Psicologia Sviluppo e Educazione PDF
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Summary
Appunti di psicologia dello sviluppo e dell'educazione, in particolare sul capitolo 3, contesti sociali e sviluppo, morale e identità. Sono inclusi argomenti come teoria ecologica di Bronfenbrenner , teoria psicosociale di Erikson e gli stili genitoriali. Questo materiale è utile per studenti universitari di psicologia.
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Corso di Laurea Triennale in Scienze Psicologiche per la Formazione CAPITOLO 3 Contesti sociali e sviluppo sociale, morale e del sé Capitolo a cura di M. Camodeca Slide a cura di G. Vicentini e D. Raccanello Psicologia dello sviluppo e dell’educazione - Prof.ssa Daniela Raccane...
Corso di Laurea Triennale in Scienze Psicologiche per la Formazione CAPITOLO 3 Contesti sociali e sviluppo sociale, morale e del sé Capitolo a cura di M. Camodeca Slide a cura di G. Vicentini e D. Raccanello Psicologia dello sviluppo e dell’educazione - Prof.ssa Daniela Raccanello STRUTTURA DEL CAPITOLO 3 3.1 Teorie contemporanee sullo sviluppo sociale e del sé La teoria ecologica di Bronfenbrenner La teoria psicosociale dello sviluppo di Erikson 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia Il gruppo dei pari La scuola 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Il sé e l’identità Lo sviluppo morale 3.1 Teorie contemporanee sullo sviluppo sociale e del sé La teoria ecologica di Bronfenbrenner I cinque sistemi ambientali Teoria ecologica: La teoria di Bronfenbrenner, secondo la quale lo sviluppo è influenzato da cinque sistemi ambientali: microsistema, mesosistema, esosistema, macrosistema e cronosistema. (Bronfenbrenner, 1995; Bronfenbrenner & Morris, 2006) 3.1 Teorie contemporanee sullo sviluppo sociale e del sé La teoria ecologica di Bronfenbrenner I cinque sistemi ambientali 1) Microsistema: ambiente in cui l’individuo passa la maggior parte del tempo (es., famiglia, compagni, scuola, quartiere) 2) Mesosistema: connessioni tra microsistemi (es., scuola-famiglia) 3) Ecosistema: ambienti in cui l’individuo non ha ruolo attivo che influenzano gli altri contesti in cui ha ruolo attivo (es., enti locali) 4) Macrosistema: include la cultura (atteggiamenti e ideologie) 5) Cronosistema: condizioni sociali e storiche 3.1 Teorie contemporanee sullo sviluppo sociale e del sé La teoria ecologica di Bronfenbrenner Valutazione della teoria di Bronfenbrenner È una delle poche teorie che si concentra su un’analisi a livello micro e macro. Bronfenbrenner (2000) ha poi incluso anche le influenze biologiche: teoria bioecologica. Critiche: Ha prestato poca attenzione ai fattori biologici e cognitivi che sono implicati nello sviluppo Non ha affrontato le fasi dei cambiamenti nello sviluppo (≠ Piaget ed Erikson) Buone prassi Strategie per l’educazione dei bambini e degli adolescenti basate sulla teoria di Bronfenbrenner 1. Pensare all’allievo come inserito in una serie di sistemi e di influenze ambientali. 2. Prestare attenzione al legame scuola-famiglia: costruire connessioni in modo formale o informale. 3. Riconoscere l’importanza della comunità, dello stato socioeconomico e della cultura nello sviluppo. 3.1 Teorie contemporanee sullo sviluppo sociale e del sé La teoria psicosociale dello sviluppo di Erikson Gli otto stadi dello sviluppo umano Secondo Erikson (1968), lo sviluppo comprende otto fasi, ognuna con uno specifico compito evolutivo che pone gli individui di fronte a una crisi. 1. Fiducia vs. Sfiducia (fino a 1 anno) 2. Autonomia vs. Vergogna e dubbio (1 anno – 3 anni) 3. Iniziativa vs. Senso di colpa (3 anni – 5 anni) 4. Industriosità vs. Inferiorità (6 anni – 10 anni) 5. Identità vs. Confusione di identità (10 anni – 20 anni) 6. Intimità vs. Isolamento (20 anni – 30 anni) 7. Generatività vs. Stagnazione (40 anni – 50 anni) 8. Integrità vs. Disperazione (oltre i 60 anni) 3.1 Teorie contemporanee sullo sviluppo sociale e del sé La teoria psicosociale dello sviluppo di Erikson Valutazione della teoria di Erikson Ha ampliato il concetto di sviluppo non limitandolo alla sola infanzia, ma comprendendo tutto l’arco della vita. Critiche: Stadi troppo rigidi: alcuni compiti sono trasversali alla maggior parte della nostra vita La teoria non è stata scientificamente documentata: per alcuni individui alcune questioni precedono le altre (es., intimità e identità) Buone prassi Strategie per l’educazione dei bambini e degli adolescenti basate sulla teoria di Erikson 1. Incoraggiare l’iniziativa nei bambini piccoli: le critiche devono essere ridotte al minimo per evitare sensi di colpa e ansia. 