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Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L....

Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita Indice 1. MALATTIE DA STILE DI VITA................................................................................................ 3 2. EPIDEMIOLOGIA E IMPATTO DELLE MALATTIE CRONICHE.................................................... 5 3. FUMO DI TABACCO............................................................................................................. 7 3.1 ALCOL NELLA STORIA DELL'UOMO................................................................................................................................. 8 3.2 ALCOL NELLA STORIA DELL'UOMO................................................................................................................................. 8 3.3 EFFETTI ALCOOL........................................................................................................................................................ 9 4. COMPORTAMENTO ALIMENTARE..................................................................................... 10 5. CARDIOPATIA ISCHEMICA................................................................................................. 11 BIBLIOGRAFIA.......................................................................................................................... 14 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita 1. Malattie da stile di vita Insieme composito di patologie e condizioni molto disomogenee, che non hanno una unica causa eziologica, ma che hanno in comune appunto l’evoluzione cronico (sintomi costanti nel tempo e nessuna cura risolutiva) – degenerativa (progressivo e in genere inarrestabile peggioramento), caratterizzate da: eziologia multifattoriale riconoscimento di fattori di rischio complessi derivanti da interazioni geni-ambiente gravità delle lesioni acquisite che una volta insorte assumono caratteri di irreversibilità lunga latenza patogenetica con l’aumentare dell’età progressivo aumento nella diffusione di quasi tutte le malattie con una accelerazione a partire dai 45 anni di età; eccezione le malattie allergiche che sono maggiormente diffuse tra la popolazione più giovane. Principali responsabili della mortalità e della invalidità prevalente (importanza sociale per gravità, diffusione e costi). Considerando che negli ultimi anni le principali cause di morte sono dovute a malattie da stile di vita, è evidente come sia importante migliorare la condizione di vita della persona, limitando i fattori di rischio di queste malattie come fumo, alcool, inquinamento, inattività fisica e specialmente ridurre i fattori ossidanti endogeni contrastandoli con i fattori antiossidanti. E’ naturalmente importante la fase di screening, e quindi individuare la persona malata in tempo, vista anche l’impossibilità di guarirla in fasi più avanzate della malattia. Le malattie da stile di vita, legate al processo di invecchiamento, si confermano principali cause di morte (Relazione sullo stato sanitario del Paese 2009 – 2011). Prima causa di morte sono le malattie cardiovascolari, sia nei maschi (ma solo dal 2008) che nelle femmine, poi i tumori. Salvare 36 milioni di vite nei prossimi dieci anni: l’Oms, con un rapporto sulla prevenzione delle malattie croniche, punta a combattere l’epidemia di malattie croniche nel mondo. Un documento dettagliato, che illustra come cancro, diabete e malattie cardiovascolari uccidano milioni di persone ogni anno, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, incidendo negativamente anche sulle economie e le capacità di sviluppo. Un’azione coordinata ed efficace nel campo della prevenzione potrebbe portare grandi miglioramenti, anche in tempi piuttosto ristretti. Nella Regione europea dell’Oms, le malattie croniche provocano almeno l’86% dei morti e il 77% del carico di malattia. L’Oms ha quindi messo a punto “Gaining health”, strategia europea per la Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita prevenzione e il controllo delle malattie croniche. Di questa strategia esiste anche la traduzione in italiano, “Guadagnare salute”, a cura del ministero della Salute Per le patologie croniche serve un modello di assistenza, che