Sviluppo Sociale Prima Fanciullezza PDF
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Questo documento analizza lo sviluppo sociale nella prima infanzia, affrontando i rapporti tra coetanei, le diverse forme di gioco, e il ruolo del compagno immaginario. Viene descritto come si sviluppano le interazioni e le relazioni sociali dei bambini in questa fase di crescita.
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CAP 8 - LO SVILUPPO SOCIALE (prima fanciullezza) I rapporti con gli altri bambini Raro l’attaccamento tra coetanei, le relazioni tra bambini sono tendenzialmente positive o Fino a 6 mesi → interesse per l’altro bambino, toccandolo, vocalizzando o sorridendo (stesse azioni per gli oggetti) o 6-9 mesi...
CAP 8 - LO SVILUPPO SOCIALE (prima fanciullezza) I rapporti con gli altri bambini Raro l’attaccamento tra coetanei, le relazioni tra bambini sono tendenzialmente positive o Fino a 6 mesi → interesse per l’altro bambino, toccandolo, vocalizzando o sorridendo (stesse azioni per gli oggetti) o 6-9 mesi → azioni unilaterali ma più specifiche: tentativi di imitazione, offrire o togliere un oggetto. All’azione di uno però non corrisponde un’azione di un altro Aperture sociali infruttuose → hanno gli stessi limiti e incapacità, con gli adulti è più facile perché li sostengono o 9-12 mesi → se due bambini si incontrano ripetutamente interagiscono di più e meglio o 12 mesi → azioni coordinate o 12-24 mesi → la competenza interattiva cresce rapidamente, imitazioni reciproche, interazioni ben coordinate. Compare la preferenza sociale, anche reciproca (precursori dell’amicizia) Gioco sociale Piaget → i lattanti esercitano per gioco gli schemi sensomotori (espressione divertita), comportamenti intelligenti per esplorare l’ambiente o risolvere problemi (espressione concentrata) Per poter considerare le interazioni tra infanti un gioco sociale, i bambini devono: o Essere allegri e rilassati o Condividere l’idea che si tratta di un gioco o Riuscire a portarlo avanti, coordinando le azioni Molte occasioni di gioco sociale all’asilo nido: o Tra i più piccoli, aperture sociali elementari → eseguire di fronte all’altro uno schema motorio che anch’egli già possiede o Dai 2-3 anni, giochi di esercizio via via più organizzati → fare torri, girotondo o Ai giochi motori si affiancano durante la prima fanciullezza giochi sociali a carattere simbolico Che cos’è un gruppo? In senso ampio è una categoria sociale, in senso più circoscritto è un insieme di persone che si conoscono direttamente 2 persone → diade // da 2 a 30 persone → piccolo gruppo Diversamente dalla diade nel gruppo possono esserci: o Sottogruppi o coalizioni o Dissensi e conflitti il gruppo si distingue da aggregazioni casuali per: o Obiettivi condivisi o Norme di comportamento stabilite formalmente o informalmente o Strutture (affettive, di potere, di ruolo) Il gruppo di coetanei Contesto delle relazioni tra bambini è la scuola dell’infanzia; quasi tutti i bambini italiani la frequentano se non dai 2-3 anni, almeno dai 4-5 → sperimentare l’appartenenza a un gruppo strutturato - Studi anni 30 e anni 70 → i prescolari non formano veri gruppi, si aggregano in modo epidermico - Ricerche etnografiche → i bambini mostrano segni di appartenenza a un gruppo sociale diverso da quello degli adulti - F. Stayer → studi osservativi delle interazioni: o A 2-3 anni forme embrionali di articolazione in gruppi o Verso i 5 anni strutture i) Affliliative (cricche) ii) Di dominanza (gerarchie) Gruppo come risorsa non solo per lo sviluppo sociale, ma anche per la crescita intellettuale Relazioni diadiche Nella scuola dell’infanzia si osservano nel gruppo più ampio coppie preferenziali di bambini con - Interazioni più positive - Più scambi reciproci - Cooperazione - Giochi più complessi È definibile amicizia? Non hanno caratteristiche tipiche, tuttavia i bambini di scuola dell’infanzia (4-5 anni): - Sul piano pratico o Manifestano preferenze unilaterali o scelte reciproche o Differenziano gli amici dai semplici conoscenti - Nelle idee sull’amicizia → scarto tra competenze tacite ed esplicite o Differenziano amici e nemici o Non colgono il carattere permanente dell’amicizia Il compagno immaginario È un compagno visibile solo al suo inventore che ci interagisce come fosse reale. Considerato a lungo come indice di insicurezza sociale, ora NON È INDICE DI INSICUREZZA SOCIALE Studi psicoanalitici → funzione difensiva positiva, allontanare da sé caratteristiche inaccettabili assegnandole al compagno immaginario; funzione compensatoria (figli