ECONOMIA: Microeconomia PDF

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Summary

Questo documento introduce i fondamenti dell'economia, in particolare la microeconomia. Esplora i concetti di scarsità delle risorse, la scelta tra alternative, il costo opportunità e il costo marginale. Analizza l'economia di mercato, le sue caratteristiche e i possibili fallimenti.

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ECONOMIA: MICROECONOMIA Prima lezione 17.09.24 L’economia studia i modi in cui la società gestisce le sue risorse scarse per risolvere i problemi economici. Se le risorse non fossero scarse non ci preoccuperemmo di come distrib...

ECONOMIA: MICROECONOMIA Prima lezione 17.09.24 L’economia studia i modi in cui la società gestisce le sue risorse scarse per risolvere i problemi economici. Se le risorse non fossero scarse non ci preoccuperemmo di come distribuirle e gestirle. Se avessimo risorse (=terra, lavoro e capitale sia fisico che umano) infinite potremmo usarle come ci pare. L’economia studia quali elementi produrre, come produrli e per chi produrli. L’economia è la scienza sociale che studia il sistema economico ossia il sistema per coordinare le attività produttive di una società. —> studia la produzione, la distribuzione e il consumo di beni e servizi. - Sistema economico: tutte le attività di produzione e scambio - Attività economica: volume globale di acquisti e vendite in un periodo Un tipo di economia: ECONOMIA DI MERCATO. La produzione ed il consumo dell’economia di mercato sono il risultato di decisione decentralizzate. Ossia noi scegliamo in autonomia cosa comprare come le aziende che decidono come e cosa produrre. Al contrario quando le scelte vengono fatte da qualcuno abbiamo L’ECONOMIA CENTRALIZZATA. Noi analizziamo quella di mercato. Adam Smith scrive nel 1776 l’opera “An Inquiry into the Nature and cause of the wealth of nations” dove analizza la figura della “mano invisibile” ossia l’idea che in virtù della provvidenza all’interno del libero mercato la ricerca individuale dell’interesse personale può portare a buoni risultati per la società nel suo complesso. Ossia comportandoci in un determinato modo porta a una quantità di equilibrio che genera il benessere massimo per la società. CARATTERISTICHE DELL’ECONOMIA DEL MERCATO 1. Fallimenti del mercato perché non sempre la mano invisibile funziona 2. Fluttuazioni ossia espansioni e contrazioni/ recessione (=NO EQUILIBRIO) 3.Crescita economica Nel mercato del lavoro: la domanda è espressa dai lavoratori mentre le imprese chiedono lavoro (quindi domanda: imprese, offerta: lavoratori) Monopolio= un produttore nel mercato. “Fa male” il monopolio perché il singolo produttore massimalizzera il proprio profitto, ad esempio alzerà il prezzo che sarebbe basso se ci fosse concorrenza. Questa differenza si chiama POTERE DI MERCATO: la capacita che ha un’azienda di vendere un prodotto ad un prezzo superiore rispetto al prezzo competitivo del mercato ANTITRUST (1990): Autorità Garante Della Concorrenza e Del Mercato —> si vuole che ci sia concorrenza. Deve tutelare la concorrenza!!! Interviene se vede il potere di mercato perché senno i consumatori pagherebbero molto di più. Esiste l’antitrust europea ed americana. L’antitrust agisce autonomamente senza che nessuno solleciti il suo intervento!! ESEMPIO: -Ryanair imponesse per gli acquisti (noleggio auto,hotel..) ai suoi clienti in modo subdolo. -Oppure nel 2021 per il gas “domanda l’alta e offerta bassa” —> il costo e prezzo sono due cose distinte!! Domanda: consumatori mentre offerta: imprese —> questo forma il prezzo. - come si forma il prezzo del gas? Segue la legge della domanda e dell’offerta. - Salario minimo —> è un livello minimo di prezzo nel mercato del lavoro. SCELTE INDIVIDUALI E SISTEMA ECONOMICO Ci sono a monte del sistema economico delle scelte individuali per sfociare nel sistema economico. Queste scelte individuali si compiono sulla base di principi: 1. Scarsità delle risorse 2. Scelta tra alternative o trade off 3. Costo diretto di quella scelta ma anche in base al costo/opportunità = si intende il valore dell’alternativa migliore che rinunciamo per invece scegliere l’azione scelta (ex: scegliere l’università comporta non avere stipendio ma lavorare non comporta la laurea) 4. Decisioni al margine = il ragionamento viene fatto per passi successivi, se mi conviene fermarmi o continuare. MA NON comprarlo oppure NO, lo compro ma a step. Valuto i cambiamenti INCREMENTALI derivanti da una possibile decisione Esempio: dato il prezzo del latte oggi mi sta bene comprare un litro di latte? Mi può stare bene comprarne 2? Voglio comprare un’unità aggiuntiva? Da un lato ho il prezzo del latte al litro (prezzo di mercato) a determinare il fatto se lo prendo ci sono le mie preferenze (il mio bisogno), il mio reddito (ricchezze). Quando le scelte individuali interagiscono nel mercato si va a sfociare nell’equilibrio e se non è efficiente l’equilibrio allora ci sara un aiuto. Equilibrio= situazione economica in cui nessuno può migliorare la propria condizione nonostante un cambiamento di comportamento. Lo strumento per ottenere l’equilibrio è dettato dai prezzi, infatti si abbassano e alzano per mantenere l’equilibrio. Quando raggiungo l’equilibrio voglio che sia efficiente EFFICIENZA: situazione in cui il beneficio ottenuto dallo scambio è massimo date le risorse disponibili. L’unico modo per migliorare il benessere di almeno una persona è di redistribuire le risorse peggiorando le condizioni di qualcun altro. EFFICIENZA PARETIANA: Situazione in cui non si può migliorare il benessere di qualcuno senza peggiorare quella degli altri. Se facciamo uno scambio che genera un miglioramento parliamo di uno scambio efficiente che pero vuol dire che la situazione iniziale non era efficiente. Ma in termini paretiana valuto se anche solo una persona sta peggio vuol dire che la situazione di partenza era efficiente dal pov paretiano. DOMANDA E OFFERTA DI MERCATO Seconda lezione 19.09 Esiste un ente in tutti i paesi per garantire il funzionamento dei mercati: la concorrenzialità (come l’antyitrust). Nel mercato concorrenziale si genera il massimo benessere per tutti. MERCATO CONCORRENZIALE: quando il bene o il servizio scambiato sul mercato, viene scambiato in un modo in cui l’azione del singolo compratore venditore ha un effetto trascurabile sul prezzo a quale il bene o il servizio è venduto o comprato. Effetto trascurabile significa che in un mercato del genere un singolo compratore che voglia comprare a un prezzo diverso non riesce a comprarlo ma non porta a una modifica il prezzo (stessa cosa vale per l’impresa), in caso rinuncerà allo scambio. Il singolo ritiene di non poter modificare il prezzo, infatti il prezzo è “dato”. Quali sono gli elementi di questo mercato? 1. Domanda: quantità di consumo richiesta dal mercato e dai consumatori di un certo bene o servizio 2. Offerta: la quantità di beni che i venditori sono disposti a vendere in cambio di denaro. —> Fattori che comportano una modifica delle due curve 3. Equilibrio di mercato —> Modifiche di prezzo in seguito di spostamenti di D e O Mercato: gruppo di venditori e compratori che scambiano un bene un servizio a fronte di un pagamento. Lo scambio avviene in un determinato momento temporale e luogo, se avviene uno scambio dello stesso prodotto in luoghi o momenti diversi sono 2 mercati diversi. Entrare e uscire dal mercato sono semplici per i venditori perché non ci sono pratiche che lo rendono difficile. I beni e i prodotti sono omogenei: i riprodotti delle diverse aziende sono molto simili e quindi sostituibili, se invece fosse unico quel prodotto si avrebbe POTERE DI MERCATO. Al compratore importa del prezzo quindi se due aziende vendono due prodotti praticamente identici il compratore va dalla azienda che costa meno. Se invece una azienda ha un prodotto unico, l’azienda può scegliere il suo prezzo (pure più alto di quello del mercato). Per la concorrenza servono prodotti OMOGENEII ossia simili. Altra caratteristica chiave: il numero di venditori e compratori. È una caratteristica importante il fatto che ci siano molte persone ma non è strettamente necessario. Ciò che è importanti è che i singolo compratori e vendirtori è che loro non credono (è la loro percezione) di influenzare il prezzo di mercato. Mercato concorrenziale lo definiamo con la curva di domanda e curva di offerta ma i fattori che causano gli spostamenti: il prezzo di equilibrio e le modifiche di prezzo Strutture di mercato: possiamo suddividere le strutture sulla base del fatto che gli agenti di mercato siano price taker oppure price marker. Un mercato in cui il singolo compratore e venditore è prive taker (prende il prezzo per dato) è un mercato di concorrenza perfetta. Al contrario se le singole imprese hanno potere di mercato ossia prive marker (che scelgono il loro prezzo) parliamo di Monopolio (=1 sola impresa), Oligopolio (=numero limitato di venditori) e concorrenza imperfetta. COME SI FORMA IL PREZZO NEL MERCATO? Prezzo e quantità sono legati: minore è il prezzo, maggiore sara la domanda mentre la domanda funziona secondo la legge di domanda (inclinazione negativa: al crescere del prezzo la quantità è minore e viceversa) mentre i venditori esprimono l’offerta (inclinazione positiva). Il prezzo è dato dal contributo della domanda e dell’offerta, entrambi i lati coincidono sul prezzo!!! Scheda di domanda: tabella con le quantità che i consumatori sono disposti a comprare ogni dato livello di prezzo —> la CURVA DI DOMANDA è la rappresentazione grafica della scheda. Quantità domanda: quantità effettivamente domanda, ossia l’effettivo quantità che i consumatori sono disposti a comprare a un dato livello di prezzo. Il consumatore prende il prezzo di mercato e da li ragiona se è disposto a compralo Il reddito lo rappresenti attraverso la quantità. A parità di prezzo, i consumatori domandano una maggiore quantità di prodotto (in base anche al reddito), infatti provocano uno SPOSATMENTO DELLA CURVA DI DOMANDA!!! Ossia viene traslata verso Curva di domanda: rappresentazione della destra o sinistra MA A PREZZO COSTANTE ma relazione tra prezzo e quantità prendendo per sono variati i fattori che dati tutti gli altri fattori che influenzano la influiscono sulla domanda. domanda ma che non rientrano nel grafico O Se invece ci spostiamo LUNGO la curva cambia la domanda in base al prezzo Esempio del caffè: Per