Cap. 6 Epidemiologia Generale delle Malattie Non Infettive PDF

Summary

This document provides an overview of general epidemiology of non-infectious diseases. It discusses the epidemiological transition and its impact on the prevalence of chronic conditions such as cardiovascular diseases and cancers in light of improved hygiene and healthcare. The document also covers topics such as obesity and diabetes as major diseases, providing information which aids in understanding the health-related issues.

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Corso di Igiene generale e applicata DOCENTE DEL CORSO DOTT. RICCARDO AVERARDI Cap.6 Epidemiologia generale delle malattie non infettive Transizione epidemiologica Con questo termine si indica il cambiamento di caratteristiche delle malattie che ha accompagnato il miglioramento complessivo delle co...

Corso di Igiene generale e applicata DOCENTE DEL CORSO DOTT. RICCARDO AVERARDI Cap.6 Epidemiologia generale delle malattie non infettive Transizione epidemiologica Con questo termine si indica il cambiamento di caratteristiche delle malattie che ha accompagnato il miglioramento complessivo delle condizioni di salute dalla fine del XIX alla prima parte del XX secolo. Insieme al calare della mortalità e al crescere della speranza di vita, si è avuto uno spostamento delle caratteristiche delle malattie da un quadro dominato dalle malattie infettive a uno in cui prevalgono malattie croniche come le cardiopatie e i tumori. Questo scivolamento verso le patologie croniche si può in parte spiegare col fatto che molta più gente ha vissuto fino all’età in cui queste malattie colpiscono. Grazie alle migliori condizioni igieniche, alla scoperta degli antibiotici e delle vaccinazioni, c’è stata la fine delle grandi epidemie di malattie infettive e si è passati all’aumento delle malattie cronico degenerative. Questo però non vale per tutto il mondo, dove,ad es l’Africa Sub-Sahariana vede un tasso di malattie infettive ancora altissimo (malaria, Hiv e TBC), mentre nei paesi più popolosi della terra (vedi India, Cina e Brasile) coesistono sia le malattie infettive che le malattie croniche. Prima le malattie più rilevanti erano la Peste, il Colera, la Malaria ed il Vaiolo. Adesso assistiamo prevalentemente a malattie croniche quali quelle che colpiscono il sistema cardiovascolare, il respiratorio, i tumori, l’AIDS e non meno importanti gli incidenti stradali. Questi ultimi colpiscono spesso anche i giovani. Entra in gioco quindi il famoso Stile di Vita nella logica della transizione epidemiologica. Malattie infettive: prima costituivano la principale causa di decesso nelle popolazioni pretransizionali. Causa delle forti crisi di mortalità: Es: Tubercolosi, diarrea, morbillo, peste, difterite, pertosse, tifo... Malattie cronico-degenerative: sono causate dal processo di invecchiamento dell’individuo e rappresentano la maggior parte dei decessi nelle società post-transizionali. Es. malattie cardiovascolari (infarto..); tumori; malattie neurologiche (Alzheimer..) Epidemia di malattie croniche: obesità e diabete: stiamo assistendo ad un aumento delle malattie croniche per svariati motivi che tra poco cercheremo di vedere meglio nel dettaglio. Obesità: percentuale di introito maggiore rispetto alla capacità del nostro organismo di bruciare le calorie introdotte con la dieta. Oppure il Diabete: malattia autoimmunitaria (diabete di tipo 1) o malattia che vede tra le cause un’eccessiva presenza di zuccheri nella dieta (diabete di tipo 2 insulinoresistente). Oms: prevenire le malattie croniche, un investimento vitale Pubblicato nel 2005 dall’Organizzazione mondiale della sanità, il rapporto “Preventing chronic diseases: a vital investment” sostiene che un’azione globale sulla prevenzione delle malattie croniche potrebbe salvare la vita a 36 milioni di persone, che rischiano altrimenti la morte entro il 2015. Negli ultimi anni, infatti, le malattie croniche sono diventate una vera e propria emergenza per il sistema sanitario: secondo il rapporto, sono responsabili ogni anno della morte prematura di circa 17 milioni di persone. E non si tratta di un “problema dei ricchi”: negli ultimi vent’anni si sono diffuse ampiamente anche nei Paesi più poveri e oggi sono responsabili dell’86% dei decessi in tutta Europa. Attualmente, il nostro sistema sanitario è più concentrato sulle malattie acute, che richiedono un intervento rapido e puntuale. Per le patologie croniche serve un modello di assistenza diverso, che sposti le risorse dall’ospedale al territorio, per evitare non solo che le persone si ammalino, ma anche che chi è già malato vada incontro a ricadute, aggravamenti