Storia del Design - 1840-1945 PDF

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This document provides a general overview of the history of design from 1840 to 1945. It covers topics such as the work of various designers and the industrial revolution's impact on design.

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Storia del design 1 Dal 1840 al 1945 Achille Castiglioni Lampada ad Arco Flos La parola Design significa progetto Il designer è quindi un progettista Progettare significa creare un oggetto (o un servizio) c...

Storia del design 1 Dal 1840 al 1945 Achille Castiglioni Lampada ad Arco Flos La parola Design significa progetto Il designer è quindi un progettista Progettare significa creare un oggetto (o un servizio) che risponda ad una domanda funzionale. Per esempio realizzare una lampada da scrivania, oppure una macchina per scrivere portatile… Questo modo di fare nasce nel ondo dell’industria dopo la prima rivoluzione industriale quando bisognava realizzare oggetti in grande serie. Il prodotto industriale batte il prodotto artigianale quando è di qualità, ad un buon prezzo, e realizzabile in grande quantità. Nella produzione industriale l’oggetto deve essere perfetto, cioè sempre uguale. Mentre nell’oggetto artigianale le imperfezioni o differenze apportano valore. Gli oggetti industriali sono prodotti in quantità e questo comporta un minore costo di produzione, grazie anche alle macchine. Così nell’1800 il mercato si è allargato alla borghesia cha ha potuto acquistare molti oggetti. Nel ‘900 anche la classe operaia ha potuto avvicinarsi a questo mercato e riempire la casa di oggetti grazie anche alla scoperta di nuovi materiali. Ettore Sotsass jr.- Olivetti Lettera 32 Il design riguarda tutti i campi della produzione industriale di oggetti vendibili. Dalle lampade al frigorifero, dalle sedie alle macchine per scrivere, dai telefoni cellulari ai computer. I designer progettano però anche l’arredamento delle metropolitane, i treni stessi delle metropolitane oppure lo stile grafico di una casa editrice. Il designer progetta sia la tecnologia che la forma dell’oggetto. D’altronde tecnologia e forma sono interdipendenti. Il designer è spesso un ingegnere o un architetto, a volte un disegnatore o un’artista o un artigiano. Sedie Thonet Uno degli esempi migliori di design è la serie di sedie della ditta Thonet, austriaca, che già a metà dell’800 costruiva in serie con la tecnica del legno incurvato Negli anni intorno al 1830, l’ebanista Michael Thonet compie i suoi esperimenti con strisce di impiallacciatura ammorbidite nella colla bollente prima di inventare i “mobili in legno curvato”. Nel 1842, il principe Metternich, colpito dal talento dell'ebanista renano lo chiama a Vienna. Con la creazione della sedia n° 4 per il caffè Daum sul Kohlmarkt di Vienna conquista ben presto la scena dei caffè viennesi, ponendo le basi per lo sviluppo del settore dei mobili destinati alla “collettività”, ossia agli ambienti pubblici. Proprio con questa tecnica di lavorazione del legno l'ebanista stupì molti fra i visitatori del Crystal Palace alla prima esposizione universale, rivoluzionando, di fatto, la concezione della lavorazione del legno di quel periodo. La curvatura del legno tramite vapore consentiva forme sinuose ed eleganti, pur mantenendo un aspetto delle superfici "pulito" e quindi combinava il classico al moderno in realizzazioni molto difficili da ottenere con i sistemi di lavorazione tradizionali. Il tutto era combinato a un'inusuale semplicità e leggerezza. Sedie Thonet L'azienda ha avuto una certa rilevanza durante il passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale e semi-industriale: la Thonet infatti puntava proprio sulla riduzione del numero di pezzi e del tempo necessario al montaggio. Il metodo di lavorazione, soprattutto, non era più puramente artigianale ma bensì semi- meccanizzato: soluzione adottata anche da altre aziende del settore, italiane e non. A quel tempo gran parte delle sedie in legno venivano ancora realizzate completamente a mano per incisione e sottrazione del materiale affidata ad artigiani, artisti dove in ogni pezzo era evidente la creatività e la manualità del suo realizzatore. La