Sociologia Politica e Sicurezza Internazionale PDF
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Questo documento presenta una panoramica di sociologia politica e sicurezza internazionale. Si analizzano i sistemi politici, il potere, i conflitti e le organizzazioni mafiose. Il testo esplora concetti chiave come il potere politico, i regimi politici e il monopolio della forza, approfondendo diverse forme di conflitto.
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SOCIOLOGIA POLITICA E SICUREZZA INTERNAZIONALE La sociologia politica è una materia affine alla scienza politica e studia i sistemi politici dal punto di vista del loro funzionamento. Non ci occupiamo di istituzioni politiche ma degli aspetti interattivi quindi interazioni interne. Sociologia polit...
SOCIOLOGIA POLITICA E SICUREZZA INTERNAZIONALE La sociologia politica è una materia affine alla scienza politica e studia i sistemi politici dal punto di vista del loro funzionamento. Non ci occupiamo di istituzioni politiche ma degli aspetti interattivi quindi interazioni interne. Sociologia politica = risponde alla domanda di carl smith: “ chi detiene il potere o chi comanda ? Come si comporta questo potere?” Delimitare il campo della politica non è semplice. Dare una risposta a che cos’è il potere è complesso. Definire il potere politico è complesso perchè possiamo parlare di potere in diversi ambiti come la famiglia, un’azienda ecc ma ciascuno di questi fenomeni non ha niente a che vedere con il poteere politico perchè esso ha delle peculiarità diverse. Quindi distinguere il potere politico e sapere da chi è esercitato è estremamente importante. Sistema in generale è compreso di molti attori che mettono in campo dei comportamenti, gli attori si chiamano unita del sistema politico. Come funziona il sistema è come si muovono le unità. Le unità sono tre= - partiti politici - Gruppi politici - Gruppi di interesse o pressione Andremo ad analizzare i regimi politici (il regime può indicare sia una democrazia che anche un totalitarismo). Noi viviamo in una democrazia che in percentuale rispetto al mondo è circa l’8 %. I diversi regimi politici determinano delle dinamiche sulla sicurezza a livello globale quindi sutudieremo le organizzazioni mafiose. Ci dedicheremo alle mafie ma come fenomeni trans nazione ( come sono organizzate e come agiscono quindi cosa comporta internamente al paese). Questo fenomeno collegato al terrorismo internazionale. Un esempio potrebbe essere Hamas ( IRA in Irlanda, EDA in Spagna, ISIS e Al quaeda) che per i regimi democratici è terrorismo mentre per altri come i palestinesi stessi è una lotta di indipendenza. Ci sono poi fenomeni come l’estremismo politico che minaccia il paese dall’interno come il narcoinsurrezionalismo oppure l’estrema destra o sinistra. Parleremo poi di razzismo= Ci sono tanti tipi di razzismi quindi prima di rispondere alla domanda che cos’è il razzismo è molto complesso a causa dei vari tipi. TESTI con esame scritto e si sviluppa su tre microtemi, esonero a fine anno Tra politica e società La partecipazione politica Organizzazioni mafiose Il grifone ( capacità tecnologiche delle mafie) CONCETTO DI POLITICA “ che cos’è la politica?” Questa parola ha subito una storia piuttosto intermittente da aristotele per poi comparire nella contemporaneità con diverse accezioni. Alcuni sbrigativamente hanno rintracciato una derivazione dalla parola greca POLIS che però non significa politica ma città e comunità. La politica assumeva la forma della POLITEIA cioè quel concetto che da un ordine alla comunità e che è sopra di essa e rende l’unione tra i diversi individui possibili (coesistenza). La politica sta sopra a ogni altra sfera della società e determina le interazioni di questa comunità (non si parla ancora di cittadini). Caratteristiche costitutive del concetto di politica, cioè dobbiamo rintracciare gli elementi che spiegano che cos’è la politica. 1. La politica è conflitto secondo karl smith, il quale postula che la politica è dicotomia amico-nemico. Il nemico è ciò che deve essere eliminato fisicamente quindi rinvia alle diverse tipologie di conflitto, prevedendo l’uccisione fisica del nemico. ( esempio=la guerra è dicotomia amico-nemico dove si prevede l’eliminazione del nemico). Si parla però anche di un noi, non esiste solo un’alterità (gli antichi greci avevano creato una comunità contro l’altro cioè i barbari). Si crea così una comunità. Il conflitto se perdurante ed esteso illimitatamente porta alla disgregazione stessa degli aggregati umani e quindi abbiamo bisogno del principio di risoluzione pacifica dei conflitti. Principio di risoluzione pacifica (weber)= consiste