LEZIONE 10 - ISTOLOGIA ED EMBRIOLOGIA PDF
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Magda Mauceri
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These are lecture notes on histology and embryology. The text covers various topics such as different cell types within the body and their functions, along with descriptions. Contains various diagrams and images within.
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ISTOLOGIA ED EMBRIOLOGIA - LEZIONE 10 Sbobinatore 1: Magda Mauceri Sbobinatore 2: Gloria Mineo Revisionatore: Alessandro Modesto Professore: Giampiero La Rocca Data lezione: 12/11/2024 INDICE 1. EPITELIO CILINDRICO SEMPLICE.............................................................................
ISTOLOGIA ED EMBRIOLOGIA - LEZIONE 10 Sbobinatore 1: Magda Mauceri Sbobinatore 2: Gloria Mineo Revisionatore: Alessandro Modesto Professore: Giampiero La Rocca Data lezione: 12/11/2024 INDICE 1. EPITELIO CILINDRICO SEMPLICE........................................................................................................ 1 2. EPITELIO CILINDRICO STRATIFICATO................................................................................................ 3 3. EPITELIO PSEUDOSTRATIFICATO......................................................................................................... 3 4. EPITELIO DI TRANSIZIONE.................................................................................................................... 4 5. EPITELI SECERNENTI.............................................................................................................................. 5 6. GHIANDOLA ESOCRINA.......................................................................................................................... 5 7. GHIANDOLA ENDOCRINA...................................................................................................................... 6 8. DIFFERENZA TRA CELLULE A SECREZIONE ENDOCRINA E CELLULE A SECREZIONE......... 6 ESOCRINA........................................................................................................................................................ 6 9. SISTEMA NEUROENDOCRINO................................................................................................................ 7 10. SISTEMA NEUROENDOCRINO DIFFUSO............................................................................................. 7 11. IL SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE MORFOLOGICO TOPOGRAFICO............................................ 8 12. IPOFISI O GHIANDOLA PITUITARIA.................................................................................................. 10 13. CELLULE FOLLICOLO STELLATE...................................................................................................... 14 14. IPERPLASIA FISIOLOGICA DELLE CELLULE A PROLATTINA...................................................... 14 15. REGOLAZIONE DELLA SECREZIONE DELL ADENOIPOFISI......................................................... 15 1. EPITELIO CILINDRICO SEMPLICE L’epitelio cilindrico semplice è un epitelio che si organizza in cellule colonnari disposte in monostrato. Tutte le cellule assumono una conformazione colonnare anche se poi possono assumere delle caratteristiche diverse dal punto di vista funzionale. Le cellule colonnari appaiono fortemente polarizzate, più delle altre cellule. Esse, infatti, hanno un’organizzazione specifica delle loro strutture intracellulari, con i nuclei raggruppati nel versante basale. L’epitelio cilindrico semplice è molto diffuso: lo presentano diversi tratti del riproduttivo femminile, la generalità dell’utero tranne la cervice uterina, la tuba uterina. Ma mentre l’epitelio dell’utero è semplice, la tuba uterina presenta un epitelio cilindrico semplice ciliato. Ci saranno cellule ciliate e non ciliate che faranno cose differenti, come la metà sottodiaframmatica dall’apparato digerente fino alla regione che definiamo canale anale e corrisponde con l’apertura anale e internamente ha un certo sviluppo in lunghezza, lungo qualche centimetro. Nello sviluppo del canale anale si ha la transizione fra l’epitelio cilindrico semplice presente a livello rettale e l’epitelio pavimentoso pluristratificato cheratinizzato presente nell’epidermide dell’apertura anale (transizione da cilindrico semplice a pavimentoso pluristratificato e cheratinizzato). In questo caso non c’è una linea di demarcazione, la transizione è “addolcita “, il cilindrico si stratifica e cambia la forma delle cellule e si evita un brusco passaggio in una regione delicata rispetto alla regione cardinale in cui una transizione netta è accettabile. Siamo di fronte quindi a