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Linguistica Generale (Ari) 2.pdf

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LINGUISTICA GENERALE Martedì 30.01 Prof. Laura Tramutoli [email protected] Tes:: Berruto, Gaetano e Massimo Cerru:, 2017, La linguis:ca. Un corso introduEvo, Torino, UTET. (o edizioni preceden:) Bianchi, Claudia, 2003, Pragma:ca del linguaggio, Roma/Bari, Laterza. (o e...

LINGUISTICA GENERALE Martedì 30.01 Prof. Laura Tramutoli [email protected] Tes:: Berruto, Gaetano e Massimo Cerru:, 2017, La linguis:ca. Un corso introduEvo, Torino, UTET. (o edizioni preceden:) Bianchi, Claudia, 2003, Pragma:ca del linguaggio, Roma/Bari, Laterza. (o edizioni successive) Immagine della Torre di Babele Genesi 11, 1-9  “TuSa la terra aveva una sola lingua e quindi le stesse parole. Emigrando dall'oriente, gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci maSoni e cuociamoli al fuoco». Il maSone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una ciSà e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tuSa la terra». Ma il Signore scese a vedere la ciSà e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tuE una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progeSo di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». Il Signore li disperse di là su tuSa la terra ed essi cessarono di costruire la ciSà. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tuSa la terra e di là il Signore li disperse su tuSa la terra.” Torre costruita dagli uomini per cercare di raggiungere Dio. A noi serve per spiegare la differenziazione linguis:ca. Fu costruita per far perdere la capacità di parlare tuE la stessa lingua. Esempio del faSo che spesso i mi: partono da un dato linguis:co. Secondo la Genesi, Babele si chiama così perché è un luogo di confusione. L’e:mologia di Babele deriva da ‘balal’ = confondere, anche se i linguis: hanno capito che non è questo il caso perché in realtà in caraSeri la:ni è ‘porta di Dio’. I Sumeri si erano insedia: nella parte meridionale della Mesopotamia, quando entrano in contaSo con gli Arcadi ques: ul:mi riprendono la loro scriSura e anche le località dei Sumeri tra cui Babel. La Torre di Babele è anche una ripresa di una ziggurat babilonese In questo corso: 1. Chiariamo che le lingue non sono state “create” per confondere gli uomini ed evitare che comunichino, ma anzi impariamo a capire cosa sono, come sono struSurate e come funzionano le lingue storico-naturali, mostrando che pur ammeSendo alcune variazioni fondamentali, si assomigliano tuSe molto 2. Impariamo che le lingue sono prodoE espressivi delle nostre facoltà mentali/cogni:ve e della realtà sociale/ culturale in cui siamo immersi. La linguis:ca è una scienza molle a cavallo tra il faSore cogni:vo e il faSore culturale/sociale 3. Mostriamo che le lingue cambiano con:nuamente, in base a faSori di variazione e di mutamento. La variazione all’interno della lingua è fisiologica 4. Vediamo come u:lizziamo la lingua in maniera pragma:ca per assolvere a tuE i nostri bisogni comunica:vi IL LINGUISTA Il linguista NON ci insegna a parlare, non è un linguista prescriEvo, quindi si distanzia da quella che dovrebbe essere la gramma:ca tradizionale (come dovremmo parlare), non è necessariamente un poligloSa (può anche saper parlare una sola lingua, oppure essere un esperto di una lingua morta che non si parla) Linguis:ca prescriEva vs descriEva Il gramma1co prescriEvo ci dice le buone norme della lingua, cioè come dovremmo parlare (es. gramma:che medievali); i linguis: non si occupano di questo bensì i gramma:ci. Questo aSo di prescrizione era fruSo della preoccupazione di chi ha redaSo il testo “Appendix Probi”, V sec. D.C. Il la:no classico meSeva in aSo dei cambiamen: che facevano mutare la lingua: calida non calda, speculum non 1 speclum, auris non oricla, viridis non virdis. Ques: non sono errori, bensì variazioni fisiologiche che danno come risultato le lingue romanze. Errore: il deviare da una regola o norma di comportamento, azione decisione inopportuna, violazione della legge divina, peccato, il risultato della mancata applicazione di una regola  Mentre un gramma:co ci dice ‘non si fa così’, il linguista si chiede ‘perché si fa così’ e ha un punto di osservazione scien:fico Il linguista descriEvo: 1. Descrive la gramma:ca e la struSura di una lingua. Per un linguista, la gramma:ca è il modello di competenza linguis:ca di un parlante na:vo, come parla un parlante (metodo empirico) 2. Fa una comparazione tra le lingue (compito del :pologo) 3. Dà conto della variazione (compito del sociolinguista = come la lingua varia in base ai parametri sociali) 4. O del mutamento = comprende una variante temporale (compito del gloSologo o linguista storico) Definizioni: Linguista: [lin-guì-sta] s.m. e f. (pl. M. –s:) 1. Studioso della lingua, esperto di linguaggio o di linguis:ca: congresso di linguis:. 2. non com. Cultore di una par:colare lingua. E deriv. di lingua con –ista, su base fr. linguiste. Sec. XVIII; sec. XVII nel senso di poligloSa Linguis:ca: [lin-guì-s:-ca] s.f. (non com. pl. –che) Disciplina che studia il linguaggio e le lingue storico-naturali in tuE i loro aspeE: studi di l.; l. generale, descriEva, storica, struSurale. E deriv. di lingua con –is:ca, su base fr. Linguis:que a. 1839 LA LINGUISTICA CaraSeris:che: Scienza molle e priva degli strumen: di analisi delle scienze dure Disciplina eteròclita, poiché si serve dell’interazione con altre discipline per descrivere le lingue, pur disponendo di procedimen: conosci:vi suoi propri. In questo senso è autonoma dalle altre discipline Disciplina non prescriEva poiché mira alla descrizione e alla spiegazione dei fenomeni linguis:ci senza promulgare leggi di «buona condoSa» linguis:ca ObieEvi: 1. Specificare la natura del linguaggio, le potenzialità che conferisce all’uomo e le limitazioni che gli impone  Le potenzialità sono riuscire a esprimere tuSo ciò che la nostra mente può produrre in economia quindi u:lizzando il minore sforzo possibile (es. aSraverso l’intonazione o l’ordine delle parole in una frase) 2. Iden:ficare le regole che i parlan: di una lingua applicano nel produrre o nel decodificare un messaggio  Perché in tedesco il verbo è in fondo? Perché in inglese c’è l’inversione? Perché in spagnolo per alcuni verbi in cer: casi devo aggiungere la proposizione e in altri no? 3. Descrivere i cambiamen: che si aSuano nel tempo, nello spazio, nella struSura e nell’organizzazione delle lingue  Lavoro da gloSologo, cerca di farci capire i passaggi nel tempo che hanno comportato l’evoluzione delle parole Ambi: di specializzazione della linguis:ca: storica o gloSologia, :pologica, generale teorica o descriEva, sociolinguis:ca, acquisizionale (= come si apprende una lingua), evolu:va (= spiega come ci siamo evolu: per arrivare ad essere degli homo sapiens sapiens parlan:), cogni:va (= spiega cosa avviene a livello mentale in relazione al linguaggio), applicata REQUISITI DELLO STUDIO LINGUISTA 2 Si studia l’inosservabile. L’oggeSo di studio non è visibile (piuSosto è udibile), specie se si considera la comunicazione parlata che, in linguis:ca, ha priorità sulla lingua scriSa Si rinuncia alla naturalezza, poiché il linguaggio è un oggeSo complesso e le cui par: non hanno confini sempre ben definibili. Tale indefinitezza ha sede anche e sopraSuSo nell’adozione di diversi approcci teorici Si costruisce con1nuamente il proprio oggeAo di indagine. L’oggeSo della linguis:ca non è dato in partenza ma è costruito dal punto di vista La linguis1ca si serve delle lingue per studiare il linguaggio. Le lingue sono non solo l’oggeSo di studio della linguis:ca ma anche il suo strumento per eccellenza (noi non abbiamo accesso a capire come è organizzato il linguaggio se prima non abbiamo accesso alla lingua, la lingua è sintomo del linguaggio) LINGUA è diverso da LINGUAGGIO IL LINGUAGGIO Definizione: (Qualsiasi) facoltà di associare un piano del contenuto a un piano dell’espressione Piano del contenuto o significato = insieme di conceE interni e mentali che abitano la nostra mente e che noi abbiamo immagazzinato e categorizzato in base alla nostra esperienza del mondo reale Piano dell’espressione o significante = esterno e sensoriale che noi produciamo quando parliamo Il linguaggio è la combinazione di ques: due piani ed è una proprietà che prescinde dalla natura verbale o non verbale del sistema di comunicazione (linguaggio dell’arte, della musica, degli animali, delle espressioni, ecc.) Quali sono le proprietà del linguaggio? CaraAere congenito. La facoltà cogni:va di associare un piano dell’espressione a un piano del contenuto è innata --> Nell’homo sapiens quando nasciamo abbiamo già in luce le struSure cogni:ve per parlare che poi si svilupperanno nella nostra fase evolu:ve, a meno che non ci sia un danneggiamento delle nostre aree verbali Immutabilità. La facoltà di linguaggio rimane invariata nel tempo (se non inficiata da patologie o disturbi degenera:vi) Universalità. La facoltà di linguaggio è posseduta da tuE i componen: della specie umana, senza dis:nzioni di sesso, età o provenienza geografica Inapprendibilità e incancellabilità. La facoltà umana di linguaggio non può essere appresa né dimen:cata Indifferenza alle singole espressioni. Il linguaggio può aSualizzarsi in diverse forme dell’espressione (come arte, musica, lingua dei segni, lingue verbali umane) Linguaggio animale – TuE i casi animali comunicano, alcuni sono tra i più eclatan:: Api boEnatrici hSps://www.youtube.com/watch?v=n7VODG86oiU –> Sono api esploratrici che vanno alla ricerca di cibo; una volta trovato si riempiono le ali di neSare, poi tornano e comunicano alle sorelle dove si trova; poi fanno la danza delle api facendo dei cerchi in senso orario o an:orario in base alle cen:naia di metri che distanziano l’alveare rispeSo alla fonte di cibo riuscendo anche a far capire se si trova a nord, su, est, ovest. Ci sono sia il piano dell’espressione che del contenuto in questo linguaggio animale Pappagalli cenerini hSps://youtu.be/w8LepYR8v9A --> Dall’università di Harvard una neurolinguista aveva iniziato ad addestrarli; hanno