nel monopolio della forza da parte di un soggetto istituzionalizzato che si arroga la prerogativa di rappresentare l’intera comunità. Monopolio= quando un soggetto tende ad occupare in proprio l’intera sfera di qualcosa, in questo caso della forza. Per esempio la mafia persegue i propri fini con l’utilizzo della forza laddove è presente territorialmente. Si parla di un soggetto che cerca di stabilire e poi di garantire un ordine (politico, pubblico, sociale) che è un aspettativa rispetto al comportamento altrui. Ma per avere questa aspettativa abbiamo bisogno di regole che rendono possibile l’interazione di un aggregato, per arrivarci serve il monopolio della forza che viene stabilito per far si che vengano rispettate le norme di convivenza. Il monopolio della forza si arricchirà successivamente della legittimità cioè qualcosa che viene accettato quindi verso cui si presta il consenso. Il monopolio diventa legittimo quando viene riconosciuto come idoneo è titolato ad esercitare la forza in ragione alla coesistenzialita e al mutuo rapporto di collaborazione-interazione. Su questa base il soggetto si istituzionalizza. L’istituzionalizzazione della forza non può ammettere che altri soggetti possano avere il monopolio all’interno della società. A chi ha il monopolio pertiene l’uso esclusivo e legittimo della forza quindi non può tollerare nessun latta forma di violenza in proprio, parliamo per esempio di terrorismo oppure di quelle situazioni che all’interno degli Stati minano il monopolio della forza come i cartelli in America Latina ( cartello di sinaloa in Messico). Il consenso viene dato a queste organizzazioni come le mafie antiche italiane che si rifacevano a codici antichi e che le persone rispettavano. Il monopolio della forza implica la riduzione di aggregati umani legati in conflitti. Il conflitto è un genere e le diverse specie sono per esempio la guerra. Definizione di guerra di Norberto Bobbio: guerra come conflitto tra gruppi politici rispettivamente indipendenti o che si considerano tali la cui soluzione viene affidata alla violenza organizzata, intendendo l’uso della forza fisica intenzionalmente diretta all’effetto voluto da parte del soggetto attivo e non consentita da parte del soggetto passivo. “Gruppi politici rispettivamente indipendenti” = ricorre all’interno dei gruppi la dicotomia amico-nemico come per esempio le brigate rosse (gruppo terroristico politico ideologico) che pretendevano l’abbattimento di un ordine costituito ritenuto borghese sostituendolo con un nuovo ordine. “Guerra”= La guerra presuppone necessariamente gruppi che si considerano rispettivamente nemici. N. B. La mafia è diversa da organizzazioni terorristiche: non vuole abbattere lo stato ma vuole infiltrarsi e stabilire il proprio ordine. Mente le organizzazioni terroristicbe auspicano a una rivoluzione. La rivoluzione è una contrapposizione armata violenta tra gruppi che si considerano reciprocamente violenti all’interno della stessa comunità politica, che inizia con la guerra civile e pretende di abbattere il potere costituito e sostituirlo con un ordine nuovo. La guerra civile è un conflitto a sè stante (gruppi contrapposti che si combattono reciprocamente per il potere quindi non sono gruppi omogenei contro il potere ma sono anche in conflitto tra di loro. Quando emerge un gruppo che vuole abbattere il potere si passa alla rivoluzione ascendente perchè parte dal basso e si proietta verso il potere per sostituirlo con la violenza. Un esempio è al rivoluzione francese dove non il popolo ma il cosiddetto terzo stato ha deciso di rappresentare tutti e vuole esercitare il potere su di tutti con la violenza. La rivoluzione può essere anche discendente e lo vedremo con i sistemi totalitari. Abbiamo anche la guerra internazionale cioè tra stati quindi i gruppi diventano stati, l’esempio e il conflitto tra Russia e Ucraina. Poi abbiamo guerra coloniale a cui segue la guerra di liberazione nazionale (che molto spesso assume i connotati rivoluzionari). Poi abbiamo le guerre di transizione= ne abbiamo assistito in Afghanistan prima e Iran poi, è una guerra che viene portata dagli Stati per sostituire i regimi esistenti in quei paesi e quindi consiste nell occupare i paesi al fine di cambiare regime. Poi la guerra o conflitto di faglia = gran parte dei conflitti presenti oggi nel mondo che sono linee o fratture che necessariamente non corrispondono a confini dello stato ma ci sono anche all’interno dello stato e vede contrapposti gruppi identitari. L’identità è un concetto nato dopo la guerra fredda dove erano presenti due ideologie. Conflitti riconducibili al conflitto identitaria come quello tra Israele