Cronometria Mentale - Psicologia - PDF
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Questi appunti descrivono la cronometria mentale come un approccio allo studio dei processi mentali nella psicologia moderna. Vengono discussi i metodi di Wundt, Müller, Helmholtz e Donders, con particolare attenzione ai concetti di velocità di conduzione nervosa, percezione e inferenza inconscia. L'analisi si concentra sulla misurazione del tempo di reazione per studiare i processi cognitivi.
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Lezione 10 CRONOMETRIA MENTALE ❖ Cronometria mentale=approccio allo studio dei processi mentali importante per la nascita della psicologia moderna. Nel laboratorio di Wundt lui faceva esperimenti: 1. psicofisica 2. cronometria mentale Quest...
Lezione 10 CRONOMETRIA MENTALE ❖ Cronometria mentale=approccio allo studio dei processi mentali importante per la nascita della psicologia moderna. Nel laboratorio di Wundt lui faceva esperimenti: 1. psicofisica 2. cronometria mentale Questi sono i 2 metodi principali che utilizzava per studiare il mentale. Quindi cronometria mentale significa che ci sono dei processi inconsci (nel senso cognitivo) attraverso cui possiamo fare delle inferenze sulla loro natura e relazione ragionando su variabili di natura temporale. Cioè attraverso questa tecnica si osservano i processi inconsci effettuando inferenze sui loro meccanismi interni basati su variabili temporali. La cronometria mentale è anche collegata allo studio dei riflessi: fornendo uno stimolo è possibile misurare il tempo impiegato dal sistema nervoso per riceverlo ed emettere una risposta. Questo permette di raccogliere dati su come i segnali vengono processati a livello neuronale. JOHANNES MÜLLER (1801-1858) Padre fondatore della fisiologia ❖ Quaglia della coscienza: Müller introduce il concetto degli aspetti qualitativi della coscienza, ossia la modalità soggettiva con cui si manifesta la nostra esperienza cosciente. Padre della dottrina dell’energia nervosa specifica: idea secondo cui la qualità di un contenuto mentale (per esempio la percezione visiva che è diversa da quella uditiva) dipende dal tipo di nervo che viene stimolato e non da qualcosa di fisico; cioè lo stesso stimolo produce sensazioni diverse a seconda dei diversi nervi che stimola. Quindi se io stimolo il nervo ottico attraverso uno stimolo di tipo meccanico si ha la percezione di vedere lampi di luce poiché l’energia nervosa di quel nervo produce un’esperienza che ha questa modalità di apparire. L’idea precedente solleva il problema della velocità della conduzione nervosa (problema dei fisiologi fisici): ci sono passaggi di informazione tra i neuroni e si cerca di capire a che velocità vanno questi passaggi (che velocità ha la rete neurale) o Müller pensava (ragionamento errato) che la velocità fosse paragonabile a quella della luce o addirittura maggiore, quindi talmente veloce che non si può misurare in laboratorio-> atteggiamento del vitalismo=c’è una forza vitale non riconducibile alle leggi della fisica. o In realtà questa velocità si può misurare attraverso (viene scoperto dopo): Stimolatore elettrico della fibra nervosa Apparato che registra il passaggio di corrente Formula della velocità o Questa velocità è influenzata da vari fattori: Età-> invecchiamento la rallenta Sesso Condizioni mediche o In generale la velocità può variare da meno di 5 m/s a 120 m/s in relazione a: Diametro della fibra nervosa (se è più spessa il passaggio è più veloce) Presenza o assenza della guaina mielinica (se assone è ricoperto da guaina il passaggio è più veloce) Quindi siamo lontani dalla velocità della luce. HERMANN VON HELMHOLTZ (1821-1894) Allievo di Müller Divenne ricercatore e docente prima di fisiologia e poi di fisica: nel 1847 generalizza la legge della conservazione dell’energia a tutti i tipi di trasformazione. Era un medico: non si è mai definito psicologo ma lui dice esplicitamente che si occupa del dominio della psicologia e, in questo senso, la fisiologia e la fisica erano importanti per la psicologia (questo lo dice nel suo trattato sull’ottica fisiologica). Infatti viene considerato un pensatore che ha contribuito alla nascita della psicologia. Contribuì allo sviluppo della psicologia moderna. Inventò l’oftalmoscopio: strumento che consente di vedere dentro l’occhio e guardare come è fatta la parte neurale e la retina. Padre della teoria tricromatica della concezione del colore o Idea secondo la quale noi vediamo i colori perché abbiamo dei sensori di luce all’interno dell’occhio. o Infatti all’interno dell’occhio abbiamo i bastoncelli (ci fanno vedere al buio) e i coni (ci fanno vedere i colori), di questi ultimi ne abbiamo 3 tipi. o Questo lo ha capito studiando la psicofisica e la base psico-chimica dell’occhio. o Quindi i colori non sono la proprietà degli oggetti ma noi vediamo il colore in base a come è fatto il nostro sistema nervoso. o “Il colore non è nell’oggetto esattamente come il dolore non è nello zoccolo dell’asino che ci ha dato un calcio”-> colore come dolore sono un aspetto della nostra vita mentale che emerge nella coscienza nel momento in cui c’è una relazione tra il nostro organismo e gli stimoli esterni. Formula la teoria della risonanza (come funziona l’udito): nell’orecchio abbiamo la coclea che codifica la frequenza di un suono in base alla posizione dove entra in risonanza, cioè in base a dove la vibrazione del suono arriva (perché il suono produce una vibrazione in una posizione specifica). Questo è in analogia con il pianoforte in cui a seconda del tasto che si preme vibra una corda diversa (ci sono corde più spesse e corde più sottili). Padre del concetto di descrizione del processo di percezione (come facciamo a vedere): idea che la visione è come un processo di ragionamento in cui ti arrivano dei dati sensoriali e il cervello cerca di indurre (prova a capire) su che cosa ha prodotto quel dato sensoriale, questo processo è l’inferenza inconscia (inconscio cognitivo, processo inconscio). Quindi la percezione è vista come un’inferenza inconscia. Inferenza inconscia=il sistema percettivo corregge i valori della percezione sulla base dell’esperienza passata in modo inconscio. ❖ Circuito di Pouillet (1844) Si riferisce ad un modello teorico utilizzato per descrivere il modo in cui gli stimoli esterni vengono processati dalla mente umana. Descrive il flusso di informazioni che passa attraverso diverse “stazioni” cognitive tra cui: a) Percezione b) Interpretazione c) Reazione emotiva d) Risposta comportamentale Spiega come le reazioni emotive e comportamentali possano derivare dal significato attribuito ad uno stimolo. Nel suo esperimento Pouillet cerco di misurare la velocità di un proiettile sparato da un’arma da fuoco utilizzando strumenti che gli consentivano di registrare il tempo impiegato dal proiettile per raggiungere una certa distanza e la velocità. Strumenti principali: a) Dispositivo di cronometrazione b) Sistema di rilevamento del movimento del proiettile c) Galvanometro: misura la velocità del proiettile Procedimento: 1. Sparare il proiettile 2. Misurare la distanza 3. Misurare il tempo 4. Calcolare la velocità Funzionamento: o 2 circuiti elettrici sistemati in maniera tale che quando il percussore faceva partire il proiettile si apriva l’altro circuito che attivava un cronometro. o Batteria e galvanometro: galvanometro misurava l’intensità di corrente. Dimostra che la velocità di conduzione neurale si può misurare (Müller ha torto) e lo fa basandosi su: o Ragionamento secondo cui quando nel processo dare uno stimolo e ricevere una risposta si tratta di una sequenza di eventi che si possono dividere in 3 categorie 1. Segnale afferente-> invio del segnale afferente al cervello (da periferia a sistema nervoso centrale). 2. Processo interno di percezione della programmazione della risposta motoria. 3. Segnale efferente-> invio del segnale efferente ai muscoli (da cervello a periferia). Questo ragionamento è alla base di tutte le tecniche di cronometria mentale. o Circuito di Puoillet costruito in vitro con il nervo sciatico di una rana. R e Z rappresentano le batterie L1 e L2 sono le spirali di conduzione Dimostra che il tempo di conduzione è misurabile e la sua velocità è circa 30 m/s Nell’uomo la velocità di conduzione nervosa può essere effettuata tramite il metodo sottrattivo (usando una sorta di psicofisica cronometrica)-> termine coniato da Donders. o Helmholtz introduce un compito di reazione semplice=tempo di reazione in cui somministro uno stimolo e misuro quanto tempo ci vuole ad emettere una qualche risposta in relazione allo stimolo. Il tempo può essere misurato in distretti corporei diversi. o Esperimento: 1. Somministro uno stimolo in un punto particolare dell’arto 2. Il soggetto deve premere un pulsante quando riceve lo stimolo 3. Si misura il primo tempo di reazione 4. Somministro un secondo stimolo in un altro punto dell’arto 5. Il soggetto deve premere un pulsante quando riceve lo stimolo 6. Si misura il secondo tempo di reazione (risulta più lungo del primo) La differenza tra i due tempi di reazione era un indice del tempo occorrente allo stimolo per giungere da un punto all’altro dell’altro. o Per esempio si può misurare il tempo di reazione ad uno stimolo elettrico applicato all’alluce e all’osso sacro e si ottengono tempi di reazione semplice differenti, la differenza alluce-osso sacro permette di stimare la velocità di conduzione dello stimolo elettrico (circa 62 m/s). Questa differenza rimane relativamente costante anche negli altri distretti corporei. o Questo favorisce una serie di ricerche per raffinare e chiarire il metodo e si scoprono metodi alternativi come il cronoscopio di Hirsch (1862) che consente di misurare dei tempi molto rapidi. FRANCISCUS CORNELIUS DONDERS (1818-1889) Considerato come uno dei pionieri della psicologia cognitiva Citato come padre della cronometria mentale (non troppo vero perché nasce dal lavoro di Helmholtz) poiché lui fa esperimenti di psicologia sulla cronometria mentale. La cronometria mentale si riferisce alla misurazione di tempi di reazione durante l’esecuzione di compiti psicologici (approccio che Donders applicò per investigare i processi mentali sottostanti). Professore di medicina e primo che ha applicato il metodo sottrattivo ai problemi della psicologia. Si era