dimostrato che hanno la capacità di assorbire le struSure morfologiche e sintaEche della nostra lingua e di riprodurle in maniera autonoma. La scienza va sempre di più nella direzione della comunicazione a favore dell’uomo però nei confron: delle altre specie animali Scimpanzé Bonobo/Gorilla: Kanzi: hSps://www.youtube.com/watch?v=XKfRX5DESMs, Koko hSps:// www.youtube.com/watch?v=SNuZ4OE6vCk --> Prima: che hanno il quan:ta:vo di corredo gene:co in percentuale più alto simile all’uomo (abbiamo il 98% del DNA sovrapponibile). Durante degli esperimen: di neurolingusi:ca rispeSo a ques: due bonobo, i ricercatori hanno insegnato loro a parlare in un caso 3 aSraverso la lingua dei segni (la parte fone:ca è sos:tuita dai segni del corpo) e nell’altro aSraverso la comunicazione alternata aumenta:va (ci sono diversi modi, in quello più classico ci sono delle tavoleSe in cui ci sono dei simboli connessi con il conceSo che si vuole esprimere, nella parte sintaEca sono come delle lingue umane) Animali domes:ci hSps://www.youtube.com/watch?v=Q3njWjIimd4 --> Lo stesso per gli animali domes:ci Linguaggio umano/animale Da dove è par:re l’uomo per sviluppare il linguaggio? L. DI HOMO HABILIS/ERECTUS (3.000.000 a.C.) – HOMO SAPIENS SAPIENS (da 100.000 a.C.) Precondizioni anatomiche e neurofisiologiche: - adeguato volume cerebrale, specializzato due aree del cervello per parlare (Broca per l’apprendimento e la memorizzazione delle parole, Wernicke per la capacità di riprodurle); queste due aree sono in comunicazione e questo ci permeSe di u:lizzare una lingua - conformazione del canale fonatorio con faringe e laringe, connesso con evoluzione a stazione ereSa (quando ci siamo evolu: per stare in piedi è cambiato anche il nostro canale faringeo Se anche gli animali hanno capacità di espressione propria, quello che caraSerizza il linguaggio umano è il faSo che l’uomo è un animale che non viene addestrato a parlare e sopraSuSo riesce a comunicare libero da s:moli immedia: per forza (distanziamento da s:moli) L. ANIMALE - comunicazione con specie umana aSraverso un addestramento (AAC, lingua dei segni) - no distanziamento e libertà da s:moli Evoluzione del sistema cerebrale e fonatorio umano 1. La laringe si abbassa (in corrispondenza con le corde vocali) 2. Abbassamento e ingrossamento della lingua 3. Maggiore spazio nella cavità orale 4. Aumento della dimensione dell’encefalo (a seguito dell’acquisizione della stazione ereSa) Noi non possiamo ingoiare e respirare nello stesso momento (rischio di soffocare), però possiamo parlare e produrre suoni che quindi sono molto più complessi Vantaggi evolu1vi del linguaggio verbale umano (rispeSo alla lingua dei segni) - più rapida - può avere riceven: plurimi (la voce raggiunge distanze maggiori) - richiede poca energia (l’economia la fa da padrone anche nella linguis:ca) - raggiunge riceven: a rela:va grande distanza - u:lizzata in qualunque circostanza ambientale, al di là di ostacoli fisici tra ricevente ed emiSente - si svolge in contemporanea con altre aEvità - l’intonazione è modulabile (principio dell’economia, con pochi tasselli riesco a modulare molto il mio linguaggio) Accostamento con Hardware (= linguaggio, facoltà cogni:va innata nel cervello che non si sposta) + SoKware (lingua, può essere diversa) 4 LA COMUNICAZIONE Semio1ca = disciplina che studia i sistemi di segni e la comunicazione 1. Comunicazione in senso streAo --> Quella che normalmente caraSerizza le nostre lingue verbali EmiSente intenzionale (qualcuno che vuole dire qualcosa) --- CANALE (di emissione) --- ricevente intenzionale 2. Passaggio di informazione EmiSente non intenzionale ----------------------------ricevente non intenzionale (anche senza un canale) 3. Formulazione di inferenze No emiSente -------------------------------------interpretante (nessun emiSente ma interpretante che inferisce qualcosa in rapporto a qualcos’altro) TuE codici con proprietà diverse Tipi di codice Codice = sistema di segni (in senso ampio) Definito in base a intenzionalità (intenzione dell’emiSente) e mo1vazione (implicazione logica tra forma e significato). 5 :pi: 1. INDICI  Mo:va: naturalmente, non intenzionali. Es. un coniglio passa sulla neve fresca e lascia delle orme, io capisco che è passato un coniglio (orme = coniglio) 2. SEGNALI  Mo:va: naturalmente, usa: intenzionalmente. Es. mentre sto navigando vedo un faro, quindi capisco che lì c’è la terra (faro = terra) 3. ICONE  Mo:va: analogicamente (è un disegno), intenzionali. Es. segnale stradale del cervo che aSraversa la strada, quindi aSenzione 4. SIMBOLI  Mo:va: culturalmente, intenzionali. Es. semaforo simbolo rosso vuol dire che devo fermarmi (non c’è nulla nel simbolo stesso che significa che non si può passare ma culturalmente lo so) 5. SEGNI  Non mo:va: (arbitrari), intenzionali. In questa scala c’è sempre meno corrispondenza tra la forma dell’indice, segnale, ecc. e il corrispondente della realtà. Non c’è nessuna proprietà fisica riflessa nella mia mente rela:va alla forma del significante, non c’è nessun collegamento analogico tra la forma della parola e il designato della parola stessa (perché il maglione si chiama maglione?). Es. scriSa ‘parola’ Es. bagno pubblico con uomo e donna è un simbolo Venerdì 02.02 Esercizi Decidere se i da: segni sono indici, segnali, icone o simboli Figura 1: Forche8a e coltello Figura 4: Sirena ristoro ICONA dell’ambulanza SIMBOLO Figura 5: Fusa del ga8o (o Figura 2: Sgommate cavallo che scalcia): SEGNALE sull’asfalto INDICE 5 Figura 6: Tacche del telefono quando Figura 3: EOche8a del lavaggio non prende SIMBOLO a mano ICONA La scriAura cuneiforme In Mesopotamia, quando i Sumeri iniziano a ascrivere adoSano un sistema cuneiforme nel 3000 a.C. Come si arriva a questo sistema nel 600 a.C.? Si traSa di un sistema ar:colato di scriSura di una lingua che parte da una s:lizzazione di disegnini originali che rappresentavano le proprietà fisiche dell’oggeSo che veniva disegnato. Dato che però la scriSura è un sistema veloce, piano piano i disegni si sono ridoE e diventano dei logogrammi dal 600 a.C. Esempio: le montagneSe sono icone, fino ai segni Lingua dei segni Nell’oralità c’è il grande vantaggio di potersi ascoltare a lunga distanza. TuSavia, si è anche dimezza: perché si accede al sistema più complicato quando se u:lizzassimo la lingua dei segni andremmo verso un sistema più iconico. Esempi: segno ‘grazie’ nella lingua dei segni non è mo:vato, ‘zio’ non è mo:vato, ‘neve’ è un simbolo mo:vato, ‘: voglio bene’ con la mano sul cuore è un simbolo. In italiano accompagniamo molto la voce con dei simboli prestabili: Lingue verbali Codici compos: da segni (in senso streSo) Il triangolo semio1co ai suoi ver:ci ha il referente (= l’oggeSo della realtà esterna), il significato (= l’interpretazione della realtà esterna nella nostra mente), il significante (= catena fone:ca che si esplica nella forma) SEGNO = combinazione di SIGNIFICANTE + SIGNIFICATO, piano dell’espressione + piano del contenuto Quando mi trovo davan: ad esempio alla parola ‘gaSo’ considero la forma semio:ca, morfologica, sintaEca ma anche il contenuto. Animale felino con i baffi e le orecchie a punta che caccia i topi La nostra lingua è faSa di segni. Sia i segni che la lingua verbale hanno delle proprietà Proprietà delle lingue verbali e dei segni linguis1ci 1. BIPLANARITÀ (segno)  Il segno è cos:tuito da due facce: significante + significato 2. ARBITRARIETÀ (segno)  (Non mo:vato, è arbitrario) Non c’è implicatura logica tra significante e significato 3. DOPPIA ARTICOLAZIONE (lingua)  Il significante è ar:colato su due livelli: la prima ar:colazione è la morfologia (i morfemi sono l’unità base), la seconda è la fonologia (i fonemi sono l’unità base) 4. LINEARITÀ (segno)  I segni vengono dispos: in modo lineare (questo riguarda le unità linguis:che segmentali). Vengono prodoE e realizza: in successione spazio-temporale. Es. P o e t a (prima devo dire ‘p’ ecc. 5. DISCRETEZZA (segno)  Si riconosce un confine discreto tra un segno e l’altro. Es. G-a-t-t-o, gaS-o, il - gaSo - rosso (si può scomporre, ci sono dei confini tra le par:) 6. ONNIPOTENZA SEMANTICA (lingua)  Si può dare un’espressione a qualsiasi contenuto ed esprimere qualunque funzione della lingua (Jakobson, del Circolo di Praga) 7. PRODUTTIVITÀ (O CREATIVITÀ) (lingua)  È sempre possibile creare nuovi messaggi mai prodoE prima (preroga:va delle lingue umane) 8. RICORSIVITÀ (segno, lingua)  Lo stesso procedimento è riapplicabile un numero teoricamente infinito di volte a par:re da elemen: fini:. Es. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò. E 6 venne il macellaio, che uccise il toro, che bevve l'acqua. Che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane. Che morse il gaSo, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò (u:lizzo una frase rela:va una dentro l’altra) 9. LIBERTÀ DA STIMOLI (O DISTANZIAMENTO)  Possibilità di poter formulare messaggi rela:vi a cose lontane nello spazio e nel tempo rispeSo al luogo dell’enunciazione 10. TRASMISSIBILITÀ CULTURALE  Trasmessa per tradizione sociale o culturale (il linguaggio è innato, la lingua no). Es. La lingua materna è/non è quella della famiglia biologica (casi in cui i bambini non crescono con i genitori biologici) 11. COMPLESSITÀ SINTATTICA  La lingua è dipendente dalla struSura; es. Il libro / di Chomsky / sulle struSure sintaEche. È incassata (codice stand-by), posso lanciare un messaggio e poi introdurne un altro senza che manchi la comprensione; es. Il cavallo che corre senza fan:no vince il palio. È discon:nua; es. Paul macht das Fenster auf 12. AMBIGUITÀ  Le lingue umane sono ambigue e su questo giocano la loro economia. Corrispondenze non univoche tra un significato e un significante; es. Carica: a. Piena e pesante, b. Mansione, ruolo, c. Rincorsa violenta per abbaSere qualcosa (polisemia, più significa:). Vaghezza nella referenza; es. Alto, basso, grasso, magro, ecc. (dipende dalla comparazione) ARBITRARIETÀ – 4 :pi: 1. Rapporto tra segno e referente  Riguarda il triangolo semio:co: non c’è una corrispondenza (tra referente, immagine mentale e significante). Io posso