produzione della Thonet era invece standardizzata, ricavata su progetto preliminare antecedente e riprodotta in serie. Sedie Thonet La messa a punto di una tecnica innovativa per curvare il legno massello (a vapore a caldo), prima attraverso la bollitura della colla, quindi umidificandolo attraverso il vapore acqueo, generato da un'autoclave, per poi conferirgli la curvatura desiderata in forme di metallo e renderlo nuovamente rigido con l'essiccatura in forni. Quest'ultimo procedimento venne poi brevettato nel 1842. Sedie Thonet Movimento Arts & Crafts Questo movimento artistico nacque in Gran Bretagna a fine Ottocento, grazie a William Morris e si espanse rapidamente in tutti i campi dell'arte applicata. Tale corrente considera l'artigianato come espressione del lavoro dell'uomo e dei suoi bisogni, ma soprattutto come valore durevole nel tempo e tende a disprezzare i pessimi prodotti, la bassa qualità dei materiali e il miscuglio confuso di stili rappresentati dalla produzione industriale. Movimento Arts & Crafts La sua produzione di tappeti, tessuti, mobili, metalli, quindi, nasce come anti-industriale, e con una forte componente collaborativa (Morris disegna e ri-progetta mobili, li dipinge, lo stesso Morris crea decorazioni geometriche bidimensionali che hanno la caratteristica di essere riprodotte serialmente in quanto sono standardizzate e codificate); tuttavia pone le basi dei principi del design moderno, perché è una produzione eclettica, ariosa, molto più moderna dell'industria del tempo; nonostante questo, è destinata a fallire per i suoi costi elevati e per l'impossibilità di distribuire i suoi prodotti ai vari strati sociali. Wiener Werkstatte La Wiener Werkstätte (Wiener= viennese, Werkstätte= laboratori, officine) è stata una innovativa comunità di produzione viennese, legata al mondo del design, fondata nel 1903 dall'architetto Josef Hoffmann (1870-1956), dal banchiere Fritz Wärndorfer e dal pittore Koloman Moser (1868-1918). Raccoglie gli esiti della Secessione viennese, Arts and Crafts, Liberty inglese, Art Nouveau, Jugendstil. Wiener Werkstatte Rielabora un nuovo classicismo, portando alla nascita il protorazionalismo. Si associa l'artigiano all'economia, ispirandosi all'Arts and Crafts inglese. Hoffmann e Moser nel 1905 ne fondano il programma: - Stretto rapporto con il pubblico, il progettista e l'artigiano - Produrre oggetti di uso domestico, semplici e di qualità - La concezione primaria è la funzionalità - Eccellente qualità della lavorazione - Quando sarà il caso aggiungere ornamenti -La produzione di questa ditta era volta verso tessuti, ceramiche, gioielli, mobili, cartoline postali - Non bisogna puntare alla produzione a basso prezzo poiché questa va a scapito dei lavoratori e dell'esistenza degna dell'uomo Ford model T La Ford Model T, conosciuta anche come Tin Lizzie (lucertolina di latta), Flivver (macinino) o semplicemente Ford T, è una vettura prodotta dalla Ford Motor Company dal 1908 al 1927. Fu la prima vettura prodotta in grande serie utilizzando la tecnica della catena di montaggio. La Model T venne progettata da Henry Ford, Charles Harolde Wills e da due emigrati di origine ungherese, József Galamb e Jenő Farkas Ford model T A partire dal 1914 per costruire una Model T erano necessari solo 93 minuti grazie agli sviluppi del processo di assemblaggio. In questo anno la Ford produsse da sola un numero di vetture superiore a quello di tutti gli altri concorrenti messi insieme. Il successo commerciale di questa vettura fu enorme tanto che è stato calcolato che tra la metà degli anni dieci e degli anni venti la metà di tutte le vetture circolanti, a livello mondiale, era costituito da Ford Model T. Questo successo permise alla Ford di continuare le vendite pur non acquistando, tra il 1917 e il 1923, nessuno spazio pubblicitario. Ford model T In totale sono state 15.007.033 le Ford Model T prodotte. Le prime costavano 850 dollari, dell'epoca, contro i 2.000-3.000 dollari della vetture concorrenti. Le ultime, grazie all'aumento di efficienza e di volume della produzione costavano meno di 300 dollari USA. Nello specifico la versione base, la roadster nel 1926 - 1927 a listino costava 285 dollari, la più