Traiettorie pedagogiche per lo sviluppo dei Servizi ZeroSei - Comune di Bologna PDF

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Summary

This document outlines the pedagogical trajectories for the development of Services ZeroSei in Bologna. It emphasizes the importance of community responsibility in ensuring the well-rounded development of children, highlighting values and objectives. The document also discusses key themes like participation, relationship, and communication, as well as research and innovation in educational practices.

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Bologna Cresce Traiettorie pedagogiche per lo sviluppo dei Servizi ZeroSei L’avvio del percorso 1 La stesura del documento è stata curata dal gruppo di Responsabili di Unità Territoriali Alessia Cingolani, Teresa Di Camillo, Roberta Roversi, Micol Tuzi, Ilaria Zagnoni, El...

Bologna Cresce Traiettorie pedagogiche per lo sviluppo dei Servizi ZeroSei L’avvio del percorso 1 La stesura del documento è stata curata dal gruppo di Responsabili di Unità Territoriali Alessia Cingolani, Teresa Di Camillo, Roberta Roversi, Micol Tuzi, Ilaria Zagnoni, Elisabetta Zucchini, in collaborazione con Nadia Fornasari. La bozza del documento è stata discussa e integrata grazie al confronto con il Coordinamento Pedagogico. Nella scrittura del testo si è prestata particolare cura all’utilizzo di un linguaggio inclusivo, differenziando sempre la doppia declinazione di genere maschile e femminile (Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo, Miur, 2018). Foto in copertina tratta dalla performance teatrale LàQua - Teatro Koreja, nell’ambito del progetto ZeroTre… chiama Italia in collaborazione con La Baracca - Testoni Ragazzi - marzo 2022 ©_children_in_wonderland_ Comune di Bologna Area educazione, istruzione e nuove generazioni via Ca’ Selvatica 7, 40123 Bologna telefono: 0512196172 / 0512195892 email: [email protected] https://www.bolognazerodiciotto.it/ Finito di stampare nel mese di aprile 2024 presso Maggioli, Santarcangelo di Romagna. 2 Indice Prefazione p. 5 Il percorso delle Traiettorie 6 Valori e obiettivi delle Traiettorie pedagogiche 7 Ambito tematico partecipazione, relazione e comunicazione 11 Ambientamento Partecipato 13 Sostegno alla genitorialità 16 Il benessere di chi educa nei contesti relazionali 19 Documentazione 22 Ambito tematico ricerca e innovazione delle pratiche educative 24 Lavoro Aperto 25 Partire dai bisogni 28 Scambi formativi, reti e partenariati internazionali 30 Tecnologie per l’educazione 33 Educazione all’Aperto 35 Poli per l’infanzia e prospettiva 06 37 Ambito tematico qualificazione e consolidamento del sistema integrato di educazione e istruzione 39 Inclusione e Intercultura 40 Linguaggi espressivi e collaborazione con le istituzioni culturali 43 Educazione alla cittadinanza e al rispetto 46 Rete dei Coordinamenti Pedagogici 49 Traiettorie trasversali 50 3 4 Prefazione Le Traiettorie pedagogiche per lo sviluppo dei Servizi ZeroSei del Comune di Bologna, nascono da una forte volontà politica dell’Amministrazione per valorizzare la qualità e l’importanza dell’of- ferta dei Servizi ZeroSei a gestione diretta della nostra città che si incontra con l’impegno quoti- diano, ideativo, fattivo delle/dei molte/i professioniste/i che operano all’interno di essi. Queste traiettorie ci raccontano la buona quotidianità ed il patrimonio di esperienze e intel- ligenze che la città offre alle/ai sue/suoi cittadine/i più piccole/i. Enunciano i valori fondanti del pensiero pedagogico alla base di ogni buona prassi educativa che si compie nei Servizi ZeroSei comunali e tracciano le direzioni lungo le quali intendiamo procedere per mantenere, implemen- tare e dare visibilità alla qualità di quanto sino ad ora realizzato, delineandone anche i possibili percorsi di approfondimento, innovazione, ricerca/azione. Perché Bologna Cresce? Il verbo “crescere” viene utilizzato sia nella sua accezione transitiva che intransitiva: Bologna cresce le sue bambine e i suoi bambini, nel senso che le/li accompa- gna e sostiene durante la crescita e, nel farlo, cresce anche lei stessa come città. Le bambine e i bambini, infatti, non vengono considerati un affare privato dei genitori, ma un bene comune che dà valore all’intera città, sul quale occorre investire per valorizzare il presente e costruire il futuro, in una società democratica e inclusiva che, concorrendo all’educazione ed alla creazione delle condizioni per rendere esigibili i diritti delle sue cittadine e cittadini più piccole/i, si fa comunità educante e migliora la qualità del suo stesso tessuto urbano e del suo capitale sociale. L’elaborazione di Bologna cresce - Traiettorie pedagogiche per lo sviluppo dei Servizi ZeroSei rappresenta, quindi, occasione di riflessione collettiva sull’infanzia a tutto tondo, a partire dalla contemporaneità. Non solo per gli addetti ai lavori e per i genitori, ma per tutta la comunità. La pandemia globale ha impattato fortemente sulla società e i servizi educativi hanno dovuto scoprire forme flessibili per “stare insieme”, per riuscire ad essere resilienti. Abbiamo così avuto conferma che le dimensioni pedagogiche erano forti ed hanno saputo resistere, pur modificandosi necessariamente alla luce delle mutate condizioni sanitarie, sociali, relazionali, antropologiche, ma abbiamo anche scoperto che hanno assunto rilevanza ambiti nuovi da approfondire, quali, ad esempio, il massiccio ingresso in educazione delle tecnologie digitali, il benessere di chi educa ed una rinnovata importanza della partecipazione delle famiglie alla vita dei servizi. Il sistema integrato dei Servizi ZeroSei della città di Bologna, con una forte guida pedagogica dell’Amministrazione Comunale (Area Educazione e Quartieri), è un’eccellenza che va valoriz- zata e manutenuta ogni giorno, osservando il mutare dei bisogni e innovando insieme ai saperi della città. Un particolare ringraziamento a tutte le persone che ogni giorno lavorano per il funzionamento di nidi, scuole dell’infanzia e dei servizi collegati sul territorio. Daniele Ara Assessore Scuola e Adolescenti 5 Il percorso delle Traiettorie Il progetto relativo al lavoro di elaborazione delle traiettorie è stato presentato al personale dei Servizi ZeroSei e alla cittadinanza nell’ambito della rassegna Settimane pedagogiche, con un seminario presso il Teatro Duse di Bologna, durante il quale è stato presentato un dialogo sugli ambiti delle traiettorie di sviluppo pedagogico tra personalità del mondo accademico e la dire- zione pedagogica. Al lancio del documento seguirà un percorso di approfondimento insieme a tutto il personale dei Servizi ZeroSei e il coordinamento pedagogico cittadino con l’obiettivo di avviare un confronto sulle tematiche emergenti. In particolare, la direzione pedagogica ha individuato sei tematiche sfidanti su cui convergere le riflessioni per il presente anno educativo e scolastico: Inclusione e intercultura Tecnologie per l’educazione Il benessere di chi educa nei contesti relazionali Documentazione Prospettiva 06 Partecipazione delle famiglie Per ognuna delle tematiche sarà proposto un momento di incontro e riflessione a livello citta- dino con il coordinamento pedagogico nella seconda parte dell’anno, in cui si approfondiranno le traiettorie e si raccoglieranno pratiche, spunti di lavoro e sfide per il futuro. Argomento di sfondo a livello cittadino, trasversale a tutte le traiettorie di sviluppo, sarà l’e- ducazione al rispetto, che verrà approfondito a partire da un evento seminariale aperto a tutto il personale e da un lavoro di raccolta delle pratiche dei diversi territori a cura di un gruppo di coordinamento pedagogico cittadino, con l’obiettivo di implementare le pratiche all’interno dei servizi e sensibilizzare chi lavora nella quotidianità educativa per mettere a sistema azioni mirate su questo ambito di ricerca. Bologna Cresce si configura quindi come un punto di partenza per costruire insieme le traiet- torie di crescita e sviluppo dei Servizi ZeroSei del Comune di Bologna, come avvio formalizzato di un percorso di ricerca costante, per intrecciare i saperi, le pratiche, le scoperte e diffondere una cultura viva e consapevole della potenza dell’educazione, in tutte le sue forme. Un documento dinamico, che si evolverà insieme alle progettualità e alle esperienze che avranno come protagonisti i Servizi ZeroSei e tutte le realtà fin qui esposte. Bologna Cresce insieme alle bambine e ai bambini e ci ri-cor-da (richiama al cuore) che qualsiasi sfumatura che riguarda l’infanzia riguarda noi tutte/i. 6 Valori e obiettivi delle Traiettorie pedagogiche L’infanzia è un soggetto di diritto che chiama in causa le responsabilità educative e di cura di tutta la comunità nel garantire il pieno sviluppo del benessere sociale e psi- cofisico delle bambine e dei bambini. Essa deve essere al centro di politiche in grado di valorizzarne le potenzialità cognitive, affettive e sociali durante tutto il processo di crescita e di favorire una cultura del rispetto che aiuti a cogliere in positivo l’identità giuridica di bambine e bambini. Essi sono cittadini dell’oggi, non solo del domani, partecipi di una cultura della cittadinanza che li rende depositari di diritti e di dove- ri. Rispettare l’infanzia, valorizzarla come bene comune, come risorsa e come dono, significa sostenere le famiglie nel compito genitoriale e nello stesso tempo promuo- vere politiche di welfare che la sottraggono dall’isolamento in esperienze educative tutte confinate entro l’universo familiare. Come ogni altra fase della vita, essa deve poter vivere il piacere dell’accoglienza da parte di altri contesti dell’ambiente sociale insieme alla sperimentazione dei limiti che ne derivano. Investire sull’infanzia non si- gnifica costringere rigidamente le bambine e i bambini all’interno delle politiche cul- turali, sociali, educative dominanti in un particolare momento storico. Proprio perché essi sono soggetti depositari di diritto, le azioni di cura rivolte ai bambini devono po- tersi configurare come pratiche sociali d’incontro e di mediazione fra tutti i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nell’intervento educativo.1 Recenti studi2 dimostrano il ruolo cruciale dei servizi per l’infanzia nel promuovere il successo formativo e ridurre le diseguaglianze sociali e culturali, a patto che siano garantite alcune con- dizioni3: i servizi devono promuovere una crescita globale delle bambine e dei bambini nella fascia 06 integrando cura e educazione; le politiche devono favorire l’accesso di tutte/i soprattutto delle famiglie in condizioni di povertà e marginalità sociale; il mantenimento della qualità del servizio erogato. La visione dell’infanzia riportata in apertura, tratta dal documento di indirizzo pedagogico ap- provato nel 2014, ancora attuale e contemporanea, ci consente di mettere in evidenza i valori trasversali del sistema formativo 06: la/il bambina/o attiva/o, concepiti come soggetti portatori di diritti e non solo di bisogni, in una visione olistica, che inquadra l’infanzia non come un periodo di preparazione alla vita adulta ma come una fase dell’esistenza umana dotata di piena dignità; una/un bambina/bambino che è mente e corpo insieme, la cui istruzione non può essere disgiunta dalla cura educativa e dalla dimensione affettivo/relazionale, che ha diritto, in pri- mo luogo ad essere riconosciuta/o nella sua identità e rispettata/o nella sua unicità e diver- sità. Una/o bambina/o che ha diritto ad essere accolta/o da braccia che la/lo contengono, ad essere sostenuta/o dallo sguardo amorevole di una/o adulta/o che la/lo legittima e la/lo 1. Educazione e Scuola: il progetto del Comune di Bologna nella prospettiva 06. Dal manifesto pedagogico alle linee guida per le carte dei servizi all’infanzia, agosto 2014. 2. Michel Vanderbroek e Mathias Urban, Sistemi Educativi Competenti cercasi: esiti e prospettive da un progetto di ricerca europeo, «Bambini in Europa», 2011. 