Tempi, cicli di studio e pause PER uno studio migliore PDF
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Questo documento presenta consigli su come gestire al meglio i tempi di studio, i cicli di studio e le pause. L'autore sottolinea l'importanza di controllare i tempi di studio e di organizzarli per massimizzare i risultati. Propone di studiare dalle 4 alle 6 ore al giorno, con pause, e di dedicare un giorno intero alla settimana al relax.
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1 Tempistiche, cicli di studio e pause (0:10 - 0:34) Benvenuta o benvenuto nella stanza degli orologi, la prima stanza del nostro primo piano del castello, il primo step per strutturare il tuo metodo di studio veramente perfetto. Qui è dove cominciamo a fare davvero sul serio. La nostra stanza degli...
1 Tempistiche, cicli di studio e pause (0:10 - 0:34) Benvenuta o benvenuto nella stanza degli orologi, la prima stanza del nostro primo piano del castello, il primo step per strutturare il tuo metodo di studio veramente perfetto. Qui è dove cominciamo a fare davvero sul serio. La nostra stanza degli orologi sarà fondamentale nell'economia del metodo di studio perché ti darà l'impostazione di base nella gestione di tutti i tuoi cicli di studio e di pause. (0:34 - 1:03) Hai presente quegli studenti che passano ore ed ore ed ore ed ore chini sui libri? Oppure quelli che studiano dieci minuti ma poi non si ricordano nulla? O quelli che arrivano a fine giornata distrutti dalla fatica, stressati come non mai ma senza aver concluso niente? Magari sei addirittura tu uno di quegli studenti. Beh, questa stanza è una di quelle che contribuirà a cambiarti veramente la vita. Quando ero uno studente alle prime armi tendevo a vedere il tempo e l'orologio come dei nemici, qualcosa da contrastare. (1:03 - 1:26) Passavo le giornate lottando con l'orologio, contando quante ore avevo studiato per capire se stessi facendo abbastanza in termini di minutaggio, come se la cosa più importante fosse la quantità di ore passate a spaccarsi la schiena sui libri ogni giorno. Mi confrontavo con gli altri compagni, lui ha studiato otto ore, io soltanto sei. Accidenti, quindi sono indietro, non ho studiato abbastanza e poi mi affannavo e cadevo preda dell'ansia e dello sconforto. (1:26 - 1:57) L'orologio era un nemico, era un tiranno e controllava le mie giornate, rovinava sia la mia vita da studente che la mia vita al di fuori dell'università. Crescendo, informandomi e approfondendo l'argomento, ho capito una cosa, ho capito che il tempo e l'orologio non erano dei nemici ma degli alleati, bastava averne consapevolezza e prenderne il controllo. Smettere di subire il tempo e cominciare a decidere il tempo, progettarlo, definirlo per costruire un approccio che ci permetta di dedicare il giusto tempo allo studio, non un minuto di più e non un minuto di meno. (1:57 - 3:02) In questa stanza impareremo proprio questo, impareremo a controllare il tempo, perché controllare il tempo significa controllare lo studio e quindi in definitiva il risultato. Nello specifico risponderemo alle tre domande che da sempre si pone ogni studente almeno una volta, che sia un universitario o uno studente lavoratore, quando deve organizzarsi. La prima domanda è quanto bisogna studiare in un giorno o in una settimana o in un mese? La seconda domanda è quando bisogna studiare? Ci sono dei momenti migliori di altri per dedicarsi alle nostre sessioni di studio? E la terza domanda, infine, forse quella più importante addirittura, quanto a lungo deve durare ogni sessione di studio? Partiamo dalla prima domanda, quella anche più semplice a cui rispondere, e cioè quanto studiare? C'è un tempo massimo da dedicare allo studio durante la giornata oppure possiamo studiare all'infinito 12, 13, 14, 15 ore magari lasciandoci a malapena il tempo necessario per mangiare e per dormire? La verità è che non esiste purtroppo una risposta assoluta, non esiste un numero di ore che io possa definire, che siano 2, 3, 4, 8, che sia perfetto per tutti, perfetto per tutte le situazioni, perfetto per tutti i contesti. (3:02 - 3:22) La verità è che a seconda della situazione le cose cambiano. La prima realizzazione è che quando si parla di tempo non si può mai essere assolutisti, la parola chiave è dipende. Ci saranno giornate in cui sarai costretto a studiare a lungo, giornate in cui ti potrai organizzare con più tranquillità e avere più tempo libero, giornate di carico intensissimo continuo o di ritagli di tempo. (3:22 - 3:40) Ma prima di tutto chiariamo il concetto alla base della gestione produttiva del tempo. Lo studio va considerato come un'attività cognitiva di altissimo livello, è qualche cosa che ti obbliga a sforzarti e che impegna le tue capacità veramente al massimo. Sono pochissime le attività mentali più impegnative a livello di risorse dello studio. (3:41 - 3:56) Per resto abbiamo detto che costruiremo un metodo di studio efficiente, efficace, vario, scientifico, solidissimo, ma non abbiamo mai detto che sarebbe stato anche libero dalla fatica. Un po' di sforzo ci vorrà. Lo studio ci stancherà a livello cognitivo, ci stresserà anche in un qualche modo, è inevitabile. (3:56 - 4:24) Pertanto dovremo imparare a bilanciarlo e non dovremo mai esagerare. Una regola che utilizzo molto spesso nel mio insegnamento è quella che se ti ritrovi a studiare più di otto ore in una giornata evidentemente la tua organizzazione è stata poco consapevole e va decisamente migliorata. Affronteremo il tema della pianificazione giornaliera nel dettaglio nei prossimi video, quindi non preoccuparti perché ti accompagnerò passo dopo passo, mano nella mano, ad imparare come gestire correttamente il tuo studio, come pianificare le sessioni di studio giornaliere, settimanali, mensili. (4:25 - 4:36) Intanto tu parti dal presupposto che otto ore sono il limite massimo. Nessuna attività intensa come lo studio può essere sostenuta per più di un terzo della nostra giornata senza interruzione. Assolutamente. (4:36 - 5:00) Una buona stima potrebbe essere quella di studiare dalle 4 alle 6 ore al giorno, comprese le pause di cui parleremo tra poco, dividendo l'impegno in una sessione da 3 ore alla mattina ed una sessione da 3 ore al pomeriggio. In generale bisognerebbe cercare di restare in questo range, poi qualche volta capiterà anche di sforarlo e di dover studiare un po' di più. Un altro concetto fondamentale è poter contare su almeno un giorno intero di pausa complessivo alla settimana. (5:01 - 5:18) Potrà essere un'intera giornata o due mezze giornate, a tua scelta, come preferisci. Quello che devi capire immediatamente è che lo studio non è uno sprint e non è uno sport di velocità, ma è una maratona. Una maratona che dovrai correre per giorni, settimane, mesi, anni, e non puoi permetterti di collassare prima della linea di fine gara. (5:18 - 5:32) Quindi, magari la domenica, tenitela per rilassarti completamente o al massimo fare un'oretta di ripasso complessivo, ma ripasso, non studio. A proposito, impareremo più avanti in questo corso qual è la differenza tra il ripasso e lo studio. Ti assicuro che è una differenza sostanziale. (5:33 - 5:55) Devi anche considerare che la pianificazione dello studio varia anche da persona a persona. Conosco studenti capaci di rimanere concentrati ore, ore, ore, e per loro magari una sessione di 4 ore alla mattina e 4 ore al pomeriggio, quindi in totale 8 ore di studio in una sola giornata, è assolutamente fattibile. Se sei uno di quegli studenti, beh, complimenti a te, io non sono mai riuscito a gestire 8 ore in maniera veramente efficace. (5:55 - 6:19) In generale, quindi, considera nell'equazione anche l'aspetto personale, la tua personale capacità di rimanere concentrato. Puoi aumentare le ore dedicate allo studio, ma ricorda di farlo sempre gradualmente, non triplicarle di colpo, altrimenti fallirai nel tentativo con tutta la frustrazione che ne consegue. Quindi ricapitolando, per la domanda quanto studiare, la risposta è dipende, dipende dalle situazioni, ma comunque mai troppo. (6:19 - 6:53) Mi capita continuamente di vedere, specialmente in facoltà particolarmente problematiche come medicina o ingegneria o giurisprudenza, studenti accumulare sessioni di studio pesantissime e poi scoppiare, non riuscire più a dormire di notte per via dello stress, finire con il saltare un'intera sessione di esami magari. Ecco, se sei in questa situazione, stai studiando troppo. Considera di ridurre il numero di ore giornaliere, quello che conta è il bilancio complessivo finale, è arrivare ad avere una preparazione solida per il momento in cui verrai valutato, non bisogna esaurire completamente le proprie forze o non si riuscirà a proseguire col proprio percorso. (6:53 - 7:27) E vediamo così finalmente alla seconda domanda, e cioè, quando studiare, esistono dei momenti preferenziali per studiare? Sicuramente sì, ci sono quantomeno due momenti della giornata particolarmente produttivi, e poi un terzo da valutare. Il primo momento della giornata produttivo è quello della mattina, in un intervallo di tempo che vada circa un'ora dopo che ci siamo svegliati, perché abbiamo sempre bisogno di almeno un'oretta per carburare, far colazione, toglierci di dosso quella nebbia che ci lascia la notte, fino all'ora di pranzo. Quindi, ipotizzando che tu ti svegli alle 8, puoi cominciare a studiare alle 9 per esempio e poi smettere intorno all'1. (7:27 - 7:39) 4 ore totali. Sono tante, ma si può fare, puoi sfruttare al massimo le tue capacità cognitive essendo fresco dopo la notte di sonno. E non è un caso che le lezioni universitarie siano spesso concentrate proprio in questa fascia oraria. (7:39 - 8:04) Il secondo momento della giornata è quello che vada due ore dopo il pranzo fino all'ora di cena. È importante evitare di mettersi sui libri subito dopo mangiato, perché il nostro cervello non funziona al massimo, c'è un picco negativo di capacità di concentrazione e di potenza cerebrale dovuto ai ritmi circadiani e ai vari influssi della digestione. Quindi, in generale, studiare alle 2 del pomeriggio con 3 etti di pasta alla carbonara o lo stinco al forno sullo stomaco non è proprio una buona idea. (8:04 - 8:21) La terza parte della giornata che dobbiamo prendere in considerazione è quella della sera e della notte, diciamo dopo aver cenato, quindi dalle 21 fino magari a mezzanotte. Si può studiare in queste parti della giornata? Beh, in realtà sì e no. Cercherò di chiederti bene i motivi, per cui propendo per il no. (8:21 - 8:52) No, perché non si devono mai sacrificare ore di sonno per studiare, mai, piuttosto ci svegliamo prima la mattina dopo o ritagliamo il tempo durante la giornata, sacrificando magari il cazzeggio sui social network, ma mai, mai, lasciamolo dire ancora un'altra volta, mai sacrificare il sonno per studiare. Quindi le notti sui libri, scordatele, sono pessime, non sono soltanto inutili, sono attivamente controproducenti per la tua preparazione. Nelle ore iniziali della sera non è comunque una buona idea dedicarsi allo studio vero e proprio, mentre il ripasso può essere un ottimo strumento, un'ottima idea. (8:52 - 9:10) Perché ti dico questo? Beh, immagina che nella tua mente abiti un omino, un piccolo omino che durante il giorno quando studi ha una funzione, quella di aprire la porta perché gli arrivino i pacchi da Amazon. Riutilizzeremo tra l'altro questa metafora più avanti nel corso. Comunque, i pacchi di Amazon sono ovviamente le informazioni che incameri studiando. (9:10 - 9:47) Lui riceve questi pacchi, suonano il campanello, apre la porta, prende il pacco, lo appoggia per terra, eccetera. Ecco, il compito dell'omino durante la sera e durante il sonno soprattutto è quello di compilare la lista degli acquisti ricevuti, mettere a posto i pacchi che ha ricevuto durante la giornata, sistemarli nei giusti scaffali e quindi categorizzarli ed etichettarli. Se mentre l'omino è lì che sta mettendo a posto in magazzino i suoi pacchetti di Amazon, permettendoti di consolidare ciò che hai studiato, il campanello continua a suonare e continuano ad arrivare nuovi pacchi, l'omino è costretto a fare su e giù dal magazzino, a correre come un matto, ricevere i nuovi pacchi, riportarli, poi tornare al campanello, metterli a posto, interrompersi, eccetera, eccetera. (9:47 - 10:04) Un casino. Alla fine quello che succede è che la qualità del suo riordino scende pian pianino, alcuni pacchi non riuscirà a metterli a posto, finiranno