Introduzione al Corso di Produzioni Animali PDF

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Università Telematica San Raffaele Roma

Carlotta Giromini

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animal production animal nutrition food science zootechnics

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This document is an introduction to animal production. It covers topics such as national and international animal production, animal feed, product quality, and the composition of animal products. The document also discusses the history of animal production and the evolution of animal farming techniques.

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Insegnamento Produzioni animali Professore Carlotta Giromini Argomento Introduzione al corso Carlotta Giromini Introduzione al corso Gli obiettivi specifici del corso di produzioni animali sono:...

Insegnamento Produzioni animali Professore Carlotta Giromini Argomento Introduzione al corso Carlotta Giromini Introduzione al corso Gli obiettivi specifici del corso di produzioni animali sono: v Conoscere ed analizzare il settore delle produzioni animali a livello nazionale e internazionale in modo da comprendere la reale disponibilità dei vari prodotti di origine animale; v Conoscere i principali alimenti per animali: aspetti generali, concetto di valore nutritivo degli alimenti, classificazione degli alimenti; Introduzione al corso 2 di 8 Carlotta Giromini Introduzione al corso v Comprendere le caratteristiche legate alla produzione e qualità dei prodotti di origine animale; v Saper valutare e controllare la qualità delle produzioni animali; v Acquisire i concetti di base sulla composizione e il miglioramento dei prodotti di origine animale per soddisfare l’evoluzione delle esigenze dietetiche dell’uomo. Introduzione al corso 3 di 8 Carlotta Giromini Introduzione al corso Fondamenti di produzione animale MODULO I Inquadrare il settore delle produzioni animali a livello nazionale e internazionale in modo da comprendere la reale disponibilità dei vari prodotti di origine animale. La produzione zootecnica: definizione, storia della produzione zootecnica, Produzioni animali: il contesto nazionale Caratteristiche dei principali allevamenti Benessere animale Produzioni d’eccellenza: DOP IGP e STG Introduzione al corso 4 di 8 Carlotta Giromini Introduzione al corso Caratteristiche degli alimenti per la nutrizione animale I MODULO II Gli alimenti per animali: aspetti generali, concetto di valore nutritivo degli alimenti, classificazione Proteine: principali caratteristiche chimico- nutrizionali Carboidrati: principali caratteristiche chimico- nutrizionali Lipidi: principali caratteristiche chimico- nutrizionali Vitamine Minerali e acqua Laboratorio analisi alimenti: analisi chimica degli alimenti (analisi cartellino) Alimenti geneticamente modificati (soia e mais GM) Introduzione al corso 5 di 8 Carlotta Giromini Introduzione al corso Caratteristiche degli alimenti per la nutrizione animale II MODULO III Foraggi e alimenti concentrati Gli Additivi Composti anti-nutrizionali e micotossine Digestione e metabolismo dei nutrienti MODULO IV Digestione Digeribilità Metabolismo Introduzione al corso 6 di 8 Carlotta Giromini Introduzione al corso Produzione, caratteristiche e qualità dei prodotti di origine animale MODULO V Latte: produzione e qualità Carne: produzione e qualità Uova: produzione e qualità Composizione dei prodotti di origine animale per soddisfare l’evoluzione delle esigenze dietetiche dell’uomo MODULO VI Consumo di latte e salute Consumo di carne e salute Consumo di uova e salute Introduzione al corso 7 di 8 Carlotta Giromini Introduzione al corso Testi consigliati Il docente consiglia l’integrazione del materiale fornito (videolezioni, slides, esercitazioni) con uno dei seguenti testi : McDonald P., Greenhalgh J.F.D., Morgan C.A., Edwards R., Sinclair L. Animal Nutrition (7th Revised edition). Published by Pearson Education Limited Mai G.E., Picchiani C. - Zootecnia generale. Zanichelli Mele M., Pulina G. Alimenti di origine animale e salute. Ed. FrancoAngeli Introduzione al corso 8 di 8 Insegnamento Produzioni animali Professore Carlotta Giromini Argomento Fondamenti di produzione animale Carlotta Giromini , Argomenti trattati Fondamenti di produzione animale MODULO I La produzione zootecnica: definizione Storia della produzione zootecnica Produzione zootecnica tra presente e futuro Fondamenti di produzione animale 2 di 22 Carlotta Giromini La produzione zootecnica: definizione , La zootecnia è l’attività di trasformazione dell’energia fornita da vegetali e da sottoprodotti agro-industriali in derrate alimentari : anello intermedio della catena trofica tra mondo vegetale e animale (e l’uomo). Tale trasformazione rappresenta un miglioramento qualitativo degli alimenti ma determina perdite energetiche onerose La zootecnia ha origine con la domesticazione degli animali per allevamento (neolitico). Per molti secoli la zootecnia non subisce mutamenti sostanziali e solo nel XVIII secolo assume interesse scientifico. Fondamenti di produzione animale 3 di 22 Carlotta Giromini Breve storia della produzione zootecnica , L’evoluzione della produzione zootecnica L'origine della produzione animale risale a circa 11.000 anni fa quando l'uomo cominciò ad addomesticare gli animali (periodo recente rispetto all'inizio dell'evoluzione dell'umanità che risale a circa 14 milioni di anni fa). Con la domesticazione degli animali e la coltivazione delle piante (poco meno di 11.000 anni fa, "la rivoluzione neolitica"), è avvenuto un cambiamento fondamentale nello sviluppo dell'umanità (Benecke, 1994 & 2003). Una simbiosi tra animali ed esseri umani che iniziarono semplicemente riconoscendo vantaggi reciproci. L'animale riceve regolarmente cibo e protezione dagli esseri umani, e gli esseri umani hanno beneficiano di un più facile accesso all'animale e alla sua preziosa carne, ossa e pelli senza la necessità di caccia. Durante questa continua "cooperazione" sia gli animali che gli esseri umani sono cambiati in termini sia fenotipici che riproduttivi e cognitivi. L'uomo primitivo era essenzialmente cacciatore e pescatore; con la domesticazione degli animali egli divenne agricoltore e pastore; da quel momento ebbe origine l'arte dell'allevamento del bestiame Hartung, J. (2013). A short history of livestock production. Livestock housing. Modern management to ensure optimal health and welfare of farm animals, Wageningen Academic Publishers, the Netherlands, 21-34. Fondamenti di produzione animale 4 di 22 Carlotta Giromini Breve storia della produzione zootecnica L'evoluzione storica della produzione zootecnica può essere suddivisa in diverse fasi fondamentali (Nardone, 1998; Malossini, 2001; Hartung, 2013): Fase agropastorale (dal Neolitico al XVII secolo) : durante questa fase l'uomo ha addomesticato quasi tutte le specie di interesse zootecnico. In alcune aree del mondo, la fine di questa fase coincide con il progresso scientifico e tecnologico in campo agrario (rivoluzione industriale,1700). Fino a questo secolo, le tecniche di allevamento animale erano paragonabili a quelle impiegate in età antica. Fondamenti di produzione animale Fonte: Waterandfoodsecurity.org 5 di 22 Carlotta Giromini Breve storia della produzione zootecnica Fase di differenziazione delle razze: a partire da fine XVII secolo iniziano i processi di razionalizzazione delle attività di allevamento, compresa una consapevole selezione degli animali domestici al fine di migliorarne i livelli produttivi. 1) Compilazione dei primi Libri Genealogici (registri di censimento in cui sono iscritti gli animali riproduttori di una determinata razza con l’indicazione dei loro ascendenti e per i quali sono stati effettuati controlli delle attitudini produttive); 2) Realizzazione dei primi esperimenti di fecondazione artificiale (1777, Spallanzani); 3) Realizzazione dei primi studi sulla nutrizione animale; 4) La zootecnia comincia ad assumere veste di scienza nella seconda metà del sec. XVIII, con la creazione delle prime scuole di veterinaria e di agraria. Fondamenti di produzione animale Fonte: Waterandfoodsecurity.org 6 di 22 Carlotta Giromini Breve storia della produzione zootecnica Fase di specializzazione: a partire dalla fine del XIX secolo, a seguito dello sviluppo industriale ed economico, cresce la domanda di proteine di origine animale. Si assiste ad una specializzazione produttiva a livello aziendale (sia per specie allevata che per tipologia di prodotto), che porta alla differenziazione dei sistemi di produzione. 