Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) PDF

Summary

This document is a presentation on the DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th Edition). It provides an overview of the manual's principles, usage, and classifications related to mental disorders. The document details different types of mental disorders. The sections included are useful for understanding and applying the DSM-5 in clinical settings.

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MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI DSM-5 Francesca Nardecchia RTDB, MD, PhD Dipartimento di Neuroscienze Umane francesca.nardecchia@unirom a1.it DSM-5 Principale contributo alla pratica psichiatrica: Descriz...

MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI DSM-5 Francesca Nardecchia RTDB, MD, PhD Dipartimento di Neuroscienze Umane francesca.nardecchia@unirom a1.it DSM-5 Principale contributo alla pratica psichiatrica: Descrizione chiara e precisa dei prototipi delle varie patologie mentali Compresa l’individuazione degli elementi essenziali richiesti per ciascuna diagnosi Degli elementi che la escludono Al di là delle soglie relative al numero e alla durata dei sintomi DSM-5 Obiettivo di delineare in modo chiaro e preciso i prototipi dei vari disturbi mentali Favorendo la comunicazione tra i clinici Nonché la comprensione delle diagnosi da parte dei pazienti e dei loro familiari Molto più discutibile è invece il successo delle soglie proposte Che non hanno ricevuto un’adeguata validazione empirica e che vengono raramente usate nella pratica clinica DSM-5 I clinici, nella loro pratica ordinaria, non basano le loro diagnosi su una verifica sistematica della presenza o meno di una serie di sintomi Ma piuttosto su un matching tra i prototipi dei vari disturbi mentale che essi hanno in mente e le caratteristiche del singolo paziente che hanno di fronte Ridurre l’atto della diagnosi a una conta dei sintomi significherebbe banalizzare la pratica psichiatrica e perdere di vista la complessità di ogni caso SEZIONE USO DEL MANUALE Non è sufficiente verificare soltanto la presenza dei sintomi elencati nei criteri diagnostici per porre una diagnosi di disturbo mentale I criteri diagnostici sono offerti come linee guida per porre le diagnosi, e il loro uso deve essere di aiuto per fondare la diagnosi La caratterizzazione di ogni singolo paziente deve comprendere un’accurata storia clinica e un riassunto conciso dei fattori sociali, psicologici e biologici che possono aver contribuito allo sviluppo di un determinato disturbo mentale LA CLASSIFICAZIONE DIAGNOSTICA Nella popolazione generale esiste un’ampia gamma di problemi di salute mentale I disturbi mentali non sono condizioni del tipo «tutto o nulla» Molti di essi (forse tutti) sono in continuità con la normalità Il confine tra la normalità e il disturbo deve essere deciso arbitrariamente su base pragmatica Cioè sulla base dell’utilità clinica DISTURBO MENTALE Un disturbo mentale è una sindrome caratterizzata da un’alterazione clinicamente significativa della sfera cognitiva, della regolazione delle emozioni o del comportamento di un individuo Che riflette una disfunzione nei processi psicologici, biologici o evolutivi Che sottendono il funzionamento mentale I disturbi mentali sono solitamente associati a un livello significativo di disagio o di disabilità in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti DSM-5 Deve essere visto per quello che è: Non «la bibbia degli psichiatri» Bensì un utile manuale di riferimento per tutte le professioni della salute mentale Il quale delinea le caratteristiche cliniche di condizioni la cui natura è sicuramente eterogenea Per lo più senza inferenze per quanto riguarda la loro origine Né il loro trattamento I DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO Disabilità intellettiva Disturbi della comunicazione Disturbo dello spettro dell’autismo Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (DDAI) Disturbo specifico dell’apprendimento Disturbi del movimento Disturbi da tic Altri disturbi del neurosviluppo I DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO Gruppo di condizioni con esordio nel periodo dello sviluppo Deficit dello sviluppo che causa una compromissione del funzionamento personale, sociale, scolastico