2. Promuovere l’operosità in bambini di scuola primaria: coltivare la motivazione dei bambini alla conoscenza e alla curiosità con compiti sfidanti. 3. Stimolare l’esplorazione dell’identità in adolescenza: chiedere di scrivere un testo sulle varie dimensioni dell’identità, invitare persone che svolgono diverse professioni, incoraggiare a pensare in modo autonomo e a esprimere le proprie opinioni. 4. Esaminare la propria vita di insegnanti alla luce degli otto stadi. 5. Come insegnanti, valorizzare il proprio ruolo nel concetto di generatività. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia L’attaccamento Bowlby (1969, 1973, 1980) parla di attaccamento, ossia un legame affettivo profondo, significativo e duraturo tra il bambino e il suo caregiver, cioè la persona che principalmente si prende cura di lui. Primi 2 anni di vita: il bambino è predisposto a cercare prossimità, cure e protezione 9 mesi: paura dell’estraneo (diffidenza verso persone non familiari e protesta se il caregiver si allontana) → il caregiver sensibile risponde in modo appropriato Il caregiver presente e sensibile è una base sicura da cui partire per esplorare e a cui tornare nei momenti di difficoltà. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia L’attaccamento Sicurezza: Capacità di utilizzare il caregiver sensibile come base sicura per ottenere protezione, cure e aiuto nella regolazione emotiva e nella gestione delle relazioni; implica un equilibrio tra vicinanza al caregiver ed esplorazione dell’ambiente. Strange Situation (Ainsworth et al., 1978): Attaccamento sicuro Attaccamento insicuro evitante Attaccamento insicuro resistente (o ambivalente) Attaccamento insicuro disorganizzato 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia L’attaccamento Strange Situation (Ainsworth et al., 1978): Tipo di Madre assente ed Reunion: Esplorazione e attaccamento estraneo presente la madre rientra prossimità Il bambino piange in modo moderato e Il bambino smette di Equilibrio tra esplorazione Sicuro non si consola con l’estraneo piangere e prossimità Il bambino non è turbato e accetta le Il bambino evita il Insicuro evitante Più esplorazione attenzioni dell’estraneo contatto con la madre Il bambino mostra sia Insicuro resistente o Il bambino piange molto e non si resistenza e rabbia, sia Più prossimità ambivalente consola con l’estraneo ricerca di vicinanza Il bambino mostra Insicuro Il bambino mostra comportamenti Assenza sia di esplorazione comportamenti disorganizzato contradditori sia di prossimità contradditori 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia L’attaccamento Modelli operativi interni (MOI): Rappresentazioni mentali astratte di sé, dell’altro e della relazione, che si basano sulle diverse esperienze di attaccamento e che guidano aspettative e comportamenti. Bambino sicuro: sé come degno di amore, altri come disponibili e attenti Bambino insicuro: sé come poco degno di amore, altri come poco disponibili o imprevedibili Ricadute sul tipo di attaccamento con partner e figli (intergenerazionalità) 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia Gli stili genitoriali Diana Baumrind (1971, 1996) distingue quattro stili di genitorialità: COINVOLGIMENTO ALTO COINVOLGIMENTO BASSO CONTROLLO BASSO Stile indulgente o permissivo Stile negligente o trascurante Stile di genitorialità che include il coinvolgimento Stile di genitorialità di mancato coinvolgimento in dei genitori, che però pongono pochi limiti o cui i genitori trascorrono poco tempo con i figli e restrizioni al comportamento dei figli; è non sentono la responsabilità educativa; è associato all'incompetenza sociale dei bambini. associato all’incompetenza sociale dei bambini. Stile autorevole Stile autoritario CONTROLLO ALTO Stile di genitorialità positivo che incoraggia i Stile di genitorialità restrittiva e punitiva bambini a essere indipendenti, ma che pone in cui lo scambio verbale tra genitori e figli comunque limiti e controlli sulle loro azioni, è limitato; questo stile è associato consente un ampio scambio verbale ed è all’incompetenza sociale dei bambini. associato alla competenza sociale dei bambini. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia La co-genitorialità La co-genitorialità è il supporto che i genitori si danno a vicenda nel crescere un bambino insieme. Condizioni di rischio: scarsa coordinazione tra i genitori svalutazione dell’altro genitore mancanza di collaborazione e di calore distacco da parte di un genitore 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia La famiglia che cambia in una società che cambia Genitori che lavorano Uno studio (Crouter, 2006) ha mostrato come i genitori che hanno condizioni di lavoro difficili (es., orari prolungati, obbligo di straordinari, mansioni stressanti, poca autonomi) sono più irritabili a casa e meno coinvolti di chi ha condizioni di lavoro migliori. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia La famiglia che cambia in una società che cambia Bambini in famiglie di genitori divorziati Il conflitto coniugale (sia in famiglie unite che separate) è un fattore di rischio più dannoso del divorzio stesso. Gli effetti del divorzio sono complessi e dipendono da innumerevoli fattori (es., età del bambino, tipo di custodia, stato socioeconomico, esistenza di vari sistemi di supporto, relazione positiva tra genitori, esperienza scolastica). 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La famiglia Il coinvolgimento dei genitori nel percorso scolastico dei figli e i legami scuola-famiglia Studio con studenti del 2° anno di scuola secondaria di secondo grado (Benner et al., 2016): Il coinvolgimento dei genitori nel percorso scolastico e le loro maggiori aspettative sui figli erano associati a una media più alta e a un livello più alto di istruzione 8 anni dopo. Guidare i genitori a interagire in modo proficuo con i figli riguardo alla scuola (es., porre domande specifiche, chiedere di leggere qualcosa che hanno scritto) Gli insegnanti devono promuovere il coinvolgimento dei genitori: oggi è possibile grazie anche all’uso delle nuove tecnologie (es., email, blog online, social network) Buone prassi Strategie per promuovere i legami scuola-famiglia-comunità 1. Dare assistenza alle famiglie: dare ai genitori informazioni su come educare i figli e sull’importanza del sostegno familiare. 2. Comunicare i programmi scolastici e i progressi dei figli: incoraggiare la partecipazione alle riunioni e agli eventi scolastici. 3. Incoraggiare il contributo volontario dei genitori: coinvolgere i genitori nella pianificazione educativa e nelle attività. 4. Coinvolgere le famiglie nell’apprendimento a casa. Far capire che è importante il sostegno dei genitori nei compiti per casa, pur non limitando l’autonomia. 5. Coinvolgere le famiglie nelle decisioni scolastiche. 6. Coordinare la collaborazione con la comunità. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo Il gruppo dei pari L’amicizia Avere degli amici interessati alla scuola, socialmente competenti e di supporto è un vantaggio per lo sviluppo. L’amicizia può risultare anche uno svantaggio Avere amici coinvolti in azioni delinquenti è associato a comportamenti delinquenti con esordio precoce e persistenza nel tempo 3.2 Contesti sociali dello sviluppo Il gruppo dei pari La posizione sociale nel gruppo dei pari Status sociale Studenti popolari: Studenti apprezzati e ricercati in un gruppo; presentano varie caratteristiche di competenza sociale. Studenti nella media: Studenti che ricevono un numero medio di nomine positive e negative dai loro coetanei. Studenti trascurati: Studenti che non vengono scelti dai loro compagni e non sono considerati né simpatici né antipatici; sono spesso timidi o chiusi, ma possono avere competenze sociali adeguate. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo Il gruppo dei pari La posizione sociale nel gruppo dei pari Status sociale Studenti rifiutati: Studenti che ricevono poche scelte e molti rifiuti e sono disprezzati dai loro coetanei. Possono mostrare comportamenti aggressivi o introversi e vanno incontro a problemi di adattamento. Studenti controversi: Studenti che ricevono molte scelte positive e molti rifiuti; possono essere ammirati da alcuni e disprezzati da altri. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo Il gruppo dei pari Il bullismo Bullismo: Comportamento aggressivo non provocato, ingiustificato, frequente e continuato nel tempo, in cui si assiste a uno squilibrio di potere o forza tra chi compie le prepotenze e chi le subisce. Fenomeno che raggiunge l’apice nella scuola secondaria di secondo grado. La solitudine e la difficoltà nel farsi degli amici sono fattori di rischio nella vittimizzazione. Il bullismo spesso è basato sul pregiudizio (es., background migratorio, disabilità, minoranze, orientamento non eterosessuale, obesità). 3.2 Contesti sociali dello sviluppo Il gruppo dei pari Il bullismo Diversi ruoli oltre al bullo e alla vittima: Seguaci del bullo Difensori della vittima Esterni (osservatori passivi) Importante il ruolo dell’insegnante: riduzione degli episodi di prepotenza se l’insegnante li disapprova e contrasta attivamente (Saarento et al., 2015) 3.2 Contesti sociali dello sviluppo Il gruppo dei pari Il bullismo Cyberbullismo: Molestie perpetrate con mezzi elettronici, quali minacce, insulti, diffamazioni, esclusione da social group, pubblicazione online di materiale altrui senza il consenso. A fronte della gravità del problema, il Parlamento italiano ha emanato una legge per prevenirlo e contrastarlo (Legge 71 del 29 maggio 2017). Anche a livello internazionale sono proposti programmi di intervento (es., KiVa). Buone prassi Strategie per ridurre il bullismo 1. Affrontare il bullo in modo fermo: meglio in privato, ma se si assiste in un luogo pubblico è bene avvicinarsi, descrivere cosa si è visto e chiedere di porgere scuse. 2. Coinvolgere i bambini più grandi nella sorveglianza. 3. Essere consapevoli che il bullismo spesso avviene fuori dalla classe: l’insegnante potrebbe non accorgersene e le vittime potrebbero non raccontare nulla agli adulti. 4. Capire quando è il momento di coinvolgere genitori e autorità scolastiche. 5. Concordare con gli altri insegnanti regole e sanzioni e affiggerle a scuola. Buone prassi Strategie per migliorare le competenze sociali di bambini e adolescenti 1. Aiutare i bambini rifiutati perché prepotenti o egocentrici insegnando loro ad ascoltare di più gli altri. 2. Aiutare i bambini rifiutati ad attirare l’attenzione dei pari, per esempio spronandoli a porre domande e a essere amichevoli. 3. Leggere libri sulle relazioni tra pari e fare giochi o attività di supporto. 4. Insegnare alcune strategie per farsi degli amici. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La scuola La scuola come contesto sociale di sviluppo in cambiamento Contesto classe: centrale nella scuola dell’infanzia e in quella primaria; insegnante come simbolo di autorità Contesto scuola: centrale nella scuola secondaria di primo e secondo grado; gli adolescenti sono influenzati dai pari, dalle attività extrascolastiche, dai gruppi che frequentano e dalla comunità più ampia 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La scuola La formazione nella scuola dell’infanzia L’approccio Montessori Approccio montessoriano: Approccio educativo in cui, pur nel rispetto di regole chiare, i bambini sono lasciati liberi nella scelta delle attività nelle quali viene richiesto il loro impegno. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La scuola Il passaggio alla scuola primaria Buone relazioni tra insegnanti e alunni sono collegate a una serie di esiti positivi per i bambini. Per esempio, i bambini che hanno relazioni affettuose con i loro insegnanti hanno un atteggiamento più positivo nei confronti della scuola, sono più entusiasti di imparare e ottengono risultati migliori (Martin & Collie, 2016). Possibilità di integrare la didattica anche con app educative: l’utilizzo di attività digitali non può comunque sostituire l’interazione faccia a faccia. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La scuola La formazione degli adolescenti La transizione alla scuola secondaria di primo grado Passaggio stressante: coincide con l’entrata nella pubertà; ridimensionamento della loro posizione all’interno della scuola, in quanto passano dall’essere i più grandi all’essere i più piccoli. Aspetti positivi: i ragazzi si sentono più grandi, affrontano nuove materie, instaurano nuove amicizie e godono di maggiore indipendenza. 3.2 Contesti sociali dello sviluppo La scuola La formazione degli adolescenti Migliorare la scuola secondaria di secondo grado Aspetti critici: scuole più grandi che portano a rapporti più formali tra insegnanti e studenti; contenuti da apprendere spesso lontani dagli interessi degli studenti. Forte influenza delle relazioni tra coetanei sul rendimento scolastico (prestare attenzione alle difficoltà relazionali e evitare stigmatizzazioni). Per evitare che la scuola sia vissuta come un’esperienza negativa, si possono attivare corsi di recupero, tutoraggi, servizi di consulenza e attività extrascolastiche. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Il sé e l’identità L’autostima Autostima: Anche detta valore relativo al sé, è l’idea globale che l’individuo ha di sé. La bassa autostima è solitamente legata a un basso rendimento scolastico (gli studi sono soprattutto correlazionali, quindi è difficile stabilire legami causa-effetto). Variazione dell’autostima nel corso dello sviluppo: differenze di genere (es., Robins et al., 2002). Variazioni dell’autostima anche in base all’ambito (es., scolastico, sportivo, fisico, sociale). Buone prassi Strategie per migliorare l’autostima di bambini e adolescenti 1. Identificare le cause della scarsa autostima e le aree considerate importanti per il sé. 2. Fornire supporto emotivo e approvazione sociale: aiutare gli studenti ad apprezzarsi di più. 3. Aiutarli a ottenere risultati positivi. 4. Sviluppare le capacità per affrontare le difficoltà. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Il sé e l’identità Lo sviluppo dell’identità Gli stati dell’identità James Marcia (1980, 1998) partendo dal concetto di identità di Erikson ha distinto due concetti: Esplorazione: comprende l’esame di diverse identità alternative significative; Impegno: implica l’investimento personale in un’identità e la capacità di tener fede a ciò che questa identità comporta. L’incrocio tra questi due concetti permette di distinguere quattro stati dell’identità. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Il sé e l’identità Lo sviluppo dell’identità Gli stati dell’identità CRISI ASSENTE CRISI PRESENTE IMPEGNO PRESENTE IMPEGNO ASSENTE Diffusione dell’identità Moratoria dell’identità Gli individui non hanno né esplorato alternative Gli individui stanno esplorando alternative, ma significative né si sono impegnati in qualcosa. non si sono ancora impegnati. Blocco dell’identità Identità raggiunta Gli individui si sono impegnati in qualcosa ma Gli individui hanno esplorato alternative non hanno esplorato alternative significative. significative e si sono presi un impegno. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Il sé e l’identità Lo sviluppo dell’identità L’identità etnica L’identità etnica è un aspetto duraturo del sé che include un senso di appartenenza a un gruppo etnico, insieme agli atteggiamenti e ai sentimenti correlati a tale appartenenza. Evidenze che un’identità etnica positiva sia legata a risultati positivi per gli adolescenti appartenenti a minoranze etniche (es., minor uso di sostanze, riduzione del rischio di insorgenza di problemi psichiatrici). 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale La teoria di Kohlberg Secondo Lawrence Kohlberg (1976, 1986) lo sviluppo morale riguarda il ragionamento morale e prevede più fasi. Si è servito di diversi dilemmi morali con bambini e adolescenti, come quello di Heinz: «Una donna stava morendo a causa di una grave malattia. C’era solo una medicina che, secondo i medici, avrebbe potuto salvarla, scoperta da poco da un farmacista della città. Il farmacista la faceva pagare dieci volte tanto ciò che gli era costato fabbricarla. Il marito della donna malata, Heinz, andò da tutti coloro che conosceva per farsi prestare il denaro