sposti le risorse sul territorio, per evitare non solo che le persone si ammalino, ma anche che chi è già malato vada incontro a ricadute, aggravamenti e disabilità. Le istituzioni devono quindi impegnarsi, attraverso politiche e strategie mirate: l’obiettivo è ridurre l’impatto delle malattie croniche, portando qualità e aspettative di vita a livelli accettabili in Italia e in tutti gli altri Paesi europei. Sulla base di una strategia comune europea, una serie di progetti e iniziative di prevenzione e comunicazione intendono promuovere l’adozione di stili di vita sani, capaci di contrastare il peso delle malattie croniche e far guadagnare così anni di vita in salute ai cittadini. La definizione “malattie legate a stili di vita” include malattie mentali e fisiche causate principalmente da scorretti stili di vita. Le più frequenti patologie che sono state riscontrate sono: l’ictus, il diabete e le malattie respiratorie, cancro, le malattie cardiovascolari, spesso causate dal fumo, dall’alcol e da un’alimentazione non sana. FGG.1 Andamento della vita dal punto di vista delle possibili malattie Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita 2. Epidemiologia e impatto delle malattie croniche Le malattie croniche, o non trasmissibili, sono responsabili del più alto tasso di mortalità e morbosità sia all’interno dei Paesi europei che a livello globale. Esse comprendono un ampio insieme di patologie. Le cause delle malattie croniche si possono ricondurre ai classici stili di vita non corretti in termini di salute quali, ad esempio, un’alimentazione non sana, il fumo di tabacco, l’eccessivo uso di alcol o la dipendenza da sostanze psicotrope. Queste cause possono condurre ai cosiddetti fattori di rischio intermedi quali, tra gli altri, l’ipertensione, l’eccesso di colesterolo e l’obesità. Cause delle malattie croniche (OMS, 2005) A fianco agli stili di vita non corretti e ai fattori di rischio intermedi, comunque modificabili per mezzo di strategie di prevenzione di tipo primaria o secondaria, ci sono anche fattori che sono immodificabili, come la predisposizione genetica o l’età. La promozione di stili di vita sani sembra comunque la risorsa principale da utilizzare contro l’ascesa delle malattie croniche nel contesto globale. In effetti, l’adozione di abitudini salutari diminuisce in modo significativo in ogni essere umano il rischio di sviluppare queste malattie. Inoltre, va rilevato come le malattie croniche, o non trasmissibili, possono svilupparsi anche a partire da fattori meno espliciti o diretti, ossia aspetti più generali o ambientali e situazionali, che si Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita riferiscono al contesto sociale, alla condizione economica e alla dimensione culturale di uno specifico ambiente di vita. Questi fattori sono considerati quali “cause delle cause”, e offrono una buona base per interventi di prevenzione primaria centrati sulla collaborazione del sistema sanitario con altri settori della vita politica ed economico-sociale del contesto di appartenenza, sia a livello locale sia a livello nazionale. Lo sviluppo di uno stile alimentare sano, ad esempio, è caratterizzato dalla contemporanea presenza di conoscenze e consapevolezze legate al “mangiare”. Nello specifico, esso si basa sulla conoscenza delle qualità organiche dei cibi; sul sapere cosa, come e quanto mangiare e sullo svolgimento regolare di attività fisica. Quello alimentare e forse il più complesso e particolare tra gli stili di vita essendo direttamente correlato ad aspetti di tipo culturale, sociale e motivazionale. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita 3. Fumo di tabacco Il fumo di sigaretta provoca dipendenza sia di tipo fisico sia di tipo psicologico. Il craving è il desiderio irrefrenabile di fumare, dovuto alla dipendenza psichica da nicotina che si instaura nel fumatore. La nicotina può essere considerata alla stregua di una droga, non solo per la dipendenza che determina, ma anche per la velocità con cui giunge al cervello, ossia la sua azione psicoattiva tipica delle droghe più forti. La classica sigaretta è composta da molti elementi che durante la combustione sprigionano circa 4 mila sostanze chimiche perlopiù tossiche, irritanti e cancerogene. Si tratta di