Guida alla comunicazione efficace tra medico e paziente PDF

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Questo documento fornisce una guida alla comunicazione efficace tra medico e paziente. Il documento esplora diversi aspetti, tra cui la comunicazione tra medico e paziente, le sfide nella comunicazione, gli ostacoli, gli aspetti psicologici e il ruolo del dialogo.

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Guida alla comunicazione efficace tra medico e paziente Il medico Antonio Patti sostiene che il medico moderno ha tre principali obiettivi: garantire risultati efficaci misurati dalla scienza, utilizzare in modo efficiente le risorse finanziarie aziendali e soddisfare le esigenze dei pazienti, valut...

Guida alla comunicazione efficace tra medico e paziente Il medico Antonio Patti sostiene che il medico moderno ha tre principali obiettivi: garantire risultati efficaci misurati dalla scienza, utilizzare in modo efficiente le risorse finanziarie aziendali e soddisfare le esigenze dei pazienti, valutate attraverso la loro soddisfazione e adesione alle cure. D'altra parte, Giorgio Cosmacini, nel suo saggio "La qualità del tuo medico", evidenzia un cambiamento nel modo in cui la medicina è praticata, con un aumento dell'attenzione alla tecnologia e una diminuzione della sensibilità umana. Questo fenomeno è evidente nel caso di Tiziano Terzani, il quale descrive il distacco emotivo tra medico e paziente nel sistema sanitario moderno. Nel contesto attuale, i pazienti spesso interagiscono con diversi specialisti in luoghi diversi, frammentando il loro percorso di cura senza una figura medica principale che li segua. Questo è complicato ulteriormente dalle sfide dell'organizzazione sanitaria. Tuttavia, la comunicazione efficace tra medico e paziente è diventata cruciale, considerando che i pazienti arrivano negli ambulatori con una maggiore conoscenza e aspettative. Il miglioramento dei modelli di comunicazione facilita la trasmissione di informazioni cruciali e aiuta a gestire meglio le aspettative dei pazienti. La comunicazione tra medico e paziente è evoluta nel tempo, passando da un modello paternalistico a uno più collaborativo e rispettoso dell'autonomia del paziente. La crescita delle malattie croniche ha reso necessario un maggiore coinvolgimento del paziente nel processo decisionale e ha evidenziato l'importanza di una comunicazione chiara e comprensibile. Tuttavia, l'abbondanza di informazioni disponibili può anche generare confusione e aspettative irrealistiche da parte dei pazienti. Per garantire una comunicazione efficace, è fondamentale che il messaggio trasmesso dal medico sia compreso correttamente dal paziente. La comunicazione è un processo di scambio di messaggi che avviene attraverso canali personali o impersonali, e si completa quando il messaggio viene elaborato e interpretato correttamente dal ricevente, che fornisce un feedback. Tuttavia, il testo sottolinea che la comunicazione efficace non è sempre garantita. Ci possono essere discrepanze nella comprensione del messaggio tra medico e paziente, con il paziente che potrebbe interpretare le informazioni in modo diverso dal medico. Pertanto, è essenziale che entrambe le parti si impegnino in una comunicazione chiara e aperta, fornendo e ricevendo feedback per garantire una comprensione condivisa. Il modello di comunicazione sociale si concentra sull'interazione tra medico e paziente, e sottolinea l'importanza della quantità e della qualità delle informazioni scambiate durante questa interazione. Innanzitutto, la comunicazione avviene in base all'ampiezza e alla profondità delle informazioni trasmesse. L'ampiezza si riferisce alla gamma degli argomenti discussi, mentre la profondità riguarda il livello di dettaglio e di confidenza delle informazioni condivise. Ad esempio, quando un paziente inizia a condividere dettagli sulla sua vita personale o sulla sua malattia, questo indica un aumento della profondità della comunicazione. Il modello identifica quattro tipi di comunicazione, rappresentati da cerchi concentrici: cliché, fatti, opinioni e sentimenti. I cliché sono risposte convenzionali e rituali, come i saluti di cortesia. I fatti e le opinioni forniscono informazioni più valide sul paziente, mentre i sentimenti consentono una maggiore comprensione del suo mondo emotivo. Man mano che il paziente si apre e condivide più informazioni personali e emotive, il medico ha accesso a una maggiore comprensione del suo mondo cognitivo, delle