modi differenti, in uno stesso apparato, di gestire la transizione fra due epiteli. Dove si trova? Nel rivestimento interno della colecisti, l’organo in cui viene depositata la bile prodotta dal fegato. Le cellule sono colonnari (o cilindriche) e non semplicemente cubiche, perché nonostante non ci sia bisogno di uno spessore maggiorato, esse sono in grado di interagire con la bile e di rimodularla (ed è proprio questo che, nei casi più sfortunati, provoca la formazione dei calcoli renali). Nella tuba uterina, dove presenta, oltre all’epitelio cilindrico standard anche l’alternativa ciliata. Mentre le cellule ciliate aiutano, con la loro vibrazione, il transito dei gameti, così come quello dell’embrione durante la prima settimana dello sviluppo embrionale, quelle non ciliate secernono amminoacidi e zuccheri, che nutrono l’embrione nei primi stadi dello sviluppo, quando ancora non ha preso contatto con l’ambiente materno. In alcuni dotti escretori di ghiandole; ad esempio, nelle ghiandole salivari, dove il dotto, si va a fondere con l’adenomero (la parte secernente della ghiandola), in quanto anche queste cellule solitamente producono qualche secreto secondario. Nella parte sottodiaframmatica del tubo digerente (dal cardias all’ano), con le differenti specializzazioni: nell’intestino tenue le cellule cilindriche (chiamate enterociti) presentano delle estroflessioni, ossia i microvilli, deputati all’assorbimento, che nelle cellule cilindriche dello stomaco (dove l’assorbimento è minore rispetto all’intestino) non sono presenti (anche a causa della presenza del muco prodotto dalle cellule gastriche che non ne permette il corretto funzionamento). 2. EPITELIO CILINDRICO STRATIFICATO È piuttosto raro, infatti lo troviamo perlopiù in zone di transizione tra un epitelio ed un altro e quindi in aree ristrette del nostro corpo. Dove si trova? Nell’epiglottide, composta non come nella laringe da cartilagine ialina, ma da cartilagine elastica. Nel canale anale, ossia dal retto all’apertura anale, dove è necessaria una transizione da cilindrico semplice a cilindrico stratificato, ottenendo così un ulteriore strato “protettivo” che andrà a contatto con l’esterno. Nei condotti escretori delle ghiandole salivari e lacrimali. Nella regione del fornice congiuntivale (nell’ occhio) 3. EPITELIO PSEUDOSTRATIFICATO È un epitelio che appare stratificato perché appaiono più file di nuclei e quindi viene comunemente definito “pluriseriato” proprio per questo motivo, ma nella realtà dei fatti stratificato non è. Ogni cellula tocca la membrana basale e quindi ci sono semplicemente cellule più piccole cubiche e cellule più grandi cilindriche. Quelle che arrivano all’apice sono tutte cilindriche, dunque, la denominazione è cilindrica; pseudostratificato perché non ha una vera stratificazione. Dove si trova? L’apparato respiratorio è la sua localizzazione principale, per cui una grande parte della mucosa che riveste le vie aeree superiore e inferiori e costituta da questo tipo di epitelio cilindrico stratificato ciliato muco secernente. Nell’epididimo dove abbiamo le stereociglia, cioè, strutture di assorbimento che intervengono nella composizione del liquido seminale. 4. EPITELIO DI TRANSIZIONE È un epitelio che è in grado di transitare tra due stati diversi: lo stato rilassato e lo stato disteso. È un epitelio composto, quindi la morfologia delle cellule non ci permette di andare a una delle classificazioni che abbiamo fatto in precedenza, perché le cellule tra l’altro variano la loro morfologia a seconda dello strato di transizione dell’organo. Le cellule superiori sono cellule a ombrello, le cellule allungate sono cellule a clava, le cellule in basso sono le cellule basali. Viene comunemente chiamato urotelio perché riveste le vie urinifere, che sono tutte quelle vie che porteranno l’urina al di fuori del nostro corpo. È presente nelle vie urinarie, dai calici renali in giù. In stadi diversi a seconda di quello che è lo stato di tensione dell'organo o stato di riempimento dell'organo, sia esso calice, uretere o vescica. Si possiamo trovare in una forma rilassata e in una forma stirata. Nella forma distesa quello che cambia è il numero di stati, perché cambia il modo delle cellule non solo di modificare la loro morfologia individuale, ma la loro posizione negli strati. È un epitelio composto al 100%, non ci sono dubbi di classificazione, l'unico parametro che non definiamo è la forma delle cellule, perché ce ne sono troppe, differenti anche nella forma e inoltre in questo epitelio abbiamo delle proteine di membrana particolari che non troviamo altrove, che sono le cosiddette uroplachine che creano degli aggregati di forma tridimensionale esagonale in maniera tale da creare una struttura proteica che diventa una vera e propria barriera impermeabile, connettono le cellule e fanno una sorta di effetto di impermeabilizzazione, si cambia la costituzione proteica della membrana plasmatica delle cellule. L'epitelio è dunque robusto, impermeabile e che genera cambi conformazionali che permette la transizione del numero degli strati. 