una miscela eterogenea che si sviluppa dal processo di combustione delle foglie di tabacco. Le principali e più dannose sostanze sono il monossido di carbonio, l’acroleina, la formaldeide e le nitrosamine, presenti nella fase gassosa; la nicotina, i fenoli e le benzopirene, presenti nella fase corpuscolata; gli idrocarburi policiclici aromatici (benzopirene ecc.) che hanno una riconosciuta azione cancerogena. I danni fisici del fumo dipendono dalla quantità e dalla qualità dell’esposizione, in termini di numero di sigarette fumate al giorno, anzianità di fumo, profondità dell’inalazione ecc. Gli effetti negativi per la salute umana derivano anche dall’esposizione al fumo passivo. Infatti, il fumo passivo può provocare problemi fisici anche nei non fumatori, soprattutto se esposti in maniera continuata. Ci sono evidenze, ad esempio, del fatto che i figli di genitori fumatori presentano una maggiore incidenza di polmoniti, bronchiti e crisi asmatiche rispetto agli altri (Pietrantoni, 2001). Il fumo di tabacco rappresenta il principale fattore di rischio evitabile di morte precoce, a cui si attribuisce circa il 12% degli anni di vita in buona salute persi a causa di morte precoce o disabilità. Le condizioni disabilitanti o mortali attribuibili al fumo sono tante e vanno dal cancro ai polmoni (principale responsabile) a quelli alla vescica, al fegato, all’esofago, alla laringe e al pancreas. Il fumo è anche causa di diverse malattie cardiovascolari, ha effetti sul cavo orale, provoca danni di tipo dermatologico e influisce sulla funzionalità del sistema immunitario e dell’apparato riproduttivo. In Italia i fumatori corrispondono al 29,2% (35% dei quali maschi e 23,8% femmine). I fumatori della fascia di età 15-24 anni sono in aumento (il 30% dei maschi e il 27% delle femmine sono fumatori regolari). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita 3.1 Alcol nella Storia dell'uomo Il consumo di alcool (etanolo o più correttamente alcol etilico) è molto antico, tanto che già l'Antico Testamento, narrando l'ubriacatura di Noè (Genesi 9, 20-27), testimonia il radicato legame tra uomo e vino. Ampiamente rappresentato anche nei pittogrammi egizi, il consumo voluttuario di sostanze alcoliche si è lentamente diffuso in tutto il mondo, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove l'ampia disponibilità di liquori distillati ad elevata gradazione alcolica ha notevolmente aumentato l'incidenza dell'alcolismo. Per questo motivo i danni correlati all'abuso di alcol rappresentano, oggi più che mai, un problema sociale di primaria importanza. L'alcol è uno dei principali fattori di rischio per la salute ed il benessere degli individui. E' una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena, che può indurre dipendenza e provocare seri danni alle cellule di molti organi tra cui fegato e sistema nervoso centrale. Nell'Unione Europea ogni anno l'alcol è responsabile della morte di 195.000 persone per malattie alcolcorrelate (tra cui cirrosi epatica, patologie neuropsichiatriche, depressione e cancro) e per incidenti stradali, altri incidenti, suicidi e omicidi. In Italia si stima che la mortalità alcol-correlata rappresenti il 6,23% del totale di tutte le morti maschili e il 2,45% del totale di quelle femminili nella popolazione superiore ai 20 anni. Soprattutto in gravidanza e in allattamento è bene non bere alcol poiché: Attraversa la placenta ed arriva al feto Arriva al bambino attraverso il latte materno Il consumo di alcol può incidere anche sull'aumento di peso perché, sebbene vino, birra e superalcolici non siano nutrienti (come lo sono ad esempio le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari), apportano 7 calorie per grammo. L'abuso di alcol è dannoso per tutti. Ma i giovani (al di sotto dei 16 anni di età), le donne e gli anziani sono in genere più vulnerabili agli effetti delle bevande alcoliche dell'uomo adulto, a causa di una ridotta capacità del loro organismo di metabolizzare l'alcol. 