o lavorativo Il range dei deficit dello sviluppo varia da limitazioni molto specifiche dell’apprendimento o del controllo delle funzioni esecutive fino alla compromissione globale delle abilità sociali o dell’intelligenza I disturbi del neurosviluppo si presentano frequentemente in concomitanza (d. dello spettro dell’autismo + disabilità intellettiva, DDAI + d. SPECIFICATORI L’uso degli specificatori arricchisce la descrizione clinica del decorso clinico e della sintomatologia dell’individuo Età di esordio Gravità Associato a una condizione medica/genetica nota o a un fattore ambientale LA DISABILITÀ INTELLETTIVA (D. DELLO SVILUPPO INTELLETTIVO) Deficit delle capacità mentali generali, come il ragionamento, il problem solving, la pianificazione, il pensiero astratto, la capacità di giudizio, l’apprendimento scolastico e l’apprendimento dall’esperienza I deficit comportano una compromissione del funzionamento adattivo tale che l’individuo risulta incapace di soddisfare gli standard di autonomia e di responsabilità sociale in uno o più aspetti della vita quotidiana, comprese la comunicazione, la partecipazione sociale, l’attività scolastica o lavorativa, e l’autonomia a casa o nella comunità Diagnosticato quando un individuo non riesce a raggiungere le tappe attese dello sviluppo in diverse aree del funzionamento intellettivo DISABILITÀ INTELLETTIVE Disabilità intellettiva Deficit del funzionamento sia intellettivo che adattivo Negli ambiti concettuali, sociali e pratici Specificare: lieve, moderata, grave, estrema I vari livelli di gravità sono definiti sulla base del funzionamento adattivo e non dei punteggi del QI Perché è il funzionamento adattivo che determina il livello di assistenza richiesto DISABILITÀ INTELLETTIVE Ambito concettuale (didattico): competenza nella memoria, nel linguaggio, nella lettura, nella scrittura, nel ragionamento matematico, nell’acquisizione della conoscenza pratica, nel problem solving e nella capacità di giudizio in situazioni nuove Ambito sociale: consapevolezza dei pensieri, dei sentimenti e delle esperienze degli altri; l’empatia; l’abilità di comunicazione interpersonale; le capacità nei rapporti di amicizia; e il giudizio sociale Ambito pratico: apprendimento e autocontrollo nei vari aspetti della vita, compresi la cura di sé, le responsabilità lavorative, la gestione del denaro, lo svago, l’autocontrollo del comportamento e l’organizzazione dei compiti scolastici e lavorativi DISABILITÀ INTELLETTIVE Il funzionamento adattivo è influenzato da: Capacità intellettiva Educazione Motivazione Socializzazione Caratteristiche della personalità Opportunità professionale Esperienza culturale Condizioni mediche generali Disturbi mentali coesistenti DISABILITÀ INTELLETTIVE La disabilità intellettiva è classificata come disturbo del neurosviluppo ed è distinta dai disturbi neurocognitivi, che sono caratterizzati da una perdita delle funzioni cognitive DISABILITÀ INTELLETTIVE Ritardo globale dello sviluppo Negli individui di età inferiore ai 5 anni quando la gravità clinica non può essere valutata in modo attendibile Disabilità intellettiva senza specificazione Quando la valutazione del grado di disabilità è resa difficile o impossibile a causa di compromissioni sensoriali o fisiche associate (cecità o sordità prelinguistica, disabilità locomotoria o presenza di gravi problemi comportamentali o disturbi mentali concomitanti) DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE D. del linguaggio: Deficit dello sviluppo e dell’utilizzo del linguaggio D. fonetico-fonologico: Deficit dello sviluppo e dell’utilizzo dell’eloquio D. della comunicazione sociale (pragmatica): Deficit dello sviluppo e dell’utilizzo della comunicazione sociale D. della fluenza con esordio nell’infanzia (balbuzie): anomalie della normale fluenza e dell’articolazione della parola (suoni e sillabe ripetitivi, prolungamento delle consonanti o delle vocali, interruzione di parole, blocchi o parole pronunciate con eccessiva tensione fisica) DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE Deficit del linguaggio, dell’eloquio e della comunicazione Per eloquio di intende la produzione espressiva di suoni e comprende articolazione, fluenza, voce e qualità di risonanza di un individuo Il linguaggio comprende la forma, la funzione