e disabilità. Quello di cui non ci rendiamo spesso conto è che le cause delle malattie croniche sono molto spesso prevedibili poiché si conoscono molto bene i fattori predisponenti. Cerchiamo ora di prendere in esame alcune di queste malattie croniche. BPCO: Broncopneumopatia cronica ostruttiva La BPCO è attualmente la quarta causa di morte nel mondo. Si prevede che la BPCO diventi la terza causa di morte entro il 2020. Oltre 3 milioni di persone sono decedute per BPCO nel 2012, rappresentando complessivamente il 6% di tutti i decessi. Nel complesso, si prevede che il costo della BPCO aumenti nei prossimi decenni a causa della continua esposizione ai fattori di rischio e per l'invecchiamento della popolazione. La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una malattia comune, prevenibile e curabile caratterizzata da sintomi respiratori persistenti e limitazione al flusso aereo ed è dovuta a delle anomalie delle vie aeree e/o alveolari di solito causati da una significativa esposizione a particelle nocive o gas. Causata da fumo, inquinamento e fattori legati al soggetto comporta una progressiva limitazione del flusso aereo che provoca non solo deficit a livello respiratorio, ma anche effetti sistemici. Nella maggior parte dei pazienti è associata a malattie croniche concomitanti che ne aumentano la mortalità. Patologia: è rappresentata da una Infiammazione cronica con cambiamenti strutturali a carico dell’apparato respiratorio. Deriva da un alterato Stress ossidativo -Squilibrio proteasi-antiproteasi Cellule infiammatorie -Mediatori infiammatori -Fibrosi peribronchiolare ed interstiziale. Fisiopatologia: Limitazione al flusso aereo e intrappolamento aereo -Anormalità negli scambi aerei -Aumento dell’espettorato -Ipertensione polmonare. Sindrome metabolica Con il termine “sindrome metabolica” non si fa riferimento a una singola patologia, ma a un insieme di fattori di rischio legati a condizioni che aumentano la possibilità di sviluppare patologie cerebro e cardiovascolari e diabete. La sindrome metabolica presenta un rischio due volte maggiore di sviluppare malattie cardiache e cinque volte maggiore di sviluppare il diabete. Condizioni predisponenti: Presenza di una quantità eccessiva di grasso corporeo, specie a livello addominale il cosiddetto grasso viscerale con variazione del rapporto peso altezza (cosiddetto Body mass index BMI) ma anche legato all’eccessiva circonferenza vita. Elevati valori di colesterolo ldle trigliceridi nel sangue. Ipertensione arteriosa (valori pressori>140/90). Bassi livelli di colesterolo Hdl(il colesterolo cosiddetto “buono”). Resistenza all’insulina, un ormone che aiuta a regolare la quantità di zucchero presente nell'organismo a livello periferico nei cosiddetti organi bersaglio (fegato, muscolo, tessuto adiposo) con conseguente iperglicemia. Iperuricemia. Più alto è il numero di condizioni di cui si soffre, maggiore è la probabilità di sviluppare la sindrome metabolica. Inoltre, è da sottolineare che il rischio di sviluppare la sindrome metabolica aumenta con il passare degli anni se si soffre di diabete si è maggiormente predisposti allo sviluppo di questa sindrome. Aggiungo anche che la predisposizione genetica e lo scarso esercizio fisico possono giocare un ruolo di una certa importanza nell'insorgenza della sindrome. È possibile prevenire l’insorgenza di tale sindrome: in tal senso è opportuno mantenersi in peso-forma evitando condizioni come il sovrappeso e l'obesità (particolare attenzione deve essere posta nel prevenire l'accumulo di grasso soprattutto a livello addominale); svolgere regolarmente attività fisica, anche leggera; seguire una dieta bilanciata che preveda molto consumo di frutta e verdura e una riduzione di cibi e bevande eccessivamente calorici. Diagnosi: Pur non essendo di vostra stretta competenza, è utile sottoporre alla vostra attenzione alcune indicazioni riguardo la diagnosi: presenza di grande quantità di tessuto adiposo addominale (sono considerati patologici valori superiori a 94 cm di circonferenza addominale nell’uomo e a 80 cm nella donna) obesità (BMI>30) bassi livelli di colesterolo Hdl, anche conosciuto come “colesterolo buono” (sono considerati livelli a rischio meno di 40 mg/dl nell’uomo e meno di 50 mg/dl nella donna); elevati valori di trigliceridi, superiori a 250 mg/dl; elevati valori di pressione arteriosa (maggiore di 140 la sistolica o maggiore di 90 la diastolica o entrambe) elevati livelli di glicemia (a digiuno superiore a 100 mg/dl). Le malattie cardiovascolari In Italia le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nelle donne e rappresentano ben il 43% di decessi