3. Raccomandazioni Consiglio Europeo relative ai sistemi di educazione e cura di altà qualità della prima infanzia, 22 maggio 2019. 7 rispecchia, concorrendo alla costruzione del suo senso di identità, della sua sicurezza, della sua autonomia; una/un bambina/o competente, portatrice/ore di significati e produttrice/ore di cultura, capace di negoziare nell’intersoggettività il senso da attribuire alla propria esperienza nel mondo e che ha diritto ad essere ascoltata/o e valorizzata/o in una città che rende visibile l’infanzia anche attraverso una propria struttura urbanistica fruibile ed accessibile; una/un bambina/o che è a pieno titolo “cittadina/o” e, al pari delle/i sue/suoi concitta- dine/i adulte/i, dà il suo contributo alla crescita ed al progresso sociale dell’intera comunità che la/o cresce. L’approccio olistico che guida le intenzioni delle/gli adulte/i nei servizi 06 si fonda sulla globa- lità dell’esperienza della/del bambina/o e prevede interventi su piani ed ambiti paralleli aventi una unica finalità: il raggiungimento di un livello di “salute” intesa come “stato di benessere fisi- co, mentale e sociale” come viene definita dalla Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tale approccio, perseguito anche attraverso la connessione tra le diverse professionalità ope- ranti sul territorio circostante i servizi e nella città, integra intenzionalmente cura, educazione e istruzione, promuovendo attraverso azioni specifiche, la partecipazione delle famiglie e delle agenzie educative presenti sul territorio al fine di costruire e consolidare una Comunità Educante capace di porre attenzione all’infanzia e ai suoi diritti. All’interno di questa Comunità Educante “l’apprendimento è frutto di uno scambio reciproco” (J. Bruner) poiché si sviluppano interazioni circolari continue che creano conoscenze e pratiche consolidanti approcci condivisi. Lo sviluppo professionale delle/gli adulte/i viene sostenuto quotidianamente sia attraverso la presenza del coordinamento pedagogico, sia da coerenti programmi di formazione permanente in servizio. Gli ultimi due anni sono stati fortemente caratterizzati da cambiamenti dovuti alla situazione pandemica: la solitudine, l’allentamento delle reti sociali e familiari e il distanziamento forzato hanno fatto emergere con forza la centralità del ruolo dei servizi educativi nel nostro sistema economico - sociale. Per gli attori implicati nell’atto educativo è stato naturale, quanto necessa- rio, avviare molteplici riflessioni sui mutamenti in atto e sulle possibili azioni da mettere in campo fuori e dentro i Servizi. Il cambiamento dell’organizzazione quotidiana dei servizi, imposto repentinamente e inaspet- tatamente dalla pandemia, ha infatti contestualmente promosso una riflessione sulla corrispon- denza tra le pratiche offerte e i nuovi bisogni emergenti dagli stessi cambiamenti sociali e cultu- rali accelerati e intensificati durante la fase di lockdown. La pratica riflessiva, connotata come autoanalisi finalizzata a tracciare nuove teorie e creden- ze e promuovere trasformazioni coerenti, ha coinvolto tutti i livelli del sistema, dal coordinamento pedagogico cittadino ai coordinamenti territoriali, dai gruppi di lavoro agli organismi collegiali. I vincoli legati a questa situazione hanno temporaneamente modificato alcuni dei principi fondamentali alla base del modello bolognese dei Servizi ZeroSei, come il principio dell’interse- zione e della collegialità piena, ma al contempo hanno fatto emergere nuove opportunità che hanno permesso sia di mantenere vivo il dialogo e lo scambio professionale, sia di continuare a condividere con le famiglie le conquiste di crescita ed autonomia delle bambine e dei bambini. Questo processo di riflessività, tuttora in atto, permette di dare forza al principio della quotidia- nità dell’esperienza come definito nei Progetti Pedagogici 0-3 e 3-6 e allo stesso tempo puntare sulla ricerca e sulla sperimentazione di nuove opportunità e sfide per l’innovazione e la definizione di teorie e pratiche pedagogiche. Nella cultura di senso comune il quotidiano è ritenuto tempo e luogo di gesti, di rituali, di obblighi, di convenzioni che si ripetono giorno dopo giorno che sono note e dunque spesso ritenute non discutibili. Mentre ‘non quotidiano’ è il tipo di situazioni non co- muni e imprevedibili. Ma non è così, anche se le esperienze quotidiane sono simili, non vi è mai una replica identica. Anche quando si agisce nei termini degli automatismi 8 pratico-cognitivi della cultura di senso comune si hanno sempre situazioni uniche. Ed è proprio la quotidianità che deve essere oggetto di confronto e di evoluzione.4 Il documento nazionale Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei ci impone di inve- stire su un nuovo obiettivo: quello della costruzione di un curricolo formativo 06. Per raggiunge- re questo obiettivo riteniamo fondamentale il coinvolgimento di tutto il personale, individuando nuove modalità di dialogo in grado di sviluppare connessioni trasversali tra personale educatore, insegnante e operatrici/operatori dei Servizi ZeroSei. Per la costruzione di una prospettiva zerosei integrata, è di fondamentale rilevanza il Coordi- namento Pedagogico, luogo di confronto per costruire linguaggi comuni attorno allo ZeroSei e nuove prassi educative, per allargare la riflessione ai gruppi di lavoro dei Servizi ZeroSei, in primis coinvolti attivamente in questo investimento formativo. Il consolidamento dei Poli per l’Infanzia e lo sviluppo di sperimentazioni ZeroSei che coinvolgano anche altri servizi del sistema integrato, come le scuole dell’infanzia statali, sono solo alcune delle sfide che ci attendono per attivare veri e propri laboratori di innovazione e ricerca scientifica da sviluppare in collaborazione con l’Uni- versità di Bologna e gli altri attori che verranno individuati. Il lavoro di sviluppo pedagogico del sistema comporta il disegno di una nuova cornice di rife- rimento comune per i Servizi ZeroSei comunali: la revisione del Progetto Pedagogico dei Servizi 03 e del Progetto della Scuola dell’infanzia in favore dell’elaborazione di un unico Progetto Pedago- gico ZeroSei; allo stesso modo l’armonizzazione dei due regolamenti comunali e l’aggiornamento della Carta dei servizi in un’ottica ZeroSei rappresenta una tutela dei diritti e garanzia della qualità dei servizi. Per garantire servizi di eccellente qualità è necessario avere cura di chi a sua volta si prende cura delle bambine e dei bambini: la qualificazione della professionalità del personale dei Servizi ZeroSei richiede una formazione permanente costante, nutrita da stimoli teorici e concreti sem- pre aggiornati e la programmazione di azioni che favoriscano il benessere organizzativo e lavori- no sulla prevenzione dei comportamenti inadeguati nei contesti educativi. Obiettivo a sé è anche rendere riconoscibile e identificabile per famiglie e cittadinanza l’iden- tità pedagogica dei Servizi ZeroSei, attraverso la loro promozione in ogni singola fase del lavoro educativo, della relazione e della comunicazione: dalla cura nella predisposizione dei contesti di apprendimento alla programmazione delle esperienze, dalla documentazione alla realizzazione di iniziative per la promozione della cultura dell’infanzia, dalle iniziative di partecipazione allo svi- luppo di nuove forme di alleanza educativa con le famiglie. L’obiettivo di questo documento è di rappresentare le priorità strategiche su cui si intende investire per dare un nuovo slancio culturale e pedagogico al sistema dei Servizi ZeroSei comu- nali. Si individuano tre ambiti tematici che rappresentano ad oggi le priorità emergenti sulle quali convergere azioni e riflessioni atte a sviluppare la cultura pedagogica e scientifica dei nostri Ser- vizi ZeroSei. Rimangono chiaramente implicite ma fortemente salde e confermate tutte le azioni proget- tuali consolidate su cui già si fonda lo spessore della nostra cultura della qualità dei servizi, rin- tracciabili all’interno dei Progetti Pedagogici in uso, come la progettazione intenzionale e condi- visa di spazi, tempi, materiali e relazioni, nella ricorsività dei momenti della giornata educativa e le azioni progettuali consolidate in ambito dei linguaggi espressivi e di qualificazione del sistema integrato 06. Bologna Cresce - Traiettorie pedagogiche per lo sviluppo dei Servizi ZeroSei rappresenta quin- di un documento programmatico dinamico, che ha l’obiettivo di delineare i contorni dell’esisten- te e di tracciarne le traiettorie di sviluppo, in una visione di ampio respiro, che abbraccia tutte le declinazioni dell’educazione ZeroSei anni all’interno del Sistema Formativo Integrato di Bologna. Traiettorie che ci invitano a camminare insieme, senza inseguire un obiettivo predefinito, nu- 4. Progetto Pedagogico scuole infanzia Comune di Bologna. 9 trendoci di quel “movimento dialettico circolare”5 fondamentale tra l’esperienza educativa nella sua concretezza e la riflessione pedagogica costante su di essa. 5. Piero Bertolini, L’esistere pedagogico. Ragioni e limiti di una pedagogia come scienza fenomenologicamente fondata, Guerini Scientifica, 2021. 10 Ambito tematico partecipazione, relazione e comunicazione Sono molteplici le riflessioni che negli anni si sono attivate nei Servizi per l’infanzia sui differenti significati della partecipazione, dell’accoglienza, sugli stili educativi delle/degli adulte/i, sulle di- verse forme di sostegno alla genitorialità, pensieri che hanno evidenziato la necessità di ricercare strumenti di lettura e confronto intorno ad alcune tematiche principali che caratterizzano i cam- biamenti sociali e culturali in cui quotidianamente i servizi sono coinvolti. Il confronto sui “nuovi” e “tradizionali” bisogni delle/dei bambine/i e delle famiglie alla luce di un contesto storico-sociale complesso, la complessità e i mutamenti delle relazioni intergene- razionali, la composizione multiculturale della città, la costruzione di una coerenza tra servizi e famiglie, sottolinea la necessità di assumere chiavi di lettura nuove, nella ricerca di pratiche atte a rispondere alla complessità e diversità di richieste e situazioni familiari e sociali. La crescita delle bambine e dei bambini richiede un continuo e costante confronto relazionale da parte delle persone adulte. Un confronto che inizia con le emozioni legate alle paure, alle fantasie e alle aspettative che la gravidanza porta con sé, l’evento della nascita e la nascita stessa di nuovi genitori, lo spaesa- mento che provoca il prendersi cura di un essere umano che dipende totalmente da noi e che impegna tutto il nostro tempo. Si tratta di un confronto che parte dalla cura e che punta all’educazione all’autonomia delle bambine e dei bambini a partire dall’entrata all’interno dei servizi, primi luoghi di socializzazione e scambio, dove si richiede capacità di negoziazione e riflessività. In questo continuo, a volte faticoso, ma anche emozionante confronto, diventare genitori im- plica un processo di cambiamento e di ridefinizione dell’identità sia come singoli che come cop- pia, una transizione che modifica la vita e comporta “aggiustamenti” continui e nuove modalità di funzionamento. I Servizi ZeroSei sono, di fatto, i primi ambienti sociali organizzati che accolgono le bambine, i bambini e le famiglie: il rapporto dialogico permea tutto il percorso del nido ed è costante an- che nella scuola dell’infanzia, perché le famiglie rappresentano il contesto di appartenenza delle bambine e dei bambini e i genitori sono i primi responsabili dell’educazione delle/dei proprie/i figlie/i. La comunicazione, in questa direzione, diventa attenzione al dialogo e all’ascolto reciproco a partire dal primo ingresso nel servizio, pilastro alla base della cooperazione educativa. Le molteplici “storie familiari” che entrano nei servizi portano con sé storie di