5. EPITELI SECERNENTI Sono tessuti di origine e natura epiteliale che si specializzano nella produzione di un secreto quello che poi andrà a distinguere i vari tipi di epiteli secernenti sarà la loro localizzazione. Un epitelio secernente non è automaticamente ghiandolare, mentre un epitelio ghiandolare è automaticamente secernente. La cellula secernete della mucosa gastrica non sta in una ghiandola, perché lo stomaco non è classificato come ghiandola. Le ghiandole si formano sempre da tessuti epiteliali, e in particolare prima di esserci una cellula secernente c’è sempre stata una cellula di rivestimento. Quindi gli epiteli di rivestimento ad un certo punto dello sviluppo hanno deciso che in una certa regione si debba formare una cellula secernente. La membrana basale cambia perché le cellule si sviluppano su un piano diverso. Sono cambiati i piani di mitosi che, non sono più longitudinali ma sono diventati trasversali. Al fine della stratificazione invece di fare un’escrescenza abbiamo fatto una progressione verso il basso. Il connettivo sottostante condiziona l’epitelio poiché in certi punti si sono creati dei punti di invaginazione, in cui sono state deposte determinate molecole della matrice cellulare. Le cellule hanno avuto il permesso di invaginarsi all’interno del connettivo perché cominciasse lo sviluppo della struttura ghiandolare. Le ghiandole hanno origine da un epitelio che, nel corso dello sviluppo, a un certo punto ha cambiato i suoi piani di mitosi perché: finché deve fare solo rivestimento, il piano di mitosi è perpendicolare alla membrana basale e l’epitelio si deve solo allargare per l’accrescimento della parte del corpo; a un certo punto però l’epitelio comincia a fare delle mitosi anche parallele alla membrana basale, cioè, aumenta gli strati. Dunque, il risultato è che c’è una crescita o verso l’alto o verso il basso e quando avviene verso il basso, sappiamo che sotto l’epiteliale troviamo il connettivo, ed è proprio lui che deve acconsentire che avvenga questo processo altrimenti la crescita sarebbe stata verso l’alto. C’è sempre una doppia induzione tra i due tessuti. 6. GHIANDOLA ESOCRINA Si verrà a creare una ghiandola tubulare semplice, cioè un tubulo di cellule che comunicano ancora con l’epitelio che le ha generate. Questo cordone di cellule è diventato un tubicino perché uno dei processi di differenziamento per la formazione della ghiandola è la cosiddetta “cavitazione”, processo di formazione di spazi (canali) a partire da bolle che poi si sono unite tra loro. Evidentemente le cellule centrali sono andate in apoptosi programmata. Questa ghiandola formatasi è la più semplice ed ha un solo dotto escretore, però in realtà in essa si possono distinguere due diverse colorazioni di cellule perché il loro differenziamento ha cominciato a specificarsi. Le cellule rosa più grandi che si vedono sul fondo della ghiandola sono le cellule secernenti, che formano il cosiddetto “adenomero” che è la parte secernente della ghiandola esocrina. Tutte le altre cellule che non fanno secrezione e servono solo a portare il secreto verso l’esterno costituiranno il “dotto escretore”. 7. GHIANDOLA ENDOCRINA Quando invece si forma una ghiandola endocrina, siamo sempre in presenza di una ghiandola di origine epiteliale, però ciò che cambia è il destino finale, perché scompare ogni connessione con l’epitelio. La connessione è servita solo per portare le cellule all’interno, dopo di che queste cominciano a differenziarsi per poter produrre ormoni, i quali poi non vengono più veicolati sulla superficie epiteliale, ma saranno i vasi ematici a farsi carico della secrezione endocrina. La secrezione endocrina, infatti, non va mai a finire all’esterno. Il secreto delle ghiandole endocrine si chiama “ormone” e gli ormoni devono raggiungere il sangue, ma ciò non vuol dire che il sangue sia il bersaglio dell’endocrina, ma lo è il liquido interstiziale, liquido di comunicazione tra le cellule. Semplicemente il sangue si carica della veicolazione a lunga distanza. Dunque, la ghiandola endocrina prima secerne nel liquido interstiziale dove fa esocitosi del suo ormone, e dopo l’ormone passerà nel circolo venoso che lo porterà nella circolazione in generale. Nel caso in cui la ghiandola sia esocrina si manterrà sempre la connessione con l’epitelio, che sarà più o meno lunga in base a dove va a finire la regione adenomerica della ghiandola. Per esempio, ci sono ghiandole intraparietali, che rimangono, cioè, nella parete dell’organo che le ha generate e ghiandole extraparietali, che finiscono invece fuori dall’organo. Ad esempio, il fegato viene generato dall’intestino, dal duodeno a cui è connesso ancora tramite il coledoco, però poi è uscito dalla parete intestinale perché non c’era spazio e quindi è diventato un organo a sé stante. 