Elementi di Psicopatologia PDF
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This document provides an overview of psychopathology and psychiatry, covering definitions, descriptions of disorders, and diagnostic systems like DSM-5. It also examines the different approaches to understanding mental disorders.
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ELEMENTI DI PSICOPATOLOGIA DEFINIZIONI PSICOPATOLOGIA Area di studi scientifici che si occupa delle manifestazioni dei disturbi psicologici e dei meccanismi sottostanti. E' la descrizione e l'inquadramento teorico delle alterazioni delle emozioni, delle funzioni cognitive, del pensiero e del c...
ELEMENTI DI PSICOPATOLOGIA DEFINIZIONI PSICOPATOLOGIA Area di studi scientifici che si occupa delle manifestazioni dei disturbi psicologici e dei meccanismi sottostanti. E' la descrizione e l'inquadramento teorico delle alterazioni delle emozioni, delle funzioni cognitive, del pensiero e del comportamento. Il termine compare per la prima volta alla fine del XIX secolo nel « Traité International de Psychologie pathologique » di A. Marie ma è con la « Psicopatologia Generale » di Jaspers nel 1913 che nasce la Psicopatologia come scienza. La psicopatologia DESCRITTIVA si occupa delle definizione e della classificazione dei sintomi e permette di determinare delle diagnosi basate su gruppi di segni e sintomi con lo scopo di comprenderne anche le possibili cause. La psicopatologia EZIOLOGICA o INTERPRETATIVA esplora i modi in cui le manifestazioni patologiche vengono provocate da fattori genetici, fisiologici e psicologici. DEFINIZIONI PSICHIATRIA Il termine deriva dal greco “cura dell’anima”, E' una branca della medicina che ha per oggetto la prevenzione, la diagnosi e la terapia dei disturbi mentali. La Psichiatria svolge questi compiti in modo sia teorico che pratico, con studi e diagnosi di persone che presentano una malattia, allo scopo di selezionare il tipo di terapia più efficace e adatta al caso. I suoi ambiti di competenza vanno dal campo sociologico a quello psicologico del paziente, prendendo in considerazione anche l’aspetto farmacologico e giuridico. SEPPUR NON INQUADRATO TRA LE DISCIPLINE MEDICHE, ANCHE PER LO PSICOLOGO, LE CONOSCENZE DI TIPO MEDICO-BIOLOGICO SONO ASSOLUTAMENTE NECESSARIE ALLA COMPRENSIONE DEI MECCANISMI ALLA BASE DELLE FUNZIONI PSICHICHE. Psichiatria e Psicologia non dovrebbero essere considerate come discipline contrapposte ma complementari per offrire le migliori garanzie al paziente in consultazione. COME CONSIDERARE I DISTURBI MENTALI ? Il disturbo mentale viene considerato come una sindrome che raggruppa disturbi clinicamente significativi di : - Cognizione - Regolazione delle emozioni - Comportamento Ad essi corrisponde una disfunzione nei processi Psicologici, Biologici e dello Sviluppo che sottendono il funzionamento mentale. Tali condizioni determinano un disagio e a volte una disabilità sociale, occupazionale o di altre attività. COME DISTINGUERE TRA LE VARIE PATOLOGIE ? Per giungere a FORMULARE e PROPORRE una DIAGNOSI si utilizzano delle classificazioni internazionali che permettono di osservare e interpretare i segni e i sintomi dei pazienti secondo degli stessi criteri condivisi. Quelli attualmente più diffusi nel mondo sono : - DSM - Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA) - ICD - Classificazione internazionale delle malattie opera dell’World Health Organization (WHO, OMS) I due sistemi vengono aggiornati periodicamente, attualmente le versioni sono ICD 11 e DSM 5. Il manuale è per definizione ateorico ed è basato su: - fenomeni osservabili - liste di criteri - termini temporali scelti per convenzione - creazione di categorie non specifiche per le situazioni dubbie - studi sul campo - confronto con associazioni di pazienti e con altri operatori della salute mentale È POSSIBILE INQUADRARE LA MENTE E IL COMPORTAMENTO UMANO IN NUMERI, SEZIONI E CATEGORIE? Certamente no. Tuttavia affinché medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo possano comunicare tra loro è necessario un linguaggio chiaro e condiviso, accettando il fatto che ogni scelta è una convenzione e ha, di conseguenza,i suoi vantaggi e i suoi limiti. IMPORTANTE ! La classificazione dei disturbi mentali non è una classificazione