un prezzo di 2 euro al kg allora sono disposti a prendere una minore quantità di caffè al kg, al contrario se costa meno al kg, i consumatori domandano una quantità maggiore (inclinazione negativa del grafico). Altri fattori che influiscono la domanda: (MAI LA RISPOSTA PUÒ ESSERE L’OFFERTA, poiché domanda e offerta influiscono sull’equilibrio di mercato), la domanda si forma su ciò che i compratori pensano: 1. Dalla qualità del prodotto 2. Preferenze del consumatore (c’è a chi piace di più e a chi meno) 3. Il prezzo 4. Il reddito del consumatore Questi aspetti fluiscono nella quantità domandata. SI ragione per prezzo dato qual è la domanda che chiederebbero i consumatori? Infatti i supermercati riescono a stimare le curve di domanda per capire se effettuare cambiamenti dell’offerta. La curva di domanda è una curva ipotetica che rappresenta il comportamento di ogni consumatore in base all’ipotetico prezzo che si può verificare. Ragiono con la tecnica delle decisioni al margine: ad esempio io voglio un kg di un prodotto e allora esamino il prezzo p1, sono disposto a pagare il prezzo per un kg aggiuntivo? Per ogni unita aggiuntiva, il prezzo che leggiamo è il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare e il motivo per cui è il prezzo è massimo è perché rappresenta il beneficio aggiuntivo che il consumatore riceve da quel prezzo Tu sei disposto a pagare di più se sei disposto a volerne due ma poi ne vuoi uno, se invece ne hai avuti 7 di caffè, ora sei disposto a pagarlo di meno l’8. Poiché l’utilità aggiuntiva (=BENEFICIO MARGINALE) che quel caffè ti da è minore rispetto all’inizio. La sua utilità dopo quella aggiuntiva nè sempre più piccolo. All’inizio bene hai più bisogno e quindi sei disposto a pagarlo di più. LEGGE DELLA DOMANDA Quanto è maggiore il prezzo a parità di altre condizioni, tanto è minore la quantità di quel bene o servizio domandata dai consumatori (HA QUINDI PENDENZA NEGATIVA). Gli spostamenti di queste curve determinano la modifica del prezzo d’equilibrio ma alla base del prezzo di equilibrio c’è l’ointerazione tar consumatori e venditori. La quantità domandata dipende da un insieme di fattori (tra cui reddito, preferenze e al prezzo di beni correlati) questi elementi fanno cambiare (traslare) la domandata per dato prezzo). La traslazione cambia per ogni livello di prezzo Cambierà pure la scheda di domanda composta da: 1. Prezzo 2. Quantità domandata che si divide in base agli anni (com’era prima e com’è ora perché la domanda è cambiata A PREZZO COSTANTE) Cosa può essere successo? Il reddito dei consumatori può essere aumentato, possono essere variate le preferenze (sia a favore che a sfavore, in questo caso a favore, causati da pubblicità, studi sul prodotto ecc), prezzi di beni correlati ( ex: aumenta il prezzo dell’orzo allora compro il caffè che costa di meno rispetto all’orzo, pure se il prezzo del caffè è rimasto invariato) Se la curva si sposta verso destra, la domanda aumenta senno se si sposta a sinistra la domanda è diminuita Cosa cambia la curva di domanda? 1. Variazioni del prezzo di beni correlati (sostituti, complementi) 2. Variazione del reddito 3. Variazioni del numero dei consumatori 4. Cambiamento delle preferenze 5. Cambiamenti delle aspettative CAUSE SPOSTAMENTO DELLA 20.09 CURVA DI DOMANDA *tipologie beni*: 1. Correlati Sostituti: se aumenta il prezzo di un bene A, la domanda dell’altro bene B aumenta, assolvono a funzioni simili. Esempio: orzo e caffè 2. Correlati Complementari: se aumenta il prezzo di un bene A, la domanda dell’altro bene B si riduce poiché solitamente consumati insieme. Esempio: caffè e zucchero poiché se il prezzo del caffè aumenta, io non ne prendo molto e quindi mi serve meno zucchero 3. Beni normali: se aumenta il reddito aumenta la domanda 4. Beni inferiori: se aumenta il reddito, la domanda si riduce 5. Beni rivali: beni che se vengono consumati da qualcuno, non possono essere consumati da qualcun altro CAUSE DI UNO SPOSTAMENTO DELLA CURVA DI DOMANDA: 1. Variazioni del prezzo di beni correlati (sostituti, complementi): la variazione di un bene influisce sulla domanda dell’altro bene 2. Variazione del reddito: se il reddito aumenta, la curva si sposta verso destra Al contrario se il reddito diminuisce, la curva si sposta verso sinistra 3. Variazione del numero di consumatori I beni possono essere rivali, se vengono consumati da qualcuno, non vengono consumati da qualcun altro. E questi beni vengono rappresentati dalla curva aggregata. Nella curva aggregata vanno sommate le quantità dei singoli Se variano i consumatori cambia anche la curva aggregata poiché appunto si somma in base al consumatore 4. Cambiamento delle preferenze: se i gusti cambiano a favore del bene, la curva di sposta a destra senno a sinistra. 5. Cambiamento delle aspettative: i consumatori possono scegliere quando ordinare un determinato bene, quindi il prezzo futuro determina le decisioni di acquisto odierne. Aspettative di aumenti di prezzi futuri portano ad aumenti della domanda corrente e la domanda si sposta verso destra. Al contrario aspettative future di prezzi inferiori, portano a riduzioni della domanda corrente e la domanda si sposta verso sinistra. (Anche le aspettative di reddito futuro influenzano la domanda corrente CURVA DI OFFERTA La curva di offerta rappresenta la scheda di offerta ossia la tabella con quantità di beni o servizi che i produttori sono disposti a vendere per ogni dato livello di prezzo. HA PENDENZA POSITIVA. Ciò vuol dire che se il prezzo di vendita dovesse essere più alto, venderebbero di più i produttori. Sulla curva di offerta leggiamo il prezzo MINIMO che i produttori sono disposti a ricevere per produrre e vendere l’unità aggiuntiva. Quantità offerta: effettiva quantità (di bene o servizio) che i produttori sono i disposti a vendere a un dato livello di prezzo. I venditori hanno i costi MARGINALI per produrre un’unità aggiuntiva di bene. Pure la curva di offerta si sposta e deriva da aumenti o riduzioni della quantità prodotta o venduta in corrispondenza di un medesimo prezzo verso destra senno verso sinistra. Se l’offerta aumenta verso destra senno sinistra QUALI SONO LE CAUSE DELLO SPOSTAMENTO? 1. Variazione del prezzo dei fattori di produzione: se il prezzo di produzione aumenta i produttori sono disposti a offrire una quantità minore per ogni prezzo dato oppure viceversa, in questo caso la curva si sposta a sinistra. Ex: se il prezzo del lavoro è diminuito si riduce il prezzo minimo al quale io voglio vendere il mio bene. Se pago meno o ho meno dipendenti allora posso far pagare meno il mio bene. 2. Variazione del prezzo di beni o servizi correlati: sia beni sostituti che complementari. Attenzione pero che questi beni sono sostituti o complementari NELLA PRODUZIONE NON NEL CONSUMO COME PRIMA. All’impresa importa il fatto che possa sostituire tra loro in modo indipendente dal consumo. Un esempio: nello stesso processo produttivo si producono due beni tipo facendole tagliatelle vengono pure gli scarti ossia i maltagliati. In che modo questo può cambiare la curva dell’offerta? 3. Variazione dei produttori: se aumenta il numero di produttori, la quantità offerta aumenta per ogni livello di prezzo e la domanda si sposta verso destra 4. Cambiamento di tecnologia: cambiano i metodi utilizzati per trasformare i fattori di produzione in beni e servizi. Se aumenta la tecnologia abbiamo costi di produzione inferiori per produrre la stessa quantità di bene e l’offerta aumenta —> la curva si sposta verso destra. 5. Cambiamento aspettative: i produttori possono decidere quando mettere in vendita un determinato bene, il prezzo futuro del bene influenza le decisioni di vendita odierne. Aspettative di aumenti di prezzo futuri portano a riduzioni dell’offerta corrente e la curva dell’offerta si sposta verso sinistra. Aspettative di prezzo futuro ridotto, portano ad aumenti dell’offerta corrente e la curva di offerta si sposta verso destra. EQUILIBRIO, CARENZA ED ECCEDENZA Equilibrio è quando non vorremmo cambiare il prezzo e la quantità corrispondente di un bene. Quando avviene questo? Quando la curva di domanda e di offerta sono compatibili tra loro. Il prezzo di equilibrio è il prezzo tale per cui la il bene domandato è uguale a quello offerto. Il prezzo di mercato: tutti gli acquisti e tutte le vendite in un mercato hanno luogo allo stesso prezzo appunto al prezzo del mercato. Quando il prezzo del mercato supera il prezzo di equilibrio allora il prezzo di mercato scende e si viene così a formare un’eccedenza o eccesso di offerta ossia che è presente una maggiore quantità offerta rispetto a quella domandata quindi i potenziali venditori giocano a ribasso fino ad arrivare al prezzo di equilibrio. I produttori hanno prodotto invenduto, ma piuttosto che lasciare i prodotti in magazzino, abbasso il prezzo del bene. Se appunto9 si abbassa il prezzo, l’eccedenza diminuisce. Al contrario quando invece il prezzo del mercato è inferiore rispetto al prezzo di equilibrio allora il prezzo di mercato sale. Parliamo quindi di carenza o eccesso di domanda quando infatti la quantità offerta è minore rispetto alla quantità domandata in questo caso i potenziali compratori giocano a rialzo fino ad arrivare al prezzo di equilibrio. Il mercato infatti tende sempre sempre al prezzo di equilibrio EQULIBRIO DI MERCATO IN SEGUITO AGLI SPOSTAMENTI DI CURVA DIVERSI CASI: 1. SPOSTAMENTO 2. SPOSTAMENTO CURVA DI DOMANDA A CURVA DI DESTRA: DOMANDA A Spostandosi a destra, il SINISTRA prezzo e la quantità di Spostandosi a equilibrio aumentano sinistra, il prezzo e poiché ad uno stesso la quantità di prezzo i consumatori equilibrio scendono, vogliono più bene (la la domanda domanda aumenta) diminuisce 3. SPOSTAMENTO 4. SPOSTAMENTO CURVA DI CURVA DI OFFERTA OFFERTA A A SINISTRA: DESTRA: L’offerta di un bene o L’offerta di un bene servizio diminuisce: o servizio aumenta. diminuisce la q e Aumenta la q e aumenta p diminuisce il p ESEMPI: Pioggia e siccità incide sull’offerta poiché la quantità si riduce —> abbiamo uno spostamento della curva verso sinistra. ABBIAMO UNA CARENZA L’articolo pone attenzione su una quantità che si è ridotta, quindi abbiamo uno spostamento lungo la curva se la domanda si riduce pure. L’articolo dice che la curva dell’offerta si è spostata verso sinistra. 