Economia Aziendale PDF

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Questi appunti di economia aziendale introducono i concetti fondamentali e le teorie principali della materia, analizzando i contributi di importanti pensatori e le diverse prospettive storiche dell'economia aziendale come scienza. Il documento comprende anche esempi e applicazioni pratiche, focalizzandosi su argomenti come l'attività economica e il comportamento degli agenti economici, offrendo spunti di approfondimento per comprendere i fattori che influenzano il funzionamento delle aziende.

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lOMoARcPSD|47721251 Economia Aziendale Precedentemente all'economia aziendale si era sviluppata l'economia politica, in conseguenza a ciò successivamente a un lungo processo nacque anche l'economia aziendale come critica delle teorie affermate precedentement...

lOMoARcPSD|47721251 Economia Aziendale Precedentemente all'economia aziendale si era sviluppata l'economia politica, in conseguenza a ciò successivamente a un lungo processo nacque anche l'economia aziendale come critica delle teorie affermate precedentemente e come scisma da esse e all': Approccio classico (di Adam Smith) oggetto di spunti da parte degli aziendalisti Marxismo Scuole neoclassiche o 'pure' (marginaliste con Jevons 1835-1882)) Contributo di Shumpeter (1883-1850) = approccio di apprezzamento da parte degli aziendalisti L'economia aziendale è una scienza sociale poiché l'azione umana in essa riveste un ruolo fondamentale: poiché si pone l'obbiettivo di soddisfare i bisogni di Famiglia (proprietà privata). Impresa 3 aziende principali = insieme di persone con bisogni comuni Pubblica amministrazione = stato. azienda= cosa da farsi economia= leggi per il governo della casa = per guidare l'amministrazione delle risorse L'economia aziendale nasce dalla: Dalla nascita delle Scienze economiche: (seconda metà del Settecento) caratterizzate dall'utilizzo di un metodo scientifico. Derivazione delle tecniche: ovvero dall'osservazione della realtà =investigazione della realtà economica attraverso un approccio pratico = priva di un metodo scientifico. Le derivazioni delle tecniche sono trattazioni che hanno lo scopo di indirizzare gli operatori economici attraverso un punto di vista pratico = strumento operativo di supporto come la ragioneria e le tecniche di amministrazione. ragioneria= scienza dei conti, consente la misurazione dei conti, ricavi, iscrizione di un debito/credito = consente alle imprese di gestire da un punto di vista pratico la realtà economica. Le tecniche di amministrazione (che possono essere di tipo mercantile e bancaria) invece consentono di valutare la convenienza economica di un finanziamento = risolvono un problema pratico con l'adeguata tecnica. Già nel 380 a.C. Senofonte scrisse un trattato di scienza di amministrazione ove si parla dell’attività imprenditoriali, dello svolgimento delle attività produttive e della qualità della produzione; Aristotele nel 350 a.C. tratta di equilibrio economico e di suddivisione del rischio; Fibonacci nel 1202 importò dalle indie i numeri arabo-indiani che furono di assoluta importanza nel campo del commercio ai fini del calcolo di tutti i valori monetari; e nel 1494 Fra Luca Pacioli espone il metodo della contabilità a partita doppia. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Gli studi sviluppati riguardo l'economia aziendale si sono sviluppati grazie ai contributi di: In Italia di: Giuseppe Cerboni (1827-1917) e Fabio Besta (1845-1922): entrambi studiano la ragioneria e contribuiscono alla sua evoluzione, lavorando sulla tecnica di essa fondata sul patrimonio. Cerboni fonda la ragioneria sul patrimonio (capitale)= qualcosa che esprime staticamente una precisa dimensione di valore ad un determinato istante. Concependo così la ragioneria come scienza di amministrazione di tutte le aziende, e venga quindi a riguardare le famiglie, le imprese e lo stato. Besta, invece è un suo grande oppositore, sostiene che la ragioneria deve essere riferita specificatamente all'impresa (teoria più ristretta rispetto a quella di Cerboni). In Germania di: Schmalenbah, il quale riserva la ragioneria alle sole imprese private (ambito di indagine ristretto: visione non più fondata sul patrimonio ma sul reddito= dimensione di valore di carattere dinamico, dimensione di valore flusso= richiede un intervallo temporale più ampio. Così facendo la ragioneria diviene una grandezza dinamica ottenuta dal confronto tra costi e ricavi. Egli sostiene infatti che di un patrimonio conta la capacità di reddito prospettica ovvero vale in quanto è in grado di produrre reddito in futuro, e va valutato anticipando quella capacità. Da ciò nasce la tesi detta dottrina dell’economia privata con un approccio empirico- realistico all’azienda, così realistico da restringere lo studio alle sole imprese private. Con questa dottrina interpreta la realtà come un insieme di interessi individualistici che si confrontano fra loro nei mercati = la ragioneria viene utilizzata per misurare come un'impresa produce reddito per individuare comportamenti al fine di ottenere determinati risultati. 15/09 Azienda= si classifica in tre principali tipologie: impresa, famiglia e pubblica amministrazione Impresa= particolare tipologia di azienda Realtà economica studiata con approccio scientifico e non più solo tecnico. Metà del 700 passaggio dalle tecniche alle scienze economiche= studiano le attività di produzione e di consumo dei beni atti a soddisfare i bisogni delle persone. L'economia aziendale nasce come derivazione delle tecniche. Studioso di economia aziendale = aziendalista, l'economia aziendale nasce come risposta critica all'economia politica. Approccio classico= Smith considerato fondatore dell'economia moderna 1723-1790 periodo della prima rivoluzione industriale in Gran Bretagna. CARATTERISTICHE DELL'APPROCCIO TEORICO DI SMITH: Smith vede la dinamica economica quale processo nell’insieme armonico nella forma di prezzi, scambi e mercati. Il tutto all’insegna dell’incontro/scontro di interessi personali anche egoistici, i quali fusi insieme portano all’equilibrio del sistema. Così gli interessi degli Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 uni a ottenere beni per soddisfare bisogni, e degli altri a venderli per guadagnare e sopravvivere, si incontrano negli scambi di mercato. Secondo Smith il mercato si autoregola per effetto di equilibri che tendenzialmente si auto impostano e autodeterminano. In modo che il mercato funzioni in equilibrio: e questo è il maggiore aspetto qualificante della teoria classica. La dinamica economica è data tra tre soggetti: produttori, consumatori e stato con spesso interessi personalistici, egoistici. Ognuno di questi soggetti ha interessi personali che una volta messi a sistema creano un perfetto equilibrio nell'operazione di scambio. Così facendo i bisogni vengono soddisfatti creando una condizione di equilibrio. = equilibrio tendenziale ed autonomo nello spazio e nel tempo fra domanda e offerta. (vale per le situazioni standard). Creazione di equilibrio che si crea autonomamente senza l'intervento dello stato. Se negli scambi di mercato i prezzi sono molto bassi la domanda sale, se i bisogni aumentano i produttori sono stimolati a produrre, se i bisogni diminuiscono anche la domanda diminuisce e i produttori rallenteranno la produzione, i prezzi scenderanno, la domanda si riprenderà: nello spazio e nel tempo si realizza l’equilibrio tendenziale fra domanda e offerta. Regolazione armonica nello spazio e nel tempo della domanda e dell’offerta = Teoria della mano invisibile. Smith si riferisce alle situazioni standard, le altre vanno studiate con una differente attenzione. Divisione del lavoro = specializzazione, coordinamento, controllo della produttività. Per divisione del lavoro Smith osserva come il processo produttivo era ad alta intensità di lavoro e mano d'opera perché le attività erano generalmente artigianali e preindustriali. Smith introduce perciò la divisione del lavoro come disgregazione del processo produttivo in tante piccole mansioni da attribuire a soggetti diversi, questo perché comportava una specializzazione dei lavoratori in una determinata mansione e ciò era condizione per realizzare condizione di maggior efficienza ( = ridurre i costi aziendali): dimostra come per un'impresa che produce spilli sia molto più conveniente ricorrere alla divisione del lavoro piuttosto che far produrre uno spillo a solo una persona. La divisione del lavoro consente di raggiungere i fini aziendali in tempi rapidi, cioè consentiva di organizzarsi con efficienza. Affidare la produzione di uno spillo a più persone per evitare innumerevoli ore di lavoro e sprechi di materiale. Laddove la produzione di uno spillo fosse affidata a più persone porta alla produzione di molti più spilli e a una vendita maggiore di essi perché le persone si specializzano nel loro compito facendolo in modo molto veloce e in ottimo modo. = teoria degli spilli che aumenta la produttività e riduce i costi aziendali. Efficienza = minimizzare i costi aziendali Efficacia = raggiungimento dell'obbiettivo. Efficacia>>>>>efficienza. Vantaggi della produttività = ribasso dei costi e rialzo dei salari, perché gli spilli vengono venduti in maggior numero e l'azienda ha maggior denaro per pagare i lavoratori. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 CARATTERISTICHE DELL'APPROCCIO DI MARX: MARXISMO: Marx 1818-1883, osserva, nella sua epoca fenomeni di sfruttamento operaio, ammassamenti di grandi fortune imprenditoriali e comportamenti disonesti dei nuovi ricchi. Sulla base di questa realtà sviluppa una teoria secondo la quale la società è fondata sulla dicotomia di questi due ceti: sfruttatori della forza lavoro (capitalisti) e i proletari (sfruttati) privati dei risultati del loro lavoro. Marx si fa promotore della: Rivoluzione sociale: osserva la sua realtà sociale e auspica all'uguaglianza economica di tutti gli individui, auspica all'affermazione della dittatura del proletariato e che si crei una società senza classi = uguaglianza, con la quale si diventi tutti economicamente eguali. Sostiene che i capitalisti si arricchiscono ma arriveranno a un punto in cui non riusciranno a vendere tutto ciò che hanno prodotto e ciò comporta una crisi e il fallimento del capitalismo e alla nascita di una società senza classi. Concetto di plus-valore = secondo Marx è quella parte di salario che il capitalista arreca ai danni del lavoratore. Una parte di retribuzione che viene trattenuta dall'imprenditore, dal capitalista, ciò genera arricchimento e capitali accumulati sulla pelle degli operai. Però è un'idea sbagliata perché l’utile che un’impresa realizza è reperibile all'utilità percepita dal consumatore in merito a un determinato bene rispetto alle componenti di quel bene specifico. Nasce dalla combinazione di più fattori di produzione, da un processo molto più articolato, l'utile non è figlio del plus-valore ma figlio della combinazione sapiente dell'imprenditore di più fattori produttivi che determina la scelta del consumatore a comprare quel prodotto specifico. Per questo motivo gli aziendalisti hanno preso le distanze da questa ideologia. Infatti, ci sono altre limitazioni di quest'approccio teorico: La realtà sociale è molto più variegata e articolata di quanto intendeva Marx, la dimensione sociale era molto più allargata, le classi sociali non erano solo due. I fenomeni di sfruttamento della forza lavoro dipendono dalla domanda-offerta lavoro e i lavoratori pur di poter lavorare in un contesto di disoccupazione sono disposti a qualsiasi tipo di lavoro e condizioni retributive non alte. Il sistema si regge su investimenti in capitali sempre nuovi, non è vero che il capitalismo crolla ma i capitali si rinnovano. È un processo circolare di continuo assestamento. L'affermarsi del proletariato è una realtà utopica. Il sistema di economia di mercato non è destinato a crollare ma è destinato a mantenersi nel tempo. I settori circolano: muoiono dei settori ma ne nascono di nuovi cambiando nel tempo come le élite. = circolazione delle élite. L'attività delle imprese favorisce il miglioramento di tutti i ceti sociali compreso quello dei lavoratori stessi: perché se l'impresa va bene è in grado di pagare salari più alti. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 L'approccio di economia politica maggiormente contestato dagli studiosi di economia aziendale è quello degli economisti neoclassici, il cui maggiore esponente è JEVONS. La realtà economica è indagabile attraverso la scienza matematica. Perché tendono a ritenere l'economia come scienza matematica, attraverso scienze naturali. La matematica è identificata come strumento dimostrativo della realtà economica. Quindi avviene che l'economia politica nata come scienza sociale viene configurata da questi studiosi come scienza naturale. Jevons pubblica 'General Mathematical Theory of Political Economy' nel 1962 con il quale dimostra che con un’equazione di primo e secondo grado si possa spiegare qualsiasi fenomeno economico. Y = f(X) = realtà economica può e deve essere spiegata attraverso questa equazione dove entrano in relazione due variabili prezzo e domanda. Prezzo = x, domanda offerta = y. In base a questa equazione il punto di equilibrio sarà dove la domanda si equilibra all'offerta. Gli aziendalisti hanno ritenuto questa tesi come irrealistica, denominandola ' teoria senza fatti' perché: si è ritenuto che le premesse logiche fossero false, no si può misurare in grado quantitativo la soddisfazione del consumatore. = tema di cattivo psicologismo. Si ipotizzò un vuoto giuridico= si presupponeva che lo stato non ci fosse, che non ci fossero leggi e norme da rispettare. È una supposizione irrealistica perché l'impresa si muove e agisce all' interno dello stato. Si presupponeva che le coordinate di spazio e di tempo non avessero rilevanza = tutto doveva avvenire in modo istantaneo e anche la dimensione spazio era considerata irrilevante= assenza di spazio e di tempo= elaborazione di una teoresi fortemente sganciata dalla realtà. Si riteneva che tutte le variabili differenti dalla x e dalla y, diverse dalle due selezionate fossero da considerarsi come costanti = non suscettibili a variazioni, cambiamenti, mutamenti. Le variabili esogene non venivano prese in considerazione, ritenute non rilevanti. Idea che imprese operanti in settore differenti producessero prodotti della stessa specie. Ciò non ha nessun fondamento dal punto di vista economico e aziendale. Si riteneva che tra le imprese non ci fosse concorrenza. Idea che gli operatori economici operassero disponendo di tutte le informazioni necessarie per prendere decisioni ottimali. Tutte queste osservazioni avevano portato ad osservare come non fosse corretto considerare le scienze sociali alle scienze naturali. Mentre i marginalisti consideravano la scienza sociale come una scienza naturale e potesse essere spiegata con le stesse leggi delle scienze naturali. Non è possibile perché le scienze sociali risentono di variabili esogene (politica, transizione climatica, dinamiche ambientali, ). Scienze sociali incentrate sull'azione dell'uomo = ciò che non fanno le scienze naturali come la matematica, perché l'azione dell'uomo non è inquadrabile negli algoritmi matematici. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Sostenibilità= capacità di combinare nei propri obbiettivi dimensione economica, sociale e ambientale, l'impresa non può tener conto solo della dimensione economica ma deve tener conto anche della dimensione ambientale e dei diritti dei lavoratori evitando discriminazioni, garantendo equità e inclusione dimensione sociale). Gli obbiettivi di sostenibilità influenzano l'attività delle aziende stesse (agenda 2030) = si inizia a parlare di economia circolare attraverso il riciclo adottando nuove tecniche e riadattando i processi produttivi. Secondo i neoclassici se io consumatore consumo un determinato bene di una determinata specie l'utilità marginale è decrescente. IL CONTRIBUTO SHUMPETER: secondo lui la dinamica economica può essere rappresentata come un flusso circolare, come un circuito che si autoalimenta: da un lato la produzione e dall'altro il consumo tenuti insieme dall'impresa. Produzione = lavorare e trasformare la materia prima in un prodotto finito, si produce per il mercato e per vendere il prodotto. L'elemento innovativo che introduce è che questo flusso circolare è dinamico e si basa su equilibri in continuo rinnovamento = l'attività d'impresa passa da condizioni di equilibrio iniziali a condizioni di disequilibrio temporanee per poi arrivare nuovamente a condizioni di equilibrio che garantiscono un maggior successo. Per raggiungere un nuovo equilibrio è inevitabile la situazione di squilibrio momentanea = processo rafforzativo per l'impresa che nasce dal cambiamento, perché l'imprenditore secondo Shumpeter è un innovatore, un promotore di cambiamento che crea un nuovo modello di businnes con cui fare attività di impresa = modificare le combinazioni produttive, ovvero le modalità con cui trasformo la materia prima in prodotto finito. Innovazione di processo e innovazione di prodotto: Di processo = modificare le modalità con cui realizzo un determinato bene o fornisco un determinato servizio. Di prodotto = modifica di prodotti e servizi che vado a realizzare Secondo Shuumpeter i sistemi capitalisti potrebbero andare in crisi e risentire degli effetti di cui sono stati artefici. È scettico sull'avvenire del capitalismo, dopo l'avvento della fusione tra più imprese di notevole importanza. Nascono così grandi imprese figli del processo di aggregazione dato dalla fusione per il conseguimento delle economie di scala = opportunità di ridurre i costi aziendali = più beni produco meno sono i costi e per produrre tanto è necessario essere un’impresa di grandi dimensioni = Corporations, secondo Shumpeter queste Corporations soffocavano l'innovazione e si creavano situazioni di immobilismo innovativo = causa di crisi duratura, perché se non c'è progresso non si mantiene il flusso circolare. Dunque, vede che con il capitalismo le nuove dinamiche d'imprese sono caratterizzate da immobilismo innovativo. A fronte di ciò ritiene che il capitalismo possa essere sostituito da un nuovo orientamento: il Similsocialismo = orientamento caratterizzato dal declino dell'entusiasmo a favore del capitalismo e caratterizzato dalla diffusione di un orientamento che sia contrario all'impresa e al libero mercato. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 L'economia aziendale nasce dunque dallo sviluppo delle tecniche(in particolare della ragioneria) e dall'economia politica. Le tecniche però non sono sufficienti perché si concentrano su un preciso aspetto dell'impresa (es. ragioneria che considera solamente i processi di misurazione). Il limite che le tecniche comportavano erano limiti che l'economia politica non poteva superare e non era di supporto nell'interpretazione dell'impresa come unità organica. Questo comporta la nascita di una scienza = scisma dall'economia politica che comporta la nascita dell'economia aziendale come nuova branca delle scienze economiche. Coloro che sono considerati fondatori dell'economia aziendale sono: Gino Zappa in Italia (allievo di Besta) e Heinrich Nicklisch in Germania. Entrambi concepiscono l'economia aziendale come scienza economica che si occupa dello studio delle aziende, del loro equilibrio e sviluppo. Economia aziendale = scienza che studia le aziende in modo organico per comprendere se operano in modo adeguato o no, consente di capire se sono o meno in equilibrio. CONTIBUTO DI NICKLISCH: trattato Dottrina economica dell'aziendale: distingue lo studio dell'economia globale di una nazione e lo studio dell'economia delle singole aziende (perimetro macro e micro). Teoria organica che 'abbraccia' lo stato, le famiglie e le relative partizioni. Imprese intese cime: sistemi organici orientati all'interesse individuale nell'ambito di economie collettive Combinazioni interattive di capitale e lavoro tradotte in forme economico-giuridiche Sistemi dinamici, il cui equilibrio economico deve essere misurato nel tempo dai sistemi contabili Egli da rilievo alla ragioneria per il calcolo economico d'impresa, ai processi concorrenziali fra le imprese, e altro fattore fondamentale è l'estensibilità delle teorie aziendali a tutte le categorie d'imprese (agricole, assicurative, dei trasporti, banche,…). Schema di circolazione dei valori: soggetti coinvolti sono fondamentalmente due = famiglie e aziende di produzione. Le aziende familiari vengono definite come originarie, mentre le aziende di produzione definite come derivate. C'è questa distinzione perché le famiglie sono le aziende in cui storicamente si svolge l'attività economica. Le famiglie sono i soggetti promotore della attività economica delle imprese attraverso il soddisfacimento dei bisogni. Le imprese invece sono una risposta conseguente ai bisogni della famiglia, forniscono beni (= nascono per derivazione dei bisogni della famiglia.) Secondo Nicklisch per questi soggetti economici si instaurano delle relazioni biunivoche, di scambio, di doppia direzione la cui attuazione genera la circolazione di valori o ricchezza. Aziende familiari= consumano, hanno un reddito, hanno dei bisogni e per soddisfarli spendono una parte del proprio reddito consumando beni. I beni vengono forniti dalle imprese che forniscono prestazioni alle famiglie e in cambio ottengono denaro = famiglie pagano le imprese in cambio di beni e servizi = scambio che consente la circolazione del valore. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 L'attività economica delle aziende familiari si caratterizza grazie all'attività lavorativa che produce un reddito necessario sostenere i consumi = lavoro crea una relazione tra aziende familiari e aziende di produzione. Aziende familiari offrono le proprie prestazioni di lavoro (skills) e le imprese daranno alla famiglia salari e stipendi = ricchezza ridistribuita in favore della famiglia per il lavoro prestato in una dinamica circolare. Il reddito delle famiglie risparmiato può essere investito, l'investimento porta l'accesso al mercato finanziario. Mercato del lavoro e mercato finanziario sono interconnessi, la famiglia può decidere di destinare il suo risparmio a favore di un’impresa. Il ritorno di una famiglia che decide di investire in un’azienda di produzione è una parte dell'utile dell'impresa stessa. (utile = costi meno ricavi). Questo modello mette in evidenza come circola la ricchezza per le relazioni che si creano tra i soggetti economici attraverso 3 specifiche azioni = CONSUMO, LAVORO E INVESTIMENTO. CONTRIBUTO DI GINO ZAPPA: Considerato fondatore dell’economia aziendale italiana. Scrive il Reddito d'impresa, opera con la quale teorizza cosa si deve intendere per economia aziendale. Incentra la sua teoresi sul reddito (= grandezza flusso, dato dalla differenza dei costi ricavi) e no più sul capitale/patrimonio (= grandezza fondo, statica, visione istantanea dei fattori produttivi di una azienda.) = passaggio di paradigma dal capitale al reddito, si parla di Rivoluzione Zappiana: Zappa sostiene che non c'è capitale che non sia stato prima reddito = il capitale viene di conseguenza al reddito. Il reddito non rimane statico ma può essere investito e così facendo viene generato del nuovo capitale = non c’è capitale che non sia stato in precedenza reddito. Il reddito è così importante che il capitale non ha valore in sé ma vale in funzione dei redditi che può originare nel tempo = produrre utile nel tempo. La nascita dell'economia aziendale come scienza riordina le discipline e delle tecniche sino ad allora diffuse: oltre alla ragioneria erano importanti anche gestione = insieme delle operazioni che vanno dall'acquisto dei fattori produttivi alla loro trasformazione fisico tecnica fino alla vendita del prodotto finito. organizzazione= assegnazione delle mansioni da svolgere ai membri che operano all'interni di un’azienda, = tre profili che caratterizzano tutte le aziende. Aziende per zappa = coordinazione economica in atto= azienda sostiene dei costi per ottenere dei conseguenti ricavi = sostenuti dei costi in vista di ottenere dei ricavi. Questo susseguirsi di costi e Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 ricavi crea una coordinazione economica. Secondo Zappa le aziende possono essere descritte secondo una duplice accezione: Combinazioni produttive = fanno riferimento a un insieme di operazioni caratterizzate dalla stessa specie e sono dirette all'ottenimento di un prodotto che una volta venduto genera ricavi, prendono anche il nome di processo. Attuano azione di gestione esterna (= acquisto dei materiali), di gestione interna (= trasformazione dei fattori produttivi in beni), e infine nuovamente gestione esterna (= in vendita). = Prospettiva della combinazione produttiva. Coordinazioni lucrative = attenzione si sposta sulla realizzazione o meno di un utile, pone l'attenzione sulla capacità di una azienda di avere ricavi superiori ai costi (utile), analisi della capacità dell'azienda di realizzare ricavi in maniera eccedente rispetto ai costi = Prospettiva della combinazione lucrativa. 22/09 Cosa si intende per azienda? Il sistema delle aziende configura un campo scientifico omogeneo: si sono affermati nel corso nel tempo orientamenti di pensiero molto differenti. Husserl fornisce strumenti tecnici per identificare il campo scientifico omogeneo, sulla base di questa definizione gli studiosi di economia aziendale hanno risposto alla domanda. Husserl dice come un campo scientifico deve essere delimitato con tre criteri: i campi di studio devono essere: Né troppo piccoli: perché non sarebbe rappresentativo e efficace per lo sviluppo di teorie Ne troppo vasti: perché non si riuscirebbe mai a investigare in modo completo, l'attività di ricerca non avrebbe mai fine Omogenei: condizione fondante per delimitare correttamente il campo d'indagine. Studiosi divisi in due principali filoni: 1° campo di Egidio Giannessi: secondo la sua teoria quando si parla di azienda si intendono tutte le imprese = tutte le aziende di produzione. In questo campo non rientrano le famiglie e la pubblica amministrazione. Aziende di produzione (agricole, industriali, commerciali, bancarie, assicurative,) dirette alla produzione di ricchezza e di beni economici. Se un capitale investito produce redditi aumento le ricchezze: I prestatori di lavoro vengono remunerati Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Ai finanziatori vengono corrisposti interessi Allo stato vengono pagati tributi Gli utili prodotti possono essere distribuiti ai soci Se produco utile vendendo i miei beni economici va a beneficio di diverse classi, di soggetti che si chiamano stake horders. Studio delle imprese nelle: Loro funzioni e strutture caratteristiche Loro forme di equilibrio, sviluppo, crescita L'azienda agricola trasforma i fattori produttivi in beni, nel rispetto delle leggi e dei tempi della natura. L’azienda industriale effettua trasformazioni dal punto di vista economico-tecnico. L’azienda assicuratrice si accolla i rischi delle altre aziende, contro il pagamento di un premio. Secondo Giannessi le aziende vanno distinte rispetto all'attività che svolgono e alle loro caratteristiche specifiche. Per ciascuna azienda di produzione vanno analizzati i concetti di: Equilibrio tra costi e ricavi (equilibrio reddituale), tra entrate e uscite di moneta (equilibrio monetario) e tra capitale e debiti (equilibrio patrimoniale) = raggiungimento dell'economicità, condizione necessaria affinché un’impresa sopravviva nel medio-lungo periodo. Sviluppo = adeguamento continuo alle mutevoli condizioni di contesto: alla domanda, alla tecnologia, ai prezzi-costo, e alla concorrenza. Crescita = legata alla dimensione dell'impresa = alla capacità produttiva di grandi quantità di beni. Maggiori sono le dimensioni aziendali maggiore sarà la capacità produttiva e svilupperà la crescita. 