ricca e accessoriata tudor sedan ben 580. Inoltre è importante ricordare che già dal 1914 Henry Ford aveva elevato la paga dei suoi dipendenti a ben 5 dollari al giorno (circa il doppio del settore industriale), consentendo loro in questo modo di acquistare l'automobile che essi stessi producevano, arrivando ad essere i meglio retribuiti con 8 dollari al giorno contro una media di 5,5 della concorrenza pur lavorando un'ora in meno. La Ford interruppe la produzione in massa di questo modello il 27 maggio del 1927. La produzione dei motori però, continuò fino al 4 agosto del 1941, ne vennero costruiti circa 170.000 per usi industriali e per ricambi. Edificio del Bauhaus Dessau 1927 Marcel Breuer Sedia Wassily o modello B23, 1925  La Sedia Wassily, conosciuta anche come sedia Modello B3, fu disegnata da Marcel Breuer. All'epoca 1925 era direttore del laboratorio del legno presso il Bauhaus di Dessau.  Questa sedia fu rivoluzionaria nell'uso dei materiali (eisengarn o cuoio, e tubi di acciaio nichelato piegato) e nei metodi di produzione.  Dopo aver sperimentato la solidità del tubo d'acciaio, usato per la costruzione della bicicletta Adler, Breuer pensò di usare i tubi d'acciaio per costruire mobili. Per la realizzazione della sedia Breuer si era rivolto alla Adler, ma la ditta non accettò, allora si rivolse alla ditta Mannesmann che, già dal 1885-86, lavorava con tecniche innovative i tubi d'acciaio. Quindi si fece piegare i singoli elementi di cui aveva bisogno e costruì il primo prototipo.  La posizione del sedile e dello schienale della B 3 attestano l'influenza della sedia rossa e blu (Rood-blauwe stoel) di Gerrit Rietveld. Marcel Breuer Sedia Wassily o modello B23, 1925  La sedia B 3, prodotta inizialmente dalla Standard Möbel di Berlino, divenne un prodotto di massa negli sessanta dopo che Dino Gavina nel 1962, dopo aver conosciuto il designer ungherese a New York, lo aveva convinto a rieditare la sedia tubolare.  Quando Gavina seppe che Kandinskij aveva chiesto che il primo esemplare fosse destinato al salone del suo appartamento, decise di produrla con il nome Wassily.  Nel 1968 la Knoll di New York comprò la Gavina Spa di Bologna, compresa la produzione della sedia, che è ancora in produzione. Mies van der Rohe Poltrona Barcelona, 1929 La poltrona Barcelona fu progettata da Ludwig Mies van der Rohe e Lilly Reich in occasione dell'Esposizione universale di Barcellona del 1929, per il padiglione tedesco (anch'esso di Mies van der Rohe). La poltrona Barcelona è un'icona del disegno industriale prodotto dal movimento moderno e trasuda una semplice eleganza che incarna il più celebre motto di Mies van der Rohe “less is more”. Mies van der Rohe e Knoll  Come figura nascente del movimento modernista, Ludwig Mies van der Rohe fu scelto per progettare il padiglione tedesco per l'Esposizione universale di Barcellona del 1929.  Mies crea uno spazio ritmico e del tutto senza precedenti che eleva i materiali dell'era industriale ad un livello di grazia mai raggiunto.  All'interno Mies incluse sedie e sgabelli concepite come luogo di riposo per il Re e la Regina di Spagna e, determinato a creare una sedia degna della regalità, Mies si ispira alla Roma antica.  Sebbene il Padiglione di Barcellona rimase solo sette mesi, il progetto è riconosciuto con un risultato che definisce l'architettura moderna. Mies, caro amico e mentore di Florence Knoll durante il suo periodo all'Illinois Institute of Technology, concesse a Knoll i diritti di produrre la poltrona Barcelona e lo sgabello nel 1953.  Questo design divenne subito la firma del marchio Knoll che produce ancora oggi la collezione secondo il progetto dell'architetto. Mies e Knoll  La poltrona è realizzata con materiali innovativi per il tempo, come l'acciaio, molto amato da Mies, ed è strutturata in modo tale da favorirne la produzione in serie.  Il cuscino è costituito da 40 riquadri, tutti diversi, tagliati e cuciti a mano con trapuntatura a bottoni. I riquadri vengono dallo stesso taglio di pelle.  