2 fattori: domanda bassa e offerta alta ELASTICITÀ DELLA DOMANDA Le aziende cercando di stimare la curva di domanda dei beni che producono. Un altro elemento chiave interessato ai beni è lo stato. Poiché interviene con imposte che i riflettono poi nei prezzi. Imprese e stato cercano di stimare la domanda perché vuole sapere come si sposta la quantità domandata in base alla variazione del prezzo. Poiché non siamo un mercato perfettamente concorrenziale, le aziende hanno un pochino di potere di mercato. Vuole capire come la quantità domandata varia in base al prezzo. Ad esempio: se io riduco il prezzo di un bene, voglio sapere DI QUANTO aumenta la mia domanda?? ESEMPIO: per far capire che questa formula non è sufficiente. La formula è parzialmente corretta ma per evitare il problema dell’unità di misura, rapportiamo la variazione di quantità, a quella iniziale; mentre la variazione di prezzo la rapportiamo al prezzo iniziale. Quindi non ci basta considerare la pendenza della curva di domanda e quindi bisogna considerarla in termini relativi (formula di sopra). ELASTICITÀ: rapporto tra variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo. Si può sia usare il prezzo/quantita iniziale sia utilizzare il metodo del punto medio. PROPRIETÀ: 1. Per tutti i beni per i quali si ha crescente e q decrescente, l’elasticità è negativa. Di solito si considera il valore assoluto (trascurando il segno -) 2. Misura la reattività della domanda al prezzo: maggiore elasticità maggiore reazione della quantità domandata a una data variazione %del prezzo. 3. Non dipende dall’unita di misura impiegata 4. Domanda elastica; domanda anaelastica La quantita domandata non reagisce a variazioni di prezzo ELESTICITA UNITARIA: il rapporto è uguale a 1 DOMANDA ANAELASTICA: se l’elasticità è minore di 1 poiché la variazione del numeratore è minore del denominatore —> quantita varia in misura minore della variazione del prezzo COME VIENE USATA L’ELASTICITÀ: CONCETTO DI RICAVO TOTALE Il confronto tra le variazioni relative di quantità e prezzo nel calcolo dell’elasticità, fornisce indicazioni sulle variazioni della SPESA TOTALE dei consumatori (RICAVO TOTALE DEI PRODUTTORI) dalla vendita di quel bene. Il ricavo totale o prezzo totale che è dato dal prezzo X quantità (scrivi definizione) La curva di domanda mette in relazione la quantità domanda e il prezzo dato. La spesa complessiva dei consumatori è dato dall’area del rettangolo in corrispondenza di un determinato prezzo. L’elastaticita ci dice come varia il ricavo totale. Nella spesa totale abbiamo sia il prezzo che la quantità. Se il prezzo si riduce la quantita aumenta la spesa totale pero dipende dall’elestaticita. Abbiamo un’indicazione diretta sulla spesa totale per dire se aumenta o diminuisce. La quantità domandata si è ridotta in modo meno proporzionale rispetto all’aumento di prezzo —> caso anaelasticita. Se invece fosse elastica avremmo avuto una riduzione della spesa totale Il valore dell’elasticità determina quale effetto, tra effetto di prezzo ed effetto di quantità , prevale nella variazione del RT: 1. Domanda elastica unitaria: un aumento (diminuzione) del prezzo non modifica il ricavo totale 2. Domanda anelastica: l’effetto di prezzo è più forte dell’effetto quantità —> un aumento (diminuzione) del prezzo accresce (riduce) il ricavo totale. 3. Domanda elastica: L’effetto di quantità è più forte dell’effetto del prezzo —> un aumento (diminuzione) del prezzo riduce (accresce) il ricavo totale L’ELASTICITÀ NON è FISSA —> SI MODIFICA LUNGO LA CURVA DI DOMANDA perche? La possiamo riscrivere in termini di pendenza della curva e di corrdibnate del punto iniziale. Questa formula ci dice che varia in base al punto in cui ci poniamo nella curva di domanda. 26.09 ELASTICITÀ L’elasticità è una misura della reattività. Può essere maggiore, uguale o minore di uno. Se è maggiore di uno: è elastica, se è minore di uno: anelastica, se è uguale a uno è unitaria. Elastica: a una variazione percentuale della quantità è più che proporzionale della variazione percentuale del prezzo (numeratore maggiore denominatore). L’elasticità è l’inverso della pendenza per le coordinate del punto iniziale. Infatti la formula è: Tramite l’elasticità riusciamo a dire se la spesa tortale aumenta o si riduce in base al ricavo totale. Guardando la curva di domanda e conoscendo la curva di domanda possiamo sapere se la spesa totale aumenta o si riduce. Come? Attraverso la formula dell’elasticita. Conoscendo l’elasticità in corrispondenza di un punto in cui la domanda è elastica, l’effetto quantità è maggiore dell’effetto prezzo. Con elasticità maggiore di uno sappiamo che prevale l’effetto quantità, al contrario con elasticità minore di uno prevale l’effetto quantità. Se io monopolista aumento il prezzo, i miei ricavi aumentano? NO, i ricavi aumentano finche l’elasticità è maggiore di uno o finche l’effetto quantità domina sull’effetto prezzo. Viceversa i ricavi diminuiscono se l’elasticità è minore di uno. Se riduco il prezzo, i miei ricavi aumentano o diminuiscono? IN BASE ALL’ELASTICITÀ!! Se io sono monopolista vorrei che i miei consumatori fossero in un tratto ANAELASTICO cosi l’effetto quantità sara minore di quello prezzo e quindi io posso aumentare i miei ricavi Nell’esempio ci sono prodotti con elasticità molto alta tipo: lattuga (2.8) oppure molto bassa tipo teatro (0.18). La lattuga è alto perché se il prezzo varia di poco allora la quantità domandata varia di tanto; ma essendoci beni sostituti, se il prezzo aumenta anche di poco io posso scegliere un altro bene simile. Per il ristorante (1.63) essendo un bene superfluo, se il prezzo del ristorante aumenta anche di poco, posso farne a meno e quindi non andarci. Birra (1.19): si può sostituire e non è essenziale. Cinema (0.87) perché è minore di uno? Esistono piattaforme streaming quindi è minore di uno perche si può sostituire ma i suoni sostituti non sono perfetti —> perche posso volere l’esperienza del cinema. Mentre per teatro opera (0.18) è cosi bassa perché NON si può sostituire. Vai al teatro per l’esperienza indipendentemente dalla variazione del prezzo. Infatti se il prezzo del teatro varia dell’1% , la quantità domandata varia dello 0.18% FATTORI CHE DETERMINANO L’ELASTICITÀ: 1. Disponibilità di beni sostititi —>. Più un bene è sostituibile maggiore è l’elasticità 2. Bene di lusso vs beni di prima necessità. Nel caso dei beni necessari abbiamo bassa elasticità, mentre nel caso dei beni di lusso abbiamo un’elevata elasticità 3. Quota di reddito spesa per quel bene. Se la quota di reddito spesa per quel bene è bassa allora l’elasticità è bassa 4. Tempo: se oggi non riesco a sostituire un bene, magari in un mese riesco. Quindi l’elasticità in un lungo periodo> di el. di breve periodo Elasticità incrociata: variazione % della quantità domandata del bene A / variazione % del prezzo del bene B. Se è maggiore di zero allora abbiamo un bene sostituti —> il valore dell’elasticità indica il grado di sostituibilità Ex: se sali il prezzo dei grissini, la quantità domandata di pane aumenta. Se io non sostituisco grissini con pane allora il rapporto è minore o uguale a zero. In questo caso i due beni sono complementari e in questo caso il valore dell’elasticità indica il grado di complementarietà. Infatti per alcuni il pane e i grissini sono beni che possono essere sostituiti e per altri invece no. ' ELASTICITÀ della domanda al reddito =rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del reddito. I beni normali sono i beni per cui la quantità domandata va nella stessa direzione del reddito: se r aumenta allora quantità domandata aumenta e viceversa. Al contrario sono beni inferiori se la variazione della quantità domandata va in direzione opposta alla variazione del reddito. Tra i beni normali abbiamo i beni di lusso >1 (domanda elastica al reddito) e < 1 sono beni necessari (domanda anelastica al reddito) Il bene di griffen è un sottoinsieme del bene inferiore —> sono beni per i quali l’elasticità è negativa quindi se aumenta il reddito la quantita domandata si riduce. Ma anche al diminuire del prezzo la quantita domandata si riduce —> CURVA DI DOMANDA POSITIVAMENTE INCLINATA. È un particolare tipo di bene inferiore. ELASTICITÀ DELL’OFFERTA AL PREZZO Rapporto tra la variazione percentuale della quantità offerta e la variazione percentuale del prezzo Fattori che determinano l’elasticità dell’offerta al prezzo: 1. disponibilità di fattori di produzione: più fattori di produzione maggiore elasticità 2. Tempo: elasticità di lungo periodo> di elasticità di breve breve periodo 27.09 TEORIA DELLE SCELTE DEL CONSUMATORE Bisogna considerare di aspetti distinti: 1.Risorse (vdb): Vincolo Di Bilancio 2. Preferenze I due insieme portano alla scelta ottima del consumatore e quindi la curva di domanda Noi ragionavamo sulla base di un modello economico standard infatti dobbiamo ipotizzare che: 1. Agenti economici razionali —> le scelte dei consumatori sono fatte sulla base di un certo ragionamento che è portato a condizionare il ragionamento del consumatore 2. Preferisce una quantità maggiore rispetto a una minore 3.massimalizzare l’utilità 4. Proprio interesse personale E bisogna dare inoltre importanza all’utilità, valore, disponibilità a pagare e in generale la soddisfazione che si trae dal consumo di un bene RISORSE Vincolo di bilancio: descrive TUTTE le combinazione di beni che il consumatore può permettersi di acquistare dato il suo reddito e il prezzo dei beni. La combinazione che alla fine sceglie si basa sulle preferenze. Con il suo reddito complessivo il consumatore utilizza parte del reddito per consumare e ne risparmia una parte. Ora consideriamo il reddito che gli individui utilizzano per i beni e i servizi. Nel considerare il proprio reddito, il consumatore prende per dati i prezzi dei beni. Ipotizziamo per semplicità che il consumatore è interessato a solo due beni: birra e pizza. La spesa complessiva del consumatore per birra ed pizza sara data da : Costo/opportunita del bene x: ossia unita del bene y mi occorre rinunciare per un’unità aggiuntiva di bene x (delta y/delta x) VINCOLI DI BILANCIO: 1. Aumento di reddito con prezzi che rimangono invariati 2. Varia il prezzo di UN SOLO bene: cambia pendenza il vincolo di bilancio. Cambia la pendenza ma l’intercetta rimane uguale per l’asse delle x. Mentre per quelle In questo caso cambia la pendenza e delle y si abbassa perché se il prezzo della l’intercetta sull’asse delle x birra aumenta e ne voglio meno 3. Se variano entrambi allora cambiano sia le intercette che la