reso conto della variabilità delle cariche elettriche, quindi aveva adottato un nuovo sistema chiamato noematacografo: o Strumento sviluppato per scrivere e registrare la velocità del pensiero o Era un adattamento di un sistema che non utilizzava l’elettricità ma la registrazione della risposta non si basava su un componente elettronico. o La registrazione della risposta era basata su un diapason (ago che vibrava nel momento in cui gli veniva data energia meccanica sotto forma di suoni), questo permetteva di registrare il movimento dell’ago su un cilindro ruotante. o Una persona poteva chiudere un circuito emettendo una risposta vocale (come un grido all’interno di un cono acustico)-> il suono faceva vibrare l’ago che a sua volta tracciava una curva sul cilindro ruotante permettendo di registrare il tempo di risposta e la velocità del pensiero. Diede il nome al metodo sottrattivo che verrà poi impiegato da Wundt. Usando il noematacografo ha applicato il metodo sottrattivo (rimase colpito dall’utilizzo che ne fece Helmholtz) per misurare il tempo mentale a esperimenti di cronometria mentale: o La struttura di questi esperimenti è l’idea di confrontare i tempi di risposta a compiti di complessità crescente (ogni compito che richiedeva una risposta diversa implicava un numero crescente di processi mentali) o Quindi misurando il tempo di risposta a compiti via via più complessi, si può osservare come aumenta il numero di processi mentali coinvolti, e di conseguenza misurare la velocità con cui il cervello elaborava le informazioni. Quindi il noematacografo è stato uno strumento che ha permesso di registrare la velocità del pensiero e di applicare il metodo sottrattivo per esplorare la cronometria mentale, confrontando diversi compiti e misurando come il tempo di risposta cambiava al crescere della complessità dei compiti stessi. Per esempio se un compito richiede una semplice risposta ad uno stimolo (come premere un tasto quando si silente un suono), il tempo di reazione misurato è relativamente breve. Però se si aggiungono operazioni mentali più complesse (come la decisione di premere un tasto in risposta a determinati stimoli) il tempo di reazione aumenta. Si tratta di compiti di riconoscimento. La sua ricerca era focalizzata sulla possibilità di misurare e confrontare i tempi di reazione in compiti semplici e complessi: o Tempo di reazione semplice-> compito di riconoscimento, percezione e risposta motoria. o Go no go (ho, non ho)-> “rispondi oppure vai”, implica la decisione di inibire o eseguire una risposta ad uno stimolo (questa è l’essenza del metodo sottrattivo applicata al metodo cognitivo). Il tempo riflette una serie di processi aggiuntivi rispetto al tempo di reazione semplice. Quindi noi possiamo misurare il tempo semplice e il tempo go no go, sottrarli e trovare che la differenza è circa 50 m/s (sono i secondi che servono per fare i processi aggiuntivi e a decidere se inibire o immettere una risposta). La stessa idea si applica alla risonanza magnetica funzionale. Qua abbiamo: percezione, riconoscimento e risposta motoria. o Tempo di reazione scelta (più difficile del go no go)-> “premi un tasto se senti ‘ki’ o premi un altro tasto se senti ‘ka’”. Se sottraggo go no go e scelta trovo il tempo necessario per decidere la scelta appropriata. Qui abbiamo: percezione, riconoscimento, scelta e risposta motoria. Le stime dei tempi di reazione erano influenzate da vari fattori come: 1. Differenze individuali-> giovani tendono ad avere dei tempi di reazione più rapidi rispetto agli anziani. 2. Fattori psicologici-> la concentrazione o l’attenzione dell’individuo influisce sui tempi di reazione. 3. Variazione nell’intensità della carica-> non si riesce a standardizzare l’intensità delle cariche elettriche e questo poteva alterare i tempi di risposta e far sì che le misure non siano confrontabili. La cronometria mentale divenne uno degli strumenti fondamentali della psicologia cognitivista negli anni ’50 per: 1. Studio sistematico della memoria 2. Attenzione ai processi di ragionamento 3. Fare inferenze inconsce che sottostanno alla nostra prestazione consapevole ❖ Metodo sottrattivo era uno degli strumenti della psicologia sperimentale con Wundt nell’ambito della cronometria mentale ma i comportamentisti, a differenza dei cognitivisti, non facevano cronometria mentali in questo senso appena analizzato ma la usavano per indagare i tempi di apprendimento degli animali. Problemi con metodo sottrattivo: o Con l’addestramento, i tempi si abbassano ma il suo effetto è diverso per compiti diversi. o Confronti tra compiti diversi-> non è così ovvio che si possono fare sottrazioni tra compiti diversi (tempi semplici o di scelta) perché sono compiti o molto semplici o molto complicati che rispondono in maniera differente rispetto all’addestramento. o Difficoltà nell’interpretazione-> dato che i compiti differiscono per la loro natura e complessità, non è sempre chiaro come i tempi di reazione ottenuti possano riflettere i singoli processi mentali in modo preciso. Infatti nella psicologia cognitivista degli anni ’60 il metodo sottrattivo viene sostituito dal metodo dei fattori additivi di Sternberg nel 1966. STERNBERG (1949) Metodo dei fattori additivi: basato sempre su idea di confrontare dei tempi però si usa sempre lo stesso compito e si varia la quantità di informazione rispetto alla quale è necessario effettuare una scelta o la natura delle informazioni. Quindi si usa sempre lo stesso metodo (solitamente un compito di scelta) e poi si possono fare delle inferenze. Questo approccio mira a isolare meglio i processi mentali specifici senza dipendere dalla comparazione tra compiti diversi tra loro. Esempio di applicazione: paradigma dello scanning nella memoria a breve termine (MBT) o Interessato a capire come il sistema di memoria a breve termine funziona in base ad un processo di ricerca o Funzionamento: 1. Ad ogni prova viene dato un memory set (serie di elementi da memorizzare). 2. Dopo si presenta il probe (numero di prova) che ha la funzione di sondare il processo di ricerca della MBT-> premere un tasto se il probe era nel set o premerne un altro se non era nel set (compito di scelta). Solitamente la memoria funziona fino a 7 elementi o Risultato: Nota che il tempo di reazione aumenta in funzione della grandezza del set (buffer), con un aumento lineare che suggerisce che il tempo di reazione fosse proporzionale al numero di elementi da elaborare, riflettendo un processo di ricerca nella MBT o Variabile dipendente (tempo di reazione) o Variabile indipendente (tutti i numeri da memorizzare) o Pendenza della retta rappresenta il tempo medio aggiunto per ogni nuovo elemento da ricordare, il valore medio è circa 40 millisecondi per ogni elemento. o La relazione tra la lunghezza del set e il tempo di reazione è lineare sia per le risposte positive (quando il probe è nel set) sia per quelle negative (quando il probe non è nel set). In teoria non dovrebbero essere uguali perché: La risposta negativa la do solo dopo essermi accertata che nel set tutti gli elementi non ci sono. Nella risposta positiva il controllo tutti gli elementi del set fino a quando non trovo l’elemento della probe. o Quindi la pendenza delle risposte positive dovrebbe essere più veloce e questo ha fatto pensare che la ricerca avesse una caratteristica: essere seriale e esaustiva (non autodeterminante) cioè devo controllare sempre tutti gli elementi prima di dare la risposta. MICHAEL POSNER (1950) Padre del termine “cronometria mentale” Cronometria mentale: o Studio di come i processi cognitivi si distribuiscono nel tempo e come vari fattori (per esempio attenzione) influenzino la velocità e l’efficienza delle risposte cognitive. o Si concentra sulla misurazione dei tempi di reazione in diversi campi cognitivi. Si concentrò su studi riguardanti l’attenzione e la percezione contribuendo alla comprensione dei processi mentali attraverso il monitoraggio dei tempi di risposta grazie al “Posner cueing task”. Posner cueing task o Paradigma sperimentale usato per studiare come i tempi di reazione rivelino le modalità di funzionamento dei processi attentivi. o È un compito durante il quale ai partecipanti viene mostrata una serie di stimoli su uno schermo e viene fornito un cue (segnale di anticipazione) che indica la probabile posizione in cui apparirà lo stimolo target. o I partecipanti devono rispondere il più velocemente possibile alla comparsa del target. Il posner cueing task e la teoria delle tre reti attentive di Posner hanno permesso di scomporre il processo dell’attenzione in fasi specifiche misurabili tramite tempi di risposta. Ha scoperto che i tempi di risposta sono più brevi quando il cue è “valido” (indica correttamente la posizione del target) rispetto a quando è “non valido” (indica una posizione errata). Questo fenomeno dimostra come il cervello orienti l’attenzione in base ai segnali ambientali, rendendo il processo più efficiente e veloce. L’orientamento dell’attenzione consente una “compressione” dei tempi di risposta per stimoli attesi perché il cervello si prepara a rispondere accelerando l’elaborazione. La compressione dei processi mentali: o Con l’esercizio i processi attentivi possono diventare più veloci e automatici. o Il tempo di risposta in compiti che richiedono attenzione si riduce con la pratica poiché la rete esecutiva e quella di orientamento possono essere allentate per lavorare più efficientemente. o Il cervello può ottimizzare l’attenzione usando 3 reti principali (ognuna contribuisce a comprimere i tempi di elaborazione): 1. Allerta (preparazione alla risposta)-> prepara il cervello a rispondere mantenendolo in uno stato di prontezza che riduce i tempi di risposta agli stimoli. 2. Orientamento (selezione dello stimolo rilevante)-> concentra “l’attenzione su aree specifiche dello spazio visivo in base agli indizi (cue), e questo accelera il tempo di reazione verso stimoli previsti rispetto a quelli inattesi. 