appartenenze geografiche, culturali, sociali, storie di vita che evidenziano modi differenti di interpretare i ruoli educativi richiedendo, al personale dei servizi, la capacità di decentrarsi dai propri sistemi di ri- ferimento culturali e valoriali per approcciarsi alla “diversità” nel processo di costruzione di una relazione positiva con e tra le famiglie. I Servizi ZeroSei sono contesti in cui si intrecciano moltissime relazioni, anche tra le famiglie stesse, contribuendo a costruire una rete in cui ogni famiglia può trovare spazi di comunicazione, condivisione, fiducia nelle reciproche risorse, servizi di prossimità in cui ci si sostiene nel crescere le nostre bambine e i nostri bambini. Tutto ciò mette in evidenza l’importanza e allo stesso tempo il delicato ruolo rivestito oggi dalle istituzioni educative, nel cercare risposte ai diversi bisogni e attivare forme di sostegno alla fun- zione genitoriale, in un’ottica di continuità tra servizio e famiglia. A tal fine è necessario costruire un percorso in cui, la partecipazione delle famiglie al progetto 11 educativo del servizio, si connoti come “alleanza educativa”, intesa come condivisione della re- sponsabilità dell’educazione di tutte le bambine e i bambini. Nel documento nazionale Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei si sottolinea, in- fatti, l’importanza della relazione con le famiglie e il territorio, definendo l’alleanza educativa come una “nuova partnership fondata sulla fiducia e sul rispetto reciproco, ben al di là della sempli- ce partecipazione agli organismi di rappresentanza”6. Negli Orientamenti Nazionali per i servizi educativi per l’infanzia (febbraio 2022) si sottolinea l’isolamento sempre più diffuso delle famiglie che induce i genitori a cercare interlocutori anche non qualificati al fine di trovare un sostegno alle pratiche educative. In questo senso dunque i Servizi 06, per le figure professionali che in essi operano, diventano importanti punti di riferimento pedagogico e culturale per l’intera collettività. La capacità del personale educativo e pedagogico di fornire risposte adeguate e competenti ai bisogni genitoriali, accogliendo senza giudizio i modi di essere famiglia, crea legami di fiducia e affidamento necessari a rendere i genitori “base sicura” per le proprie figlie e i propri figli. Il macro obiettivo di questa traiettoria riguarda quindi la corresponsabilità educativa di tutte/i le/gli adulte/i implicati nei processi educativi, per dare rilievo e concretezza alla già citata comu- nità educante, affinché le famiglie entrino non solo come destinatarie di un servizio, ma anche e soprattutto come protagoniste attive dei percorsi educativi. All’interno dei nostri servizi gli organismi di partecipazione e i momenti più informali di coin- volgimento nella vita del nido e della scuola dell’infanzia rappresentano modalità di confronto e conoscenza dei percorsi esperienziali delle bambine e dei bambini. In relazione a tutti i cambiamenti socio-economici sopra riportati e in seguito agli effetti sulle relazioni sociali del periodo pandemico, è importante considerare che è necessario attivare dif- ferenti ed inedite modalità di comunicazione con le famiglie e ragionare su nuove modalità di partecipazione, tese a sviluppare il senso di comunità attorno ai temi e bisogni dell’infanzia. Diventa quindi fondamentale rappresentare alle famiglie il valore pedagogico della quotidia- nità versus una proposta come sommatoria di progetti, che non tengono conto di quello che portano le bambine, i bambini e le famiglie all’interno dei servizi. Da un lato va quindi evidenziato e messo a valore il lavoro di sostegno alla genitorialità svolto nella quotidianità da chi opera nei nidi e scuole infanzia, dai Centri Bambine/i e Famiglie e dal coordinamento pedagogico, tenendo viva allo stesso tempo la ricerca di nuovi modi di risignifi- care il valore della comunicazione e partecipazione delle famiglie alla vita dei Servizi, come spazi di incontro e confronto in cui ciascuno possa ricercare, scoprire, utilizzare, sperimentare, teorie e pratiche educative in una continua reciprocità tra servizio e famiglia. In questo ambito tematico sono messe in evidenza alcune traiettorie selezionate all’interno delle moltissime pratiche nel tempo costituite dal coordinamento pedagogico e dal personale dei Servizi ZeroSei e che rappresentano le fondamenta che ci guidano verso direzioni nuove, alla ricerca di modalità sempre aperte per incentivare la collaborazione e la costruzione di una rela- zione di fiducia reciproca tra servizi e famiglie. 6. Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei, parte II, paragrafo 3, novembre 2021. 12 Ambientamento partecipato La tematica dell’ambientamento nei Servizi ZeroTre è da sempre oggetto di riflessione e ela- borazione di buone pratiche continue, finalizzate a costruire un’alleanza educativa con le famiglie per affrontare e gestire insieme il delicato processo di distacco e separazione. Questo ci ha abituato a un’osservazione intenzionale di bambine/i ed adulte/i nella fase di ambientamento. Al contempo, risulta necessario puntare l’attenzione all’evolversi delle ricerche scientifiche, in particolare delle neuroscienze. I nidi del Comune di Bologna hanno elaborato negli anni una prassi che prevede un graduale avvicinamento della/del bambina/o al nuovo ambiente e al sistema di figure educative di riferi- mento, a cui corrisponde in maniera inversamente proporzionale una graduale separazione dal genitore. Questa modalità mette in evidenza lo stile di attaccamento della/del bambina/o al ge- nitore e permette alla/al bambina/o un tempo graduale fatto di diversi distacchi per aumentare via via il tempo trascorso nel nuovo ambiente. Questa metodologia si è consolidata nella pratica educativa di anni di lavoro e nelle riflessio- ni congiunte di gruppi di lavoro e pedagogiste/i, nonostante ciò, l’esperienza con le bambine, i bambini e le famiglie, la conseguente osservazione sui bisogni, ci porta a interrogarci sulla possi- bilità di pratiche differenti da quella consolidata. Una pratica che può tenere conto delle esigenze di bambine/i e genitori alla luce dei cambiamenti nella società attuale. A partire da una ricerca su una pratica importata dai paesi nord europei e adattata al terri- torio italiano e dalle ricerche in ambito di neurocezione, abbiamo avviato una sperimentazione di un diverso modello, che abbiamo chiamato ambientamento “partecipato”, per sottolineare l’obiettivo della partecipazione attiva di bambine/i e famiglie e del personale. Questa metodo- logia prevede, in fase di ambientamento, la presenza continua del genitore che accompagna ed affianca la/il propria/o bambina/o nella scoperta di un mondo nuovo al quale la/il piccola/o si approccia. Bambina/aoe genitore trascorrono al nido l’intera giornata per alcuni giorni: insieme esplora- no il nuovo ambiente, conoscono il personale e le altre bambine e bambini, vivendo tutte le rou- tine previste nella giornata tipo. Condividono il momento del pasto, del gioco, e delle esperienze educative dentro e fuori. È il genitore che cambia la/il piccola/o, la/lo accompagna nel momento della nanna ed è lì ad attendere il suo risveglio. Tutto questo per alcuni giorni, periodo durante il quale l’educatrice/educatore osserva le abitudini della/del bambina/o, affianca il genitore ed entra in contatto con loro in modo graduale, diventando a mano a mano una figura familiare per entrambi. Alla fine della settimana si propone alla diade genitore/bambina/o il primo vero e proprio distacco. La sperimentazione verte sull’idea che le emozioni vissute durante il primo incontro con il nido d’infanzia siano alla base di un esito positivo del percorso di ambientamento: per questo bambi- ne/i e genitori trascorrono al nido l’intera giornata per alcuni giorni, esplorando insieme il nuovo ambiente e vivendo tutte le routine di una giornata tipo. La possibilità per i genitori di vivere la giornata al nido è fortemente rassicurante e cruciale nel favorire un legame di fiducia con il personale del nido, con ricadute di rinforzo sulle esperienze delle bambine e dei bambini. L’ambito teorico di riferimento è la teoria polivagale e le sue applicazioni in ambito educativo7. 7. Stephen W. Porges, La guida alla teoria polivagale. Il potere trasformativo della sensazione di sicurezza, Giovanni Fioriti Editore, 2018. 13 Le più recenti ricerche nell’ambito delle neuroscienze hanno infatti dimostrato come la capacità adattiva delle bambine e dei bambini permetta loro di leggere come conosciuto e familiare il contesto nido, se accompagnati, nel periodo della conoscenza da una figura familiare e sicura, in tempi relativamente contenuti. Grazie alla garanzia che la/il bambina/o ottiene dal fatto che il proprio caregiver primario è presente per un periodo significativo con lei/lui nel nuovo ambiente, può con più facilità attivare il proprio sistema di coinvolgimento sociale e tenere a bada i sistemi difensivi, che tipicamente si allertano quando andiamo incontro alle novità. Ciò si traduce in una maggiore disposizione della/del bambina/o a intessere relazioni con le/ gli adulte/i ed i pari, a esplorare l’ambiente e a coinvolgersi nelle diverse attività e proposte. Gli studi sulla sperimentazione e i relativi monitoraggi sull’ambientamento partecipato, confer- mano quanto riportato dalle neuroscienze e dimostrano che le bambine e i bambini acquisiscono già in questo primo periodo familiarità con gli spazi del nido e con l’organizzazione temporale di quell’ambiente, che hanno imparato a conoscere insieme al genitore o ad altre figure primarie. Uno dei maggiori benefici di questa proposta è che con essa, pur mantenendo il rispetto dei tempi delle bambine e dei bambini, si risponde maggiormente all’esigenza di conciliazione dei tempi di vita delle famiglie di oggi, accorciando di fatto la programmazione dell’ambientamento completo di tutti i gruppi di bambine/i entro la fine di ottobre (a seconda del numero di gruppi). Questa proposta, infatti, richiede al genitore solo alcuni giorni di presenza e non una lunga serie di permessi lavorativi di cui si è talvolta costretti a fruire per la realizzazione dell’ambienta- mento tradizionale. Il modello in corso di sperimentazione implica una intenzionale e ragionata flessibilità, dovuta al momento carico di emozioni come l’ambientamento, con la necessità di apporre gli aggiustamenti alle singole situazioni che si presentano. Con questa metodologia di ambientamento, avendo la possibilità di osservare e sperimenta- re concretamente la vita all’interno del nido, le famiglie e il personale del nido hanno maggiore spazio e tempo per stringere un rapporto di fiducia reciproca e questo rappresenta il primo vero passo verso la partecipazione che da sempre è stato uno dei nostri obiettivi primari. Il percorso Dall’anno educativo 2020/2021 è stato costituito un gruppo di lavoro cittadino sul tema dell’am- bientamento partecipato, che ha visto responsabili e pedagogiste/i impegnati nell’approfondi- mento di pratiche di ambientamento al nido realizzate nei paesi del Nord Europa, riprese in alcuni territori italiani e nella stessa zona metropolitana. Il gruppo si è avvalso dello scambio di esperienza con alcune realtà vicine e delle testimonian- ze dirette di questa modalità da parte di pedagogiste, sia nel ruolo di madri, sia nel ruolo di ex educatrici, oltre ad approfondimenti formativi. Dopo la prima fase di approfondimento teorico e metodologico, il gruppo di lavoro ha coin- volto nell’elaborazione di un approccio ritagliato sulla realtà dei nostri servizi a gestione diretta i gruppi educativi di nido interessati a sperimentare questa differente modalità. È stato parallelamente attivato un percorso di monitoraggio della sperimentazione da parte del gruppo di coordinatrici e coordinatori pedagogiche/ci. Nell’anno educativo 2021/22 la sperimentazione ha coinvolto 6 nidi di infanzia, afferenti in par- ticolare a due Unità Territoriali (Savena e Navile) in un percorso di confronto e monitoraggio con il gruppo di referenti pedagogici, coinvolgendo in equipe il coordinamento pedagogico cittadino. Nell’anno educativo 2022/23 la sperimentazione ha coinvolto 20 nidi d’infanzia con una rap- presentanza per ogni Unità territoriale della città. Il percorso prosegue con una serie di incontri plenari in cui i gruppi di lavoro coinvolti andranno ad approfondire alcune tematiche condivise con il coordinamento pedagogico e con approfon- dimenti teorici. L’obiettivo è di proseguire la sperimentazione e il relativo monitoraggio per l’a.e. 2023/24, coin- volgendo nuovi nidi a livello cittadino per consolidare la sperimentazione e mantenere costante la riflessione sulle pratiche di ambientamento. 