pendenza PREFERENZE Anche a parità di risorse le combinazioni che scegliamo si basano sulle nostre preferenze. IPOTESI dietro le preferenze : 1. Consumatore razionale ossia scegliere un paniere che soddisfa meglio i propri gusti 2. Livello di soddisfazione dal consumo di un bene —>utilità 3. Utilità: quanta quantità di bene mi da una maggiore utilità rispetto all’altro ed è un concetto ORDINALE 4. Consumatore indifferente tra due combinazioni di beni se i beni soddisfano in ugual maniera i suoi gusti. Per definire le preferenze: ASSIOMA DELLA COMPARABILITÀ: noi siamo sempre in grado di espiare una preferenza tra i beni che ci possono proporre. Dati due panieri di beni A e B il consumatore riesce sempre a metterli a confronto e a stabilire un ordine di preferenza: preferisce A a B oppure B ad A oppure è indifferente tra A e B. ASSIOMA DELLA TRANSITIVITA: Dati tre panieri di beni A,B,C e se il consumatore preferisce A a B e B a C allora A è preferito a C. Questo vale anche per l’indifferenza. Definizioni delle curve dette CURVE DI INDIFFERENZA: - lungo le quali il consumatore è indifferente tra le varie combinazioni di beni -sintetizzano le preferenze del consumatore E non è indifferente ad A perché sono in due curve diverse ed È è più lontano dall’origine rispetto ad A. A,B e C sono indifferenti l’uno rispetto l’altro. A,B e C danno lo stesso grado di soddisfazione Collegamento tra curve di indifferenza e funzione di utilità: Consideriamo i punti B,C, E: E preferito B, B indifferente C Assegniamo a questi punti dei numeri che preservino l’ordine di preferenza (Es: U(pizza E, birra E)= 6 > U(pizza B, birra B) = U( pizza C, birra C) = 4) Chiamiamo tali numeri “livelli di utilità”, i quali possono essere associati alle curve di indifferenza: la curva di indifferenza alla quale appartengono B e C è la U=4, quella alla quale appartiene E è la U=6 Confrontando ogni possibile paniere di consumo otteniamo l’intero insieme delle curve di indifferenza del consumatore. Questo insieme fornisce una rappresentazione completa delle preferenze del consumatore, ed è equivalente a una funzione di utilità Le curve di indifferenza si possono vedere come curve di livello per renderle tridimensionali per visualizzare l’utilità —> l’utilità cresce man mano che saliamo. Confrontando ogni possibile panieri di consumo otteniamo l’intero insieme CARATTERISTICHE DELLE CURVE DI INDIFFERENZA: 1. Curve più lontane dall’origine degli assi cartesiani, offrono un livello di utilità maggiore 2. Per l’assioma della transitivita le linee NON POSSONO intersecarsi 3. Pendenza negativa: rapporto al quale un individuo è disposto a sostituire un bene con un altro. SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE: ossia la pendenza della curva di indifferenza. Indica di quanto devo ridurre y per aumentare il consumo di x di una quantità. È un’espressione di quanto gli individui possono sostituire il bene x e quello y date le preferenze del consumatore 4. Convesse—> gli individui sono disposti a cedere una quantità maggiore di bene quando possiedono più unita. SMS varia lungo la curva di indifferenza Utilità marginale: l’incremento dell’utilità totale che il consumatore tare da un’unità aggiuntiva di un bene. Ci dice di quanto aumenta la mia variabile in relazione a un incremento del bene. Abbiamo visto che l’utilità marginale decrescente e ciò è alla base della legge di domanda. Il saggio marginale sostituzione che abbiamo definito a partire dalla curva di indifferenza può essere definito in termini di utilità marginali. Utilità totale: aumenta all’aumentare della quantità mentre l’utilità marginale è negativa quindi non è proporzionale. La scelta diel consumatore viene fatta nel puto I tangenza tra la curva di indifferenza e il vdb. SMS: SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE. lo possiamo vedere come il rapporto tra le utilità marginali dei beni. Lungo una curva di indifferenza la derivata totale di U=0 CARATTERISTICHE: -indica il rapporto al quale il consumatore è disposto a scambiare un bene con un altro -Pendenza della curva di indifferenza -Rapporto tra l’utilità marginale dei beni Esempio: SMS tra birra e pizza è -2: l’utilità marginale di 1 l di birra e il doppio dell’utilità marginale di una pizza, quindi per compensare la riduzione di utilità derivante da 1 l di birra in meno o occorre avere due pizze in più ESERCIZI ESERCITAZIONE 1. Reddito 30K e lo divide tra prezzo cibo (Pc= 15) e divertimento (Pd=10) Un’imposta grava sostanzialmente in base all’elasticità della curva. Più è anaelastica allora più grava sul consumatore SCELTA OTTIMALE ED 1.10 ESEMPI TEORIA CONSUMATORE Mette insieme: 1. RISORSE: ciò che possiamo scegliere dal vincolo di bilancio. In base al prezzo dei beni e al reddito. 2. Preferenze: cio che desidero scegliere, lo esprimo tramite curve di indifferenza e funzione di utilità. Il consumatore vuole massimalizzare l’utilità (ossia raggiungere la curva di indifferenza più alta) subordinatamente al proprio vincolo di bilancio. Per essere un punto di ottimo deve: 1. stare “DIETRO” il vincolo di bilancio MA deve stare SULLA curva del vincolo di bilancio senno non staremmo spendendo tutto il nostro reddito 2. Deve avere un alta utilita (ex: nel disegno no C perché stessa curva indifferenza di B) 3. Maggiore guadagno di UTILITÀ (Ex: punto D preferito a punto C) —> la pendenza della curva di indifferenza è SMS e dice per un’unità di pizza quante unità di birra ottengo In D il guadagno di unita di birra è maggiore della perdita delle pizze in meno passando dal punto C al punto D La scelta ottimale è la tangente tra la curva di indifferenza e la retta del VDB. Sono tangenti ossia in quel punto hanno medesima pendenza SMS: è pari a un valore (ex:-2) ci dice quante unità vanno perse del bene B affinché venga guadagnata un’unità del bene A. L’ottimo ci dice che il rapporto di scambio tra x e y è uguale a ciò che io voglio rinunciare e ciò che DEVO rinunciare secondo vdb DIVERSI CASI 1. Come varia l’ottimo con il reddito? Si sposta parallelamente in modo più elevato, in questo caso aumentiamo Q del bene A che Q del bene B. Ogni volta che aumenta il reddito pero devo tenere a mente che i due beni sono NORMALI e quindi se R O aumenta , aumentano pure i due beni. Se avessimo un bene INFERIORE,avremo un nuovo OTTIMO. Con un aumento di reddito io decido di consumare meno birra (in quanto bene inferiore) mentre la Q della pizza aumenta comunque 3. Se varia il prezzo. In questo caso il prezzo della birra è diminuito, il nuovo ottimo si pone verso l’esterno. Questo nuovo ottimo ha una Q di birra maggiore in relazione al prezzo della birra ma una Q della pizza diminuita EFFETTO DI SOSTITUZIONE: quando si sposta il prezzo di un bene, io consumatore sostituisco il bene. Ex: il bene della birra diminuisco, prendo più birra e meno pizza poiché relativamente è diventato più caro. DERIVAZIONE CURVA DI DOMANDA: Se prendiamo tutte le potenziali combinazioni ottime, otteniamo la curva di domanda. La curva prezzo-consumo mostra come varia il paniere ottimo del consumatore al variare del prezzo di uno dei due beni. A ognuno dei punti di equilibrio corrisponde una combinazione prezzo-quantità. La curva di domanda è costruita dall'insieme di queste combinazioni. La curva di domanda ha pendenza negativa, tranne nel caso dei beni di Giffen (particolare tipo di bene inferiore) CURVA DI ENGEL: domanda di un bene in relazione alla variazione del REDDITO (inclinata positivamente!!!!) 3.10 FATTORI DI PRODUZIONE E COSTI RECAP: Vdb e preferenze formano ottimo consumo che a sua volta forma la curva individuale che a sua volta (per somma orizzontale) si forma la curva di domanda aggregata. La curva di domanda individuale è l’insieme delle coppie qt e prezzo OTTIMALE. Ora invece guardiamo la curva di offerta: analizziamo la struttura dei costi e quindi le produzione ottime per formare la curva ottimale delle imprese e poi la curva ottimale aggregata. DIETRO LA CURVA DI OFFERTA: FUNZIONE DI PRODUZIONE =la funzione che lega i fattori di produzione (input) al prodotto (output) Ex: agricoltore produce grano (output) e la manodopera, le attrezzature, i semi del grano, la terra (input). Alcuni fattori di produzione sono fissi (=NON VARIANO IN UN BREVE PERIODO) e altri variabili (=VARIANO IN UN BREVE PERIDO) Breve periodo: variare nell’immediato o in un periodo breve In questo esempio: la terra, i macchinari sono fissi mentre la manodopera è variabile. Il periodo entro il quale possiamo pensare di cambiare i macchinari per quella produzione è un PERIODO LUNGO Se consideravamo una data quantità del fattore fisso e la quantità prodotta e la quantità del fattore variabile otteniamo LA CURVA DEL PRODOTTO TOTALE =rappresenta la relazione tra la quantità prodotta e la quantità del fattore variabile per una data quantità di fattore fisso Se i macchinari (fattore fisso) cambiano, cambierà pure la curva, traslando. In questo i grafico sono DATI i fattori fissi. Quindi se aumento la qt di agricoltori allora ottengo un maggiore numero di prodotto = CURVA CRESCENTE CON PENDENZA POSITIVA MA DECRESCENTE perché al crescere dei lavoratori l’aumento della produzione è minore man mano che ci allontaniamo dall’origine. Un aumento di produzione ma quell’aumento va via via a ridursi più ci allontaniamo dall’origine. Ciò vuol dire che il prodotto marginale è decrescente. Se ho un solo agricoltore,se ne aggiungiamo un altro, la produzione aumenta ma se ne abbiamo già 6 allora aggiungendone un altro la produzione aumenta ma è minore rispetto all’aumento di prima. Questo è perché la terra è la stessa e i macchinari pure, non cambiano (FATTORI FISSI). A lungo andare arriviamo a saturazione qui di se aggiungiamo lavoratori allora la curva può pure scendere CURVA DEL PRODOTTO MARGINALE Rendimento decrescente del fattore lavoro : Aumentando la quantità del fattore lavoro e tenendo invariati gli altri fattori, il prodotto marginale diminuisce Se variano gli altri fattori: A. Nuovi maccchianri più efficienti: la curva si sposta in alto. Per ogni livello di lavoratori, la quantità prodotta è maggiore. Questo nella curva del prodotto marginale si alzerà pure perché con il nuovo macchinario, ogni lavoratore aggiuntivo ci da un incremento “positivo” La funzione di produzione ci serve per le curve di costo. CURVA DI COSTO TOTALE: relazione tra il costo totale (costo fisso + costo variabile) e la quantità prodotta La struttura dei