3. Controllo esecutivo (controllo e gestione dei conflitti cognitivi)-> gestisce il controllo cognitivo migliorando con la pratica e riducendo il tempo di elaborazione quando il compito diventa famigliare. Ogni rete ha una sua velocità e il tempo di risposta varia a seconda della rete coinvolta. Compito uguale-diverso di Posner o Usato per studiare la velocità e l'accuratezza con cui il cervello umano elabora e confronta stimoli visivi. o Procedimento: 1. Vengono mostrati 2 oggetti uno dopo l’altro 2. La persona deve rispondere se sono uguali o diversi 3. I ricercatori misurano quanto tempo impiega il partecipante per dare la risposta e quante risposte corrette dà Problemi nel misurare i tempi di reazione: o Risposte anticipatorie o Risposte molto lente o Distribuzione e statistiche descrittive Lezione 11 MEMORIA 1 La memoria umana È un sistema complesso con enormi capacità funzionali ma anche dei limiti significativi (aspetto paradossale). Viene messa in secondo piano durante gli anni del comportamentismo perché i comportamentisti erano più interessati allo studio del comportamento osservabile piuttosto che ai processi interni (che non consideravano misurabili). È importante riflettere sulle persone che hanno memorie eccezionali, spesso grazie all’uso di tecniche mnemoniche, per esempio: S. “Il mnemonista” o Studiato da A.R Luria (un neurologo) che scrisse un saggio intitolato “la mente di un mnemonista” dove descrive questo personaggio. o Era un giornalista dotato di una memoria incredibile poiché non aveva difficoltà a riprodurre qualunque cosa gli si presentasse sfruttando immagini visive e associazioni per migliorare la sua capacità di ricordare. o Venne sottoposto a un test neurologico (test di span) per verificare la sua memoria. Gianni Golfera o Di mestiere fa il “mnemonista”. o Tiene dei corsi per insegnare alle persone come migliorare le capacità di ricordare le cose. o Sia il padre che il nonno avevano delle capacità di memoria prodigiose (allude al fatto che ci sia qualcosa di genetico), in realtà ci sono delle tecniche che tutti possono imparare (fino ad un certo limite). o Secondo lui le persone dotate di questa memoria hanno imparato ad utilizzare delle strategie talmente bene che hanno questo tipo di memoria. Quindi: A. Si utilizzano tecniche mnemoniche per organizzare e recuperare facilmente le informazioni. B. Le abilità di memorizzazione possono essere allenate, anche se le predisposizioni individuali possono influire sull’efficacia delle tecniche. Esperimento di Jorge Luis Borges raccontato nel “Funes, el memorioso” o Basato sull’indagine dei limiti di una memoria totale e iper-dettagliata. o Borges immagina un personaggio (Funes) che a seguito di un incidente sviluppa una memoria anomala capace di ricordare ogni singolo dettaglio di ogni esperienza. o Funes per descrivere la sua giornata ci mise un giorno intero, infatti lui non riesce ad organizzare le informazioni e a distinguere l’essenziale dal superfluo. o Questo dimostra come la memoria sia funzionale nel mondo per: Conservare Rielaborare Selezionare Organizzare le informazioni Il ricordo selettivo e la capacità di dimenticare (oblio) permettono di focalizzare l’attenzione e di prendere decisioni basate su informazioni significative. L’interesse per la memoria come funzione psicologica ha dato origine alla psicologia sperimentale della memoria che studia: 1. Come ricordiamo 2. Perché dimentichiamo 3. Quali fattori influenzano questi processi I risultati di queste ricerche si sono gradualmente consolidati a partire dalla seconda metà dell’800 a Lipsia con Ebbinghaus. La nascita della psicologia sperimentale della memoria HERMANN EBBINGHAUS (1850-1909) Insieme a Wundt e Fechner fu uno dei personaggi chiave nella nascita della psicologia sperimentale moderna, in particolare nell’ambito della memoria. Nel 1885 pubblica un saggio intitolato “Sulla memoria”: è il primo testo di moderno di psicologia sperimentale perché ha uno stile scientifico e coinciso ed è organizzato come un articolo scientifico. Affronta il tema della memoria come un argomento di ricerca sperimentale. Il suo approccio scientifico rigoroso e attenzione al controllo delle variabili hanno anticipato molte delle pratiche che sono ora considerate fondamentali come la procedura a doppio cieco che serve per minimizzare il bias in esperimenti successivi (condurre un esperimento in cui né i partecipanti né i ricercatori sanno chi riceve il trattamento attivo e chi il placebo, così le aspettative non influenzano i risultati). Si pose dei problemi: 1. Quantificare la prestazione della memoria 2. Capire se nella mente dell’individuo ci fossero tracce di ciò che aveva imparato in precedenza Il fatto che io ricordo o non ricordo qualcosa dipende anche dal tipo di materiale da ricordare e dalle condizioni in cui mi trovo. Potrebbe darsi che qualcosa sia rimasto dentro di te ma in quel momento non riesci a recuperarlo: “on the tip of the tongue” (=averlo sulla punta della lingua), tu sai di saperlo ma in quel momento non riesci a recuperarlo. Scienziato sperimentale rigoroso: o Tutta la sua ricerca è basata sullo studio di sé stesso (unico soggetto dei suoi studi), quindi lui era contemporaneamente oggetto dell’osservazione e osservatore o Per fare questo aveva ideato delle tecniche (non introspettive)->si auto-testava tutti i giorni alla stessa ora e scopre: 1. La mente segue cicli circadiani 2. Il materiale familiare è più facile da ricordare rispetto ad un materiale non sensato o Si munisce di un database (stimoli sperimentali=trigrammi senza senso) da cui estraeva delle serie brevi e studia l’apprendimento seriale dei trigrammi. o Il database era creato da lui: su un taccuino scriveva tanti trigrammi e si annotava quando doveva impararli e reimpararli. o Il metodo che usa per ricordarlo è “leggere e ripetere ad alta voce”: dovrebbe impiegare un po’ di tempo per ricordare la lista. o Se riusciva a ripeterli tutti allora aveva raggiunto il criterio di padronanza completa della lista (capacità di ricordare l’intera lista senza errori). o Raggiunta la padronanza completa lasciava passare un periodo di tempo prestabilito: intervallo di ritenzione= periodo che passava tra l’apprendimento e il riapprendimento della lista (periodo in cui doveva tenere a mente la lista ma dove svolgeva la sua vita normale). o Dopo l’intervallo di ritenzione riprende la lista e ripete il procedimento “leggere e ripetere ad alta voce”: dovrebbe impiegare meno tempo per ricordare la lista (risparmio nell’apprendimento). Variabile indipendente= intervallo di ritenzione. Variabile dipendente= risparmio nell’apprendimento (misurava quanto tempo veniva risparmiato nel riapprendere una lista rispetto al tempo inizialmente impiegato. o Formula per calcolare il risparmio nel riapprendimento (S) 𝑎−𝑟 𝑆= 𝑎 a= tempo necessario per apprendere la lista la prima volta r= tempo necessario per apprendere la lista la seconda volta (dopo intervallo di ritenzione) Se l’apprendimento è alto allora il risparmio sarà vicino a 1 (100%) o Risultati: Capacità della memoria immediata ▪ Si possono imparare 7 sillabe senza senso dopo la prima lettura. ▪ Questo concetto venne poi confermato da Miller nel 1956 che suggerì che la capacità immediata della memoria (=memoria di eventi recenti) è circa 7 (numero di chunk=unità organizzate)-> valeva per la memoria a breve termine. Effetto spacing (Miller) ▪ Ebbinghaus condusse un esperimento usando una poesia e confrontando i risultati con quelli della memorizzazione delle sillabe senza senso, e scopre che il numero di ripetizioni necessarie a memorizzare la poesia era 10 volte superiore rispetto a quello delle sillabe senza senso. ▪ Quindi quando il numero di ripetizione è grande una distribuzione appropriata delle stesse su un periodo di tempo produce effetti più vantaggiosi rispetto a concentrarle tutte in un breve tempo. Apprendimento con modello associazionistico ▪ Soluzione al problema di come avviene l’apprendimento della lista. ▪ Procedimento secondo cui i singoli elementi sono associati sia con quelli precedenti sia con quelli seguenti. ▪ Anche modificando l’ordine degli elementi o inserendo altri elementi è possibile associarli in modo flessibile. Contributo per cui è più noto: CURVA DELL’OBLIO (dimostra come è fatta) o Misura un processo cognitivo che è uguale in tutte le persone. o Mostra come noi dimentichiamo le cose in funzione del tempo: Come un’informazione appena appresa venga dimenticata rapidamente Come questa perdita si riduca nel tempo o I risultati mostrano che subito dopo l’apprendimento c’è un rapido decadimento della memoria che poi si stabilizza-> si tratta di un decadimento esponenziale in cui la perdita è molto rapida all’inizio e poi sempre meno. o Ebbinghaus fu il primo psicologo sperimentale ad applicare metodi statistici. o Viene ricavata prendendo 1. Il punteggio di risparmio 2. La misura dell’efficienza del ricordo 3. Facendo delle medie in funzione della variabile dipendente (=numero di ore passate tra apprendimento e riapprendimento). L’uso di queste medie permetteva di identificare schemi nella memoria e nella dimenticanza o Utilizza una scala logaritmica che esprime di dati evidenziando il loro ordine di grandezza o Ebbinghaus dimostra: Distinzione tra memoria a breve termine (MBT) e memoria a lungo termine (MLT)-> memoria a breve termine decade rapidamente, memoria a lungo termine si stabilizza nel tempo. Effetto sleeper-> I compiti di memoria hanno un maggiore effetto se si fa una pausa in cui si dorme (il sonno aiuta a consolidare i ricordi). ❖ Ci sono stati tentativi di replicare gli esperimenti di Ebbinghaus: A. Studi di Murre B. Studi di Dros Hanno testato sé stessi per un periodo di tempo inferiore e produssero una curva dell’oblio molto simile a quella di Ebbinghaus ma con la differenza che Dros mostrò una decadenza maggiore nella memoria dopo 7 giorni rispetto agli altri partecipanti. Dopo Ebbinghaus: i comportamentisti non erano interessati ai processi di memoria ma la loro corrente (comportamentismo) entra in crisi negli anni ’50 e si sviluppa la psicologia cognitivista interessata allo studio della memoria e dell’attenzione. In questi anni con il fiorire degli studi sulla memoria nasce una teoria di come essa è fatta: modello modale. MODELLO MODALE Moda=statistica descrittiva che cerca di catturare il caso tipico. Memoria è unitaria ed è composta da 3 componenti (sono dei registri di memoria): 1. Registro sensoriale o Magazzino a brevissimo termine. o Può contenere molte informazioni, le quali se non vengono trasferite subito alla memoria a breve termine vengono perse. o Copia letterale dello stimolo. o Include sottotipi come la memoria iconica (per gli stimoli visivi) e la memoria ecoica (per gli stimoli uditivi). 