sue aspettative e delle sue reazioni emotive legate alla malattia. Questo aiuta il medico a fornire una cura più personalizzata e ad affrontare meglio le preoccupazioni del paziente. La relazione tra operatori sanitari e pazienti è compromessa dalla limitazione di tempo e spazio durante le interazioni. Con i cambiamenti organizzativi attuali e le crescenti pressioni verso una maggiore produttività ed efficienza, i medici si trovano spesso a dover gestire un numero sempre maggiore di pazienti in un tempo limitato. Questo ridotto tempo di interazione può compromettere la qualità della comunicazione e dell'assistenza fornita. Uno studio ha evidenziato che i medici tendono ad interrompere il racconto del paziente sui propri sintomi molto presto dopo l'inizio dell'interazione, spesso entro pochi secondi. Questo comportamento può compromettere la raccolta di informazioni complete e accurate sulla storia clinica del paziente. Ulteriori ricerche hanno mostrato che molti pazienti non ricordano le informazioni fornite dai medici riguardo alla prognosi e alla terapia consigliata. Inoltre, una percentuale significativa di pazienti assume i farmaci prescritti in modo scorretto, a volte a causa di una scarsa comprensione delle istruzioni fornite dai medici. Dedicare più tempo alla comunicazione durante le interazioni medico-paziente può portare a diversi benefici. Ad esempio, un maggiore coinvolgimento del paziente nella comunicazione può favorire una migliore comprensione delle proprie condizioni di salute e promuovere l'aderenza alle prescrizioni terapeutiche. Tuttavia, è importante che i medici valutino attentamente quanto tempo dedicare a ciascun paziente in base alle sue esigenze individuali e alla complessità della sua situazione medica. Il significato attribuito a termini medici può variare tra medici e pazienti. Ciò che può sembrare semplice o banale per un medico potrebbe essere fonte di ansia o preoccupazione per un paziente. Ad esempio, un "piccolo intervento" per il medico potrebbe essere percepito come un'operazione significativa dal paziente. È importante per il medico indagare sulle paure, ansie e aspettative del paziente riguardo al suo stato di salute. Questo richiede un approccio empatico e la capacità di riconoscere e affrontare i problemi relazionali, familiari e ambientali che possono influenzare la salute del paziente. Ogni sintomo o disagio del paziente è unico e assume significati diversi all'interno della sua esperienza individuale e del contesto sociale più ampio. Pertanto, è essenziale per il medico considerare il contesto personale del paziente nella diagnosi e nel trattamento. Il medico deve essere consapevole della tendenza a prescrivere trattamenti e interventi eccessivi. Questo può comportare il rischio di sovradiagnosi e sovratrattamento, con conseguenze negative per il paziente. Il medico dovrebbe evitare di limitarsi esclusivamente ai dati biomedici, considerando anche gli aspetti psicosociali della salute del paziente. Questo richiede un approccio olistico che tenga conto della complessità dell'essere umano. Il medico deve comunicare in modo chiaro e rispettoso, evitando toni autoritari o paternalistici che possono minare la fiducia e l'autonomia del paziente. La critica deve essere costruttiva e finalizzata al miglioramento del benessere del paziente. L'ansia del paziente può influenzare la sua capacità di comprendere e elaborare le informazioni fornite dal medico. È importante per il medico adottare strategie per ridurre l'ansia del paziente e facilitare la comunicazione efficace. Sia il medico che il paziente possono essere influenzati da filtri comunicativi che distorto il messaggio trasmesso. È importante per entrambi essere consapevoli di tali filtri e cercare di comunicare nel modo più chiaro e neutro possibile. I principali filtri comunicativi includono: le differenze culturali influenzano la comunicazione tra medico e paziente; i valori personali del medico e del paziente possono influenzare la relazione terapeutica; le difficoltà personali del medico possono interferire con la comunicazione con il paziente; le emozioni del medico e del paziente possono influenzare la comunicazione durante la visita medica. Inoltre, durante la malattia, possono emergere meccanismi di difesa psicologici che influenzano il modo in cui il paziente comunica la sua condizione al medico. Essere consapevoli di questi aspetti può migliorare la qualità della comunicazione e della relazione medico-paziente. In psicologia, i