costi è data dai costi fissi come costo della terra ecc e costo variabile come costo fertilizzanti ecc La curva ha pendenza POSITIVA E CRESCENTE perché il rendimento del lavoro è decrescente quindi per avere una stessa unità di prodotto in più devo impiegare un numero maggiore dei lavoratori La quantità di frumento aumenta in modo via via minore questo si traduce in prezzi totale che aumenta in modo più che proporzionale rispetto la quantità prodotta. La curva è crescente ossia l’incremento nel costo totale per un’unità di frumento aggiuntiva è via via crescente. Ex: un quintale di frumento in più ci da un aumento dei costi totale minore (più vicino all’origine) e maggiore man mano che ci allontaniamo dall’origine Una stessa unità di prodotto aggiuntiva, quando produco di più mi genererà un aumento del costo totale maggiore. Questo perché l’altra curva (curva marginale del lavoro) è decrescente. Per generare una quantità di prodotto in più devo aumentare il numero di lavoratori (o delle ore lavorate). Se io produco 10 unita e voglio passare a 11 devo aumentare i lavoratori se invece più avanti della curva voglio aumentare di una unita il numero di lavoratori deve aumentare IN MISURA MAGGIORE rispetto a prima. Perché la resa di ogni lavoratore aggiuntivo è via via “meno efficace” Una unita di prodotto in più quando ne produco già trenta richiede un aumento dei costi maggiore. Allontanandoci dall’origine abbiamo un aumento dei costi totali maggiore ma ho bisogno i impiegare una maggiore quantità di lavoro Costo marginale: variazione costo totale/ variazione quantità prodotta ed incirca la pendenza della curva del costo totale Nell’esempio il costo variabile è proporzionale alle unità impiegate. Ciò che aumenta in modo più che proporzionale è il costo variabile rispetto alla variazione della quantità prodotta poiché la quantità di lavoro per produrre il bene è decrescente. Per passare da due a tre casse di prodotto devo aumentare in modo più che proporzionale il lavoro. Il costo marginale quindi è via via crescente. COSTO MEDIO TOTALE =In media quanto ci costa produrre un’unità di prodotto, inbfatti la sua formula è: costo totale/ quantità del prodotto Il costo medio fisso lo deduco anche se ho soltanto il costo totale e ho il costo totale della quantità a zero. Il costo medio fisso è decrescente. Il costo medio totale invece pari,a decresce poi cresce perché? Il costo è medio variabile è crescente invece. Ma il costo totale è dato dal costo fisso e costo medio variabile quindi devo vedere l’andamento dei due costi Prima decresce e poi cresce perché nel primo tratto domina la riduzione del costo medio fisso, ma poi domina invece l’incidenza del costo medio variabile. Il costo medio totale si ottiene per somma dei dure costi medi. Disegnando il costo medio totale abbiamo un punto di minimo ossia il PRODOTTO CON COSTO MINIMO. Dove la curva del costo medio marginale incontra il costo medio totale è il minimo e dopo che si incontrano i loro andamenti di invertono: prima sta “sopra” il CMT e dopo sta “sopra” la curva del costo marginale La curva del costo marginale è così in quanto decrescente e la prendiamo per data. Ma perché si incontrano proprio in quel punto? A sinistra del punto di incontro abbiamo ad esempio il costo medio totale è la media dei nostri voti universitari mentre il costo marginale è l’ultimo voto. Siamo nel punto A1 con una media del 25 ma poi otteniamo un 22 allora cosa succede alla media? Si abbassa quindi arriviamo in un punto più basso di A1 —> come A2 che risulta ora essere la nostra nuova media poiché abbiamo aggiunto un C1 (costo marginale) inferiore alla media di prima. Partiamo quindi da una media del 24 B1, sostengo un esame e prendo 30 allora la media si alza B2. Il punto di minimo è il minimo del costo medio totale ma è il punto di incontro con il costo marginale. Nella foto sopra a destra mostra il caso generale BREVE E LUNGO PERIODO Nel lungo periodo ciò che consideravamo fissi come fattori sono in realtà variabile cioè ad esempio cambiare macchinari ma sul lungo periodo. A seconda del livello di produzione che vogliamo scegliere, scegliamo un costo fisso che si adatta a quello che vogliamo raggiungere. Questo esempio mostra che sono voglio una piccola azienda che produce 3 casse allora ho bisogno di un costo fisso basso (ex: macchine più piccole) Al contrario se volessi un’azienda più grande3 e che quindi produce più casse tipo 9 allora mi conviene un costo fisso maggiore con macchinari maggiori e più efficienti Per ogni dato livello di produzione, esiste un livello di costo fisso che minimizza il CMT stabilita la Q di lungo periodo, l'impresa dovrebbe scegliere il livello di costo fisso più idoneo, vale a dire quello che minimizza il costo medio totale Notare che ogni curva CMT è definita per un dato livello del costo fisso → sono curve di breve periodo > esistono svariate curve CMT di breve periodo, ognuna per un possibile livello di costo fisso → curva del costo medio totale di lungo periodo (CMTLP): funzione che esprime la relazione tra il livello di produzione e il costo medio totale nel lungo periodo, cioè nel periodo in cui l'impresa può scegliere il costo fisso in modo da minimizzare il CMT per ogni possibile livello di produzione IMPRESE IN UN MERCATO 8.10 CONCORRENZIALE L’impresa non mira a un massimo un minimo di ricavi ma mira massima lizzare il profitto che è dato dalla differenza dei ricavi totali meno i costi totali. Questo vale però soltanto in un mercato perfettamente concorrenziale dove tutti i partecipanti (consumatori produttori) sono price-taker ossia che prendono il prezzo dell’equilibrio di mercato per dato. In un settore perfettamente concorrenziale: 1. I produttori sono numerosi e nessuno ha una quota di mercato rilevante.questo implica che nessuno ha potere di mercato e quindi non può decidere il prezzo di un bene 2. I beni presenti sul mercato sono standardizzati (oppure indifferenziati). Questo significa che i beni tra di loro sono molto simili e quindi non fa differenza tra il bene di un’azienda e il bene di un’altra azienda. Questo implica che se un produttore alza il prezzo perde tutte le proprie vendite 3. Libertà di entrate e di uscita: i produttori già presenti in un settore non possono far nulla per escludere altre imprese proprio perché è facile iniziare a produrre e ed eventualmente uscirne Come già detto prima l’obiettivo dell’impresa è di massima lizzare il proprio profitto. In questo caso parliamo di profitto economico (diverso dal profitto contabile): ricavi - (costi espliciti+ costi impliciti-ammortamento) Tipologie ricavo e formule: 1. RICAVO TOTALE: indica il prezzo di vendita per quantità venduta 2. RICAVO MEDIO: Indica la somma che l’impresa ottiene mediamente dalla vendita di un bene 3. RICAVO MARGINALE: Indica l’aumento dei ricavi che risulta dalla vendita di un’unità aggiuntiva di produzione oppure, in altre parole, misura il cambiamento nel ricavo totale che si verifica quando un’azienda aumenta la produzione di un’unità. Rappresentazione grafica della curva di domanda della singola impresa che prende il prezzo di mercato per dato e può produrre qualsiasi tipo di quantità. Il grafico rappresenta infatti un’impresa price-taker, dove la semi retta orizzontale presenta l’intercetta pari al prezzo di mercato. Quindi il prezzo di mercato equivale al ricavo marginale (ricorda questo avviene solo in un mercato concorrenziale!!!) A quel prezzo dato l’impresa può vendere qualunque quantità desiderata e quel prezzo rimane invariato a prescindere dalle quantità venduta dall’impresa. Per la singola impresa la curva di domanda del suo prodotto è perfettamente elastica e coincide con la curva di ricavo marginale. PER UN’IMPRESA PRICE-TAKER IL RICAVO MARGINALE è UGUALE AL PREZZO DI MERCATO (DATO) Si fa un’analisi marginali lista con l’obiettivo di trovare il prodotto ottimo. I produttori si chiedono: “se produco una quantità pari a zero, quant’è il mio profitto? Se produco una quantità, quanto sarà il mio profitto? Di quanto aumenterebbero i miei ricavi? E si fermano quando la pendenza della tangente della curva del ricavo è uguale a zero. nell’immagine a sinistra vediamo come il punto ottimale è dato dall’intersezione della curva di costo marginale e il prezzo di mercato ma il prezzo di mercato viene considerato per dato ed è il prezzo che provoca un profitto massimo. Prima ancora di decidere la quantità ottima a produrre l’impresa deve comunque decidere se produrre. Un’impresa decide se restare o meno in un determinato settore sulla base del suo profitto economico. Questa decisione viene presa in base anche al costo medio totale: Riassumendo: - Consideriamo un certa struttura di costi dell'impresa, in particolare CMT: Il prodotto con costo minimo è la quantità tale per cui il costo medio totale è minimo. Il costo medio totale minimo è anche detto prezzo di pareggio poiché, per P=CMT, il profitto è nullo 1. se P > CMT minimo → esiste un livello di Q per il quale si ha P > CMT, quindi si ha un profitto positivo (impresa redditizia); il livello di Q ottimale per l'impresa, vale a dire quello che massimizza il suo profitto, sarà quello per cui C' = P 2. se P < CMT minimo → NON esiste alcun livello di Q per il quale si ha P > CMT, quindi qualunque Q comporta profitto negativo (perdita) 3. se P = CMT minimo, l'impresa ottiene un profitto nullo (pareggio) producendo Q pari al prodotto con costo minimo, vale a dire per cui P = CMT (= C') CURVA DI OFFERTA INDIVIDUALE SUL BREVE PERIODO Per ogni dato prezzo, la singola impresa prende il prezzo per dato e decide quanta quantità produrre. Perché le singole imprese decidono quanto produrre? Loro si basano sulla massima azione del profitto —> la quantità ottimale la si trova nel punto in cui il ricavo marginale uguaglia C’. Infatti spostandoci da quel punto avremo R’>C’ che non è un ottimo, oppure C’>R’ che comporta costi maggiori dei ricavi. In concorrenza perfetta R’=C’ si traduce come C’= P dato. Un’azienda deve comunque decidere se produrre o meno, come si sceglie? Se ottiene o meno un profitto positivo. Se P> minimo CMT allora si genererà profitto al contrario se P< minimo CMT allora si avrà una perdita. Il costo totale per trovarlo dobbiamo usare la curva del CMT in corrispondenza del punto ottimale poiché C’=P. Invece se siamo in perdita la quantità ottimale non porterà un profitto poiché il P< minimo CMT quindi ogni quantità ci farà