2. Memoria a breve termine o Scatola molto piccola con una capienza limitata (circa 7 elementi) o L’informazione viene mantenuta solo per un breve periodo di tempo tramite ripetizione verbale o tecniche 3. Memoria a lungo termine o Scatola molto grande o Magazzino permanente o Le informazioni vengono mantenute tramite processi di elaborazione più profondi (come associazioni o connessioni con cose già esistenti) o Se non ricordiamo le cose è perché non abbiamo più le procedure per ricordarlo Queste 3 componenti sono dei magazzini che si differenziano per: a) Capacità b) Durata c) Tipo di informazioni Ci sono 3 stadi del processo di memorizzazione: 1) Le informazioni le acquisisco tramite i sensi 2) I sensi mandano le informazioni alla MBT 3) Dalla MBT le informazioni vengono trasferite alla MLT o Processo in cui viene maggiormente posta attenzione o Vengono fatti dei processi di codifica dell’informazione in ingressi-> sono dei meccanismi cognitivi di controllo e codifica (esempio: reiterazione verbale=ripetere a bassa voce) Lezione 12 MEMORIA 2 Termine “cognitivismo” è stato coniato da Neisser che pubblicò il libro intitolato “psicologia cognitiva” negli anni ’60 in cui descrive il manifesto della psicologia cognitivista che si occupa di studiare i processi interni di elaborazione dell’informazione. GEORGE SPERLING (1934) Psicologo cognitivo. Nel 1960 aveva dimostrato sperimentalmente l’esistenza di un magazzino a brevissimo termine però con una capienza relativamente ampia che contiene la copia letterale di uno stimolo (registro sensoriale). Per testare questo utilizzava il paradigma del resoconto parziale (paradigma mentale) sulla base di un resoconto totale o Resoconto totale consisteva nel compito che dava ai partecipanti di ricordare quante più lettere possibili. o Resoconto parziale consisteva nel far ricordare solo le lettere di una riga indicata con la freccia. NB: la freccia arrivava dopo aver presentato tutte le lettere. o Risultati esperimento o Si nota che il grafico è molto simile alla curva dell’oblio in cui il decadimento è molto rapido all’inizio ma poi si stabilizza. o Quindi i partecipanti avevano memorizzato tutte le lettere per un istante e poi o vengono trasferite nella memoria a lungo termine oppure le dimentichiamo. MBT MLT Durata Breve Lunga Capacità Limitata Grande Codifica Superficiale (legato alle Profonda (legata agli aspetti caratteristiche fisiche dello semantici) stimolo) Ci sono anche gli effetti della posizione seriale che influenzano la probabilità di ricordare un’informazione: Effetto primacy-> probabilità di ricordarsi di più gli elementi all’inizio della lista perché sono quelli su cui abbiamo effettuato con maggiore efficienza la ripetizione e vengono fissati nella MLT. Effetto recency-> probabilità di ricordarsi di più gli elementi alla fine della lista perché sono quelli presenti ancora nella MBT. Secondo i cognitivisti per trasferire le informazioni dalla MBT alla MLT si utilizza il PROCESSO DI REITERAZIONE (informazione viene elaborata) di cui ci sono 2 maniere: 1. Reiterazione di mantenimento-> si mantiene l’informazione nella MBT, per esempio attraverso la ripetizione meccanica dell’informazione (non ottimale per trasferire le cose nella MLT). 2. Reiterazione creativa-> l’informazione viene elaborata creando delle connessioni e collegamenti con cose già acquisite o organizzandola in una certa maniera (metodo che facilita un ricordo più duraturo ed efficace). Se impediamo la reiterazione si può perdere la capacità di ricordare le cose a lungo termine, esempio: paradigma Brown-Peterson Contare all’indietro di 3 numeri partendo da 701 Risultato: curva di Ebbinghaus oAll’inizio se è passato poco tempo l’informazione è nella MBT e quindi la possiamo andare a ripescare o Se passa più tempo e a noi viene impedito di fare l’operazione di trasferimento dalla MBT alla MLT l’informazione tende ad andare persa. Questo conferma l’importanza della reiterazione per il consolidamento delle informazioni nella MLT Gli studi sui pazienti con amnesie selettive hanno arricchito la comprensione dei meccanismi della memoria, in particolare mostrano come essa non sia un blocco unico ma un sistema con compartimenti distinti: Paziente H.M. aveva una memoria a breve termine funzionante ma un deficit di acquisizione a lungo termine. Paziente K.F. aveva una memoria a lungo termine normale ma un deficit nella memoria a breve termine (span di cifre ridotto), quindi problemi con l’effetto recency. Questi casi hanno portato a riconsiderare il modello classico della memoria e suggeriscono che esistono processi separati per l’acquisizione, il consolidamento e il richiamo di informazioni. Si osserva che ci sono delle anomalie con il modello modale della memoria: Effetto primacy e recency per certe cose che abbiamo nella MLT e che non c’entra con il fatto di trasferire l’informazione dalla MBT alla MLT-> per esempio i giorni della settimana: tendiamo ad essere più veloci a rispondere se siamo all’inizio o alla fine della settimana rispetto che nel mezzo (ciò significa che la parte iniziale e finale di una lista sono più distintive e hanno meno interferenza e non dipendono dalla distinzione MBT e MLT). Paradigma del doppio compito-> per esempio apprendere le parole sullo schermo e contemporaneamente ricordare le cifre udite: tipicamente si riesce a fare un compito piuttosto bene anche quando il secondo eccede lo span che avrebbe dovuto riempire la MBT e non riuscire a fare il primo compito. Effetto della somiglianza fonologica-> la somiglianza produce una difficoltà di rievocazione perché le parole sono molto simili tra loro. Per spiegare queste osservazioni si è sviluppato un modello alternativo al modello modale: memoria come sistema. MEMORIA COME SISTEMA Un tutto organizzato fatto da più componenti che comunicano e collaborano tra loro (comportamento globale e collettivo). Idea nasce da una reinterpretazione della MBT che assume un nome diverso “memoria di lavoro”=un insieme di funzioni della memoria che serve a tenere le informazioni vive finché dobbiamo svolgere un compito cognitivo. Le componenti non sono più magazzini ma un insieme di funzioni. Secondo Alan Baddely la memoria di lavoro è fatta da: o Esecutivo centrale Controlla le componenti Regola le informazioni Prende decisioni o Taccuino visivo-spaziale Memoria visivo-spaziale Consente la rappresentazione di cose legate alla forma e allo spazio Si chiama taccuino perché i processi scrivono e cancellano o Buffer episodico Gestisce le informazioni temporanee Il materiale è legato ad eventi ed episodi o Loop articolatorio Ciclo di operazioni che si ripetono sempre uguali all’interno del programma in cui noi elaboriamo delle informazioni di tipo linguistico Si fa reiterazione superficiale delle informazioni La memoria di lavoro: o Gestisce l’elaborazione di informazioni o Funge da supporto per la memorizzazione a lungo termine La memoria di lavoro e MLT sono interconnesse e il flusso di informazioni è bidirezionale. La memoria è vista come un sistema dinamico e interattivo: formata da un insieme integrato di processi interattivi che operano per trattenere e processare le informazioni in modo dinamico. La memoria non è solo un deposito passivo di informazioni ma anche un processo costruttivo e ricostruttivo che contribuisce attivamente alla percezione e all’apprendimento. ❖ Un fattore che influisce sulla memoria è il concetto di interferenza: informazioni competono tra loro riducendo la possibilità che vengano memorizzate correttamente (fenomeno già ipotizzato da Herbart). La MLT si divide in: o Memoria dichiarativa-> espressa verbalmente e dipendente dalla consapevolezza, si scompone in: 1. Memoria semantica-> memoria dei significati (riguarda parole, concetti e categorie) Noetica=prevede un certo grado di consapevolezza Conoscenze generali (non personali e non associate a luoghi e tempi in cui sono state apprese) 2. Memoria episodica-> di tipo autobiografico (ricordi personali) Autonoetica=prevede la consapevolezza di sé Eventi esperiti personalmente associati a luoghi e tempi in cui sono accaduti Ruolo chiave nell’autopercezione Si deteriora prima della memoria semantica Soggetta a false memorie o Memoria non dichiarativa-> non richiede consapevolezza esplicita, ce ne sono 3 tipi: 1. Condizionamento classico e operante dove imparo associazioni che poi ricordo 2. Non associativo legato al fatto che il sistema nervoso si modifica a seguito di esposizione a determinati stimoli (per esempio imprinting=condizionamento classico e operante, immediata associazione ad un oggetto) 3. Memoria procedurale riguarda le abilità motorie, cognitive, sociali e procedurali Anoetica=prevede gradi limitati di consapevolezza Si apprende lentamente con esercizio Preservata nei pazienti amnestici (rimane intatta anche se viene compromessa la memoria dichiarativa) C’è un altro pezzo di memoria: Memoria retrospettiva-> per ricordare il passato Memoria prospettica-> per ricordare il futuro (quando noi programmiamo di fare qualcosa ce lo dobbiamo tenere a mente fino a quando non lo facciamo) e viene vista come una sequenza di stadi: 1) Formulazione dell’intenzione e azione associata-> un qualcosa da realizzare 2) Ritenzione temporale-> capacità di mantenere l’intenzione fino al momento in cui deve essere realizzata 3) Intervallo potenziale di prestazione 4) Realizzazione dell’intenzione-> ricordare e agire secondo il piano entro una finestra temporale 5) Valutazione del risultato-> una volta svolta l’azione devo valutarla o Se la valutazione è positiva allora avviene la cancellazione o Se la valutazione è negativa l’azione è ancora presente nella memoria Un fenomeno legato alla memoria prospettica è l’effetto zeigarnik: tendenza a ricordare meglio i compiti incompleti rispetto a quelli completati. Per esempio i camerieri ricorda le ordinazioni di ogni cliente finché non viene consegnato il piatto e poi non se le ricordano più. False memorie La memoria è basata su un processo ricostruttivo in cui il ricordo può essere modificato da influenze esterne o interne. Sono eventi non realmente vissuti o con dettagli errati che vengono incorporati nella memoria e noi li crediamo accaduti realmente. Esempio: memoria flash bulb-> ci sono eventi carichi di una valenza emotiva