e tentò tutti i mezzi legali, ma riuscì a ottenere solo la metà della somma richiesta. Disse al farmacista che sua moglie stava morendo e gli chiese di vendergli il farmaco a un costo minore o di accettare di farsi pagare in seguito. Ma il farmacista rispose che aveva scoperto il farmaco e voleva guadagnarci molti soldi. Così, Heinz venne preso dalla disperazione e pensò di entrare furtivamente nel negozio per rubare il farmaco per la moglie. Heinz dovrebbe rubare il farmaco? Perché sì o perché no? E se la persona malata fosse un estraneo invece che la moglie? Bisogna sempre fare di tutto per salvare una vita umana? E per obbedire alla legge? Qual è la cosa più responsabile che Heinz potrebbe fare? Perché?» 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale La teoria di Kohlberg Livello 1 di Kohlberg: Ragionamento preconvenzionale Ragionamento preconvenzionale: la moralità si focalizza soprattutto su ricompense e punizioni; prevede due fasi: Fase 1. Orientamento alla punizione e all’obbedienza (es., i bambini o gli adolescenti obbediscono agli adulti per evitare punizioni). Fase 2. Individualismo, scopo strumentale e scambio (es., perseguimento del proprio interesse personale: «Sono gentile con te, così tu lo sei con me»). 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale La teoria di Kohlberg Livello 2 di Kohlberg: Ragionamento convenzionale Ragionamento convenzionale: la moralità si focalizza sul rispetto di standard (interni) che sono però definiti da altri, come genitori o società (esterni); prevede due fasi: Fase 3. Aspettative interpersonali reciproche, relazioni, e conformità interpersonale (es., i bambini o gli adolescenti adottano gli standard morali dei genitori). Fase 4. Moralità per preservare il sistema sociale (es., gli adolescenti potrebbero dire che la comunità, per funzionare efficacemente, deve essere protetta dalla legge alla quale i suoi membri aderiscono). 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale La teoria di Kohlberg Livello 2 di Kohlberg: Ragionamento postconvenzionale Ragionamento postconvenzionale: la moralità è interiorizzata; prevede due fasi: Fase 5. Contratto sociale e diritti individuali (es., valutazione delle leggi sulla base di quanto proteggono i diritti e valori umani fondamentali). Fase 6. Principi etici universali (es., l’individuo, di fronte a un conflitto tra legge e coscienza, segue la coscienza anche se la decisione implica un rischio personale). 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale La teoria di Kohlberg Critiche alla teoria di Kohlberg Al pensiero morale non sempre segue un comportamento morale. Carol Gilligan (1982, 1998) distingue tra la prospettiva di giustizia e la prospettiva di cura: Prospettiva di giustizia: Prospettiva morale incentrata sui diritti dell’individuo, come quella adottata dalla teoria di Kohlberg. → maschile Prospettiva di cura: Prospettiva morale incentrata sulle connessioni e le relazioni tra le persone, come quella proposta nell’approccio di Gilligan. → femminile Kholberg sostiene che le emozioni abbiano effetti negativi sul ragionamento morale: in realtà hanno un ruolo importante. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale La teoria dei domini Teoria dei domini dello sviluppo morale: Teoria secondo cui lo sviluppo morale include gli ambiti della conoscenza sociale e del ragionamento. Ragionamento socio-convenzionale: Pone l’attenzione sulle regole convenzionali stabilite dal consenso sociale per controllare il comportamento e mantenere il sistema sociale. Ragionamento morale: Si focalizza su questioni etiche e regole di moralità, non arbitrarie e ampiamente accettate. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale Il disimpegno morale Alfred Bandura (1999) si focalizza, a differenza di Kohlberg, sulla condotta morale. Disimpegno morale: Insieme di meccanismi cognitivi con i quali un individuo giustifica le proprie azioni deplorevoli o trasgressioni per renderle più accettabili a se stesso e agli altri. In particolare le persone possono usare otto meccanismi cognitivi: 1. Giustificazione morale 5. Diffusione della responsabilità 2. Etichettamento eufemistico 6. Distorsione delle conseguenze 3. Confronto vantaggioso 7. Deumanizzazione della vittima 4. Dislocamento della responsabilità 8. Attribuzione di colpa alla vittima 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale L’inganno A scuola ci sono varie forme di inganno, come il plagio tramite l’uso di bigliettini, la ricerca su Internet delle versioni da tradurre, il copiare dal compagno di banco, ecc. Perché gli studenti imbrogliano? Pressione per ottenere buoni voti, poco tempo, percezione di sé come incapaci, mancanza di interesse, bassa probabilità di essere scoperti e puniti. Cosa possono fare gli insegnanti? Spiegare cosa si intende per inganno e quali sono le conseguenze, monitorare il comportamento durante le verifiche, spiegare l’importanza di essere persone morali e responsabili. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale Il comportamento prosociale Comportarsi in modo prosociale significa trascendere dal mero interesse personale per considerare il punto di vista altrui. Altruismo: Tendenza disinteressata ad aiutare gli altri. La condivisione è una parte importante della relazione con gli altri, quindi è importante anche valorizzare l’importanza della gratitudine, intesa come un sentimento di riconoscenza e apprezzamento, soprattutto in risposta a un atto gentile o di aiuto. Buone prassi Strategie per migliorare il comportamento prosociale di bambini e adolescenti 1. Incoraggiare a sentirsi responsabili del proprio comportamento e a trattare gli altri con gentilezza. 2. Dare l’esempio su come essere d’aiuto e cooperativi. 3. Valorizzare la considerazione dei bisogni degli altri. 4. Fare apprezzamenti nei confronti dei comportamenti prosociali degli studenti. 5. Sviluppare progetti che promuovano l’altruismo. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale L’educazione morale Il curriculum nascosto John Dewey ha osservato che anche quando le scuole non hanno programmi specifici di educazione morale, la forniscono tramite un curriculum nascosto, trasmesso dall’atmosfera morale presente in ogni scuola. Gli insegnanti fungono da modelli di comportamento etico o non etico. La formazione del carattere Formazione del carattere: Approccio diretto all’educazione morale che implica l’insegnamento di nozioni basilari di moralità per prevenire che gli studenti sviluppino un comportamento immorale e facciano del male a se stessi o agli altri. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale L’educazione morale La riflessione sui valori Riflessione sui valori: Approccio all’educazione morale che mira ad aiutare le persone a chiarirsi le idee sullo scopo della propria vita e del proprio lavoro; gli studenti sono incoraggiati a definire i propri valori personali e a capire i valori degli altri. L’educazione morale cognitiva Educazione morale cognitiva: Approccio all’educazione morale basato sulla convinzione che gli studenti dovrebbero apprezzare valori come democrazia e giustizia man mano che sviluppano il proprio ragionamento morale; la teoria di Kohlberg è stata alla base di molti tentativi di educazione morale cognitiva. 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale L’educazione morale L’apprendimento del servizio Apprendimento del servizio: Forma di educazione che promuove la responsabilità sociale e il servizio nei confronti della comunità. Attività come: tutoraggio, assistenza agli anziani, lavori in ospedale, assistenza in centri per l’infanzia o pulizia di uno spazio libero per creare un’area giochi. Più efficace se sono presenti due condizioni: un certo livello di scelta delle attività a cui partecipare opportunità di riflessione sulla partecipazione 3.3 Lo sviluppo morale e del sé Lo sviluppo morale L’educazione morale L’apprendimento del servizio Apprendimento del servizio: Forma di educazione che promuove la responsabilità sociale e il servizio nei confronti della comunità. Attività come: tutoraggio, assistenza agli anziani, lavori in ospedale, assistenza in centri per l’infanzia o pulizia di uno spazio libero per creare un’area giochi. Più efficace se sono presenti due condizioni: un certo livello di scelta delle attività a cui partecipare opportunità di riflessione sulla partecipazione