accumulati sul pavimento o addirittura buttati via il giorno dopo. Quindi questa metafora che cosa ci dice? Che sono ossessionato dai corrieri Amazon che mi portano pacchi a domicilio? Certamente. (10:04 - 10:42) Ma soprattutto ci dice che insistere e incamerare nuove informazioni durante la sera non è una buona idea. Incamerare nuove informazioni di sera sovraccarica il sistema, gli impedisce di svolgere le sue funzioni riorganizzative al meglio. Ma perché invece ripassare o svolgere degli esercizi non rompe il meccanismo dell'apprendimento, anzi lo facilita? Perché è come se durante la fase di sistemazione dei pacchi, mentre l'omino è lì che sta lavorando per mettere le sue etichette e sistemare sugli scaffali, tu gli stessi contemporaneamente leggendo l'elenco di quello che avete imparato, quindi l'elenco dei pacchi che ha ricevuto durante il giorno, facendogli ripassare la sua lista e gli spiegassi bene la funzione di ogni pacco e del suo contenuto. (10:42 - 11:01) Ed ecco che quindi questo ripasso e questo esercizio facilita il lavoro dell'omino invece che ostacolarlo. Un altro elemento fondamentale per capire quando studiare è la nostra predisposizione naturale. Ognuno di noi ha degli orari preferenziali in cui gestisce il sonno e la veglia, e questo influenza la nostra capacità di rimanere attenti e di essere pronti per studiare. (11:01 - 11:39) La prima cosa che devi fare è un esercizio che ti assegnerò alla fine di questo video, devi determinare quali sono i tuoi momenti della giornata preferenziali sulla base dello schema generico che ti ho delineato. Come fare a determinarlo? Che cosa succede quando vieni lasciato completamente libero in vacanza? A che ora vai a letto e a che ora ti svegli naturalmente, senza sveglia, senza fretta, senza niente? Ecco io per esempio se vengo lasciato allo stato brado senza una sveglia e senza nulla da fare, tendenzialmente vado a letto intorno all'una e mi sveglio intorno alle nove e mezza, dormendo le mie otto ore e mezza piene in quella fascia di giornata. Io sono molto produttivo intorno alle dieci di sera, mentre comincio a perdere concentrazione dopo le undici. (11:39 - 12:07) Quindi so che sarei abbastanza in forma per ripassare intorno alle dieci, ma non potrei farlo alle undici e mezza. Il mio ritmo personale mi porta anche a capire che le ore iniziali della giornata, quindi quelle dalle sette alle nove di mattina, non sono al massimo delle mie capacità e quindi dovrei inserire le mie sessioni di studio dalle dieci magari fino all'una e mezza e poi al pomeriggio dalle sedici alle diciannove o alle venti per essere produttivo al cento per cento. Questa consapevolezza mi aiuta a decidere quando e cosa fare. (12:07 - 12:35) Quindi cerca anche tu di capire quali siano i tuoi momenti migliori, le tue preferenze naturali quando non sei schiavo della sveglia e cerca di adattare il tuo ciclo di studio il più possibile a questi tuoi orari. Non sempre sarà possibile poter studiare nelle ore perfette, le tue preferite, a volte bisognerà scendere a compromessi, fare dei sacrifici, ma l'importante è cercare sempre di avvicinarsi al tuo ideale di giornata di studio, nei giusti orari e senza stress. Arriviamo ora alla terza domanda che ci siamo posti all'inizio. (12:35 - 12:54) Quanto ha lungo studiare? Quanto prolungare le nostre sessioni di studio? La risposta breve è non studiare mai troppo a lungo. Ancora una volta sembra una banalità, ma nasconde una realtà ben più profonda. La nostra capacità di rimanere concentrati, specie se stiamo facendo qualcosa di davvero complesso, è in realtà molto più ridotta di quello che siamo soliti pensare. (12:54 - 13:03) Ci sopravvalutiamo un po'. Quindi se sei abituato a pensare, va bene, ora faccio una bella sessione di studio di due ore consecutive, poi mi faccio una pausa, ti stai sbagliando. Di brutto. (13:04 - 13:19) Due ore sono decisamente troppe? Sempre. A tutti noi piacerebbe che la nostra capacità di rimanere attenti fosse descrivibile come una linea retta, dritta. Mi metto a studiare in questo momento, finisco di studiare in quest'altro momento e la mia capacità di concentrazione rimane inalterata nel tempo. (13:19 - 13:31) Poi smetto e sono a posto. Purtroppo però così non è. La nostra capacità di rimanere attenti è più simile invece a una curva, a un'onda che procede in questo modo. Ci saranno dei momenti nella tua sessione di studio in cui sei al top. (13:31 - 13:52) E possiamo chiamare momenti alfa. E sono quei momenti in cui leggi il libro e TAC, tutto è facile, tutto è semplice da capire, avanzi nelle pagine con sicurezza e senti che lo studio sta davvero funzionando. Pian piano però, mentre ti stanchi, scenderai sempre di più fino ad arrivare al livello Z. Aumenta la distrazione, ti interrompi, rallenti, fai più fatica, capisci meno. (13:52 - 14:19) Avrei dovuto chiamarlo momento omega per essere coerenti, ma ho scelto la Z perché mi ricorda lo zombie, e cioè un mostro senza cervello affamato di cervelli altrui che si trascina senza ottenere dei grossi risultati. Tra l'altro incontreremo lo zombie più avanti nel castello, insieme ad altri mostri, ma ne riparliamo che non voglio anticiparti troppo. In ogni caso, quando arrivi a livello Z di zombie, sei davvero stanco e lì hai solo due strade davanti a te, tenere duro o fermarti. (14:19 - 14:58) La prima strada è la strada dello studente stacanovista, il scecchione, quello che vuole lavorare veramente duro, che dice, sì, io sono stanco, sono ormai uno zombie, ma porca miseria sono motivatissimo e vai, continuo a studiare, ci do il massimo perché voglio spremermi fino all'ultima goccia, dai dai dai, bene bene, bravo bravo, devo dire la verità, ammirazione totale, ma il piccolo problema è che questa strategia non funziona. Confondi le speranze con la realtà. Ti sarà sicuramente capitato di avere quelle sessioni di studio in cui leggi, sottolinei, studi, rileggi, risottolinei, poi arrivi alla fine, dopo un'oretta, e pensi, ma che cosa ho fatto? Io non ricordo assolutamente niente, è come se fossi finito risucchiato in un buco nero. (14:58 - 15:28) Ecco, molto probabilmente ti trovavi nello stato di zombie e hai continuato a studiare. La verità è che nessuna quantità di motivazione né di autodisciplina può sopperire alla stanchezza mentale, quella vera, ma non si è veramente stanchi, bisogna riposare, e quindi chi sceglie la strada dello stacanovista studiando 20 ore al giorno, in realtà quello che sta facendo è buttare via il proprio tempo perché non riuscirà mai a ottenere il massimo da quelle ore. Studierà in modo veramente inefficace e questo porterà a buchi nella preparazione e a un aumento incredibile delle tempistiche sul lungo periodo. (15:29 - 15:36) Pagherà caro il prezzo della sua testardagine. Quindi, se vuoi studiare bene e con velocità, devi fare delle pause. La seconda opzione. (15:36 - 16:08) Ma se ti stai chiedendo quanto devo fare pausa quando arrivo a livello zombie, la risposta purtroppo è MOOOOOLTA pausa, perché quando ti sei stancato a fondo e sei diventato uno zombie, avrai bisogno di quasi altrettanto tempo di quello che hai impiegato per studiare per recuperare le tue capacità e le tue energie. E quindi, se hai studiato 2 ore e ti sei stancato, dovrai riposare almeno un'ora, un'ora e mezza. Il problema è che in un'ora e mezza di pausa ci si dimentica quello che non si era salvato, un po' come quando chiudi un documento in modo inaspettato sul computer e devi poi ricominciare da capo, riavviare il programma. (16:08 - 16:27) Ma questo ti porterà via minuti preziosi quando comincerai di nuovo a studiare. Ma come fare allora per evitare di diventare uno zombie e sprecare così tanto tempo? La soluzione che ti consiglio è quella di brevi sessioni di studio, molto intense, intervallate da brevi momenti di pausa. Chiariamo però che cosa significa pausa e che cosa significa studio. (16:27 - 16:49) Quando parlo di studio intendo l'immersione totale, la focalizzazione e l'utilizzo delle metodologie che vedrai in questi video, nelle nostre stanze del castello, la concentrazione massima. Non il passare gli occhi sul testo, così, senza farsi troppe domande, perché semplicemente leggiucchiare qua e là non è un'attività che ti sforza. Quella sì che la puoi fare per 8 ore senza problemi, anche per 12 se è per quello. (16:49 - 17:06) Io quando parlo di sessioni brevi di studio intendo studiare in maniera efficace, soprattutto facendo girare le rotelle della mente. Per pausa, al contrario, intendo qualcosa di completamente rilassante. Quindi attenzione, pausa non significa necessariamente qualcosa di divertente, a volte anche quello che ci diverte è molto stancante. (17:06 - 18:11) Io per esempio amo i videogiochi, amo il ragionamento, amo gli scacchi, la lettura, i giochi da tavolo, ma certo fare pausa dallo studio facendosi una partita intensa a scacchi, attaccando un videogioco difficile o un sudoku di livello infernale non è che sia una buona idea, perché sono tutte attività che tengono in movimento la mente accesa, deve sforzarsi ed utilizzare le proprie energie. La pausa invece, quella vera, è qualcosa di rilassante in cui non stiamo sforzando il nostro sistema. E quindi che cosa nel concreto? Cazzeggiare sui social network, magari guardarsi le notifiche di whatsapp, buttarsi sul divano, ma stai attento però, perché è un attimo allungare i tempi delle sessioni di pausa quando siamo incartati nei social, 5 minuti diventano facilmente 50, e allora forse sarebbe meglio mangiarsi qualcosa, farsi una passeggiata, fare una telefonata, fumare una sigaretta se fumi, ma ti sconsiglio di farlo ovviamente, non fa bene fumare, versi un caffè, fare zapping sulla tv, guardarsi qualcosa di buffo su youtube, magari guardarsi un video di adc, qualcosa del genere insomma, un'attività che non sia particolarmente intensa, né particolarmente stancante, o anche soltanto, riposarsi su una poltrona per 5 minuti. (18:12 - 19:05) Per quanto riguarda le tempistiche delle pause, ti offro due modelli possibili di riferimento per i cicli di studio e di pausa. Il primo modello è quello chiamato tecnica del pomodoro, un grande classico, tutti la conoscono ma praticamente nessuno la applica davvero, sono sicuro che lo avrai già sentito, ti allegherò un pdf gratuito proprio su questo, scritto dal suo creatore Francesco Cirillo, un italiano che ha scelto questo nome prendendo spunto da questi timer da cucina a forma di pomodoro. La tecnica consiste in 25 minuti di attività intensa, veramente molto focalizzata, alternati a 5 minuti di pausa totale, e in tutto quindi un pomodoro dura 30 minuti, in una sessione puoi fare 4 pomodori e quindi 25 e 5, 25 e 5, 25 e 5, 25 e 5 e poi ti fai una pausa più lunga che può essere di 20 minuti o addirittura di mezz'ora, 4 pomodori quindi costituiscono 2 ore totali di studio, pause comprese, comodo anche per organizzare i tempi. (19:05 - 19:40) Il secondo modello dedicato a chi magari è più capace di rimanere attento a lungo è quello del pomodoro doppio e quindi 50 minuti di concentrazione assoluta di studio alternati a 10 minuti di pausa, in questo caso la tua sessione di studio durerà 2 pomodori doppi per un totale sempre di 2 ore di studio, e poi una pausa un po' più lunga. Entrambi questi modelli sono efficaci, efficienti e provati, funzionano, per cui puoi scegliere la tempistica che preferisci o addirittura alternare le due modalità. Io ad esempio per quanto riguarda la prima sessione della giornata, quella in cui sono più carico in assoluto, magari la faccio con il doppio pomodoro, 50 minuti, 10 di pausa, ripetuto per 2 volte. (19:40 - 19:53) La sessione pomeridiana invece la faccio con la tecnica del pomodoro semplice, 25 minuti, 5 di pausa. Insomma dovrai fare un po' di esperimenti, prove ed errori per capire quale sia la struttura migliore per te. Non diventare un assolutista, sperimenta pure. (19:53 - 20:13) Alcuni miei studenti usano dei pomodori intermedi, magari da 35 minuti di studio e 7 di pausa per esempio. E va benissimo così, nessun problema. Si possono fare anche dei piramidali, parti da 50 poi 35 poi 25, delle alternanze, insomma quello che meglio si adatta a te, alla tua personalità, alla tua giornata, al tuo gusto, alla tua situazione. (20:13 - 20:34) La struttura dell'alternanza tra focalizzazione totale e pausa ci sarà molto utile anche per migliorare la comprensione degli argomenti complessi. Ci torneremo alla fine del secondo piano. Ricordati però di utilizzare un