8. DIFFERENZA TRA CELLULE A SECREZIONE ENDOCRINA E CELLULE A SECREZIONE ESOCRINA Le differenze sono parecchie, una tipica differenza che possiamo trovare è quella della polarizzazione DELL’attraversamento cioè una cellula esocrina è una cellula polarizzata come tutte le cellule epiteliali per cui il nucleo sarà spostato verso la parte basale e il citoplasma con gli organuli sarà nella parte apicale, la parte più prossimale della cellula sarà piena di specifiche secrezioni quindi la cellula esocrina è altamente polarizzata e viene attraversata dalle sostanze in maniera unidirezionale. Nella cellula endocrina invece vi è un’interfaccia bidirezionale. Troviamo poi: -Le cellule a secrezione paracrina, è una sottofamiglia dell’endocrina quindi la cellula rilascia il suo secreto nel liquido interstiziale, la differenza è che il bersaglio del secreto potrebbe essere la cellula vicina posta ad una o più cellule di distanza, quindi nello stesso tessuto. La stessa molecola spesso ha recettori anche altrove, quindi in base alla quantità di ormoni prodotta andrà anche nel sangue. Quindi è molto importante anche la quantità di ormoni prodotti. Ci sono ormoni prodotti in quantità trascurabile, come per esempio gli ormoni prodotti dall’ipofisi che fanno solo 2 centimetri di tratto di lunghezza perché vengono passati direttamente dall’ipotalamo all’ipofisi quindi le concentrazioni sono bassissime. Mentre gli ormoni ipofisari che girano nel torrente ematico sono molto più concentrati. - Secrezione autocrina, in cui il secreto non ha come bersaglio solo la cellula vicina ma anche la stessa cellula secernente, spesso i loop autocrini vengono sfruttati dalle cellule quando c’è già una trasformazione patologica, per cui le cellule tumorali e come se si producessero da soli i fattori di crescita anche se non arrivano attraverso il plasma in modo tale da aumentare il loro tasso replicativo, cioè, cambia proprietà di tipo fisiologico. Il termine loop indica il circolo vizioso della cellula che continua difatti a stimolare sé stessa. 9. SISTEMA NEUROENDOCRINO Gli epiteli secernenti endocrini andranno a formare un insieme di strutture che vengono largamente classificate come sistema endocrino o come sistema neuroendocrino perché dal punto di vista fisiologico lo scopo degli ormoni è di controllare i tessuti, di far cambiare comportamento alle cellule bersaglio ed è una funzione che anche il sistema nervoso svolge ma con modalità differenti. Sono quindi influssi diversi sugli stessi citotipi e tessuti che viaggiano con meccanismi differenti e capacità differenti: uno col potenziale d’azione si sposta sulla membrana dei neuroni, l’altro si sposta nel sangue con gli ormoni. La risposta nervosa è veloce, quella ormonale è lenta perché gli ormoni sono a produzione e secrezione continua ma la cellula non immagazzina tranne che nella tiroide perché il processo viene spezzato ovvero immagazzinamento temporaneo e poi secrezione. Il sistema ipotalamo-ipofisario è il primo capostipite del sistema neuroendocrino. Il sistema nervoso ed endocrino spesso interagisce come nel sistema ipotalamo-ipofisi; quindi, è il neurone ipotalamico che decide che l’ipofisi produce un certo ormone perché gli rilascia altri ormoni che fanno parte delle neurosecrezioni, ormone di rilascio o di inibizione. Quindi le cellule epiteliali dell’ipofisi grazie alle cellule nervose dell’ipotalamo riconoscono il momento giusto per produrre uno o più determinati ormoni che avranno molti organi bersaglio. La maggior parte degli ormoni ipofisari, in particolare dell’ipofisi anteriore, hanno come bersaglio un’altra ghiandola, quindi un’altra capacità di regolazione e sovra regolazione dell’organismo. 10. SISTEMA NEUROENDOCRINO DIFFUSO Il sistema neuroendocrino non si basa solo sulla presenza di ghiandole, noi infatti ne abbiamo poche soprattutto endocrine, la maggior parte sono cellule che fanno parte del sistema endocrino diffuso (cellula gastrina, cellula che produce ormoni intestinali) ovvero cellule localizzate in un organo non ghiandolare che pero producono un ormone vero e proprio che attraverso la circolazione raggiungerà gli organi bersaglio anche distanti (colecistochinina, che agisce sulla cistifellea ma di provenienza intestinale). Le ghiandole hanno una certa localizzazione all’interno del corpo e sono essi stessi organi ovvero unita pluritissutale con limiti anatomici, capsula fibrosa di rivestimento e un certo parenchima, caratteristiche che ci permettono di individuarle come organo. La ghiandola gastrica è una parte più piccola di un organo che fa tante altre cose. La ghiandola tiroide è un organo a esclusiva funzione ghiandolare. 