che le persone tendono ad avere un ricordo molto netto di tipo episodico riferito a quel momento. In questo senso è molto facile che un testimone sia molto sicuro di un evento ma al tempo stesso che sia soggetto di falso ricordo Due concezioni Tradizionale Sistemica Relazione MBT e MLT ML=MBT La ML svolge le funzioni di MBT Relazione MBT e MLT MBT e MLT sono separate Incluse l’una dentro l’altra Flusso informazioni 1 direzione 2 direzioni Enfasi Magazzini Processi di elaborazione Lezione 13 CONCETTO DI GESTALT 1 Gestalt Corrente di pensiero psicologico. Nata negli anni del comportamentismo in Germania prima della Prima guerra mondiale (intorno all’inizio del ‘900), poi viene a contatto con la psicologia americana. La data di nascita può essere fatta risalire al 1912. Penetrata allo studio scientifico della mente in Italia e in Giappone perché durante la Prima guerra mondiale erano un triangolo di Paesi che intrattenevano rapporti culturali e politici. In Italia si è sviluppata perché nel nord-est (Trieste, Trentino e veneto) era parte dell’impero austroungarico e molti personaggi che si formavano in ambito psicologico erano persone che avevano studiato in Austria. È un termine tedesco di cui esistono varie traduzioni: o “Forma”-> interpretata come psicologia della forma o “Struttura”-> nel senso di qualcosa costituito da parti che sono in relazione tra loro o “Configurazione”-> traduzione che si avvicina di più È un qualcosa di unitario che ha una sua identità e unità, è un sistema di relazioni. Nella teoria psicologica questo concetto fa riferimento al tutto: qualcosa che può essere definito dalla relazione tra parti (relazioni verticali e orizzontali) ma un tutto che non può essere ridotto alle parti che lo compongono. Protagonisti: Wertheimer, Koffka e Köhler (ebrei che sono dovuti scappare dalla Germania per l’avvento del nazismo e si sono trasferiti nelle università americane). Motto della psicologia della gestalt viene da un passo del libro di Koffka (1935): “il tutto è qualcos’altro rispetto alla somma delle sue parti perché sommare è una procedura senza senso invece la relazione tra il tutto e le parti ha significato” (cioè il tutto è diverso dalla somma delle parti che può essere di più, inferiore o uguale). Si riferisce a una teoria che sostiene che la percezione degli oggetti non è semplicemente la somma delle singole parti, ma che la mente umana tende a organizzare gli stimoli in configurazioni complessive (noi percepiamo il tutto prima delle singole parti). I gestaltisti si erano formati nell’ambito della filosofia e della scienza, anche se molti non avevano una formazione medica ed erano arrivati alla psicologia attraverso lo studio della fisiologia oppure della fisica (in quel periodo il mondo della fisica stava subendo una rivoluzione con Einstein). ERNST MACH o Da lui deriva l’unità di misura del suono o Considerato il precursore della fisica quantistica o Scrive un trattato sull’analisi delle sensazioni in cui affronta il tema della coscienza FRANZ BRENTANO o Filosofo che scriveva di psicologia o Sottolinea aspetti dell’attività della mente o dell’esperienza in generale o Tesi fondamentale è chiamata psicologia dell’atto: aspetto specifico dei fenomeni psichici è la loro intenzionalità, quindi l’oggetto della psicologia non è il materiale fornito ai sensi ma l’atto in sé (atto di vedere, atto di udire...) o Concezione antielementisitica perché sottolinea il ruolo assunto dal soggetto e non attribuisce al dato sensoriale semplice quell’importanza che attribuivano altri psicologi come Wundt. MEINONG o Fonda la teoria della produzione: si basa sulla distinzione tra oggetti di ordine superiore e oggetti di ordine inferiore, ciascuno di questi ordini ha una rappresentazione 1. Rappresentazioni non prodotte-> generate da oggetti di ordine inferiore (per esserci non hanno bisogno dell’esistenza di altri oggetti) 2. Rappresentazioni prodotte-> generate da oggetti superiori (la loro esistenza deriva dagli oggetti di ordine inferiore) CHRISTIAN VON EHRENFELS o Padre del concetto di gelstalt anche se poi si distacca da questa psicologia o Si occupa di: Problemi di natura sociale Temi di sessualità-> idea che la monogamia degli uomini sia innaturale, sosteneva che la società ideale era poligamica maschile e monogamica femminile (perché gli uomini erano dotati di un patrimonio genetico più qualitativo rispetto alle donne e quindi potevano avere più mogli per aumentare la probabilità di miglioramento della razza) o Nel 1890 pubblica un saggio “sulle qualità gestaltiche” in cui proponeva un concetto: “Con il termine gestalt facciamo riferimento ad un contenuto positivo che si presenta alla coscienza, che compare in presenza di un complesso di elementi mutuamente separabili e presentabili alla coscienza individualmente. Chiamiamo il fondamento di una qualità gestaltica il complesso delle presentazioni necessarie per la sua esistenza” Per esempio la melodia è formata dalle note però nella sua totalità ha caratteristiche diverse da quelle delle note-> il risultato finale: a) Non è la somma delle parti b) È indipendente dalle qualità delle singole parti La qualità-Gestalt non è data dagli elementi ma dalle relazioni che intercorrono tra essi e dalla loro struttura. “IL TUTTO È PIÙ DELLA SOMMA DELLE PARTI” o Distingue 3 tipi di gestalt: 1) Temporali-> ogni nota è individualmente presente nella coscienza ma la melodia udita è qualcosa di diverso che dipende dalle relazioni tra gli elementi che la compongono e non è riducibile ai singoli elementi. 2) A-temporali-> gli elementi si presentano simultaneamente nella coscienza ma tra loro ci sono delle relazioni di posizione e vicinanza che fanno sì che noi li vediamo diversi o uguali. 3) Cross-modali-> gestalt a cavallo tra diverse modalità percettive (per esempio alcune date dalla visione e altri dall’udito). WERTHEIMER (1880-1943) o Nel 1912 (contemporaneamente all’articolo di Watson) pubblica un articolo “studi sperimentali” sulla percezione visiva del movimento in cui riprendeva il tema del movimento apparente o stroboscopico. o MOVIMENTO STROBOSCOPICO Serve per comprendere come il cervello percepisce il movimento in assenza di un effettivo spostamento fisico Esempi in cui lo vediamo: ▪ Movimento delle stelle-> riguarda il cambiamento percepito della posizione delle stelle nel cielo notturno ▪ Luci intermittenti-> alterano stati di acceso e spento a ritmi veloci che da l’impressione di un movimento continuo ▪ Cinema-> sequenza di immagini statiche proiettate in rapida successione induce la percezione di un movimento continuo Grafico Asse X= distanza tra le posizioni dei 2 fotogrammi Asse Y= intervallo Inter-stimolo Succede quando c’è la giusta relazione tra assetto temporale e spaziale, quindi vediamo un unico quadrato che si sposta. Recap di simultaneità e successione: lavoriamo con 2 quadrati in un fotogramma ▪ Monitoriamo la distanza tra i quadrati e il tempo che passa tra il primo e il secondo fotogramma ▪ Posso manipolare i quadrati ottenendo 2 percezioni: 1) Simultaneità-> intervallo Inter-stimolo breve e quadrati un po’ distanziati. 2) Successione-> 2 quadrati non simultaneamente presenti, uno si accende e l’altro si spegne e succede la stessa cosa dopo un intervallo di tempo. Tra queste 2 percezioni estreme c’è un intervallo di tempo in cui percepisco un quadrato che si muove. o Scopre una forma di movimento sperimentale apparente: il fenomeno phi Giocando con i parametri “distanza” ed “intervallo” c’era una certa zona di spazio- tempo molto piccola in cui succedeva una forma di percezione che non è né simultanea né di successione ma è questo fenomeno phi (‘phi’ sta per fenomenico). È un’illusione ottica. Si ha la sensazione di un movimento orizzontale puro, che non appartiene all’oggetto che si muove ma è un puro percetto di movimento. Esperimento: ▪ In un ambiente buio si illumina, tramite un proiettore, un oggetto posto alla sinistra dello spettatore. ▪ Dopo alcuni secondi si spegne e, in rapida successione, si illumina l’oggetto posto alla destra dello spettatore. Il risultato percettivo: si vede un unico oggetto che si sposta da sinistra verso destra (ma l’osservatore dovrebbe vedere due oggetti statici). Questo succede anche quando vediamo due immagini in rapida successione, il nostro cervello collega i punti e crea l’illusione che ci sia un movimento fluido tra esse. Il movimento è creato dalla nostra mente, anche se in realtà non c’è alcun movimento fisico tra i punti. Questo esperimento mette in crisi la presupposta perfetta corrispondenza tra piano materiale e piano percettivo. o Pubblica nel 1923 “ricerche sulla teoria della gestalt” riguardo al tema dell’organizzazione percettiva Emerge che ciò che deve essere preso in considerazione direttamente sono i fatti così come ci vengono forniti dai nostri organi di senso-> accettare l’esperienza in maniera diretta. Definisce i principi di unificazione formale (=regole che descrivono il comportamento delle parti presenti nel campo) necessarie per costruire una teoria di campo basata sulle regole di interazione tra le parti: 1. Principio di vicinanza-> certe parti del campo si trovano più vicine di altre e vengono quindi considerate percettivamente come un insieme. 2. Principio di somiglianza-> si tendono a raggruppare tra loro le parti del campo che hanno maggiore somiglianza. 3. Principio di continuità-> si raggruppano solo quelle parti che si dispongono secondo una direzione più uniforme. 