timer, anche non uno di questi ma uno con il cellulare elettronico, perché trasformare la sessione in 50 minuti di pausa e 10 di studio è facilissimo. (20:34 - 20:49) Avere un timer che ti dice quando è ora di interromperti, di fare pausa, di riprendere a studiare è veramente molto importante. Rimani anche flessibile. Se suona il timer della fine della sessione di studio ma ti mancano 4 righe per finire il paragrafo, il capitolo o l'esercizio, beh, finiscilo e poi fai la pausa di un minuto più lungo. (20:50 - 21:08) O se ad esempio finisci la pausa e stai scrivendo un messaggio, non è che lo devi mollare a metà a far cadere il telefono. Si tratta comunque di tempistiche biologiche, per cui se invece di 5 minuti sono 5 minuti e 25 secondi, non cambia niente. Chiediamo una cosa, la ripeto più volte perché è veramente fondamentale e spesso gli studenti sottovalutano la sua importanza. (21:08 - 21:19) Le pause non sono un optional. Le pause fanno parte integrante del metodo di studio per cui tu hai appena pagato. Se le ignori, stai ignorando una parte fondamentale del sistema ADC. (21:19 - 21:30) Non ti lamentare poi se rallenti, fatichi e perdi di efficacia. Devi sempre, in ogni caso, alternare studio e pause, altrimenti le tue giornate diventano meno produttive. Semplicemente. (21:31 - 21:51) Magari quando stai studiando, interromperti per fare pausa ti fa sentire in difficoltà, magari c'è quella vocina nella tua testa che parla e che ti dice vai avanti, studia altre 3 pagine, altre 4 pagine, studia altre 5 pagine prima di fare la pausa, vai ce la fai. Non ascoltare quella vocina, quella è la voce della paranoia. Tu devi fare pausa, è obbligatorio. (21:51 - 22:08) E se stai pensando ma se invece... No, fai pausa e fallo secondo lo schema che ti ho spiegato, altrimenti quello che succede è sempre, inevitabilmente, una perdita di efficacia e una lenta e inesorabile discesa verso lo stadio di zombie. E ti assicuro che non vuoi essere uno zombie. Riassunto finale. (22:08 - 22:36) Nel concreto quindi, in generale i miei primi consigli sul tempo sono questi. Gestisci la quantità di studio nelle tue giornate in modo sensato e sostenibile sul lungo periodo, non troppe ore, tenendoti un giorno alla settimana per fare pausa completa e mantenendo nel tempo un ritmo che possa permetterti di vivere senza troppo stress. Gestisci gli orari di studio secondo lo schema che ti ho dato e che troverai riassunto nel pdf alla fine del video, e quindi alla mattina, al pomeriggio lo studio e alla sera il ripasso secondo i tuoi ritmi normali e le tue preferenze. (22:37 - 22:52) Gestisci il tempo con sessioni immersive di studio alternate a pause secondo lo schema del pomodoro o del pomodoro doppio o di quelle versioni intermedie che ti ho spiegato. Prendi il controllo del tempo. Prendi il controllo del tuo orologio e prenderai il controllo del tuo metro di studio. (22:53 - 23:18) Puoi fidarti. Sarai completamente padrone di quello che sta succedendo, delle tue giornate, saprai stabilire quando studiare, quanto studiare, quanto a lungo studiare, senza problemi, senza stress, ottenendo il massimo risultato dal tuo sforzo cognitivo e trasformando il tuo studio in un'attività competitiva di alto livello veramente efficace. Troverai una tabella riassuntiva delle tre domande a cui abbiamo risposto in questo video e ti assegno a questo punto una serie di esercizi. (23:18 - 23:49) Il primo esercizio è quello che ti dicevo all'inizio, quello di valutare naturalmente la tua preferenza personale in termini di momenti di studio. Il secondo esercizio è quello invece di implementare fin da adesso il tuo ciclo, la tua alternanza di studio e pausa secondo il pomodoro, il pomodoro doppio e tutto il resto. Fai fin da subito degli esperimenti per individuare quale sia l'alternanza migliore per te, magari poi scrivicela nella community di Facebook dove possiamo parlare, confrontarci e cercare di capire insieme in che modo puoi applicare queste tecniche in maniera perfetta per adattarsi alle tue giornate. (23:49 - 24:12) Terzo esercizio che ti assegno è quello di stabilire quanto studiare in una giornata, stabilire un obiettivo generale. Nella prossima lezione affronteremo un tema veramente molto interessante, quello del confronto tra lo spacing e il cramming e quindi di come gestire la preparazione dell'esame o del test o di qualunque altra scadenza. Scopriremo se conviene studiare come dei pazzi a ridosso della scadenza o spalmare lo studio nel tempo. (24:12 - 24:24) In questo video abbiamo comunque posizionato un altro importante tassello del mosaico del nostro metodo di studio, la conquista del tuo tempo e delle tue giornate. Ci vediamo nella prossima stanza del castello, la stanza della bilancia. 2 Spacing vs cramming (0:09 - 4:25) Benvenuta o benvenuto nella stanza della bilancia, dove ti troverai di fronte alla prima grande scelta dello studio. La prima opposizione, il primo dualismo. Sì, perché il metodo di studio è anche una questione di scelte, di decisioni su quale modello strategico vuoi portare avanti nella tua preparazione. In questa lezione, nello specifico, affronteremo un argomento cruciale. La differenza tra spacing e cramming, distribuzione e accumulo, due approcci completamente opposti alla gestione dei tempi di studio, lo yin e lo yang dello studio. La differenza tra spacing e cramming e le loro caratteristiche tiene in equilibrio l'intero processo di apprendimento. Cercheremo quindi di capire quali siano effettivamente le differenze tra queste due diverse strategie e come esse possano influenzare il tuo intero percorso di preparazione. Non si tratta infatti di una decisione da prendere alla leggera, senza mettere in conto le conseguenze. Sarà fondamentale avere in mente fin dall'inizio che strada vogliamo seguire, per poi portarla avanti con cognizione di causa. Scendiamo nel concreto. Si definisce spacing l'atto di segmentare l'apprendimento, distribuirlo in tante diverse sessioni in un arco di tempo maggiore, portandolo avanti poco per volta, favorendo nettamente la continuità e la costanza sulla quantità e l'intensità. Lo spacing è lo stile preferito e suggerito dalle mamme e dai papà di tutto il mondo, che quando ancora andavamo a scuola ci dicevano studia un po' tutti i giorni invece che accumulare lo studio vicino alla verifica o il giorno prima. Se abbiamo 7 ore di studio da portare a termine in una settimana, quindi, è meglio distribuire un'ora al giorno che accorparne 7 in un giorno e le ricerche scientifiche in merito sono schiaccianti. Il cramming invece è l'esatto opposto, lo stile preferito dagli studenti cazzoni di tutto il mondo, l'accumulo totale. Si predilige l'intensità e l'accorpare sedute di studio lunghe e immersive a ridosso della scadenza, che può essere l'esame, il concorso, il test o qualsiasi altra cosa. Ore e ore sui libri, ininterrotte per ottenere il massimo del risultato possibile nei pochi giorni a disposizione, in pieno stile full immersion. Partiamo subito da una constatazione. Entrambi gli stili, spacing e cramming, presentano dei benefici e degli svantaggi, per quanto la bilancia, come scoprirai tra poco, penda decisamente a favore di una parte. Per quanto riguarda la pura qualità dell'apprendimento, la scienza dà ragione a mamma e papà. Lo spacing è lo stile che garantisce il miglior ricordo a lungo termine, la formazione di vere conoscenze e competenze, una maggiore interiorizzazione di quanto imparato e un tasso di comprensione e approfondimento decisamente maggiore. Chi studia secondo lo spacing, si ricorderà più a lungo quello che ha studiato, godrà di una preparazione più solida e vivrà a lungo termine il processo di studio con meno ansia e meno stress. Anche sul piano del benessere psicofisico dunque, oltre che dell'efficacia ed efficienza, lo spacing vince a mani basse, sempre e comunque. Il cramming però ha un paio di assi nella manica che non si possono negare. In primo luogo la velocità e in secondo luogo un certo effetto positivo sul risultato in termini di voto. Sì perché l'accumulo full immersion ha il vantaggio di massimizzare a breve termine e in determinati contesti le vostre chance nel test. L'intensità e la specificità della preparazione vi tengono carichi, pronti, freschi e reattivi per affrontare l'esame nel modo migliore possibile. Quindi abbiamo da una parte la qualità a lungo termine, dall'altra la possibilità di ottenere un risultato migliore a breve termine, che pagheremo però al prezzo di dimenticarci quasi sicuramente tutto quello che abbiamo studiato, non avendo lasciato al nostro cervello il tempo necessario di consolidare quanto ha appreso e di sviluppare una vera conoscenza e competenza. È per questo che poi gli studenti che fanno del cramming uno stile di vita, nove volte su dieci, si ritrovano a non ricordare più nulla dopo solo qualche settimana e se per caso falliscono ugualmente l'esame sono costretti a ricominciare da capo con lo studio, come se non avessero mai affrontato prima quell'argomento. E io lo so che cosa stai pensando in questo momento, ti leggo nella mente, pensi che tutto sommato sì la conoscenza è una bella cosa, ma quello che ti interessa davvero è prendere un buon voto. E aspetta, perché non è finita qui, c'è un altro elemento da aggiungere a questo puzzle prima di prendere una decisione. (4:25 - 8:25) Il cramming esige un altro costo, un costo di stress e affaticamento con ricadute pesantissime sull'umore e sulla capacità di portare avanti lo studio per anni. Il cramming è la strada maestra per l'esaurimento, il cosiddetto burnout, che porta dritto al fuoricorso o al blocco o alla rinuncia. Ricordati il concetto che abbiamo già affrontato, l'apprendimento è uno sport di resistenza, una maratona, non uno sprint. Dobbiamo essere in grado di sostenere il ritmo a lungo, altrimenti rischiamo di crollare e di non riuscire ad arrivare al nostro traguardo. Per questo, a prescindere da quanto ci importi la vera conoscenza e quanto il risultato del voto, è sempre sconsigliabile adottare il cramming come strategia unica e preferenziale. Ma allora, qual è la soluzione definitiva? Devo ammetterlo, ti ho un pochino preso in giro, ti ho presentato queste due alternative, spacing e cramming, come se fossero binarie e inconciliabili. In realtà, la scelta a cui ti voglio far arrivare è una scelta di compromesso, con la bilancia in perfetto equilibrio. Ecco quello che faremo. Adotterai lo spacing come prospettiva di base, come approccio e quindi studierai con costanza, tutti i giorni, un po' alla volta, ma sfrutterai anche il cramming, aumentando progressivamente l'intensità dello studio nelle settimane precedenti, arrivando a una full immersion finale. Inoltre, eseguirai il cramming in gran parte solo nel ripasso finale, in modo da non forzare troppo la mente con uno studio frettoloso. Portare avanti lo spacing garantirà una preparazione di qualità e alleggerirà il carico di stress. Aumentare l'intensità fino ad arrivare a un cramming di ripasso negli ultimi giorni ti preparerà al meglio, facendoti arrivare lucido, mirato, potente al giorno della valutazione, ma senza esigere un prezzo troppo caro. L'intensità del cramming di ripasso poi non sarà mai eccessiva, perché come ti spiegherò più avanti nel nostro castello, le modalità di ripasso saranno rapide, efficienti, coinvolgenti. Non stiamo parlando di leggi e ripeti, per capirsi. Spacing e cramming insieme, per ottenere la strategia perfetta, una scelta da tenere sempre a mente quando pianificheremo nel concreto le tue sessioni di studio. Lo vedremo nelle prossime stanze. In più, ti do anche un'altra anticipazione, torneremo a sfruttare il principio dello spacing più avanti nel nostro metodo, nella fase finale, perché sarà su di esso che saranno basati i ripassi programmati. Ma basta, non voglio mettere troppa carne al fuoco, questa stanza della bilancia deve essere molto rapida e dritta al punto. Nella mia vita ho sperimentato entrambi i due approcci. Quando ho cominciato il mio percorso universitario, e ancora prima alle superiori, ero un adepto del cramming selvaggio e disperato, mi prendevo sempre all'ultimo momento e tiravo avanti con la spinta che veniva dal terrore e dall'adrenalina della full immersion. Avevo anche ottimi risultati, ma mi sono esaurito in fretta e di quel periodo non è rimasto niente e il contenuto di quegli esami è andato perso, svanito nel nulla, come lacrime nella pioggia. E poi mi sono piantato per l'esaurimento e sono finito in fuoricorso. E' stato quando ho incontrato argomenti più interessanti e ho cercato di tirarmi fuori dalla situazione di esaurimento in cui mi ero cacciato, che ho scoperto lo spacing, ho cominciato ad approfondire la scienza in merito e ho visto la differenza di qualità che un approccio più distribuito consentiva. Con il tempo, con la ricerca, la sperimentazione, sono arrivato a combinare i due metodi e la mia abilità di studente ha fatto un salto di qualità sorprendente, ottenendo risultati eccellenti senza mai sacrificare la mia sanità mentale e mantenendo nella mente quanto avevo imparato. Ho visto poi questa stessa strategia applicata con successo innumerevoli volte da corsisti e studenti che ho seguito negli anni e ti garantisco che non c'è nulla di più efficace, devi solo applicarla. Per riassumere quindi, la nostra scelta tra spacing e cramming è stata risolta con una combinazione delle due modalità, prendendo il meglio da entrambi i mondi. Niente male, direi, per questa volta ce la siamo pure cavati abbastanza in fretta. Certo, questa era la teoria, rimane da trasportare questi principi nella pratica dello studio della pianificazione quotidiana. Lo faremo presto e ora proseguiamo che ne abbiamo di cose da discutere in questo primo piano. 