meccanismi di difesa sono strategie che utilizziamo per gestire le nostre emozioni e affrontare situazioni stressanti. Quando utilizzati in modo sano, possono aiutare a ridurre l'ansia e promuovere il benessere. Ad esempio, la razionalizzazione ci consente di trovare spiegazioni accettabili per i nostri pensieri o comportamenti, mentre la compensazione ci permette di perseguire obiettivi alternativi quando quelli desiderati non sono raggiungibili. Tuttavia, se utilizzati in modo inappropriato, i meccanismi di difesa possono causare danni e limitare le nostre interazioni sociali. Alcuni di questi "meccanismi rischiosi" includono la negazione, in cui rifiutiamo di accettare la realtà di situazioni stressanti, la regressione, che ci porta a comportarci in modi tipici di fasi precedenti dello sviluppo, e lo spostamento o la proiezione, dove attribuiamo ad altri i nostri pensieri o sentimenti ansiosi. In contesti medici, è importante notare che la fretta nel rassicurare i pazienti può portare a trascurare la comunicazione efficace. L'uso di linguaggio tecnico può essere frainteso o percepito come minaccioso dal paziente, compromettendo la qualità della relazione medico-paziente e ostacolando la comprensione reciproca. In ambito comunicativo, sono presenti diversi ostacoli che possono compromettere l'efficacia della trasmissione dei messaggi. Alcuni di questi ostacoli includono: Messaggi complessi che si riferiscono a messaggi difficili da comprendere, che possono essere frazionati per rendere la spiegazione più chiara; messaggi trasmessi simultaneamente che possono creare confusione e interferire con la comprensione; Distrazioni o mancanza di un vocabolario comune possono portare a interpretazioni errate dei messaggi; messaggi astratti quindi l’utilizzo di parole senza un riscontro diretto nella realtà, ignorando i punti di vista degli altri; utilizzo di un linguaggio convenzionale che esclude chi non fa parte di un determinato gruppo sociale e i messaggi monotoni che possono provocare noia e ridurre l'attenzione. Nel contesto sanitario, le principali barriere comunicative tra medico, paziente e familiari, ma anche tra gli operatori sanitari stessi, includono ad esempio mancanza di considerazione delle diverse interpretazioni dei messaggi, rigidità nel pensare che esclude alternative, reagire impulsivamente senza riflettere, presunzione di conoscenza o predisposizione dell'interlocutore, generalizzazioni e mancanza di attenzione verso gli altri o mancanza di fiducia nelle persone. Inoltre, è importante distinguere tra "illness" e "disease" per comprendere le diverse percezioni della malattia. "Illness" si riferisce alla percezione personale del malessere, mentre "disease" riguarda la diagnosi e gli aspetti fisici della malattia. Spesso, si dà maggiore importanza agli aspetti fisici trascurando il benessere emotivo del paziente. Una comunicazione efficace è fondamentale per coordinare le capacità di osservare, motivare, decidere, organizzare e risolvere problemi, riducendo disfunzioni, errori e incomprensioni. La comunicazione efficace del medico è fondamentale per curare, educare e responsabilizzare i pazienti. Può essere necessario persuadere il paziente sulla gravità del suo stato di salute, incoraggiandolo a sottoporsi agli esami e, se necessario, negoziare cambiamenti nello stile di vita. Questo richiede un linguaggio chiaro e accessibile, unito a disponibilità e attenzione sincera. La Programmazione Neurolinguistica (PNL) è una disciplina che analizza e riproduce la comunicazione umana. Si basa sul concetto che le parole, le frasi e le immagini utilizzate dalle persone possono fornire importanti informazioni sul loro mondo interiore. La PNL sostiene che i cinque sensi - vista, udito, tatto, gusto e olfatto - raccolgono informazioni dalla realtà circostante, influenzando il nostro modo di comunicare e il nostro comportamento. Ognuno di noi ha un canale sensoriale preferito attraverso il quale percepisce, pensa e seleziona le parole. La PNL identifica tre principali sistemi rappresentazionali: visivo, uditivo e cenestesico. Questi si riflettono nel linguaggio utilizzato dalle persone. Ad esempio, un individuo visivo userà spesso espressioni legate alla vista, come "Vedo quello che mi stai dicendo", mentre un uditivo potrebbe dire "Suonerà bene". Un comunicatore abile riconosce e utilizza questi sistemi per migliorare la comprensione del messaggio. I predicati verbali sono parole che indicano il processo che il soggetto