e l’utilizzo di un sistema convenzionale di simboli (per es., le parole pronunciate, il linguaggio gestuale, le parole scritte, le immagini) con una modalità governata da regole per la comunicazione La comunicazione comprende qualsiasi comportamento verbale o non verbale (intenzionale o non intenzionale) che influenza il comportamento, le idee e le attitudini di un altro individuo DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE Disturbo del linguaggio Difficoltà nell’acquisizione e nell’uso del linguaggio dovute a deficit della comprensione o della produzione del lessico, della struttura della frase e del discorso I deficit del linguaggio sono evidenti nella comunicazione parlata, scritta, o nel linguaggio gestuale L’apprendimento e l’uso del linguaggio dipendono sia dalla abilità ricettiva sia da quella espressiva L’abilità espressiva si riferisce alla produzione di segnali vocali, gestuali o verbali L’abilità ricettiva si riferisce al processo di ricezione e comprensione dei messaggi linguistici DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE Disturbo fonetico-fonologico Difficoltà nella produzione dei suoni dell’eloquio che interferisce con l’intellegibilità dell’eloquio o impedisce la comunicazione verbale dei messaggi La produzione dei suoni dell’eloquio richiede sia la conoscenza fonologica dei suoni sia la capacità di coordinare i movimenti degli organi articolatori (mascella, lingua e labbra) con la respirazione e con la vocalizzazione finalizzata all’eloquio Nei suoi meccanismi di base comprende il d. fonologico e il d. dell’articolazione Può essere presente storia di ritardo o incoordinazione nell’acquisizione di quelle abilità che utilizzano gli stessi organi articolatori e i relativi muscoli facciali (masticazione, mantenere la bocca chiusa, soffiarsi il naso) DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia (balbuzie) Alterazione della normale fluenza e della cadenza dell’eloquio che non è adeguata all’età dell’individuo L’alterazione causa ansia nel parlare o limitazione dell’efficacia della comunicazione, della partecipazione sociale o del rendimento scolastico DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica) Difficoltà primaria con la pragmatica o con l’uso sociale del linguaggio e della comunicazione Deficit nel comprendere e nel seguire le regole sociali della comunicazione verbale e non verbale in contesti naturalistici, nel cambiare linguaggio in base alle esigenze dell’interlocutore o della situazione, e nel seguire le regole delle conversazione e della narrazione Producono limitazioni funzionali dell’efficacia della comunicazione, della partecipazione sociale, dello sviluppo di relazioni sociali, del rendimento scolastico o delle prestazioni lavorative DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE Disturbo della comunicazione senza specificazione I sintomi caratteristici del d. della comunicazione, che causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, predominano ma non soddisfano pienamente i criteri per un d. della comunicazione o per una qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica dei d. del neurosviluppo DISTURBO DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO Deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale in molteplici contesti, compresi deficit della reciprocità sociale, della comunicazione non verbale utilizzata per le interazioni sociali, e delle abilità di sviluppare, mantenere e comprendere le relazioni interpersonali Più la presenza di un repertorio di comportamenti, interessi o attività limitato e ripetitivo Le caratteristiche individuali sono registrate mediante l’uso di specificatori (con o senza compromissione intellettiva associata; con o senza compromissione del linguaggio associata; associato a condizione medica/genetica nota o a condizioni ambientali/acquisite; associato a un altro d. del neurosviluppo, mentale o comportamentale) DISTURBO DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO Disturbo dello spettro dell’autismo Compromissione persistente della comunicazione sociale reciproca e dell’interazione sociale Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi Si manifestano nella prima infanzia e limitano o compromettono il funzionamento quotidiano Le manifestazioni variano molto in base