1) Miglioramento tecniche di conservazione degli alimenti; 2) Aumento della produttività; 3) Alcune produzioni agricole vengono interamente destinate ad uso zootecnico (specializzazione). Fondamenti di produzione animale 7 di 22 Carlotta Giromini Breve storia della produzione zootecnica Fase di intensificazione: a partire dal XX secolo nei paesi sviluppati trovano ampia diffusione i sistemi di allevamento intensivi, caratterizzati da elevate densità di allevamento, gli elevati livelli di meccanizzazione e automazione sia in stalla sia in campo, la riduzione dei costi di produzione unitari e della manodopera, la standardizzazione delle filiere di produzione. Attualmente sono contemporaneamente presenti diverse fasi. la forma agropastorale presente nelle aree montane, convive con quella intensiva concentrata in pianura e con quella incentrata su qualità e biodiversità localmente valorizzata attraverso produzioni di eccellenza. Fondamenti di produzione animale 8 di 22 Carlotta Giromini Breve storia della produzione zootecnica Tuttavia l’intensificazione dei sistemi di allevamento ha compromesso le caratteristiche qualitative ed organolettiche dei prodotti di origine animale, causando perdite di biodiversità zootecnica dovuta all’abbandono di razze locali, tipicamente caratterizzate da produzioni modeste. Sviluppo di considerazioni di tipo: ETICO Benessere degli animali allevati, tutela della biodiversità AMBIENTALE Emissioni di gas serra, consumo di acqua ed energia SICUREZZA ALIMENTARE presenza di residui tossici nei prodotti di origine animale, abuso di farmaci veterinari Hartung, J. (2013). A short history of livestock production. Livestock housing. Modern management to ensure optimal health and welfare of farm animals, Wageningen Academic 9 di 22 Publishers, the Netherlands, 21-34. Fondamenti di produzione animale Carlotta Giromini , Produzione zootecnica: tra presente e futuro Quale sarà l’evoluzione della produzione zootecnica? Fondamenti di produzione animale 10 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro 11,2 Le stime di incremento demografico sostengono che la popolazione (miliardi) 9,7 8,5 popolazione mondiale dagli 7,3 attuali 7.3 miliardi passerà a 8 miliardi nel 2025 - oltre i 9 miliardi nel 2050 - 11 nel 2100 Nei prossimi anni aumenterà la 1,6 domanda di alimenti a livello 1900 2017 2030 2050 2100 mondiale anno (report Fao 2011 e ONU, 2017) Fondamenti di produzione animale 11 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro In tale contesto si stima che entro il 2050 la Latte produzione di prodotti di origine animale sia destinata ad aumentare in modo significativo Carne Uova Fondamenti di produzione animale 12 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro Stima del futuro consumo pro-capite di prodotti di origine animale: la crescita demografica sarà accompagnata da crescita del consumo di carne bovina, ovina, suina e avicola. Dal 2010 al 2050: crescita di oltre il 100% Report FAO 2011, World Livestock 2011. Livestock in food security Fondamenti di produzione animale 13 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro 2010 2020 2050 700,0 Previsione del consumo di prodotti di origine animale divisi per specie ed aree 600,0 geografiche: Milioni di tonnellate 500,0 400,0 il quadro dei paesi sviluppati 300,0 contrasta con il quadro dei paesi 200,0 in via di sviluppo dove i consumi 100,0 alimentari sono cambiati rispetto al passato. La crescita 0,0 della popolazione e del reddito Consumo Carne Carne Carne Latte e Consumo Carne Carne Carne Latte e di carne bovina suina avicola derivati di carne bovina suina avicola derivati ha indotto un progressivo totale totale aumento del consumo pro- Paese in via di sviluppo Paese sviluppati capite di prodotti di origine animale Modificato da Report FAO, 2011 & Baldi et al., 2016 (NUTRIMI, Milano) Fondamenti di produzione animale 14 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro Questo scenario prevede che: L’aumento della domanda di prodotti di origine animale dovrà essere soddisfatto dall’offerta Le previsioni mondiali per il 2050 stimano esigenza produttiva mondiale di 445 milioni di tonnellate per carne (Bovina 106, 25 ovina, 143 suina e 181 avicola), 1077 milioni di tonnellate per latte e 102 milioni di tonnellate per uova (Alexandratos, 2012) Tale aspetto dovrà confrontarsi con la disponibilità limitata di risorse a livello globale: sicurezza alimentare non è più un problema esclusivo dei paesi emergenti Fondamenti di produzione animale 15 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro SOLUZIONI E STRATEGIE Sviluppo di modello socio-economico che garantisca la sostenibilità ambientale Utilizzo di tecnologie (es. fertilizzanti, organismi geneticamente modificati) nell’agricoltura del futuro, limando i limiti dei sistemi agricoli biologico, convenzionale e misto (es. biologico meno produttivo di convenzionale, benefici del biologico sulla salute umana?) Priorità di investimenti nell’ambito della produzione di alimenti a discapito della produzione energetica, dell’urbanizzazione (corretto bilancio di risorse). Aumento dell’efficienza dei sistemi produttivi agricoli e zootecnici per il miglioramento della loro sostenibilità ambientale Fondamenti di produzione animale 16 di 22 Carlotta Giromini Report FAO 2006: la pressione dell’opinione pubblica sul comparto delle produzioni animali è cresciuta in modo significativo in relazione all’inquinamento da esse apportato all’ambiente Fondamenti di produzione animale 17 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro I sistemi di allevamento animale contribuiscono alle emissioni di CO2 (respirazione), CH4 (fermentazione ruminale) + l’inquinamento dato da reflui zootecnici. Contribuiscono dal 14 al 18% delle emissioni globali (tra CO2 (9%), 35-40% CH4 e 65% dell’N2O (FAO 2006; Gerber et al., 2013): l’ allevamento animale tra le principali fonti di emissione Soluzione : AUMENTO EFFICIENZA DEI SISTEMI ZOOTECNICI Capper (2009) ha osservato i livelli di CO2 prodotta da allevamenti di bovine da latte dal 1944 al 2007 in USA, osservando un aumento della produzione di latte (quasi del 60%) a causa di maggiore ingestione di alimento. Tuttavia, la produzione di CO2 eq per kg latte è significativamente ridotta da 3.65 a 1.35kg CO2eq: minore numero di animali utilizzati e aumento della produzione unitaria per vacca Stessi ricercatori hanno stimato attraverso studi osservazionali che la quantità di gas serra (GHG) prodotta nel periodo considerato è significativamente ridotta (dal 30 al 40%) negli allevamenti di bovine da latte in USA Fondamenti di produzione animale 18 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro Capper (2011): produzione di carne bovina nel 2007 ha causato il -18% liquami rispetto al 1977 Anche per il sistema carne, l’intensificazione del processo produttivo rappresenta la migliore strategia per ridurre l’impronta animale e soddisfare la domanda crescente di alimenti, specialmente nei Paesi emergenti Tuttavia questo implica una maggior richiesta di materie prime per mangimi dovuta all’aumento dei fabbisogni delle vacche ad alta produzione di latte una messa a coltura di una maggior quota di ettari a seminativi a scapito delle superfici a pascolo o boschive, con una conseguente riduzione della capacità di sequestro del carbonio da parte del sistema e un aumento delle emissioni nette di GHG. Fondamenti di produzione animale 19 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro Garnsworthy, 2004; Gill et al., 2010; Martin et al., 2010 Riportano che buoni risultati in termini di mitigazione delle emissioni si possono ottenere coniugando tecniche di alimentazione di precisione (massimizzazione della digeribilità della sostanza organica e della proteina della razione, aumento dell’utilizzo di lipidi nella dieta dei ruminanti, utilizzo di sostanze naturali di origine vegetale che contrastano la produzione di metano ruminale) con