11. IL SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE MORFOLOGICO TOPOGRAFICO Domanda del professore: “come facciamo noi questa classificazione morfologica?” “Andando a vedere come si organizzano le cellule secernenti ed in particolare come si sono dimezzati i cordoni delle cellule epiteliali quando si sono andati ad infilare in una struttura che poi diventerà una ghiandola endocrina.” Per cui noi possiamo avere più tipi di ghiandole: Ghiandole follicolari Ghiandole cordonali Ghiandole interstiziali Ghiandole insulari La ghiandola insulare, molti testi la associano alla ghiandola cordonale. Vi sono testi che la nominano ed altri che non la nominano. Altra domanda: cosa vuol dire che una ghiandola endocrina è follicolare? “Vuol dire che le cellule epiteliali si sono organizzate per formare strutture chiamate follicoli, una volta entrate nella ghiandola.” Definizione follicolo: è una struttura sferica, le cellule creatrici di queste strutture follicolari si sono ulteriormente organizzate per formare delle specie. Esempi di Ghiandole Follicolari: Tiroide, nella quale troviamo i follicoli tiroidei, ovvero spazi rivestiti da cellule. Questi spazi interni contengono il prodotto di secrezione di queste cellule, cioè la TIREOGLOBULINA, una grossa proteina precursore di ormoni tiroidei. Dunque, la tiroide si organizza in follicoli chiusi perché può appunto accumulare il suo secreto endocrino, cosa che le altre cellule non fanno e quindi c’è bisogno che le cellule follicolari quando arriva l’ormone TSH ad esse, queste ultime fanno la micropinocitosi di questo precursore, lo spezzettano, fanno T3 e T4 (sono ormoni tiroidei) e li emettono nel liquido interstiziale. GHIANDOLE CORDONALI Il cordone di cellule una volta inserito nel connettivo, esso continua ad avere la forma di un cordone di cellule. La maggior parte delle ghiandole endocrine sono cordonali. In alcuni casi questo cordone di cellule si è ripiegato formando una struttura isolata. La forma del cordone cellulare può essere differente, nella corticale del surrene abbiamo tre diversi modi in cui questo cordone si può presentare, ovvero: Zona fascicolata: nella parte centrale della corticale ha una disposizione a fasci paralleli di cordoni di cellule. Zona glomerulare: ha strutture circolari (non follicoli) ma è un cordone ripiegato ad ansa. Zona reticolare: la più profonda, dove i cordoni si anastomizzano dando l’impressione di una rete. La corticale del surrene è una ghiandola cordonale. La zona midollare ha struttura reticolare ma siccome fa parte di un'altra regione dell’organo, la chiamiamo midollare del surrene. Le ghiandole insulari vengono viste come una sorta di specializzazione del cordone cellulare. GHIANDOLE INTERSTIZIALI: In questo caso le cellule secernenti stanno sempre nell’ organo, ma stavolta più precisamente nell’ interstizio, questo è il caso, per esempio, delle cellule di Leydig, che noi troviamo nel testicolo. Esse vengono comunemente chiamate cellule interstiziali. Quando noi abbiamo ormone LH, questo ormone lo stimolano le cellule di Leydig. Nel testicolo, la gonade è un organo che produce ormoni e ospita le cellule della linea germinale, forma gameti maschili in questo caso. Il parenchima del testicolo: con tuboli seminiferi, se faccio una sezione vedo tante strutture circolari sezionati, ognuno di questi circoletti è un tubulo seminifero. Al centro, invece, si formeranno spermatozoi quindi la parete del tubo sarà fatta da spermatociti ecc., più altre cellule che stanno facendo mitosi. La parete del tubulo seminifero contiene cellule germinali. La cellula del sertoli fa invece diversi tipi di secrezione, non sta nell’interstizio ma in un epitelio organizzato. I follicoli presentano morfologie diverse (vedremo successivamente quando studieremo la Tiroide) Nella tiroide, possiamo notare che ci sono oltre le cellule follicolari, cellule che si espongono esternamente al follicolo. GHIANDOLA INSULARE: Il cordone in questo caso si è ripiegato così tanto che alla fine ha creato questa struttura ad insula, molto compatta. La ghiandola insulare è un altro aspetto della ghiandola cordonale. Nell’insula è facilmente distinguibile la porzione endocrina da quella esocrina del pancreas, una ghiandola mista perché fa secrezione sia esocrina sia endocrina; la parte endocrina la svolge l’isola di Langerhans, invece