e Palestina, ex Iugoslavia. Poi la guerra ibrida= Una guerra ibrida è una guerra con le seguenti caratteristiche: Un avversario atipico, complesso e fluido. Un avversario ibrido può essere statale o non statale. Per esempio, nella guerra del Libano e nella guerra civile siriana i principali avversari sono entità non statali all'interno del sistema statale. Strategia militare, caratterizzata da grande flessibilità, che unisce la guerra convenzionale, la guerra irregolare e la guerra fatta di azioni di attacco e sabotaggio cibernetico. ◆ Quello del 2011 è stato il primo esperimento di “guerra ibrida” contro un paese dell’Unione Europea. Fino a quel momento, le guerre ibride (quelle cioè che si combattono senza strumenti militari ma il cui obiettivo rimane comunque la conquista di un paese), le avevamo viste in Medio Oriente (con le varie rivoluzioni arabe manovrate dalle centrali d’intelligence occidentale) e nell’area post-sovietica POLITICA concetto specifico che a differenza di altri include costitutivamente il concetto di coazione. Quindi l’elemento coattivo è fondamentale perché sennò non possiamo parlare di rapporto politico. Questo concetto viene spiegato nella scienza politica in quanto solo elemento coattivo è in grado di prevenire e di risolvere i conflitti conseguenti alla presenza di un nemico. Nessuna comunità o sintesi politica può vivere perennemente in conflitto quindi esso deve essere ridotto ed eliminato e questo obiettivo viene conseguito con la coattività che presuppone il monopolio legittimo della forza. Altre proprietà della politica: 1. esprime una diversità rispetto alle altre sfere= diversità perchè è una interazione che nessun altra sfera esprime Parsons = relativamente ai sottosistemi = la politica è preposta principalmente all’assunzione delle decisioni collettive, nessun altro l’ambito della società possiede questa prerogativa. Le decisioni collettive dipendono dalla politica, ecco perché è diversa. 2. è indipendente= perchè segue delle proprie leggi e poi perché in linea teorica la politica non dipende da nessun altro organismo ( nella realtà non è sempre così). Nella dinamica contemporanea e a seguito della globalizzazione sta subendo una riduzione dello spazio di indipendenza rispetto soprattutto al rapporto con l’economia e ad organismi internazionali sovraordinari. Le multinazionali per esempio non tengono conto del potere degli Stati. Questo riduce l’indipendenza della politica perchè possono avere pressioni esterne delle lobby. 3. è autosufficiente = la politica in altri tempi dipendeva per esempio dal Papa. Da quando la politica è stata separata dalla morale (divisione tra politica e religione) allora è autosufficiente 4. La politica è causa prima= non solo genera se stessa ma anche le regole che servono per tutte le altre interazioni che si sviluppano a livello sociale 5. La politica è autonoma = e presuppone in termini di potere un’autonomia dalle altre forme di poter presenti all’interno della società Solo più avanti nell evoluzione della società contemporanea la politica viene limitata e condizionata dal diritto pubblico cioè dalla sfera giudica che delimita il potere e afferma principi che la politica non può sovvertire. Si parte dall’ habeas corpus fino a correnti del costituzionalismo democratico che limita il potere politico rispetto a una vasta gamma di politiche individuali. Quindi la poilitica non può passare determinati limiti. Questo però riguarda solo i paesi di una democrazia compiuta. Ci sono però della democrazie imperfette o regimi ibridi che prima erano democratici osserviamo come queste prerogative non sono più rispettate (come la Russia o paesi in America Latina). Il rapporto della politica e della violenza ci riguarda in modo particolare e lo approfondiremo nel corso. La politica si compone anche di altri tre concetti che riguardano= 1. POTERE = fenomeno (weber) difficile da afferrare perchè possiamo trovarlo ovunque e non è facile da identificare e quantificare.Esempi di manifestazione del potere nella società: nella famiglia potere esercitato dai genitori sui figli; potere del marito sulla moglie; potere nelle realtà economico-aziendali su base gerarchica; potere esercitato su base gerarchica nella chiesa > Antropocene= nuova era geologica con al centro l’uomo e le sue attività Perchè è così importante il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile? Regola delle 3 “E”: - ecologia - Equità - Economia La minaccia del CAMBIAMENTO CLIMATICO Per cambiamento climatico si intende il cambiamento dello stato del clima che può essere identificato da alterazioni nella media e/o nella variabilità delle sue proprietà, si tratta di una modificazione dell'equilibrio ambientale che persiste per un periodo esteso che coincide lipicamente con decenni. Tale fenomeno continua a produrre, dal punto di vista ambientale, una vera e propria frattura all'interno del dibattito scientifico relativo alla scelta di un modello di sviluppo e di produzione poco sostenibile. In che cosa consiste la minaccia? 