1000 soggetti assicurati 12 subiranno il danno pari a 50.000 euro (ossia l’assicuratore dovrà pagare 50.000*12 = 600.000). I premi raccolti sono esattamente pari a quell’ammontare (1000 * 600 = 600.000 Tuttavia, immaginando che il periodo di copertura sia pari a 1 anno, l’impresa di assicurazione non ha necessità di incassare l’intero importo perché tramite l’investimento del premio può ottenere un rendimento che permetterà di integrare il premio stesso. E’ necessario quindi formulare un’ipotesi finanziaria, relativa al rendimento degli investimenti (tasso tecnico). Nel caso in cui i sinistri si distribuiscano in modo uniforme durante il periodo di copertura, uguale ad un anno e ipotizzando che gli investimenti rendano il 3% su base annua, il premio puro sarà dato da: (600)/ (1.03)^1 = 582,52 = VALORE ATTUALE DEL VALORE ATTESO = VALORE ATTUARIALE = PREMIO PURO caricamenti premio lordo premio puro costi di acquisizione premio di tariffa premio valore attuale margine di sicurezza per eventuali diritti di polizza effettivamente atteso del scostamenti tra ipotesi adottate e e imposte pagato risarcimento andamento dei sinistri e dei rendimenti dall'assicurato margine di profitto per l'assicuratore CALCOLO DEL PREMIO – RAMO VITA In questo caso nel calcolo del premio abbiamo tre diverse ipotesi: 22 Scaricato da Nicolò Pierandrei ([email protected]) lOMoARcPSD|4379455 IPOTESI DEMOGRAFICA – probabilità di morte o di sopravvivenza degli individui e prestazione IPOTESI FINANZIARIA – tasso tecnico IPOTESI DI SPESA – caricamenti Anche qui il premio puro è formato dall’ipotesi demografica e dall’ipotesi finanziaria, mentre il premio tariffa viene formato sommando il premio puro con i caricamenti. Non è qui, con il premio pure, che guadagna l’assicurazione, ma assicura all’impresa la posizione di equilibrio, ma sono i caricamenti che porta guadagno all’assicurazione. ® Il PREMIO PURO è il valore attuariale (ossia valore atteso attuale) degli impegni assunti dall’assicuratore e determinato sulla base di adeguate ipotesi: IPOTESI DEMOGRAFICHE: si tratta di determinare la probabilità di morte o di sopravvivenza degli individui a determinate date future e applicarla alla prestazione stabilita (valore atteso) IPOTESI FINANZIARIE: poiché i premi vengono corrisposti in via anticipata, è anche necessario prevedere quale sarà il rendimento realizzabile dal loro investimento sul mercato finanziario (valore attuale del valore atteso) Nel ramo vita non è necessario fiss

Use Quizgecko on...
Browser
Browser