al livello di gravità della condizione autistica, al livello di sviluppo e all’età cronologica, da qui il termine spettro Comprende disturbi che precedentemente erano classificati come autismo infantile precoce, autismo infantile, autismo di Kanner, autismo ad alto funzionamento, autismo atipico, d. pervasivo dello sviluppo, d. disintegrativo dell’infanzia, d. di Asperger DISTURBO DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO Compromissione della comunicazione e dell’interazione sociale pervasive e costanti Anche quando le abilità linguistiche formali sono mantenute è compromesso l’uso del linguaggio per la comunicazione sociale reciproca Deficit nella reciprocità socio-emotiva: scarsa o nessuna capacità di avviare interazioni sociali e nessuna condivisione di emozioni, associate a una ridotta o assente imitazione del comportamento degli altri Linguaggio unilaterale, privo di reciprocità sociale e utilizzato per avanzare richieste o per etichettare piuttosto che per commentare, condividere sentimenti o conversare DISTURBO DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO Deficit dei comportamenti comunicativi non verbali: assenza, riduzione o uso atipico del contatto visivo, dei gesti, delle espressioni facciali, dell’orientamento del corpo o dell’intonazione del discorso Interesse sociale assente, ridotto o atipico: rifiuto degli altri, passività o da approcci inappropriati che sembrano aggressivi o distruttivi Mancanza di gioco sociale condiviso o di immaginazione, insistenza nel giocare con regola molto fisse DISTURBO DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO Comportamenti stereotipati e ripetitivi: stereotipie motorie semplici (battere le mani, schioccare le dita), uso ripetitivo degli oggetti (far ruotare monete, mettere in fila i giocattoli) ed eloquio ripetitivo (ecolalia immediata o ritardata) Eccessiva aderenza alla routine e limitati pattern di comportamento: resistenza al cambiamento, comportamenti rituali verbali e non verbali Iper- o ipo-reattività verso stimoli sensoriali: reazioni estreme a particolari suoni o consistenze tattili, tendenza eccessiva ad annusare o toccare oggetti, essere affascinati da luci o oggetti in movimento, apparente insensibilità al dolore, al caldo e al freddo DISTURBO DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO Specificatori Gravità: è necessario un supporto molto significativo, supporto significativo, necessario supporto Con o senza compromissione intellettiva associata Con o senza compromissione del linguaggio associata Associato a un altro disturbo del neurosviluppo, mentale o comportamentale Con catatonia DISTURBO DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO I sintomi in genere vengono riconosciuti nel secondo anno di vita (12-24 mesi) Ma possono essere osservati prima dei 12 mesi se il ritardo dello sviluppo è grave O dopo il 24 mesi se i sintomi sono attenuati Non è un disturbo degenerativo È tipico che apprendimento e compensazioni progrediscano per tutta la vita DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ (DDAI) Livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività Disattenzione e disorganizzazione  Incapacità di mantenere l’attenzione su un compito, l’apparente mancanza di ascolto e la perdita di oggetti, a livelli inadeguati all’età o al livello di sviluppo Iperattività-impulsività  livello di attività eccessivo, agitazione, incapacità di rimanere seduti, intromissione nelle attività altrui e incapacità ad aspettare, eccessivi per l’età o il livello di sviluppo Spesso associato a d. esternalizzanti (d. oppositivo provocatorio, d. della condotta) DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ - DDAI Disturbo da deficit di attenzione/iperattività Persistente pattern di disattenzione e/o iperattività-impulsività Disattenzione: divagazione dal compito, mancanza di perseveranza, difficoltà a mantenere l’attenzione e disorganizzazione che NON è causa da un atteggiamento di sfida o da mancanza di comprensione Iperattività: eccessiva attività motoria in momenti in cui essa non è appropriata, o a un eccessivo dimenarsi, a tamburellamenti o loquacità. Impulsività: azioni affrettate che avvengono all’istante, senza premeditazione, con alto potenziale di danno per l’individuo. Può riflettere desiderio di