immaginarmi una sedia in tan: modi diversi 2. Rapporto tra significato e significante  Non c’è garanzia che un qualsiasi oggeSo sia connesso al suo significante 3. Rapporto tra forma e sostanza del significato  Non c’è nulla che ci dica che in tuSe le lingua una stessa parola designi gli stessi significa: di un’altra lingua (il numero di significan: nella mia testa non per forza ha lo stesso significato). Es. francese ‘bois’, italiano ‘bosco’, ‘legna’, ‘legno’ (tre parole diverse che si riferiscono a tre conceE diversi) 4. Rapporto tra forma e sostanza del significante  Ci sono alcune lingue in cui alcuni fenomeni fone:ci producono qualche differenza di significato, in altre invece non hanno differenze. Es la:no ‘anus’ anello o donna a seconda dell’accento e della pronuncia Eccezioni ad arbitrarietà: 1. ONOMATOPEE  Parole del discorso che riproducono il suono (o qualche aspeSo fisico) del referente. Es. gocciolìo, sussurrare, rimbombare, chicchiricchì, tran-tran 2. IDEOFONI  Espressioni imita:ve o interiezioni che designano fenomeni o azioni (comuni nei fumeE). Es. slam, zac, tac, gluglu 3. ICONISMO  StruSure linguis:che che si adeguano a ricalcare un valore extralinguis:co. Es. Reduplicazioni (quando voglio significare un conceSo aumentato anziché u:lizzare un avverbio duplico la parola): man-mano, piccolo-piccolo, muro-muro, dietro-dietro, cantare-cantare LINGUA – Definizione: Codice organizzato in sistema di segni dal significante primariamente fonico-acus:co, arbitrario ad ogni livello, doppiamente ar:colato, capace di esprimere ogni esperienza esprimibile u:lizzando un numero limitato di elemen: StruAura della lingua – Livelli struSurali o piani di analisi di una lingua (rappresentata in una serie di cerchi concentrici): 1. Lingua 7 2. Fone:ca (suoni) 3. Fonologia (fonemi) 4. Morfologia (parole) 5. Sintassi (frasi e proposizioni) 6. Seman:ca (significato leSerale delle frasi e delle proposizioni) 7. Pragma:ca (significato nel contesto) StruSura dura o profonda della lingua, quella che non cambia e rappresenta l’architeSura della lingua --> MORFOLOGIA e SINTASSI Piani di analisi che possono essere cambia: più facilmente --> FONOLOGIA, SEMANTICA, PRAGMATICA I discepoli di Ferdinand de Saussure (1857-1913) scrivono i conceE che lui aveva dato nell’opera “Cours de linguis:que générale” (1916)  STRUTTURALISMO --> Le DICOTOMIE SAUSSURIANE sono tre conceE di opposizione per descrivere la lingua: 1.SINCRONIA VS. DIACRONIA Sincronia (dal greco syn + chronos) è la dimensione di studio che caraSerizza l’analisi linguis:ca tra varietà prese in un determinato momento sincrono dell’asse temporale. È come se avessi un asse temporale, a un certo punto lo taglio a metà e faccio il confronto tra due fenomeni della stessa lingua che coesistono nello stesso momento storico, basta che siano coevi. I fenomeni linguis:ci osserva: in sincronia sono l’oggeSo di studio della linguis:ca generale o teorica (o, appunto, sincronica). Es. AIS (Atlante Italo-Svizzero) hSps://www3.pd.istc.cnr.it/navigais-web/ Diacronia (dia + chronos) è la dimensione di studio che caraSerizza l’analisi linguis:ca tra varietà disposte asincronicamente sull’asse temporale, o nella loro evoluzione storica. Prima di de Saussure aveva la meglio la diacronia. I fenomeni linguis:ci osserva: in diacronia sono l’oggeSo di studio della linguis:ca storica o gloSologia (o, appunto, linguis:ca diacronica). Es. Lat. bŏnum > it. buono. Se in la:no la sillaba aperta (= finisce per vocale) presentava una ‘o’ breve o una ‘e’ breve, in italiano si è creato il diSongo ‘ie’ o ‘uo’ Atlante linguis:co e iconografico dell’Italia e della Svizzera del Canton Ticino – Esempio di sincronia. Due professori si cimentano in questa impresa di geografia linguis:ca. Negli anni ’20 decidono di ricoprire tuSa l’Italia e registrare dei fenomeni fonologici e morfologici rispeSo a determina: pun: e vedere come cambiano in base alla variazione diatopico (= riguarda la dimensione geografica). Hanno preso tan: pun: rurali perché più locali. Mappa per la parola ‘pipistrello’. Ci sono parole che hanno più geosinonimo dei dialeE italiani La linguis:ca nasce come branca della filologia; dopo si evolve come studio a parte ma soltanto in confronto delle lingue dal sanscrito alle an:che lingue germaniche, al greco, al la:no (quelle documentate). Da de Saussure in poi abbiamo gli strumen: per ragionare sulle lingue in maniera sincronica --> Quindi un altro sinonimo di linguis:ca generale o teorica è linguis:ca sincronica. Invece un sinonimo di gloSologia o linguis:ca storica è linguis:ca diacronica 2.LANGUE VS. PAROLE Langue (sistema/competenza): insieme di conoscenze mentali, di regole interiorizzate insite nel codice lingua, possedute dalla comunità di parlan: come conoscenza condivisa. Ho ricevuto dalla comunità parlante che mi ha educato linguis:camente questa serie di regole a cui io mi devo aSenere per far sì che la mia comunicazione sia efficace. Sistema della massa parlante ❖ Rappresenta il livello astraSo, mentale (e del significato) Parole (uso/esecuzione): aSo linguis:co individuale, realizzazione concreta e idiosincra:ca della lingua. Uso personale dell’individuo parlante ❖ Rappresenta il livello concreto, individuale (e del significante) 8 Es. Langue It. /r/ Parole it. [r]; [R]; [[ɿ] In italiano usiamo il fono vibrante che sta nella parola ‘carro’. A volte questa ‘erre’ è moscia o ugulare anteriore. In italiano mole vibrante, diversa dalla ‘r’ francese, in veneto vibrante approssimante 3.PARADIGMATICO VS. SINTAGMATICO Asse paradigma1co (in absen+a), de Saussure lo chiamava associa:vo: è l’asse delle relazioni di sos:tuzione di un elemento in una data posizione. MeSe in relazione dei segni (fonemi, morfemi, parole) che possono stare al posto di un altro fonema, morfema o parola. Asse delle ordinate, ver:cali --> Es. (Il + cane + (di Luca)) ha solo tre zampe --> Io ho un numero di parole che posso inserire al posto di ‘cane’, devono essere significan: di significa: che sono referen: di conceE che hanno le zampe: cavallo, gaSo, tavolo Sintagma1co (in praesen+a): è l’asse delle relazioni di combinatorietà di un elemento in una data posizione. Le parole di una frase che si possono legare prima o dopo rispeSo al fonema, morfema, parola che sto prendendo in considerazione. Asse delle ascisse, orizzontali --> Es. dal punto di vista formale per un sostan:vo mi aspeSo un ar:colo determinante davan:, poi un aggeEvo o un complemento di specificazione Funzioni della lingua (Jakobson) ASraverso la lingua noi possiamo esprimere come minimo queste funzioni: Emo1va  Si aEva quando esprimiamo sta: d’animo, aSeggiamen:, volontà; quando parliamo di amore, gioia, tristezza, rabbia, ecc. Fà1ca  Si aEva quando si stabilisce la comunicazione, con aE linguis:ci vol: a coinvolgere il des:natario; quando cerco di vincolare l’interlocutore per farlo parlare con noi. Es. Pronto? Sen:…, Guarda…, Mi ascol:?, Hai capito?, ecc. Referenziale  Si aEva quando si informa, nel semplice passaggio di informazioni; probabilmente quella che usiamo di più. Es. «Una perturbazione interesserà l’area dell’Abruzzo centrale e del Molise» Cona1va  Si aEva quando mira a oSenere un'adesione di pensiero e/o una risposta d'azione, un effeSo del des:natario; quando uso l’impera:vo, l’esclama:vo. Es. Laura, vieni subito qui!, Ti prego, ascoltami, Per favore, fai come : dico! Poe1ca  Si aEva quando si vuole accedere ad una comunicazione retorica che abbia una certa este:ca. Es. Sei bella/-o/ -ə! (al posto di “: apprezzo fisicamente”) Metalinguis1ca  Si aEva quando si fa una riflessione sulla teoria della lingua; quando rifleSo sulla lingua FONETICA Deriva dal greco an:co phōnḗ = voce, suono Definizione: studio delle proprietà fisiche dei suoni. Analisi delle proprietà fisiologiche, acus:che, aerodinamiche e ar:colatorie che influenzano la produzione, la percezione e l’occorrenza dei suoni. Unità della fone:ca: fono La fone:ca appar:ene alla linguis:ca, tuSavia è anche oggeSo di studio della fisica Tipi di fone:ca: Ar1colatoria  Descrive l’anatomia dell’apparato fonatorio, studia i movimen: degli organi ar:colatori nella produzione dei foni e mira a ricostruire i comandi cerebrali che controllano i movimen: degli organi ar:colatori (nel nostro corso ci occupiamo di questa) Acus1ca  Studia il segnale acus:co (forma d’onda) e ricostruisce i movimen: ar:colatori a par:re dalla rappresentazione speSrografica del segnale. È una branca della fisica classica 9 Udi1va e perce\va  Studia i processi di ricezione e percezione dei foni, e come vengono decodifica: linguis:camente. Descrive la fisiologia dell’apparato udi:vo e il modo in cui gli impulsi acus:ci vengono processa: e conver:: in impulsi neurali Rappresentazione piaSa di altezza e frequenza dell’onda sonora di una parola (nero è vocale, bianco è consonante) Grafia vs. trascrizione fone:ca (sono due cose diverse) Alfabeto grafico: tenta:vo di trasposizione grafica dei suoni prodoE, dipende dalla lingua e dalla cultura Grafie alfabe:che non sono però coeren:: la lingua si evolve nel tempo più velocemente di come si evolve la scriSura (la grafia è una convenzione imposta) Grafema = segno che in un sistema grafico (alfabe:co, sillabico o ideografico) cos:tuisce l'unità grafica minima Incongruenze fono – grafema - Un grafema può indicare più foni - Un fono può essere indicato da più grafemi Documen: an:chi --> Placito Capuano, X secolo d.C.: ci sono tante ‘ch’ trascriSe con la ‘k’ Lo stesso suono corrisponde a più grafemi Incongruenze tra foni e grafemi nell’italiano: Un grafema indica foni diversi c: occlusiva velare sorda (cane) vs. affricata postalveolare sorda (cena) g: occlusiva velare sonora (gaSo) vs. affricata postalveolare sonora (gelato) o: o aperta (bòSe) vs. o chiusa (bóSe) e: e aperta (pèsca) vs. e chiusa (pésca) Uno stesso fono indicato da più grafemi c occlusiva velare sorda indicata da c (cane) o da ch (chirurgo) Alfabeto fone1co internazionale (IPA) hSps://www.interna:onalphone:calphabet.org/ipa-sounds/ipa-chart-with-sounds/ - possiamo cliccare i simboli e sen:rne la realizzazione ❑ Rappresentazione correSa e coerente dei suoni linguis:ci ❑ Ogni simbolo corrisponde a uno e un solo fono ❑ Trascrizione fone:ca: trascrivere aAraverso i simboli dell’alfabeto fone1co A cosa serve una trascrizione? a) Scopo prescri\vo: es. nei dizionari, per mostrare la pronuncia correSa di una parola b) Scopo descri\vo: per descrivere il comportamento fonico di un parlante, di una comunità, ecc. Immagine: simboleE che riassumono tuE i suoni che noi umani parlan: evochiamo Come si producono i suoni? La maggior parte dei suoni che produciamo è il risultato dei movimen: della lingua e delle labbra Ques: movimen: possono essere defini: ges1 che danno vita a specifici suoni Speech gestures: spingere l’aria fuori dai polmoni mentre produciamo un rumore in gola o nella bocca Questo ‘rumore’ viene modulato dalle azioni di lingua e labbra Ques: ges: possono essere osserva:: es. Seeing speech Beatboxing in real :me Video registrato tramite Risonanza Magne:ca MRI 10 Lingua e bocca si muovono rapidamente nel passaggio da un suono a un altro Movimen: della lingua sono tra i più veloci e precisi che l’uomo riesca ad ar:colare (organo tra i più veloci) Come funziona la fonazione Noi non nasciamo per parlare: esiste un apparato respiratorio non linguis:co. L’azione arriva in secondo tempo, quando il nostro corpo sviluppa una serie di vantaggi linguis:ci Quali appara: entrano in gioco? 