2° campo di Gino Zappa: propone una visione globale dell'azienda, il campo di analisi è perciò più ampio di quello precedente, include anche la famiglia, le imprese e la pubblica amministrazione. Accomunate dalla capacità di soddisfare i bisogni. Questo perché secondo lui nonostante ognuno di essi abbia le proprie specificità hanno elementi di comunanza. Le famiglie e la pubblica amministrazione le definisce aziende di erogazione, mentre le imprese aziende di produzione. Perché le famiglie mettono a disposizione il lavoro, la pubblica amministrazione dei servizi statuali, e infine le imprese mettono a disposizione dei beni economici = merci e servizi destinati al soddisfacimento dei bisogni, venduti con conseguente ricchezza/guadagno sotto forma di redditi e capitali. = utile che andrà destinato ai lavoratori, ai soci e ciò che ne rimane verrà reinvestito generando capitale. Le aziende di erogazione sono tese a erogare le proprie risorse per ottenere redditi da trasformare in spesa, e possono essere considerate come sistemi economici finalizzati e tendono alla realizzazione dell'equilibrio dinamico. Tutte producono ricchezza. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 23/09 L'eccezione ampia di economia aziendale Gli autori ritengono che vi siano anche nella Famiglia e nello Stato elementi di aziendalità: studiano dunque il sistema delle imprese. L’economia aziendale concerne sia l’economia delle imprese sia delle famiglie e dello stato. L’economia aziendale, perciò, studia le aziende intese in via generale come ‘coordinazioni generali in atto’, tese a combinare risorse per soddisfare bisogni. E studia pertanto le famiglie, le imprese e lo stato nelle loro: - Caratteristiche tipo = natura specifica del tipo di impresa. - Funzioni = compiti che le connotano in modo peculiare. - Strutture = insiemi di operazioni che ne derivano - Forme di equilibrio, sviluppo = modi di raggiungimento di economicità (=equilibrio fra ricavi e costi). Modi di adeguamento continuo alla mutevole realtà dei mercati. Lo sviluppo è indispensabile per qualsiasi impresa. Secondo un'accezione ampia (Zappa), l'Economia aziendale è la scienza che studia l'economia (caratteristiche, funzioni, processi, comportamenti) delle aziende di qualsivoglia tipo, dalla famiglia allo Stato. Concerne, cioè il comportamento economico dei seguenti operatori: famiglie, quali aziende familiari di consumo e di investimento; imprese, quali aziende di produzione di redditi e di capitali; Pubblica Amministrazione. (Stato e sue declinazioni). In comune hanno che mirano al soddisfacimento dei bisogni dei propri membri. La famiglia ha bisogno di un contesto sereno e anche bisogni economici per poter mantenere tutti i membri. L'impresa deve anche soddisfare i bisogni dei soci legati alla remunerazione del denaro (capitali di rischio). La P.A. ha dei bisogni della collettività perché lo stato ha il compito di fornire servizi legati all'istruzione, sanità, sicurezza, ecc. Ogni azienda ha fondamentalmente dei bisogni specifici: i bisogni sono dinamici in relazione a specifiche variabili (età, reddito, ecc.); i bisogni possono essere gerarchizzati (piramide di Maslow); per soddisfare i bisogni, gli attori economici (aziende) devono assumere delle decisioni, ossia fare delle scelte (differenti modelli teorici). I bisogni sono suscitati dal perseguimento dei fini delle persone. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 È possibile prevedere una gerarchia. Quando un bisogno di livello "inferiore" è soddisfatto, nascerà un bisogno di ordine superiore. La gerarchia dei bisogni varia da individuo a individuo, ma i bisogni sono comuni. Studiare lo stato significa dunque studiare con lo Stato, tutte le ripartizioni amministrative, più precisamente studiare l’economia delle aziende territoriali. Il modello della razionalità assoluta Assoluta chiarezza del problema da risolvere, conoscere la questione da affrontare; L'alternativa scelta è sempre la migliore, alternative perfettamente comparabili tra loro in modo da inquadrare l'alternativa ottima; Il decisore è unico ed isolato, non risente di condizionamenti da parte di altri soggetti Le alternative sono perfettamente confrontabili; Questo modello è irrealistico, molte aziende ad oggi hanno dovuto cambiare strategia cioè il piano di azione da attuare per raggiungere un obiettivo di lungo periodo. Il piano strategico è l'illustrazione di come si intende raggiungere obiettivo. Il modello della razionalità limitata (Bounded rationality) Il soggetto non è in grado di controllare tutte le variabili coinvolte nel processo decisionale; La scelta finale è soddisfacente (e non migliore in senso assoluto), perché non possiamo disporre di tutte le informazioni, ma solo quelle di nostra conoscenza; Incompletezza informativa e impossibilità di prevedere tutte le conseguenze delle decisioni prese; Limiti cognitivi dovuti a convinzioni, preferenze dell'individuo, influenza dell'ambiente, giudizi degli altri, ecc.; Incapacità di trovare soluzioni ottimali ai problemi. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Capitolo 4 Le caratteristiche fondanti dell'Economia aziendale e l'attività economica L'economia aziendale come scienza sociale Economia aziendale come scienza sociale (nell'ambito delle scienze economiche): studia il comportamento economico di specifici operatori sociali e ne è condizionata. (famiglia, imprese, P.A.). Segue regole diverse dalle scienze naturali perché c'è l'uomo che cambia le condizioni. L'economia aziendale come scienza realistica Fondata sulla realtà (si basa su fatti e comportamenti compiuti da famiglia, impresa e P.A.); Basata sulle variabili di tempo e di spazio, ad esempio per un'impresa significa che la vita dell'impresa si evolve nel corso del tempo, in certi periodi può presentare utili e in altri delle perdite. L'analisi del divenire economico va in base alla variabile del tempo (bilancio). La variabile dello spazio significa che l'analisi di un'impresa e delle sue performance deve essere calata rispetto alla realtà di settore, confrontandosi con la concorrenza; Influenzata dalle variabili di contesto (tecnologia, politica, concorrenza, guerre, ecc.). L'Economia aziendale come scienza normativa Economia aziendale come scienza normativa, ossia attraverso l'osservazione del comportamento degli attori economici consente la formulazione di: leggi di equilibrio economico: per sopravvivere nel lungo periodo, verificando attraverso l'ausilio della ragioneria; di crescita economico-comportamentale; di sviluppo economico-sociale; Scienza normativa anche per l'utilizzo della tecnica della Ragioneria, impiegata per la misurazione sistematica dei fatti economici, consente di attribuire una cifra in euro ai fatti economici. L'economia come scienza a-ideologica Muove da puri interessi scientifici per analizzare fatti ed elaborare teorie (per garantire il successo dell'impresa osservando la realtà); Non muove da ideologie ispirate ad interessi personalistici (di ceti o di specifici gruppi). L'economia aziendale come alternativa all'Economia politica Alternativa in particolare a: Le cosiddette economie marxiste e ai loro fondamenti teorici; All'Economia politica marginalista. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Capitolo 1 l’economia aziendale e l’attività economica L’economia aziendale studia l’attività economica svolta dalle aziende. Attività economica = È la produzione e il consumo di beni economici. Beni economici = Sono merci e servizi utili per il soddisfacimento dei bisogni e scarsi. L’Economia aziendale studia l’attività economica per supportare e indirizzare il comportamento umano nelle scelte al fine di soddisfare i bisogni. Le persone svolgono attività economica non come fine, ma come mezzo per soddisfare i propri bisogni. Le persone sono membri della collettività: le scelte economiche non sono mai di singola persona in senso stretto, bensì come membro di più società umane Soddisfacimento dei bisogni attraverso l’attività economica. Attività economica = produzione di beni economici, non è la finalità ma lo strumento attraverso il quale riesce a soddisfare i bisogni dei propri membri (prestatori di lavoro, soci). L’attività economica è antica quanto la storia dell’uomo. Civiltà Etrusca: 1000-294 a.C. attività agricole, di coltura dei campi, allevamento Civiltà Romana: sec IX e VI agricoltura e pastorizia con inizio di attività commerciali Secolo d’oro: II secolo d.C. sviluppo delle opere pubbliche, aumento della spesa pubblica. Periodo di decadenza: dopo il II sec: declino dell’agricoltura, difficoltà nel produrre grandi quantità di prodotto perché non vi erano abbastanza redditi, affermazione dell’esercito come soggetto che acquisisce rilevanza e potere, fenomeni di brigantaggio, inflazione dei prezzi, queste dinamiche portano a una stratificazione della classe sociale (patrizi, equites, liberti, plebe) = si assiste al passaggio dall’economia di baratto al sistema monetario con la nascita della ragioneria. Prima che la moneta venisse