Fu ri-progettata nel 1950 (l'architetto apportò alcune piccole modifiche ai materiali utilizzati) e commercializzata tre anni dopo dall'azienda Knoll, tuttora proprietaria dei diritti di produzione e tuttora in produzione Eero Saarinen In senso antiorario: Terminal TWA, NewYork, 1962 Sedia Tulip (Knoll) 1956 Gateway Arch, Sant Louis 1947-67 Gateway Arch  Progettato dall'architetto finnico-americano Eero Saarinen e dall'ingegnere strutturale Hannskarl Bandel nel 1947. È alto 192 metri e la larghezza della base misura altrettanto. La sua costruzione iniziò il 12 febbraio 1963, terminò il 28 ottobre 1965, e venne aperto al pubblico il 24 luglio 1967.  La forma dell'arco è quella di una catenaria pesata capovolta. Le sezioni trasversali delle colonne sono triangoli equilateri che si restringono salendo in altezza, partendo dai 16 metri delle basi ai 5,2 metri della sommità. Ciascuna superficie dell'arco è costituita di acciaio inossidabile. Raymond Lowey Streamline  Nel campo del disegno industriale il termine Streamlining (o Streamline) indica il movimento di progettazione più significativo nell'ambito della cultura tecnica statunitense. Le linee che caratterizzano lo Streamlining sono originate dagli studi che si sviluppano a partire dagli anni venti, anche grazie all'invenzione della galleria del vento, sul Cx.  Tale movimento deve il suo nome alla ricerca delle forme aerodinamiche. Per molti anni da allora la parola "aerodinamica" viene usata nel linguaggio popolare al posto di "moderna". Alfa Romeo 40-60 HP, 1913 Streamline  Molti designer utilizzarono la bachelite per la realizzazione dei loro progetti, un materiale plastico termoindurente molto adatto allo stampaggio di forme affusolate.  Nel 1934 il frigorifero Coldspot divenne il primo oggetto ad essere commercializzato più per il suo aspetto estetico che per le sue prestazioni. Nello stesso anno esce uno degli oggetti di design industriale più significativi della storia dell'automobile: la Chrysler Airflow (ZSB), per la realizzazione della quale la Chrysler fece costruire una galleria del vento aziendale, sotto supervisione di Orville Wright.  In Italia però studi aerodinamici in campo automobilistico erano già iniziati da molti anni, nel 1913 infatti la carrozzeria milanese Castagna Milano concepì un progetto di vettura dalla carrozzeria totalmente puntata sull'aerodinamica, progetto che venne successivamente prodotto da quella che è attualmente l'Alfa Romeo: l'ALFA 40-60 HP di Giuseppe Merosi. Chrysler Airflow (ZSB), 1934 Raymond Lowey La curva è sempre stata una caratteristica peculiare del design di Raymond Loewy. Quell’elemento che rende un prodotto più aerodinamico, alla base del suo concetto di streamline. Tuttavia la curva a lui più cara non è visibile nei suoi prodotti, ma ‘nei grafici della crescita delle vendite’. Loewy, infatti, è il designer che più si immedesima nella filosofia di mercato del suo paese d’accoglienza: gli Stati Uniti d’America. Questo geniale disegnatore è infatti anche un ottimo imprenditore, i suoi uffici di progettazione comprendono un’unità di ricerca di mercato, attività fondamentale per il compimento della sua opera. Nonostante i numerosi rallentamenti che lo colpiscono durante la sua carriera, esemplare quello della crisi di Wall Street nel 1929, Loewy continua ad investire. Fin quando, anni più tardi, la sua strategia si rivelerà vincente. Scuola di Ulm La scuola di Ulm ("Hochschule für Gestaltung", ossia "scuola superiore di progettazione", di Ulm) è stata una scuola di progettazione grafica e di disegno industriale che ha raccolto nel secondo dopoguerra l'eredità delle scuole tedesche (Bauhaus) e sovietiche (Vchutemas), nate negli anni venti, con l'esigenza di dare un carattere scientifico e accademico alla professione di progettista. La scuola ripropose la conciliazione di forma e prodotto del Bauhaus, arrivando a coinvolgere maggiormente la corporate image, ovvero coordinando il disegno del prodotto con l'immagine dell'azienda, senza prescindere dallo studio del marchio. La didattica prevedeva, oltre a laboratori incentrati sull'acquisizione di un sapere pratico, lezioni teoriche che fornissero agli allievi un bagaglio culturale adeguato. Tra le materie alcune erano del tutto nuove all'interno di una scuola del progetto, per esempio teoria dell'informazione, semiotica, ergonomia.

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