utilizza per descrivere qualcosa. Ad esempio, l'uso di frasi come "Hai visto quel progetto formativo?" indica una modalità visiva, mentre "Ti ricordi quel progetto formativo di cui ti ho parlato?" suggerisce una modalità uditiva. Secondo la PNL, le parole sono strutture superficiali che cercano di esprimere qualcosa di più profondo. Prestare attenzione al linguaggio utilizzato consente di comprendere meglio la persona e le sue esperienze. In una relazione terapeutica, il mantenimento del silenzio rappresenta una sfida significativa. Richiede impegno, perseveranza, intelligenza e dedizione. Allenarsi ad ascoltare gli altri è fondamentale per migliorare i rapporti e prevenire errori e incomprensioni poiché le parole spesso non trasmettono l'intero messaggio. La pazienza è una delle qualità chiave nell'ascolto. È comune il desiderio di interrompere l'interlocutore per evitare ritardi o completare le sue frasi, ma ciò può umiliarlo e bloccare il suo processo di comunicazione. Un'altra qualità associata al silenzio è la disponibilità personale e l'apertura incondizionata verso gli altri. È difficile per un paziente esprimere idee contrarie alle convinzioni di un medico per paura che possa reagire con chiusura e censura, compromettendo così la relazione terapeutica. è importante per i medici ascoltare non solo le parole dei pazienti, ma anche il loro corpo e le loro esigenze emotive. Il corpo malato ha bisogno di essere ascoltato con calma, senza fretta e con naturalezza. Anche attraverso gesti come medicazioni o terapie, i medici possono comunicare calore e conforto ai pazienti. Per superare le barriere linguistiche e comprendere meglio i messaggi dei pazienti, è fondamentale per i medici migliorare le loro capacità di ascolto. Dopo aver parlato con il medico, il paziente tornerà nel suo ambiente sociale, dove condividerà le proprie esperienze e paure. È importante che il medico mantenga un atteggiamento di ascolto attivo, mostrando curiosità e rispetto verso il paziente. Ascoltare attentamente aiuta il paziente a sentirsi valorizzato e migliora la sua autostima. I medici devono mettersi nei panni del paziente, comprendendo il suo mondo e le sue relazioni significative. Questo richiede agli operatori sanitari di adottare un approccio da "antropologo della comunicazione", comprendendo il contesto culturale del paziente. Infine, è essenziale che i medici rimuovono le proprie emozioni e pregiudizi personali per garantire un ascolto attivo e efficace. Il concetto di ascolto attivo secondo Rogers si basa sulla percezione totale dell'interlocutore, andando oltre le parole per comprendere anche i pensieri, lo stato d'animo e il significato personale del messaggio trasmesso. Questa pratica coinvolge l'intera persona e include diversi elementi essenziali come il mostrare interesse genuino, adottare una postura aperta e mantenere un contatto visivo diretto per comunicare accoglienza e disponibilità, concentrarsi sulla comunicazione non verbale dell'interlocutore, come gesti, espressioni facciali e tono di voce, per cogliere sensazioni e sentimenti che possono essere impliciti, dimostrare interesse verso i problemi dell'interlocutore, mettendo da parte i propri pensieri e preoccupazioni, e mostrare empatia comprendendo le emozioni e i sentimenti dell'altro, assicurarsi di aver compreso correttamente ciò che l'interlocutore ha detto, riparlandone o riassumendone il messaggio e fornire un riscontro, sia verbale che non verbale, che conferma al paziente che il suo messaggio è stato compreso. Invece per gli gravi errori comunicativi nell’ascolto del paziente possono essere ad esempio non lasciare il tempo di spiegare interamente il problema, Interrompere dopo poche frasi, non essere in grado di ripetere cosa il paziente ha detto, dare l’impressione di star parlando al muro, non sorridere mai e finire così per mettere a disagio l’interlocutore, tentare di anticipare il pensiero altrui, fingere di non capire o distorcere il senso delle domande fatte dal paziente, fare lo spiritoso anche quando si tratta di argomenti seri, fumare, mangiare o bere eccetera. L'esperienza dell'ascolto interiore permette di esplorare e comprendere meglio la propria mente e la propria persona, consentendo di essere presenti e disponibili quando ne abbiamo bisogno. Questo processo aumenta la capacità di empatia e di interazione autentica con gli altri. Il silenzio interiore è fondamentale per concentrarsi sull'altro anziché su se stessi, e richiede una pratica continua