specifici programmi di miglioramento genetico che inseriscano negli obiettivi di selezione il miglioramento dell’efficienza riproduttiva e la diminuzione dell’emissione di metano di origine ruminale. Fondamenti di produzione animale 20 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro Quali sfide per zootecnia sostenibile? Incremento produzione per soddisfare le crescenti esigenze umane Impiego di tecniche in grado di tutelare l’ambiente Utilizzo limitato di superfici meno vocate all’agricoltura (biodiversità): l’11,5% della superficie della Terra è arabile, mentre il 26% è classificato come praterie. Quest’ultima superficie di solito ha delle caratteristiche non idonee alla trasformazione in terre arabili, ma è largamente utilizzata per le attività pastorali e, in tal modo, garantisce una produzione considerevole di alimenti di origine animale, senza interferire con le produzioni vegetali (Godfray et al., 2010). Aumento delle rese delle produzioni animali e vegetali (efficienza dei sistemi produttivi) Utilizzo equilibrato del territorio tra attività agricole destinate alle produzioni alimentari (animali e umane), energia, urbanizzazione, industria Temi principali di ricerca in ambito delle scienze animali e della biotecnologia Fondamenti di produzione animale 21 di 22 Carlotta Giromini Produzione zootecnica: tra presente e futuro La ricerca in ambito di produzione animale: Ricerca in ambito genetico avrà come obiettivo principale quello di selezionare animali a bassa impronta ecologica e ad alta efficienza di trasformazione degli alimenti, più resistenti alle malattie Affiancata a Ricerca in ambito alimentare e nutrizionale che avrà come obiettivo principale quello di definire razioni adeguate e di ricercare alimenti innovativi da destinare agli animali tenendo sempre presente il concetto di miglioramento del benessere animale Ricerca in ambito ambientale per sviluppo di sistemi efficienti per il recupero di energia da reflui zootecnici Fondamenti di produzione animale 22 di 22 Insegnamento Produzioni animali Professore Carlotta Giromini Argomento Allevamento del suino Carlotta Giromini Produzioni animali , Argomenti trattati Fondamenti di produzione animale MODULO I Caratteristiche dei principali allevamenti: Allevamento del suino Caratteristiche generali e tipologie Produzione di carne Produzione del prosciutto di parma: accenni al disciplinare produttivo Allevamento del suino 2 di 21 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO del suino e produzione di carne In Italia le aziende di allevamento suino sono oltre 26000 per un totale di 8,5 milioni di capi (2016) -suini da allevamento -suini da ingrasso -suinetti Forte concentrazione e specializzazione al nord (+ capi), maggior frammentazione al centro-sud (- capi) Ismea, 2016 Allevamento del suino 3 di 21 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO del suino e produzione di carne Il settore suinicolo italiano è specializzato nell’allevamento di capi grassi >110 kg (25% capi in allevamento) nell’allevamento di suini da 80 a 110kg (17% capi in allevamento) Dimensione aziendale: 324 capi/azienda Numero dei capi allevati si è fortemente ridotto tra il 2010 e il 2015 (-6.9%) Allevamento del suino 4 di 21 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO del suino e produzione di carne v La normativa sul benessere animale_ha condotto ad una crescita della dimensione media aziendale (da 44 a 324 capi/allevamento) v Il settore suinicolo italiano si caratterizza per forte dipendenza dall’estero in relazione all’approvvigionamento di carni fresche, refrigerate e di suini vivi. v Tale tendenza è controbilanciata dalle esportazioni delle produzioni tipiche di prosciutti e salumi Allevamento del suino 5 di 21 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO del suino e produzione di carne In Italia nel passato erano allevate molte razze locali, quali la Mora (o Romagnola), la Cappuccia, la Cinta Senese e la Casertana. Attualmente i suini allevati in Italia, in purezza o incrociati, appartengono quasi esclusivamente razze di origine estera (Large White, Landrace, Hampshire, Pietrain, Duroc e Spot). Negli ultimi anni alcune razze autoctone sono state recuperate, in particolare per la produzione di salumi (Cinta Senese, Nero delle Madonie e dei Nebrodi, Casertana). Allevamento del suino 6 di 21 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO del suino e produzione di carne Nell'allevamento del suino vengono ampiamente utilizzati gli ibridi commerciali oltre alle razze e incroci tra razze. Gli ibridi commerciali derivano dall'incrocio di più razze e linee secondo modelli sviluppati da aziende di selezione animale, le quali vendono gli ibridi con il loro marchio Gli ibridi commerciali crescono più rapidamente e hanno rese alla macellazione superiori. Allevamento del suino 7 di 21 Carlotta Giromini Categorie della specie suina Suinetto sottoscrofa o Lattonzolo - Suinetto maschio o femmina, dalla nascita allo svezzamento. Suinetto post-svezzamento o Lattone - Suinetto maschio o femmina, dallo svezzamento a 25-35 kg. Verretto - Maschio destinato alla riproduzione: dalla fase di lattone fino alla pubertà e al primo salto. Verro - Maschio adulto in riproduzione. Scrofetta - Femmina destinata alla riproduzione: dalla fase di lattone fino alla pubertà e al primo salto. Scrofa - Femmina in riproduzione dopo il primo parto. Allevamento del suino 8 di 21 Carlotta Giromini Categorie della specie suina Magroncello - Maschio o femmina dai 50-60 kg ai 90-100 destinato all'ingrasso per la produzione del suino pesante. Maiale magro da macelleria - Maschio o femmina destinato al macello al peso di 100-110 kg per la produzione di carne Maiale pesante - Maschio o femmina destinato al macello al peso di 150-185 kg per la produzione di salumi (es. prosciutto di Parma e S.Daniele) Allevamento del suino 9 di 21 Carlotta Giromini Riproduzione v Le scrofe hanno una gestazione di 114 giorni (3 mesi, 3 settimane, 3 giorni); vengono fecondate circa 1 settimana dopo lo svezzamento v Ogni scrofa partorisce da 10 a 12 suinetti (p.v. alla nascita 1,5-1,7 kg) v I suinetti sono allattati dalle scrofe per circa 3-4 settimane, insieme al latte della scrofa consumano del mangime molto digeribile v Le scrofe insieme con i suinetti sottoscrofa sono ospitate in sale dotate di gabbie individuali studiate in modo tale che i suinetti possano avere accesso alle mammelle senza venire schiacciati dalle scrofe Allevamento del suino 10 di 21 Carlotta Giromini Pratiche di allevamento v I suinetti alla 3°-4°settimana di vita (peso medio di circa 6-7 kg) vengono spostati nei reparti di accrescimento ingrasso v Per raggiungere il peso di 160-170 kg, peso medio del suino pesante, è necessario un periodo di circa 9 mesi (accrescimento ponderale 0.700 kg/capo/d) v Fino a circa 100 kg di p.v. è preponderante l’accrescimento muscolare, successivamente prevale l’accrescimento del tessuto adiposo v Nell’ultimo periodo di crescita del suino pesante la conversione dell’alimento peggiora (quantità superiore di mangime per l’accrescimento, ++ costi di produzione) Allevamento del suino 11 di 21 Carlotta Giromini Alimentazione Alle diverse fasi di allevamento corrispondono diete diverse I suini consumano solo mangime, a differenza dei ruminanti che consumano anche foraggi le scrofe in gestazione e in lattazione, i suinetti sottoscrofa e in postsvezzamento consumano mangimi completi secchi I suini in accrescimento, magronaggio e ingrasso generalmente consumano una dieta liquida costituita da: – Acqua o siero di latte Il tenore proteico delle diete si riduce – Cereali insilati (pastone di mais) con l’aumentare dell’età dei soggetti – Mangime proteico Allevamento del suino 12 di 21 Carlotta Giromini Alimentazione Le scrofe in lattazione necessitano di diete più ricche in proteina e energia di quelle in gestazione Il piano alimentare deve essere tale da assicurare: o il mantenimento di una adeguata produzione di latte Le alte temperature condizionano negativamente o contenere le perdite di peso della scrofa dopo il parto l’ingestione delle scrofe: T> 24 °C Per la produzione del latte l’alimento dovrebbe fornire: compromettono le prestazioni 75-80% dell’energia produttive delle scrofe 80% della proteina 