la parte esocrina, che rappresenta tutto il resto del pancreas (il 99%), si occupa di produrre il succo pancreatico, che tramite il dotto pancreatico andrà poi nell’intestino. Quindi durante lo sviluppo del pancreas una parte di cellule decide di diventare a secrezione endocrina staccandosi dall’epitelio e mantenendosi indipendente, un’altra parte di cellule rimarrà sempre connessa con l’epitelio generante e saranno tutti i rami di questo sistema portale che va in tutti i singoli adenomeri acinosi del pancreas. Le cellule insulari sono cellule specializzate, dunque l’insula produce certi ormoni, ma a produrli sono cellule diverse. Quindi il differenziamento del precursore endocrino, che a un certo punto si è separato da quello esocrino, lo porta ad assumere 5 citotipi differenti: Cellule alpha Cellule beta Cellule epsilon Cellule PP 12. IPOFISI O GHIANDOLA PITUITARIA - L ipofisi è la prima ghiandola cordonale endocrina che tratteremo. L’ipofisi si sviluppa all’ interno della scatola cranica, più precisamente parliamo di un organo contenuto nel neurocranio, in una depressione dell’osso sfenoide detta sella turcica (la tratteremo meglio in anatomia). L’ipofisi è collegata all’ipotalamo: connessa tramite un peduncolo a una struttura del sistema nervoso centrale, che è l’ipotalamo, una parte dell’encefalo. Prima della sella turcica si è formata l’ipofisi, poi nasce l’osso sfenoide; quindi, siccome lì c’era già la ghiandola, attorno le è cresciuto l’osso sfenoide, altrimenti non ci sarebbe stata la sella turcica. Per la formazione di una struttura così particolare come l’ipofisi, fatta da due metà istologicamente diverse che hanno deciso di stare insieme in un organo tridimensionale con i suoi margini, ovvero una ghiandola, l’evoluzione ha deciso di far migrare le cellule epiteliali di rivestimento originate dalla cavità orale all’interno della cavità cranica. La storia dell’ipofisi è quella di due territori cellulari che si incontrano, perché gli organi che hanno rispettivamente creato tali territori sono andati incontro ad una esocrescita, hanno fatto delle estroflessioni. L’ipofisi si forma prima dell’osso sfenoide, ecco perché risiede all’interno della sella turcica. Nella transizione dalla terza alla quarta settimana di sviluppo si cominciano a formare i primi ripiegamenti embrionali: l’embrione, che è piatto fino alla terza settimana, alla quarta settimana ha una forma che si potrebbe definire cilindrica con un ripiegamento evidente nella parte craniale e uno nella parte caudale. Piccola parte di embriologia: nella terza settimana di sviluppo, si cominciano a creare dei ripiegamenti all’interno dell’embrione, in particolare si crea una piega al di sotto della regione della testa in via di formazione, detto STOMODEO, ovvero uno spazio o, meglio, dire un’ansa. Spesso capita di sentire che lo stomodeo è il precursore della cavità orale, un concetto errato in quanto la cavità orale è un vero e proprio buco di cui si descrivono solo le strutture ai margini (arcate dentarie, lingua, palato); lo stomodeo è invece la piega che si forma tra l’encefalo in via di sviluppo e quello che sarà il futuro tronco dell’embrione. Successivamente, le cellule di questo epitelio iniziano a proliferare verso l’interno ed a invaginare per formare la cosiddetta TASCA DI RATHKE, sarebbe un diverticolo dello sfenoide. Cosa è un diverticolo? È un ripiegamento a fondo cieco di origine congenita o acquisita, di una struttura resistente. Al livello dell’encefalo, il pavimento del diencefalo forma anche esso un diverticolo verso l’esterno. Domanda: Perché i due territori crescono in questo modo? Risposta: Perché sono sotto il controllo di alcuni segnali di crescita che guidano il cordone epiteliale nella futura cavità cranica, è chiaro che le cellule del tessuto epiteliale di rivestimento migrano più velocemente rispetto a quelle del tessuto nervoso. La porzione in crescita della Tasca di Ratke, dovendo dare origine ad un epitelio endocrino, regredisce e perde ogni connessione con l’esterno, mentre quello nervoso mantiene i rapporti strutturali di origine: i due territori continuano ad organizzarsi tra loro e generano via via una connessione definitiva scambiandosi segnali reciprocamente. Mentre i due territori entrano in connessione, si inizia a formare anche la base cartilaginea del cranio che costituirà l’osso sfenoide, il quale si forma infatti per ossificazione indiretta (si forma prima una cartilagine che ossifica successivamente). È chiaro che, se il processo fosse stato ritardato le cellule epiteliali non sarebbero mai venute in contatto con il nascente ipotalamo e il sistema non sarebbe stato funzionale. Le due porzioni a contatto si organizzano secondo la