e un'esplorazione personale del proprio mondo interiore. Questa pratica favorisce un modo profondo e autentico di relazionarsi con se stessi e con gli altri, contribuendo a promuovere l'unità e l'utilizzo delle risorse interiori. Nei contesti sanitari, spesso si incontrano individui che affrontano la propria malattia in modo informato e attivo, collaborando con il personale medico e cercando di gestire lo stress legato alla situazione. Questa capacità di gestione dipende spesso dalla qualità della relazione medico-paziente, che può arricchire e potenziare le risorse della persona, conferendo significato alla propria esperienza di salute attuale. Il passaggio da essere passivi fruitori di risposte a diventare soggetti attivi nel processo di elaborazione della propria malattia avviene attraverso tecniche come la relazione di aiuto e il counselling. Queste tecniche favoriscono l'accettazione di nuove situazioni di salute attraverso calore, vicinanza, ascolto ed empatia. La relazione di aiuto è una forma di presa in carico della persona, che sfrutta le sue potenzialità per far emergere emozioni e abilità utili ad affrontare il problema. Il counselling, invece, è una procedura strutturata in fasi che utilizza specifiche abilità e competenze per risolvere problemi e prendere decisioni. Coinvolge un cliente (che ha bisogno di aiuto) e un counsellor, che offre sostegno e guida attraverso il dialogo. Il counselling attiva e riorganizza le risorse individuali della persona per rendere possibili scelte e cambiamenti. La strategia di coping, concordata con il medico, aiuta il paziente ad affrontare i problemi di salute. Questo processo integrato coinvolge diverse figure professionali e si rivolge non solo all'individuo, ma anche alla famiglia e ad altre persone significative. È caratterizzato da intensità, focalizzazione sul presente, limitazione nel tempo, specificità degli obiettivi e attività del counsellor nell'ascolto attivo e nel supporto della persona nel processo di elaborazione dei vissuti. Il counselling si articola in tre fasi: iniziale, intermedia e finale, ciascuna con scopi e abilità specifiche. La fase iniziale è dedicata alla comprensione del problema e alla costruzione dell'alleanza con il paziente. Si esplorano le difficoltà e si sviluppa un piano di lavoro comune. Nella fase intermedia si stimola il paziente a esplorare il problema in profondità, lavorando sul cambiamento e sulla revisione del piano di lavoro. Nella fase finale si rinforza l'attivazione delle risorse del paziente per renderlo autonomo nel gestire il problema, valutando i processi avviati e i risultati ottenuti. La comunicazione con la famiglia è cruciale per fornire un efficace supporto alla persona bisognosa di cure, poiché facilita la comprensione, l'empatia e il sostegno. Questo tipo di comunicazione è fondamentale sia per ottenere informazioni utili per la diagnosi e il trattamento del paziente, sia per garantire un livello soddisfacente di consenso e partecipazione, il che può influenzare positivamente i risultati clinici complessivi. Tuttavia, è importante riconoscere che la famiglia può essere sia una risorsa preziosa che un ostacolo nel processo di cura. I membri della famiglia possono sentirsi motivati ad assistere un parente malato per vari motivi, tra cui altruismo, senso di dovere sociale o ragioni personali. Nella relazione medico-paziente, la famiglia gioca un ruolo significativo, influenzando il carico assistenziale, le limitazioni della vita personale e sociale e le eventuali difficoltà economiche causate dalla malattia di un membro della famiglia. Le dinamiche familiari possono essere complesse e possono essere amplificate dalla gravità dei problemi di salute del paziente. I familiari spesso si trovano ad affrontare una serie di compiti pratici legati all'assistenza, che vanno dalla gestione dei farmaci all'igiene personale, dall'alimentazione alla deambulazione e alla veglia notturna. Questi compiti possono essere accompagnati da una gamma di emozioni contrastanti, tra cui dedizione, rabbia, tristezza, impotenza, tenerezza e sensi di colpa. Generalmente, c'è un familiare che si assume la maggior parte delle responsabilità di caregiving, il quale può essere soggetto a problemi di salute propria derivanti dallo stress e dall'impegno nell'assistenza al paziente. La situazione può complicarsi ulteriormente se questo caregiver non può contare sull'aiuto di altri familiari o sulla disponibilità di risorse per adeguare l'ambiente domestico