unici, primogeniti, bambini con difficoltà relazionali) Studi su popolazioni non cliniche dimostrano che fa parte del normale sviluppo psichico Forse oltre 70% dei bambini Più diffuso tra figli unici, ma non per carenze relazionali Può dare benefici: creatività e perseveranza nel gioco; collaborazione e intimità con amici reali Piaget → compagno immaginario come banco di prova per affinare le competenze relazionali Gradi di coinvolgimento sociale Parten → classificazione delle attività infantili in base al grado di partecipazione sociale implicato Ricerca recente - Le forme di gioco emergono nell’ordine indicato da Parten, ma non sono stadi, possono sovrapporsi - Il gioco parallelo in passato era considerato egocentrico, ha invece ha funzione di facilitare l’inizio dei giochi associativi e cooperativi - Giocare da soli è negativo solo se il bambino cerca di inserirsi nel gruppi senza riuscire o fa giochi ripetitivi I giocattoli e l’ambiente di gioco I giocattoli non sono indispensabili, né per i giochi d’esercizio, né per il gioco simbolico. In alcune società il gioco non è incoraggiato, invece nella nostra società mettere a disposizione dei giocattoli è un modo per facilitare il gioco: o Fornire un orsetto come oggetto transizionale aiuta a separarsi dalla figura di attaccamento o Dare oggetti a colori vivaci da manipolare o Tener conto della motricità fine o Offrire giocattoli adatti al genere Al nido/scuola dell’infanzia, i giocattoli influenzano molto le interazioni tra bambini. Giocattoli molto specifici sono discussi perché stimolano meno la fantasia, tuttavia, favoriscono il gioco di ruolo. Gioco e socializzazione Il gioco non è una classe di comportamenti a sé, ma una disposizione che si riconosce in base a dei criteri: i) L’azione del bambino non è del tutto funzionale al contesto ii) È spontanea, piacevole, gratificante o volontaria iii) Differisce da comportamenti più seri nella modalità o nel tempismo iv) È ripetuta v) Ha inizio in assenza di disagio E ha le seguenti caratteristiche o Prevalenza di assimilazione su accomodamento o Divertimento Funzioni del gioco: o Controllo sulla realtà e regolazione emotiva o Esercizio di abilità o Motore di sviluppo (in associazione a caratteristiche del bambino e del contesto) George H. Mead e l’interazionismo simbolico → gli scambi sociali sono possibili per la condivisione di significati costruita nello sviluppo. Le interazioni efficaci implicano uno scambio di prospettive con un altro generalizzato, spettatore interno delle azioni e rappresentante astratto della società in cui viviamo. Il gioco di finzione è l’attività in cui per la prima volta ci è richiesto il role taking (assunzione del punto di vista altrui) Il gioco sociodrammatico Nella prima infanzia i giochi simbolici sono semplici e il carattere fittizio delle azioni si manifesta per esagerazione, sorriso e imitazione di azioni dell’adulto. I giochi simbolici sono facilitati dall’interazione con adulti. Dai 3 anni nasce il gioco sociodrammatico con ruoli coordinati tra bambini → abilità metacognitive Differenze di genere del gioco → Erikson: osservazione di giochi di costruzione - Bambini: edifici a torre - Bambine: strutture basse e ampie Lo sviluppo delle capacità di role taking Gioco come terreno privilegiato per lo sviluppo dell’abilità di role taking → media fanciullezza gioco di finzione + giochi con regole Due capacità alla base: 1. Differenziare tra vari punti di vista delle persone 2. Mettere in relazione le varie prospettive Dalla finzione alla gara: lo sviluppo del gioco Piaget → il gioco simbolico continua durante l’età scolare Coscienza delle regole: - Regole motorie, 2-3 anni → nessuna considerazione degli altri - Regole coercitive, 3-5 anni → il bambino si uniforma agli altri senza capire le regole - Dai 6 anni → conoscenza della competizione - 7-8 anni → cooperazione incipiente - 11-12 anni → codifica delle regole Origine e funzione delle regole - 4 anni → le regole esistono da sempre - Dai 6 anni → le regole sono inviolabili - Dopo i 10 anni → nasce l’idea di regole concordate Smith e Lillard → gioco di finzione fino a 11 anni, facilitato dalla presenza di un fratello minore o da minore disponibilità di attività strutturate (palestra, piscina, gruppi scout) ISTAT 2016 → il numero di bambini che praticano sport raddoppia nel periodo 6-11 anni; scelta dei giochi di squadra (maggiore impegno in giochi con regole) Studi recenti → continuità tra gioco sociodrammatico e giochi con regole Nella media fanciullezza → spazio aperto a varie esperienze ludiche