forma definitiva della ghiandola e successivamente vengono avvolti da una capsula (i due tessuti con origine embriologica diversa avvolti dalla stessa capsula formano una ghiandola unica). L’ ipofisi è dunque suddivisa in ben due regioni: l’adenoipofisi o ipofisi anteriore è la parte epiteliale (ectoderma dello stomodeo) e la neuroipofisi o ipofisi posteriore è la parte nervosa (diencefalo). Le due parti dell’ipofisi sono differenziate da colorazioni diverse delle cellule, ovvero: la neuroipofisi non reagisce bene alla colorazione in quanto ricca di assoni dei neuroni ipotalamici. La localizzazione anatomica dei corpi di tali neuroni è nell’ipotalamo (SNC). LOBO ANTERIORE DELL IPOFISI: Se noi dovessimo osservare l’ipofisi (la sua anatomia superficiale), ci accorgiamo che essa è formata da lobo anteriore, lobo posteriore e lobo intermedio. alcuni testi si dice che la parte intermedia produca MSH o ormone stimolante dei melanociti, in realtà il concetto è errato e verrà spiegato successivamente. L’MSH stimola i melanociti, la secrezione di melanina e quindi la pigmentazione della pelle, anche se in realtà gli studi su questo ormone sono ancora in corso; ci siamo infatti evoluti in modo tale da usare i melanociti meno di altri animali che cambiano colore, come il camaleonte, in cui la catena dell’MSH è responsabile dei cambiamenti istantanei di colore (in questi animali la parte intermedia è molto più sviluppata). Nella parte intermedia c’è evidentemente un territorio di contatto tra la porzione epiteliale e quella nervosa, ma nella maggior parte dei casi in questo territorio non si sviluppa nulla. In casi eccezionali posso non sviluppare formazioni non del tutto osservabili come per esempio: 1) Cisti di RATHKE: formazione di natura follicolare che somigliano ai follicoli tiroidei. Queste cisti sarebbero resti delle cellule epiteliali dello stomodeo che non hanno preso il differenziamento endocrino. 2) In altri pazienti apposto delle cisti possiamo trovare TUMORI SALIVARI DELL IPOFISI, IL TUMORE è fatto da cellule simili a quelle delle ghiandole salivari ma localizzate nella porzione intermedia. FUNZIONAMENTO IPOFISI: La parte posteriore dell’ipofisi: è formata prevalentemente da neuroni Magno-cellulari, non hanno assoni che arrivano alla adenoipofisi, ma esercitano comunque un controllo su di essa; infatti, non è necessario che gli assoni dei neuroni parvi-cellulari arrivino all’ipofisi anteriore, gli ormoni arrivano al bersaglio tramite il sistema portale ipofisario. La neuroipofisi è organizzata come un normale tessuto nervoso: oltre agli assoni si trovano le cellule gliali, fondamentali per ordinare la rete neurale e dare ad essa le funzioni di supporto. Nella neuroipofisi si trovano dei gliociti isolati o anche pituiciti (l’ipofisi è conosciuta anche come ghiandola pituitaria), questi sono simili agli astrociti ma sono localizzati solo in corrispondenza dell’ipofisi. ORMONI PRODOTTI DALL’IPOFISI ANTERIORE: Come ben sappiamo l’ipofisi anteriore secerne sette tipi di ormoni differenti molto importanti 1) Ormone somatropo STH o ormone della crescita HG: la parola stessa suggerisce un’influenza dell’accrescimento in particolare nel sistema del muscolo scheletrico, vi si presenta un aumento della dimensione delle cellule. Il recettore dell’ormone della crescita è localizzato su un’altra ghiandola, il fegato, una ghiandola mista dal momento che la bile è il secreto esocrino, mentre ormoni come la famiglia delle somatomedine costituiscono il secreto endocrino. Le somatomedine vanno a stimolare l’accrescimento, ad esempio, del muscolo scheletrico, sono oggi conosciute come IGF (insulin-like growth factor o fattore di crescita simile all’insulina). 2) Prolattina o ormone luteotropo: un esempio comune di prolattina, nella donna stimola la montata lattea. “Luteotropo” indica un ormone con tropismo per corpo luteo, quindi per l’ovaio. Le cellule a prolattina possono crescere in numero, aumentano soprattutto di numero durante la gravidanza, ma al suo termine esse vanno in prolattina. 3) Ormone tireotropo TSH: stimola la tiroide per produrre due tipologie di ormoni (T3-T4) 4) Gonadotropine FSH (ormone follicolo stimolante) ed LH (ormone luteinizzante): prodotti dalle ghiandole gonadotrope, producono ormoni con tropismo, non solo per la gonade femminile ma anche per quella maschile, FSH stimola le cellule del setoli ed LH le cellule di Leydig 5) Ormone adrenoticorpo: sono le cellule più posteriori dell’ipofisi anteriore, producono molecola grossa, una porzione di essa viene denominata CTH, ormone con tropismo che corrisponde a CTH con produzione dei cortisteroidi. La sona midollare non risponde a questo ormone, ha embriologia diversa, produce adrenalina e noradrenalina (conosciuti come neurostramettitori). Domanda: “nel uomo anche la prolattina influisce?” Certamente. Le cellule della adenoipofisi producono ormoni diversi. Inoltre, la colorazione ci permette di identificare i secreti: Cellule acidofile: ammontano al 40%, secernano ormoni proteici ed hanno RER abbondante. Cellule basofile: secernano ormoni, e sono più abbonanti Altra cellula cromofile sono le cellule staminali; là staminale che produce tutte le cellule che producono gli ormoni dell’adenoipofisi, non è ancora differenziata e non è cromofila. 