1. Coordinamento del Sistema Nervoso Centrale 2. Sistema respiratorio responsabile della produzione del flusso aereo 3. Sistema vibratorio riguarda le pliche vocali messe in movimento dal flusso d’aria 4. Sistema di risonanza e ar1colazione traSo vocale sovralaringeo che amplifica e filtra il suono laringeo Respirazione e fonazione Produzione di un suono è un meccanismo secondario della respirazione Devo produrre una fonte di energia aerodinamica: ruolo del man1ce polmonare Inspirazione: aumento di volume della gabbia toracica ed espansione polmonare Espirazione: res:tuzione delle forze elas:che toraciche e polmonari, con riduzione del volume Tipo di respirazione influenza i suoni prodo\: respirazione toracica è causa di disfunzionalità, mentre respirazione addominale con coinvolgimento diaframma:co consente prese d’aria adeguate a qualsiasi esigenza vocale Respirazione: fase inspiratoria dominante Fonazione: fase inspiratoria più veloce, espirazione diventa un movimento arrivo perché l’aria viene spinta dalla muscolatura espiratoria (muscoli intercostali interni e reE e obliqui dell’addome) Con quan: meccanismi respiratori possiamo produrre suoni? 1. Meccanismo egressivo: l’aria fuoriesce dai polmoni, dalla bocca, dal naso 2. Meccanismo ingressivo: il flusso d’aria viene inspirato dalla bocca o dal naso hSps://en.wikipedia.org/ wiki/Ingressive_sound 3. Meccanismo avulsivo, indipendente dalla respirazione: sono i cosiddeE clicks, che in alcune lingue del mondo sono fonemi (contoidi click del Xhosa, tramite il flusso d’aria) Suono prodoSo dall’aria che fuoriesce dai polmoni, va aSraverso la laringe, il naso e la bocca Il flusso d’aria che fuoriesce dai polmoni è modificato dalle forme che assume il traSo vocale, a causa dei diversi movimen: degli organi ar:colatori A seconda della configurazione del traSo vocale il flusso d’aria si modificherà in maniera diversa; questo ci fa produrre vocali e consonan: differen: L’APPARATO FONATORIO La laringe (voice box) - Una struSura car:laginea e muscolare complessa. Situata nella regione anteriore del collo, sopra la trachea e soSo la faringe. Cos:tuita da: 11 car:lagini che ne cos:tuiscono lo scheletro; legamen: e ar:colazioni che le congiungono; muscoli enstrinseci e intrinseci che garan:scono la mo:lità e la funzionalità dell’organo; 11 una mucosa di rives:mento Le corde vocali - Molto importan: per la sonorità dei suoni: i suoni sonori coinvolgono le corde vocali mentre i suoni sordi no) Nel suo segmento intermedio la laringe ha due estroflessioni rives:te di mucosa, le pliche vocali (o corde vocali) tese fra le car:lagini Corde vocali restano separate durante la respirazione silente, consentendo il passaggio dell’aria Come si muovono le pliche Quando il muscolo vocale si contrae, le pliche vocali si tendono fino a venire in contaSo, occludendo completamente o restringendo il passaggio dell’aria L’aria con:nua ad arrivare dai polmoni e si accumula a ridosso dell’ostacolo (le pliche chiuse) Cresce la pressione subgloEdale Quando la pressione è più forte della tensione muscolare l’aria forza il passaggio ed esce Calo di pressione: corde vocali si richiudono Le corde vocali: effeAo Bernoulli 1. Corde vocali bloccano aria dai polmoni 2. Aumento di pressione al di soSo delle corde vocali 3. Aumento di pressione forza le corde vocali e riesce a fuoriuscire 4. La pressione si abbassa e le corde vocali rientrano in contaSo 5. Ritorno al punto 1 Cosa accade nella laringe: Posso realizzare dei suoni a) Sordi senza vibrazioni delle pliche vocali b) Sonori con le pliche vocaliche ravvicinate che vibrano al passaggio dell’aria TraSo vocale - Le vie aeree superiori: faringe, cavità nasale, cavità orale FARINGE o velo pala:no Velo del palato o palato molle: lamina muscolo-membranosa. Durante la respirazione pende inerte dal palato, consente il passaggio dell’aria espiratoria verso le cavità nasali o verso i polmoni (aria inspiratoria). Quando ingeriamo dei cibi chiude il passaggio tra faringe e cavità nasali (quando ci soffochiamo c’è un problema riguardante il velo pala:no) Quando parliamo, il velo può essere: a) Abbassato --> l’aria passa dal naso e dalla bocca: suoni nasali b) Alzato --> tocca il retro della faringe e l’aria passa solo dalla cavità orale: suoni orali CAVITÀ ORALE Lingua organo muscolare rives:to di mucosa adagiato sul pavimento della bocca o Radice della lingua 12 o Dorso o Apice Palato duro cupola ossea rives:ta di mucosa che sovrasta la cavità orale Den1 coinvol: sia i den: sia gli alveoli (cavità che contengono i den:) sia la parte coronale degli incisivi Labbra Organi mobili e fissi Organi mobili (movimen: aEvi nella fonazione): pliche vocali, palato molle, lingua, labbra Organi fissi: faringe, palato duro, alveoli, den: Come si descrivono i suoni? Quali elemen: devo prendere in considerazione? 1. Vibrazione delle pliche vocali: sono in vibrazione oppure no? 2. Configurazione del traAo vocale: ci sono degli elemen: che vanno a modificare la configurazione (es. movimento della lingua, chiusura delle labbra ecc.) Dis:nzione principale tra: Vocali e approssiman: vs. Consonan: Che differenza c’è tra una vocale e una consonante? Vocali: quando produciamo una vocale, l’aria che fuoriesce dalla bocca non ha nessun ostacolo nel suo percorso (l’innalzamento della parte anteriore o posteriore della lingua produce le diverse vocali) Consonan:: quando produciamo una consonante, l’aria che fuoriesce dalla bocca (o dal naso) incontra degli ostacoli o dei blocchi in qualche zona del traSo vocale Vocoidi vs Contoidi I VOCOIDI o vocali Elemen: che entrano in gioco per classificare un vocoide: 1. Posizione della lingua 2. Posizione delle labbra 3. Posizione del velo pala1no Le diverse vocali sono il risultato delle diverse configurazioni assunte da lingua, labbra e velo pala:no Nella produzione di un vocoide: 1. La lingua si innalza e si avvicina al palato, senza mai entrarci in contaSo 2. Le labbra possono essere distese e piaSe o protruse (arrotondate) 3. Il velo pala:no può essere innalzato o abbassato La posizione della lingua: L’insieme delle posizioni che può assumere la lingua ha l’aspeSo di un quadrilatero, definito trapezio vocalico (rappresenta la nostra cavità orale 13 s:lizzata). La lingua si muove secondo due assi principali: Asse orizzontale: quale parte della nostra lingua è interessata nell’ar:colazione della vocale --> vocoidi anteriori, posteriori, centrali Asse ver1cale --> vocoidi al:, medi, bassi La posizione delle labbra: Labbra distese --> vocoidi aprocheili Labbra protruse --> vocoidi labializza:, procheili a) Vocali arrotondate (labbra protruse): [u o ɔ ɒ], tuSe posteriori b) Vocali non arrotondate (labbra distese): [i e ɛ a] nella serie anteriore e [ɑ] nella posteriore Tra le lingue del mondo (Maddieson 1984), le vocali non arrotondate sono più frequen: di quelle arrotondate Una tendenza ‘naturale’ collega l’arrotondamento delle labbra a una posizione della lingua nella parte posteriore della cavità orale: le vocali anteriori sono solitamente non arrotondate mentre quelle posteriori sono solitamente arrotondate La posizione del velo pala1no: Velo pala:no in posizione arretrata che impedisce il passaggio dell’aria dal naso: vocoidi orali Velo pala:no abbassato: una parte dell’aria fuoriesce dalla bocca, una parte dal naso: vocoidi nasalizza: Nell’alfabeto IPA le vocali nasali sono contrassegnate con una :lde [ ˜ ] sopra la vocale La dis:nzione è fonologicamente per:nente in francese (ad es., lot /lo/ «par:ta (di merce)» ~ long /lõ/ «lungo»), in portoghese e anche in alcuni dialeE piemontesi, lombardi, liguri, emiliani, vene: Le vocali dell’italiano – L’italiano standard ha 7 vocali: [a] vocale centrale bassa non labializzata [i] vocale anteriore alta non labializzata [u] vocale posteriore alta labializzata [ɛ] vocale anteriore mediobassa non labializzata [ɔ] vocale posteriore mediobassa labializzata [e] vocale anteriore medioalta non labializzata [o] vocale posteriore medioalta labializzata I CONTOIDI o consonan: Come si classificano le consonan: 1. Presenza o assenza del meccanismo laringeo: le pliche vocali sono o no in vibrazione? 14 2. Modo di ar1colazione: che ostacolo si frappone al passaggio dell’aria? 3. Luogo di ar1colazione: dove si situa l’ostacolo? 