3 Frequenza o non frequenza delle lezioni (0:09 - 3:34) Benvenuta o benvenuto nella stanza binaria, dove ti troverai di fronte a un'altra scelta, dopo quella tra spacing e cramming che hai affrontato nella stanza precedente, quella della bilancia. Stavolta qui affrontiamo la scelta se frequentare o meno le lezioni all'università. Ti anticipo già che questa volta, al contrario della scelta precedente che abbiamo visto, la strada intermedia, come vedremo, non è realmente disponibile e infatti sarà questa anche una lezione abbastanza breve. Ma andiamo per gradi, anche questa è una scelta strategica di grandissima importanza per gli studenti, che troppo spesso viene lasciata al caso. Io ad esempio, quando andavo all'università, sceglievo se frequentare o meno le lezioni a seconda di quanto mi piacevano, di come mi svegliavo la mattina, di quanto simpatico era il professore, di quante serie tv arretrate avevo da recuperare. E indovina un po', non è stata una grande idea e mi ha portato a ritardi negli esami e difficoltà impreviste. La mia posizione, il consiglio che voglio darti, è quella per cui frequentare è quasi sempre meglio che non farlo, ma che in ogni caso devi scegliere con cognizione di causa. Ora, partiamo da questo. Frequentare le lezioni ti permette di assorbire informazioni in più sull'esame o il test e individuare gli argomenti più importanti su cui prestare maggiore attenzione. Ti permette poi di acquisire informazioni direttamente dal professore e dai tuoi compagni, ti mette in condizione di avere accesso ai materiali del corso senza ritardi, contribuisce a farti comprendere meglio l'argomento guardandolo da un punto di vista differente da quello del libro e poi, se segui nel modo corretto e produci appunti in modo efficace come ti insegnerò a fare nel quarto piano del castello, mette in atto automaticamente il principio dello spacing che abbiamo discusso nella stanza della bilancia. Non frequentare, al contrario, a meno di rari casi di disciplina assoluta e ferrea, punta dritto verso il cramming e facilita la procrastinazione perché per settimane e mesi non abbiamo alcun contatto con la materia. E non sottovalutare poi il fatto che non frequentare è un modo un po' anche per isolarsi e non è bello isolarsi, vivere la vita universitaria è comunque un aspetto importante, aggiungere l'elemento sociale di confronto per l'appunto e di partecipazione può essere molto molto importante per il tuo benessere psicologico e psicofisico. La non frequenza inoltre spesso ha conseguenze di aumento del materiale di studio, ci sono dei libri in più per chi prepara gli esami da non frequentante e come se non bastasse i professori tendono a prediligere chi ha assistito alle loro lezioni. Non dovrebbero, ma sono umani e purtroppo succede. Ma che cosa accade se il nostro insegnante è un incapace, è del tutto impossibilitato a fare una spiegazione sensata o a organizzare una lezione? Che cosa succede se non fa altro che leggere dal libro o dalle slide in modo robotico senza aggiungere assolutamente niente? In quel caso hai due opzioni, puoi andare ugualmente a lezione e sfruttare quelle ore per farti un'idea della materia o prenderti avanti sul programma, oppure puoi non frequentare. Talvolta quando le lezioni sono davvero inutili la non frequenza è un'opzione da considerare, tuttavia se decidi di seguire questa strada sii doppiamente attento alla questione dello spacing e usa quelle ore in più che hai per organizzare uno studio progressivo e costante secondo quello di cui abbiamo già discusso prima. Non dovresti mai arrivare in sessione d'esami che non hai almeno iniziato a studiare un pochettino. Se stai valutando la non frequenza a causa dell'inettitudine del professore accertati del fatto che la tua valutazione sia realmente oggettiva e non sia viziata da altri fattori come la simpatia o l'antipatia per l'insegnante o il suo stile di insegnamento o la pigrizia, il pregiudizio, la pressione sociale o le opinioni di altri studenti. (3:35 - 5:18) Frequenta in ogni caso qualche lezione prima di decidere, se scegli poi di non andare a lezione devi essere maledettamente sicura o sicuro che davvero quello sia tempo sprecato che puoi mettere a frutto in un altro modo. Se è solo invece una questione di voglia o di gusto stai commettendo un errore che potresti pagare caro. Parlo per esperienza. Scendiamo nel dettaglio ora del metodo specifico di valutazione che io ti consiglio. Ho preparato una tabella che troverai piuttosto semplice da compilare e utilizzare. È lo stesso tipo di esercizio che hai già visto anche in altre stanze in cui assegnerai ad ogni parametro un punteggio e più alto sarà questo punteggio e più sarà consigliabile frequentare quelle lezioni specifiche. Qui mi limito a elencarti e spiegarti rapidamente i vari parametri da tenere in considerazione. Per prima cosa gli argomenti. Se gli argomenti trattati nel corso sono di grande interesse, importanza e utilità per il tuo percorso di studio, le tue passioni e il futuro che immagini. Il secondo parametro sono i materiali aggiuntivi per i non frequentanti. Se è previsto quindi uno svantaggio in termini di programma per chi non frequenta. Terzo parametro al contrario i benefici per i frequentanti come l'accesso ad esami parziali, un programma ridotto magari spostato di più sugli appunti, una distribuzione degli appelli più favorevole, dei materiali aggiuntivi forniti solo a lezione, cose del genere. E poi le informazioni in più sull'esame e il programma che puoi raccogliere. Valuta quindi con attenzione se sono il tipo di lezioni che consentono di capire meglio che cosa verrà chiesto all'esame oppure no. Altro parametro è il programma in sé e aggiungerei io il contenuto di insegnamento. Quello che viene detto a lezione è più chiaro, più approfondito, più specifico rispetto ai manuali o le altre fonti di studio. L'insegnante aggiunge qualcosa o si limita a scorrere pagine o slide in modo meccanico. E poi l'esclusività. (5:18 - 5:27) Frequentare queste lezioni si sovrappone ad altri corsi e ti costringe quindi a scegliere oppure puoi andarci tranquillo. Ho perso il conto dei parametri ma andiamo avanti. La pratica. (5:28 - 11:12) Durante le lezioni vengono svolte esercitazioni, simulazioni, test, prove varie che ti aiutano nel mettere alla prova la tua preparazione prima dell'esame. Ancora il gruppo. Andare a lezione ti consente di conoscere colleghi e compagni, confrontarti, magari organizzare seduto di studio collettivo e di ripasso? L'insegnante stesso è bravo, è coinvolgente, è capace, è organizzato? Ultimo parametro, l'organizzazione stessa delle lezioni. Il corso è sequenziale, ordinato, facile da seguire oppure è ridondante, dispersivo, incasinato e confuso? Ecco, bene, direi che questi sono i parametri da tenere presenti e da confrontare con la tua situazione per prendere poi una decisione finale. Non ti resta adesso che applicarli in modo metodico ogni qualvolta? Avrai qualche dubbio. Menzione obbligatoria al tema infame delle sbobine che non sarebbero poi altro che le registrazioni e trascrizioni delle lezioni, spesso adottato come standard nelle facoltà come medicina ad esempio, ma le sbobine sono la morte della creazione di appunti, un metodo pigro, lento e dispendioso che ha senso di esistere esclusivamente nel caso in cui sia del tutto impossibile creare degli appunti seriamente o se i materiali di studio sono inutilizzabili o se non hai proprio potuto frequentare. Ma sono delle eccezioni, non la regola. Se puoi evitale come la peste, se non puoi farne a meno assicurati che quantomeno siano di qualità eccellente. In ogni caso torneremo sull'argomento più avanti nel corso e ti insegnerò a realizzare soprattutto degli appunti impeccabili che faranno impallidire qualunque sbobina. Alla fine compila la tua bella tabella di valutazione che ti ho lasciato inallegato, scegli l'una o l'altra strategia in base ad un ragionamento accurato e adatta il tuo metodo di studio e il tuo programma a questa scelta. Puoi anche decidere di frequentare solo due esami su tre e fare scelte strategiche in questo senso, ma una volta scelto il tuo percorso cerca di rimanere coerente, non cambiare a metà e se decidi di frequentare cerca di farlo con costanza. Andare a una lezione sì e una no è la cosa peggiore che puoi fare in assoluto. Per riassumere quindi, quando questa scelta frequenza o non frequenza dipende esclusivamente da te e da fattori sotto il tuo controllo, ti consiglio di andare a lezione salvo per alcuni casi specifici in cui si può optare per una non frequenza pianificata e ragionata. Che cosa succede invece quando la scelta non dipende da te? Che cosa succede se non stai bene e devi saltare qualche lezione oppure accade un imprevisto? In quel caso ovviamente non andrai a lezione e farai il possibile per recuperare con le altre fasi del metodo di studio che ti insegnerò. Anche confrontarti con il professore in questo senso è un'ottima idea. Come la mettiamo invece con il rapporto tra il seguire le lezioni e lo studio vero e proprio? Questo ragionamento te lo rifarò molto molto simile alla fine del corso, quando metteremo insieme tutti i pezzi e ti ricorderò appunto come procedere per non rimanere indietro con le lezioni. Ma intanto ti anticipo qualcosa. In un mondo ideale, utopico, perfetto, tu seguiresti le lezioni, produrresti degli appunti con il metodo ADC che scoprirai nel quarto piano e al tempo stesso proseguiresti nello studio applicando tutto il metodo e mantenendo il ritmo. Alla mattina si va a lezione, al pomeriggio o alla peggio il giorno successivo si studiano gli argomenti discussi a lezione. Si arriva così all'inizio della sessione d'esami che il programma di studio è già stato finito e non resta che ripassare, affinare e simulare. Fantastico, questo è il sogno che dobbiamo inseguire. Lo chiameremo in futuro l'utopia del metodo di studio. Ancora non lo conosci però questo metodo di studio? Siamo appena all'inizio del percorso. Quando te ne sarai impadronito potrai usarlo per tenerti in pari con le lezioni e andare avanti senza problemi. Giusto? Solo in parte purtroppo. Nel senso che sì, studiare alla stessa velocità delle lezioni, tenendosi in pari e arrivando in sessione con il programma già finito è fenomenale, fantastico, è la strada migliore in assoluto. Tuttavia è quasi del tutto irrealizzabile quando si parla di tanti corsi insieme. Eh sì, il problema è la quantità perché se di lezioni ne hai non di una materia, non di due, ma di quattro o di cinque, ecco che il sogno improvvisamente si fa irrealistico. Come fare quindi? Nella maggior parte dei casi la soluzione è ancora una volta una scelta. Per prima cosa si individuano quanti corsi si ha il tempo di seguire in pari, generalmente sono uno o due al massimo, si scelgono i corsi con il programma e l'esame più lungo e difficile e su quelli si applica la perfezione. Si seguono le lezioni, si studia in pari, si insegue il sogno utopico fino alla fine. Gli altri esami, gli altri corsi più facili, più brevi, li si frequenta prendendo appunti se possibile o non li si frequenta quando non è possibile per poi comunque studiarli in sessione ad esami. Questa è una prima infarinatura, torneremo meglio su questo tema alla fine del corso. Per di più troverai nelle stanze sotterrane esempi di pianificazione di sessioni e di semestri dove vedrai in azione questi principi, ma era giusto accennarti già da ora la cosa così che tu sappia da subito che atteggiamento tenere in questo contesto. Ci siamo? Se hai qualche dubbio non farti problemi, chiedi nella community, non spaventarti se hai ancora un po' le idee confuse a questo punto, è normale, ti manca ancora moltissimo da vedere. In ogni caso esci da questa stanza binaria con quantomeno i parametri su cui lavorare per decidere se frequentare o meno. Le decisioni che prenderai qui ti guideranno anche nelle prossime stanze in cui parleremo della selezione delle fonti di studio e poi, proseguendo ancora, esploreremo come funzionano i principi della pianificazione e costruiremo concretamente il tuo piano di lavoro. Come ti ho già detto trovi in allegato una tabella che ti aiuterà nel determinare se valga o meno la pena di frequentare un corso o una lezione ed è questo l'esercizio che ti assegno. Completa nuovamente la tabella per ogni diverso corso di lezioni che devi scegliere se frequentare o meno. La scelta è sempre figlia della consapevolezza, mai del caso. Scegliere significa aver capito quali sono le variabili in gioco, averle considerate attentamente e avere imboccato una strada perché è quella che riputiamo migliore e più adatta, sapendo dove ci porterà e come, senza sorprese. Ci vediamo nella prossima stanza. 