1. Conflitti sulle risorse dovuti soprattutto alla diminuzione della produttività agricola e alla scarsità idrica. Assisteremo a sempre più conflitti se non a guerre aperte; 2. Danni economici e rischi per le città costiere e le infrastrutture critiche: dovuti ad aumenti nella frequenza e nell'intensità dei disastri naturali; 3. Perdita di territori e dispute di confine dovuti al ritiro delle zone costiere per effelto della sommersione di alcune aree oppure conflitti dati dall'acquisizione di nuove opportunità derivanti dall'accessibilità a nuovi territori; 4. Migrazioni climatiche indotte dal peggioramento delle condizioni climatiche. soprattutto in aree già colpite da povertà; tra i Paesi più colpiti: Cina, Filippine ed India; 5. Aumento della situazione di fragilità o di fallimento per alcuni Stati: la povertà aumenta la possibilità di persistenza sia in termini di terrorismo che in lermini di criminalità transnazionale. Significa che nel medio-lungo periodo nuovi Stati potranno diventare fragili o falliti; Alcuni numeri II Centro di monitoraggio per gli sfollati interni DMC ha calcolato che 23,9 milioni di persone hanno dovuto trasferirsi nel 2019 a causa di disastri connessi al cambiamento climatico. Si ritiene che le aree geografiche più esposte alle migrazioni climatiche siano i paesi in via di sviluppo, nonostante nella stragrande maggioranza dei casi siano tra quelli che contribuiscono meno alle emissioni di gas serra. Secondo la Banca Mondiale, in Africa subsahariana, Asia meridionale e America Latina, che insieme rappresentano il 55% della popolazione del mondo in via di sviluppo, fino a 143 milioni di persone potrebbero essere costrette a migrare all'interno dei loro paesi entro il 2050 (negli scenari più pessimistici). In che cosa consiste la minaccia? 6. Tensioni rispetto all'approvvigionamento energelico o sui rifornimenti energetici, 7. Pressioni sulla governance Internazionale: aumento dei contenziosi, conflitti. cambiamenti geopolitici... 8. Danni alla sicurezza alimentare: aumento della fame e della malnutrizione. Disastro ambientale: severa alterazione nel normale funzionamento di una comunità o società dovula a pericolosi eventi fisici che interagiscono con condizioni sociali vulnerabili, portando a diffusi effetti avversi in termini umani, materiali, economici, ambientali. Tale fenomeno richiede un'immediata risposta d'emergenza per soddisfare i bisogni vitali della comunilà colpita con un tipo di supporto esterno per la ripresa. Il disastro naturale, rispello alla società di oggi o, a come essa è organizzata in relazione alla rete infrastrutturale, può causare effetti ancora più gravi sia a livello locale che globale, poiché attualmente le infrastrutture critiche sono fondamentali per il funzionamento di una società. Sì comincia a parlare di minaccia ambientale sin dall'Antica Grecia, ma è con le Rivoluzioni industriali che si iniziano a toccare con mano gli effetti negativi che le attività produttive. industriali ed estrattive causavano sull'ambiente. Effetti che purtroppo sono divenuti sempre più devastanti ed ireversibli. È solo negli anni 80 del secolo scorso che si è riconosciuta l'influenza determinante che la attività umane hanno avuto e continuano ad avere sul'equilibrio ambientale. Questa presa di coscienza porta alla nascita di una nuova era geologica, quella dell'ANTROPOCENE. Analisi politica del cambiamento climatico Il tema del rischio occupa una parte significativa in questo tipo di analisi che prende in considerazione le linee di azione degli stati e dei governi nella lotta al riscaldamento globale. PRINCIPIO DI PRECAUZIONE: legge che ispira, ancora oggi, gli stati nella gestione delle questioni ambientali più urgenti. —>Calcolo costi-benefici Strategie d'azione Principio di precauzione Al fine di proteggere l'ambiente, gli Stati applicheranno largamente, secondo le loro capacità, il Principio di precauzione. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l'assenza di certezza scientifica assoluta non deve servire da pretesto per differire l'adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale". Principio n. 15 Dichiarazione di Rio, 1992 Strategia della pianificazione Definizione di obiettivi a breve e a lungo termine che coinvolgano non solo gli organi preposti alla legislazione, ma anche altri altori come le imprese private e i semplici cittadini per la riduzione delle emissioni. Chi inquina paga ECOMAFIA E ILLEGALITÀ AMBIENTALE La minaccia dell'illegalità ambientale Il termine ecomafia, ormai divenuto di uso comune, venne coniato nel 1994 da Legambiente all'Interno del primo Rapporto sui reati ambientali che anno dopo anno si impegna a redigere. Tale neologismo va ricondotto al c.. triangolo di criminalità che racchiude tre tipologie di delinquenza: * Ambientale; Economica; * Organizzata. Settori in cui opera l’ecomafia - il ciclo dei rifiuti, dai traffici e dalla gestione illecita alle infiltrazioni mafiose; - il ciclo del cemento illegale, dalle costruzioni abusive alle infiltrazioni negli appalti pubblici; - il traffico degli animali, dal bracconaggio e dalla pesca illegale al traffico e alla commercializzazione degli animali; - gli incendi boschivi, dalle cause naturali alle cause antropiche colpose o dolose; - la c.d. archeomafia, cioè l’aggressione al nostro patrimonio culturale, a cominciare dai siti archeologici, musei, chiese e privati ABUSIVISMO EDILIZIO -> reato ambientale più diffuso La piaga del “mattone illegale” risulta difficile da debellare a causa sia degli abusi storici, cioè quelli realizzati nel periodo della speculazione immobiliare che non sono mai stati abbattuti, sia a causa degli abusi “nuovi”. Questi ultimi apparentemente sembrano costruiti rispettando tutte le regole e le autorizzazioni richieste, ma in realtà, dietro di essi si celano delle magagne non indifferenti. RACKET DEGLI ANIMALI -> oltre 17 al giorno, pari al 20,3% del totale dei reati L’unica legge italiana che si occupa della salvaguardia della fauna è la L. n.157 dell’11 febbraio 1992, recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. La Legge in esame presenta degli evidenti limiti rinvenibili già nel suo titolo, in quanto circoscrive l’interesse di tutela alla sola fauna “omeoterma”, ossia ai mammiferi e agli uccelli selvatici senza prendere in considerazione le altre specie e sottospecie animali del nostro Paese come, ad esempio, quelle marine. INCENDI BOSCHIVI -> Distruzione di intere foreste e della loro capacità di assorbimento di CO2 che permette loro di fungere da deposito naturale di carbonio riuscendo così a mitigare il clima. Infatti, le foreste sono in grado di catturare carbonio dall’atmosfera, di immagazzinalo nelle fibre del legno dei tronchi e di tenerlo bloccato per tempi molto lunghi. ARCHEOMAFIA -> termine coniato in analogia a quello di ecomafia Il tema della minaccia ambientale non coinvolge solo quei fenomeni che causano conseguenze dirette che si riversano sull’ambiente fisico, sulla biodiversità e sugli ecosistemi, ma riguardano anche il patrimonio storico e artistico, che, insieme al paesaggio, costituisce oggetto di tutela di rango costituzionale. L’ecomafia dei rifiuti - Si calcola che il tasso di generazione dei rifiuti sia raddoppiato dagli anni Sessanta, passando da 1,2 kg per persona al giorno a 4kg; - Baptiste Monsaingeon parla di una “società dei rifiuti”, della categoria dell’Homo Detritus, evoluzione dell’Homo Sapiens, che ha finito per «trasformare il Pianeta in una gigantesca pattumiera» - «La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse>», art.177 dal Codice ambientale. Si dividono in rifiuti: Dove interviene l’ecomafia? DISCARICHE ABUSIVE Si ha una discarica abusiva tutte le volte in cui, per effetto di una condotta ripetuta, i rifiuti vengono scaricati in una determinata area, trasformata di fatto in deposito o ricettacolo di rifiuti con tendenziale carattere di definitività. Caratteristiche: - accumulo sistematico e ripetuto di rifiuti in un'area; - eterogeneità dell'ammasso dei materiali; - abbandono definitivo; - degrado tendenziale dello stato delle aree coinvolte. 2007: prima condanna per l’Italia per la presenza di 200 discariche abusive 2014: seconda condanna pecuniaria di 40 milioni di euro 2017: commissariamento di 81 siti inquinati CRIMINALITA’ ORGANIZZATA nel settore dei rifiuti Nel settore dei rifiuti, invece, si parla di una media di 23 reati al giorno. Nelle inchieste degli ultimi due anni sono in gioco circa 2,3 milioni di tonnellate di rifiuti. Si parla cioè di un equivalente pari a 94.537 tir, che «messi uno dopo l’altro creerebbero un serpentone di 1.286 chilometri, che da Reggio Calabria potrebbe spingersi al confine con la Svizzera». Legambiente Come ha fatto ad arricchirsi l’ecomafia dei rifiuti? ZONA GRIGIA Queste tipologie di legami rappresentano l’ossatura del potere mafioso che nascono quando, nella storia delle mafie, si passa da un’economia di sussistenza ad un’economia di accumulo