ricompensa immediata o un’incapacità a ritardare la gratificazione. Possono manifestarsi come invadenza sociale e/o con prendere decisioni importanti senza considerare le conseguenze a lungo termine DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ - DDAI La manifestazione devono essere presenti in più contesti I segni del disturbo possono essere minimi o assenti quando l’individuo riceve frequenti ricompense, è sotto stretta sorveglianza, è in un ambiente nuovo, è impegnato in attività particolarmente interessanti, riceve una consistente stiolazione esterna, o interagisce vis- à-vis con qualcun altro Si possono associare bassa tolleranza alla frustrazione, irritabilità o umore labile Si possono manifestare problemi cognitivi ai test per attenzione, funzioni esecutive o memoria DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ - DDAI Prima dei 4 anni i sintomi sono difficilmente distinguibili dai comportamenti normali altamente variabili Possono sviluppare comportamenti antisociali I sintomi dell’iperattività motoria diventano meno evidenti nell’adolescenza e nell’età adulta, ma persistono difficoltà legate a irrequietezza, disattenzione, scarsa pianificazione e impulsività Età prescolare principale manifestazione è iperattività Disattenzione diventa più preminente durante la scuola primaria L’impulsività rimane il problema dell’età adulta DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ - DDAI Specificatori: Manifestazione combinata Manifestazione con disattenzione predominante Manifestazione con iperattività/impulsività predominanti In remissione parziale Gravità attuale: Lieve, moderata, grave DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ - DDAI Disturbo da deficit di attenzione/iperattività con altra specificazione I sintomi tipici predominano ma non soddisfano pienamente i criteri, il clinico sceglie di comunicare la ragione specifica per cui la manifestazione non soddisfa i criteri (es, sintomi di disattenzione insufficienti) Disturbo da deficit di attenzione/iperattività senza specificazione I sintomi tipici predominano ma non soddisfano pienamente i criteri, il clinico sceglie di NON comunicare la ragione specifica per cui la manifestazione non soddisfa i criteri (comprende i casi in cui ci sono informazioni insufficienti DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENT O Deficit specifici dell’abilità di un individuo di percepire o elaborare informazioni in maniera efficiente ed accurata Negli anni della formazione scolastica Persistenti e progressive difficoltà nell’apprendere le abilità scolastiche di base nell’ambito della lettura, della scrittura e/o del calcolo Il disturbo si manifesta nel momento in cui le esigenze di apprendimento o le procedure di valutazione pongono delle barriere che non possono essere superate dall’intelligenza innata e dalle strategie compensatorie DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENT O D. del neurosviluppo con un’origine biologica Che comprende un’interazione tra fattori genetici, epigenetici ed ambientali, che colpiscono le capacità cerebrali di percepire o processare informazioni verbali o non verbali in modo efficiente e preciso Persistente difficoltà di apprendimento delle abilità scolastiche chiave ad esordio durante gli anni scolastici Abilità scolastiche chiave: lettura di singole parole in modo preciso e fluente, comprensione della lettura, espressioni scritte e spelling, calcolo aritmetico e ragionamento matematico DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENT O Le abilità scolastiche devono essere insegnate e apprese in modo esplicito Il d. specifico dell’apprendimento altera il normale pattern di apprendimento delle abilità scolastiche Non è semplicemente una conseguenza della mancanza di opportunità di apprendimento o di istruzione inadeguata DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENT O Specificatori: Con compromissione della lettura  Accuratezza nella lettura delle parole  Velocità o fluenza della lettura  Comprensione del testo Con compromissione dell’espressione scritta  Accuratezza nello spelling  Accuratezza nella grammatica  Chiarezza/organizzazione dell’espressione scritta Con compromissione del calcolo  Concetto di numero  Memorizzazione di fatti aritmetici  Calcolo accurato o fluente  