alle esigenze del paziente. La comunicazione con i familiari dei pazienti non dovrebbe essere limitata ai professionisti della salute mentale, come psicologi o psichiatri. Ogni medico dovrebbe valutare e migliorare le proprie capacità di comunicazione con i familiari. Studi hanno dimostrato che la mancanza di un ambiente dedicato per i colloqui ospedalieri può causare ansia e depressione nei familiari. È importante fornire informazioni in un ambiente tranquillo e dedicato, considerando le esigenze linguistiche e di tempo dei familiari. Ascoltare i familiari permette ai medici di comprendere meglio il paziente e coinvolgerli nelle decisioni mediche, specialmente vicino alla fine della vita. Le "family conferences" sono pratiche utili in cui il personale specializzato aiuta a risolvere conflitti e fornisce supporto emotivo. Queste occasioni offrono ai familiari la possibilità di esprimere emozioni e ricevere supporto durante la cura del paziente. La comunicazione delle cattive notizie rimane una sfida per molti medici nonostante l'attenzione crescente verso questo tema. Una cattiva notizia è un'informazione che cambia drasticamente la percezione del futuro del paziente in negativo. Il medico deve rendere questo passaggio meno traumatico. Comunicare una cattiva notizia coinvolge pregiudizi e paure legate anche alla morte, rendendo il compito ancora più difficile. La formazione alle abilità comunicative e relazionali spesso non è inclusa nel curriculum dei professionisti sanitari, ma è fondamentale. Molti studi indicano che la maggior parte dei pazienti desidera conoscere la verità sulla propria salute, anche se alcuni preferiscono non essere informati. Comunicare le cattive notizie varia a seconda della cultura, dei valori e della formazione dei professionisti sanitari. Tuttavia, ci sono almeno cinque motivi importanti per cui è necessario comunicare le cattive notizie:è un diritto del paziente, è un compito del medico, può facilitare l'adattamento alla malattia, migliora la qualità delle cure e favorisce la raccolta di informazioni anamnestiche più complete. La comunicazione del rischio è un compito fondamentale per il medico curante, che deve fornire al paziente e alla famiglia informazioni sui rischi e sui comportamenti da adottare. Questo tipo di comunicazione si basa su conoscenze tecniche e scientifiche e mira ad aiutare le persone ad accettare, evitare o ridurre vari tipi di rischio, come quelli per la salute o per la sicurezza. È essenziale che la comunicazione del rischio tenga conto delle preoccupazioni e delle emozioni del paziente e dei suoi familiari, poiché la percezione del rischio è influenzata da fattori soggettivi ed emotivi. Il medico deve cercare di tranquillizzare il paziente quando il pericolo è sovra-percepito e aumentare l'attenzione quando il rischio è sottostimato. Per una comunicazione efficace del rischio, sono necessarie competenze di comunicazione, un atteggiamento responsabile e un elevato livello di fiducia e credibilità da parte del medico. La comunicazione del rischio va oltre la semplice trasmissione di informazioni; è fondamentale instaurare un rapporto empatico con il paziente, ascoltandolo e comprendendolo. Il medico deve essere in grado di mettersi nei suoi panni per fornire informazioni adeguate e consentire scelte consapevoli. È importante comunicare in modo chiaro la percentuale di successo di un intervento o la possibilità di eventi avversi legati a un trattamento. La percezione del rischio varia a seconda dei benefici attesi dal trattamento e dell'importanza degli eventi avversi. La difficoltà per il medico sta nel comunicare rischi rari e difficili da quantificare, spesso descritti con termini generici come "raro" o "comune". Anche concetti come "evento possibile" o "evento probabile" possono generare fraintendimenti. Standardizzare la comunicazione del rischio può aiutare, ma è importante mettere in relazione il rischio con concetti familiari al paziente. È essenziale valutare il rischio e i benefici in un contesto in cui il paziente possa prendere decisioni informate. La comprensione del rischio dipende non solo dalla probabilità di un evento avverso, ma anche dalla gravità delle sue conseguenze. La comunicazione efficace può essere limitata da fattori legati alla personalità del paziente, e la cattiva comprensione delle informazioni può portare alla negazione come meccanismo per affrontare l'impatto emotivo della malattia.

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