4 Selezione delle fonti e dei materiali (0:08 - 2:40) Non esiste pianificazione senza informazioni. Non esiste organizzazione senza selezione. Non esiste studio senza delle fonti. La stanza delle spie serve proprio a questo, a sguinzagliare le tue spie per raccogliere tutto quello che ti servirà per pianificare in modo accurato e poter strutturare il tuo piano di studio. Il processo di raccolta di informazioni e gestione delle fonti è un passo fondamentale nella pi di pianificazione del nostro packrar. È un lavoro da svolgere il prima possibile, idealmente non appena decidi di sostenere una prova, che sia un esame, un concorso o un test di qualunque tipo. È sulla base delle scelte che prenderai qui, insieme alle tue spie, che imposterai la pianificazione su quattro livelli che ti insegnerò nella prossima stanza, la sala della guerra. Ed è sulla base di queste scelte che poi porterai avanti il tuo studio giorno per giorno. Molto spesso, tra l'altro, questo genere di ragionamenti viene completamente ignorato da chi studia in modo spontaneo, diciamo così, non sistematico, disordinato, incompleto. E i casini sono dietro l'angolo. Non sottovalutare questo passaggio, quindi apri bene le orecchie e gli occhi e fai attenzione. Cominciamo. Ora, il processo che ti insegnerò in questa stanza è piuttosto lineare e semplice. Sono cinque step da eseguire esattamente nell'ordine che ti descriverò, anche se, come vedrai, alcuni di questi potranno in realtà essere prolungati e portati avanti nel corso di tutta la tua preparazione. Il primo passo, sicuramente, è quello di reperire più informazioni possibili sul tuo test, assicurarti di conoscere tutto, non soltanto di ciò che dovrai studiare, ma anche le modalità del test stesso e tutte le altre informazioni accessorie. Puoi reperire queste informazioni online, ovviamente, dal sito dell'università, del ministero o degli enti locali. Puoi anche reperire queste informazioni da blog, forum, gruppi Facebook, confrontandoti con i tuoi docenti a ricevimento e tramite mail, chiedendo a studenti in corso con te o degli anni precedenti che hanno già sostenuto l'esame, reperendo le prove degli anni precedenti e via discorrendo. Sguinzaglia le tue spie ovunque e tieni la tua rete di ninja delle informazioni di studio sempre allerta, perché qualora subentrassero novità durante la tua preparazione, beh, allora dovrai essere in grado di riconoscerle e assorbirle. Non dare mai per scontato di sapere tutto, rimani flessibile a nuovi cambi di prospettiva. In particolare, in questo step, vorrai che tu prestassi attenzione ad alcuni punti precisi, ognuno dei quali avrà un impatto su diversi aspetti della preparazione. Per prima cosa, devi conoscere alla perfezione il programma d'esame. (2:40 - 7:00) Quali materie? Quali libri? Quali argomenti? Quali altri supporti didattici? Questo ti servirà per determinare poi le fonti di studio. Lo vediamo fra poco. In secondo luogo, le modalità della frequenza delle lezioni. Quando ci sono le lezioni? A che ora? Per quanto tempo? Quante sono? C'è obbligo di frequenza? Ci sono dei programmi alternativi per i non frequentanti? Esistono dei parziali o delle agevolazioni per chi segue? Questo ti aiuterà a compiere la scelta binaria che abbiamo già visto, se frequentare o meno le lezioni, come ci siamo detti nelle lezioni precedenti. Dopodiché, le tempistiche. Quando si svolgerà la prova? Se ancora non hai a disposizione le date specifiche, o non è ancora possibile saperle, cerca di stimare pressa poco il periodo. Anche a spanne è sempre meglio di niente. Questo ti aiuterà per la pianificazione a lungo termine e per determinare quando iniziare a studiare. Altro punto fondamentale sono le modalità di svolgimento del test. Scritto o orale? Che tipologia di scritto? Risposte aperte, chiuse, esercizi, misto? Quanto tempo a disposizione per l'esame? Che struttura segue solitamente? Questo ti servirà per apportare delle modifiche al tuo metodo di studio a seconda delle esigenze, a gestire le simulazioni, ad adattare la tua preparazione al tipo di prova, come ti insegnerò nelle torri del castello. Penultimo punto, quali sono gli argomenti più importanti e le domande più frequenti? E qui mi devo per forza fermare e prendermi un minuto di più per chiarirti un concetto centrale, perché io già la sento la polemica che sorge. Vedi, il mondo è pieno di persone che consigliano agli studenti di prepararsi solo ed esclusivamente sugli argomenti più importanti e frequenti, sulle domande o le tipologie di esercizio che capitano più spesso agli esami, per massimizzare le probabilità e la possibilità di passare il test col minor sforzo possibile nel minor tempo possibile o addirittura senza aver studiato il libro o aver concluso il programma. Questo genere di proposte spesso tira in ballo l'arcinota legge di Pareto, nata in ambito economico e verissima che asserisce sostanzialmente che dal 20% delle cause solitamente deriva l'80% delle conseguenze. In altre parole, applicando quest'idea allo studio, il 20% degli argomenti produce l'80% del risultato del voto. E tanto basta! Ti dicono di concentrarti solo su quel 20% e provare a portarti a casa il risultato. Questa tipologia di approccio semplicemente non funziona. È una follia su vari livelli. Per prima cosa si scontra con la realtà di molti esami e molti insegnanti in cui gli argomenti sono estremamente variabili o addirittura estratti a sorte. E poi produce delle preparazioni incomplete, superficiali, rischiosissime, che facilmente vacillano o collassano alla prima domanda inaspettata. Aumenta inoltre lo stress, l'ansia di arrivare impreparati, per di più lascia ben poco in termini di sviluppo a lungo termine di conoscenze e competenze. E se scoperta da chi vi deve valutare garantisce l'immediata antipatia. Stai lontano da questa idea. Il programma d'esame, salvo casi estremi o situazioni di necessità assoluta, va studiato tutto. Il tuo obiettivo è la preparazione. Una preparazione vera, solida, approfondita e duratura. L'abbiamo detto fin dall'inizio. È questo che ti garantirà un risultato spettacolare. Non cercare scorciatoie e trucchetti. Certo non bisogna neanche cadere nell'eccesso opposto e diventare maniaci di un perfezionismo che non può funzionare e che è basato un po' su la speranza di arrivare a sapere tutto addirittura meglio dell'insegnante. Anche quella chiaramente è una follia. Ma dobbiamo mantenere un bilanciamento solido, serio, che ci garantisca una preparazione efficace, di qualità assoluta pur senza essere perfetta. Ma allora perché anche io ti consiglio di cercare di conoscere le domande e gli argomenti considerati più importanti dagli insegnanti o che vengono richiesti più di frequente negli esami? Beh perché considero queste informazioni preziosissime per impostare un ragionamento di ordine dello studio, non di taglio dello studio. Mi spiego. Non devi concentrarti a studiare solo quel 20%, ma è certamente saggio partire da quel 20%, assicurarti a tutti i costi di comprenderlo, di padroneggiarlo, di prestarci magari particolare attenzione, dedicarci qualche ripasso in più, renderlo insomma il tuo cavallo di battaglia. Questo va benissimo e anzi molto intelligente. E allora ecco che saper riconoscere quel 20% che determina la maggior parte del risultato finale ti dà la possibilità di valutare quanto valga la pena investire tempo in approfondimenti in più su una determinata tematica, quante fonti confrontare e integrare su un determinato argomento. (7:01 - 8:55) Ne riparliamo fra un secondo con gli step 3 e 4. Ti supporta nel non sviluppare un perfezionismo eccessivo e maniacale per rimanere sempre nell'ambito dell'eccellenza come dicevamo, ma anche del buon senso. Lo ripeto ancora una volta perché alcuni studenti qui ci cascano. Non devi sapere tutto di tutto. Nessuno può farlo. Conoscere gli argomenti più probabili e più importanti ti aiuta a tenere sotto controllo questa spinta eccessiva che potrebbe rallentarti o bloccarti del tutto. Direi che comunque ci siamo capiti. Infine, ultimo gruppo di informazioni da reperire è la personalità di chi dovrà valutarti. Non è sempre possibile saperla e conoscerla specie se si tratta di concorsi con una commissione che non conosci o se ci sono assistenti dei professori. Ma conoscere chi ti valuterà, quali siano le sue idee, che cosa apprezzi e che cosa no, può aiutarti a gestire meglio lo stress e l'ansia, a sapere cosa aspettarsi e a tarare ancora meglio la tua preparazione e il tuo modo di esprimerti per dare quel tocco in più che può garantirti l'eccellenza assoluta del risultato. Non è una priorità, però aiuta. Questo era lo step 1. Proseguiamo. Una volta che abbiamo tutte le informazioni sull'esame, il suo programma e le sue modalità, dobbiamo raccogliere le fonti e classificarle. Ti consiglio di fare questo lavoro a livello dell'intera materia che devi preparare, dell'intero esame, mentre più tardi, agli step 3 e 4 scendendo nel dettaglio, lavoreremo sulla base del singolo argomento. E poi sulla questione dello scegliere l'unità di misura all'argomento, le pagine, eccetera, torneremo invece nella prossima stanza quando parleremo veramente di come costruire un piano su quattro livelli. Per il momento parti così. Prepara un semplice elenco puntato con tutte le possibili fonti che avresti a disposizione, nell'ordine in cui ti vengono in mente. Buttale giù senza valutarle, senza dare ancora alcuna priorità. Ti lascerò comunque in allegato degli schemi delle tabelle per svolgere queste fasi. Vediamo una lista inventata, casuale, che useremo come esempio. Ho i miei appunti presi a lezione. Il prof ha fornito le slide del corso. (8:55 - 11:28) Ho le videoregistrazioni delle lezioni fatte online da poter riguardare. Ho due libri di testo che fanno parte del programma d'esame ufficiale. C'è un canale YouTube che spiega molto bene alcuni degli argomenti della prova. C'è un blog online dedicato alla materia. Potrai cercare online delle spiegazioni da altri siti. Una volta creata questa lista di fonti, ti conviene segnare la lunghezza di ciascuna di esse, espressa in pagine oppure in minuti nel caso fossero dei video. Questi dati torneranno anche utili nelle varie fasi della pianificazione che vedremo nella prossima lezione. Se non conosci ancora la lunghezza delle fonti, perché magari non ce l'hai, non puoi usarla, non puoi comprarla ancora o magari non sai in anticipo quanti appunti produrrai o non hai fisicamente il libro tra le mani o le slide vengono caricate mano a mano che il corso prosegue, fai comunque delle stime approssimate per eccesso, giusto per avere un orizzonte di riferimento. Valuta anche, se possibile, a grandi linee il tempo che reputi necessario allo studio di una pagina o di un gruppo di pagine. È evidente che si tratterà di stime assolutamente spannometriche, imprecise, basate ancora sulle tue sensazioni, che andranno poi raffinate e integrate nel tempo. Tuttavia, costituiscono un punto di partenza