14 Sarà importante, inoltre, estendere la riflessione sull’ambientamento anche alle scuole dell’in- fanzia e mantenere un monitoraggio continuo della sperimentazione al fine di avere dati utili per rappresentare i risultati positivi e gli aspetti oggetto di miglioramento. A conclusione del triennio di sperimentazione si prevede di realizzare una documentazione audiovisiva che dia risalto alle testimonianze del personale e delle famiglie. In questo modo sarà possibile mantenere viva l’attenzione nei confronti del tema dell’am- bientamento a partire dai gruppi di lavoro in un processo continuo di ricerca azione, realizzando anche momenti di sensibilizzazione sull’ambientamento e dando voce a chi lavora nella quoti- dianità educativa. Traiettorie di sviluppo Nel parlare di “ambientamento” si fa riferimento al “processo in cui si struttura la relazione tra i soggetti e il nuovo contesto, in una dinamica che produce in tutti cambiamenti reciproci” (Linee Pedagogiche per il sistema integrato Zerosei). Ambientare una/un bambina/o significa quindi permettere all’ambiente di modificarsi per accogliere ciò che di nuovo la/il bambina/o e la sua famiglia porta. Affinché tale processo avvenga in modo significativo è necessario un forte impegno di risorse ed energie da parte di tutti gli adulti del Servizio, poiché occorre porre atten- zione alla bambina e al bambino e alle loro esigenze di cura, osservare le modalità relazionali con la figura di riferimento familiare, interagire con i genitori presenti per la conoscenza reciproca e sulla base di ciò individuare strategie che modificano il contesto. Per garantire la significatività e l’efficacia di tali azioni tutto il gruppo di lavoro si organizza in turni estesi e rafforzati dalla com- presenza delle varie figure professionali. La sperimentazione dell’ambientamento partecipato mette in evidenza come la concentra- zione nei primi giorni della presenza al nido del genitore consente a più bambine e bambini di procedere insieme nel processo di ambientamento, facilitando il compito educativo, poiché di- minuiscono i costanti nuovi ingressi previsti nella metodologia tradizionale che necessitano l’at- tivazione di strategie complesse come ad esempio la divisione in piccoli gruppi e la perdita della compresenza del personale. Procedere con il gruppo delle bambine e dei bambini in modo paral- lelo facilita, quindi, l’organizzazione del servizio e l’avvio di esperienze educative mirate al gruppo allargato. La presenza più prolungata del genitore durante la giornata, inoltre, facilita la costruzione del legame di fiducia nel servizio e negli adulti che lo abitano. La conoscenza di ciò che avviene al nido durante tutta la giornata, il poter vivere le esperienze offerte alla/al propria/o bambina/o, unitamente all’osservazione delle capacità professionali del personale, costituiscono elementi fondamentali che inducono il genitore ad affidarsi in tempi brevi al team professionale. La mag- giore velocità nella costruzione di questo legame pone, sin da subito, basi solide di alleanza edu- cativa che consentono di progettare insieme, servizi e famiglie, occasioni di reale partecipazione e condivisione della vita del nido, costruendo quella Comunità Educante che basa il proprio nu- trimento sulla circolarità di esperienze e apprendimenti. La frequenza del nido rappresenta spesso per le famiglie il primo ingresso in una comunità e l’ambientamento è la prima esperienza significativa di conoscenza del servizio. In questo senso l’Ambientamento Partecipato si configura come un utile strumento per costruire la relazione con le famiglie e creare basi solide di alleanza educativa. Per i motivi fin qui esposti e i risultati del monitoraggio al secondo anno di sperimentazione, si ritiene importante il coinvolgimento progressivo di tutti i nidi della città all’interno della sperimen- tazione, col fine di poter proporre un’offerta omogenea alle famiglie a partire dalle esperienze sperimentate da bambine/i e adulti (genitori, educatrici/tori, collaboratrici/ori) in questi due anni. 15 Sostegno alla genitorialità Primo strumento di sostegno alla genitorialità è costituito dalla presenza nei Servizi ZeroSei della figura della/del Coordinatrice/tore Pedagogica/o. Il sostegno alla genitorialità rappresenta un percorso che porta alla crescita dei genitori stessi ed avviene attraverso una relazione che si instaura con figure professionali preparate, insieme alle quali i genitori imparano ad affrontare e a risolvere al meglio le problematiche che le/i figlie/i vivono durante il loro sviluppo o che avvengono in particolari momenti di passaggio. Le coordinatrici/tori pedagogiche/ci dei Servizi ZeroSei, svolgono un ruolo fondamentale per il processo di sostegno e sviluppo della genitorialità. La loro presenza continuativa nei contesti educativi e scolastici permette infatti alle famiglie di entrare in contatto con una professionalità altra, che completa e valorizza le pratiche educative quotidiane agite dal personale dei servizi. La presa in carico della coppia genitoriale da parte della/del pedagogista avviene attraverso momenti di colloquio dedicati e permette alle famiglie di avvalersi di uno strumento professio- nale prezioso per superare le difficoltà relazionali che talvolta si sviluppano durante la cresci- ta delle bambine e dei bambini. Nella loro funzione di supporto genitoriale, le/i pedagogiste/i accompagnano i genitori ad acquisire nuove consapevolezze sulla propria relazione con le/i proprie/i figlie/i anche attraverso la conoscenza della/del bambina/o all’interno dello spazio del Servizio. L’osservazione delle bambine e dei bambini nei contesti educativi e scolastici, permette alla/ al pedagogista di approfondire la conoscenza delle dinamiche di interazione che la/il bambina/o utilizza con i pari, con l’ambiente e con le/gli adulte/i. Questa possibilità di avere una conoscenza ampia e approfondita della/del bambina/o offre al genitore la possibilità concreta di conoscere, attraverso gli occhi del professionista, ambiti ed aspetti della/del propria/o bambina/o che non sempre possono essere rilevati anche negli ambienti familiari. Il genitore può così ampliare la conoscenza della/del figlia/o e individuare insieme alla/al professionista le strategie più utili al superamento della propria “fatica dell’educare”. Il supporto genitoriale offerto dalla/dal pedagogista permette al genitore di essere indirizzato adeguatamente verso altre tipologie di servizio quando viene rilevato un bisogno specifico di approfondimento. Oltre ai servizi di Nido e Scuola Infanzia, che svolgono tra le altre, funzioni di accompagnamen- to alle funzioni genitoriali, i Centri Bambini e Famiglie (CBF) rappresentano luoghi privilegiati di sostegno alle famiglie per la loro specificità, che contemplano la loro partecipazione alle attività durante tutta l’apertura del servizio. Nei CBF, infatti, si realizza quotidianamente una compresen- za di educatrici/tori, bambine/i e genitori che crea un contesto relazionale all’interno del qua- le avvengono scambi di esperienze, conoscenze e competenze che pongono il genitore come co-costruttore del progetto educativo della/del propria/o bambina/o. Attraverso questa reale partecipazione, il genitore assume la consapevolezza dell’importanza di essere genitore di una/ un bambina/o che fa parte di una collettività e dunque di essere corresponsabile dei processi educativi della comunità. La partecipazione diviene disponibilità alla reciprocità dove il dare e ricevere è finalizzato a crescere insieme, riconoscendo e valorizzando tutti i vantaggi che ne de- rivano. La costruzione dell’alleanza educativa tra educatori e genitori riveste un ruolo ancora più pre- gnante nei servizi educativi che prevedono la permanenza congiunta di bambini e familiari per 16 l’intero orario di frequenza, in quanto serve a costruire un contesto in cui la collaborazione da forma ad un’esperienza comune.8 I Centri per Bambini e Famiglie rappresentano, quindi anche per questo un osservatorio si- gnificativo sull’infanzia e sulle famiglie del territorio, diventando servizi in grado di intercettare precocemente bisogni a cui dare risposte innovative e adeguate ai continui cambiamenti sociali e culturali. I CBF consentono di mantenere vive le relazioni di prossimità, permettendo ai genitori di fre- quentare e sentirsi parte di una collettività accogliente e prevenendo situazioni di isolamento che, soprattutto nel primo anno di vita della/del bambina/o, possono esporre la coppia genito- riale allo sviluppo di fatiche relazionali. Questi servizi, presenti in ogni quartiere della città, svolgono inoltre un costante lavoro di rete in raccordo con i servizi e le agenzie educative presenti nel territorio limitrofo e costruiscono rapporti di reciprocità anche nella rete dei servizi cittadini. I recenti flussi migratori di intere famiglie con minori, evidenziano l’importanza di implementa- re e favorire le pratiche di inclusione di donne, bambine e bambini provenienti da altri paesi. Tra le varie funzioni, i CBF sono punto di riferimento territoriale per l’orientamento verso altri servizi, compreso l’orientamento a corsi di lingua italiana e rappresentano un luogo informale dove tro- vare reti solidali di accoglienza. Considerata l’esperienza maturata negli anni dai nostri CBF in ambito di sostegno alla ge- nitorialità, grazie alla formazione permanente del personale che in esso opera e alla presenza costante delle/dei coordinatrici/ori pedagogiche/ci, una delle prospettive qui esposte pone l’o- biettivo di sostenere e sviluppare azioni di supporto alle funzioni genitoriali da 0 a 18 anni. Le strategie e le metodologie utilizzate nei CBF rappresentano, infatti, un patrimonio di cono- scenze e competenze che offrono basi solide su cui progettare nuovi servizi rivolti a sostenere, attraverso nuove professionalità, funzioni genitoriali di tutta l’età evolutiva comprendendo quindi anche l’età della fanciullezza/pubertà (6/10 anni) e il periodo adolescenziale (11/18 anni). Il so- stegno alla genitorialità è un’azione fondamentale sulla quale investire sin da quando si diventa genitori e assume sempre maggiore efficacia attraverso un accompagnamento durante tutto l’arco dell’infanzia e della fanciullezza, con tutti i cambiamenti che la formazione della persona incontra, fino al periodo dell’adolescenza, ricco di sfide educative sempre più complesse, che richiedono uno sguardo e una riflessione condivisa della comunità. Il percorso Il percorso prevede un lavoro di progettazione specifica all’interno degli attuali organismi di coordinamento, per raggiungere nuove fasce di utenza, quelle a maggior rischio di povertà edu- cative, anche attraverso l’implementazione della comunicazione con nuovi strumenti, quali social network, in aggiunta ai canali comunicativi già in uso. La stessa progettazione e realizzazione di iniziative di promozione dei CBF in luoghi pubblici rappresenta una modalità per dare visibilità alla cittadinanza dell’offerta di questi servizi: alcuni esempi possono essere la partecipazione alle iniziative territoriali aperte dei Quartieri, attività e iniziative cittadine tipo open day di tutti i CBF in Piazza Maggiore o presso Parchi Pubblici. I CBF verranno coinvolti nella promozione di una specifica progettazione finalizzata al soste- gno della genitorialità di tutta l’età evolutiva (0/18 anni) attraverso forme di collaborazione già in essere con servizi territoriali cittadini e associazioni del terzo settore. Attraverso una connessione multidisciplinare e il coinvolgimento di alcuni servizi educativi e scolastici, si intende attivare una ricerca finalizzata a raccogliere, indagare e approfondire i nuovi bisogni espressi dalla genitoriali- tà e dalle bambine e bambini, sperimentando nuovi ed innovativi servizi aggiuntivi come possibili differenti risposte. 8. Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia, capitolo 3, paragrafo 5. 17 Nello specifico, verranno attivati focus group e momenti di partecipazione dei genitori per ri- levare gli attuali bisogni delle famiglie nella conciliazione dei tempi di cura e di lavoro, rilevando le possibili differenze sui territori e istituendo un percorso di partecipazione della cittadinanza, attraverso la collaborazione con soggetti del terzo settore e la collaborazione con l’Università di Bologna, con l’obiettivo di progettare e attivare nuove forme di supporto e sostegno attraverso servizi innovativi che vadano ad integrare e completare le offerte dei Servizi tradizionali rivolti all’Infanzia sui territori. La prevista partecipazione delle/dei pedagogiste/i alla riflessione sui CBF della Città Metropo- litana promossa dal Coordinamento Pedagogico Territoriale attraverso un gruppo di lavoro de- dicato, offre inoltre un osservatorio aggiuntivo utile ad ampliare la capacità di intercettazione di nuovi bisogni e l’elaborazione di adeguate risposte veloci ed innovative da sviluppare all’interno dei Centri. Altro specifico obiettivo del percorso è la elaborazione, per la Città Metropolitana, di uno stru- mento di monitoraggio della qualità dei CBF utile a definire e verificare gli standard di qualità presenti in essi. Il percorso della Valutazione del Progetto Pedagogico del Nido d’Infanzia, definito negli anni addietro dalla Regione Emilia Romagna, che ha visto la partecipazione delle/dei peda- gogiste/i nella costruzione dello strumento, funge da esempio per coinvolgere anche il personale dei CBF nel percorso di elaborazione e stesura dello strumento a loro dedicato. Questa finalità consente inoltre di mettere a valore le competenze acquisite negli anni dal personale dei CBF con una attenzione particolare alla capacità di resilienza e reinvenzione del proprio ruolo dimostrate negli anni della pandemia. Traiettorie di sviluppo La direzione principale prevede il potenziamento delle azioni di sostegno alla genitorialità at- traverso la creazione di una rete che copra tutte le fasi di crescita delle/dei figlie/i a partire dall’evento della nascita, uscendo dalla specificità e referenzialità del proprio servizio. Si tratta di consolidare e completare il sistema esistente di servizi a supporto della genitorialità 0-18 con nuove azioni ed interventi innovativi volti a sostenere la funzione educativa dei genitori e delle/degli adulte/i di riferimento, attivare forme di cooperazione e scambio circolare sui temi della genitorialità per favorire autonomia e competenza nella gestione delle responsabilità geni- toriali e promuovere benessere individuale, familiare e di comunità. I CBF in primis, ma anche i Servizi ZeroSei, saranno ulteriormente coinvolti per l’intercettazione dei bisogni e delle fragilità familiari e la programmazione di incontri informativi e formativi su tematiche inerenti lo sviluppo in senso trasversale, quindi con attenzione al domani delle nostre bambine e bambini, ma anche al divenire dei genitori. La rilevazione dei bisogni permetterà di progettare e implementare l’offerta dei servizi con particolare attenzione a nuovi target di famiglie a maggior rischio di povertà educativa, in rac- cordo e sinergia con i territori. Contestualmente, i dati raccolti saranno utili per creare nuove forme di welfare familiare e spazi di prossimità per le famiglie, valorizzando le sinergie fra i luoghi dell’educazione e quelli di comunità presenti sui territori. L’accoglienza delle bambine, dei bambini e delle loro famiglie si realizza quindi in una varietà di contesti e di offerte con intenzionalità e obiettivi diversi. L’offerta erogata dai servizi per l’infanzia si connota per il forte carattere sociale ed educativo e per la capacità di cogliere con attenzione le diverse domande implicite e esplicite che le famiglie portano nei Servizi ZeroSei. 18 Il benessere di chi educa nei contesti relazionali Negli ultimi anni le evidenze scientifiche riportano un aumento dei disturbi del neurosviluppo, della depressione precoce, dei disturbi dell’umore e delle dipendenze, tra cui quella dopaminer- gica, considerata oggi particolarmente diffusa anche nella prima infanzia. L’impatto della pandemia sulla salute non solo fisica, ma anche psichica e sociale di adulte/i e bambine/i, ha determinato un ulteriore incremento di questi tratti comportamentali e trasfor- mazioni psicologiche, tanto da allarmare tutte le professioni che a vario titolo si occupano delle relazioni di cura. Per quanto riguarda i contesti educativi e scolastici risulta fondamentale, quindi, acquisire competenze e strumenti adeguati per sviluppare e attuare interventi mirati alla prevenzione e alla presa in carico delle nuove vulnerabilità delle/dei bambine/i e delle/dei adulte/i che di loro si prendono cura. Una fondamentale azione di presa in carico del benessere di bambine/i e adulte/i è rappre- sentata dalla costruzione intenzionale di contesti educativi basati sulla convinzione che le emo- zioni non sono un fattore psicologico occasionale, ma la struttura portante per tracciare memorie stabili e nel tempo ricorsive, capaci di influenzare il corso e il successo degli apprendimenti suc- cessivi. In questo senso, un principio fondamentale è quello dell’incoraggiamento alle relazioni e ai comportamenti socialmente gratificanti, poiché la/il bambina/o, l’adolescente e l’adulta/o poi, possano rafforzare le proprie potenzialità e combattere le vulnerabilità. Ciò vale anche per le/gli adulte/i che vivono e progettano i contesti di apprendimento, dove la relazione educativa favorisce una circolarità di apprendimenti e una reciprocità nel processo di crescita individuale e collettivo. Gli interventi educativi devono dunque tener con- to di come le esperienze dei primi anni di vita, le risposte e le “non risposte” date ai bisogni emotivi, abbiano un ruolo fondamentale nel determinare la direzione dello sviluppo indivi- duale, influendo sui comportamenti specifici e sulla percezione di sé e dell’altro nella relazione con il mondo. Gli studi più recenti nel campo delle neuroscienze evidenziano come lo sviluppo dell’individuo si basi non soltanto sul patrimonio universale di natura genetica e biologica, ma anche sul con- testo in cui vive e apprende. L’ambiente di apprendimento diviene così un concetto centrale della riflessione pedagogica, poiché rappresenta il contesto in cui bambine/i e adulte/i compiono esperienze di vita intenzio- nalmente significative e inclusive, prioritariamente finalizzate alla promozione della condizione di benessere fisico, sociale, emotivo (Rif. Costituzione OMS). L’ambiente di apprendimento è un luogo sia fisico organizzativo, che emotivo/affettivo ed è costituito dall’insieme dell’organizzazione spaziale, temporale, relazionale, che circonda la rela- zione tra pari e tra bambine/i e adulte/i. Il modo in cui si costruisce tale insieme influisce sulla qualità dell’apprendimento e sulla condizione di benessere individuale e di gruppo, definendone la direzione. Il percorso e le traiettorie di sviluppo Promuovere contesti di benessere significa innanzitutto progettare azioni di accompagna- mento capaci di sostenere il pensiero e l’azione quotidiana del personale educativo e scolastico; i percorsi di formazione permanente, realizzati con esperte/i esterne/i, anche in situazione, con- 19 sentono di acquisire consapevolizza di sé e della propria professionalità e sperimentare strumen- ti di lavoro innovativi adeguati ai frequenti e repentini mutamenti sociali e culturali. La formazione permanente del personale si connota come un processo continuo di sviluppo e miglioramento dell’organizzazione del lavoro, che consente di aumentare consapevolezza e sentimenti di self-efficacy e di percepirsi come “adeguati” anche nella gestione di situazioni di maggiore complessità. Capita, infatti, di incontrare adulte/i in difficoltà nella gestione di situazioni particolarmente sfi- danti all’interno dei servizi per l’infanzia. Se queste condizioni perdurano, il rischio è quello dell’au- mento del livello di affaticamento emotivo, fino allo sviluppo di sindrome da burn out e/o messa in atto di comportamenti educativamente inadeguati. La tutela delle/dei bambine/i che ogni giorno le famiglie ci affidano, ma anche del personale che nei servizi opera, ci impone di “pren- derci cura di chi si prende cura”, predisponendo azioni atte a prevenire condotte educativamente inadeguate e favorire, allo stesso tempo, il benessere organizzativo e relazionale. Oltre alla formazione in servizio, la figura del coordinatrice/coordinatore pedagogica/o rap- presenta uno strumento centrale e irrinunciabile nella promozione del benessere di chi educa. Questa figura professionale ha un ruolo chiave per mettere al centro il dialogo continuo tra le esperienze, l’intreccio costante fra teoria e pratica, nello sforzo di rileggere quest’ultima per rica- varne quei nodi valoriali che possono riaggiornare la teoria, tenendo un livello alto di consapevo- lezza sul proprio agire all’interno del gruppo di lavoro. Alcuni degli strumenti costruiti negli anni che mirano in modo efficace a supportare questi tipi di processi, sono la coprogettazione e lo scambio professionale. La coprogettazione si evidenzia, in primo luogo, nell’elaborazione della progettazione educati- va, attraverso le forme collegiali, la scelta di percorsi formativi di gruppo, azioni apparentemente semplici ma anche molto produttive nel lungo periodo. La coprogettazione può esplicarsi solo attraverso forme di vera e propria collaborazione, che permetta al gruppo di lavoro, per ognuna delle sue componenti, di percepirsi agente attivo e compartecipe alla costruzione dell’identità del servizio. Un altro strumento importante per incentivare il benessere organizzativo è lo scambio profes- sionale, la creazione cioè di contesti e occasioni in cui le diverse professionalità si scambiano le esperienze su alcuni aspetti, ad esempio sul rapporto con le famiglie o sull’organizzazione degli spazi, secondo delle regole stabilite insieme, che sono quelle dell’ascolto, del non giudizio, della documentazione. Prassi consolidata all’interno del nostro sistema che, usata sistematicamente, diventa strumento interessante di contaminazione professionale. Oltre alle azioni già a sistema all’interno del mondo dei Servizi ZeroSei, gli attuali cambiamenti dovuti alla situazione emergenziale hanno messo in luce la necessità di ricercare nuovi strumenti per sostenere i gruppi di lavoro educativi. L’obiettivo è l’implementazione delle pratiche volte a favorire una buona qualità del lavoro di chi quotidianamente opera nei Servizi ZeroSei, oltre alle azioni già in essere, come colloqui perso- nalizzati, sostegno specializzato in caso di eventi complessi e formazione permanente sulla cura delle relazioni all’interno della comunità professionale. Partendo dal presupposto che solo attraverso una relazione educativa concreta con l’altro sia possibile conoscere meglio se stessi, si intende implementare la pratica formativa incentrata sulla percezione e riscoperta del proprio corpo come veicolo indissolubile nella relazione. Rico- noscere le emozioni piacevoli e spiacevoli che passano attraverso le posture del corpo e defini- scono le relazioni educative, riattivare le proprie risorse per affrontare la relazione quotidiana con bambine/i e colleghe/ghi senza affaticamento e con piacevolezza, costituiscono gli obiettivi dei percorsi mirati al lavoro sulla consapevolezza di sé, con la convinzione che agire sul corpo signi- fica sempre e in contemporanea, agire su tutte le sfere della conoscenza. In questo senso, mente e corpo sono parimenti coinvolti nell’esperire dell’individuo: ciò che avviene nel corpo determina conseguenti tracce neurali, così come ciò che coinvolge la mente ha riflessi nell’esperienza cor- porea. 