3.2 Alcol nella Storia dell'uomo L'etanolo viene assorbito per diffusione semplice a livello dello stomaco e dell'intestino tenue. La quantità assorbita dipende unicamente dal volume ingerito, quindi - entro le capacità di assorbimento del Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 8 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita nostro organismo - tutto l'alcol assunto riesce ad oltrepassare facilmente le pareti del tubo digerente e a passare nel sangue. La presenza di cibo nello stomaco, rallentando lo svuotamento gastrico, riduce la velocità di assorbimento dell'alcol. Per questa ragione si consiglia di consumare vino ai pasti e non a digiuno, in modo da dilazionare nel tempo gli effetti inebrianti della bevanda. Non tutto l'alcol assunto viene ossidato, dal momento che una piccola aliquota, variabile dal 5 al 15%, viene eliminata con il respiro e con le urine; la maggior parte, invece, viene metabolizzata a livello epatico. 3.3 Effetti Alcool L'alcol, quando viene assunto a dosi elevate, può essere considerato a tutti gli effetti una droga, dotata di azioni tossiche sull'intero organismo. Infatti questa sostanza viene metabolizzata dal corpo, non in funzione delle reali esigenze organiche come accade per i nutrienti, ma con l'unico scopo di essere neutralizzata ed eliminata. L'ossidazione dell'alcol libera una quantità notevole di energia (7 Kcal per grammo ossidato), senza però fornire nutrienti. Quindi l'alcol, nonostante un elevato potere energetico, non ha nessuna valenza dal punto di vista nutrizionale. Sul sistema nervoso centrale l'etanolo ha un effetto bifasico: se viene assunto a basse dosi provoca euforia e perdita dei freni inibitori. Al contrario, a dosaggi superiori prevale sempre più l'azione depressiva sul sistema nervoso centrale. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 9 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita 4. Comportamento alimentare Se potessimo dare ad ogni individuo la giusta quantità di nutrimento e di esercizio fisico, né troppo, nè poco, avremmo trovato la giusta strada per la salute. Ippocrate 460 a.C. Il passaggio allo stile di vita urbano ha modificato il comportamento alimentare in tutti i paesi industrializzati. L’alimentazione si è arricchita di cibi molto nutrienti e con ampia scelta: questo ha fatto migliorare la salute in generale, ma ha anche prodotto la diffusione di malattie “da abbondanza” che prima non esistevano. Il peso corporeo è un'entità che non si può modificare a piacere, ma, come la statura, il colore dei capelli e degli occhi, è fortemente influenzato da fattori genetici oltre che ambientali e psicologici. E' variabile da individuo ad individuo e per questo si definisce "peso ragionevole" quel peso al di sotto del quale la perdita avviene con grande difficoltà. Il "peso ragionevole" è quel peso che può essere ragionevolmente raggiunto e mantenuto e che permette buone condizioni di salute fisiche, psicologiche e sociali. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 10 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita 5. Cardiopatia ischemica La cardiopatia ischemica o coronarica è una malattia in cui, a seguito di una progressiva ostruzione del flusso di sangue nelle arterie coronarie, viene a mancare un adeguato rifornimento di ossigeno a una parte del cuore. Il processo che porta alla chiusura delle coronarie è l’aterosclerosi, ossia la formazione di placche ricche di lipidi all’interno delle arterie coronarie che ostacolano il passaggio di sangue. In Italia le malattie cardiovascolari sono causa del 45-50% della mortalità globale e la cardiopatia ischemica da sola è, a sua volta, responsabile del 35% dei decessi dovuti a malattie cardiovascolari. Da nord a sud vivono circa un milione di soggetti affetti da cardiopatia ischemica nelle sue forme più tipiche (angina, infarto e morte improvvisa) e la mortalità annuale per le forme tipiche della cardiopatia ischemica si aggira tra 70.000 e 80.000 casi. L’ischemia può avvenire in presenza di un aumento della richiesta miocardica di ossigeno (angina pectoris) o di una riduzione del flusso coronarico (infarto del miocardio). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 11 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita Quando la progressiva diminuzione di apporto di sangue nelle coronarie è dovuta ad una occlusione, il muscolo cardiaco lavora con difficoltà e si manifesta una sintomatologia dolorosa. In tale circostanza ci troviamo di fronte a un’angina pectoris, che si manifesta sotto forma di oppressione, di bruciore o di costrizione. L’angina pectoris è perciò determinata da una “transitoria” riduzione del flusso di sangue arterioso al cuore che comporta uno stato di scarsa ossigenazione del territorio di miocardio irrorato dalle coronarie, noto come ischemia miocardica. Tale evenienza si manifesta quando un vaso è parzialmente occluso da lesioni aterosclerotiche; in condizioni di riposo esse possono non ostacolare il normale funzionamento del cuore, ma sotto sforzo o stress impediscono di soddisfare completamente le richieste di ossigeno del muscolo cardiaco. Se invece la placca aterosclerotica si rompe improvvisamente e i frammenti occludono completamente il vaso, si verifica una morte del tessuto cardiaco che va sotto il nome di infarto del miocardio. In molti pazienti, i restringimenti dei vasi possono essere dilatati in modo da ripristinare un flusso normale ricorrendo a una tecnica particolare chiamata angioplastica. L’intervento consiste nell’inserire nell’arteria con il restringimento un piccolo catetere con un palloncino gonfiabile all’estremità. Al momento dell’inserimento il palloncino è sgonfio. Dilatato successivamente, va a premere sulle pareti del vaso allargandolo. Per evitare che il vaso vada incontro a un nuovo restringimento o addirittura a una nuova chiusura (restenosi), nell’arteria può poi essere posizionata una struttura a forma di tubicino (stent) che può essere di varie forme e materiali e ha la funzione di mantenerla aperta. La sintomatologia della cardiopatia ischemica ha elementi comuni nelle differenti forme di presentazione, angina ed infarto: entrambi si manifestano con dolori al torace simili ad una sensazione di peso; possono essere irradiati al collo, alle spalle e agli arti superiori e talora sono accompagnati da sudorazione fredda e svenimenti. I dolori dell’angina durano solo alcuni minuti, mentre quelli dell’infarto durano assai di più e possono non passare con i farmaci che solitamente risolvono i sintomi dell’angina. I dolori legati all’angina compaiono spesso come conseguenza di un maggior lavoro cardiaco, quale uno sforzo fisico, un intenso stress emotivo o anche più semplicemente con l’esposizione al freddo. Quando il dolore persiste per più di 5-10 minuti deve far immediatamente sospettare un infarto e quindi indurre il paziente a chiedere assistenza medica. I disturbi dell’infarto, invece, spesso possono essere localizzati a livello dello stomaco, simili a quelli di una indigestione per la comparsa di nausea e vomito. I fattori di rischio che predispongono all’insorgenza di questa malattia, e che possono essere ridotti con uno stile di vita adeguato, sono i valori di colesterolo superiori alla norma, l’ipertensione arteriosa, il fumo di sigaretta, il diabete, lo stress e la vita sedentaria. Anche la familiarità, il progredire dell’età e il Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 12 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita sesso maschile sono considerati importanti fattori di rischio, ma questi, naturalmente, non sono suscettibili di modificazioni. Prevenzione della cardiopatia ischemica  PRIMARIA: non fumare, fare attività fisica (anche leggera ma regolare), colesterolo < 200 mg/dl, sale < 6 g/die, peso regolare, dieta adeguata.  SECONDARIA: screening adatti (glicemia, colesterolo, pressione, ECG); rimuovere o ridurre i fattori di rischio. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 13 di 15 Emanuela Santoto – Malattie da stili di vita Bibliografia  McGill HC Jr, ed. The geographic pathology of atherosclerosis. Lab. Invest. 1968;18(theme issue):465-653.  Giovanni Bonsignore, Bellia Vincenzo, Malattie dell’apparato respiratorio terza edizione, Milano, McGraw-Hill, 2006.  Keith Stone, Humphries L.Roger, Guida pratica alla diagnosi e alla terapia in medicina d’urgenza 1ª edizione, Milano, McGraw-Hill, 2005.  Research Laboratories Merck, The Merck Manual quinta edizione, Milano, Springer-Verlag, 2008.  Gremigni P, Letizia L – Il problema obesità. Maggioli Ed, 2011  Vasta FN, Del Lungo A, Girelli R – Psicologia e psicopatologia dell’alimentazione, Società Ed Universo, 2011.  Stary HC. Natural History and Histological Classification of Atherosclerotic Lesions. An Update. 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