avere una perdita. Ma in caso quale sarebbe la quantità ottimale? Quella che minimizza la perdita. Ora consideriamo il fatto che il CMT varia in base breve periodo e lungo periodo. Nel breve periodo i costi fissi vengono considerati per dati e dunque che non possono essere modificati. Infatti viene considerato il irrilevante nella decisione di sospensione della produzione nel breve periodo poiché il costo fisso deve essere sostenuto anche quando la quantità è pari a zero. DECISIONE DI PRODUZIONE NEL BREVE PERIODO Per decidere se produrre o meno (decisioni di produzione) analizziamo il costo medio variabile CMV. Cos’è CMV? Indica il costo degli stipendi, mentre i macchinari sono CMF (costo medio fisso: ossia i costi dei macchinari che sul lungo periodo non posso modificare). L’obbiettivo dell’azienda è di ricoprire il costo dei lavoratori. Io decido se vendere o meno e quanto in base a quanto devo pagare oggi i lavoratori. Ex: se oggi vendo un prodotto a 10$ e devo pagare più operai 10$ al giorno mi conviene tenere chiusa l’azienda perché non posso pagarli —> non produrre è il modo per gestire al meglio questa situazione e limitare i danni. DIVERSE CASISTICHE: 1. SE P< CMV minimo allora siamo in una situazione di perdita. Non esiste alcun livello di Q per il quale RT> CV quindi si massimizza il profitto (minimizza la perdita) scegliendo Q=0. CMV= prezzo di chiusura con CV=0 e perdita causata da CF 2.Se il P= CMV minimo allora abbiamo IL PREZZO DI CHIUSURA dove C’=P —> mi è indifferente produrre 3. Se P> CMV minimo vengono coperti i CMV. Siamo in una condizione di prezzo di pareggio. L’impresa continua a produrre fino a raggiungere la massimalizzazione del profitto producendo C’=P 4. Se: prezzo di chiusura< P < prezzo di pareggio: A) P< CMT minimo = siamo in una condizione di perdita B) P> CMV minimo = copre CMV e parte del CMF -> allora continuando a produrre piano piano copro la totalità del CMF se invece chiudo genero perdita perché non ho coperto il CMF In quel gap io riesco a ripagare gli operai pero comunque abbiamo dei costi fissi da pagare quindi mi trovo comunque in profitto negativo pero almeno lentamente pago gli operai ex: 14$ ricavi e pago 12 l’operaio e allora 2$ li metto per pagare i costi fissi —> non ho guadagnato nulla ma almeno limito il mio debito. RICORDA: Profitto= RT-CT Profitto unitario= P- CMT(=CMV-CMF) Nell’esempio il profitto unitario è pari a 2 La quantità che decidiamo di produrre dato il prezzo si basa su: P=C’. La curva di offerta della singola impresa (poi curva aggregata) ripercorre la curva del costo marginale della singola impresa. Dalla condizione di ottima lita ripercorriamo la curva del costo marginale. Il punto da cui faccio partire la curva di offerta è un P= PREZZO DI CHIUSURA ossia P=CMV minimo Tra 0 e costo i chiusura l’azienda produce 0 —> non potrei coprire neanche il CV Dopo 10 siamo sopra il CMV minimo e abbiamo che la curva di offerta= C’ ma NEL BREVE PERIDO perché come punto di partenza abbiamo il CMV minimo. LA curva di offerta di mercato la otteniamo sommando la curva di offerta di ogni impresa (per somma orizzontale) per ogni dato livello di prezzo (p> prezzo chiusura). CURVA DI OFFERTA INDIVIDUALE SUL LUNGO PERIODO DIFFERENZE TRA BREVE E LUNGO PERIODO: 1. Nel breve periodo, il numero di produttori è fisso 2. Nel lungo periodo si ha entrata e uscita di imprese sulla base del confronto tra prezzo di mercato e CMT minimo (prezzo di pareggio) Le imprese ESCONO dal mercato se RT< CT (esprimibile anche come P< CMT) Le imprese ENTRANO nel mercato se RT> CT (esprimibile anche come P> CMT) Ora le aziende escono ed entrano nel mercato e si pensa a quali costi fissi mantenere. Nel lungo periodo le imprese escono dal mercato se il ricavo totale non ricopre il costo totale ed entrano se RT> CT. ANALISI CURVA DI OFFERTA INDIVIDUALE DI LUNGO PERIODO: Prima di tutto bisogna notare che parte dal prezzo di pareggio e NON dal prezzo di chiusura. Esempio curva di offerta 01 con prezzo di equilibrio 18. Nel mercato siamo in A, nell’impresa siamo in B. Per un prezzo pari a 18 l’azienda produce perché P> CMT minimo (prezzo di pareggio) quanto produce pero? Quantità 5 perché è la quantità al quale P=C’ e consegue e profitti dati dall’aerea verde. Se siamo in una situa in cui nuove imprese possono entrare —> se altre aziende stanno avendo profitti e si aggiungono nuove imprese allora si sposta la curva dell’offerta verso destra. Entrano nuove imprese e allora un numero maggiore di imprese provoca uno spostamento della curva di offerta verso destra perché per ogni dato livello di prezzo devo produrre di più. Ora siamo quindi spostati sulla O2 allora il prezzo di equilibrio scende e ora va a 16 e l’azienda continua a produrre (ora 4.5) e il suo profitto è l’area a righe. Nuove aziende si aggiungono finche non arriviamo ad ottenere il prezzo di equilibrio pari al prezzo di pareggio. L’azienda produce ma ha profitti nulli e ore non entrano nuove aziende nel mercato. Il punto C è il PUNTO DI EQUILIBRIO MERCATO NEL LUNGO PERIODO. PERÒ profitto nullo significa che non si generano profitti che vanno oltre il costi totali. Il punto C che è il minimo CMT. Il punto C ha una proprietà aggiuntiva: abbiamo un minimo dei costi medi totali e stiamo producendo la quantità che minimizza i costi medi totali e massimizza il profitto. Viene detta così SCALA EFFICIENTE che è ottimale ma è anche la quantità che ci fa sostenere il cMT minimo. IN GENERALE: La curva di offerta di mercato di lungo periodo è una curva che indica la relazione tra prezzo e quantità offerta da un settore quando nell’arco temporale di riferimento si possono verificare entrate e uscite d’impresa. 1. Nel grafico B sopra abbiamo che la curva di offerta di settore di lungo periodo è orizzontale, cioè perfettamente elastica dunque i costi sono costanti a livello di settore. 2. Quando invece la curva di settore di lungo periodo ha pendenza positiva allora vuol dire che i costi sono crescenti a livello di settore 3. Quando invece la curva di offerta di settori di lungo periodo a pendenza negativa i costi sono decrescenti a livello di settore. AUMENTO DELLA DOMANDA Caso A: nel punto Y la singola impresa con un prezzo maggiore ha prodotto una quantità maggiore. A livello di mercato si sposta la curva di offerta fino a quando non arriviamo al punto di chiusura. Caso B: cosa succede se il prezzo cova da 14 a 18, passiamo dal punto di produzione x. Curva di offerta di settore di lungo periodo OLP ossia che nessuno vuole uscire ne entrare —> la otteniamo in corrispondenza del prezzo di pareggio e li non c’è un inventivo per le imprese di entrare ne di uscire. PERCHÉ CI INTERESSA IL MERCATO DI CONCORRENZA PERFETTA? Perché si massimalizza il benessere della società DISPONIBILITÀ A PAGARE E CURVA DI DOMANDA Disponibilità a pagare di un consumatore: prezzo massimo al quale è disposto ad acquistare il bene sulla base del proprio beneficio marginale Beneficio netto o surplus del consumatore : prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare - prezzo effettivamente pagato sul mercato Surplus totale dei consumatori: somma dei surplus individuali dei consumatori di un mercato Surplus o beneficio netto misura il benessere e la disponibilità dei consumatori. Questa rappresenta pero una curva individuale quindi il surplus totale è dato dalla somma dei surplus individuali. La curva rappresenta cio che il consumatore sarebbe disposto a pagare, 1 indica quanto è disposto a pagare la prima copia, nel punto due penso “io ho già una copia, quanto sarei disposta a pagare la seconda??” CHE è DIVERSO DA QUANTO PAGO EFFETTIVAMENTE che è uguale per tutti ossia il prezzo del mercato COSTO-OPPORTUNITÀ E CURVA DI OFFERTA Costo-opportunità di un venditore: prezzo minimo al quale è disposto a vendere (ricorda costo marginale!!) Costo opportunità della vendita: non poter più disporre del bene Guadagno netto/surplus del produttore: prezzo effettivamente ricevuto sul mercato- prezzo minimo al quale il venditore è disposto a vendere Il surplus è dato dall’area al di sopra della curva di offerta e al di sotto della curva del prezzo. Notiamo quindi che il surplus è dato dall’area al di sotto per la curva di prezzo e al di sopra della curva di offerta. Però ricorda che va vista in modo verticale, ad esempio nel caso di destra Amy ha un surplus di 299 € Bet di 199 e insieme il surplus totale del produttore è di 499 Il surplus sia del venditore che del consumatore sono usati per misurare quanto sia ottimale lo scambio Nell’economia di libero mercato prevede che i consumatori e i produttori hanno un incentivo a modificare il propio comportamento per ripotare il mercato verso l’equilibrio (per equilibrio indichiamo quantità domandata= quantità offerta). Se siamo fori dall’equilibrio allora abbiamo eccedenza o carenza. L’incentivo a modificare il proprio comportamento cessa quando il valore attribuito dai consumatori l’unità aggiuntiva è uguale al costo aggiuntivo per i produttori e quindi ci troviamo nel punto di equilibrio CASISTICHE: 1. Q< Q*: in questo caso il valore per i compratori è maggiore del costo per i venditori. Aumentando Q si aumenta il sul prato totale. La quantità Qo non può essere la quantità ottimale poiché ciò che i consumatori ottengono più che compensa ciò che i produttori pagano per produrre. 