e di reinvestimento dei capitali. Un passaggio dato dall’esigenza di riciclare il denaro, di effettuare operazioni sofisticate che richiedevano inevitabilmente la collaborazione di consulenti esterni. Attività illecite - Falsificazione documentale -> compiacenti laboratori analisi che rilasciano falsi attestati di idoneità dei rifiuti spacciandoli per frutto di End of Waste; - Sepoltura dei rifiuti- > praticata soprattutto dalla camorra - Incendi dolosi di cumuli di rifiuti->inquinamento atmosferico soprattutto se si tratta di scarti ad alto contenuto plastico che diventano fonte di diossina e altri inquinanti cancerogeni TRAFFICI ILLECITI DEI RIFIUTI I rifiuti oggetto di trasporti illeciti internazionali e trasnazionali appartengono, di solito, a tutte quelle categorie difficili da riciclare e per questo destinati verso Paesi con economie meno evolute e con standard ambientali inferiori. Ciò porta alla realizzazione di un dumping internazionale senza l’effettiva violazione di alcuna legge poiché le holding criminali si approfittano delle carenze legislative dei Paesi importatori di rifiuti che godono di una situazione giuridica più flessibile in tema di gestione di rifiuti Esportazione o importazione? La Germania è il principale Paese da cui l’Italia riceve circa 2 milioni di tonnellate (29,4% del totale importato) di rifiuti “prettamente di origine metallica”, afferma l’Ispra. Al secondo posto figura la Francia, con oltre 939 mila tonnellate, anche in questo caso rifiuti metallici destinati ad acciaierie e fonderie del nostro Paese. Si importano, inoltre, rifiuti anche dalla Svizzera, dall’Austria, dall’Ungheria, dalla Slovenia e dalla Repubblica Ceca. Sicurezza ambientale: strategie di contrasto nazionali, europee e internazionali Ecomafia dei rifiuti->attività di intelligence Modello di analisi strategica -il livello micro, attraverso lo studio delle individualità coinvolte, ovvero dei soggetti che commettono i reati, quali i trasportatori, gli amministratori locali ed i tecnici conniventi; -il livello meso, ponendo come oggetto di analisi il ruolo delle aziende e della criminalità organizzata (considerando che il crimine commesso da un’azienda può essere identificato come strategia aziendale posta in atto per ridurre i costi di smaltimento); - il livello macro, tramite l’osservazione delle azioni delle holding criminali che si occupano dei traffici illeciti fuori dai confini del territorio nazionale. ITALIA “Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e agli illeciti ambientali ad esse collegati” - L. n. 100/2018,composta da quindici senatori e quindici deputati STRATEGIE DI PREVENZIONE: 1. controllo più rigido della documentazione di trasporto 2. costruzione di una coscienza civica attraverso attività di sensibilizzazione rivolte al cittadino; 3. incentivi finanziari e fiscali alle imprese per adottare pratiche sostenibili nella gestione dei rifiuti; 4. sviluppo delle aree maggiormente interessate dal fenomeno mafioso come quelle del Sud Italia; 5. cooperazione tra soggetti diversi: governi, istituzioni, imprese e cittadini. La relazione tra il cambiamento climatico e le ecomafie Il denominatore comune che mette in relazione questi due fenomeni riguarda il fatto che entrambi siano dovuti alla scarsa considerazione e, addirittura, al disprezzo che l’uomo ha nei confronti dell’ambiente. Nonostante entrambe siano dovute a condotte umane scorrette e, talvolta, illecite, la differenza sta proprio nelle intenzioni e nella scelta delle modalità attraverso cui l’uomo arreca danno all’ambiente. - cambiamento climatico —> minaccia indiretta - Ecomafia —> minaccia diretta RELAZIONE TRA LE DUE MINACCE Le azioni che mettono in relazione i due fenomeni possono essere classificate in: - Sfruttamento delle risorse naturali. L’ecomafia è spesso coinvolta nell'estrazione illegale di risorse naturali come il legno. Questa attività illegale contribuisce alla deforestazione e, dunque, alla riduzione dell’attività di assorbimento di CO2 da parte delle foreste; - Produzione dei rifiuti. Le operazioni di smaltimento, se illegali, causano l’inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua, nonché l'emissione di gas serra da materiali che bruciano illecitamente; - Distruzione degli habitat naturali. Le attività legate all’abusivismo edilizio, agli incendi boschivi, all’agricoltura illegale e al traffico degli animali possono concorrere alla distruzione degli habitat naturali riducendo la capacità degli ecosistemi di assorbire gas serra; - Produzione di cemento. Il numero crescente di abusi edilizi ad opera dell’ecomafia non fa altro che alimentare il rilascio di CO2 nell’atmosfera; - Inquinamento