20 Diventa quindi obiettivo strategico, implementare percorsi formativi di supervisione e accom- pagnamento dei gruppi di lavoro sulla consapevolezza comunicativa del linguaggio verbale e non verbale, sulle posture educative, sui vissuti emotivi che emergono nella relazione educativa, per promuovere una riflessione costante sul benessere educativo tout court. Una tematica specifica su cui si concentrano le azioni di sostegno alla funzione educativa e docente del personale riguarda la disregolazione emotiva, intesa nelle bambine e nei bambini come incapacità di regolare le emozioni, organizzare l’esperienza e le risposte comportamentali. In questi casi la/il bambina/o vive le emozioni in modo eccessivo, sopra ai limiti per lei/lui tolle- rabili che la/lo inducono a comportamenti di fuga o di aggressività verbale o a comportamenti altamente distruttivi. Tale disregolazione emotiva implica conseguenze anche su ritmi biologici quali il sonno e l’a- limentazione, innescando azioni di oppositività e/o rifiuto, ma anche senso di stanchezza o viva- cità smisurata. Tale condizione è sempre vissuta dalla/dal bambina/o come esperienza trauma- tica che implica un costante livello di allarme che riduce le capacità di tolleranza, portandola/o produrre risposte disregolate. Un buon livello di attivazione emotiva e fisiologica garantisce a bambine e bambini le con- dizioni ottimali (benessere generale) per un buon funzionamento complessivo e per l’ingaggio sociale. Tale regolazione emotiva avviene all’interno di una relazione significativa con l’adulta/o che si occupa della/del bambina/o curandone i bisogni che di volta in volta si presentano (fame, freddo, sonno, stanchezza) e fornendo una risposta comportamentale adeguata che funge da contenimento e regolazione dello stato emotivo della/del bambina/o. Fornire al personale strumenti adeguati di lettura dei comportamenti disregolati e dei bisogni ad essi sottesi e individuare le possibili strategie di modifica dell’ambiente di apprendimento in risposta a tali bisogni, significa agire sul benessere dell’adulta/o che si occupa della/del bambi- na/o e ne cura la regolazione emotiva. 21 Documentazione Dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola infanzia (2012) citiamo una definizione in cui si evince l’importante valore formativo e comunicativo del processo del documentare: La documentazione va intesa come un processo che produce tracce, memoria e ri- flessione negli adulti e nei bambini, rendendo visibili modalità e percorsi di formazione e permettendo di individuare i processi dell’apprendimento individuale e di gruppo. La documentazione non serve solo a fissare ciò che si è progettato, ma è essa stessa strumen- to progettuale, poiché consente di interrogarsi sui significati del proprio intervento educativo e di osservare ciò che si è realizzato, aprendo il confronto all’interno del gruppo di lavoro. Costituisce inoltre un ponte comunicativo tra servizi e famiglie e nella continuità con le altre istituzioni scola- stiche: alimenta lo scambio e la conoscenza reciproca, veicola messaggi sull’idea di educazione, di bambina/o, di contesto di apprendimento, restituisce il significato delle esperienze svolte, dà valore al tempo quotidiano e ai cambiamenti. È necessario attraverso l’elaborazione di una documentazione fruibile e condivisibile, descrive- re sia le esperienze educative significative per uno scambio tecnico e professionale in ambito 06, sia per poter sostanziare quel filo comunicativo continuo tra nido/scuola dell’infanzia e famiglie. La storia di ciascuna bambina e ciascun bambino si definisce all’interno di una rete di espe- rienze e di relazioni, all’interno di vissuti che evolvono nel tempo. La memoria documentativa sostiene la crescita, qualifica i processi di ricerca, li ri-significa, arricchendo contemporaneamente il sapere del singolo e del gruppo. È attraverso la documentazione che i processi di apprendimento si manifestano, vengono condivisi, vengono comunicati alle famiglie e al territorio. Molti sono gli strumenti che i servizi possono utilizzare per documentare l’evoluzione del pro- getto educativo, e molte sono le strategie per rendere visibili i percorsi di lavoro: fotografie, vi- deo, dialoghi fra le/i bambine/i, diventano strumenti indispensabili, per condividere “saperi”, idee, pensieri di adulte/i e bambine/i che abitano i servizi. Documentare significa, dunque, rendere visibili i processi di apprendimento delle bambine e dei bambini e le strategie che le/gli stesse/i mettono in atto nei processi di costruzione delle co- noscenze. Permette la valutazione del percorso in itinere, sostiene e sollecita l’azione interpreta- tiva dell’adulto, favorisce l’avvicinamento al pensiero della/del bambina/o e alla sua evoluzione. Traiettorie di sviluppo La mappatura della documentazione esistente rileva che la pratica della documentazione all’interno dei nostri Servizi ZeroSei va implementata attraverso un lavoro di ricerca e riflessione per rimettere al centro del lavoro dei Servizi ZeroSei la tematica, alla luce dei cambiamenti avve- nuti negli ultimi anni. Un’elaborazione sistematica di documentazione porta a valorizzare la professionalità del per- sonale dei servizi e alla diffusione di esperienze spendibili nell’ambito di convegni, seminari a diversi livelli cittadino, regionale e nazionale. Il periodo dell’emergenza sanitaria ha messo in risalto la necessità di migliorare la comuni- cazione con le famiglie rispetto al tema di quello che succede al nido e a scuola, il benessere delle/dei bambine/i, l’approccio educativo che caratterizza il servizio. Accompagnare gli appun- tamenti, quali assemblee e colloqui, con una documentazione curata contribuisce a “prestare i 22 propri occhi” ai genitori per descrivere la quotidianità delle bambine, dei bambini e le conquiste di crescita ed apprendimento al nido e alla scuola dell’infanzia. L’obiettivo è costruire un archivio/memoria dei Servizi ZeroSei a gestione diretta, facilmente fruibile attraverso la rete: uno spazio di raccolta di esperienze e di approfondimento teorico-me- todologico, dove pubblicare articoli o citazioni bibliografiche, forum su approcci metodologici innovativi, coinvolgendo servizi e famiglie nella creazione e diffusione di informative e approfon- dimenti a stampo pedagogico. Parallelamente è necessario costruire una documentazione della quotidianità per le famiglie maggiormente fruibile e immediata, come una bacheca permanente on line o con applicativi in grado di scambiare informazioni tutelando la privacy (attraverso account personali non cedibili). Sarà inoltre importante costruire materiale informativo per le delegazioni italiane e estere e creare una sezione apposita su Iperbole, per dare risalto alla qualità dell’approccio pedagogico dei Servizi ZeroSei del Comune di Bologna. Una ulteriore azione da mettere in campo è relativa alla sistematizzazione di ambiti di ricer- ca documentale da parte del coordinamento pedagogico, che possa coinvolgere i servizi nella creazione di documentazioni che, a partire dalla quotidianità dei Servizi ZeroSei, vadano ad ap- profondire tematiche legate a cultura dell’infanzia e genitorialità, in collaborazione con il centro di documentazione Ri.E.Sco. Sarà fondamentale impegnarsi nella costruzione di un sito dedicato alla comunicazione per le famiglie, che consenta di sfruttare la tecnologia per mettere in luce e dare tridimensionalità alla documentazione educativa e di creare un’immagine coordinata per Bologna Cresce che identi- fichi il mondo dell’Area Educazione Istruzione e Nuove Generazioni. 23 Ambito tematico ricerca e innovazione delle pratiche educative Le pratiche educative rappresentano l’ambito privilegiato della ricerca-azione in ambito edu- cativo. Il coordinamento pedagogico, attraverso i gruppi di lavoro cittadini definiti ogni anno, elabora strumenti di lavoro, linee guida per lo sviluppo di ambiti di esperienza per le bambine e i bambini, approcci metodologici innovativi che coinvolgono i servizi nell’apertura a nuovi processi. Nell’anno scolastico 2021/22, in particolare, sono stati attivati, sulla base di un coinvolgimento di tutto il coordinamento pedagogico, i gruppi di lavoro cittadino sulla metodologia del Lavoro Aperto, sulla ricerca dei nuovi bisogni delle/dei bambine/i e sull’ambientamento nei Servizi 03. Vi sono inoltre tematiche emergenti attorno alle quali si stanno sviluppando percorsi e attività: l’educazione emozionale, educazione alla cittadinanza, nuove tecnologie, e molti altri. Le azioni innovative partono dall’indagine sulle tematiche emergenti, osservano e raccolgono sfide e bisogni, per individuare le direzioni della ricerca per il futuro. La ricerca si nutre della riflessione pedagogica e diventa quindi obiettivo pedagogico costan- te: impegno a individuare e produrre senso, assumendoci la responsabilità di operare delle scel- te, di perseguire un obiettivo, di aprirci al cambiamento All’interno dei Servizi ZeroSei, luoghi di crescita e di cura della comunità, è necessario avere uno sguardo sempre orientato alla ricerca, per interrogare e interrogarsi sui significati delle paro- le quotidiane, per stare al passo con il cambiamento insito nel concetto di “crescita”. Privilegiamo una ricerca empirica, fondata sull’immersione nei contesti, in una realtà che ci permetta la lettura di senso, non scientismo, non rigore scientifico del metodo unico all’insegna della semplificazione, non risultati esatti e buoni per tutti.9 Una ricerca che dia valore alle differenze presenti in ogni servizio per l’infanzia, in quanto arte- fice di energia trasformativa per antonomasia. La vera scommessa è quella di unire la costanza nell’impegno della quotidianità al coraggio di progettare e ricercare inedite direzioni di significato, privilegiando la direzione più che la meta e la possibilità che la nostra azione abbia risonanze anche non osservabili nell’immediato. Elemento centrale dell’ambito innovazione, sarà quindi il coinvolgimento dei gruppi di lavo- ro educativi nella progettazione del disegno complessivo delle azioni da mettere in campo nel prossimo triennio, a partire da momenti di riflessione in commissioni territoriali e altre forme di scambio riflessivo, per accompagnare i gruppi nell’individuazione degli ambiti di intervento per ogni annualità. Le stesse Unità territoriali realizzano iniziative diversificate in ragione delle risorse presenti nei quartieri e delle caratteristiche socio-culturali degli stessi, un lavoro di importante connessione con il territorio che produce sempre nuove esperienze ed iniziative rivolte ai servizi e all’utenza. In questo ambito sono state scelte alcune tematiche per le quali è già in atto un lavoro di ri- cerca che coinvolge il coordinamento pedagogico e i Servizi ZeroSei, costantemente impegnati nell’interrogarsi su sfide e bisogni emergenti nel mondo educativo. 9. Piero Bertolini, L’esistere pedagogico. Ragioni e limiti di una pedagogia come scienza fenomenologicamente fondata, Guerini Scientifica, 2021. 