1.Presenza o assenza del meccanismo laringeo Suoni sordi: le corde vocali non vibrano Suoni sonori: le corde vocali vibrano 2.Modo di ar1colazione 1. Occlusive 2. Frica:ve 3. Affricate 4. Nasali 5. Laterali 6. Vibran: 7. Approssiman: 1.Occlusive o plosive  C’è un blocco completo del passaggio dell’aria. Due ar:colatori entrano in streSo contaSo fra di loro e l’aria viene rilasciata solo quando si apre il passaggio. Due fasi: Occlusione – o fase di tenuta (gli ar:colatori sono in contaSo) Rilascio Le occlusive in italiano standard: [p] pane; [b] bello; [t] toro; [d] dama; [k] cane; [g] ga8o 2.Frica1ve  Non c’è un blocco completo del passaggio dell’aria. Due ar:colatori entrano in contaSo fra di loro ma senza bloccare del tuSo il passaggio dell’aria, che fuoriesce da una fessura. A differenza delle occlusive, possiamo prolungare una frica:va quanto ci pare, finché abbiamo fiato Le frica:ve in italiano standard: [f] faro; [v] varo; [s] sala; [z] caso; [ʃ] scena; [ʒ] garage 3.Affricate  A una prima fase di occlusione vera e propria, con il contaSo totale fra i due ar:colatori, c’è poi un rilascio graduale. Anche nella loro rappresentazione grafica sono composte da due elemen:: una occlusiva + una frica:va Le affricate in italiano standard: [ts]pizzo; [dz] mezzo; [tʃ] cena; [dʒ] gelato 4.Nasali  C’è un ostacolo nel cavo orale ma inoltre il velo è abbassato. L’aria fuoriesce sia dal naso sia dalla bocca Le nasali in italiano standard: [n] nano; [m] mano; [ɱ] anfora; [ɲ] gnomo; [ŋ] fungo 5.Laterali  Sono prodoSe con un’occlusione lungo la linea mediosagiSale del traSo vocale ma con il flusso d’aria libero di fuoriuscire dai la: dell’occlusione. I bordi della lingua sono abbassa: e la lingua occlude la parte mediana della cavità orale Le laterali in italiano standard: [l] lato; [ʎ] aglio 6.Vibran1  CaraSerizzata da una rapida alternanza di chiusure e aperture diaframma:che in un punto del canale fonatorio. ContaSo di un ar:colatore mobile (ugola o lingua) contro un altro organo. Suono con:nuo Le vibran: in italiano standard: [r] carro 15 N.B. I contoidi con m.d.a. laterale, nasale e vibrante (e approssimante) sono sempre SONORI. Es. Sloveno, Serbo- Croato: Trst ‘Trieste’ (non ho bisogno della vocale) 7.Approssiman1  Suoni al confine tra vocoidi e contoidi. Si trovano in italiano nei diSonghi Il diaframma orale (= l’apertura) si man:ene di poco più aperto rispeSo alle frica:ve e l’aria fuoriesce liberamente senza turbolenze Approssimante palatale: il dorso si avvicina al palato e le labbra sono distese [j] ieri Approssimante velare: il dorso della lingua si avvicina al velo pala:no e le labbra sono protruse [w] uomo; ['kwjεte] 3.Luogo di ar1colazione: bilabiali, labiodentali, dentali, retroflesse, palatali, velari, uvulari, faringali, gloEdali -Bilabiali  le labbra si chiudono e creano un ostacolo al passaggio dell’aria. La chiusura può essere completa (occlusive bilabiali) o parziale (frica:ve bilabiali). In italiano standard abbiamo: Occlusive bilabiali [p] papà [b] babbo Nasale bilabiale [m] mano Altre bilabiali: es. frica:ve bilabiali [ɸ] fioren:no capo [β] spagnolo cabeza -Labiodentali  Il labbro inferiore entra in contaSo con gli incisivi superiori. In italiano standard abbiamo: Frica1ve labiodentali [f] faro (sorda); [v] vivo (sonora) Nasali labiodentali [ɱ] infaZ; invece -Dentali  L’apice della lingua si avvicina agli incisivi superiori. Il contaSo lingua-den: può avvenire in zone diverse: Interdentali: Apice della lingua tra incisivi superiori e inferiori. Es. inglese frica:ve interdentali [θ] path; [ð] father Alveolari: Punta della lingua tocca o si avvicina agli alveoli dentali. In italiano standard: Occlusive alveolari: [t] tana; [d] dado Frica:ve alveolari: [s] casa; [z] caso Affricate alveolari: [ts] pezzo (sorda); [dz] mezzo (sonora) Nasali alveolari: [n] nido Laterali alveolari: [l] lago Vibran: alveolari: [r] rana Postalveolari o paratali: La corona della lingua contaSa la parte posteriore degli alveoli Frica:ve postalveolari [ʃ] scena; [ʒ] garage; Affricate postalveolari [tʃ] cena; [dʒ] giro -Retroflesse  La punta della lingua è curvata indietro verso il palato. Il termine retroflesso, contrariamente agli altri luoghi ar:colatori, fa riferimento non alla parete fissa bensì alla posizione assunta dall’ar:colatore mobile (la lingua). In siciliano - Occlusive retroflesse: [ʈ] treno; [ɖ] beddu -Palatali  Il dorso della lingua in contaSo con il palato duro. In italiano standard: Nasale palatale [ɲ] gnomo Laterale palatale [ʎ] aglio 16 -Velari  Il dorso della lingua si avvicina al palato molle. In italiano standard: Occlusive velari [k] casa; [g] gara Nasale velare [ŋ] angolo -Uvulari  Il postdorso della lingua si avvicina all’ugola Vibrante uvulare [ʀ] francese gare (r moscia) -Faringali ed epigloAali  Radice della lingua tocca la parete posteriore della faringe Frica1va faringale [ħ] arabo -Glo\dali  Suoni ar:cola: nella gloEde mediante accostamento/ chiusura pliche Frica1va glo\dale [h] fioren:no amico I suoni dell’italiano: Impariamo a TRASCRIVERE – Abbiamo bisogno: 1. I simboli dell’alfabeto fone:co 2. I diacri:ci (= simboli che indicano qualcosa; es. accen:, lunghezza, ecc.) 3. Saper sillabare 4. Un po’ di propriocezione (della propria lingua; capacità metalinguis:ca) N.B. La trascrizione fone:ca va sempre tra parentesi quadre! I diacri:ci (accen:, lunghezza, ecc.). L’IPA ha numerosi diacri:ci, ma noi per ora vediamo solo quelli fondamentali: 1. ‘ indica l’accento e va prima della sillaba accentata. Es. [ˈkaːsa] 2. : indica la lunghezza. Si usa sia quando una vocale è lunga, sia quando una consonante è geminata, ossia lunga. Es. [ˈkasːa] Alcune regole per l’italiano – Alcuni suoni in italiano sono intrinsecamente gemina: (doppi dal punto di vista fone:co) in posizione intervocalica: 1. Nasale palatale sonora ɲ [ˈstaɲːo] stagno 2. Laterale palatale sonora ʎ [ˈpaʎːa] paglia 3. Frica:va postalveolare sorda ʃ [ˈaʃːa] ascia 4. Affricata alveolare sorda e sonora [ˈpatːsa] [ˈradːzo] Come faccio a capire che nasale ho davan:? La nasale si assimila al luogo di ar1colazione della consonante successiva: 1. Se dopo segue una velare, avrò una nasale velare [ˈaŋgolo] angolo 2. Se dopo segue una frica:va labiodentale, avrò una nasale labiodentale [ˈaɱfora] 17 Le vocali toniche (ossia accentate) in sillaba aperta sono sempre lunghe. NB: una sillaba aperta è una sillaba che termina in vocale. Es. ca-ne, ca = sillaba aperta; car-ne car = sillaba chiusa Es. [ˈfaːto] fato la sillaba è tonica e aperta [ˈfatːo] fa8o la sillaba è tonica ma chiusa [faˈrɔ] farò La sillaba è aperta ma atona questo ['kwesto] --> fono ch = k occlusiva velare sorda; w = all’interno di un diSongo semivocale velare o posteriore; consonante anteriore mediobassa o semichiusa; s = frica:va dentale sorda; t = occlusiva dentale sorda; o = vocoide anteriore semichiuso arrotondato europa [eu'rɔpa] guercio ['gwɛrʧo] --> g = occlusiva velare sonora; w = approssimante velare; ɛ = contoide anteriore medio-basso; r = vibrante dentale alveolare; ʧ = affricata dentale postalveolare; (la ‘i’ serve a comunicare e a pronunciare); o = vocoide posteriore medioalto ghiaccio ['gjatːʃo] --> g = occlusiva velare sonora; j = approssimante palatale; a = vocale centrale bassa; tːʃ = affricata dentale postalveolare doppia; o = vocoide posteriore medio-alto acqua ['akːwa] smancerie [zmanʧe'riːe] macelleria [maʧelle'riːa] ozio ['otːsjo] sciare [ʃi'are] vecchio ['vɛkːjo] Esercitazione: 1. Mano 2. Giglio 3. Agenda 4. Violazione 5. Laurea 6. Sbilanciato 7. Bagno 8. Valigia 9. Banco 10. Chitarra 11. Allergia 12. Svizzero 13. Badante 14. Sbadato 15. Cassapanca 18 16. Angolazione 17. Cucchiaio 18. Invenzione 19. infido 20. invidia 21. inchiostro 22. marcio 23. mala:ccio 24. lasagna 25. feudo 26. poi 27. piano 28. suono 29. ansia 30. bisbiglio (verbo) 31. bisbiglìo (nome) 32. stanco 33. sdegno 34. chiese 35. siero 36. fiero Martedì 06.02 [kuˈʧire] --> cucire [ˈaɱfora] --> anfora [soʧoloˈʤia] --> sociologia [pjatˈʦeSa] [pjaˈt:seSa] --> piazzeSa [ʤurizditˈʦjone] [ʤurizdiˈt:sjone] --> giurisdizione [aɲˈɲɔs:ko] [aˈɲ:ɔs:ko] --> agnos:co [faŋˈgozo] --> fangoso [ʤeminatˈʦjone] [ʤeminaˈt:sjone] --> geminazione [maˈʧiɲɲo] [maˈʧiɲ:o] --> macigno Infliggere --> [iɱˈflidʤere] [iɱˈflid:ʒere] Svincolo --> [ˈzviŋkolo] 19 Quadrato --> [kwaˈdrato] Consegna --> [konˈseɲɲa] [konˈseɲ:a] Circense --> [ʧirˈʧεnse] Infatuazione --> [iɱfatwatˈʦjone] [iɱfatwaˈt:sjone] SconfiSa --> [skoɱˈfiSa] [skoɱˈfit:a] BigioSeria --> [biʤoSeˈria] [biʤot:eˈria] Abbazia --> [abbatˈʦia] [ab:aˈt:sia] Fanghiglia --> [faŋˈgiʎʎa] [faŋˈgiʎ:a] SoggeEvo --> [sodʤetˈ:vo] [sod:ʒ:eˈt:ivo] Ques:onario --> [kwestjoˈnarjo] Fasciatoio --> [faʃʃaˈtojo] [faʃ:aˈtojo] CingueEo --> [ʧiŋgwetˈ:o] [ʧiŋgweˈt:io] Mancanza --> [maŋˈkanʦa] Oscillazione --> [oʃʃillatˈʦjone] [oʃ:il:aˈt:sjone] Malinconia --> [maliŋkoˈnia] Scroscio --> [ˈskrɔʃʃo] [ˈskrɔʃ:o] Funzionale --> [funtʦjoˈnale] [funt:sjoˈnale] Specchio --> [ˈspεkkjo] [ˈspεk:jo] Cinquanta --> [ʧiŋˈkwanta] Commercio --> [komˈmεrʧo] [koˈm:εrʧo] Singhiozzo --> [siŋˈgjotʦo] [siŋˈgjot:so] Zaino --> [ˈʣai ̯no] Castagneto --> [kastaɲˈɲeto] [kastaˈɲ:eto] Lampione --> [lamˈpjone] Naso --> [ˈnazo] Incauto --> [iŋˈkau̯ to] Famiglia --> [faˈmiʎʎa] [faˈmiʎ:a] Zenzero --> [ˈʣɛnʣero] ProsciuSo --> [proʃˈʃuSo] [proˈʃ:ut:o] Rodaggio --> [roˈdadʤo] [roˈdad:ʒo] Impossibile --> [imposˈsibile] [impoˈs:ibile] Ghiro --> [ˈgiro] Giro --> [ˈʤiro] Accento --> [atˈʧεnto] [aˈt:ʃεnto] 20 Cartoccio --> [karˈtɔtʧo] [karˈtɔt:ʃo] FoglieSo --> [foʎˈʎeSo] [foˈʎ:et:o] Direzione --> [diretˈʦjone] [direˈt:sjone] Orchestra --> [orˈkεstra] Pegno --> [ˈpeɲɲo] [ˈpeɲ:o] Servizio --> [serˈvitʦjo] [serˈvit:sjo] Quasi --> [ˈkwazi] Fieno --> [ˈ™εno] Tiepido --> [ˈtjεpido] Distanziare --> [distanˈʦjare] Sciopero --> [ˈʃɔpero] Coraggio --> [koˈradʤo] [koˈrad:ʒo] CiabaSa --> [ʧaˈbaSa] [ʧaˈbat:a] Cianfrusaglie --> [ʧaɱfruˈzaʎʎe] [ʧaɱfruˈzaʎ:e] Venerdì 09.02 FONOLOGIA Definizione: Livello di analisi linguis:co che studia/Livello struSurale della lingua che riguarda l’organizzazione e il funzionamento dei suoni Unità di base della fonologia: FONEMA Da fono a fonema: Suoni producibili/prodoE dall’apparato fono-ar:colatorio umano: foni. TuSavia, solo una parte dei foni sono u:lizza: dalla lingua in modo per:nente (il fono è a livello della ‘parole’) Le lingue PERTINENTIZZANO un numero di foni dando loro un valore DISTINTIVO, cioè se oppos: ad altri foni per:nen:zza: nella stessa lingua, hanno il potere di incidere al livello di significato (non di significante) --> Un numero ristreSo di foni se accosta: con altri foni incidono al livello del significato Un fono per1nente/dis1n1vo/opposi1vo