Ragionamento matematico corretto DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENT O Specificatori: Gravità Lieve, moderata, grave DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENT O Le difficoltà sono persistenti Ristretto progresso nell’apprendimento per almeno 6 mesi nonostante la messa a disposizione di aiuti extra a casa e a scuola Le prestazioni sono ben al di sotto delle media per età Rendimento scolastico basso o medio che è sostenibile solo attraverso livelli straordinariamente elevati di sforzo e sostegno Evitamento delle attività che richiedono abilità scolastiche Evidenze psicometriche derivanti da test di DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENT O Specifico: Non sono attribuibili a disabilità intellettive Non può essere attribuito a fattori esterni più generali, come lo svantaggio economico o ambientale, l’assenteismo cronico Non può essere attribuita a d. neurologici, motori o a d. visivi o uditivi Può essere limitata a una sola abilità o a un solo ambito scolastico È richiesta una valutazione approfondita DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENT O Frequentemente preceduto da ritardi nell’attenzione, nel linguaggio e nelle abilità motorie che possono persistere ed essere concomitanti Profilo di abilità irregolari Comuni episodi di ansia grave o di d. d’ansia, compresi lamentele fisiche e attacchi di panico Associato a un aumento del rischio di ideazione suicidaria e di tentativi di suicidio DISTURBI DEL MOVIMENTO D. dello sviluppo della coordinazione: deficit dell’acquisizione e dell’esecuzione delle abilità motorie coordinate e si manifesta come goffagine e lentezza o imprecisione nello svolgimento delle abilità motorie che interferiscono con la vita quotidiana D. da movimento stereotipato: comportamenti motori ripetitivi, apparentemente intenzionali e apparentemente afinalistici. Se sono autolesivi deve essere specificato D. da tic: presenza di tic motori o vocali (movimenti stereotipati o vocalizzazioni improvvisi, rapidi, ricorrenti e non ritmici) DISTURBI DEL MOVIMENTO Disturbo dello sviluppo della coordinazione L’acquisizione e l’esecuzione delle abilità motorie coordinate risultano notevolmente inferiori rispetto a quanto atteso considerate l’età cronologica dell’individuo e l’opportunità che l’individuo ha avuto di apprendere e utilizzare tali abilità Le difficoltà si manifestano come goffaggine (es. cadere o sbattere contro oggetti) così come lentezza e imprecisione nello svolgimento delle attività motorie (es. afferrare un oggetto, usare forbici o posate, scrivere a mano, guidare la bicicletta o partecipare ad attività sportive) Interferisce in modo significativo con lo svolgimento o con la partecipazione alle attività quotidiane della vita familiare, scolastica o comunitaria DISTURBI DEL MOVIMENTO Disturbo dello sviluppo della coordinazione Non viene diagnosticato prima dei 5 anni A volte bambini mostrano un’attività motoria aggiuntiva (di solito repressa), come movimenti coreiformi del bacino o speculari Questi movimenti «parassitari» vengono considerati come immaturità del neurosviluppo o segni neurologici lievi Compromissione nelle abilità visuo-motorie (percezione visuo-motoria e mentalizzazione spaziale) Ridotta partecipazione ai giochi di squadra e attività sportive, scarsa autostima e valutazione del sé, problemi emotivi o del comportamento DISTURBI DEL MOVIMENTO Disturbo da movimento stereotipato Comportamento motorio ripetitivo, apparentemente intenzionale ed evidentemente afinalistico (scuotere o far cenni con le mani, dondolarsi, battersi la testa, mordersi, colpirsi il corpo), senza una funzione adattiva evidente Il repertorio dei comportamenti è variabile, ogni individuo presenta il suo pattern di comportamento individuale Il comportamento motorio ripetitivo interferisce con attività sociali, scolastiche o di altro tipo e può portare ad autolesionismo DISTURBI DEL MOVIMENTO Disturbo da movimento stereotipato I comportamenti variano a seconda dei contesti, e si verificano quando l’individuo è assorto in altre attività, quando è eccitato, stressato, affaticato o annoiato Tipicamente iniziano entro i primi 3 anni di vita Nei bambini a sviluppo tipico questi movimenti si risolvono nel tempo o possono scomparire Più frequenti negli individui con DI