dell’ambiente marino. La pesca illegale e il fenomeno delle c.d. “navi a perdere” causano danni agli ecosistemi marini. La perdita di habitat marini inficia la loro capacità di assorbire il carbonio atmosferico, con conseguenze per il clima. LE UNITÀ DEL SISTEMA POLITICO Partito politico Approfondimento di tipo organizzativo e non storico cioè intendiamo quelle regole interne e interazioni interne che hanno consentito al partito politico di assumere determinate considerazioni nel suo interno. Prospettiva evolutiva di come è nato e di come si è modificato. Partito viene da pars,partis cioè parte quindi si può comprendere che il partito è un’organizzazione che comprende e include una parte cioè un aggregato che costitutivamente pretende di rappresentare le istanze, le domande, le rivendicazioni e la voce di specifici settori della società. I partiti politici nascono nel processo di modernizzazione o di sviluppo delle libertà e dell’autorappresentazione dal punto di vista delle istanze sociale. Il partito politico si erge a rappresentare le diverse istanze, prende quindi una posizione. Questo processo è integrato nel processo istituzionale che vede la rappresentazione di molteplici libertà avanzare verso un modello sociopolitico democratico. È molto difficile separare l’evoluzione dei partiti politici dallevoluzione della democrazia come realtà istituzionale, infatti l’affermazione dei partiti si sviluppa parallelamente con la nascita dei parlamenti trovando in quella sede il luogo fondamentale di rappresentazione degli interessi. Douverger= noi osserviamo partiti all’origine interna e partiti di origine esterna intendendo per interno o esterno il parlamento. Quindi partiti che nascono dentro o fuori dal parlamento che poi rientrano per via elettiva. I partiti di origine interna come diceva weber avevano storicamente una rappresentanza di censo quindi partiti nobiliari o borghesi, radicali, conservatori, liberali cioè quei partiti che potevano contare su un certo status sociale e di conseguenza rappresentarlo all’interno del parlamento. I partiti ad origine esterna che ci interessano di più, nascono all’interno della società per delle rivendicazione di importante istanza sociale. Sono i partiti socialisti e/o socialdemocratici, cattolici o protestanti quindi partiti confessionali e per scissioni da quelli socialisti abbiamo i partiti comunisti. Questi partiti si affermano man man che cresce la rappresentanza politica quindi si allarga il suffragio (prima maschile, poi femminile). C’è anche una seconda ipotesi per la nascita dei partiti politici che ci viene suggerita da Stain Rokkain che fa risalire la nascita dei partiti politici da fratture sociali cioè linee divisorie che separano ambiti della società. Lui individua quale prima frattura quella tra stato e chiesa che da luogo da un lato a partiti confessionale o di ispirazione religiosa e dall’altra i partiti laici liberali. L’altra frattura è quella tra città e campagna che da luogo da un lato partiti borghesi e dall’altro partiti agrari. La linea divisoria più importante è quella tra capitale e lavoro e che vede da un lato i partiti socialisiti e comunisti e dall’altra i partiti che rappresentano il capitalismo. Queste due ipotesi di nascita non sono il alternativa perchè sono evidenti entrambi perchè nascono dentro e fuori al parlamento e nascono a causa di queste fratture. Le fratture provocano la nascita dei partiti ma continuano nel tempo ad alimentare il partito politico (è qui che trova l’humus per crescere e trovare voti). La frattura centro periferia esiste ancora (esempio in Germania dove nell’est che è più arretrata ha vinto le elezioni un partito neo nazista che punta a una nuova Germania). Altra frattura che oggi possiamo osservare e che in passato non esisteva è quella migratoria. Come per esempio la campagna elettorale degli Stati Uniti contro gli immigrati che portano fake news molto ecclatanti. Altra frattura è quella ambientale che è alla base della nascita dei partiti verdi e dei movimenti ambientalisti. Poi abbiamo la frattura generazionale tra generazioni che hanno goduto dei beni primari e chi invece non godrà di questi benefici. Come si caratterizzano dal punto di vista organizzativo: - comitato= struttura chiusa a individui/personale politico ed è composta da soggetti com un elevato status sociale. La sua funzione è quello di far eleggere i rappresentanti di quei collegi quindi ha un attività intermittenti. - Sezione = è una struttura aperta dove tutti possono accedere a qualunque cero appartengono e anzi si fonda sull’inclusione di masse di iscritti. La sua attività non è intermittente ma permanente