2. Q=Q* in questo caso la quantità domandata è uguale alla quantità offerta e abbiamo un surplus massimo 3. Q>Q* il valore per i compratori è minore del costo per i venditori quindi producendo Q si riduce il sorpasso totale. Ci troveremmo in una condizione di PERDITA QUINDI l’equilibrio di mercato rappresenta un’allocazione efficiente delle risorse e il surplus totale viene generato dal mercato in equilibrio Un’allocazione è efficiente se massimizza il surplus totale. Le risorse sono state usate in modo da sfruttare appieno tutte le opportunità per migliorare il benessere delle persone. Il surplus dei consumatori nel disegno sopra corrisponde al triangolo che si forma tra P di equilibrio e la curva D mentre il surplus del produttore è sotto P d’equilibrio fino alla curva di offerta. Questo triangolo è massimo quando P è d’equilibrio e la quantità domandata è uguale a quella offerta. Il surplus totale è dato dalla somma del surplus dei consumatori e dei produttori. Andando a sinistra di Q di equilibrio si riduce il surplus complessivo, dobbiamo quindi spostarci fino alla quantità di equilibrio. Il punto di equilibrio di mercato è un incentivo a non spostarsi ma è anche un punto EFFICIENTE perché massimizza il surplus. Questa situazione migliore possibile non è per forza equa!!! EFFICIENZA DEL MERCATO CONTROLLO DEI PREZZI: Per controllo dei prezzi intendiamo quando un governo interviene per regolare i prezzi (stabilendo ad esempio un livello massimo oppure tetto o stabilendo un livello minimo di prezzo oppure pavimento) questo può essere per diversi motivi tra cui motivi di equità In questo modo interviene nel mercato concorrenziale,alterandolo poiché se dice che c’è un prezzo minimo e massimo non abbiamo più un mercato libero. Un esempio di livello massimo sono gli affitti regolamentati e i livelli minimi è il salario minimo. Nel mercato del lavoro l’offerta siamo noi che “offriamo” le nostre ore di lavoro mentre la domanda è delle aziende. Noi offriamo le nostre ore di lavoro e il modo in cui si genera l’offerta di lavoro, l’individuo ha delle preferenze e agisce. La curva di offerta che abbiamo ottenuto è sotto i principi di assimilazione e sotto il vincolo di bilancio. LIVELLI MASSIMI DI PREZZO Conseguenze: 1. CARENZA 2.INEFFICIENZE: causata dal livello massimo di prezzo. Non si colgono tutte le opportunità insite nello scambio. Ciò avviene in vari modi: A. Quantità scambiata< quantità di equilibrio di mercato (efficiente) provoca una perdita secca di benessere: ossia una perdita surplus totale dovuta allo scambio in una quantità diverse da quelle di equilibrio di mercato. (la perdita secca sarebbe una perdita di risorse che non va nessuno) B. Allocazione inefficiente ai consumatori: la quantità disponibile, scarsa, viene allocata ai consumatori non in base ai loro bisogno (disponibilità pagare). Infatti si creano opportunità mancate (inefficienza): ci sarebbero le condizioni per accordi tra individui che migliorerebbero il benessere di tutti senza peggiorare quello di alcuno(ma sono illegali) C. Spreco di risorse: tempo e risorse legate alla carenza D. Qualità inefficientemente scadente: la qualità del bene è inferiore al livello per cui i compratori sarebbero disposti a pagare un prezzo 3. ATTIVITÀ ILLEGALI PERCHÉ ESISTONO BENEFICI? I benefici possono essere presentati come la perdita secca di benessere+ il trasferimento di benessere tra parti (e questo ovviamente provoca un beneficio solo per qualcuno però). Un intervento del governo tramite prezzi minimi o prezzi massimi genera una perdita secca —> si bruciano risorse. Ma allora perché continuano a metterli? Per questioni etiche (ad esempio il salario minimo). In generale se aggiungiamo o modifichiamo il mercato c’è qualcuno che ci guadagna e chi invece ci perde quindi c’è chi spinge per questi interventi. LIVELLI MINIMI DI PREZZO Conseguenze: 1. PERSISTENZE SITUAZIONE DI ECCEDENZA (eccesso di offerta): non tutti coloro i quali desiderano vendere il proprio prodotto riescono a farlo. Attenta però: questo è vero se il livello minimo di prezzo> del prezzo equilibrio Cosa fare dell’eccedenza? Dipende dalla politica del governo: ci sono due opzioni : A. Non fare nulla e questo provocherà il fatto che alcuni venditori dovranno uscire dal mercato B. Il governo si fa carica della produzione in eccesso: pagando i produttori perché non producano, pagando gli esportatori perché vendano in perdita, acquistando l’eccedenza e ridistribuendola gratuitamente nelle scuole, pagando l’eccedenza e distruggerla. 2. INEFFICIENZA: causate dal livello minimo di prezzo. Non si colgono tutte le opportunità insite nello scambio.ciò avviene in vari modi: A. Quantità scambiata < quantità di equilibrio di mercato (efficiente) —> PERDITA SECCA DI BENESSERE: perdita di surplus totale dovuta allo scambio di una quantità diversa da quella di equilibrio del mercato B. Allocazione inefficiente tra i venditori non in base al loro bisogno (disponibilità a ricevere un prezzo) —> si creano opportunità mancate (inefficienza): ci sarebbero le condizioni per accordi tra individui che migliorerebbero il benessere di tutti senza peggiorare quello di alcuno (ma sono illegali) C. SPRECO DI RISORSE: gestione delle eccedenze; tempo per cercare di vendere il proprio prodotto D. QUALITÀ INEFFICIENTEMENTE ELEVATA: la qualità del bene è superiore al livello desiderato da alcuni compratori, i venditori competono sulla qualità non potendo competere sul prezzo. 3. ATTIVITÀ ILLEGALI PERCHÉ ESISTONO? - portano benefici: perdita secca di benessere + trasferimento di benessere tra parti -non ci si rende conto come sarebbe senza controlli - analisi economica non sempre alla base delle scelte politiche CONTROLLO DELLA QUANTITÀ: Un governo interviene per regolare la quantità massima che può essere venduta o acquistata di un bene (quota) —> licenza: ciò che conferisce a chi ne è in possesso il diritto di vendere il bene (ex: licenze di taxi) Conseguenze: 1. INEFFICIENZA: prezzo di domanda > prezzo di offerta —> opportunità mancate: perdita secca di benessere 2. ATTIVITÀ ILLEGALI (mercato nero) IMPOSTE E SUSSIDI Esistono due tipologie di imposte: 1. DIRETTE —-> imposte sul reddito o sulla ricchezza 2. INDIRETTE —> imposte sulla spesa (sulle manifestazioni della ricchezza). A loro volta si dividono in: A. IMPOSTE SPECIFICHE= ammontare fisso per ogni unita di bene (ex: accise sulla benzina) B. IMPOSTE AD VALOREM= ammontare in percentuale al prezzo (ex: IVA) IMPOSTE: sono un modo di intervenire nel mercato da parte del governo, possono essere dirette o indirette. Delle ultime ci sono imposte specifiche e imposte ad valorem. Nel primo caso le accise sulla benzina e sull’IVA. Accise sulla benzina indica che per ogni unita venduta o comprata di benzina si deve applicare un certo ammontare di imposta. EFFETTI DI UN’IMPOSTA: 1. Su chi grava formalmente l’imposta —> curva di offerta si sposta verso sinistra o verso l’alto 2. Effetti sull’equilibrio di mercato: nuovo p e Q di equilibrio 3. Incidenza dell’imposta: come si ripartisce l’onere dell’imposta tra i soggetti economici coinvolti: confronto del prezzo pagato dai consumatori e di quello ricevuto dai venditori con il prezzo di equilibrio in assenza di imposta 4. Perdita secca (inefficienza) 15.10 LIVELLO MASSIMO E MINIMO Nel punto di equilibrio di mercato parliamo di punto efficiente ossia il surplus del consumatore e il surplus del produttore sono massimi in quel punto. Quel punto è efficiente perche in quel punto andiamo a migliorare il benessere generale, infatti spostandoci da quel punto non miglioriamo la situazione di benessere ma ci mettiamo in una situazione peggiore. Se c’è qualche intervento (tipo stato) che stabilisce un prezzo/ quantità diversi da quelli di equilibrio allora il surplus (che si viene a generare dopo questo cambiamento) è inferiore al surplus massimo. Ma perche allora si fa? Provoca conseguenze positive per qualcuno. Ad esempio, guardando il grafico a destra possiamo notare come prima il prezzo era di 1000 euro, adesso il prezzo è “sceso” a 800, questo provoca un vantaggio per il 1.8 mln di persone che hanno trovato casa a un prezzo avvantaggiato. Il problema? È che le persone che hanno trovato casa probabilmente non erano quelle che lo necessitavano maggiormente, infatti NON tutti hanno trovato casa —> infatti parliamo di CARENZA (uno dei maggiori problemi dei livelli massimi di prezzo). Inoltre nel grafico a destra possiamo notare come il surplus passi da essere massimo a essere inferiore in quanto si è generata una perdita secca (= un’area di perdita di benessere per tutti!!!! Perché le risorse non sono più accessibili e sono considerate “bruciate”. Bisogna quindi tenere a mente questo fattore, e tutti gli altri aspetti negativi dei livelli massimi di prezzo quando si genera un tetto) (Per elenco conseguenze livello massimo/ minimo guarda pagina 48-49) CONTROLLO DELLA QUANTITÀ Controllo della quantità: un governo interviene per regolare la quantità massima che può essere venduta o acquistata di un bene (quota) Uno degli esempi più importanti è quello della licenza: ossia ciò che conferisce a chi ne è in possesso il diritto di vendere il bene (ex: licenza di taxi) Si genera una quota: il prezzo che il tassista vuole ricevere e il prezzo che l’utente vuole pagare sono diversi e questa differenza provoca un DIFFERENZIALE Il prezzo minimo che richiede il tassista serve per coprire le spese e sa anche che può chiedere all’utente un prezzo più alto del prezzo minimo che lui vorrebbe. Nell’esempio vediamo infatti che il prezzo in corrispondenza della quota per la curva di domanda è 6 mentre il prezzo in corrispondenza della quota per la curva di offerta è 4. Questa differenza è chiamata differenziale. Bisogna pero considerare il fatto che è necessaria una licenza quindi il differenziale se la intasca colui che emette le licenze dei taxi. Se Q si sposta a destra allora il differenziale diminuisce e quindi un differenziale minore. Rendita della quota: guadagno per titolare della licenza per il solo fatto di avere il diritto di vendere il bene. CONSEGUENZE: 1. INEFFICIENZA: Se il prezzo della quantità domandata è maggiore il prezzo della quantità offerta allora si avranno delle opportunità mancate (perdita secca di benessere) 2. ATTIVITA ILLEGALI (mercato nero) IMPOSTE E SUSSIDI Sono interventi che alterano gli equilibri di mercato, generando cosi una perdita secca. Questo avviene tipicamente quando lo stato vuole avere soldi per pagare il debito pubblico. Esistono due tipologie di imposte: 1. DIRETTE —-> imposte sul reddito o sulla ricchezza 2. INDIRETTE —> imposte sulla spesa (sulle manifestazioni della ricchezza). A loro volta si dividono in: A. IMPOSTE SPECIFICHE= ammontare fisso per ogni unita di bene (ex: accise sulla benzina) B. IMPOSTE AD VALOREM= ammontare in percentuale al prezzo (ex: IVA) IMPOSTE: sono un modo di intervenire nel mercato da parte del governo, possono essere dirette o indirette. Delle ultime ci sono imposte specifiche e imposte ad valorem. Nel primo caso le accise sulla benzina e sull’IVA. Accise sulla benzina indica che per ogni unita venduta o comprata di benzina si deve applicare un certo ammontare di imposta. EFFETTI DI UN’IMPOSTA: 1. Su chi grava formalmente l’imposta —> Grava formalmente (= chi dal pov formale è tenuto a fare versamento allo stato) sull’automobilista. Ma grava sostanzialmente pure sui benzinai l’onere dell’imposta (=l’onere è un obbligo imposto dalla legge o dalle norme amministrative dello Stato). Stai attenta però: non è