da moderata a grave/estrema Può essere un fenotipo comportamentale nelle s. neurogenetiche (Leisch-Nyhan, Rett, Cornelia de Lange) Possono derivare da una condizione medica dolorosa (es. infezione dell’orecchio medio, problemi dentali, reflusso gastroesofageo DISTURBI DEL MOVIMENTO Disturbo da movimento stereotipato Specificatori: Con comportamento autolesivo (o comportamento che provocherebbe lesioni nel caso in cui non vengano prese misure preventive (battersi la testa, schiaffeggarsi il viso, mettersi le dita negli occhi, mordersi le mani, le labbra o altre parti del corpo) Senza comportamento autolesivo DISTURBI DEL MOVIMENTO Disturbo da movimento stereotipato Specificatori: Associato a una condizione medica o genetica nota, a un d. del neurosviluppo o a un fattore ambientale (s. di Lesch-Nyhan, DI) Gravità: Lieve, moderata, grave DISTURBI DEL MOVIMENTO Disturbi da tic Disturbo di Tourette Disturbo persistente (cronico) da tic motori o vocali Disturbo transitorio da tic Disturbi da tic con altra specificazione Disturbi da tic senza specificazione DISTURBI DEL MOVIMENTO DISTURBI DA TIC I tic sono movimenti o vocalizzazioni improvvisi, rapidi, ricorrenti, motori non ritmici Un individuo può avere diversi sintomi di tic nel corso del tempo, ma in qualunque momento il repertorio si manifesta in modo caratteristico Tic motori e vocali semplici e complessi Semplici: breve durata (millisecondi) battito degli occhio, scrollare le spalle, estendere le estremità; schiarirsi la gola, tirare su con il naso, grugnire Complessi: lunga durata (secondi) comprendono una combinazione di tic semplici DISTURBI DEL MOVIMENTO DISTURBI DA TIC I tic complessi possono sembrare finalizzati Coproprassia: gesti sessuali o osceni Ecoprassia: imitazioni tipo tic dei movimenti di qualcun altro Palilalia: ripetizioni di propri suoni o parole Ecolalia: ripetizione dell’ultima parola o frase udita Coprolalia: pronunciare parole socialmente inaccettabili, comprese oscenità o insulti etnici, razziali o religiosi DISTURBI DEL MOVIMENTO DISTURBI DA TIC I tic hanno oscillazioni sintomatologiche per gravità, alcuni individui possono avere periodi di settimane o mesi senza tic L’esordio dei tic è prima dei 18 anni Tipicamente tra i 4 e i 6 anni, con un picco di gravità tra i 10 e i 12 anni Quando i bambini crescono riferiscono che i loro tic sono associati ad un impulso premonitore (una sensazione somatica che precede il tic) e una sensazione di riduzione della tensione che segue la manifestazione del tic Possono essere percepiti non completamente «involontari» in quanto è possibile resistere all’impulso DISTURBI DEL MOVIMENTO DISTURBI DA TIC Più predisposti a sviluppare un d. da deficit dell’attenzione/iperattività, d. ossessivo- compulsivo, d. d’ansia da separazione, d. depressivo maggiore, d. da uso di sostanze o d. bipolare Alcuni individui non fanno esperienza di disagio o compromissione del funzionamento e possono anche non essere consapevoli dei loro tic Altre volte compromettono il funzionamento delle attività quotidiane e portano a isolamento sociale, conflitti interpersonali, vittimizzazione da parte dei coetanei, qualità di vita più bassa DISTURBI DEL MOVIMENTO DISTURBI DA TIC Più predisposti a sviluppare un d. da deficit dell’attenzione/iperattività, d. ossessivo- compulsivo, d. d’ansia da separazione, d. depressivo maggiore, d. da uso di sostanze o d. bipolare Alcuni individui non fanno esperienza di disagio o compromissione del funzionamento e possono anche non essere consapevoli dei loro tic Altre volte compromettono il funzionamento delle attività quotidiane e portano a isolamento sociale, conflitti interpersonali, vittimizzazione da parte dei coetanei, qualità di vita più bassa DISTURBI DEL MOVIMENTO DISTURBI DA TIC Disturbo di Tourette Nel corso della malattia a un certo punto si sono manifestati sia tic motori multipli sia uno o più tic vocali, sebbene non necessariamente in concomitanza (>1 anno) Disturbo persistente (cronico) da tic motori o vocali Tic motori o vocali singoli o multipli, ma non sia motori che vocali (>1 anno) Specificare se: Con solo tic motori Con solo tic vocali DISTURBI DEL MOVIMENTO DISTURBI DA TIC Disturbo transitorio da tic Tic motori o vocali singoli o multipli (

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