95 % della lisina (1 kg di peso vivo dei suinetti richiede 25 g di lisina) Allevamento del suino 13 di 21 Carlotta Giromini Produzione di carne: qualità Carne relativamente povera in colesterolo Elevate quantità di AG insaturi Allevamento del suino 14 di 21 Carlotta Giromini Prosciutto di parma: disciplinare di produzione La denominazione di origine "Prosciutto di Parma" è stata inizialmente giuridicamente protetta a livello nazionale dal 1970 ed è poi stata riconosciuta come DOP ai sensi del Regolamento CEE n.2081/92 con Regolamento CE n. 1107 del 12.06.96. Allevamento del suino 15 di 21 Carlotta Giromini Prosciutto di parma: disciplinare di produzione Prosciutto di PARMA: IL DISCIPLINARE PRODUTTIVO Il Disciplinare di Produzione definisce le qualità generali che un prodotto DOP come il Prosciutto di Parma deve necessariamente avere, tra cui: la descrizione del prodotto e le sue principali caratteristiche fisiche e organolettiche la delimitazione della zona geografica d’origine e gli elementi che comprovano il legame del prodotto con il territorio di riferimento il metodo di lavorazione e l’ indicazione della materia prima Allevamento del suino 16 di 21 Carlotta Giromini Prosciutto di parma: disciplinare di produzione Le caratteristiche merceologiche del prosciutto di Parma sono: forma esteriore tondeggiante…privo di imperfezioni esterne tali da pregiudicare la immagine del prodotto, con limitazione della parte muscolare scoperta oltre la testa del femore (noce) ad un massimo di 6 centimetri (rifilatura corta); peso: normalmente tra gli otto e i dieci chilogrammi e comunque non inferiore ai sette; colore al taglio: uniforme tra il rosa ed il rosso, inframmezzato dal bianco puro delle parti grasse; aroma e sapore: carne di sapore delicato e dolce, poco salata e con aroma fragrante e caratteristico; la caratterizzazione mediante l'osservanza di parametri analitici predeterminati. Allevamento del suino 17 di 21 Carlotta Giromini Prosciutto di parma: disciplinare di produzione Il criterio adottato per la selezione dei parametri qualitativi è quello della correlazione fra attributi organolettici e parametri chimici. il prodotto di qualità deve contenere limitate quantità di cloruro di sodio e di umidità Indice di proteolisi adeguato (se elevato influisce negativamente sulle caratteristiche di consistenza del magro) Valori di riferimento: Umidità: 59,0% - 63,5% Sale: 4,2% - 6,2% Indice di proteolisi: 24,0% - 31,0% Allevamento del suino 18 di 21 Carlotta Giromini Prosciutto di parma: disciplinare di produzione ALIMENTAZIONE DEI SUINI DESTINATI ALLA PRODUZIONE DI PROSCIUTTO DI PARMA L'alimento dovrà, preferibilmente, essere presentato in forma liquida (broda o pastone) e, per tradizione, con siero di latte. Allevamento del suino 19 di 21 Carlotta Giromini Prosciutto di parma: disciplinare di produzione Fasi di allevamento: allattamento: prime quattro settimane sottoscrofa; svezzamento: dalla 5^ alla 12^ settimana; magronaggio: da 30 ad 80 chilogrammi di peso; ingrasso: da 80 a 160 chilogrammi di peso ed oltre. Le tecniche di allevamento sono finalizzate ad ottenere un suino pesante, obiettivo che deve essere perseguito assicurando moderati accrescimenti giornalieri Allevamento del suino 20 di 21 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO del suino e produzione di carne Allevamento del suino 21 di 21 Insegnamento Produzioni animali Professore Carlotta Giromini Argomento EFSA Carlotta Giromini Argomenti trattati Fondamenti di produzione animale MODULO I Autorità per la sicurezza alimentare: ruoli e funzioni Esempio di attività dell’EFSA: Il ruolo dell’EFSA nella valutazione degli additivi per mangimi EFSA 2 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA L’Autorità europea per la sicurezza alimentare nasce nel gennaio 2002 con Regolamento n. 178 del 2002 (approvazione commissione europea), Fonte indipendente di consulenza e di comunicazioni sui rischi associati alla catena alimentare. Garantire un livello elevato di tutela dei consumatori e mantenere la fiducia dei consumatori nelle forniture alimentari dell’UE EFSA 3 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA L’EFSA, in qualità di organismo incaricato della valutazione del rischio, elabora pareri scientifici. Il suo ambito di competenza comprende: Sicurezza degli alimenti e dei mangimi Nutrizione umana Salute e benessere degli animali Protezione delle piante Salute delle piante Nelle sue valutazioni del rischio ambientale l’EFSA tiene conto anche dell’eventuale impatto della catena alimentare sulla biodiversità degli habitat animali e vegetali. EFSA 4 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Eseguire accertamenti scientifici su tutte le materie che possono avere effetti diretti o indiretti sulla sicurezza alimentare, anche in riferimento alla salute degli animali e al mondo vegetale; valutazioni del rischio, fornendo una solida base scientifica allo scopo di definire misure legislative necessarie a garantire un livello elevato di protezione dei consumatori nell’ambito della sicurezza alimentare. EFSA 5 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Le aree d'intervento principali : 1. valutazione scientifica dei rischi; 2. raccolta e analisi dei dati scientifici; 3. valutazioni relative alla sicurezza di dossier presentati dall’industria per l’approvazione comunitaria di sostanze o processi di lavorazione; 4. identificazione di rischi emergenti; 5. supporto scientifico alla Commissione soprattutto in caso di emergenza in materia di sicurezza alimentare; 6. comunicazioni dirette al pubblico ed altre parti interessate delle informazioni relative alle materie ad essa affidate; EFSA https://www.efsa.europa.eu/ 6 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA La gestione quotidiana dell'EFSA è garantita dal direttore esecutivo coadiuvato dai capi dipartimento e dai capi unità. L’autorità si avvale dei seguenti organi: v CDA (4 anni mandato) v Direttore esecutivo v Foro consultivo v Comitato scientifico e gruppi di esperti EFSA https://www.efsa.europa.eu/ 7 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Foro consultivo – Il Foro consultivo è composto da rappresentanti degli organi competenti che svolgono negli Stati membri funzioni analoghe a quelle dell'Autorità, in ragione di un rappresentante per Stato membro. – Il coinvolgimento dei rappresentanti è necessario al fine di assicurare una rete di collegamenti con le organizzazioni scientifiche di ciascun stato membro, scambiarsi informazioni e conoscenze. – Assiste il Direttore esecutivo Comitato scientifico e gruppi di esperti scientifici Il Comitato scientifico e i gruppi di esperti scientifici sono responsabili dei pareri scientifici dell'Autorità, ciascuno entro la sfera delle rispettive competenze, compresa la possibilità di disporre, ove necessario, audizioni pubbliche. EFSA https://www.efsa.europa.eu/ 8 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Indipendenza dell’ autorità l’Autorità deve essere indipendente in senso generale e in particolare riguardo a tutti gli interessi industriali ed economici del settore agroalimentare. EFSA 9 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Ruolo dell’Efsa in ambito zootecnico: La sicurezza dei mangimi è importante per la salute degli animali, per l’ambiente e per la sicurezza dei prodotti alimentari di origine animale. La scelta del tipo di mangime da parte degli allevatori dipende da una serie di fattori, tra cui la specie e l’età degli animali, il tipo di produzioni animali (carne, latte o uova) i costi , la disponibilità e il valore nutritivo dei mangimi, oltre che da fattori geografici, quali la tipologia del suolo e il clima. La sicurezza degli prodotti di origine animale inizia con la sicurezza dei mangimi. EFSA 10 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA I gruppi di esperti scientifici dell’EFSA effettuano valutazioni del rischio dei mangimi animali nell’ambito dei rispettivi settori di competenza Valutazione del rischio dei mangimi geneticamente modificati – gruppo GMO Valutazione dei rischi ambientali degli additivi per mangimi: gruppo FEEDAP Contaminazione da mercurio e gossippolo nei mangimi – gruppo CONTAM EFSA 11 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Sicurezza