per la pianificazione dei giorni e delle ore necessarie al completamento del programma. E al tempo stesso l'atto di fare queste stime per poi correggerle dopo, quando necessario, ti renderà sempre più consapevole nel corso del tempo della tua effettiva velocità, sempre più abile nello stimare i tempi per gli esami futuri. Con il tempo e con la pratica, la differenza tra le tue stime iniziali e quelle verificate sul campo non dovrebbe poi essere troppo diversa. Nel dubbio comunque, anche in questo caso, approssima per eccesso. Che male non fa. Nessuno si è mai lamentato di scoprire poi di avere più tempo libero del previsto. Il contrario invece succede fin troppo spesso. A questo punto hai un'idea di massima di tutte le fonti possibili, delle loro dimensioni e del tempo necessario a studiarle, e puoi passare al prossimo step. Ora che abbiamo tutti i dati a disposizione, dobbiamo fare ordine per poter organizzare il nostro studio davvero. Iniziamo con il classificare le fonti in base alla loro importanza. Possiamo utilizzare quattro parametri per farlo. Numero uno, la completezza della spiegazione degli argomenti. Numero due, qualità e correttezza del contenuto. Numero tre, chiarezza espositiva e facilità di consultazione. Numero quattro, importanza ai fini del tuo esame. Magari il video o il blog è fatto da dio, ma copre argomenti che non ti interessano o sono troppo approfonditi rispetto al programma della tua prova. In merito a questo compila la tabella che ti allego, dando un voto da 1 a 10 ad ognuno di questi parametri, così poi da poter avere una valutazione oggettiva e numerica di ognuna delle tue fonti. (11:28 - 15:03) In base alla tabella e al risultato della sua compilazione, puoi poi classificare le fonti in tre livelli di importanza. Le fonti primarie, che sono le fonti che hanno avuto il punteggio più alto, che hanno gran parte dei contenuti che ti servono. La tua preparazione deve basarsi su questo tipo di fonti senza tralasciarne nulla. Numero due, le fonti secondarie. Sono le fonti che hanno avuto un punteggio nella media, hanno elementi utili, ma non possono essere sufficienti da sole. Sono comunque molto importanti da studiare, quindi non potrai ignorarle nella tua pianificazione. E poi numero tre, le fonti terziarie. Sono le fonti che hanno avuto un punteggio molto basso, possono essere considerate degli approfondimenti extra da fare se proprio ti avanza tempo, ma che puoi tranquillamente ignorare e ottenere comunque un buon risultato. Provo a chiarirti il concetto con un esempio sulle fonti di cui abbiamo parlato prima. Dei due libri che ho a disposizione mi rendo conto che uno è completo, chiaro e veramente importante per il mio esame. Sarà quindi una mia fonte primaria che dovrò studiare in modo approfondito. Se sarò competente al 100% su quello che è presente sul libro, avrò già buone possibilità di ottenere un ottimo risultato. Ma noi puntiamo all'eccellenza, vogliamo avere certezze, non possibilità. Giusto? E quindi analizziamo anche il resto delle fonti. Il secondo libro è comunque importante, ma sembra piuttosto ridondante e manca di alcune spiegazioni essenziali. Posso aiutarmi con il canale YouTube che avevo visto per cercare di comprendere ciò che mi risulta particolarmente ostico, perché online l'ho trovato spiegato in modo semplice e chiaro. Il secondo libro e il canale YouTube saranno quindi delle fonti secondarie. Dovrò studiarle, ma non basterebbero da sole per essere veramente preparati il giorno della prova. Poi ci sono gli appunti. Se gli appunti che hai preso a lezione sono incompleti e caotici perché non conoscevi ancora Sistema DC, non preoccuparti, non succederà più. E andare alla ricerca di informazioni al loro interno ti farebbe perdere una quantità di tempo incredibile, allora meglio relegarli a una fonte terziaria. Se invece i tuoi appunti sono perfetti, puoi relegare a fonte terziaria le registrazioni delle video lezioni, perché perderesti solo delle ore a riguardare ciò che hai già seguito ed assimilato nel modo corretto. Insomma, come vedi, devi fare tutte le tue valutazioni e arrivare a classificare le varie fonti per ognuna delle tre categorie. Una volta suddivise le tue fonti nei tre livelli, devi armarti di coraggio e eliminare tutte le fonti terziarie. E lo so, lo so quello che stai pensando, ma no, meglio che le studi comunque. Certo, potrei stare in piedi di notte per farlo, ma meglio studiare tutto. Ti sbagli. Te lo assicuro, dedicare il tuo tempo alle fonti terziarie in questo momento non farà che complicare il tuo studio, aumentare le tue incertezze, renderti dispersivo, insicuro. Elimina tutto, senza pietà. Una volta che padroneggerai le fonti primarie e quelle secondarie, non ti servirà nient'altro per avere un risultato eccellente. E adesso le si gerarchizza. Ora che sai quali sono le fonti primarie, impariamo come gestire loro per prime. Nel caso tu abbia avuto la fortuna di trovarti con una sola fonte principale, perché il tuo libro principale è semplicemente perfetto per esempio, tanto meglio. Basa la tua pianificazione su quell'unico libro e argomento per argomento controlla solamente nelle tue fonti secondarie se magari ci sono delle integrazioni da fare o delle aggiunte che vale la pena considerare. Normalmente però sappi che la vita è dura e hai praticamente sempre a che fare con più di una fonte primaria. Cosa fare in questo caso? Valuta tutto argomento per argomento. Dividi la materia in argomenti anche se non è ancora perfetto e non li conosci bene. Anche basta un'approssimazione in questo caso e per ognuno di essi valuta quale tra le tue fonti primarie sia più importante. In questo modo avrai una fonte primaria unica per ogni argomento dell'esame così da poter procedere come ti ho appena spiegato con studio e valutazione di eventuali integrazioni. (15:03 - 15:55) Questo processo di selezione ti serve anche come check dello step 3. Se hai fatto qualche errore di valutazione te ne renderai conto in questo momento e potrai riclassificare le tue fonti nel modo corretto. Proviamo a gerarchizzare le fonti del nostro esempio ipotizzando che ci servono entrambi i libri come fonti primarie così da fare un esempio più efficace. Controllando gli argomenti noto che nel primo libro i primi due argomenti sono spiegati veramente bene quindi lo utilizzerò come fonte primaria. I successivi tre argomenti invece sono decisamente più chiari nel secondo libro che diventerà quindi la fonte primaria su di essi. I libri saranno così suddivisi come fonti primarie a seconda degli argomenti e applicherai le fasi del packerar su ognuno di essi solo in quelle parti e controllerai tutte le fonti secondarie come integrazione e arricchimento della tua preparazione. Mi raccomando non devi ignorare le fonti secondarie, devi studiarle comunque, devi soltanto dare la priorità alla fonte primaria. (15:55 - 17:42) Le secondarie sono approfondimenti, chiarificazioni da aggiungere a quanto stai imparando dalla tua fonte primaria. Il quinto step è facoltativo, lo farai solo se e quando ne sentirai la necessità. Quando selezioni le fonti non hai ancora iniziato a studiare, hai solo scalfito la superficie e quindi potresti aver sbagliato o sottovalutato qualcosa. Potrebbe inoltre esserci una nuova fonte dell'ultimo minuto, magari assegnata dal professore o consigliata da un amico o magari la suddivisione in argomenti che hai fatto era incompleta e andava integrata. Ecco che allora ti viene in soccorso questo quinto step. Devi essere flessibile e in grado di aumentare le tue fonti e di saperle anche rivalutare sempre argomento per argomento per poterle suddividere nuovamente in primarie o secondarie e mescolare le carte quando ce n'è bisogno. Ti ho detto al principio che questo step è facoltativo perché non dovrai farlo sempre ma solo quando realmente necessario, solo quando c'è un errore. Se il tuo istinto ti dice di farlo sempre e comunque, fai attenzione perché potrebbe essere la tua ansia, potrebbe essere la tua mania di perfezionismo a parlare. Resisti alla tentazione, non perdere tempo alla ricerca del sacro graal delle fonti perfette. Quelle che hai sono più che sufficienti. Se proprio ti senti Indiana Jones nei Predatori dell'arca perduta, e lo so sono anziano ma se non lo conosci guardalo che è veramente un bel film, datti un tempo massimo di ricerca. Metti un timer e fermati non appena il tuo tempo è scaduto. Tieni conto che nell'era di internet le fonti sono pressoché infinite se vuoi, fra siti specializzati, blog, video dedicati, ma perdere le giornate nella ricerca della fonte miracolosa e perfetta è semplicemente un altro modo di procrastinare. Ricordatelo bene. Chiarito questo punto, se hai seguito i cinque step che ti ho appena spiegato, le tue spie hanno fatto il loro dovere, hai gestito al meglio le informazioni che ti hanno dato, conosci per ogni argomento del tuo programma quale sia la tua fonte principale e quali, se ci sono, le fonti secondarie integrative. (17:42 - 17:58) Hai delle stime di tempo e di dimensione e sei pronto a strutturare tutta questa conoscenza per arrivare a una pianificazione vera e propria che ti dica cosa fare, quando farlo e quanto a luogo. Sei pronto a preparare il piano di battaglia? E allora ci rivediamo nella sala della guerra. 5 Pianificazione su 4 livelli (0:08 - 0:47) La sala della guerra è dove ovviamente parleremo della guerra contro la disorganizzazione, contro lo studio disordinato, contro l'ansia di non riuscire a prepararsi in tempo. Creeremo qui un piano di guerra efficace e completo, un piano di studi in realtà, che ti darà una rotta da seguire e che guiderà tutta la tua preparazione. Impareremo a pianificare nel concreto, prenderemo sempre di più il controllo del nostro tempo e capiremo quindi come sfruttare un piano di studio che ti porti ad arrivare al risultato desiderato con il massimo della preparazione e dell'efficienza possibile, senza perdere tempo o trovarti all'ultimo momento con metà del programma ancora da studiare. (0:47 - 1:15) Sfrutteremo i principi che abbiamo imparato nella stanza della bilancia, metteremo a frutto le informazioni recepite nella stanza delle spie. La pianificazione è sempre il primo step verso il successo, verso la vittoria in guerra per chiunque debba imparare qualsiasi cosa, se la ignoriamo o la sbagliamo andiamo dritti verso il baratro. Ho visto migliaia di studenti, di amici, me stesso in passato, incontrare difficoltà enormi per aver sottovalutato questo passaggio o non averlo svolto in modo corretto. (1:15 - 1:37) Quindi la primissima cosa da capire nella sala della guerra è questa, pianificare è imprescindibile, obbligatorio, non esiste metodo di studio che possa funzionare senza pianificazione. Punto. Per cui se non vuoi fallire, se non vuoi sprecare quello che stai imparando in questo videocorso in sistema ADC, parti da qui e assicurati di mettere sempre in pratica i concetti che ti spiegherò in questa lezione. (1:37 - 2:13) Per prima cosa affronteremo i principi generali della pianificazione, quelle caratteristiche necessarie per renderla efficiente e concreta, dopo di che passerò a spiegarti i 4 livelli in cui si articola e analizzeremo insieme un caso concreto di pianificazione di un esame, che sia un esame universitario o il test di un concorso, non fa differenza, la pianificazione resta comunque il primo step verso il successo. Troverai altri esempi e casi studio anche su intere sessioni d'esame nelle stanze sotterranee, se hai dubbi ricorda poi che io e la community di Facebook saremo sempre pronti a darti una mano. Procediamo con i 7 elementi della pianificazione perfetta. (2:13 - 4:12) Il primo elemento è l'obbligatorietà, e lo so, lo so, l'ho già detto, l'hai capito, e cominci pure a seccarti di sentirtelo ripetere, e vabbè, ma io voglio ripeterlo ancora una volta, questo è il mio castello e te lo ripeto ancora una volta perché ti deve entrare davvero nella testa, la pianificazione va svolta sempre, sempre, posso sentirti mentre ti chiedi ma se l'esame è semplice, sempre, ma se è un esame che ho già studiato in passato, sempre, ma se ho solo pochi giorni a disposizione, sempre, e comunque la pianificazione non si salta mai, in nessun caso, nessuna eccezione, ma neanche se, no, secondo elemento la pianificazione va idealmente completata il prima possibile, come minimo una settimana prima di quando effettivamente comincerai a mettere in atto il tuo percorso di studio, ma idealmente anche prima di