Sistemi Politici Comparati - Introduzione PDF
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Questo documento fornisce un'introduzione ai sistemi politici comparati. Vengono discussi i concetti chiave di politica e scienza politica, e viene presentato un excursus storico sulla formazione degli Stati nazionali. Il documento include anche una panoramica delle funzioni dei sistemi politici e dei metodi di analisi utilizzati nella scienza politica.
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Sistemi politici comparati Che cos'è la politica e che cos'è la scienza politica? La scienza politica si propone di descrivere e spiegare i fenomeni, con metodo scientifico, cercando di tenere distinte le sue analisi dai giudizi sugli attori e sulle loro preferenze. La sua analisi parte da una de...
Sistemi politici comparati Che cos'è la politica e che cos'è la scienza politica? La scienza politica si propone di descrivere e spiegare i fenomeni, con metodo scientifico, cercando di tenere distinte le sue analisi dai giudizi sugli attori e sulle loro preferenze. La sua analisi parte da una definizione *univoca, parsimoniosa* e *priva di connotazioni valutative* del concetto di politica. Essa svolge una specifica funzione quella di assunzione di decisioni pubbliche collettivamente vincolanti, prese da autorità pubbliche, applicate a tutti i componenti della collettività e alle quali non ci si può sottrarre senza il rischio di incorrere in sanzioni. Easton definisce la politica come il sistema che stabilisce l'allocazione imperativa dei valori; Sartori come sfera delle decisioni collettivizzate, sovrane, coercitivamente sanzionabili e senza uscita. La politica trova le sue fondamenta nelle istituzioni garanti l'ordine interno e la difesa verso l'esterno. A *fare politica* sono tutte le azioni che influenzano direttamente o indirettamente la competizione per accedere a cariche del governo. La politica presuppone l'esistenza di una comunità politica, delimitata da confini territoriali e sottoposta a uno specifico regime politico, ovvero un assetto istituzionale stabile. I regimi politici di oggi mantengono ancora tratti acquisiti nel processo di formazione degli stati nazionali. Secondo Max Weber, lo Stato moderno si contraddistingue per: -una rigorosa definizione dei confini territoriali -identità nazionale, che fissa un ulteriore confine culturale tra ciascun popolo -la neutralizzazione dei contropoteri (i signori feudali, gli ordini religiosi) -burocrazia pubblica, con la funzione di attuazione delle decisioni prese dalle autorità pubbliche -tutela della sovranità nazionale -monopolio della coercizione legittima alle sole istituzioni pubbliche Excursus storico: Il processo di formazione degli Stati nazionali è venuto a compimento, in Europa, tra il 1600 e il 1800. Promosso inizialmente dalle monarchie assolute e portato a termine grazie alla diffusione del pensiero liberale e dell'economia di mercato, che hanno trasformato queste in monarchie o repubbliche parlamentari. Prese forma, inoltre, l'idea della separazione tra i diversi organi di potere, quello esecutivo, legislativo e giudiziario, così come la distinzione fra sfera politica economica e religiosa. Infine, lo sviluppo del capitalismo ha portato, da una parte, alla creazione di un sistema di norme e apparati amministrativi nazionalmente uniformi, dall'altra la borghesia ad affermare la propria libertà. Tutto questo non significa che economia e politica, o politica e morale, siano state radicalmente scisse. La democrazia è in continua affermazione ed evoluzione, insieme alla progressiva estensione dei diritti. Capitali, tecnologie, idee, cultura popolare, ricerca avanzata sono fattori che si muovono e scavalcano sempre più spesso i confini nazionali, rendendo gli stati sempre meno in grado di governare i potenti processi che li attraversano per effetto della globalizzazione. A fronte di questo sono stati definiti a livello globale regimi internazionali. L'Unione Europea costituisce un tentativo che mira a creare istituzioni di governo sovranazionali. L'analisi dei politologi è rivolta alle azioni, alle interazioni e ai processi che si svolgono all'interno dei regimi, è rivolta soprattutto ai sistemi politici delle democrazie dei grandi paesi. L'espressione \ è stata introdotta negli anni '60 all'interno