dei mangimi valutata tramite: CONTROLLO SULL’USO DI MATERIALI IDONEI CONTROLLO USO DI ADDITIVI E AROMATIZZANTI DICHIARAZIONI DI CARTELLINO RISCHI CONNESSI ALLA CONTAMINAZIONE GESTIONE NUOVI ALIMENTI Prodotti finiti di elevata QUALITA’ MICROBIOLOGICA possono essere ottenuti solo utilizzando materie prime ed ingredienti di altrettanta qualità. EFSA 12 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Sicurezza v La pastorizzazione può eliminare il rischio connesso alla presenza di batteri ma non delle tossine termoresistenti o di altre proteine indesiderate. v Assenza di contaminanti: sostanze che non vengono intenzionalmente aggiunte agli alimenti ma che si possono ritrovare a seguito dell’ambiente, della lavorazione, trasporto, frodi... v Presenza ENTRO I LIMIITI DEI RESIDUI: residui di pesticidi, medicinali veterinari EFSA 13 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Esempio di attività dell’efsa: Il ruolo dell’EFSA nella valutazione degli additivi per mangimi Additivi per mangimi (organolettici, nutrizionali, tecnologici) Nell’ambito di questo processo Un’azienda che desideri prodotti usati l’EFSA valuta la sicurezza e immettere sul mercato nell’alimentazione animale l’efficacia di ciascun additivo e dell’UE un additivo per per migliorare le controlla gli effetti avversi sulla mangimi deve prima caratteristiche dei mangimi, salute dell’uomo e degli animali e ottenere un’autorizzazione. ad esempio per renderli più sull’ambiente (v. oltre). saporiti o più digeribili (produzione agricola intensiva). EFSA 14 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA EFSA: ruolo chiave (FEEDAP) di fornire una consulenza scientifica indipendente a sostegno del processo di autorizzazione degli additivi per mangimi. Valutazione del rischio (in collaborazione con Commissione) di ciascun nuovo additivo per immissione in commercio Le aziende che desiderano commercializzare un determinato additivo nell’UE devono presentare una domanda contenente informazioni sull’identità dell’additivo ed in particolare i metodi di controllo utilizzati e dati che ne dimostrino l’efficacia e la sicurezza. EFSA 15 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA Il gruppo FEEDAP esamina la domanda e valuta l’efficacia e la sicurezza dell’additivo, tenendo conto sia della salute dell’uomo e degli animali sia dell’ambiente. Contemporaneamente, il laboratorio comunitario di riferimento valuta i i metodi analitici usati per rilevare la presenza di additivi nei mangimi e di loro possibili residui negli alimenti. Se il parere dell’EFSA è favorevole, la Commissione europea predispone un l’autorizzazione dell’additivo, Le autorizzazioni sono concesse per specifiche specie animali e/o condizioni di impiego e sono limitate a periodi di dieci anni, che possono essere rinnovati. EFSA 16 di 17 Carlotta Giromini European Food Safety Authority, EFSA EFSA 17 di 17 Insegnamento Produzioni animali Professore Carlotta Giromini Argomento Allevamento di ovini e caprini Carlotta Giromini Argomenti trattati , Fondamenti di produzione animale MODULO I Caratteristiche dei principali allevamenti: Allevamento di ovini e caprini Caratteristiche generali e tipologie Allevamento ovino e produzioni Allevamento caprino e produzioni Allevamento di ovini e caprini 2 di 19 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO OVINO Gli ovini nel mondo sono circa 1.028.600.000 contro circa 1.368.000.000 bovini In Italia vi sono poco meno di 8.000.000 di ovini in oltre 60.000 allevamenti principalmente concentrati nel centro sud e in Sardegna Allevamento di ovini e caprini 3 di 19 Carlotta Giromini Categorie della specie ovina Agnello/a: maschio o femmina, dalla nascita all’inizio dell’attività riproduttiva Montone o ariete: maschio per riproduzione Pecora: femmina dopo il primo parto Castrato: animale castrato intorno ai 3-4 mesi Agnello da latte:8-12 kg Agnello pesante da latte:12-20 kg Agnellone precoce:25-35 kg Agnellone: oltre i 35 kg Allevamento di ovini e caprini 4 di 19 Carlotta Giromini Attività riproduttiva Durata del ciclo estrale: 15 giorni; Durata dell’estro: 24-36 ore; Durata della gestazione: 150 giorni; Maturità sessuale: 5-7 mesi ; Inizio della carriera riproduttiva: 10-12 mesi L’attività riproduttiva degli ovini presenta un andamento stagionale fortemente legato all’evoluzione del fotoperiodo. (Carcangiu et al., 2005) Nelle zone mediterranee però il periodo migliore per poter avere i parti è l’autunno quando le condizioni climatiche e di pascolo sono favorevoli per l’instaurarsi della lattazione. Nell’allevamento ovino sardo, attraverso l’utilizzo del flushing in combinazione con l’effetto maschio, si è riusciti ad ottenere un alto numero di animali che partoriscono tra Settembre e Dicembre e perciò poco sensibili al fotoperiodo (Carcangiu e Vacca, 2005). Allevamento di ovini e caprini 5 di 19 Carlotta Giromini Produzione carne ovina 70% agnelli; 20% agnelloni e castrati; 10% animali a fine carriera AGNELLO DA LATTE -macellazione a 8-12 kg (5-6 settimane di vita) - alimentazione: solo latte, materno o ricostituito AGNELLONI PRECOCI: -solo maschi di razze da carne; macellazione a 25-30 kg (110- 130 giorni di età) -latte materno fino allo svezzamento (2 mesi) poi foraggi e concentrati AGNELLONI: -solo soggetti di razze da carne; macellazione a 180 giorni (peso oltre 35 kg); CASTRATI: -soggetti castrati intorno al 4° mese di vita; macellati oltre i 180 giorni -alimentazione prevalentemente con foraggi e concentrati Allevamento di ovini e caprini 6 di 19 Carlotta Giromini Produzione giornaliera e composizione del latte di pecora ü La principale produzione delle pecore è il latte, che PECORE viene utilizzato per la produzione di formaggi (pecorini) LATTE 1,1kg /die ü Le pecore producono latte per circa 6-8 mesi, nell’arco GRASSO 7,61% della lattazione la produzione di latte è di circa 150- 200 litri PROTEINA 6,02% ü Le pecore vengono munte tramite mungitura meccanica come le capre ü Le pecore e le capre posseggono due capezzoli Allevamento di ovini e caprini 7 di 19 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO caprino I caprini nel mondo sono circa 764.500.000 suddivisi in almeno 570 razze (Scherf, 2000) In Italia vi sono circa 1.000.000 di caprini distribuiti in circa 27000 allevamenti sul territorio nazionale (più uniformemente distribuiti rispetto ad ovini) Allevamento di ovini e caprini 8 di 19 Carlotta Giromini Categorie della specie caprina Capretto/a: maschio/femmina dalla nascita all’inizio della carriera riproduttiva (8-15 mesi); Capretto da latte: maschio (o femmina) destinato alla macellazione a 40- 60 giorni di età, cresciuto con alimentazione esclusivamente lattea. Becco :maschio per la riproduzione; Capra: femmina dopo il primo parto; Caprettone: maschio (o femmina) destinato alla macellazione a 3-4 mesi di età; Allevamento di ovini e caprini 9 di 19 Carlotta Giromini Attività riproduttiva (capra) Caratteristiche attività riproduttiva capre Durata del ciclo estrale: 20 giorni (in media); Durata dell’estro: da poche ore a 2-3 giorni; Durata della gestazione: 160 giorni; Ovulazione sempre entro le prime 36 h dell’estro; Maturità sessuale: 7-9 mesi; Inizio della carriera riproduttiva: 10 mesi x le femmine, 12-15 per i maschi La capra è una specie poliestrale stagionale Allevamento di ovini e caprini 10 di 19 Carlotta Giromini Attività riproduttiva (capra) La stagione sessuale inizia indicativamente verso la fine di settembre, in corrispondenza di un fotoperiodo negativo, e prosegue fino ad inizio febbraio, con cicli ovulatori di 21 giorni; il periodo dei parti cade tradizionalmente nei mesi di febbraio e marzo Tecniche di inseminazione artificiale. consentono la diffusione in un ampio gregge in tempi ridotti ed a costi limitati del patrimonio genetico dei becchi miglioratori. Rimane tuttavia ancora molto comune l’inseminazione naturale, praticamente scomparsa nell’allevamento bovino Allevamento di ovini e caprini 11 di 19 Carlotta Giromini Ambiente, temperatura ed alimentazione Esigente sia in termini alimentari che di condizioni ambientali. Presenta esigenze termiche senza dubbio superiori a quelle dei bovini, manifestando una minore capacità di adattamento al freddo Per le razze oggetto di allevamento intensivo in Europa (Saanen ed Alpina) è consigliata una temperatura minima all’interno dei ricoveri di 5-6°C, mentre per le razze mediterranee è opportuno mantenere temperature lievemente superiori (7-8°C). Si è comunque costatato come la capra sia limitatamente in grado di sopportare temperature anche prossime allo zero con opportune integrazioni alimentari; in tali condizioni, tuttavia, sono da prevedere bruschi cali della produzione. Alimentazione delle capre Razione per capre con produzione di 4 kg di latte fieno di erba medica 1,2 kg mangime 1,4 kg polpe di bietola disidratate 0,4 kg per un totale in sostanza secca pari a circa 2,7 kg Allevamento di ovini e caprini 12 di 19 Carlotta Giromini Produzione carne caprina e qualità La produzione di carne legata alla stagionalità dei parti, il consumo di capretti è limitato praticamente al periodo pasquale I capretti o rimangono con le madri oppure vengono alimentati con latte ricostituito se le madri sono munte appena dopo il parto I capretti vengono macellati a circa due mesi di età (peso vivo dai 9 ai 12 kg) Contenuto proteico: la carne di capra rispetto alla carne ovina contiene una maggiore percentuale di umidità ed un maggiore contenuto proteico e si stima che riesca soddisfare adeguatamente i bisogni nutrizionali in aminoacidi essenziali di un consumatore adulto. Sali minerali: per quanto riguarda il contenuto in sali minerali, è emerso che la carne di capra contiene una maggiore percentuale di calcio, potassio e sodio rispetto le carni di manzo e pollo. Ferro e zinco sono presenti invece in percentuale analoga in carni di capre e manzo (Johnson et al., 1995). La carne caprina risulta, inoltre caratterizzata da un minor contenuto in grassi rispetto ad altre carni rosse (Tshabalala et al., 2003, Dhanda et al., 2003, b). Allevamento di ovini e caprini 13 di 19 Carlotta Giromini Produzione giornaliera e composizione del latte di capra Il principale prodotto dell’allevamento delle capre è rappresentato dal latte, che viene quasi totalmente utilizzato per la caseificazione (caprini). CAPRE Lattazione di durata molto variabile, in funzione di: LATTE 3,3kg /die GRASSO 3,50% -tipologia di allevamento PROTEINA 3,10% -attitudine del soggetto e della razza Mungitura x 180-365 giorni (media di 300) L’obiettivo è di avere una produzione media del gregge di oltre 600Kg di latte capra/anno e di raggiungere 700-800Kg Allevamento di ovini e caprini 14 di 19 Carlotta Giromini Produzione giornaliera e composizione del latte di capra Caratteristiche del latte di capra I globuli di grasso del latte di capra sono più piccoli rispetto a quelli del latte vaccino e la loro membrana è più delicata. Il grasso del latte di capra è più facilmente soggetto a fenomeni di lipolisi rispetto a quello vaccino Il grasso del latte di capra contiene percentuali elevate di acidi grassi a catena corta (da C10 a C14, capronico, caprilico, caprinico), che conferiscono ai formaggi di capra il caratteristico sapore. Il grasso del latte di capra è privo di caroteni (vitamina A), questo determina il colore bianco, che può leggermente scurirsi con la stagionatura Alcuni bambini, in età molto precoce, presentano allergia al latte vaccino (IPLV=Intolleranza alle Proteine del Latte Vaccino), il latte caprino può in alcuni casi essere meno allergenico rispetto a quello vaccino. Questo fenomeno sembra essere imputabile alla minore presenza di caseine associate a uno specifico tipo di α(s1)- caseina Allevamento di ovini e caprini 15 di 19 Carlotta Giromini Produzione nazionale del settore ovi-caprino Incidenza del settore ovi-caprino sull’agricoltura nazionale (2015) Report Ismea 2016 Allevamento di ovini e caprini 16 di 19 Carlotta Giromini Produzione nazionale Aumento produzione Report Ismea 2016 Allevamento di ovini e caprini 17 di 19 Carlotta Giromini Export pecorino Italiano Principali mercati di sbocco del pecorino italiano USA Germania Francia Regno Unito Report Ismea 2016 Allevamento di ovini e caprini 18 di 19 Carlotta Giromini Produzione nazionale Opportunità Crescente attenzione del consumatore verso prodotti di origine anche grazie a normativa vigente su etichettatura di origine sulle carni ovi-caprine Crescente potenzialità del mercato per prodotti ad alta specificità come latte caprino (intolleranze ed allergie) Sviluppo di nuove fasce di consumo della carne (immigrazione, nuove etnie) Espansione della domanda internazionale di formaggi nei paesi «nuovi consumatori» Limiti Maggiori costi per garantire standard di qualità e sicurezza dovuti a nuovi vincoli in tema di sostenibilità ed emissioni Forte concorrenza di produttori UE (Spagna) e non UE (Turchia) su mercato internazionale Allevamento di ovini e caprini Report Ismea 2016 19 di 19 Insegnamento Produzioni animali Professore Carlotta Giromini Argomento Allevamento biologico Carlotta Giromini Produzioni animali , Argomenti trattati Fondamenti di produzione animale MODULO I Caratteristiche dei principali allevamenti: Allevamento e produzione biologica Regolamento europeo Caratteristiche dell’allevamento biologico Riproduzione Alimentazione Uso di farmaci Allevamento biologico 2 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Ismea 2016 v Variazione % annua dei consumi bio e confronto con trend agroalimentare v Crescita consumi bio tra 2010 e 2015 Allevamento biologico 3 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Vendite bio divise per area geografica (2012- 2015) Variazione % Allevamento biologico 4 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO AGRICOLTURA BIOLOGICA ü 1972 viene fondata l’Ifoam-International federation of organic agriculture movement Primi disciplinari di produzione agrozootecnica di tipo biologico (https://www.ifoam.bio/) ü 1991 con il REGOLAMENTO (CEE) N 2092/91 DEL CONSIGLIO del 24 giugno 1991 -riconosce ufficialmente l'agricoltura biologica da parte degli stati UE, fissando standard minimi comuni per l'intera UE. -viene regolamentata l’agricoltura biologica nell’UE relativo a metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentare. Allevamento biologico 5 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO AGRICOLTURA BIOLOGICA v REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga I nuovi regolamenti biologici (CE) n. 834/2007, il regolamento (CEE) n. 2092/91. (CE) n. 889/2008 e (CE) n. 1235/2008 hanno http://eur- sostituito il Regolamento Biologico (CEE) n. lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2007:189:0001:0 023:IT:PDF 2092/91. v REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 recante modalità di applicazione v REGOLAMENTO (CE) N. 1235/2008 recante modalità di del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli prodotti biologici dai paesi terzi http://eur- lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:250:0001:0084:I T:PDF Dal 2010 REGOLAMENTO (UE) N. 271/2010 DELLA COMMISSIONE del 24 marzo 2010 , regolamenti attuativi…Al 2016 REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2016/673 DELLA COMMISSIONE del 29 aprile 2016 Allevamento biologico 6 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Regolamenta tutte le fasi della Regolamento (CE) N. 834/2007 e produzione, preparazione e REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 distribuzione dei prodotti biologici nonché il loro controllo e successive integrazioni «Il presente regolamento fornisce la base per Regolamenta l’uso di indicazioni riferite lo sviluppo sostenibile della produzione alla produzione biologica biologica e, nel contempo, assicura l’efficace nell’etichettatura e nella pubblicità funzionamento del mercato interno, garantisce una concorrenza leale, assicura la L'assoluto divieto di utilizzare OGM nell’ fiducia dei consumatori e ne tutela gli agricoltura e produzione biologica interessi» Assicura che gli obiettivi e i principi si applichino ugualmente a: produzione biologica animale, vegetale, dell'acquacoltura e dei mangimi, alimenti biologici trasformati Allevamento biologico 7 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO v I paesi terzi possono esportare sul mercato dell'Unione Europea a condizioni identiche o equivalenti a quelle applicabili ai produttori dell'Unione europea v garantisce che siano etichettati bio soltanto gli alimenti (e mangimi) contenenti