in una data lingua si chiama fonema Es. [p] – [k] It. ['pane] - ['kane]; engl. ['pɪn] – ['kɪn]; fr. ['kul] – ['pul]; ucr. ['kara] - ['para] I foni [p] e [k] sono anche fonemi in italiano, in inglese, in francese: /p/; /k/. Alcuni sono fonemi per una lingua ma non per altre. N.B. i fonemi vanno trascriE tra barreAe (slash) //! Prova di commutazione Per capire se un fono ha valore fonema:co (è un fonema) in una data lingua, facciamo la prova di commutazione (= sos:tuzione) Isoliamo il fono interessato nella stringa fone:ca di un morfema o di una parola e lo sos:tuiamo (commu:amo) con un altro fono. Se il risultato è un altro morfema o un’altra parola dotata di un significato (nella lingua in ques:one), questo significa che il fono sos:tuito (cioè una parte del significante) ha la capacità di cambiare il significato di quel morfema/parola, ed è pertanto un fonema nella lingua considerata 21 IDENTIFICAZIONE PER OPPOSIZIONE Commutazione di UN SOLO fonema nella stessa posizione del fonema che vogliamo opporgli; tuE gli altri fonemi rimangono assolutamente invaria: ['mare] o [m] è un fonema della lingua italiana? (isolo ‘m’) o /'mare/ – /'kare/ - /'pare/ - /'fare/ - /'tare/ - /'dare/ - /'gare/ (inserisco un altro fono al posto di ‘m’) o [a] è un fonema della lingua italiana? o /'patːsa/ - / 'pɛtːsa/ - /'pitːsa/ - /'potːsa/ - /'putːsa/ o [r] è un fonema della lingua italiana? o /bu'rino/ - /bu'kino/ - /bu'dino/ - /bu'lino/ o [e] è un fonema della lingua italiana? o /'pelo/ - /'pɔlo/ - /'palo/ FONEMA Unità minima di SECONDA ARTICOLAZIONE del sistema linguis:co (cfr. doppia arOcolazione! Le parole sono formate da unità di prima ar:colazione, le quali a loro volta sono formate da unità di seconda ar:colazione) Classe astraSa (cfr. langue!) di foni dotata di valore dis:n:vo, capace cioè di opporre una parola ad un’altra COPPIA MINIMA La prova di commutazione serve per individuare le coppie minime Coppia minima = coppia di parole che sono uguali in tuSo tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro in una determinata posizione Tipi di opposizione fonologiche (Trubeckoj) Le opposizioni fonologiche possono essere classificate in base al traAo ar:colatorio dis1n1vo che dis:ngue (oppone) due fonemi (non in base ai fonemi ma ai traE: es. altezza, sonorità, ecc.) Base di confronto: numero di traE ar:colatori comuni tra due o più fonemi Opp. bilaterali: valgono solo per due fonemi e non si presentano verso/per nessun altro fonema del sistema. Es. /p/-/b/ sono entrambi suoni occlusivi e foni bilabiali, sono anche gli unici che abbiamo, quindi l’opposizione finisce qua Opp. plurilaterali: hanno una base di confronto valevole per più termini appartenen: allo stesso sistema. Es. /d/ - /b/ - /g/; dare, bare, gare Opp. proporzionali: vale per tante coppie di fonemi del sistema. Es. /p/ - /b/; /t/ - /d/; /k/- /g/ Opp. isolate: non ne occorrono altre simili nel sistema. Es. /p/ - /r/ o Le opposizioni fonologiche possono essere classificate in base al traAo dis1n1vo che dis:ngue (oppone) due fonemi o Opp. priva:ve: definite in base ad un traSo presente/assente. Es. /p/- /b/ per sonorità o Opp. graduali: definite in base ad un traSo più o meno presente. Es. /i/ - /e/ - /ɛ/ o Opp. costan:: sempre valide indifferentemente dal contesto fonema:co 22 o Opp. neutralizzabili: valide solo in alcuni contes: fonema:ci. Es. pedone, piedone o Arcifonema: fonema intermedio tra due o più fonemi, risultante dalla neutralizzazione di un’opposizione fonologica: neutralizzazione del traSo che li oppone e rimane il “paccheSo” di traE comuni rappresenta: dall’arcifonema VARIANTI libere o combinatorie / contestuali ◦ Varian: libere o ALLOFONI: realizzazione fone:ca (fono) che può sos:tuirsi ad un fonema di un sistema l, senza produrre cambiamento di significato. (FaSo di parole! Dipende dalle abitudini ar:colatorie di un singolo parlante). La loro distribuzione è deSa libera Es. /r/  [r/] polivibrante; [R] vibrante uvulare. La polivibrante e la vibrante uvulare sono varian: in distribuzione libera o allofoni del fonema /r/ in italiano ◦ Varian: combinatorie o contestuali: varian: fone:che di un fonema imposte dal contesto ar:colatorio/ sintagma:co (dai traE dis:n:vi ar:colatori del fonema che precede o segue; es. nasali) ◦ Non dipendono dalle abitudini del parlante (non sono un faSo di parole, ma di langue), e i loro traE ar:colatori dipendono dal fono/fonema che le precede/segue. La loro distribuzione è deSa complementare Ex. /n/  contesto velare [ŋ]; contesto labio-dentale [ɱ] La nasale velare e la nasale labio-dentale non sono fonemi dell’italiano, ma varian: combinatorie del fonema nasale LA SILLABA Sillaba: unità prosodica organizzata intorno a un picco di intensità sonora Appar:ene al numero di fonemi che non hanno a che fare streSamente né con la fone:ca né con la fonologia, ma con i segmen: che devono essere prodoE in modo lineare È formata dai componen:: aSacco + rima (nucleo, coda) Il nucleo è sempre (o quasi) un VOCOIDE (+ sonorità) Sillaba aperta: CV (= consonante, vocale) o CVV Sillaba chiusa o implicata: CVC(C) I DITTONGHI o Il diSongo è un gruppo di due vocali consecu:ve all’interno di una stessa sillaba o Una delle due vocali è sempre o una [j] o una [w], corrispondente – a seconda della posizione nel gruppo – a una semiconsonante o a una semivocale Si dicono diSonghi ascenden: i gruppi in cui la [j] o la [w] si trovano in prima posizione (semiconsonante). Es. Duemila, suicida [swi.ˈci.da]; Schiena, Piano [ˈpja.no] Si dicono diSonghi discenden: i gruppi in cui la [j] o la [w] si trovano in seconda posizione (semivocali). Es. Zaino, Foiba [ˈdzaj.no]; Laura, Europa [ˈlaw.ra] LO IATO Lo iato è la sequenza di due vocali che sono nucleo di due sillabe, bisogna saper sillabare. Es. ba.u.le, mo.i.ne, pi.o.li Fenomeni soprasegmentali con valore fonologico Accento intensivo o dinamico/musicale o melodico 23 Lunghezza o durata vocalica Tono Accento intensivo o dinamico Aumento dell’intensità della voce (forza di emissione) nella pronuncia di una sillaba, con cui si dà a tale sillaba maggior rilievo rispeSo alle altre della stessa parola Sillaba accentata = tònica Sillaba senza accento = àtona Lingue ad accento fisso (es. francese, ceco, dialeE seSentrionali) Lingue ad accento mobile (es. italiano): o sull’ul:ma sillaba = parole tronche, o ossitone (es. ciSà, giù, qui) o sulla penul:ma = parole piane o parossitone (es. determina:) o sulla terzul:ma = parole sdrucciole o proparossitone (es. cavolo) o su sillabe preceden: alla terzul:ma (spàzzolano, lèvatelo) In italiano è tra i fenomeni sovrasegmentali che hanno valore fonologico L’accento mobile può individuare coppie minime, e cambiare il significato: o àncora /ˈaŋkora/ e ancòra /aŋˈkora/ o càpitano /ˈkapitano/, capitàno /kapiˈtano/, capitanò /kapitaˈno/ o par: /ˈpar:/ e par- /parˈ:/ Accento musicale o melodico Aumento dell’altezza della voce (tono melodico, pitch) nella pronuncia della vocale della sillaba prominente La vocale tonica non riceve solo una maggiore intensità ma anche un innalzamento della frequenza di esecuzione. Alcune lingue aumentano anche la frequenza dell’onda sonora e di conseguenza l’altezza della nota, il tono. Es. La:no classico e greco Es. Svedese, Norvegese, Serbo-Croato Tono Per tono si intende il pitch con cui una sillaba viene pronunciata nelle lingue in cui questa è un traSo per:nente: lingue tonali Tonemi Cinese Mandarino: 4 toni La sillaba "ma", se pronunciata col primo tono, mā, può significare "mamma" (妈); se pronunciata col secondo tono, má, può significare "canapa" (麻); se pronunciata col terzo tono, mǎ, può significare "cavallo" (⻢); se pronunciata col quarto tono, mà, può significare "insultare" (骂) Lunghezza o durata La lunghezza delle consonan: ha valore dis:n:vo in italiano o Es. mole /ˈmɔle/ e molle /ˈmɔlːe/ La lunghezza vocalica non ha invece valore fonologico o Si traSa di un fenomeno legato al contesto: 24 o Sono sempre lunghe le vocali che si trovano in sillaba aperta tonica, tranne che in fine di parole, mentre sono brevi tuSe le altre o [ˈmɔːle] vs. [ˈmɔlːe] Esercitazione: Dire se le seguen: coppie di parole cos:tuiscono in italiano una coppia minima; in caso di risposta posi:va, indicare quali fonemi sono in opposizione nella coppia: Cina/china --> sì, fonema occlusivo velare sordo e affricata postalveolare sorda Forte/corte --> no, una è medio-bassa una è medio-alta Pascià/papà --> no, i fonemi palatali normalmente sono doppi nel contesto intervocalico Pala/palla --> sì, si oppongono per il traSo di lunghezza consonan:ca Bari/bachi --> sì, vibrante dentale alveolare e occlusiva velare sorda Toghe/toglie --> sì, ci sono in entrambe 4 fonemi Fusto/busto --> sì Zero/pero --> no, ci sono fonemi che si oppongono ad altri due fonemi MaSo/gaSo --> sì Anello/agnello --> sì (?), i fonemi palatali normalmente sono doppi nel contesto intervocalico Pesci/peschi --> ambiguo dipende dall’apertura vocalica di pesca: in ogni caso in entrambi è no Giacca/fiacca Ghiri/giri Taglio/tarlo Chini/:ni Cosa/caso Legno/lego Doccia/doppia Tazza/pazza Piove/Giove Va/fa Pesca/pesca Luglio/loglio foto/voto fino/vino fede/vede faro/varo fermi/vermi feSa/veSa 25 foglia/voglia fiale/viale foce/voce Schianta:/spianta: Scia/spia quan:-Chian: caldo-scaldo Individuare almeno una coppia minima per ciascuna delle seguen: opposizioni in italiano: /t/ ∼ /d/ /a/ ∼ /u/ /s/ ∼ /m/ /k/ ∼ /p/ /tʃ / ∼ /dʒ/ /ʃ/ ∼ /f/ Quale delle seguen: differenze fone:che NON svolge una funzione dis:n:va in italiano? a. Approssimante palatale/approssimante labiale o velare b. Contoide nasale alveolare/ contoide nasale bilabiale c. Contoidi brevi/ contoidi lunghi d. Vocoide aperto anteriore/vocoide aperto posteriore e. Vocoidi chiusi/ vocoidi aper: f. Vocoide centrale basso/ vocoide anteriore medioalto g. Contoide nasale palatale/occlusiva bilabiale sorda h. Contoide vibrante alveolare/approssimante palatale i. Contoide nasale bilabiale/occlusiva dentale sorda j. Vocoide posteriore chiuso/vocoide posteriore semichiuso Quan: e quali fonemi sono presen: in queste parole? Sciocco, ieri, sciame, chiuso, cancrena, ciglio, aglio, occhio, angelo, agnello, uovo, infaE