4. Principio di chiusura-> le parti presenti nel campo tendono a formare unità chiuse. ❖ Teoria di campo ✓ Elaborata da Lewin ✓ Radicata profondamente in Köhler ✓ L’ordine presente nelle cose è di tipo dinamico ✓ Nel saggio di Köhler: dimostra che le forme sono descritte attraverso gli strumenti della fisica dei campi ✓ Ogni fenomeno deve essere descritto ponendo attenzione agli aspetti dinamici ✓ Costruita sulla base dell’individuazione di precise regole dell’interazione tra parti KARL DUNCKER o Psicologo gestalt o Elabora la ruota di Duncker Illusione ottica Esempio di come il nostro cervello interpreta i movimenti e le forme in modo diverso da come sono effettivamente percepiti. Ruota con una luce attaccata al cerchione posta in ambiente buio. Ruota viene fatta rotolare ma il movimento che si percepisce non è di rotolamento ma è un movimento cicloide. Percepiamo il movimento della ruota come l’interazione tra 2 movimenti: 1) Movimento di un punto che fa da riferimento (il mozzo) 2) Movimento di rotazione intorno al mozzo Ogni punto viene visto ruotare intorno ad un riferimento che trasla. Componente della teoria della Gestalt: il postulato dell’isomorfismo o Vuole dimostrare che processi astratti come il pensiero, la memoria e l’apprendimento hanno un supporto materiale e sono originati da fatti che prevedono movimenti di atomi e molecole. o Isomorfismo= “uguale forma”, indica un’identità strutturale tra il piano dell’esperienza diretta e quello dei processi fisiologici sottostanti (una manifestazione fenomenica trova il suo corrispettivo processo cerebrale con caratteristiche funzionali identiche) o Ha 2 ordini di conseguenza: 1. Euristico-> sviluppa nuove ricerche in ambito neurofisiologico 2. Filosofico-> il mondo è riconducibile in tutti i suoi aspetti ad un unico ordine coerente di principi o Questa ipotesi non tiene perché il fenomeno osservato continua a persistere anche se si distrugge la possibilità di una localizzazione a livello del sistema nervoso centrale. La gestalt si oppone a: A. Strutturalismo-> scompone ogni fenomeno nei suoi aspetti elementari per ottenere unità semplici non ulteriormente riducibili (Wundt) B. Elementarismo-> tutti i contenuti mentali sono riconducibili a componenti elementari semplici C. Sensazionismo-> le componenti elementari sono le sensazioni D. Associazionismo e comportamentismo-> i contenuti complessi sono il risultato di associazioni tra elementi semplici e l’esperienza passata influisce nella formazione dei risultati percettivi E. Introspezionismo-> esame riflessivo delle proprie esperienze interne La gestalt assume 3 posizioni: A. Emergentismo-> proprietà che dipendono da tante interazioni locali tra elementi semplici, le gestalt si realizzano grazie ad un processo di organizzazione spontanea (è irrilevante il peso dell’esperienza passata) B. Distinzione parti-tutto-> “il tutto è diverso dalla somma delle parti” C. Primarietà del tutto-> è il tutto che determina le proprietà delle parti e non viceversa. La gestalt dipende dall’interazione tra elementi individuabili ed è la natura delle relazioni che determina sia la gestalt sia come noi vediamo gli elementi (prima viene la gestalt poi gli elementi) Tesi fondamentale della gestalt: ciò che accade al tutto non può essere dedotto dalle caratteristiche delle singole parti separate e viceversa. Lezione 14 CONCETTO DI GESTALT 2 Gestalt Insight=intuizione (concetto centrale nella psicologia della gestalt): momento in cui una persona raggiunge una soluzione improvvisa ad un problema (in contrasto con il pensiero riproduttivo). Psicologia del pensiero produttivo collegato al problema della creatività. Idea di mettere in luce la differenza tra 2 processi di pensiero, 2 maniera di arrivare alla soluzione di un problema: a) Pensiero riproduttivo o Soluzione arriva in modo graduale tramite l’applicazione di regole che abbiamo imparato. o Riproduciamo quello che abbiamo imparato. o Processo che si può scomporre in stadi. o Processo consapevole. b) Pensiero produttivo/creativo o Soluzione arriva improvvisamente. o Soluzione innovativa che non si basa su procedure già note ma è il risultato di un’analisi creativa. o Elementi visivi che organizziamo in una determinata maniera per darne un significato. o Processo olistico (=totale) che non è scomponibile. o Processo inconsapevole. Pensiero riproduttivo Pensiero produttivo Lineare e prevedibile Non lineare e imprevedibile Basato su regole apprese Richiede riorganizzazione mentale Processo consapevole Processo inconsapevole Processo graduale Soluzione improvvisa (Insight) Scomponibile Olistico Esempio: applicazione di formule Esempio: problemi creativi Processo creativo All’inizio sembra che il problema non abbia senso quindi ti senti frustrato e confuso-> sensazione che si prolunga nel tempo e ti senti in blocco: sensazione di impasse (non hai la consapevolezza di un graduale avvicinamento alla soluzione). Uno ha delle idee e provi a vedere se funzionano-> se non funzionano le elimini piano piano. Poi improvvisamente succede l’ESPERIENZA AHA (così chiamata dalla gestalt): soluzione che si accende nella testa in maniera inaspettata e improvvisa (si usa il termine insight) Insight=esperienza aha Mentre si pensa alla soluzione si può provare una sensazione di entusiasmo/piacere/eccitazione chiamata la sensazione di calore (feeling of warmth): sensazione che stai andando nella direzione giusta, come una sorta di segnale dei processi mentali che ti danno un preavviso che sta arrivando qualcosa nel tuo inconscio (può essere anche un falso allarme). Effetto sleeper: spesso la soluzione arriva quando la persona smette di pensare al problema e si dedica ad altro (già visto nell’apprendimento associativo). Questa è la prova che l’apprendimento non è necessariamente graduale ma si possono imparare delle cose anche in modo improvviso. Un contributo significativo al processo dell’insight lo diede Köhler KÖHLER (1887-1967) Nel 1921 scrisse un libro sulle scimmie antropoidi in cui introdusse il concetto di Insight (=vedere dentro). Studiò il comportamento delle scimmie di fronte a situazioni di tipo problematico. Osservò che le scimmie non imparavano tramite apprendimento per prove ed errori (come Thorndike) ma arrivavano alla soluzione in modo creativo. (La soluzione per prove ed errori veniva eseguita solo in fasi ridotte) La soluzione al problema era ottenuta in seguito all’applicazione di strategie non casuali-> è un atto di intelligenza perché instaura una ristrutturazione del campo cognitivo attraverso un atto di Insight. La scimmia messa in una situazione dove c’è un problema da risolvere esplorava la situazione posizionando gli oggetti in diversi modi e la soluzione improvvisamente arrivava. L’apprendimento presenta un carattere discontinuo (perché la soluzione arriva improvvisamente) La soluzione di problemi ha un carattere più continuo: la soluzione prevede un accumulo di esperienza-> in una situazione che non presenta una possibilità di ristrutturazione, il soggetto ricorre al repertorio di comportamenti che ha imparato. Tuttavia il concetto di pensiero produttivo deriva da Wertheimer MAX WERHTEIMER Vuole mostrare come si possa giungere a soluzioni e apprendimenti quando si adotta un’impostazione che osserva la situazione nella sua totalità e non come insieme di parti. In questa visione gli errori assumono una valenza positiva: devo sapere se il passo appena compiuto è proficuo o no rispetto al raggiungimento della soluzione. Cerca di rispondere alla domanda: come funziona il pensiero produttivo? Come si raggiunge? Risposta: avviene una ristrutturazione del campo e del problema (riconfigurazione della relazione tra gli elementi del problema) perché gli elementi diventano un tutto organizzato diverso da quello che c’era prima-> quindi la soluzione consiste nel riorganizzare gli oggetti. È una questione di organizzazione, cioè si ha un cambiamento nella struttura mentale del problema stessa che porta a riorganizzarlo in modo diverso. A questo cambiamento si associa una valenza o qualità affettiva perché: o Prima di arrivare alla soluzione-> avvertiamo una sensazione sgradevole di non capire è un senso di mancato successo (situazione disorganizzata in cui non si tengono le cose nella maniera giusta). o Dopo essere arrivati alla soluzione (quando si fanno delle riorganizzazioni di oggetti)-> si prova un’emozione di sollievo e gratificazione per aver fatto un passo avanti (il problema diventa chiuso: ogni parte del problema prende una funzione nel tutto). Domanda: come faccio ad essere più creativo? (sviluppare il processo produttivo) Risposta: bisogna fare esercizio di meta cognizione o Esercitare un processo di pensiero che riguarda le caratteristiche e il funzionamento del pensiero stesso o dei processi cognitivi-> consente di valutare se stiamo utilizzando il giusto approccio ad un problema o se possiamo migliorarlo. o Pensiero laterale-> aiuta a risolvere i problemi in modi non convenzionali evitando soluzioni lineari e promuovendo creatività. Fattori che ostacolano la creatività: o Fissità funzionale (Duncker)-> tendenza ad attribuire agli elementi della situazione solo le caratteristiche che per abitudine riscontriamo. o Abitudine-> il fatto che abbiamo automatizzato maniere di risolvere qualcosa. o Fissità mentale-> il nostro cervello è portato a risolvere il problema all’interno di un quadro predefinito ma la soluzione richiedere di uscire da quel quadro e pensare in modo diverso. o Tentativi alla cieca o Fermarsi alla struttura iniziale-> non rendersi conto che la maniera in cui è posto un problema può essere fuorviante o Seguire le regole in maniera meccanica (entrenchment) Fattori che favoriscono la creatività: o Mente aperta-> mantenere una mente flessibile per scoprire soluzioni creative o Non conformismo-> chiedersi se si può fare in un altro modo perché spesso la creatività è associata a persone che non seguono le convenzioni sociali. o Sicurezza in sé stessi-> darsi fiducia o Propensione al rischio-> non c’è certezza di arrivare alla soluzione ma bisogna darsi una chance o Pazienza e determinazione o Capacità di “non chiudere” Fenomeni relativi alla creatività: o Effetto zeigarnik-> se un compito viene interrotto prima che noi lo finiamo l’interruzione migliora il ricordo delle caratteristiche del compito. o Effetto della chiusura-> una volta che ho chiuso una determinata cosa la mente inconscia smette di elaborarla; invece se la teniamo aperta continua ad elaborare. Quindi è fondamentale che nelle pause non bisogna chiudere ma lasciare aperto (la nostra mente deve continuare a pensarci). o Effetto Ovsiankina-> un compito non completato genera uno pseudo-bisogno associato ad ansia e stress verso una chiusura del compito. Se vogliamo essere creativi bisogna gestire queste sensazioni. KURT LEWIN (1890-1947) Fondatore della psicologia sociale (un campo di ricerca in cui la psicologia americana ha accettato temi e metodi della teoria gestaltica). Secondo lui: “l’insight si verifica quando una persona reinterpreta improvvisamente uno stimolo, una situazione o un evento per produrre un’interpretazione non ovvia e non dominante”. Fu il primo a capire che si può studiare sia la mente