pari a 123.600 decessi su un totale di 282.231 casi nel 2006. Nelle donne di età inferiore ai 75 anni, la cardiopatia ischemica costituisce la causa più frequente di morte (32,7%). Sono responsabili di un terzo delle morti a livello mondiale e rappresentano la principale causa di morte nei Paesi sviluppati. In Italia, nel 2005, le malattie cardiovascolari sono state responsabili di oltre il 43% della mortalità generale. Tuttavia, nel corso degli ultimi decenni, la mortalità è notevolmente diminuita. Dal punto di vista epidemiologico, attualmente, rivestono grande importanza: la cardiopatia ischemica, l’ipertensione arteriosa e le malattie circolatorie dell’encefalo (ictus cerebrale). Cardiopatia ischemica (C.I.): è l’insufficienza cardiaca, acuta o cronica, derivante dalla riduzione o arresto dell’apporto di sangue al miocardio, in associazione con processi patologici nel sistema delle arterie coronariche. Si manifestano con Angina, Infarto del Miocardio, Morte improvvisa, Scompenso cardiaco e Aritmie. I principali fattori di rischio sono: l’età, il sesso (maschile), la storia familiare, la predisposizione genetica, l’obesità, il diabete, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia Ictus cerebrale: È la manifestazione clinica fondamentale della malattia cerebrovascolare e si manifesta con segni clinici, a rapido sviluppo, di turbe delle funzioni cerebrali di tipo focale o globale, della durata di oltre 24 ore o che portano a morte. Può essere su base emorragica o su base ischemica (85%). L’ictus rappresenta in Italia, come in gran parte dei paesi industrializzati, la terza causa di morte dopo i tumori e le cardiopatie ischemiche, rappresentando l’11-13% delle morti totali. Esso è inoltre la più importante causa di invalidità nelle comunità occidentali. La mortalità è più elevata nei maschi in tutti i gruppi di età ma l’incidenza dell’ictus aumenta in modo esponenziale in entrambi i sessi, con l’aumentare dell’età, tanto che 3 episodi di ictus su 4 colpiscono persone di età maggiore di 65 anni. Fattori di rischio: Ipertensione Fumo di sigaretta Diabete Alcol Ipercolesterolemia Scarsa attività fisica Predisposizione genetica Diabete È una sindrome dismetabolica ad andamento cronico, caratterizzata dall’incapacità dell’organismo di utilizzare normalmente il glucosio; la concentrazione di questo zucchero nel sangue pertanto aumenta (iperglicemia) e può comparire anche nelle urine (glicosuria) dove in condizioni normali è assente. La diagnosi di diabete e di ridotta tolleranza al glucosio è fondata essenzialmente sulla rilevazione dei tassi glicemici a digiuno e dopo carico di glucosio. Diversi tipi di diabete corrispondono diversi tipi di fattori scatenanti. Abbiamo il diabete di tipo 1 o insulino-dipendente (giovanile) che corrisponde ad una malattia autoimmunitaria Diabete di tipo 2 o insulino-resistente (adulto) causato da una anomala secrezione di insulina Diabete gestazionale che si manifesta nelle donne con insorgenza del diabete o della ridotta tolleranza al glucosio limitatamente al periodo della gravidanza. All’inizio di questo secolo è apparso chiaro, a chi si occupa di salute a livello planetario, cioè l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), che poche situazioni patologiche concentrano il maggior carico di malattia e determinano la maggior parte della mortalità in Europa, e queste sono le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) che sono ritenute responsabili, per il 2010, del 92% dei decessi totali registrati, in particolare le malattie cardiovascolari (41%), i tumori (29%), le malattie respiratorie croniche (5%) e il diabete (4%). Negli ultimi decenni si è registrato un progressivo aumento della speranza di vita (84 anni per le donne e 79 per gli uomini -dati 2010), ma a causa delle MCNT, che pesano per oltre il 75% sul carico di malattia globale, la speranza di vita libera da disabilità si attesta su valori molto più contenuti e simili per entrambi i sessi (circa 65 anni). Si stima che i costi delle MCNT si elevino al 70-80% del budget totale che i Paesi europei spendono per la salute, con aggravi difficilmente quantificabili, anche per le singole famiglie che impiegano importanti risorse per la cura e le attenzioni ai loro malati. In realtà questi dati, già molto allarmanti, sono destinati a peggiorare per diverse ragioni, fra le quali la tendenza all’aumento dell’inattività fisica e l’aumento epidemico di sovrappeso e obesità o l’aumento dell’aspettativa di vita con il quale cresce parallelamente la probabilità di sviluppare tumori, malattie cardiovascolari e diabete.

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