MORFOLOGIA Definizione: Livello di analisi linguis:ca che studia/Livello struSurale della lingua che riguarda: la forma (o meglio struAura) della parola Unità di base della morfologia: morfema Unità di formazione della morfologia (o meglio della morfosintassi): parola MORFEMA = unità minima di PRIMA ARTICOLAZIONE, dotata di significato autonomo, con una funzione precisa, scomponibile in unità di seconda ar:colazione (fonemi) non dotate di 26 significato autonomo, e riassemblabile con altri morfemi per formare altre parole Es. La parola ‘gaSo’ prima di essere considerata come parola può anche essere considerata da due blocchi linguis:ci fondamentali: ‘gaS’ e ‘o’ Non tuSe le lingue organizzano la morfologia nella stessa maniera. Il morfema, a differenza del fonema, è dotato di un significato autonomo. Il fonema non è l’unità minima di significato: i fonemi sono dei bloccheE in astraSo che hanno la funzione di combinarsi per arrivare a formare le prime unità di significato ovvero i morfemi. La morfologia unisce significante e significato, nella fonologia non c’è significato --> I fonemi sono scomponibili in unità di seconda ar:colazione, non sono dota: di significato. Invece i morfemi assemblabili nella prima ar:colazione formano delle altre parole Es. La parola ‘dentale’ può essere scomposta in tre morfemi diversi: 1. {dent} ‘organo di masOcazione’ --> Ha un significato, nella nostra immagine si manifesta l’immagine dei den: 2. {al} ‘aggeZvo relaOvo a’ --> Quando dico ‘al’ in combinazione con ‘dent’ penso a qualcosa di rela:vo ai den: (la ‘e’ di ‘dente’ no); es. ‘igiene dentale’ e ‘igiene in:ma’ sono due cose diverse 3. {e} ‘singolare’ --> Indica il numero singolare di quello espresso prima Prova di commutazione Dent – al – e Per riconoscere i confini di un morfema in una data parola, si confronta quest’ul:ma con forme simili che contengano o il morfema interessato o gli stessi altri morfemi ad esso lega: nella parola data, e si verifica se i morfemi sono uguali per significato, funzione e posizionamento Criteri di classificazione di un morfema: 1.Significato Significato lessicale (base lessicale)  Sono quelli che hanno un significato rela:vo a un conceSo di un referente del mondo esterno (= conceSo preso dalla linguis:ca metafisica; si intende la nostra nostra rappresentazione delle cose che avvengono enlla nostra mente, è un piano mentale, posso avere come referente anche un pensiero) Significato gramma:cale  Sono quelli che hanno un significato totalmente linguis:co, che vivono all’interno della lingua, ovvero le funzioni linguis:che; sono delle parole o morfemi che servono a far funzionare le lingue, senza non le potremmo u:lizzare 2.Funzione/valore Espressione di valori per categorie morfologiche (m. flessivi)  Ci sono una serie di categorie che nella nostra lingua sono espresse proprio dai morfemi flessivi (es. per numero, genere, persona, tempo, ecc.) Funzione di ricategorizzazione della parte del discorso e/o di formazione di nuove parole (m. derivazionali)  Servono per esempio per formare un aggeEvo a par:re da un nome o da un avverbio Espressione di modificazioni di valutazione/maniera/modo, ecc.  Potenzialità 3.Posizione 27 Affissi, infissi, circonfissi + base lessicale  Possono intervenire rispeSo alla base centrale con un elemento antecedente o posteriore It. –abil–  1.Significato gramma:cale; 2.Funzione derivazionale, formano aggeEvi da verbi con valore di potenzialità; 3.Suffisso Tipi di morfemi: Per significato e funzione Morfemi lessicali o radici: Dota: di significato referenziale, con la funzione di denotare un’en:tà del Mondo Esterno Sono una classe aperta (come il lessico) --> Avendo a che fare con il lessico possono arricchirsi di nuovi componen: o perderli; è la parte della lingua che si rigenera Morfemi gramma:cali: Dota: di significato gramma:cale, totalmente linguis:co, esistente solo internamente al sistema lingua, con la funzione di far funzionare la lingua Sono una classe chiusa (ho solo un tot di modi per far funzionare una lingua): o derivazionali o deriva: --> che creano nuove parole regolandone la formazione o flessivi --> che danno luogo a forme di una parola regolandone l’aSualizzazione nella frase, quindi anche l’interazione con le altre parole Es. ‘fangoso’ Morfema lessicale: fang-  Morfema derivazionale: -os- NOME -------> AGGETTIVO  Morfema flessivo: -o  GENERE MASCHILE, NUMERO SINGOLARE Alcune lingue funzionano in modo diverso dall’italiano. Ad esempio il cinese non ha morfemi derivazionali, flessivi ecc. perché è una lingua isolante: iden:fica ogni parola con un’informazione del significato, quindi ogni morfema è iden:ficato con una parola (cambia il conceSo di parola) Cinese Mandarino (lingua isolante): 我想去喝⽔ wǒ xiǎng qù hē shuǐ ‘Vorrei andare a bere dell’acqua’ Il cinese separa le parole e u:lizza una parola per dire ‘io’, una ‘volere’, ‘andare’, ‘bere’, ‘acqua’ Yupik (lingua polisinte:ca): Tuntussuqatarniksaitengqiggtuq Tuntu –ssur –qatar –ni –ksaite –ngqiggte –uq Renna -caccia -FUT -dire -NEG. -ancora -3SG.IND. ‘Non aveva ancora deSo che sarebbe andato a caccia di renne’ No:amo che c’è un morfema che esprime il tempo futuro, uno per la negazione, ecc. Es. ‘essere malato’ e ‘malaEa’ si dicono nella stessa maniera Classificazioni alterna:ve – Ci sono diversi :pi: Parole contenuto (o parole piene): la cui funzione è riferirsi ad un referente, o contenuto Parole funzione (o parole vuote): la cui funzione è far funzionare la lingua 28 Es. Ar:coli, preposizioni, congiunzioni Cinese Mandarino 我想去喝⽔ - wǒ xiǎng qù hē shuǐ - ‘Vorrei andare a bere dell’acqua’ Parole a metà tra contenuto e funzione (piene/vuote): dei\ci  Servono per far andare avan: il discorso e sono parzialmente definite dal significato referenziale (es. ‘io’, ‘mia mamma’, ‘qui’ hanno un significato diverso se lo pronuncia una persona o un’altra) o Morfemi liberi (m. lessicali): sono autonomi o Morfemi lega1 (m. gramma1cali): non possono mai comparire in isolamento, ma sempre in congiunzione con altri morfemi (lega: a una base lessicale) Per posizionamento: Affissi prefissi base lessicale suffissi Circonfissi (non riguarda l’italiano, ma ad esempio il tedesco) ge base lessicale -t (gelernt) MORFO = componente del significante (variante) legato al significato del morfema ALLOMORFO = variante formale del morfo (nello stesso sistema) Es. Morfema (fenomeno di ‘langue’)  Ha funzione di Negazione a livello astraSo (è la negazione verbale) Morfo (fenomeno di ‘parole’)  it: non; eng: not; fr: ne... pas; ted: nicht (è la variante) Es. Morfema  ven- ‘venire’ (si lega al significato di venire) Allomorfi  vien-; veng-; venn-; verr- (variazioni delle varian: del significante, cambia la forma non il significato) Martedì 13.02 SCOMPOSIZIONE in morfemi ANTIFASCISMO Es. -ANTIFASCISMO- Par:re da individuare la base lessicale o Suffisso Suffisso Prefisso Radice radice = morfema che dal punto di vista del (derivazionale) (flessionale) anti- fasc- significato porta all’interno del discorso il -ism- -o conceSo di un elemento dell’esterno e a livello di posizionamento è centrale (con possibili prefissi e suffissi) ◦ -fasc-  Base lessicale. Viene in mente l’immagine di ‘fascio, fasci’ ◦ -ism-  Suffisso derivazionale (si trova subito dopo la radice). ◦ -o  Suffisso flessionale. Marca il genere maschile e il numero singolare (alterna:va: an:fascismi) ◦ an:-  Prefisso (morfema derivazionale, crea nuove parole). Ha significato di negazione, opposizione -APPROPRIATAMENTE- ◦ propri-  Radice. Indica possesso, ciò che mi appar:ene ◦ ap-  Prefisso. Allomorfo (assimilazione progressiva, il fono regredisce mangiando quello precedente) 29 ◦ -ata-  Suffisso derivazionale (aggeEvale, crea un aggeEvo verbale) APPROPRIATAMENTE ◦-mente  Suffisso derivazionale (deve essere un aggeEvo che Prefisso Radice Suffisso (derivazionale) Suffisso (derivazionale) porta la forma di un abla:vo femminile per accordarlo a –mente, ap- propri- -ata- -mente che nel tempo ha subito un processo di gramma:calizzazione; MAI -ment-, -e!!!) -LACRIMEVOLE- ◦ lacrim-  Radice ◦ -evol- LACRIMEVOLE  Suffisso derivazionale ◦-e  Suffisso flessionale Radice Suffisso Suffisso lacrim- (derivazionale) (flessionale) -RISISTEMAZIONE- ◦ -sistem-  Radice risistemazione ◦ri-  Prefisso. Ha valore di ripe:zione Prefisso Radice Suffisso Suffisso ri- sistem- (derivazionale) (flessionale) ◦-azion-  Suffisso derivazionale. Indica un processo ◦-e  Suffisso flessionale -INGINOCCHIARSI- ◦ -ginocchi-  Radice inginocchiarsi ◦in-  Prefisso. Indica ingresso Prefisso Radice Suffisso S. ◦-ar-  Suffisso flessionale In- Ginocchi- (flessionale) (flessionale) ◦-si  Suffisso flessionale. Riflessivo -PIANOFORTE- (parola composta, ha due radici) ◦ piano-  Radice pianoforte ◦-fort-  Radice Rad. Rad. S. (fless.) piano- fort- -e ◦-e  Suffisso flessionale Altri es: postprandiale, mone:zzabile, credevo, immancabilmente, scordato, accumulatore, retroboSega, an:camera, presidenziale, salvapano, arrotondamen:, rimboschimento, passaporto, ingius:fica:, motoraduno, ripescaggio, risvegliandosi, sbucciatura, dietro, zia, preannunciai, riespatriare, autoritario, inserzionis:, virtù, manterremo, disapprovazione, incapacità, disinteressamento, sconfortante, umanitarismo, illeggibile, affamato, territorialità, an:eroe, insolubile, an:pasto, scribacchino, subappenninico, ecceSua:vo, zoo, tendenzioso, incontentabile, riallineamento, assediare, benestante, automedicazione 30 CATEGORIE MORFOLOGICHE (del nome e del verbo) NOME  Genere, Numero, Caso, Definitezza, Possesso VERBO  Tempo, Modo, AspeSo, Transi:vità, Valenza, Ak:onsart, Diatesi, Persona Marcatezza e gramma:calizzazione Alcune operazioni mentali fondamentali e frequen: si traducono in significa: codifica: dalle lingue In alcune lingue diventano categorici e devono essere espressi: categorie morfologiche Espressione (a livello del significante) del valore di una determinata categoria morfologica: marca Es. Possesso inalienabile per i termini dei familiari in italiano non marca: dall’ar:colo Gramma1calizzazione = processo per cui un elemento lessicale perde il significato lessicale e ne