individuale che quella collettiva (il comportamento di gruppi di persone). Studiò le neuroscienze cognitive dell’esperienza aha o Scopre che il processo di pensiero produttivo è in parte lateralizzato, cioè noi siamo più creativi con l’emisfero destro o Ci sono diverse tecniche con cui capire quali sono le parti del cervello importanti per il pensiero produttivo: Elettroencefalogramma Risonanza magnetica funzionale o Se si fa fare un compito produttivo ad una persona mentre si fa una risonanza magnetica funzionale si nota un’attività ciclica che è collegata alla parte superiore e posteriore del lobo temporale, questa è anche la zona dove gli elettrodi registrano il segnale più forte. o La persona svolge un compito produttivo o riproduttivo e quando ha trovato la soluzione preme un tasto-> l’attività cerebrale diventa diversa in base al tipo di pensiero. Dei concetti importanti nello studio dell’attività cerebrale sono 2 tipi di onde: 1. Onde alfa o onde Berger Importanti per lo studio dell’attività cerebrale Tipo di attività elettrica cerebrale che si verifica quando il cervello è in uno stato di riposo e rilassamento ma comunque vigile. Il segnale EEG nella banda di frequenze tra 8 e 12 Hz Compare quando si chiudono gli occhi e viene sostituito da beta quando si riaprono Il segnale è collegato all’attività del cervello a riposo, alla comunicazione e al coordinamento dell’attività neurale. Si chiamano anche onde Berger o Il nome deriva dallo scienziato Hans Berger che fu il primo a misurare i segnali elettrici del cervello usando la tecnica dell’encefalogramma (EEG). o Berger scoprì che il cervello emette queste onde in determinate condizioni e le identifico come rappresentative di uno stato di rilassamento ma attivo. Sono usate in psicologia e neuroscienze per studiare la funzione cerebrale e gli stati mentali come: o Rilassamento o Concentrazione o Meditazione La loro osservazione può aiutare a comprendere come il cervello risponde a varie stimolazioni e stati emotivi 2. Onde gamma Correlato all’attività del cervello su larga scala e alle funzioni cognitive come la memoria lavoro, l’attenzione e l’organizzazione percettiva Il segnale EEG nella banda di frequenze tra 25 e 140 Hz Lezione 15 e 16 AFFORDANCE Movimento cognitivista Manca una data ufficiale di inizio ma si suppone attorno agli anni ’50 e per un po’ fu il paradigma dominante della psicologia che pone la totale sconfitta delle posizioni comportamentiste Idea che la mente può essere studiata come un software di un computer Ha preso dal comportamentismo il rigore metodologico e l’uso del metodo sperimentale (il cognitivismo è una diretta filiazione del comportamentismo) Ha preso dalla gestalt l’idea che si può provare a studiare i contenuti mentali e non solo analizzare i comportamenti (come proponeva il comportamentismo radicale) Si sviluppa negli anni in cui Craick condusse delle ricerche sul comportamento di tracking: o Compito in cui c’è un bersaglio mobile che si sposta su uno schermo o Al soggetto viene chiesto di tenere allineato un segnale con il bersaglio o Osservazione-> il soggetto umano non appare in grado di operare più di una correzione ogni mezzo secondo o Ipotesi-> all’interno dell’organismo umano c’è un meccanismo di decisione che doveva impiegare almeno mezzo secondo per elaborare le informazioni in arrivo Si affermava che: 1. Uomo era concepito come un elaboratore di informazioni 2. Uomo aveva un tipo di funzionamento discreto 3. Il meccanismo decisore era unico e non potevano essere eseguite più cose alla volta ”Piani e strutture del comportamento” di Miller, Galanter e Pribram: viene attribuita alla psicologia un’unità di analisi=il piano di comportamento (unità TOTE) o Ogni volta che un individuo deve compiere un’azione prima verifica nell’ambiente se la situazione è congruente con gli obiettivi dell’azione che deve svolgere. o Formata da sotto unità con strutture gerarchiche. È formato da due filoni 1. Approccio ecologico Orientata verso un approccio olistico che integra percezione e azione nel contesto ambientale Poi si dedica ai problemi posti dalla vita quotidiana e all’analisi dei rapporti tra persone e ambienti 2. Scienza cognitiva Approccio teorico e sperimentale Integra l’intelligenza artificiale Ricorso a più livelli di analisi e attenzione al modo in cui questi livelli sono incorporati negli organismi Capitolo centrale: neuroscienze Scoperta: neuroni canonici Tra gli anni ’50 e ’80 è nato un altro approccio alla psicologia: concetto di AFFORDANCE Ha avuto un ampio campo di applicazione nella psicologia applicata Parola che non si traduce Dietro questo concetto c’è la forma di attrazione: attrazione=quella cosa per cui ci sono oggetti, eventi o persone nell’ambiente che esercitano un’attrazione verso di noi, cioè ci tirano verso di sé. Ha a che fare con la relazione tra organismo e ambiente esterno ❖ Nella psicologia cognitivista il processo di riconoscimento viene descritto come un riconoscere (=conoscere di nuovo), come un qualcosa che è dovuto al fatto che la percezione di quello che ho davanti viene messo in relazione con la mia MLT in cui ho un’enciclopedia (delle voci che corrispondono a determinate cose che ho appreso e che si trovano nella memoria dichiarativa)-> approccio classico: ho davanti un’informazione sensoriale o percettiva e la confronto con qualcosa che ho in memoria e poi riconosco l’oggetto grazie a questo confronto (quindi suppone che io abbia già imparato delle cose). Suggerisce che esiste una forma di riconoscimento che non è un conoscere di nuovo ma un conoscere direttamente: o Forma di conoscenza sulla natura che non chiede di aver imparato delle cose o Esistono delle modalità di conoscenza del mondo che sono un riconoscere senza apprendimento o È come dire che esistono degli aspetti di questo oggetto che senza sapere il nome o averlo visto posso riconoscere lo stesso quegli aspetti o Quando organismo entra a contatto con un oggetto, quest’ultimo genera all’interno dell’organismo la capacità di azione (affordance) e nel mentre l’organismo impara qualcosa sulle funzioni che l’oggetto può avere scoprendo sempre qualcosa di nuovo (sperimento l’oggetto per scoprire nuove funzioni) Protagonisti: James Gibson ed Eleanor Gibson erano 2 ricercatori e teorici che si erano formati in ambito del comportamentismo e poi hanno dato vita ad una nuova maniera di intendere la psicologia-> sviluppando la teoria ecologica o Eleanor è stata la fondatrice del settore di ricerca sullo sviluppo dei processi della percezione nei bambini piccoli, quindi sviluppa metodi innovativi o L’aspetto più innovativo della teoria ecologica è il concetto di affordance Approccio ecologico Si fonda su 4 aspetti cardine: 1. Affordance o Un biologo del comportamento aveva già formulato idee simili ma Gibson non lo conosceva e le esprime in modo più chiaro o Concetto presentato per la prima volta nel libro “l’approccio ecologico alla percezione visiva” di James Gibson o Definizione: “le affordance dell’ambiente sono ciò che l’ambiente offre all’animale, ciò che gli fornisce sia in senso positivo che negativo. Il verbo si trova nel dizionario invece il nome no. L’ho creato io (il sostantivo) e con questo termine io intendo qualcosa che è un’entità, un costrutto teorico che si riferisce sia all’ambiente che all’animale nella maniera che non si trova in nessun concetto già esistente”. o Si riferisce a qualcosa di cui noi diventiamo consapevoli che non è un oggetto ma qualcosa che ha a che fare con la relazione organismo-ambiente. Organismo è inteso come un qualcosa che non è fatto solo di una mente ma è fatto da una mente che sta in un corpo. o Scopo attività mentale: muovere il corpo-> fare in modo che il corpo interagisca con ambiente (interazione di tipo motorio). o Concetto che implica una complementarietà, cioè un rapporto mutuo che va dall’organismo all’ambiente e viceversa (idea che la mente ha a che fare con il sistema organismo-ambiente). o Proprietà sistemica ed emergente che compare all’interno del sistema organismo-ambiente e di cui un organismo può diventare consapevole. o Richiede di ragionare in maniera sistemica e non essenzialista. o Questo concetto negli anni ’70 di fronte alla psicologia cognitivista è stato preso con grande scetticismo poiché i cognitivisti accusavano Gibson di aver creato un qualcosa di metafisico (idea indimostrabile). Questo scetticismo iniziale è cessato di fronte al fatto che il concetto si è rivelato euristico=indica una direzione feconda da poter seguire per effettuare ricerche e scoprire nuove cose. La psicologia ecologica di Gibson si avvicinava di più all’etologia (studio del comportamento degli animali nel loro habitat che utilizza approcci sistematico-relazionali) Affordance è Affordance non è Qualcosa che esiste concretamente come costrutto Proprietà dell’oggetto fisico teorico (non è qualcosa di direttamente misurabile come proprietà del mondo) Concetto di natura sistemica-> emerge all’interno del Stato mentale-> non basta l’aspetto mentale per sistema ambiente-corpo-mente definire l’affordance ma è qualcosa che emerge quando il repertorio motorio mentale che possiedo entra in relazione con il mondo Proprietà emergente della interazione fra organismo Rappresentazione neurale di una natura dotato di corpo e il suo ambiente sensomotoria Aspetto del significato di ciò che ci circonda, Informazione nella memoria semantica-> nella percepibile e conoscibile senza apprendimento e far memoria semantica dichiarativa ho delle voci di ricorso alla memoria enciclopedia con cui accedo al mondo che rappresenta il concetto di un oggetto e quel concetto ha delle proprietà che definiscono che cos’è l’oggetto 2. Sistema organismo-ambiente o La mente non viene studiata come oggetto separato dal resto ma all’interno del sistema organismo-ambiente o Approccio in cui la mente è qualcosa che: Ha a che fare con l’organismo che interagisce con la sua nicchia ecologica Serve a guidare il movimento 3. Ciclo percezione-azione o Noi siamo un organismo che attivamente esplora l’ambiente quindi il conoscere è rappresentata da questo ciclo o Attraverso l’azione faccio emergere proprietà informative dall’ambiente che poi stimolano qualità esplorative e così via… o È la mente a guidare il movimento e l’interazione con ambiente 4. Sintonizzazione o Idea che il conoscere è una