così, questo perché non solo devi poterla fare con tranquillità, ma devi avere anche tempo di pensarla con calma e di scendere nel dettaglio con precisione, in più non vuoi neanche avere delle sorprese e scoprire che non hai previsto tempo a sufficienza e rischi di non farcela, allontanare il momento dell'organizzazione del tuo studio dal momento dell'esecuzione del tuo studio garantisce che non subentri la trappola psicologica della procrastinazione, o almeno non troppo, pianifichi prima, esegui poi, questo principio tornerà anche con la realizzazione del masterplan che vedremo nel laboratorio dello scultore. Terzo elemento fondamentale è l'accesso alle fonti e alle informazioni su ciò che dobbiamo studiare, non possiamo pianificare alla cieca, dobbiamo avere ben chiaro il programma, non vogliamo sorprese, ci sediamo a pianificare quando sappiamo esattamente quali libri dobbiamo studiare, quante pagine contengono, quali sono gli argomenti richiesti e le fonti primarie su ciascuno di quegli argomenti, che tipo di esame ci aspetta, quando ci sarà il momento della valutazione, tutto il resto di cui abbiamo già discusso nella stanza delle spie, perché è inutile creare un piano apparentemente perfetto e bellissimo che poi dovremmo però rifare da capo perché non avevamo tutti gli elementi e non era tutto chiaro e a disposizione. L'addestramento delle spie nella stanza precedente dovrebbe aver fatto in modo che tu sappia tutto di selezione delle fonti e informazioni sull'esame, quindi possiamo procedere. (4:13 - 10:50) Ah, e che succede se purtroppo non c'è proprio modo di ottenere in tempo quelle informazioni? Che succede se non sai quante pagine esattamente ci saranno da studiare nonostante le tue prove, i tuoi tentativi? Che cosa succede se la fonte principale non è un libro ma gli appunti e quindi non ho ancora finito di realizzarli? Cosa succede se non conosco ancora le date degli appelli d'esame o il giorno del concorso, del test, della verifica, dell'interrogazione? In quel caso dovrai improvvisare, arrotondare, fare delle ipotesi operative e arrangiarti con ciò che hai a disposizione. Il mio consiglio è sempre di considerare il peggior scenario possibile, per sicurezza. Meglio sopravvalutare un problema che sottovalutarlo. Dunque, se non sei sicuro se le pagine saranno 300 o 400, tu nel dubbio considera sempre 400. Se non sai in che data si svolgerà la valutazione, conosci solo il mese, nel dubbio tu considera come data il primo lunedì di quel mese. E via così. Quarto elemento, la pianificazione deve essere quantificabile. Quantificata, numerica, precisa, inequivocabile. Il modo più semplice per ottenere questo risultato è contare le pagine dei libri che dobbiamo affrontare, oppure, se abbiamo scelto una fonte principale diversa da un libro, le pagine di quella fonte. E lo so che può sembrare strano, e il primo pensiero che sorge è quello che dice, sì ma le pagine non sono tutte uguali, non le studio tutte alla stessa velocità. E questo è certamente vero, ma noi vogliamo individuare una media, un valore standard. Non ci interessa in realtà la singola pagina e quanto tempo ci vuole ad affrontarla, bensì il tempo medio su cento o mille pagine. Quando un atleta prepara una gara di corsa, non si mette come obiettivo di allenamento, devo correre velocemente. Questo è vago, non serve a nulla, piuttosto stabilisce di dover correre tot metri in tot secondi entro la tal data che è il giorno della gara, e quindi numerico, preciso e mirato. Con il tempo, l'abitudine e l'esercizio diventerai sempre più competente nello stimare il tempo necessario allo studio di ogni tipo di materia o di fonte, ma non sarai mai perfetto. La perfezione, tuttavia, non ci interessa, noi la rifugiamo, non è importante aspirare a essere perfetti. A noi basta un'approssimazione credibile, che poi, come vedremo, lasceremo sempre del tempo in eccesso per prevenire gli imprevisti. Attenzione, un piccolo chiarimento sulla questione del pianificare basandosi sulle pagine, perché altrimenti, procedendo con i prossimi piani del castello, potresti rischiare di confonderti. Sia quando ti insegnerò i principi della lettura efficace, che della schematizzazione, che del testing, io farò riferimento al concetto di argomento come unità di misura del tuo studio, vale a dire che ti consiglierò di schematizzare quando avrai terminato di leggere un argomento, ad esempio, e non sempre l'argomento coinciderà perfettamente con l'obiettivo numerico di pagine che stiamo utilizzando qui come unità di misura della pianificazione. Ecco, ricordati bene di questa differenza, le pagine sono un'ottima unità di misura per la pianificazione, perché ci mostrano il progresso verso il raggiungimento della fine del programma, con la conclusione dello studio della fonte principale. Non sono però delle buone unità di misura per quanto riguarda le fasi dello studio, al contrario, l'argomento è l'unità di misura perfetta per le fasi dello studio, perché individua in modo ideale come alternarle le fasi del pack-rar nel modo più efficiente possibile. Tuttavia, pianificare sulla base degli argomenti è difficilissimo, perché non li conosci prima di averli studiati, non puoi anticiparli e non ti danno una misura chiara di quanto manca alla fine della tua preparazione. Tra le due unità di misura ci saranno delle sovrapposizioni e qualche volta, purtroppo, anche delle discrepanze, ma le risolverai volta per volta in modo pratico, analizzando ogni situazione nello specifico. Ricordati sempre che, come dicevamo, il nostro piano non deve essere perfetto, deve funzionare e guidarci. Basta questo. Quindi, ricapitolando, sfrutta le pagine per pianificare, sfrutta gli argomenti per capire come procedere con le fasi del metodo di studio. Sembra complicato, ma non lo è. Procedendo col corso ci torneremo sopra ancora. Mi premeva solo che tu conoscessi questa differenza a livello base adesso. Torniamo agli elementi fondamentali della pianificazione perfetta. E c'è il quinto elemento. L'obiettivo che pianifichi deve essere stimolante, motivante, sfidante, allo stesso tempo però realistico, compatibile con uno studio di qualità, sostenibile a livello psicologico e non aspirazionale. Se sei abituato a studiare un libro da 400 pagine in due settimane, per dire 14 giorni, non ha senso porsi come obiettivo di farlo in quattro. Ecco, questo tipo di costruzione degli obiettivi basato sulla speranza e sull'ottimismo fine a se stessi porta soltanto al fallimento e alla frustrazione, oltre che all'accumulo eccessivo di stress. Invece, un obiettivo corretto potrebbe essere quello di dire voglio finire in 12 giorni, quindi due giorni in meno rispetto al mio solito. Ti serve un obiettivo che ti tenga in tensione, che richieda sforzo, che ti costringa a dare il massimo e ti dia soddisfazione una volta raggiunto, ma alla tua portata, senza esagerare e senza scadere nel ridicolo. Sesto elemento, l'obiettivo deve essere flessibile, non rigido. Non stiamo incidendo il nostro piano di studio sulla pietra, non vogliamo esporci al rischio di fallire non appena qualcosa dovesse andare male o un imprevisto dovesse occorrere. Anzi, ora ti racconterò un segreto della pianificazione, dello studio del lavoro, della vita in generale. Avvicinati. Gli imprevisti succedono sempre, sono la norma, non l'eccezione. Qualcosa va sempre storto, la pianificazione ha sempre delle falle, le situazioni mutano continuamente, bisogna sempre riadattarle, ritoccarle, rivalutare il piano in corso d'opera, sempre e comunque. Ma questa non è una buona scusa per non pianificare, semmai è un motivo in più per farlo. Se già è difficile tenere la situazione sotto controllo con un ottimo piano, figurati cosa succede a non averlo. Il disastro totale. Anzi, questo è proprio il motivo per il quale il nostro piano deve essere organizzato per eccesso, con ampi margini di manovra ed essere pronto per essere modificato e cambiato a seconda delle necessità. Ci aspettiamo gli imprevisti, sappiamo che arriveranno e creiamo un piano che possa assorbirli e gestirli. Infine, settimo e ultimo elemento, la pianificazione deve essere di facile accesso, in costante aggiornamento, la devi usare giorno dopo giorno e tenere traccia del tuo progresso. Lo rivedremo anche con il masterplan, non è che una volta fatto il piano questo resterà da qualche parte sulla tua scrivania o nel tuo computer inutilizzato. No, il piano va usato e rivisto e controllato e aggiornato giorno dopo giorno, anche più volte al giorno potendo, prendendo nota di eventuali errori o compiti non portati a termine. Contatto diretto e costante. Quindi, ricapitoliamo le sette caratteristiche del piano perfetto. Va svolto sempre, si deve fare il prima possibile, si deve fare analizzando tutti gli elementi, le fonti, le informazioni sugli esami o sul concorso, sul test, deve essere quantificato e numerico, deve costituire un obiettivo motivante ma realistico, deve essere flessibile e previdente, deve venire controllato e aggiornato tutti i giorni. Se il tuo piano rispetta queste sette caratteristiche già stai partendo bene. E ora passiamo a vedere nel concreto come si realizza un piano di studio. (10:50 - 16:13) E partiamo chiarendo prima di tutto che cosa io intendo realmente nello specifico per piano di studio. Ecco, il piano di studio comprende tutte le fasi dello studio, tutte le fasi del packerar meno la pianificazione perché la diamo per scontata, la lettura, la schematizzazione, il testing, il ripasso, tutto. Quando parleremo di ore di studio le intenderemo quindi nel senso più ampio del termine. Non dimenticartelo, nel tuo piano dovrai contare tutto ciò che rientra nel packerar e lo stesso succederà quando realizzerai il tuo masterplan che vedremo presto. Dovrai dividere il tuo piano in quattro livelli. Il primo livello è quello a lungo termine, il tuo obiettivo strategico, potremmo dire così il punto di arrivo. In questo livello vanno inserite tutte le diverse fonti e materiali che userai, il numero totale di pagine da studiare, il numero di libri, di slide, di dispense, le informazioni sulla modalità d'esame. Ecco, in questo step potrai anche decidere quante ore dedicare a spanne alle varie fasi del packerar in funzione proprio della tipologia d'esame o di valutazione. Ora come ora non hai tutti gli elementi per poter fare questa valutazione, dovrai esplorare il castello di sistema DC fino alla terza torre, ma intanto posso anticiparti un paio di elementi. Se ti ritrovi a organizzare la preparazione di un test orale, ti converrà aggiungere alle fasi finali del tuo piano di studio un numero leggermente superiore di momenti di ripasso e qualche momento in più anche di simulazione della prova orale per lavorare sulla tua esposizione, sulla rapidità e fluidità del recupero delle informazioni e della gestione del discorso. Se ti dovrai invece confrontare con esami estremamente tecnici che prevedono svolgimento di esercizi o risoluzione di problemi o dimostrazioni o redazione di documenti, sarà normale dedicare molto più tempo alla fase di applicazione pratica rispetto a quella di rielaborazione per esempio. In generale, come vedrai, le fasi del packerar rimarranno sempre presenti e sempre costanti, ma l'importanza e il tempo dedicati a ciascuna di esse potrà essere adattato alla situazione. Ogni cosa a suo tempo. Per il momento continuiamo a parlare dei livelli della pianificazione, per l'adattabilità del metodo ci sarà la terza torre. Il livello numero due è invece a medio termine, settimanale. Calcolarlo è relativamente semplice, si parte dal livello numero uno e lo si divide per il numero di settimane a disposizione, arrotondando sempre per eccesso e aumentando il carico di lavoro progressivamente nel tempo, se possibile lasciando sempre una settimana libera prima della scadenza da dedicare unicamente al ripasso finale. Dopo aver fatto una suddivisione equa dello studio in base alle settimane, lo aggiusteremo secondo le nostre diverse necessità. Se sappiamo ad esempio che in una data settimana avremo molti altri impegni, cercheremo di concentrare lo studio nella settimana precedente in quella successiva, in modo da riuscire ad organizzarci al meglio. Si parte quindi sempre con una suddivisione del carico di studio simmetrica, per poi riaggiustarla quando e come serve. Il livello di pianificazione numero 3 è a breve termine, su scala giornaliera. Dividiamo l'obiettivo settimanale per il numero di giorni che studieremo ogni settimana, dunque 