almeno il 95 % di ingredienti biologici v Il regolamento detta norme per la produzione biologica delle seguenti specie: Bovini (comprese la specie Bubalus e Bison); Ovini; Caprini; Equini; Avi/cunicole; api v Le produzioni animali praticate nel quadro dell’agricoltura biologica contribuiscono a creare rapporti di complementarietà tra mondo vegetale, animale e terra Allevamento biologico 8 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO OBIETTIVI E PRINCIPI DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA a) stabilire un sistema di gestione sostenibile per l’agricoltura che: I. rispetti i sistemi e i cicli naturali e mantenga e migliori la salute dei suoli, delle acque, delle piante e degli animali e l’equilibrio tra di essi; II. contribuisca a un alto livello di diversità biologica; III. assicuri un impiego responsabile dell’energia e delle risorse naturali come l’acqua, il suolo, la materia organica e l’aria; IV. rispetti criteri rigorosi in materia di benessere degli animali; b) mirare a ottenere prodotti di alta qualità; c) mirare a produrre un’ampia varietà di alimenti ottenuti con procedimenti che non danneggino l’ambiente, la salute umana, la salute dei vegetali o la salute e il benessere degli animali. Allevamento biologico 9 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO ALLEVAMENTO BIOLOGICO: Origine degli animali biologici 1. Nella scelta delle razze o delle linee genetiche si deve tener conto della capacità degli animali di adattarsi alle condizioni locali nonché della loro vitalità e resistenza alle malattie, dando la preferenza a razze autoctone. 2. Per le api, è privilegiato l'uso di Apis mellifera e delle sue subspecie locali. Allevamento biologico 10 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO ALLEVAMENTO BIOLOGICO: Origine degli animali non biologici 1. a fini riproduttivi possono essere introdotti in un'azienda biologica animali allevati in modo non biologico solo quando non siano disponibili animali biologici in numero sufficiente 2. In caso di prima costituzione di un patrimonio, i giovani mammiferi non biologici sono allevati conformemente alle norme di produzione biologica subito dopo lo svezzamento. Tuttavia, si applicano le seguenti restrizioni: a) i bufali, i vitelli e i puledri devono avere meno di sei mesi; b) gli agnelli e i capretti devono avere meno di 60 giorni; c) i suinetti devono avere un peso inferiore a 35 kg. Allevamento biologico 11 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Condizioni di allevamento pavimenti lisci, non sdrucciolevoli e pieni per almeno il 50% della superficie (NO grigliato e fessurato); vietato l’allevamento dei vitelli in box singoli dopo i 7 giorni di vita; vietata la stabulazione fissa (con alcune deroghe); le mutilazioni NON devono essere praticate sistematicamente e possono essere eseguite prima del completo sviluppo sessuale ed esclusivamente da personale qualificato. L'edificio di allevamento consente un'abbondante aerazione e illuminazione naturale. Allevamento biologico 12 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Condizioni di allevamento La densità di bestiame negli edifici deve assicurare il conforto e il benessere degli animali, nonché tener conto delle esigenze specifiche della specie in funzione, in particolare, della specie, della razza e dell'età degli animali. Il numero di capi per unità di superficie sarà limitato al fine di garantire: Una gestione integrata delle produzioni animali e vegetali Una riduzione al minimo di ogni forma di inquinamento Una riduzione al minimo di ogni forma di sovrapascolo; Gli animali devono disporre di un’area di pascolo; NON può sussistere un allevamento biologico “senza terra” Allevamento biologico 13 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Riproduzione la riproduzione avviene con metodi naturali, ma è tuttavia ammessa l’inseminazione artificiale, è vietato il trapianto di embrioni; è vietato l’impiego a scopi riproduttivi di ormoni o simili, a meno che non si tratti di una terapia veterinaria per un singolo animale. non sono consentite altre forme di riproduzione artificiali, quali la clonazione e il trasferimento di embrioni. Allevamento biologico 14 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Alimentazione gli alimenti devono provenire principalmente dall’azienda in questione o da altre aziende biologiche del comprensorio; gli animali hanno permanente accesso al pascolo o a foraggi grossolani; le materie prime non bio di origine vegetale o animale, i minerali e gli additivi possono essere impiegati per l’alimentazione animale solo se autorizzati; non è consentito il riscorso a sostanze stimolanti della crescita e ad amminoacidi sintetici; sono vietati i regimi alimentari che inducano anemia. Allevamento biologico 15 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Alimentazione l’alimentazione è finalizzata a una produzione di qualità piuttosto che a massimizzare la produzione stessa. Gli animali GIOVANI devono essere alimentati con alimenti biologici, preferibilmente prodotti nell’ambito dell’unità di produzione Devono essere nutriti con LATTE NATURALE, quello materno è l’ideale: 90 giorni (minimo) per bovini, bufalini ed equini 45 giorni per ovini e caprini 40 giorni per suini Allevamento biologico 16 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Alimentazione : erbivori in produzione 60% della Sostanza Secca da foraggi freschi, essiccati o insilati; 50% della Sostanza Secca da foraggi per i primi tre mesi di lattazione per gli animali destinati a questa produzione (previa autorizzazione dell’Organismo di Controllo). Possono essere impiegate: Sostanze di origine minerale per mangimi: sodio, calcio, fosforo, magnesio, zolfo Elementi in tracce: ferro, iodio, cobalto, rame, manganese, zinco, molibdeno, selenio Vitamine, provitamine, e sostanze ad effetto analogo chimicamente definite- preferibilmente derivate da materie prime naturalmente presenti nei mangimi Vitamine sintetiche identiche alle vitamine naturali solo per i monogastrici Allevamento biologico 17 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Possono essere impiegate: Enzimi ammessi dalla direttiva 70/524/CEE Microrganismi ammessi dalla direttiva 70/524/CEE Conservanti ammessi solo per gli insilati (previa autorizzazione OdC): Ac. Formico, Ac. acetico, Ac. Lattico, Ac. propionico Agenti leganti anti agglomeranti e coagualnti ammessi: silice colloidale, sepiolite, bentonite, argilla caolinitica, vermiculite, perlite Ausiliari di fabbricazione utilizzati per i mangimi: Sale marino, salgemma grezzo, enzimi, lieviti, siero di latte, zucchero, polpe di barbabietola, farina di cereali, melasse, batteri lattici, acetici, formici e propionici Allevamento biologico 18 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Alimentazione Materie prime per mangimi Cereali granaglie, loro prodotti e sottoprodotti Semi oleosi, frutti oleosi, loro prodotti e sottoprodotti Colza, soia, girasole, cotone, lino, sesamo , ravizzone, palmisti, zucca Semi, semi tostati, panelli, buccette, sansa di olive (ottenuta per procedimento fisico) Semi leguminose loro prodotti e sottoprodotti Ceci, piselli, veccia, fave, lupini Semi sottoposti eventualmente a trattamento termico, crusche, cruschette Allevamento biologico 19 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Alimentazione Materie prime per mangimi Tuberi, radici, loro prodotti e sottoprodotti Polpe di barbabietola, barbabietole secche, patate, patata dolce come tubero, manioca come radici, polpa di patate (residuo della fecola), fecola di patata, proteine di patata. Altri semi e frutti loro prodotti e sottoprodotti Carrube, pastazzo d’agrumi, polpa di mele, polpa di pomodoro, e vinacce Foraggi e Foraggi grossolani Erba medica, farina di erba medica, fieno, insilati, paglia, ortaggi e radici da foraggio Allevamento biologico 20 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Alimentazione Sono ESCLUSI: Additivi del gruppo antibiotici, coccidiostatici, fattori di crescita ed altre sostanze intese a stimolare la crescita Alimenti, materie prime per mangimi composti, additivi per mangimi, ausiliari di fabbricazione dei mangimi prodotti con l’impiego di organismi geneticamente modificati (ogm) o di prodotti da essi