forma di sintonizzazione nei confronti dell’ambiente Queste idee sono diventate centrali in approcci alla psicologia di oggi che sono noti come cognizione incarnata, cioè l’idea che bisogna studiare la mente nell’ambiente e nel corpo (come un sistema integrato). L’affordance può essere studiata attraverso metodi psicofisici in cui la psicofisica non viene vista in modo classico (variabile predittore è una forma di energia nell’ambiente) ma si tratta di una psicofisica globale (variabile predittore è qualcosa che cattura mutualità tra organismo e ambiente). Esempio: studio di Warren sulla percezione della scalabilità Uno studio del 1984 dimostra come l’affordance guida il movimento nel salire le scale La relazione tra altezza dello scalino e lunghezza della gamba determina la scalabilità Partecipanti alti e bassi percepiscono la soglia di scalabilità in modo diverso Esiste una proporzione ideale (modello biomeccanico) che vale per tutti: se non supera 88% dell’altezza della gamba Questo esempio dimostra l’universalità del principio dell’affordance e la possibilità di studiarlo empiricamente STANLEY KUBRICK Film “2001 Odissea nello spazio” è un esempio culturale del concetto di affordance. La parte iniziale è senza dialogo è ambientata nella preistoria: uno scimpanzé che scopre di poter utilizzare come strumento un osso-> forma di apprendimento che avviene per interazione con ambiente (non di natura associativa o imitativa). Concetto di aha: c’è una ristrutturazione degli elementi del problema e un processo graduale che porta lo scimpanzé a cercare di capire come si usa l’osso. Ciclo percezione-azione in cui gradualmente di scoprono affordance perché scimpanzé svolge azioni di tipo esplorativo e performativo. Momento cruciale=quando lo scimpanzé afferra per la prima volta l’oggetto e scopre di poterlo usare per aumentare le sue capacità di azione-> momento in cui emerge un affordance e il soggetto ne diventa consapevole (poi gradualmente se ne scoprono delle altre). Il concetto di affordance è diventato fondamentale per diversi ambiti della psicologia come: Psicologi applicati-> usano affordance per risolvere problemi pratici Ergonomia cognitiva-> affordance è importante nel design di strumenti e ambienti che facilitano l’interazione tra uomo e tecnologia DONALD NORMAN Psicologo cognitivista Ha recuperato il concetto di affordance e lo ha applicato al concetto di ergonomia cognitiva: si occupa di studiare come le persone pensano, percepiscono e prendono decisioni mentre interagiscono con strumenti, dispositivi o ambienti. Scrive 2 libri: 1. “La psicopatologia degli effetti quotidiani” o Richiamava quella di Freud (Freud le intende come effetti che sono la conseguenza di pulsioni). o Affordance ti porta ad agire in un certo modo quindi se il design dell’oggetto è fatto in modo sbagliato questo ti porterà a sbagliare. 2. “La caffettiera del masochista” o Sono descritti degli oggetti quotidiani mal progettati che inducono errori funzionali. o Per esempio una caffettiera con una maniglia mal posizionata che causa ustioni. Il concetto di affordance è cominciato a diventare importante anche nelle neuroscienze cognitive, quindi si è incominciato a fare della ricerca anche con i metodi di questa scienza e si è arrivati a: Effetto stroop o Noi sappiamo che ci sono processi non obbligatori e obbligatori: ci sono degli stimoli che quando vengono presentati producono per forza una risposta (noi non possiamo fare a meno di rispondere in quel modo). o Si tratta di una condizione incongruente che ci mettiamo più tempo a svolgerle. Effetto di priming visuo-motorio o Quando noi siamo in una situazione che evoca un affordance non possiamo fare a meno di attivare un processo che è sia percettivo che motorio. o Paradigma classico della psicologia cognitiva: indica l’idea di quantificare quanto bene si può fare un compito (la prestazione viene quantificata con la misura dei tempi di reazione). o Consiste nel presentare uno stimolo irrilevante (prime) che dovrebbe avere un effetto benefico o no sulla prestazione perché ha la potenzialità di pre-attivare un processo. o Viene presentato un bersaglio (target) rispetto al quale dobbiamo fare un compito. o Per esempio il bersaglio può essere una parola oppure una non parola che non esiste in italiano ma creata secondo le regole della morfologia italiana. o Struttura: 1) Compare un prime 2) Compare una parola 3) Soggetto deve dire “parola” o “non parola” 4) Se il prime è collegato semanticamente al target allora c’è una riduzione dei tempi 5) Se il prime non è collegato al target semanticamente allora io attivo una zona della memoria semantica che è remota (quindi ho sottratto risorse per andare a cercare il bersaglio) o È come una spinta mentale che rende più facile fare qualcosa dopo averlo visto fare a qualcun altro, perché il nostro cervello e il nostro corpo si "preparano" a compiere quella stessa azione (chat gpt). Presa di precisione e di potenza delle scimmie con Helen (condotto da Köhler) Si riferisce alla capacità di afferrare oggetti con precisione usando le dita. Le scimmie, come noi, hanno mani molto sviluppate, con pollici opponibili che permettono loro di afferrare oggetti in modo preciso. Presa di precisione si usa per oggetti piccoli. Presa di potenza si usa per oggetti più grandi e pesanti. Esperimento scientifico della scimmia Helen o Condotto per osservare come una scimmia utilizza la sua mano per afferrare oggetti piccoli o di forme particolari. o L'idea è capire come l'abilità della scimmia nell'afferrare si confronta con quella degli esseri umani o come si sviluppa nel corso della sua vita. o Nella corteccia premotoria delle scimmie è presente l’area F5 che è coinvolta nella pianificazione del movimento. Nell’uomo troviamo l’area Broca nota per il suo ruolo nel linguaggio e per i deficit che causano afasia. o In queste aree svolgono un ruolo importante i neuroni canonici/specchio Scoperti da Rizzolati quando condusse uno studio sui macachi-> scopre che ci sono dei neuroni che rispondono in modo selettivo a gesti effettuati con un certo scopo. Si attivano quando la scimmia osserva un oggetto afferrabile Rappresentano informazioni utili per percepire un affordance (come la forma o la dimensione di un oggetto). Sono delle cellule nervose che si attivano sia quando compiamo un'azione, sia quando vediamo qualcun altro compiere quella stessa azione. Il neurone risponde allo scopo di un gesto. Sono neuroni che "riflettono" l'attività di chi sta osservando un comportamento, come se la persona stessa lo stesse facendo. Per esempio, se vedi qualcuno che afferra una tazza, i tuoi neuroni specchio si attivano come se fossi tu a prendere la tazza, anche se non la stai toccando. Anche nell’uomo sono presenti ma non è possibile registrarne l’attività: in caso di malfunzionamento si hanno difficoltà a comprendere lo scopo dei comportamenti altrui-> si sono scoperte patologie caratterizzate da limiti nella gestione dei rapporti sociali. Sindrome della mano anarchica e della mano aliena Sindrome della mano anarchica Comportamento dell’utilizzazione Lesione SMA (area motoria supplementare) Lesione SMA bilaterale unilaterale Una mano che non obbedisce all'autorità della Entrambe le mani non obbediscono all’autorità della mente ma la mano si muove in modo involontario e mente indipendente Consapevolezza del comportamento inappropriato Non consapevolezza del comportamento inappropriato SERGIO DELLA SALA Neuropsicologo La sindrome della mano anarchica c’entra con le affordance perché i pazienti hanno una lesione nell’area SMA nel lobo frontale che ha a che fare con processi di natura motoria Esiste un’altra area di tipo motorio: PMC (corteccia premotoria supplementare) che attiva delle risposte motorie che sono la risposta ad uno stimolo esterno, qualcosa che risponde ad un affordance e attiva il movimento corrispondente a quell’affordance La SMA avrebbe il ruolo di inibire la PMC Comportamento di utilizzazione: I pazienti non riescono a resistere alla tentazione di usare quello che si trova davanti Paziente inizia ad usare in modo compulsivo oggetti che trova a portata di mano ❖ Affordance è qualcosa che è in grado di attivare in maniera implicita un comportamento motorio Lezione 17 AZIONE E PSICOLOGIA DEL CONTROLLO MOTORIO 1 ROBERT S. WOODWORTH Pioniere della psicologia sperimentale e del controllo motorio Psicologo americano estremamente influente nella prima metà del 900 Interessato alla psicometria e alla psicologia sperimentale Considerato una figura cardine nella transizione verso una psicologia moderna e scientifica È l'autore del primo manuale moderno del manuale di psicologia sperimentale “experimental psychology” del 1938 (Università del Michigan contiene questo volume). Questo libro è in realtà la sua tesi di dottorato, conseguita all'Università della Columbia. “L'accuratezza del movimento volontario” (“Accuracy of voluntary movement”): o Tesi molto corposa che contiene uno studio dettagliato o Rappresenta un punto importante per la comprensione dei principi psicologici e fisiologici che regolano il controllo motorio o Primo capitolo introduce l’idea rivoluzionaria che il movimento non sia solo una risposta meccanica agli stimoli ma un processo psicofisico complesso o Estratto dal suo libro: "In tutti i settori della psicologia eccetto uno è presente un sempre maggiore interesse per il lato motorio della coscienza. Non disponiamo finora di studi sulla psicofisica dei movimenti volontari. Con ciò intendo dire che non abbiamo informazioni dettagliate sulle relazioni funzionali fra movimento e coscienza." La mente non solo elabora informazioni ma serve come strumento per interagire con il mondo esterno controllando i movimenti necessari per agire e muoversi. Studio sperimentale: o Lui progettò esperimenti innovativi per misurare l’accuratezza del movimento volontario utilizzando strumenti e tecniche avanzate per l’epoca. Infatti secondo lui si fare anche una psicofisica del movimento e non solo delle sensazioni (Fechner e Weber). o Mimeografo: Dispositivo principale Tamburo rotante che su un foglio di carta registrava i movimenti del partecipante Il partecipante aveva in mano una penna e doveva: 1. Tracciare una linea retta 2. Invertire la direzione 3. Riprodurre il movimento precedente il più accuratamente possibile Ogni tentati