introdotta gli scambi erano regolati con il baratto (scambio di merce con altra merce), però comportava anche difficoltà: difficoltà di incontro di soggetti caratterizzati da mutuo interesse = compresenza di soggetti aventi un interesse in comune. Soggettività nella determinazione di valori dei beni = variabilità dei valori/costi nel tempo e nello spazio in base a soggettività/bisogni/preferenze. Numero quasi infinito di rapporti di scambio = baratto multiplo Imperfetta divisibilità dei beni Evoluzione dell’attività economica Baratto standard = si basa sull’identificazione di specifici beni che possono essere utilizzati come moneta (sale, avorio, bestiame,), beni facilmente reperibili e riproducibili. Beni aventi un’utilità derivata o diretta = moneta merce. Crescente= utilizzo di metalli preziosi per regolare gli scambi. Standardizzazione= Rendeva ancora più obbiettiva la transazione economica tra le parti. Il peso e la purezza dei metalli venivano definiti: monetizzazione Riconoscimento della moneta come generale valore di scambio Introduzione della moneta cartacea (banconota): il banchiere la emetteva e ne garantiva il valore come mezzo di pagamento, la garanzia era fornita dall’emittente verso cui la società Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 riponeva la propria fiducia. Successivamente la carta moneta è stata affidata a emissione da parte dello stato attraverso le banche. La moneta ha tre principali vantaggi: essa è un’unità di misura del valore (unità di conto). È uno strumento di pagamento. È una riserva di valore: permette di avere un determinato potere di acquisto. LEGGE DI GRESHAM: la moneta cattiva (coniata con metalli vili) scaccia quella buona (coniata con metalli nobili: oro e argento) dalla circolazione, perché quando i governanti non disponevano più di metalli nobili la popolazione iniziava a trattenere le monete di metalli buoni. = legge che ha validità rispetto alla moneta non cartacea. Invece in presenza di moneta cartacea la moneta buona scaccia quella cattiva: la legge funziona in modo inverso, perché il valore della moneta cartacea dipende dalla solidità di uno stato e dalla fiducia che la popolazione ha nei confronti della valuta di essa. Se uno stato si indebolisce di conseguenza si indebolisce anche il valore della sua moneta. Le rivoluzioni industriali: La prima rivoluzione industriale ha avuto origine in Inghilterra perché si trovano le condizioni favorevoli all’avvio di essa: Il quadro statuale (organico dal punto di vista giuridico dei poteri, dei sistemi ammnistrativi ed economici) Disponibilità di fattori produttivi, di capitali e manodopera. Progresso tecnico: invenzione (capacità inventiva dell’imprenditore), innovazione (intuizione tradotta in un progetto/modello per renderla un prototipo), industrializzazione (prototipo trasformato in un prodotto vendibile al mercato). = processo che richiede risorse in termini di ricerca e sviluppo (R&D) in nuovi prodotti e servizi. Affermazione di un’economia di mercato = fondata sulla libertà di mercato, produrre e scambiare liberamente, senza costrizioni/vincoli i prodotti di un’impresa. Scambio realizzato sulla base dell’incontro tra domanda e offerta. L’ordinamento deve tutelare la proprietà privata, l’iniziativa privata (possibilità di intraprendere un’iniziativa economica) e il funzionamento dei mercati (scoraggiare comportamenti di concorrenza sleale e promuovere sana concorrenza). Domanda di mercato di beni = se un paese è ricco la crescita del suo sviluppo economico potrà fare affidamento sulla crescita di mercato interna/nazionale (es. Stati Uniti). Più ricca è una nazione maggiore sarà la domanda interna. Domanda interna dipende dal livello generale dei patrimoni e dei redditi, dalla ripartizione delle ricchezze (se la ricchezza è detenuta da poche classi la domanda sarà di beni di lusso, se la ricchezza è distribuita equamente la domanda sarà di beni di consumo.) e dalle direzioni percorse da essa (domanda interna di beni nazionali rispetto alla domanda internazionale di beni). Un paese povero fa affidamento alla domanda di mercato esterna, esportando all’estero i propri beni in paesi più ricchi (es. Germania, Giappone, Italia post secondo conflitto mondiale.). risale dal 1750 in avanti, è caratterizzata dall’utilizzo di carbone come fonte energetica e come principale innovazione si ha la macchina a vapore. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 29/09 TEORIA DI GERSCHENKRON = teoria dell’industrializzazione tardiva. Non tutti i paesi si sono industrializzati allo stesso tempo e allo stesso modo: secondo lui non possiamo identificare delle fasi predefinite affinché il processo di rivoluzione industriale trovi attuazione, e non necessariamente i processi di rivoluzione sono uguali per tutti i paesi. Non c’è uno standard di processo e di fasi per arrivare all’industrializzazione. Si basa su quattro principali leggi: 1 Lo sviluppo è tanto più intenso quanto più un paese è arretrato = necessità di investire fortemente nel processo di sviluppo. 2 Le nazioni successive sviluppano l’industria pesante e la chimica più rapidamente delle nazioni sviluppate = le nazioni che iniziano tardivamente il processo di sviluppo hanno bisogno di grandi capitali ricavati dalla siderurgia e dalla chimica: attività che richiedono ingenti capitali. Le nazioni che entrano tardivamente nel processo di industrializzazione devono affrontare due principali problemi: il primo è un fabbisogno di capacità intellettuali e know-how (=sviluppare le conoscenze/tecniche commerciali e gestionali che nascono dall’esperienza sul campo, necessarie per potersi allineare alle nazioni prioritarie.) e il secondo è un fabbisogno di capitali (= esigenze mai sperimentate prima, avere bisogno di denaro, macchinari, impianti). Per compensare questi fabbisogni servono dei ‘fattori sostitutivi’ richiesti a banche e stato che mettono a disposizione i capitali necessari. 3 Si afferma la tendenza all’aggregazione monopolistica al fine di ottenere economie di scala (fare economie di scala = produrre grandi quantità di beni, che comportano prezzi vantaggiosi attraverso la negoziazione degli sconti sulla materia prima.) 4 Take off (=decollo) direttamente nel settore industriale, mantenendo il settore agricolo complessivamente arretrato. 29/09 La teoria di ROSTOW: semplifica la realtà affermando che il processo di industrializzazione si sviluppi attraverso cinque fasi: I. Società tradizionali: caratterizzata da un’economia di sussistenza e di autoconsumo = economia chiusa. II. Preliminari del decollo: primi segnali del processo di avvio dell’industrializzazione poco definiti, in fase sperimentativa. III. Decollo: mettere in pratica le conoscenze acquisite nella fase precedente per lo sviluppo economico del paese e dell’impresa. IV. Maturità: passaggio dal settore secondario (industria) al settore terziario (servizi). V. Benessere: affermazione di modelli di consumo e di produzione di massa, diretti al soddisfacimento di bisogni su larga scala. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Questo modello interpretativo semplifica e generalizza la realtà. Il processo di industrializzazione è molto più complesso. Questo modello non è efficacie per rappresentare la realtà dei fatti, ne risulta poco aderente. La teoria di COLIN CLARK: 1905-1989 Secondo questa teoria l’economia dei paesi segue tre principali step: Transizione dall’agricoltura (settore primario), all’industria (secondario) e infine ai servizi (terziario). Ascesa e declino delle nazioni: storia evidenzia come l’economia di un paese sia spesso fluttuante: oscilli da momenti di ascesa e declino. Nella storia c’è stato un susseguirsi di dinamiche: Economia mediterranea a dominio veneziano e delle repubbliche marinare (‘300-‘400). Dominio degli imperi coloniali di Spagna e Portogallo (età delle navigazioni oceaniche e delle scoperte) (dal 1400 circa). Passaggio dal Mediterraneo all’Oceano Atlantico. Predominio dell’Inghilterra fino al 1914. Predominio statunitense. Espansione mondiale della Cina delle «Quattro Modernizzazioni» dopo il 1982. Cause di questo ascesa e declino storico sono state spiegate da due studiosi: il primo è TOYNBEE: il quale afferma che questo andamento altalenante dipende dalla risposta che il paese da ad un determinata sfida/problema/criticità = modello sfida-risposta. Se la capacità di rispondere alle sfide viene meno si passa da una fase di ascesa a una di declino. La capacità di rispondere efficacemente alle sfide dipende da una parte di collettività che prende il nome di ‘minoranza creativa’ perché riesce ad escogitare le misure più efficaci affinché una nazione affronti le sfide che le si presentano. Se questa minoranza creativa viene meno, viene meno anche la capacità di gestire le sfide. Per essere sempre di successo sono necessarie menti creative. Il secondo è OLSON: il quale afferma che si arriva a periodi di ascesa a causa di ‘coalizioni distributive’ perché questi gruppi mossi da interessi personalistici sono così forti da far valere i propri interessi e fan sì che lo stato gli faccia propri = benefici concentrati, cioè a favore solo del gruppo promotore/ coalizione distributiva. Questi interessi personali che vengono perseguiti implicano costi per tutta la collettività = teoria dei benefici concentrati. Entrambi gli studiosi riconduco le cause di ascesa e declino alla società/collettività. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Il capitalismo Capitalismo inteso come economia di mercato ossia libertà di produrre, innovare, commerciare, scambiare al fine della creazione di nuova ricchezza. Maggior valore del bene finito rispetto a quello delle sue componenti. Distribuzione del maggior valore creato in termini di salari, stipendi, interessi, dividendi, imposte. = economia di mercato che produce ricchezza per tutte le classi sociali. Distribuzione diretta a favore dei portatori di interessi istituzionali (stakeholders): conferenti di capitale di rischio, prestatori di lavoro. = interconnessi gli interessi dell’imprenditore con il prestatore di lavoro. Distribuzione indiretta tramite le spese e i consumi effettuati dai portatori di interessi istituzionali. Inteso «come sistema economico ove la borghesia opprimeva la classe operaia per sottrarle una parte dei redditi cui avrebbe dovuto avere diritto (approccio critico del Socialismo tedesco di fine Ottocento). Nascita di grandi imprese (oligopoli, monopoli). Notevole estensione della giornata lavorativa (16 ore al giorno per 6 giorni). Assenza di tutela del lavoratore in malattia. Non considerazione dei benefici, a favore di tutte le classi sociali, derivanti dagli sviluppi economici del periodo. Assenza di consapevolezza che la nuova ricchezza generata derivava dall’efficienza, dall’innovazione e non dallo sfruttamento del proletariato. Invece LUJO BRENTANO sostiene che il capitalismo è spinto dall’avidità umana, porta saccheggio che di conseguenza genera guerra. = visione molto negativa. I sostenitori del capitalismo: 30/09 MAX WEBER 1864-1920 Studia e sostiene il capitalismo. Spiegazione del capitalismo in relazione anche a una dimensione non economica. Deve essere spiegato con un approccio multidimensionale, non è solo un tema della classe di sfruttamento proletaria. Spiega il capitalismo collegandolo alla riforma protestante: lente interpretativa di carattere religioso. Capitalismo = attuazione pratica di una specifica disciplina religiosa. Viene introdotto il concetto di predestinazione: il destino dell’individuo è prestabilito alla nascita a prescindere dai comportamenti che attuerà durante la propria vita. Un destino che può essere favorevole o sfavorevole già dalla nascita che non può essere modificato. Al concetto di destino di associa il concetto di salvezza per sola grazia divina (destino ultraterreno) irrilevanza delle opere Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 umane ai fini della salvezza. Ciò comporta una condizione di incertezza in merito al proprio destino (inferno-paradiso), questa incertezza viene superata in base a una associazione tra successo economico e paradiso e insuccesso economico e inferno. Il successo economico porta la paradiso. L’insuccesso economico porta all’inferno. L’uomo cerca delle conferme nella vita terrena quotidiana di ogni giorno rispetto a quella che sarà la sua vita ultraterrena che è predestinato. Il destino non si può modificare ma si può conoscere nella vita quotidiana. Perciò gli individui si dedicano alla propria professione, cercando di ottener eil successo = lavoro come missione, come totale dedizione. Vita orientata al dovere, al lavoro e alle regole. Individui spronati a lavorare e a produrre ricchezza. WERNER SOMBART Sostenitore del capitalismo, a lui è attribuibile la diffusione del termine ‘capitalismo’. È noto per aver dato rilevanza al metodo della partita doppia nello sviluppo del capitalismo moderno. Metodo della partita doppia = metodo utilizzato dalla ragioneria per rilevare i fatti economici. (trasformare il profilo qualitativo in una quantità). Metodo che si usa ancora oggi per rilevare gli accanimenti economici = rappresentare i numeri nel bilancio di esercizio. Introduzione del concetto di ‘distruzione creatrice’: distruggendo creo nuovi equilibri migliori di quelli precedenti. Indagine di come gli ebrei abbiano contribuito allo sviluppo della vita economica e allo sviluppo del capitalismo: prestito di denaro contro il pagamento di interesse era contro i principi religiosi perché si riteneva che l’arricchimento utilizzando una risorsa comune non era corretto. Però in economia nel momento in cui io presto denaro colui a cui lo presto lo potrà investire e vi sarà un rendimento che verrà poi corrisposto con un tasso di interesse. Gli ebrei hanno contribuito allo sviluppo del capitalismo attraverso il prestito di denaro. I critici del capitalismo: AMINTORE FANFANI Contesta la tesi di Weber perché ritiene che il capitalismo non sia dovuto alla riforma protestante, ma che la nascita del capitalismo è legata ad un periodo che va dalla fine del medioevo fino all’inizio del rinascimento. Afferma l’incompatibilità del capitalismo con una concezione dell’attività economica, perché secondo lui l’attività di mercato porta alla disonestà perché si violano i principi etici e di onestà. Ritiene che nonostante il capitalismo sia a favore della società causa al compenso comportamenti disonesti. Non è una posizione di totale critica nei confronti del capitalismo, ritiene solamente che il progresso economico contrasti con i principi cristiani, bensì critica la teoresi di Max Weber. Non è detto però che l’attività economica porti a disonestà, se è realizzata secondo i principi di responsabilità globale: ovvero l’impresa che deve assumere responsabilità economiche, ambientali e sociali: garantire ai lavoratori un salario adeguato = una parte di utile; garantire rispetto di pari opportunità, la tutela dei diritti umani, piena inclusività senza discriminazioni; e infine non inquinare e non destare l’ecosistema rispettando le biodiversità. Secondo lui l’attività economica deve essere svolta nel rispetto dei principi etici, giuridici e politici al fine di garantire benessere per tutti. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 KROPOTKIN Critica fortemente la visione capitalista come economia di mercato che produce benessere. Il suo orientamento è pro-anarchia, con la totale assenza dello stato e delle regole. Fonda una teoria con delle basi scientifiche a fondamento di questa teoria: secondo lui la società dovrebbe comportarsi come avviene nella natura, nel mondo naturale, con assenza di leggi predefinite. Ritiene che la società debba orientarsi come il mondo naturale, senza vincoli. Questo è il solo modo per permettere l’evoluzione della società verso l’anarchia. Anarchia non è altro che il risultato che si ottiene lasciando la società di esprimersi in modo naturale, e così facendo la società non sentirà la necessità di un organo che detti regole come lo stato. Mutua dal mondo naturale la regola del mutuo soccorso: secondo lui se tutti ci aiutassimo potremmo vivere, autosostenerci e autogestirci in gruppo senza uno stato. Come gli animali che tipicamente per sopravvivere vivono in branchi. Inoltre, ritiene di combinare il lavoro intellettuale con quello manuale perché ritiene che dall’applicazione pratica possano nascere rinomate innovazioni tecnologiche. KALECKI MICHEAEL Riprende il concetto della visione della società come divisa in due sole classi: da un lato i capitalisti che si arricchiscono, dall’altro i lavoratori. Secondo Kalecki il compito dello stato è quello di mantenere la piena occupazione perché serve un terzo soggetto tra sfruttatori e sfruttati che protegga gli sfruttati. L’intervento dello stato è legato alla necessità di ribilanciare gli equilibri attraverso la tutela dell’occupazione del lavoratore. Lo stato deve garantire l’occupazione attraverso vari modi Promozione degli investimenti privati (= favorire lo sviluppo delle imprese). La ridistribuzione del reddito dai capitalisti ai lavoratori mediante le imposte (= tassando maggiormente i capitalisti/imprenditori e meno i lavoratori). Investimenti pubblici Garantire sussidi per i consumi di massa = stato paga a tutti i cittadini dei sussidi, questo però è rischioso perché lo stato deve mettere a disposizione una enorme quantità di denaro. Sia gli investimenti pubblici che i sussidi creano deficit di bilancio pubblico, però per lui non è un problema perché ina assenza di investimenti privati se aumenta il deficit aumenta il risparmio.) Risparmio = deficit + investimenti privati. Il disavanzo dello stato genera un effetto positivo = reddito. I deficit possono essere risolti tramite l’indebitamento o attraverso la stampa di carta-moneta (=mettendo in circolazione nuovo denaro). POLANYI KARL Afferma che l’economia di mercato è qualcosa di anomalo, di non funzionale alla produzione di benessere e ricchezza. Perché l’accanimento economico condiziona le persone orientandole verso comportamenti disonesti. L’attività di mercato è così pervasiva che non è radicata nella società, ma Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 è la società che è radicata nell’economia di mercato. È l’economia di mercato ad essere tossica a tal punto da radicare la società in sé. Secondo Polanyi, infatti è coretto parlare di società di mercato. Ciò che consente l’attuazione degli scambi secondo lui sono: Doni reciprochi (ognuno prende e riceve gratuitamente). Redistribuzione (togliere ai ricchi