6 se segui lo schema classico di cui abbiamo già discusso, stabilendo anche quante ore in media vogliamo dedicare ogni giorno allo studio. Anche qui lascia sempre un margine di errore, arrotonda sempre per eccesso ogni volta che hai un dubbio. Questa cosa dell'arrotondare per eccesso che continuo a ridire è un'altra di quelle cose che non mi stanco mai di ripetere. Nel dubbio aggiungi, scoprirai quanto sono preziosi quei giorni in più che ti sei calcolato e ringrazierai di averlo fatto ogni volta che accadrà qualcosa che ti rallenta. L'ultimo livello di pianificazione, il quarto, è quello a singola seduta di studio. Si divide l'obiettivo giornaliero per il numero di ore a disposizione e per le diverse fasi del metodo di studio e si arriva a un numero e un'indicazione finale che sarà il micro step che dovremo affrontare ad ogni sessione o seduta. Per fare un esempio e farti capire che cosa intendo, se io al terzo livello ho calcolato di studiare 30 pagine in un determinato giorno con 6 ore di studio totali, mi potrò dividere lo studio in questo modo. Magari le prime due ore le dedicherò alla lettura efficace di tutte e 30 le pagine. Le tre ore successive le dedicherò alla schematizzazione delle 30 pagine. L'ora finale al testing sulle 30 pagine. Dopodiché andrebbe inserito anche il ripasso, il metodo Letner, le scatolette, tutte cose che scoprirai più avanti nel corso. Ma intanto rimaniamo sulle cose semplici. Cerca di essere sempre flessibile. Come ti dicevo prima, le fasi del pack RAR vanno applicate argomento per argomento. Per questo motivo se tu ti accorgi che alla venticinquesima pagina l'argomento si conclude, fermati lì senza problemi, schematizzi e fai il testing su quelle 25 pagine. Non importa se ce ne sono 5 in meno del pianificato, se ti avanzano 5 pagine. Manteniamo dei margini di sicurezza per eccesso nella nostra pianificazione proprio per permetterci di fare questi piccoli cambiamenti. Quindi ragiona in questo modo. Battezza un numero di pagine giornaliere. Se l'argomento si esaurisce in quelle pagine, produci il tuo schema e fai il tuo testing, dividendo le ore di studio come ti ho appena spiegato. In caso contrario cercherai di estrapolare dalle pagine che hai studiato un sotto argomento che sia autoconclusivo, così da poterlo schematizzare, testare e andare avanti. Non ti preoccupare se le cose non ti sono chiarissime ora. È normale perché non conosci ancora tutto il metro di studio. Andando avanti con il corso diventerà tutto perfettamente chiaro. L'obiettivo al quarto livello quindi non può più essere solo numerico. Deve necessariamente cominciare a confrontarsi con le singole fasi applicate del packrar per darti un'idea di come organizzare le tue giornate concretamente. Raggiunto quest'ultimo quarto livello e questi numeri, questi dati, bisognerà analizzarli e confrontarli con la nostra velocità media per capire se le stime che abbiamo fatto sono realistiche. Diventeremo sempre più bravi e accurati con queste stime, ma all'inizio dovremo un po' procedere per tentativi. (16:13 - 19:35) A questo punto del corso poi, te lo ripeto ancora una volta, non conosci ancora bene le altre fasi, quindi non ti preoccupare se è molto difficile stimare effettivamente le tempistiche perché non hai mai portato a termine certi compiti specifici, ma proseguendo nell'esplorazione sarà tutto più chiaro. Se il microstep da affrontare ogni ora è sensato e credibile, la pianificazione può essere corretta. Se otteniamo invece un numero esagerato, tipo 79 pagine all'ora da studiare, ecco andrà cambiato qualche cosa. Se non c'è modo di arrivare ad un numero sensato e sei quindi costretto ad aumentare tantissimo le ore di studio, significa che hai commesso un grave errore di valutazione e sei già arrivato al momento del cramming distruttivo purtroppo. A quel punto si passerà alla modalità Damage Control, la versione estrema del metodo di studio, meno qualitativa, riservata ai casi in cui purtroppo il tempo per studiare in modo accurato semplicemente non c'è. Ne parleremo alla fine fine fine del corso, nella terza torre. Ciascuno di questi quattro livelli deve essere compilato con precisione maniacale e con calma. Vuoi sapere esattamente cosa fare quando lo devi fare quanto a lungo e vuoi arrivarci senza fare errori grossolani che potresti poi pagare carissimi. Ovviamente questo grado di precisione non è immediato da ottenere, ci vorrà un po'. Tu non ti preoccupare, procedi per gradi, abituati piano piano, prendendo confidenza con obiettivi sempre più precisi. Se ti dovessi accorgere che non stai riuscendo a rispettare il piano, aggiornalo, modificalo. Ricordati quello che abbiamo detto, pianificato non significa inciso nella pietra, anzi supera la resistenza iniziale che senti, lo so che c'è, ma non ascoltare le preoccupazioni che ti potrebbero nascere sulla complessità di questo approccio, è complicato solo all'inizio, poi diventa estremamente logico, una seconda natura, i vantaggi di lavorare in questo modo sono immensi. Elimini completamente lo stress del dover decidere cosa fare di giorno in giorno, hai già il tuo obiettivo definito e ti basta seguirlo, hai una strada, una roadmap, sai di essere sulla strada giusta. Nessun ripensamento, nessuna preoccupazione, nessuna incertezza, nessuna frustrazione. A quel punto non puoi più sbagliare, non ti senti più come il cricetto nella ruota, perché hai costantemente chiara la situazione e la progressione che porterà al raggiungimento del tuo risultato. Vedi in tempo reale se riesci a superare i tuoi micro obiettivi, ti dà un senso di soddisfazione e ti aiuta a mantenere il ritmo ora dopo ora, giorno dopo giorno. E se invece le cose non stanno andando come previsto, te ne accorgi molto prima del normale e sei pronto a cambiare. Facciamoci un esempio concreto ma semplice, immaginiamo di dover studiare per un esame, per un test di biologia, la cui sessione è fra un mese. Il nostro primo livello di pianificazione è l'obiettivo a lungo termine. Parliamo di due libri come fonti principali per un totale di 700 pagine in quattro settimane. Per il secondo livello la prima cosa che verrebbe da fare è prendere quelle 700 pagine e dividerle per quattro, ottenendo un obiettivo di studio settimanale di 175 pagine. Ma non sarebbe saggio perché non ci sarebbe il margine d'errore famoso e rischeremo di essere troppo stretti coi tempi e di fallire in caso di qualunque imprevisto. Inoltre se ci pensi bene non abbiamo nemmeno considerato l'ultima settimana prima dell'esame dedicata interamente al ripasso. Diciamo quindi di voler concludere lo studio in tre settimane e lasciare la quarta esclusivamente per il ripasso e la simulazione d'esame. 700 diviso 3 fa 233, arrotondiamo a 240. Questo è il nostro obiettivo settimanale, 240 pagine studiate. Ipotizziamo di voler studiare sei giorni alla settimana per lasciarci il nostro canonico giorno di relax. (19:35 - 22:13) Terzo livello quello giornaliero, dividiamo 240 per 6 e otteniamo 40, arrotondiamo a 50 per essere sicuri. Come vedi lavoriamo sempre per eccesso e lasciamo spazio per eventuali stime errate. Ecco questo è il nostro obiettivo giornaliero, 50 pagine. Stabiliamo di studiare sei ore al giorno, una buona stima, un impegno full time ma non distruttivo. Quarto livello quello della singola sessione di studio. Possiamo provare a dividere le nostre sei ore in questo modo, così due ore per leggere le 50 pagine, tre ore per schematizzarle, un'ora per applicare il testing. A questa pianificazione aggiungeremo un'oretta al massimo in più da dedicare ai ripassi distribuiti secondo il modello che scopriremo nella prima torre. Ora ci interroghiamo su questi numeri. Hanno senso? Ci tornano? Sono compatibili con la nostra normale velocità? Se va bene, se è tutto a posto, possiamo dire che il nostro piano è accettabile, altrimenti torniamo indietro, magari aumentiamo il numero di ore al giorno in modo da riuscire a completare le 700 pagine previste nelle tre settimane. E allora passiamo magari da sei ore di studio e una di ripasso a sette di studio e una di ripasso. L'importante, come ti dicevo, è fare questi ragionamenti prima di iniziare a studiare, in modo da potersi adattare. Magari scopriamo che tre settimane e una di ripasso sono poche, ce ne vogliono quattro di studio e una di ripasso. Oppure scopriamo che siamo più veloci, ce ne basta una in meno. Non possiamo saperlo finché non cominciamo a ragionare e a testare sul campo. Ovviamente un caso di questo tipo è estremamente semplice e banale, i casi reali sono molto più complessi e possono prevedere più esami contemporaneamente, settimane non simmetriche e altre variabili. Ma intanto ti sei fatto un'idea di come procedere. Una volta completato tutto questo, passerai a inserire questi parametri all'interno del tuo master plan, lo strumento che organizzerà il tuo studio giorno per giorno. Scriverai nel dettaglio ora per ora, anzi come vedrai, mezz'ora per mezz'ora quali pagine nello specifico dovrai studiare, quale fase del pacrar applicare, così da essere più preciso possibile e avere sempre un riscontro sulla tua progressione. Ma ne riparliamo nella prossima stanza. Queste sono le basi della costruzione di un piano di lavoro e di studio impeccabile. Metteremo l'ultimo tassello del dominio del tempo nella prossima lezione e troverai altri casi studio più complessi e articolati nelle stanze sotterranee del castello. In allegato troverai una tabella con cui realizzare la tua pianificazione, sia in una forma più semplice che in una un po' più elaborata. Ed è quindi questo il tuo esercizio per questa stanza. Compila la tua prima tabella e pianifica il tuo primo obiettivo di apprendimento in modo preciso, che sia esso un esame o qualsiasi altra cosa tu voglia imparare in un determinato lasso di tempo. Dopodiché condividi i tuoi primi tentativi nel gruppo. Saremo felici di guardarli e di darti il nostro feedback. Ci rivediamo nella prossima stanza. 6 Master Plan e organizzazione settimanale (0:08 - 0:42) E siamo finalmente nel laboratorio dello scultore, un luogo di bellezza, di lavoro, di scalpello e artigianato, la stanza del nostro castello nella quale ti impadronirai di uno strumento fondamentale, il masterplan. Il masterplan, come mi piace definirlo in modo un po' iperbolico, è un'agenda sotto asteroidi, è lo strumento definitivo per organizzare le tue giornate, le tue sessioni di studio, per implementare tutto quello che abbiamo visto e discusso per quanto riguarda le tempistiche di studio e la pianificazione. Il masterplan ti salverà. (0:42 - 1:14) Ok d'accordo, forse sto esagerando, ma questa stanza ti aiuterà a cambiare radicalmente il modo in cui studi e in generale la produttività in tutti gli ambiti della tua vita. Se ne capirai i segreti, le funzionalità e supererai lo scoglio iniziale che te lo farà sembrare un ostacolo o un nemico, sarà un'assicurazione per arrivare ai tuoi obiettivi nel modo più efficace possibile. Non rimanderai nulla, resterai fedele alle tempistiche necessarie, avrai sempre sott'occhio il flusso di lavoro e raggiungerai l'eccellenza nello studio come nelle tue altre attività quotidiane. (1:14 - 2:02) Prima di tutto una precisazione, la piattaforma che ad oggi preferisco per approcciare il masterplan è quella informatica, tramite Excel o i suoi equivalenti in Open Office, Numbers, di Apple, Google Sheets, eccetera eccetera. Al giorno d'oggi un foglio di calcolo del genere è facilmente accessibile, spesso si può tenere aggiornato su più dispositivi contemporaneamente tramite il cloud, cosa importante perché dovremo consultarlo spesso durante la nostra giornata, e rappresenta la massima versatilità, comodità e semplicità. Parleremo anche di altri software nel rifugio dell'inventore, tuttavia ti anticipo già che vorrei tantissimo che ci fosse un'app o un programma più comodo da usare rispetto a un foglio di calcolo per il masterplan, ma non c'è, almeno non c'è in questo esatto momento, magari arriverà, per il momento l'unico che ci arriva vicino è Notion, ma ne riparliamo. (2:02 - 2:54) In ogni caso ci sono molti modi di compilare un masterplan e poi di consultarlo, anche su porticartacei se sei un appassionato di carta e penna, questo per dire che te lo mostrerò tramite Excel, ma non sei legato necessariamente a questo programma, l'importante è che tu ti impadronisca dei principi e delle modalità per costruirne uno, dopodiché il supporto giusto sarà quello con cui ti troverai meglio. Cos'è