24 Lavoro aperto Il Lavoro Aperto è una metodologia, elaborata e messa a punto in ambito 06 dalla NOA (Netzwerk Offene Arbeit) Rete del Lavoro Aperto di Berlino, che mette al centro la libertà de- cisionale delle bambine e dei bambini nella vita quotidiana dei servizi educativi, assicurando un alto livello di iniziativa personale e autodeterminazione, offrendo quindi alle bambine e ai bambini maggiori opportunità di acquisire competenze attraverso esperienze pratiche di ap- prendimento. Le connessioni pedagogiche sono da ricercare nelle tesi di Roger Prott e Genderlin Lille e le li- nee di lavoro 06 del Municipio di Berlino, la “pedagogia della lumaca” e la pedagogia libertaria, le linee pedagogiche nazionali 06 e gli orientamenti 03. Assecondare le curiosità, supportare il desiderio di scoprire, aiutarli a mettere in pratica le loro idee ed iniziative significa che l’interesse primario è il benessere e la felicità delle bambine e dei bambini. Questo approccio metodologico, già dichiarato nei nostri documenti identitari quali il Progetto Pedagogico scuole infanzia e il Progetto pedagogico Servizi 03, costituisce un caposaldo teorico della progettazione educativa e didattica, che ha bisogno di essere approfondito e conosciuto da parte del personale. I progetti pedagogici contengono direzioni e linee di lavoro che, per essere praticate, richiedono il passaggio fondamentale della rielaborazione per il necessario adatta- mento al contesto dei Servizi ZeroSei. Ogni esperienza, per essere significativa, deve partire dalla motivazione della bambina e del bambino, per poi essere rielaborata e condivisa con l’aiuto delle/degli adulte/i. La prospettiva del Lavoro Aperto invita a non porre le/i bambine/i in un mondo artificiale – ov- vero strutturato dall’adulto a priori - ma a coinvolgerli nella vita reale, riconoscendoli competenti, fidandosi di loro e lasciandole/li più libere/i di decidere come investire secondo la propria moti- vazione. Significa lavorare concretamente sul concetto di differenziazione, ovvero offrire più esperienze contemporanee, dare la possibilità di scelta, permettere alla/al bambina/o di trovare da sé una risposta alla sua motivazione. Non significa, invece, che tutte/i debbano sapere le stesse cose e nemmeno che tutte/i vengano incentivate/i nella stessa maniera. In piccolo gruppo, con spazi e tempi pensati e condivisi, le bambine e i bambini possono seguire le loro domande e portare avanti le loro ipotesi come esperienze di gioco, ricevendo poi una risposta dalle/gli adulte/i nella misura in cui ne hanno bisogno. Significa individuare la centralità del gioco come esperienza fondamentale nello sviluppo del- la/del bambina/o che va intesa con serietà e rispettata dall’adulta/o. Pensare a proposte pensate e programmate non per le/i bambine/i ma con le bambine e i bambini, partendo dalle loro tracce e coinvolgendole/i nella costruzione di un percorso aperto alla scoperta e all’indagine. Un ambiente educativo statico, infatti, non può soddisfare i bisogni di un gruppo concreto di bambine e bambini. Lavorare sulla riflessione critica dei processi implica partire dallo sguardo che ognuno di noi esercita e calibra nella quotidianità. Significa provare a trasformare il nostro sguardo per cercare di vedere il mondo con gli occhi delle bambine e dei bambini, per percepire e scrutarne i desideri, i sentimenti, le idee… un esercizio che richiede impegno e costanza nella quotidianità. I percorsi formativi già in essere nel nostro sistema richiedono, quindi, un ulteriore approfondi- mento rispetto alla metodologia del Lavoro Aperto, attraverso temi trasversali quali il ruolo dell’a- 25 dulto, l’organizzazione degli spazi e materiali per le/i bambine/i, dei tempi, la responsabilità dif- fusa delle/gli adulte/i. Si ritiene necessario lavorare con i gruppi di lavoro di nidi e scuole d’infanzia affinché i nostri servizi per l’infanzia siano luoghi meno istituzionalizzati e più familiari, in cui le bambine e i bam- bini possano incontrare adulte/i che facciano scelte coraggiose e lascino libertà alle bambine e ai bambini di sperimentare liberamente gli ambienti e di conseguenza, scegliere le competenze da potenziare. Una rivoluzione culturale che riguarda tutte le sfumature dell’infanzia e che richiede a tutti gli adulti che si prendono cura di bambine e bambini, di affiancarsi a loro con uno sguardo aperto e pronto ad accoglierle/i nella loro interezza. Il percorso Alcuni servizi, a seguito del viaggio di studio a Berlino di alcune pedagogiste/i nel 2015 e degli approfondimenti portati ai gruppi di lavoro dalle stesse/i, hanno sperimentato questo approccio metodologico mettendo a punto una modalità di lavoro ritagliata sul contesto di riferimento del servizio e del suo territorio. L’obiettivo condiviso nell’ambito del coordinamento pedagogico è di diffondere una cultura dell’infanzia attenta alla costruzione di cittadine/i con pensiero critico e responsabilità collettiva e condivisa, uscendo dall’idea tradizionale di Servizi ZeroSei come luoghi di preparazione scola- stica, ma dando dignità all’infanzia come momento di massima costruzione dell’essere umano e delle sue competenze. Nell’anno scolastico 2020/21 è stato istituito un gruppo di lavoro cittadino composto da peda- gogiste/i con l’obiettivo di approfondire la tematica del Lavoro Aperto nei Servizi ZeroSei. Il gruppo, dopo un percorso di ricerca e riflessioni, ha elaborato un documento di studio e approfondimen- to, Il Lavoro Aperto nei Servizi ZeroSei del Comune di Bologna. Approfondimenti teorici, spunti metodologici e piste da seguire. Il documento è stato il pretesto per coinvolgere tutte/i le/i pedagogiste/i su questa tematica, fornendo delle sollecitazioni attraverso la descrizione di possibili campi di intervento, cioè aspetti da cui partire, come la centralità della/del bambina/o, la responsabilità diffusa, l’organizzazione flessibile e i centri di interesse. Traiettorie di sviluppo Il percorso intrapreso ha l’obiettivo di stimolare la riflessione sulla metodologia del Lavoro Aperto a partire da un affondo teorico, per poi procedere a una serie di scambi formativi tra i servizi più esperti e quelli curiosi, che si affacciano per la prima volta a questo approccio, per condividere uno sguardo comune. Alla fine dell’anno è prevista la creazione di un evento dedicato per dare la parola ai servizi coinvolti e diffondere la cultura del Lavoro Aperto a livello cittadino, preparato e condotto dal gruppo. Il Lavoro Aperto diventa quindi pretesto per lavorare sul cambiamento della quotidianità edu- cativa tout court, occasione per ripensare ed arricchire le pratiche quotidiane dei nostri servizi educativi, a favore di una maggiore flessibilità a livello di organizzazione, di spazi e di tempi, ed una disposizione educativa che si incentri sul “fare con i bambini, non per i bambini”. … obiettivo del Lavoro Aperto è incoraggiare l’autodeterminazione e l’azione respon- sabile dei bambini… offrire loro tutte le possibilità di sentirsi a proprio agio nella co- munità, di rendersi utili ed essere intraprendenti… modificando a mano a mano il modo di convivere di bambini e adulti.10 Il Lavoro Aperto diventa una utile lente per riflettere sulle tante indicazioni che troviamo nei do- cumenti che compongono lo scaffale istituzionale e pedagogico dei Servizi ZeroSei, esso richiede 10. R. Prott e C. Preissing, Integrare le diversità. Un curriculum per l’educazione dell’infanzia, Edizioni Junior 2007. 26 l’attenzione delle/gli adulte/i e la loro mobilità nel pensare e nell’agire, la loro disponibilità a ren- dere più flessibili le strutture e a rendere permeabili i confini. Un processo “open end”, una conditio sine qua non per garantire a ogni bambina e a ogni bambino i loro diritti. Sarà molto importante l’adesione alla Rete Italiana del Lavoro Aperto (RILA) e la partecipa- zione al programma Erasmus + per un confronto costante con altri territori e la possibilità per il coordinamento pedagogico e il personale dei servizi di uscire dal territorio italiano per andare a osservare situazioni emergenti stimolanti. Altro obiettivo strategico sarà quello di avviare una piccola “Rete dei Servizi ZeroSei” interes- sati a uno scambio permanente per sperimentare, scambiare e approfondire le tematiche del Lavoro Aperto con il coinvolgimento del centro di documentazione Ri.E.Sco. e il coordinamento pedagogico. Risulta infatti importante allargare la riflessione non solo al personale dei Servizi ZeroSei, ma anche alle famiglie, talvolta ancorate a una concezione “tradizionale” di modello or- ganizzativo-pedagogico dei servizi, per permettere di affiancarle nel percorso verso un modello più “aperto”, valorizzandone gli aspetti pedagogici e scientifici a sostegno. 27 Partire dai bisogni L’esperienza della pandemia ha posto i servizi educativi di fronte a nuove sfide. Chi vi opera, quando ha potuto nuovamente accogliere le/i bambine/i dopo i mesi di isolamento, si è chiesto come stavano cambiando i bisogni delle bambine, dei bambini e delle loro famiglie, se aveva gli strumenti per rispondere a questi cambiamenti, se la rappresentazione dell’infanzia fino a quel momento costruita fosse ancora aderente alla realtà, se i comportamenti delle bambine e dei bambini ci parlassero di nuovi bisogni. Il presupposto di partenza è stato che nell’azione educativa si incontrano sia bisogni “evergre- en” imprescindibili quando ci si occupa di 06 (necessità e diritto alla formazione di una propria identità, allo sviluppo di competenze ed autonomia… ), sia bisogni emergenti, relativi a depriva- zioni sociali e/o educative che alcune/i bambine/i e famiglie potevano aver vissuto nei due anni di pandemia (perdita di esperienze socializzanti, cambiamenti di condizioni socio-economiche, lutti, aumento di fragilità emotiva). Si è quindi deciso di avviare un percorso partecipato con il personale educativo di riflessione, confronto e analisi sui significati e le rappresentazioni che ruotano intorno al concetto di bisogno educativo, per poi costruire uno strumento di rilevazione che aiutasse nel quotidiano i gruppi di lavoro ad individuarli, per poi identificare le pratiche educative e le azioni più utili per rispondere ai bisogni rilevati, integrandole con i progetti cittadini di qualificazione già in essere (Agio, Logos, Educazione in Natura…). La letteratura riguardo ai bisogni fondamentali delle bambine e dei bambini è molto ricca: da A. Maslow, passando per B. Brazetlon & I.Greenspam, arrivando ai più recenti studi sulle neu- roscienze. Questo ampio repertorio è stato assunto a livello europeo, negli orientamenti e nelle linee guida nazionali, quindi nei Progetti Pedagogici del Comune di Bologna, sia quello dei nidi che quello delle scuole dell’infanzia. Pur consapevoli che la letteratura specialistica sta promuovendo la necessità di superare il concetto di bisogno per introdurre quello dei diritti, si è mantenuto il termine bisogni perché di uso comune. Bisogno inteso non solo come impedimento ma anche come desiderio. Anche rispetto all’individuazione delle categorie dei bisogni si è valutato opportuno scegliere le parole utilizzate dal personale educativo e scolastico, per favorire il riconoscimento dello strumento finale come esito della loro riflessione e del loro operato. Dalle riflessioni è emerso che le limitazioni imposte dalla pandemia hanno amplificato alcuni bisogni come quello di essere incoraggiati, di socializzare e fare esperienze con i pari, di essere ascoltati; nello stesso tempo si è visto un maggior numero di bambine e bambini che richiede- vano contenimento emotivo, con difficoltà di ambientamento, o con autonomie più ridotte in rapporto all’età. Il percorso Dall’anno educativo 2020/2021 è stato costituito un gruppo di lavoro cittadino impegnato alla costruzione di uno strumento di osservazione che aiutasse il personale dei servizi a leggere i comportamenti delle bambine e dei bambini quali indicatori dei loro bisogni, dai quali partire per impostare la progettazione educativa. Nell’anno educativo 2021/22 sono stati realizzati 7 brainstorming con l’obiettivo di raccogliere idee, concetti e riflessioni sui bisogni delle bambine e dei bambini. Hanno partecipato 16 servizi (nidi, scuole infanzia, CBF) distribuiti nei vari quartieri. 