delle persone: Una stessa persona, in diversi periodi della vita, può non avere alcun disturbo mentale, averne uno o averne più di uno. IL DSM 5 Raccoglie e descrive più di 370 disturbi mentali individuati in base alla presenza di un profilo sintomatologico per ciascuno di essi. Questa classificazione americana ormai largamente diffusa in tutto il mondo occidentale, è basata sulla frequenza statistica delle caratteristiche dei fenomeni descritti. La prima versione è del 1952 ma la sua diffusione inizia realmente dal 1980. Il continuo aggiornamento è opera di un comitato scientifico che si avvale della collaborazione di professionisti del sistema sanitario nazionale statunitense (medici, psichiatri, assistenti, infermieri, psicologi, psicoterapeuti, ecc.) Per individuare l'utilità di un manuale di classificazione bisogna anche considerare che le persone in situazione di disagio mentale richiedono di vedere riconosciuta la propria sofferenza, di vedere assegnato un nome al proprio disagio e di avere quindi accesso a cure specifiche, assistenza, prestazioni sanitarie pubbliche e private, psicoterapie, servizi riabilitativi, ecc. Questo non significa però “etichettare“ le persone o stigmatizzarle. COME VIENE DESCRITTO OGNI DISTURBO : - Breve descrizione del « funzionamento generale » - Elenco di comportamenti sintomatici o stili di gestione delle emozioni o altri aspetti della vita psichica - Cut-off, cioè indicazione del numero minimo di sintomi osservati per poter effettuare una diagnosi - Periodo minimo di presenza/durata dei sintomi per poter effettuare una diagnosi ALCUNI ESEMPI DI CATEGORIE DI DISTURBI: Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta nell'infanzia o nell'adolescenza – disturbi del neurosviluppo: disturbi dell'apprendimento (dislessia), della motricità, del liguaggio, dell'attenzione, ecc. Demenza (es.Alzheimer), disturbi mnestici e disturbi cognitivi Disturbi correlati a uso di sostanze Spettro della Schizofrenia Disturbi bipolari Disturbi depressivi Disturbi d'ansia (es. fobie, attacchi di panico) Disturbi dell'alimentazione (es. anoressia, bulimia) Spettro dell‘Autismo Disturbi del controllo degli impulsi (gioco d'azzardo, cleptomania) Disturbi di personalità L'ultima versione del DSM si basa su un approccio dimensionale: I disturbi vengono interpretati sulla base di variazioni quantitative su varie dimensioni come gravità, personalità, percezione, cognizione, tonalità dell'umore, ecc., immaginando un continuum fino alla « normalità » (come nello Spettro dell'Autismo). L'intento è sempre quello di ridurre la stigmatizzazione da etichette diagnostiche con una rappresentazione sociale negativa. È stato ampiamente riconosciuto che i disturbi mentali non sono sempre pienamente corrispondenti a una singola descrizione. I risultati degli studi di comorbilità e di trasmissione familiare delle patologie psichiatriche, hanno evidenziato che i confini tra molte categorie di disturbi sono molto meno rigidi di come vengono descritti, e che molti sintomi assegnati a un singolo disturbo possono manifestarsi, con vari livelli di gravità, in molte altre patologie. Nel DSM 5 tutte le categorie di disturbi riportano delle annotazioni che precisano i fattori psico-sociali, ambientali e di disabilità. Si sono aggiunte inoltre informazioni inerenti ai fattori di rischio, i progressi della ricerca e le varie espressioni dei disturbi. Si propone un ordine sequenziale di presentazione delle categorie di disturbi che vuole rispettare due criteri : - l'età della vita, per cui si comincia con i disturbi del neurosviluppo, per finire con i disturbi neurocognitivi più tipici dell'anziano - il tentativo di un approccio dimensionale in cui si parte dai disturbi di tipo « internalizing » (internalizzati, cioè emotivi e somatici) a disturbi di tipo « externalizing » (esternalizzati, come impulsività, uso di sostanze, ecc.) PRECISAZIONI E RACCOMANDAZIONI : - I manuali di classificazione vanno considerati come un supporto, una guida alla diagnosi - Il giudizio « clinico » resta indispensabile soprattutto se formulato in équipe pluridisciplinare per ridurre il rischio dovuto a una sola valutazione dei sintomi espressi dall'utente - Una diagnosi mantiene la sua importanza se prende in considerazione