per dare ai poveri). Tramite l’economia di mercato= riconoscere il carattere pervasivo di questa Ambiti che includono regole da rispettare affinché l’economia sia e crei valore a favore di tutti Diritto: norme obbligatorie da rispettare = legge. Politica: esistono sistemi politici con sistemi di governo differenti (monarchia, oligarchia, aristocrazia, democrazia…) Etica: non vi è obbligo normativo ma un’innata capacità di distinguere tra ciò che è corretto e ciò che non lo è. I principi etici sono alla base dei comportamenti umani. prendono il nome di strutture di ordine = obbiettivo di indirizzare il comportamento delle imprese verso principi di legalità, responsabilità, equità e inclusione. Di fondamentale importanza sono i principi etici: l’etica è stata studiata da diversi studiosi nel corso del tempo: uno di questi è Confucio (571-479 a.C.). Confucio propone un concetto innovativo di etica: secondo lui l’uomo dovrebbe comportarsi nel rispetto di determinati principi e relazionarsi con gli altri nel rispetto di questi al fine di favorire una società armoniosa e priva di conflitti (es. fedeltà, sincerità, umiltà…). L’etica secondo Aristotele (382-322 a.C.), egli raccomanda all’uomo di comportarsi per ottenere un fine che sia virtuoso, le finalità devono corrispondere con il cosiddetto ‘bene sommo’ che porta alla felicità. La felicità è raggiungibile mediante la correzione dei vizi e dei difetti in favore delle virtù = correttezza dei comportamenti nella vita privata e sociale. L’etica secondo Sant’Agostino (354-430 a.C.): secondo lui il male non è ultraterreno perché Dio è il sommo bene, il male è da riferire alla vita dell’uomo perché il libero arbitrio dell’uomo è offuscato dal peccato originale, secondo cui l’uomo spesso sceglie un comportamento non virtuoso. Secondo Sant’Agostino l’eticità porta alla vita ultraterrena, permette di purificare i propri mali e ad orientarsi verso Dio. L’etica economica di Tommaso D’acquino (1225-1274): si domanda se sia etica la proprietà privata. Afferma che la proprietà privata è compatibile con i principi etici perché evita i conflitti e le guerre. Secondo questa ideologia i problemi nascono con le proprietà comuni perché generano contese. Dunque, l’attività privata va difesa e l’attività economica è lecita rispetto all’etica, a condizione che l’attività economica sia svolta a giusto prezzo (deve garantire i mezzi per vivere, non per arricchirsi) e che possa perseguire anche utilizzi sociali (se viene destinata ai poveri). L’etica secondo Kant (1724-1804): la ragione è la condizione che consente all’uomo di stabilire come comportarsi al rispetto di definite leggi morali. Queste leggi morali sono degli imperativi categorici (da rispettare indipendentemente dai desideri personali). Kant afferma che l’uomo deve essere visto come fine e non come mezzo, perché se l’uomo è ragione non si può strumentalizzare, e se la ragione è la morale significherebbe anche strumentalizzare la morale portando l’uomo a Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 compiere azioni immorali. Agire in modo tale che il principio che regola le nostre azioni possa essere considerato come regola universale. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Capitolo 5 Metodo scientifico dell’Economia Aziendale Il termine ‘metodo’ è di origine greca e significa ‘aiuto nella vita’, ossia strada che devo seguire nella ricerca scientifica al fine della formulazione di leggi/modelli, di qualcosa che abbia una validità generale. Il metodo va scelto in relazione alla scelta che si studia, ogni scienza ha il proprio metodo. Per questo è necessario distinguere tra scienze sociali e scienze naturali. Scienze naturali si suddividono in: scienze sperimentali: come la chimica e fisica che consentono la creazione di teorie attraverso la sperimentazione. Attraverso un processo prevalentemente induttivo (dal particolare al generale). scienze non sperimentali o ‘osservative’: come l’astronomia, geologia… indagabili attraverso l’osservazione dei fatti. Le scienze sociali come l’economia aziendale, che studiano il comportamento dell’uomo sono scienze più complesse rispetto alle scienze naturali, perché l’uomo non è inquadrabile in leggi matematiche bensì è fonte di variabili rilevanti e che non sono del tutto indagabili. La variabilità di queste variabili è quasi illimitata, e entrano in gioco valori culturali e etici dei soggetti che si stanno analizzando. Il metodo tipicamente applicabile per studiare l’azienda è sintetico e recursivo deduttivo/induttivo: I. Formulazione di ipotesi generali (approccio deduttivo). II. Riscontro delle ipotesi generali sulla base di n casi concreti (riscontro): verificare ipotesi generali sulla base di campioni analizzati. III. Miglioramento delle ipotesi di partenza (approccio induttivo): passaggio dal generale al particolare. IV. Ripetizione del processo più volte (recursivo): prove ripetute. V. Raggiungimento di ipotesi sempre migliori riscontrabili nella realtà. VI. Elaborazione di teorie descrittivo-interpretative, di tipo deduttivo-induttivo: combinazione bilanciata tra approccio deduttivo e induttivo = sintetizzare due approcci diversi. VII. Secondo alcuni è anche un metodo storiografico perché si basa su fatti/accadimenti avvenuti nel passato. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Le imprese capitolo 9 L’impresa è una delle aziende identificate dall’economia aziendale (come teorizzato da Zappa), ciò che vale per l’impresa vale anche per la famiglia e per lo stato: condividono un fine comune: ovvero il soddisfacimento dei bisogni umani attraverso l’attività economica di produzione e consumo di beni economici. Ciascuna azienda ha nello specifico proprie finalità immediate, che sono peculiari. Perciò le aziende differiscono in termini di struttura e di finalità da raggiungere. Le imprese conoscono e cercano di comprendere i bisogni e i desideri del pubblico, o di suscitarli, e si inventano beni da proporre a prezzi-ricavo tali da compensare i costi sostenuti (rischio d’impresa). Le aziende hanno prospettive evidentemente diverse, il profilo economico ha un’intensità diversa a seconda di quale impresa si faccia riferimento. L’azienda è stata anche definita come ordine strettamente economico di un istituto = rappresenta l’anima economica di un insieme di persone (famiglia, impresa, pubblica amministrazione): parlare di azienda significa guardare all’aspetto economico di questi gruppi di persone: Il fine immediato della famiglia è il soddisfacimento dei bisogni dei propri membri. Il tema prevalente ha connotazioni prevalentemente non economiche. Per le imprese la finalità prevalente è di tipo economico: remunerazione dei fattori di produzione, quali il capitale e il lavoro. Per lo stato il fine immediato è la produzione di consumo e di beni pubblici, fini sia economici che non. L’impresa è un sistema aperto che si relazione con un’ampia gamma di interlocutori, con i quali deve instaurare delle relazioni durature come: I prestatori di lavoro: lavoratori I conferenti di capitale di rischio: soci che apportano le proprie risorse monetarie nella consapevolezza che potrebbero perderle, queste risorse = capitale di rischio = rischio di impresa, rischiare del denaro. I conferenti di capitale di prestito: non soci, ma terzi finanziatori che mettono a disposizione moneta sapendo che verrà loro restituita maggiorandola negli interessi per ottenere un tornaconto = interesse, come le banche. La collettività locale: relazioni con le comunità/località di rifermento. Gli alleati istituzionali: stato o regini, soggetti che sopportano l’impresa nella sua attività. I fornitori: coloro che forniscono le materie prime per svolgere l’attività economica. Lo stato I clienti: avere un mercato dove vendere i prodotti I concorrenti: mercato concorrenziale, imprese che producono lo stesso prodotto e che forniscono lo stesso servizio = detto oceano rosso = mercato sanguinoso per la concorrenza. Oceani blu = aree del mondo in cui non c’è concorrenza. Azienda dialoga con l’ambiente di riferimento, in cui vi sono gli stakeholder = portatori d’interesse che donano all’impresa le risorse necessarie per svolgere l’attività economica. Una volta che Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 l’azienda ha svolto la sua attività economica producendo bene e vendendoli produce dei risultati: l’utile. L’utile è un risultato reddituale dato dalla differenza fra costi e ricavi, e permette nuovamente di relazionarsi con gli stakeholder perché attraverso la produzione si è in condizione di remunerare i fattori produttivi che gli staik holders hanno apportato = sono in condizione di pagare i dipendenti, i fornitori, pagare gli interessi della banca… il modello teorico propone una relazione di tipo circolare che parte dai portatori di interesse e si richiude con essi. Le risorse devono essere utilizzate al meglio per soddisfare le attese dei portatori di interesse. Per utilizzarle al meglio sono necessarie: l’efficienza e l’efficacia. Cosa si intende per impresa dal punto di vista economico aziendale? L’impresa è un’istituzione (prospettiva di diritto pubblico, scienza politica) L’impresa è un insieme di contratti i determinati dal livello dei costi di transazione (prospettiva giuridica). L’impresa