assume uno gramma:cale, entrando a far parte della gramma:ca Es. Lat. lentā mentē ‘con mente lenta’ a in italiano lentamente ‘in modo lento’ Es. marca di definitezza e possessivi inalienabile in italiano Prendiamo come riferimento il futuro re d’Inghilterra William. Per chiamare Kate dice ‘mia moglie’, non ‘la mia moglie’; lo stesso per i figli, la nonna, il padre. Invece, quando deve parlare della moglie del padre dice ‘la moglie del padre’ o quando Kate non era ancora sua moglie diceva ‘la mia ragazza’ Questo perché in questa maniera noi marchiamo un possesso che simbolicamente è vicino a noi, ci caraSerizza come membro della famiglia e non possiamo perdere L’arbitrarietà (ricordare ‘bois’ in francese, in italiano tre parole diverse) Yupik = lingua eschimese an:ca. Esempio per far capire i livelli di arbitrarietà: ci sono lessemi diversi per dire ‘neve’ a seconda del :po di neve L’arbitrarietà rappresenta la nostra maniera di categorizzare, la quale è estremamente influenzata dall’ambiente e dalla cultura che ci circonda (operazione parzialmente cerebrale e antropologica). Per un eschimese la neve è un elemento fondamentale, quindi parlando ha necessità di categorizzarsi TuSo ciò non succede solo con i lessemi ma anche con le categorie morfologiche: 1.GENERE 31 Una delle categorie che più ci rivela i meccanismi di categorizzazione della mente/di una cultura/società. È un modo di categorizzare, è una mo:vazione. In italiano abbiamo deciso il maschile e il femminile, altre lingue hanno anche il neutro. Questa differenziazione per sesso è limitata soltanto per soggeE anima:, razionali e umani. TuSo il resto lo collechiamo comunque in maschile o femminile, però questa è un’operazione che ha delle altre basi che non sono seman:che Uno dei libri più interessan: rispeSo al genere è “Women, Fire, and Dangerous Things. What Categories Reveal about the Mind” di George Lakoff, linguista cogni:vo. Scrive a par:re dai da: colleziona: negli anni ’80 dal linguista Dixon della lingua dyrbal ancora mai documentata di una popolazione aborigena dell’Australia CorbeS (1991) scrive che questa lingua ha 4 generi: Nel numero 1 ci sono sopraSuSo donne e cose pericolose. Questa è una base seman:ca che ci dice qualcosa della cultura da cui deriva questa lingua Nella classe di genere 2 troviamo umani maschi e anima: non umani, mol: animali La terza classe indica cibo non-carne. Questo ci fa capire che nella loro cultura c’è una differenziazione importante tra cibo carne e cibo non-carne La quarta categoria indica residuo. I lessemi vengono ricategorizza: all’interno dei generi per mo:vazioni fonologiche Criteri di assegnazione di genere nelle lingue (CorbeS 1991). I generi nel mondo sono di 3 :pi: 1. Puramente seman:co  Es. lingua tamil (sud-est dell’India). Soltanto gli dei e gli uomini sono nel primo genere maschile, nel secondo femminile sono dee e donne, tuSo il resto è neutro 2. SopraSuSo seman:co  Es. lingua dyrbal. Solo il residuo viene ridistribuito per mo:vi fonologici 3. Formale morfologico o fonologico  Es. lingua russa, italiana. Morfologico su nucleo seman:co secondo genere differenziabile sessualmente. Se una parola non ha caraSeris:ca umana che capire se il genere è maschile o femminile guardiamo :picamente il morfema flessivo (ci sono delle eccezioni, es. ‘poeta’) Sistema di genere russo Criterio seman:co --> devo guardare la flessione Criterio morfologico (per residuo) Le lingue bantu sono delle lingue agglu:nan:. La loro morfologia impiega primariamente l'agglu:nazione: le parole sono cos:tuite dall'accostamento di più morfemi che ne determinano il significato, ma tali morfemi rimangono invaria: dopo essere sta: uni: fra di loro Ogni nome appar:ene a una classe. Ogni volta che io u:lizzo un nome devo 32 marcarlo con la marca di genere. TuSe le parole concordate (ar:coli, nomi, verbi) portano la stessa marca. Il pronome è diverso. ASribuzione morfologica e seman:ca Swahili e lingue bantu. CorbeS 1991: 43 Swahili: Kikapu kikubwa kimoja kilianguka 7Basket 7large 7one 7fell ‘One large basket fell’ Altre lingue si sono organizzate u:lizzando i classificatori = parole o morfemi lega: che classificano i nomi in base a delle proprietà del loro referente (base seman:ca). Anziché essere sempre presen: sul verbo come per le lingue bantu, compaiono soltanto normalmente in corrispondenza dei numerali Kuuk Thaayorre (lingua Australiana) Minh On.meat mungka-rr cl(carne) carne in laEna(acc) mangiare-pst.pfv ‘[loro] hanno mangiato carne in laEna’ 2.NUMERO Le lingue esprimono opposizioni conceSuali improntate sulla differenza «uno « e «non uno» Tipicamente l’opposizione è nei valori di singolare «un referente» / plurale «gruppo di referen:» Alcune lingue hanno la differenziazione più soEle rispeSo a singolare e plurale: duale «due referen:», triale «tre referen:», paucale «pochi referen:» Es. Duale --> Russo: sg. glas ’voce’, duale glasova ’due voci’, pl. glasovi ’più di due voci’ Triale --> Biak: sg. ibiser ’lui ha fame’, duale subiser ’loro due hanno fame’, trial skobiser ’loro tre hanno fame’, pl. sibiser ‘loro hanno fame’ Paucale --> Walrpiri: sg. karli ‘boomerang’, paucale karlipatu ’un po’ di boomerang’ Alcuni :pi di referen: possono essere associa: di default con un valore di numero gramma:cale (in italiano dal punto di vista seman:co non abbiamo solo singolare e plurale): Singolare di massa/Singolare colle\vo Tipo speciale di singolare. Ha a che fare anche con una classificazione di genere, e si applica a nomi che usano il singolare per descrivere - (colleEvo) un set di oggeE; es. foresta, pagliaio, umanità, folla, gente, squadra, sciame, gruppo. Si possono anche fleSere - (massa) una sostanza che non è conceSualizzabile come proto:picamente concreta, singolabile, indivisibile e cos:tuita da par: più piccole. Non si possono fleSere per numero veramente (es. ‘masse’) Pluralia tantum Tipo speciale di plurale. Usato in riferimento a referen: singoli che sono caraSerizza: da una proprietà plurale. Es. Pantaloni, forbici, mutande (hanno due gambe, non sono veramente doppi) N.B. ASenzione alla flessione di nomi per alcune par: del corpo, utensili, furnitures, fruSa e verdura! Es. labbro - labbra, dito - dita, braccio - braccia, arancio - arancia Numero inverso Non-default per dei nomi par:colari. Marca di numero che marca un numero rela:vamente a una categoria che noi non ci aspeEamo di vedere, non è di default 33 Es. Kiowa: ę́:dè sân khópdɔ́: “Questo bambino è malato.” (default, sg.) --> ‘Bambino’ è di default o singolare o duale ́:dè sân ę̀khópdɔ́: “Ques: due bambini sono mala:.” (default, duale) ę́:gɔ̀ są̂:dɔ̀ èkhópdɔ́: “Ques: bambini sono mala:.” (inverso, pl.) --> Se dico ‘tan: bambini’ aggiungo marca dedicata Martedì 20.02 3.CASO Caso gramma:cale – La categoria di caso meSe in relazione la forma del nome con la funzione sintaEca che il nome (o meglio il sintagma nominale) svolge nella frase. In italiano abbiamo sos:tuito i casi con le preposizioni (per economia linguis:ca). I nomi possono essere marca: in base ai seguen: casi: abessivo, abla1vo, assolu:vo, accusa1vo, alla:vo, benefaEvo, causa:vo, comita:vo, da1vo, dela:vo, ela:vo, equa:vo, erga:vo, essivo, geni1vo, illa:vo, inessivo, la:vo, loca:vo, nomina1vo, par::vo, prola:vo, strumentale, superessivo, transla:vo, voca:vo  5 sistemi di allineamento: organizzazione di sistemi di casi L’allineamento dei sistemi di casi Lingue nomina:vo-accusa:ve: sistemi orienta: sinta\camente ▪ I casi nomina:vo e accusa:vo marcano rispeEvamente le funzioni sinta\che di soggeAo (:picamente l’agente della frase) e oggeAo (:picamente il paziente della frase) Es. La:no (funzione sintaEca di soggeSo, di oggeSo) Diatesi aEva: ‘La maestra ascolta la ragazza’ Magistră audit puellam Maestra.NOM. Ascoltare.3sg.IND.PRES.Ragazza.ACC. Diatesi passiva: ‘La ragazza è ascoltata dalla maestra’ Puellă auditur a magistrā Ragazza.NOM. Ascoltare.3Sg.IND.PRES.PASS. da maestra.ABL. Lingue erga:vo-assolu:ve: sistemi orienta: seman1camente ▪ I casi erga:vo e assolu:vo marcano rispeEvamente i ruoli seman:ci (ruoli tema:ci) di agente della frase e paziente della frase Es. Basco (Spreng 2016) Diatesi aEva: ‘Peter kisses Molly’ Piita-up Maali kunik-taa Piita-ERG Maali-abs kiss -part,3sg/3sg Diatesi passiva: ‘Molly was kissed by Peter’ Piita-mit Maali kunik-ta -u -vuq Piita-abl Maali-abs kiss -pass-be-ind,3sg 4.DEFINITEZZA La definitezza è una categoria pragma:ca (non riguarda la seman:ca, bensì la disposizione del discorso) che riguarda la gramma:calizzazione dell’iden:ficabilità o non-iden:ficabilità del referente da parte di un miSente o del ricevente di un enunciato. Marcano quando un referente è inserito nel discorso non per la prima volta (uso anaforico). Marche linguis:che: 34 - ar:coli - affissi con funzione di ar:coli Uso di marche di definitezza: Uso anaforico  C’era una volta una strega caEva. La strega viveva in una casa di marzapane… Uso deiEco  Questa strega, quella strega….  la strega Per ‘kind-referring’ (si riferisce al :po di referente)  Il leone è un animale nobile Unicità  Il re d’Inghilterra è pelato Bridging uses  L’ospedale mi meSe l’ansia/ Vado all’ospedale 5.TEMPO Il tempo è una categoria morfologica verbale che deiEcamente si riferisce al tempo dell’evento o stato denotato dal verbo rispeSo ad altri pun: temporali di riferimento Tempo assoluto: si riferisce ad un tempo rispeSo al momento di enunciazione; es. presente, futuro, passato Es. He lel two hours ago. Tempo rela1vo: si riferisce ad un tempo rispeSo ad un punto di riferimento determinato dal contesto, al di là della relazione di quest’ul:mo con il momento di enunciazione Es. Walking in the woods, he saw a squirrel. (Non lo specifico rispeSo al momento dell’enunciazione) Modalità e modo del verbo La modalità è un aspeSo della forza illocu:va (= effeSo che il parlante vuole raggiungere aSraverso l’enunciazione) segnalato tramite marche gramma:cali (modi del verbo), i modi del verbo esprimono la modalità, che esprime: ❖ L’intento del parlante (o punto illocutorio) ❖ Il livello di impegno (= coinvolgimento) del parlante nei co

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