la persona diagnosticata in tutta la sua complessità, tenendo conto delle implicazioni ambientali oltre che biologiche e soggettive - il valore sociale di « etichettatura » con le sue conseguenze va considerato e reso trasparente e comprensibile al paziente e alla sua famiglia DEFINIZIONE OMS La salute mentale è uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni. L'AUTISMO È UNA CONDIZIONE MOLTO ETEROGENEA E' definito un disturbo del neuro-sviluppo con un‘intensità variabile. Si caratterizza per la grande eterogeneità delle manifestazioni con cui si presenta ma si inizia a comprendere sempre meglio. Si tratta di un insieme di anomalie e/o differenze dello sviluppo neurologico della persona. Non è dunque una malattia COMPORTEMENTI SINTOMATICI Per identificare i DSA (Disturbi dello Spettro Autistico) si parla della « Triade autistica » : 1. disturbi della comunicazione (verbale e non verbale) 2. alterazione delle interazioni sociali (comprensione dell'altro) 3.anomalie del comportamento (attività ripetitive, interessi focalizzati che a volte « invadono » il quotidiano, anomalie della sensorialità) In alcuni casi presenza di deficit intellettivo (50% dei casi), di particolari talenti in un dominio specifico, di iper-attenzione ai dettagli e frequentemente disturbi del sonno. DAL PUNTO DI VISTA DELLA DIAGNOSI Le cause dell´aumento del numero di casi diagnosticati sono ancora oggetto di studio ma è molto probabile che dipendano in parte da un allargamento dei criteri diagnostici. ❖ Nel 1994 la Sindrome di Asperger (SA) è stata inclusa nel DSM-IV all’interno dei Disturbi pervasivi dello sviluppo ❖ Ma non è più presente nell’edizione del DSM 5 del 2013, si parla solo di Disturbi dello Spettro dell’Autismo. Alcune principali difficoltà delle persone Asperger: - Problemi nell’interazione sociale - Abilità di comunicazione poco appropriate - Restrizioni d’interesse - Elevati livelli d’ansia - Intelligenza nella norma o superiore alla norma - Sviluppo del linguaggio nella norma o precoce GLI STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE DIAGNOSTICA Si tratta di strumenti standardizzati e utilizzati nella comunità scientifica internazionale nell'intento di uniformare quanto più possibile i metodi di osservazione e di valutazione e giungere a diagnosi condivise e trasparenti per l'utenza. I principiali strumenti sono : Per la persona che chiede la diagnosi : - ADOS 2 Autism Diagnostic Observation Schedule Per la famiglia della persona : - ADI-R Autism Diagnostic Interview - Revised - ASDI Asperger Syndrome Diagnostic Interview (es. genitori, conoscenti, coniugi, figli, fratelli, datori di lavoro) DAL PUNTO DI VISTA DELLA GENETICA Sappiano che esiste una familiarità : molto spesso un nonno, uno zio o un parente stretto (come un genitore) può essere identificato come «bizzarro». Nessuna prova certa nemmeno sull’età avanzata dei genitori se si esclude una maggiore frequenza di mutazioni nelle cellule staminali (gameti) sia maschili che femminili. DAL PUNTO DI VISTA CEREBRALE Sappiamo che esistono strutture (amigdala, ippocampo), comunicazioni (corteccia frontale-temporale) e numero di neuroni, che sembrerebbero combinare funzionamenti più rapidi e intensi nella sfera percettiva, emozionale (ansia) e mnesica (memoria dei dettagli). Parliamo dunque di un disturbo del neuro sviluppo cioè un funzionamento cerebrale diverso nel quale sembrano coesistere un’ipo e iper connettività cerebrale. LE PARTICOLARITÀ DELLE DONNE ASPERGER PERCHÉ LA DIAGNOSI È PIÙ DIFFICILE? 1. Le ragazze Asperger hanno migliori capacità di EMPATIA EMOTIVA e COGNITIVA rispetto ai ragazzi 2. Queste capacità permettono alcuni ADATTAMENTI SOCIALI DI SUPERFICIE, permettono di «fare finta» e di MIMETIZZARSI maggiormente rispetto ai ragazzi 3. E’ una tendenza a rendersi invisibili e ad imparare ad imitare le condotte sociali appropriate – ad essere CAMALEONTI, a guardare l’interlocutore negli occhi, a unirsi a un gruppo di pari, a conformarsi alle attese degli altri, a spingersi oltre i propri limiti, ad accettare le proprie difficoltà sensoriali, emotive e relazionali, a sopportare prese in giro e umiliazioni, ecc. 4. Tutto ciò è possibile solo grazie a un dispendio di energie considerevole, abnegazione, stress, sfinimento fisico e morale