13. CELLULE FOLLICOLO STELLATE Tra le cellule cromofobe possono talvolta trovarsi le cellule follicolo stellate o FSC, ammontano al 5-10% totale dell’ipofisi anteriore e stanno tra cellule endocrine, sono interstiziali. Una FSC è una cellula ad andamento dendritico che svolge un insieme di funzioni diverse: si ritiene che sia coinvolta in processi staminali (multipotenti), o che sia implicata in processi di fagocitosi degli elementi cellulari andati in apoptosi, rimane comunque una cellula epiteliale che ha preso una strada di differenziamento diversa (da sottolineare che quindi le FSC sono diverse dalle cellule tipicamente dendritiche, di derivazione invece mesenchimale). Non tutte le cellule dell’adenoipofisi sono sparpagliate, si trovano maggiormente nelle porzioni laterali. Le cellule che producono FSH si trovano nella parte anteriore, mentre le cellule che producono adrenocorticotropo si trovano nella parte mediana spostate verso dietro. È importante la posizione delle cellule adrenocorticotropo perché queste cellule producono FSH. 14. IPERPLASIA FISIOLOGICA DELLE CELLULE A PROLATTINA L’iperplasia fisiologia è un processo naturale e transitorio, correlato al periodo della gravidanza, durante la quale, stimolate dagli elevati livelli di estrogeni in circolo (la seconda metà del ciclo ovarico viene prolungata), le cellule a prolattina aumentano di numero. Si formano quindi dei nidi di tali cellule in grande quantità e ciò causa scompensi a livello dell’ipofisi che è disposta in una cavità spazialmente limitata; non può espandersi verso il resto del neurocranio perché l’ipofisi è coperta da una membrana connettivale formata dal diaframma della sella (una meninge cranica) che ancora la ghiandola alla cavità della sella turcica. Anche se normalmente l’iperplasia è accompagnata da angiogenesi, in questo caso i vasi non hanno spazio per formarsi, l’ipofisi lavora “in riserva” ed è un territorio delicato per quanto concerne gli approvvigionamenti di sangue. Nel momento in cui nella donna si dovesse verificare una emorragia uterina post partum massiva, allora si potrebbe manifestare la malattia di Sheehan, ovvero la necrosi ipofisaria post partum, il cui primo segnale è l’arresto della montata lattea, poi tutte le ghiandole a valle dell’ipofisi cominciano a funzionare male (iposurrenalismo es.). Dallo stomodeo si ramificano cellule che formano altri cordoni che invece di entrare nella cavità cranica a formare l’ipofisi rimangono nell’ampia cavità orale per formare le ghiandole salivari principali; ecco perché non è così sorprendente trovare la presenza di residui di ghiandole salivari nella porzione intermedia dell’ipofisi. Queste formazioni sono patologiche quindi normalmente non dovrebbero essere osservate ma potrebbero rimanere inerti o continuare a proliferare e dare formazione neoplasiche. 15. REGOLAZIONE DELLA SECREZIONE DELL ADENOIPOFISI Come decidono di produrre ormoni i citotipi dell’ipofisi? I livelli normali degli ormoni misurati nei pazienti sono quelli in condizione di omeostasi. È l’ipotalamo a regolare l’attività ipofisaria attraverso la produzione di ormoni di rilascio e di inibizione, così da formare l’asse ipotalamo-adenoipofisario. La regolazione avviene secondo una via di rilascio neuro-emale; il neurone che produce un fattore di rilascio fa arrivare questo ormone all’ipofisi anteriore non con un assone ma per via ematica. Per tenere bassi anche i livelli di questi fattori di rilascio/inibizione, la natura ha creato un sistema di bypass diretto che dal circolo capillare dell’ipotalamo porta direttamente al circolo capillare dell’adenoipofisi, così da creare il Sistema Portale ipofisario. Questo sistema portale è fatto da vasi venosi che dall’ipotalamo entrano nella regione ipofisaria, da un letto capillare (ipotalamico) si forma una vena che invece di confluire in una vena più grande, capillarizza nuovamente nel letto capillare ipofisario, il sistema portale è fatto da capillari esclusivamente venosi. Il Sistema Portale ipofisario prende il nome dalla vena porta, che è il sistema portale per antonomasia, ma non è l’unico del nostro organismo; il fegato ad esempio necessita