della scienza politica americana dai cultori dell'approccio dello struttural-funzionalismo. La politica in quanto sistema poiché composta da una serie di elementi tra loro interdipendenti e governata da proprie logiche non sempre chiare. Il rapporto tra sistema e società è composto di input ed output, i primi provenienti da individui, movimenti e gruppi che agiscono nella società (domande rivolte alla politica o sostegno offerto al regime; i secondi provengono dagli attori politici, dalle autorità, i quali filtrano gli input, li aggregano in programmi di governo e li traducono in decisioni di politica pubblica. Qualsiasi sistema politico è chiamato a svolgere funzioni: sistemiche (di socializzazione); di processo (articolazione e aggregazione degli interessi); di politica pubblica (regolazione e distribuzione). Il concetto di "sistema" si è rivelato troppo vago, pur rimanendo nel lessico quotidiano. Se la storia delle dottrine e la filosofia politica giudicano la giustezza morale delle scelte pubbliche; la storia politica descrive singoli movimenti, fenomeni; il diritto costituzionale valuta la correttezza giuridica dei comportamenti politici; la scienza politica si propone di spiegare i comportamenti degli attori e lo svolgimento dei processi politici ricercando quelli che sono i fattori che li influenzano con regolarità. I campi di studio possono avere oggetti di studio uguali ma finalità diverse, la scienza politica trae dalla sua analisi conclusioni generalizzate, insegnamenti di carattere generale, attraverso l'uso della comparazione. La materia è distinta in due settori: uno rivolto alle relazioni internazionali ed uno alla politica comprata. La politica ha due dimensioni dividendosi in: -politics, riguardante la lotta e la competizione per accedere alle cariche di governo e acquisire quindi il potere decisionale -policy, riguardante l'esercizio dei poteri di governo di risposta agli input della società La dimensione politics è il campo d'azione della scienza politica. La nostra scienza si serve del metodo di comparazione, il quale le fornisce categorie e parametri comparativi, differenze e somiglianze, mediante i quali descrivere in maniera intelligente le caratteristiche della politica in uno o più paesi, e senza i quali cadrebbe nella narrazione di una serie di eventi futili e di aspetti irrilevanti. Quando le differenze sono di genere, presenza o meno di determinate caratteristiche particolarmente importanti ai fini dell'analisi, si ricorre alle classificazioni, che vengono chiamate tipologie se ci portano ad identificare 4 o più tipi. Quando, invece, le differenze sono di grado, bisogna individuare indicatori empirici codificabili, che ci diano una misura dell'intensità con la quale si presenta la caratteristica nei diversi casi. Attraverso la comparazione possiamo spiegare i fenomeni osservati con l'aiuto dei fattori che li influenzano con una certa regolarità. I politologi cercano di elaborare ipotesi scientifiche con il metodo delle scienze sociali, che si può distinguere in: metodo storico e metodo statistico. Il metodo storico, o metodo della comparazione storica, richiede uno studio approfondito di pochi casi condotto solitamente attraverso classificazioni, tipologie e ricostruzioni di tipo narrativo. Il secondo metodo invece confronta il modo in cui due o più fenomeni si sono svolti in molti paesi, verificando le relazioni statistiche tra i due. Questo metodo è utile per verificare se e in che misura certi fattori del sistema politico ne influenzano stabilmente altri, valutando le relazioni esistenti tra variabili indipendenti (i fattori che lo spiegano) e variabile dipendente (il fenomeno). Questo metodo implica il ricorso a molti casi e poche variabili. Sono tre gli elementi che contribuiscono a spiegare il comportamento degli individui o dei gruppi in contesti sociali. Il primo elemento è la struttura delle relazioni entro cui individui e gruppi sono inseriti. Il secondo è la cultura, ovvero i valori attraverso cui gli individui valutano le alternative disponibili. Infine, abbiamo la scelta razionale per cui i politici tendono a massimizzare le possibilità di acquisire incarichi pubblici o di mantenerli e gli elettori la possibilità che vadano al governo leader o partiti che esprimono posizioni politiche più vicine alle loro.