è una struttura di diritti di proprietà (prospettiva del diritto commerciale) L’impresa è un aggregato di competenze e routines (prospettiva organizzativa) Tutto questo però non è sufficiente, dal punto di vista economico-aziendale l’impresa è un sistema economico parziale (rispetto all’ intero sistema economico) che: Attraversa il tempo e lo spazio: (a differenza di quel che intendevano i marginalisti), la dimensione tempo è fondamentale perché l’interpretazione dell’utile viene definita dall’ indagare l’equilibrio reddituale che si forma ogni anno. Anche la variabile spazio è importante perché operare in un determinato settore assegna all’impresa caratteristiche specifiche. Attua combinazione produttive, aggregando fattori produttivi: trasforma il lavoro e il capitale in un bene economico, perché si crea sempre un valore aggiunto nella produzione. Sviluppa coordinazioni lucrative: processo che si sviluppa dal sostenimento dei costi sino alla vendita del bene economico = sostiene costi e realizza ricavi. Se non si ottiene un utile (ricavi maggiori dei costi sostenuti) non è lucrativa. Produce beni economici nel rispetto di efficacia e efficienza: spesso assunte persone che verificano che questo avvenga, questi profili personali sono i cosiddetti controller (dedicano al controllo della gestione aziendale). Verificando il risultato ottenuto rispetto al risultato atteso. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Vende i beni economici prodotti: attraverso processi di concorrenza, creando ricchezza distribuibile ai differenti stakeholder. Attraverso strategie di business che creano condizioni di vantaggio competitivo. Sono principalmente due: ridurre il prezzo: vantaggio competitivo che nasce da un minor costo di produzione investire sulla qualità del prodotto in modo da differenziarmi dalle imprese concorrenti: vantaggio di differenziazione tipico delle imprese di moda. Luxory che si basano su un brand specifico. La specializzazione economica Il sistema economico è formato da gruppi primari: (famiglie) che esauriscono al proprio interno le attività di produzione e consumo (autoconsumo). Tipico delle economie primitive. Il modello della specializzazione economica fu una delle prime ‘magie’ delle imprese: esistenza di imprese con specializzazione dei compiti e coordinamento gerarchico; le relazioni tra le stesse sono regolate dal mercato: - Divisione dei processi di trasformazione fisico-tecnica (dalla materia prima al prodotto finito) nelle loro varie fasi, e queste nelle operazioni elementari. - Assegnazione di ciascuna di esse ad operatori specializzati - Coordinamento attraverso la gestione. Affidata all’imprenditore o ai suoi delegati. Così le attività produttive vennero condotte in modo via via più preciso consentendo il crescere delle dimensioni dell’impresa e l svolgimento sempre più preciso ed economico di tutta la gestione. Perché l’attività economica non è totalmente svolta all’interno società autonome elementari (famiglie)? perché per l’intera società è più conveniente che singole imprese producano grandi quantità di uno stesso bene piuttosto che tanti beni in piccole quantità = la specializzazione economica produce vantaggi in termini di maggiore efficienza (economie di specializzazione). I vantaggi: cresceva sempre più l’efficienza delle operazioni = svolte in modi più precisi e in tempi più rapidi, tanto da consentire: - Vantaggi di costo riducibili all’effetto esperienza (riduzione dei tempi, degli sforzi, maggiore efficienza) - Economie di scala (+ conveniente produrre grandi quantità di uno stesso bene) ✓ Aumento del fatturato ✓ Riduzione di costi unitari di produzione ✓ Aumento delle retribuzioni di lavoro ✓ Riduzione dei prezzi di vendita al consumatore Consentendo così maggiore efficienza e maggiore economicità. Gli svantaggi: - Costi di coordinamento - Costi di rigidità - Demotivazione Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Le economie di specializzazione fanno si che la dimensione conveniente per la produzione di molti beni sia superiore alla dimensione corrispondente al consumo della singola famiglia, per questo motivo la produzione avviene a un livello sovra familiare. La produzione di beni economici Le imprese trasformano i fattori produttivi (in primis capitale e lavoro) in beni economici da collocare sul mercato (soddisfazione dei bisogni): - Beni materiali - Beni immateriali - Beni misti Le imprese organizzano capitale e lavoro attraverso le operazioni di gestione. Le operazioni di gestione consistono nelle operazioni attraverso le quali viene attuata l’attività economica, è possibile distinguere: - La gestione caratteristica: funzione economico-tecnica di un’impresa - La gestione patrimoniale: impiego di risorse monetarie eccedenti i fabbisogni della gestione caratteristica - La gestione finanziaria: copre il fabbisogno finanziario dell’impresa, attraverso negoziazioni di capitale proprio e negoziazioni di capitale di prestito - La gestione straordinaria - La gestione tributaria: liquidazione e pagamento dei tributi che le imprese devono corrispondere allo Stato, a fronte dei beni pubblici ricevuti. Le imprese organizzano capitale e lavoro attraverso le operazioni di gestione trasformando fattori produttivi in beni economici, nonché costi in ricavi. 1. Acquisto di fattori produttivi (sostenimento dei costi) 2. Trasformazione dei fattori produttivi in beni economici (sostenimento di costi) 3. Vendita di beni economici ottenuti (realizzazione di ricavi) I ricavi reintegrano tutti i costi sostenuti in precedenza. La parte di ricavi eccedenti i costi, cosiddetti reintegrati, è denominata utile. RICAVI > o uguale ai COSTI L’utile assume significati molteplici e tra loro complementari: - Quale maggior valore dell’insieme rispetto alle parti - Quale premio della gestione lungimirante, saggia ed efficiente - Quale premio per il rischio sostenuto - Quale costo dei capitali versati dai soci e utilizzati dall’impresa. Le condizioni di esistenza dell’impresa La realizzazione dell’utile è una delle condizioni di esistenza dell’impresa: - Ricavi>utile l’utile è la condizione di esistenza standard dell’impresa (reintegra tutti i costi, esistenza equilibrata e fruttuosa) - Ricavi = costi il pareggio è la condizione minima di esistenza (esistenza equilibrata) Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 - Ricavi >costi la perdita viola le condizioni di esistenza dell’impresa (perdita, esistenza economica squilibrata e negativa, se non corretta sarà destinata a scomparire dal mercato.) La condizione di esistenza deve essere realizzata almeno quale tendenza sistematica. Le condizioni di esistenza rappresentano condizioni oggettive riferibili all’impresa. Il tema degli obbiettivi interessa, invece le persone che amministrano un’impresa; gli obbiettivi assumono pertanto carattere soggettivo dato dalla volontà delle persone che guidano l’impresa: - Il comportamento degli individui razionali: Limiti informativi (non si hanno tutte le informazioni che si desidera possedere) Decisioni assunte sulla base del carattere e delle capacità in modo fatalmente condizionato Massimizzazione soggettiva: decisioni ottimamente imperfette Modello della razionalità limitata vs razionalità olimpica In tutti questi casi la qualità delle scelte gestionali rimane compromessa. - La teoria delle decisioni di comitato Decisioni assunte da gruppi di persone (consigli di amministrazione) Combinazione di visioni e interessi differenti Modello tradizionale o dualistico orizzontale (Italia): Modello dualistico verticale (di ispirazione renano) Scaricato da Martina Frigerio ([email protected]) lOMoARcPSD|47721251 Modello monistico (di ispirazione anglosassone) - L’esistenza di obbiettivi egoistici, patologici e illeciti. Obbiettivi di arricchimento egoistico (imprese a proprietà diffusa) Compromissione raggiungimento delle condizioni di esistenza L'impresa come sistema Il concetto di "sistema" Il sistema rappresenta un insieme di parti interagenti, che tende ad agire/reagire quale sistema sociale. L'impresa è un sistema in quanto costituita da un insieme di parti ciascuna delle quali deputata a svolgere una determinata funzione per il raggiungimento di un risultato comune. L'impresa di produzione è un sistema esteso nello spazio (fisico ed economico) e nel tempo con proprie caratteristiche rispetto ad esempio ai sistemi biologici, costituita per durare indefinitamente. Fattori personali (gestione, know-how); Fattori materiali (capitale); Leggi di equilibrio economico. L'impresa come sistema di capitali e di redditi Due quantità economiche connotano fra le altre l’impresa: i capitali, i redditi. I Redditi sono quantità-flusso = si riproducono nel sistema poiché espressivi della sua operatività quotidiana (perché si forma nel tempo). I capitali sono quantità-fondo cioè permanenti, consentono l’esistenza delle strutture operative d’impresa, attraverso essi l’impresa svolge la propria attività (capitali di funzionamento). Il capitale tiene conto di valori attivi, ma in presenza di debiti anche di valori passivi. e quando sono presenti entrambi il capitale è dato dalla differenza fra entrambi i valori. Scaricato da Martina Frigerio ([email protected])

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