derivati Allevamento biologico 21 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO MEDICINALI VETERINARI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA I prodotti fitoterapici (ad es. estratti vegetali), omeopatici, gli oligoelementi, sono preferiti agli antibiotici o ai medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica qualora l’uso dei suddetti prodotti non sia efficace o non si dimostri tale per le malattie o le ferite, e qualora la cura sia essenziale per evitare sofferenze o disagi all’animale, possono essere utilizzati antibiotici o medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica sotto la responsabilità del veterinario è consentita l’utilizzazione di medicinali veterinari ad azione immunologica Allevamento biologico 22 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO MEDICINALI VETERINARI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA v E’ vietato l’impiego di sostanze destinate a stimolare la crescita o la produzione (antibiotici, coccidiostatici e altri stimolanti artificiali della crescita), nonché l’uso di sostanze destinate a controllare al riproduzione (ormoni per sincronizzazione estri); v Sono autorizzate le cure veterinarie degli animali, i trattamenti degli edifici e delle attrezzature, compreso l’impiego di sostanze immunologiche ad uso veterinario se è riconosciuta la presenza di malattie nella zona in cui è situata l’unità di produzione Allevamento biologico 23 di 24 Carlotta Giromini Produzioni animali ALLEVAMENTO BIOLOGICO Allevamento biologico 24 di 24 Insegnamento Produzioni animali Professore Carlotta Giromini Argomento Allevamento avicolo Carlotta Giromini Le produzioni animali Allevamento avicolo Allevamento avicolo 2 di 18 Carlotta Giromini Argomenti trattati , Fondamenti di produzione animale MODULO I Caratteristiche dei principali allevamenti: Allevamento avicolo Caratteristiche generali e tipologie Allevamento gallina ovaiola Allevamento broiler da carne Allevamento avicolo 3 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo Gli allevamenti avicoli sono differenziati a seconda della “carriera” gli animali: - galline ovaiole Le caratteristiche dell’allevamento di tipo tradizionale (estensivo) sono: v Razze autoctone - polli da carne v Allevamento allo stato libero v Alimentazione a base di granaglie Possono essere di tipo: v Cova naturale - Estensivo Le caratteristiche dell’allevamento di tipo intensivo sono: - Intensivo v Allevamento a terra Allevamento al chiuso o in batteria v Alimentazione a base di mangimi bilanciati v Cova artificiale Allevamento avicolo 4 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo In Italia le aziende in produzione avicola sono 23995 con circa 195 milioni di capi in allevamento (fonte: Ismea, 2015) Si stima che la produzione di carne di pollame a livello Europeo crescerà ancora del 4% nel 2017. Per quanto riguarda le uova, la previsione 2017 è di un leggero aumento (+1,4%) della produzione (recupero che solo in parte compenserà la flessione del -1.8% del 2016 sull'anno precedente). Allevamento avicolo 5 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo In Italia i sistemi di produzione avicola sono organizzati per specie (pollo tacchino e faraona)e per categoria produttiva ALLEVAMENTI DI GALLINE DA RIPRODUZIONE: svezzamento, crescita e riproduzione di polli per produzione uova destinate ad incubatoi INCUBATOI: raccolta delle uova provenienti da allevamenti da riproduzione, schiusa e della consegna dei pulcini a: allevamenti di galline da uova, di polli da carne o di galline da riproduzione ALLEVAMENTI DI GALLINE DA UOVA: svezzamento, crescita e riproduzione di polli per produzione uova destinate al consumo umano ALLEVAMENTI DI POLLI DA CARNE: svezzamento e ingrasso dei pulcini per ottenere animali pronti al consumo, le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di allevamento Allevamento avicolo 6 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo Galline ovaiole Le razze più note di galline ovaiole sono la Livorno, la Rhode Island Red. Nel settore delle galline ovaiole sono molto diffusi gli ibridi (es. ISA Brown e Hy-line ) In Italia vengono prodotte prevalentemente uova a guscio pigmentato, vendute per il consumo diretto, decisamente inferiore è la produzione di uova a guscio bianco, utilizzate dall’industria Allevamento avicolo 7 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo Le galline possono essere allevate in gabbia o a terra L’allevamento prevede due fasi: 1. Allevamento della pollastra (0-17 settimane) 2. Allevamento della gallina ovaiola in produzione (18 settimane – fine ovodeposizione) I capannoni in cui vengono allevate decine di migliaia di galline sono controllati per mantenere condizioni di microclima ideali attraverso il controllo di temperatura, ventilazione e illuminazione. Tali fattori devono essere controllati perché influiscono sulla ovodeposizione Allevamento avicolo 8 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo Le galline iniziano a produrre uova a partire dalla 18°-20° settimana e producono per 52 settimane, quindi fino a circa 70-72 settimane di vita. La percentuale di deposizione di uova varia nell’arco delle 72 settimane: Picco a 24-28 settimane di vita = 92-93% Leggera riduzione fino a 40-44 settimane di vita = 88-93% Netta riduzione a 72 settimane di vita = 65-70% Le galline a 72 settimane di vita vengono generalmente eliminate, è tuttavia possibile, se economicamente conveniente, far fare alle galline una muta forzata e ricominciare un nuovo ciclo di produzione. Allevamento avicolo 9 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo La muta dura solitamente circa 2-4 mesi (autunno). Durante questa fase le galline ovaiole interrompono per quasi tutto il tempo la deposizione delle uova (energie dell’organismo concentrate nella ricostruzione del manto) Intervenire con un’alimentazione più ricca di proteine, in quanto rappresentano l’elemento che costituisce in massima parte la cheratina (contribuisce in maniera determinante alla composizione delle penne e delle piume). Il peso dell’uovo è legato al peso della gallina, che aumenta di peso nel corso della deposizione delle uova fino a 2,0 kg quindi le galline alla fine della deposizione producono uova più pesanti. Allevamento avicolo 10 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo Le galline nell’arco della deposizione consumano da 110 a 115 g di mangime al giorno, per cui considerando un peso medio dell’uovo di 60 g l’indice di conversione è di 1,9 I mangimi per le galline sono a base di mais e soia f.e. Le diete devono essere bilanciate anche in termini di apporti amminoacidici, minerali e vitaminici Importante è l’apporto di calcio / fosforo (4% Ca/ 0.4% P tq) Allevamento avicolo 11 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo Allevamento broiler da carne Nell'allevamento dei broiler vengono ampiamente utilizzati gli ibridi commerciali a pelle gialla e piumaggio bianco. Gli ibridi commerciali derivano dall'incrocio di più razze e linee secondo modelli sviluppati da aziende di selezione animale, le quali vendono gli ibridi con il loro marchio Gli ibridi commerciali crescono più rapidamente e hanno rese alla macellazione superiori. Allevamento avicolo 12 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo La produzione di broiler è concentrata soprattutto nel Nord Italia (ceppi più utilizzati ROSS e COBB) Il numero di capi presenti per allevamento è elevato (decine di migliaia di capi) I polli da carne sono attualmente allevati a terra in capannoni dove le condizioni ambientali (temperatura, ventilazione, luce) sono accuratamente controllate per ridurre al minimo il rischio di malattie e per creare un ambiente con caratteristiche igieniche elevate, in modo tale da permettere un corretto sviluppo dei polli. Allevamento avicolo 13 di 18 Carlotta Giromini Allevamento avicolo L’accrescimento dei boiler è molto rapido: Partendo da un peso del pulcino di 45 g: maschi raggiungono un peso di 2,5 kg in 42-45 d femmine raggiungono un peso di 1,6-1,8 kg in 35 d Si possono produrre anche broiler più pesanti 3-3,5 kg in 56-59 d Tecniche di allevamento Prime ore dopo la schiusa delle uova: accasamento dei pulcini

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