28 Successivamente, attraverso 5 incontri di focus group con i gruppi di lavoro, si è giunti alla de- finizione di indicatori da utilizzare per elaborare lo strumento per la rilevazione dei bisogni. Hanno partecipato complessivamente 54 tra educatrici/educatori, insegnanti, collaboratrici/collabora- tori sia in rappresentanza dei servizi coinvolti nei precedenti brainstorming sia con adesione da altri servizi per interesse al tema proposto. Alla fine di febbraio è stato elaborato lo strumento di rilevazione dei bisogni che è stato pre- sentato sia al coordinamento pedagogico cittadino che al personale che opera nei Servizi Zero- Sei comunali. Nell’anno educativo 2022/23 è stato proposto al personale un momento formativo di appro- fondimento per capire come passare dalla lettura dei bisogni delle bambine e dei bambini, e dei loro interessi, all’allestimento dei contesti. La finalità era quella di accompagnare il documento che illustra il percorso svolto fino ad ora e le indicazioni per la compilazione dello strumento, fa- cendone intravedere i possibili sviluppi in termini di progettazione di pratiche educative. Il lavoro prosegue chiedendo ai gruppi di lavoro che utilizzeranno lo strumento un riscontro rispetto al suo uso, attraverso un breve questionario. Traiettorie di sviluppo L’intenzione è di proseguire il lavoro di approfondimento, a partire dai questionari compilati, con un duplice obiettivo: procedere ad una eventuale revisione dello strumento di rilevazione di bisogni, individuare e condividere eventuali strategie educative, utili a fronte della rilevazione di specifici bisogni, avendo come focus la riprogettazione dei contesti educativi in termini di tempi, spazi, materiali, relazioni. In questa direzione sarà utile il raccordo con altri gruppi di lavoro citta- dini che affrontano lo stesso tema, come ad esempio quello sul Lavoro Aperto. Si osserva infatti come siano aumentate le situazioni di fragilità emotiva all’interno dei servizi, con l’apparizione conseguente di bisogni che abbiamo definito emergenti, relativi a deprivazio- ni sociali ed educative delle famiglie: perdita di esperienze socializzanti, isolamento, maggiore incidenza delle violenze domestiche, cambiamento di condizioni socio-economiche, lutti e altre situazioni incisive, auspicandone il carattere temporaneo e superabile. Accanto a tali bisogni emergenti, restano i bisogni che abbiamo definito bisogni evergreen, considerati, dai professionisti dell’educazione, sempre presenti e importanti, di base, imprescin- dibili, quei diritti propri delle nostre linee guida e sempre presenti nei nostri progetti pedagogici, corrispondenti alla necessità e al diritto di formarsi una propria identità, a sviluppare competenze e autonomia, secondo le diverse fasi evolutive. In ogni servizio educativo, sempre, ma oggi in forma ancora più urgente, nascono tante rifles- sioni e interrogativi: quali richieste di ascolto le bambine e i bambini rivolgono alle/agli adulte/i con le loro azioni quotidiane? Quali domande implicite le bambine e i bambini esprimono con i loro comportamenti? Quali sono i bisogni/diritti educativi a cui rispondere attraverso la predi- sposizione di un contesto educativo-scolastico intenzionalmente pensato e organizzato? Il gruppo di lavoro denominato “Partire dai bisogni” si è mosso con l’intento di avviare un per- corso partecipato, il più possibile oggettivo, di confronto, riflessione e analisi intorno a queste domande, promuovendo un lavoro di stampo qualitativo. L’ambizione è quella di contribuire a costruire un linguaggio comune, e quindi realizzare un’indagine dalla quale scaturiscano stru- menti educativi mirati ed efficaci. 29 Scambi formativi, reti e partenariati internazionali Visitare e osservare gli spazi di un servizio educativo non è solo una passeggiata tra i vari am- bienti, ma diventa un modo per ragionare sulle modalità di lavoro e sulle scelte educative, uno strumento di apprendimento eccezionale, che permette di attivare riflessioni e nutrire la ricerca pedagogica. Non esiste apprendimento senza esperienza. La possibilità di creare reti con soggetti altri per- mette di uscire da una visione autoreferenziale e di riappropriarsi di un ambito di ricerca e inno- vazione che è linfa per tenere alta la qualità dei servizi per l’infanzia. In questi ultimi anni la tecnologia ha velocizzato i cambiamenti nella società e i Servizi ZeroSei devono necessariamente stare al passo con i cambiamenti che riguardano in primo luogo le fa- miglie e la società in generale. Per permettere di nutrire una visione aperta e una riflessività costante è importante potersi confrontare con altre realtà, siano esse vicine o lontane, in cui emergono delle differenze da va- lorizzare, riflettere e mettere in discussione all’interno della propria routine. Uno strumento importante è l’accoglienza di delegazioni professionali attraverso “visite dia- logate”, presiedute da responsabili territoriali e pedagogiste/i, che possono essere inserite in un percorso formativo o in una giornata di formazione che prevede anche, a seguito del percorso, la visione di materiali, in modo particolare video e foto, documentazioni per approfondire alcune tematiche specifiche richieste. Obiettivo strategico sarà la realizzazione di progetti internazionali di ricerca e sviluppo di buo- ne pratiche e di innovazione educativa, anche in qualità di partner, attraverso il programma eu- ropeo Erasmus +. Valorizzare la qualità dei servizi educativi e scolastici fuori dal proprio territorio, agisce diret- tamente sull’utenza reale e potenziale, in quanto permette di riconoscersi come partecipanti ad un processo attivo, vivo e in costante cambiamento, all’interno di una comunità educante che prende forma, si connette e si nutre degli scambi con altre realtà, aumentando la percezione di qualità da parte delle famiglie. Questo tipo di esperienze, inoltre, favorisce un senso di benessere generale del personale che costruisce la quotidianità dei nostri Servizi ZeroSei, agendo sul senso di appartenenza e promuo- vendo un confronto che permette di aumentare la qualità all’interno dei servizi, spronati a lavo- rare su temi innovativi, sperimentazioni e mettendo costantemente in discussione il lavoro edu- cativo in favore del benessere delle bambine, dei bambini e delle famiglie. Promuovere scambi con altre realtà che si occupano di Servizi ZeroSei, sia a livello locale che internazionale, rappresenta quindi una sfida e un’opportunità. Una sfida perché ci costringe a ri- flettere e sistematizzare l’esperienza e la pratica per renderla trasmissibile, un’opportunità perché il confronto ci permette di acquisire consapevolezza del lavoro che stiamo svolgendo ma anche ci dà l’opportunità di vivere il disorientamento necessario ad incontrare idee nuove e mantenerci professioniste/i riflessive/i, ricercatrici e ricercatori, persone che non delegano più ad ipotetici e spesso irraggiungibili esperti la soluzione dei problemi che ogni giorno vivono. Lo scambio, quindi, come strumento formativo basato sulla ricerca-azione che si alimenta del contributo e dell’apporto di diversi attori in gioco. 30 Il percorso e le traiettorie di sviluppo Sono molteplici le azioni messe in campo in questo ambito, nonostante le limitazioni dovute agli ultimi anni. Nell’anno scolastico 2021/22 sono state accolte all’interno dei nostri servizi due delegazioni estere da Germania e Spagna e una italiana. È stata realizzata una documentazione video con la collaborazione di una video maker pro- fessionista e il centro di documentazione Ri.E.Sco, per valorizzare la qualità dei Servizi ZeroSei del Comune di Bologna. Il video “SERVIZI ZEROSEI TRA CONTINUITÁ E TRASFORMAZIONE: l’intreccio di sguardi tra adulte/i e bambine/i -Il Polo per l’infanzia Plesso Grosso”, è disponibile in una doppia versione con sottotitoli in italiano/spagnolo e italiano/inglese, disponibili presso Ri.E.Sco. Il trailer è visionabile sul canale Youtube di Riesco. In previsione della costituzione dei Poli 06 è stata costruita una rete di scambi del personale implicato a livello cittadino per sostenere una riflessione comune sul significato del Polo per l’in- fanzia. Anche per il gruppo di pedagogiste/i “Lavoro Aperto” sono state organizzate delle visite nei territori di Bologna, Imola e San Lazzaro, per poter sostenere i gruppi di lavoro in formazione sulle scelte metodologiche più disparate. Nell’a.s. 2021/22 abbiamo inoltre aderito al progetto SKATE (Skills & Knowledge on Assistive Te- chonology in Early Childhood inclusive education), finanziato nell’ambito del programma della Commissione Europea Erasmus +, a cui aderiscono 4 stati europei (Belgio-Thomas More Univer- sity e Istituto Domeniek Savio, Macedonia-Association for Assistive Technology Open The Win- dows, Cipro-European University e Italia per la quale è capofila AIAS Bologna Onlus). L’obiettivo è quello di diffondere la conoscenza e l’utilizzo delle tecnologie digitali rivolte a bambine/i 0-6 anni con disabilità, favorendo non solo l’educazione digitale ma anche lo sviluppo di un’educazione inclusiva. In questo primo anno abbiamo provveduto alla mappatura ed etichettatura degli ambienti e dei materiali di gioco interni ed esterni attraverso l’utilizzo della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) come risorsa trasversale ed anche assistiva. Abbiamo inoltre partecipato ad un primo incontro di formazione e confronto con tutti gli aderenti al progetto volto alla co-costruzio- ne, a partire dagli strumenti e alle metodologie di lavoro in essere, di un kit di attività che suppor- tino lo sviluppo delle attività educative inclusive rivolte alle bambine e ai bambini con disabilità. Le attività proseguiranno con la compilazione di uno strumento di autovalutazione in tema di inclusione elaborato dalla rete ENTELIS per le realtà scolastiche, consulenze e incontri formativi sull’uso di ausili tecnologici, strumenti software per l’inclusione a cura del team multidisciplinare del Centro Regionale Ausili (CRA), co-progettazione di unità didattiche inclusive attraverso l’uso di Tecnologie dell’Informazione e della Formazione (ICT) e delle Tecnologie Assistive (ICT-AT). Sono in corso di progettazione attività di coinvolgimento delle famiglie. A ottobre 2022 è stata creata sul sito “Iperbole” una specifica sezione con le indicazioni per l’accoglienza di delegazioni italiane ed estere, per incentivare l’accoglienza e la possibilità di fare rete con gli altri territori. Un ulteriore importante passaggio sarà quello di organizzare in maniera strutturata e organiz- zata nel tempo degli scambi che coinvolgano in primo luogo le/i pedagogiste/i, ma anche il per- sonale dei servizi, per permettere di rafforzare l’ambito della ricerca e dell’innovazione in campo pedagogico, attraverso viaggi e scambi con forte valenza formativa, sia in Italia che all’estero e creando reti virtuose che sostengano la qualità dei nostri servizi. Obiettivo strategico è infatti l’a- desione al Programma europeo per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport “Erasmus +”. Una delle priorità del programma è quella di sviluppare sistemi di educazione e cura della pri- ma infanzia di qualità: questa priorità è incentrata sulla promozione dell’attuazione del quadro di qualità dell’UE per l’educazione e la cura della prima infanzia allegato alla raccomandazione del Consiglio del 2019 sui sistemi di educazione e cura della prima infanzia di alta qualità e compren- de progetti che forniscono sostegno allo sviluppo professionale iniziale e continuo del personale 31 preposto all’organizzazione, alla gestione e all’erogazione dei servizi di educazione e cura della prima infanzia. La priorità sostiene anc

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