necessariamente vero che l’onere di un’imposta debba gravare in ugual misura sui compratori e sui venditori, in realtà è possibile con imposte applicata ai venditori alla fine ricada interamente sui compratori Quindi la curva di offerta si sposta verso sinistra o verso l’alto 2. Effetti sull’equilibrio di mercato: nuovo p e Q di equilibrio 3. Incidenza dell’imposta: come si ripartisce l’onere dell’imposta tra i soggetti economici coinvolti: confronto del prezzo pagato dai consumatori e di quello ricevuto dai venditori con il prezzo di equilibrio in assenza di imposta 4. Perdita secca (inefficienza) ESEMPIO LIBRO: Le curve a causa delle imposte si spostano: nell’esempio in alto a destra abbiamo lo spostamento parallelo della curva di offerta, ma essa si può spostare pure a sinistra. Invece per quanto riguarda la curva di domanda anch’essa si può spostare a destra e l’effetto sarebbe lo stesso. Uno degli esempi più importanti delle imposte sono le accise della benzina. Precise la benzina indichiamo quelle imposta fissa che si paga allo Stato per ogni litro di benzina. In particolare per ogni litro di benzina si paga il 22% di Iva e 0,73 € di accisa. Perché lo stato pensa di aumentare le accise sulla benzina? Perché è anelastica la domanda di questi beni quindi i consumatori reagiscono poco a variazione del prezzo. ELASTICITÀ, INCIDENZA E GETTITO Il modo in cui l’onere delle imposta si ripartisce tra compratori e venditori dipende dall’elasticità delle curve di domanda e di offerta L’onere dell’imposta graverà sul lato del mercato meno elastico quindi abbiamo una curva di mercato meno elastico quindi reagisce poco alle variazioni della quantità. Il concetto di elasticità è cruciale anche per analizzare come variano il gettito e la perdita secca associata a un’imposta. Definiamo quindi il gettito dell’imposta che è pari allo scarto tra prezzo di domanda e prezzo di offerta moltiplicato per la quantità acquistata e venduta. Definiamo inoltre aliquota: importo dell’imposta prelevata su ogni unità di bene. Ricorda: un’imposta può gravare sia sui consumatori che sui venditori. Quando grava sui consumatori la curva di domanda si sposta verso sinistra o verso il basso mentre se grava sui venditori allora si sposta verso l’alto verso sinistra. Inoltre ricorda di non confondere il fatto che imposta possa gravare in in modo formale o sostanziale. Relazione tra elasticità, perdita secca e gettito: C ed E sono la perdita secca quindi indicano le risorse bruciate Più le curve sono elastiche maggiore sara la perdita secca. RAPPORTO ALIQUOTA E GETTITO: Se l’aliquota si alza, quindi se si alza l’importo dell’imposta prelevata su ogni unità di bene, allora ci saranno due conseguenze: 1. il gettito per ogni unità venduta è maggiore, questo provocherà una spinta del gettito totale ad elevarsi. Viene chiamato effetto prezzo 2. si vendono meno unità, questo provocherà una spinta di getti totale inferiore, verso il basso. Viene chiamato effetto quantità A parità di accise, il gettito è maggiore nel caso di una domanda è elastica rispetto al caso di una domanda elastica Possiamo inoltre parlare della curva di LAFFER è una curva che mette in relazione l’aliquota d’imposta (nell’asse delle ascisse) con le entrate fiscali (nell’asse delle ordinate) EFFETTI DI UN SUSSIDIO Un sussidio: serve per incentivare la vendita, quindi per ogni quantità venduta lo stato ti deve dare dei soldi. Ex: Cinema e teatro. Per ogni biglietto venduto dara un sussidio, un ricompenso in denaro. Lo stato da 30 euro per ogni biglietto (nell’ esempio). La curva dell’offerta si sposta verso il basso. Il teatro deve confrontare quanto avrebbe ottenuto prima in equilibrio 75 e dopo 90 quindi vengono poi ripartiti tra venditore e compratori. MERCATI INEFFICIENTI Analizzeremo tre motivi di inefficienza del mercato che non sono da attribuire a interventi del governo, bensì alla natura del bene o alle circostanze economiche in altri termini ci sono circostanze in cui il mercato non produce un equilibrio efficiente ma il motivo non risiede in un intervento esterno che glielo impedisca. Nei casi di beni pubblici esternalità e asimmetrie informative il mercato, lasciato a se stesso, genera equilibri subottimali e non riesce proprio a funzionare. Analizziamo i casi in cui il mercato è inefficiente. In questo caso stiamo parlando di un mercato concorrenziale e quindi il mercato fallisce. Cause di inefficienza sono tanti: beni pubblici, esternalità, asimmetrie informative. Esistono quattro tipologie di beni divisi in base a due caratteristiche: l’esclusività (= si può impedire un individuo di godere di un certo bene) e rivalità nel consumo (= il consumo di un bene da parte di un individuo preclude ad altre la possibilità di goderne) 1. Beni pubblici: i beni pubblici sono non rivali nel consumo e non esclusivi, ex: bene pubblico: fognature, difesa nazionale, illuminazione pubblica. 2. Beni privati esclusivi e rivali nel consumo 3. Beni artificialmente scarsi: Non rivali nel consumo ed esclusivi 4. risorse comuni (collettive): non esclusivi ma rivali nel consumo Il mercato in questi casi non riesce a funzionare in modo concorrenziale perfetto, è inefficiente. Vediamo ora che le caratteristiche dei beni pubblici comportano che il mercato non possa garantine la fornitura efficiente. La non-rivalità, in particolare, richiede che l'aggregazione delle domande individuali avvenga per somma verticale, e non per somma orizzontale come visto finora per i beni privati. Ognuno potrebbe quindi pagare un prezzo pari al proprio beneficio marginale. Ma, data la non-esclusività, il mercato nonè in grado di implementare un meccanismo del genere: gli individui sanno di poter beneficiare del bene senza pagarne il prezzo e, se tutti ragionano in questo modo, il bene non viene finanziato e prodotto («fallimento del mercato»). Il problema di rilevazione del beneficio marginale individuale permane anche nel caso di fornitura pubblica. MERCATO E BENI PUBBLICI La somma tra le domande individuali non è più in senso orizzontale ma in senso verticale. Prima era in senso orizzontale perche i beni erano RIVALI, quindi se A consuma un’unità quel bene non può essere considerato da B!! Quindi per ogni prezzo abbiamo la somma della quantità: Ora sono beni NON RIVALI quindi l’aggregazione è in senso verticale perche ognuno di noi ha una curva di domanda e si sommano per somma verticale: Individuo A non è disposto a pagare oltre QA quindi per la curva aggregata verticale, oltre QA si segue soltanto la curva di domanda di B. Il beneficio marginale aggregato non è più uguale al beneficio marginale individuale (come per il caso sopra) ma è dato dalla somma dei benefici marginali degli individui. L’efficienza la otteniamo in corrispondenza di Q*=QA=QB mentre il prezzo di equilibrio è pari alla somma del beneficio marginale individuale. Lo stato deve rilevare il loro beneficio marginale ma le persone sanno che se dicessero un certo ammontare gli verrebbe chiesto sottoforma di imposta,quindi non trovano quindi corretto rivelare il loro beneficio marginale. Una volta in cui è stata scelta Q, nessuno ne può essere escluso: ad esempio per la difesa nazionale, l’esercito è per tutti = bene non escludibile! Lo stato non chiede P2 ad A e P3 a B (pure se potrebbe farlo) Essendo il bene non escludibile, i cittadini non sono disposti a pagarti perche tu stato hai già messo a disposizione l’esercito. Lo stato non ha mezzi per ottenere P2 e P3. Se io stato prima dei decidere quanto fornire chiedo ad A, B ecc”se avessi un esercito di 1/2/3.. quanto saresti disposto a pagare?”, ma essendo adesso la somma ottenuta in senso verticale in quanto beni non rivali, i cittadini sono disposti a pagare 0 in base alla non esclusività. Per questo motivo il mercato non funziona in quanto la disponibilità a pagare del singolo è nulla. Inefficienza nella fornitura di un bene pubblico da parte del mercato: - In relazione alla non-esclusività: problema del free rider (chi gode di un bene senza pagarne il prezzo) → produzione inefficientemente bassa -In relazione alla non-rivalità: costo marginale di fornitura nullo (C'=0) → consumo finché B'=0; in realtà p>0 → consumo finché B'=p > C' → consumo inefficientemente basso → i prezzi di mercato non sono più segnali corretti del valore → intervento del settore pubblico per la fornitura dei beni pubblici (e delle risorse collettive) PROBLEMA DEL FREE RIDER Sulla base della non rivalità servirebbe che gli individui dichiarassero il loro beneficio marginale poi, però, non sarebbero disposti a pagarlo. Altro problema: FREE RIDER ossia l’individuo che gode di un bene senza pagarne il prezzo. Gli individui non sono incentivati a contribuire volontariamente al fnanziamento del bene poiché sanno che, una volta in cui il bene è stato prodotto, non possono esserne esclusi dal consumo. Situazione/intereazione in cui ciò che faccio io dipende da ciò che fanno gli altri. Facciamo tutti i casi: 1. A contribuisce: paga 1. Lui contribuisce per uno ma gli altri no quindi l’impresa non fornisce il bene. La sua utilita netta è pari a -1 poiché gli altri contribuiscono 0 e lui uno: 0-1= -1 2. A contribuisce ma pure gli altri: il produttore produce perche ricopre il costo di 10, utilità del bene-1=. 8-1=7 3. A non contribuisce: e gli altri si —> 8 utilita 4. A non contribuisce: e neanche gli altri —>0 Se gli altri non contibuisco la mia utilita netta è e migliore se non contribuisco mentre se gli altri contribuiscono mi conviene comunque NON contribuire perche la mia utilita è superiore se non contribuisco. Tutti ragionano come l’individuo A ma allora a quel punto nessuno produce quel bene e quindi porta al fallimento del mercato. SOLUZIONI AL PROBLEMA DEL FREE RIDER: Soluzioni al problema del free rider: 1. PRIVATE: - ci sono comunità piccole: c’è un controllo sociale dove io mi sento di dover contribuire - intensità delle preferenze —> ci tengo molto che quel prodotto venga prodotto - altruismo 2. PUBBLICO: lo stato si fa carico del problema. Lo stato ha comunque difficoltà nella rivelazione delle preferenze. L’intervento pubblico avviene pure nei casi incrociati Beni pubblici Difficoltà di rilevazione delle preferenze. Utilizzo dell'analisi costi-benefici. Finanziamento tramite imposte. Risorse collettive [non esclusive → non si può chiedere un prezzo per l'uso rivali → pericolo di supersfruttamento] Es. aria

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