perchè punta alla socializzazione politica è la trasmissione delle culture politiche attraverso la socializza c’è un processo di addrotinamento di specifiche culture. I partiti che presentano questi due tipi di elementi organizzativi saranno differenti soprattutto dal fatto che da un lato abbiamo un partito di massa e dall’altra un partito d’élite. Tra partiti di massa abbiamo anche i cosiddetti partiti di milizia cioè i partiti fascisti e nazisti che nascono sulla base di milizie organizzate paramilitari fondate su organizzazioni combattentistiche, la struttura è quella di massa. Partito di massa di cui weber ci parla diffusamente noi dobbiamo prevedere un partito piramidale in cui la base è amplissima poi abbiamo al centro i burocrati cioè funzionari di partito e al vertice i dirigenti. La base è composta dalla gran massa di iscritti e poi abbiamo un oligarchia (Roberto michels = teoria elitista) composta da burocrati cioè coloro che percepiscono un reddito dall’attività di partito. Si parla di beruf cioè professione ma anche missione cioè loro svolgono una missione di tipo ideologico che è quella di far conoscere il partito ma dall’altro una professione perchè percepiscono un reddito. La sua ideologia si fonda su istanze classiste non a caso noi abbiamo parlato di partiti socialisti e comunisti, questi partiti non potevano esistere senza una base sociale di riferimento cioè una classe. Infine questo è un partito che ha come principale funzione di essere la cinghia di collegamento tra società e stato e come obiettivo di allargare il potere politico alle masse dei lavoratori. Oggi questo tipo di partito non lo troviamo più perchè non ci sono più le ideologie che erano là caratterista costitutiva che lo alimentava, non c’è più la classe perché ora si parla di classe media. Nei partiti invece fondati sul comitato non abbiamo un personale politico che presta servizio al partito, non abbiamo una massa di iscritti ma un partito leggere e abbiamo un’attività di tipo parlamentare frammentaria. Partito dei notabili o partito d’élite con alla base il comitato. Base ristretta di suffragio. Partito di massa= Culture politiche trasmesse da agenzie di socializzazione. Sistemi di partito Sottosistemi del sistema politico che sono dati dall’interazione tra strutture delle stesso tipo. L’interazione tra sistemi politici fa nascere i sistemi di partito. Ma quali sono? Come si determinano e si configurano? Giovanni Sartori (fondatore della scienza politica italiana) il sottosistemi dei partiti non è semplicemente la sommatoria dei partiti. Quindi come facciamo a deteminare il numero dei partiti politici? Lo facciamo sulla base di criteri= - potere di coalizione= potere di cui sono dotati i partiti che sono capaci di stabilire alleanze con altri partiti - Potere di ricatto= indica la capacità del partito politico di far valere i propri interessi e le proprie posizioni Tipologie di partito= Singolo= 1. Partito unico che è rappresentato dall’esperienza totalitaria (esempio partito comunista della Corea del Nord). Non si sviluppa all’interno del sistema democratico quindi noi non consideriamo questi partiti unici all’interno del totalitarismo però ci sono paesi in cui non vige il sistema totalitario ma abbiamo due esempi di partiti politici che si chiamano: a. Partito predominante, lo stesso partito politico vince sempre le elezioni b. Partito egemonico, presenza di altri partiti satelliti (caso della democrazia cristiana) Multipartitiche= 1. Bipartitismo= quel sistema (stati uniti) in cui non ci sono solo quei due partiti ma solo quei due vincono che sono i democratici o i repubblicani nel caso degli Stati Uniti. 2. Multipartitismo moderato= abbiamo un sistema di partiti che non conta più di cinque partiti che tra di loro si coalizzano alternativamente per dare forma a governi diversi come per esempio accade in Germania (alternativamente ha governato la SDE alleata con i Cristiano sociali della Baviera più i liberali mentre dall’altra parte abbiamo i socialisti della SDU che si allevano con la sinistra) e Francia. 3. Multipartitismo polarizzato= possiamo avere anche venti partiti è un esempio è il caso italiano. Significa che all’interno del sistema politico c’è una forte polarizzazione è un forte scontro ideologico e c’è una rigida contrapposizione in cui i partiti tendono a collocarsi all’estremità (polarizzato= si spostano non al centro (sarebbe un sistema moderato) ma verso o l’estrema sinistra o l’estrema destra). GRUPPI DI PRESSIONE Un gruppo sociologicamente è un aggregato che può essere volontario o naturale e che si colloca tra individuo e società globale oppure tra individuo, società e il sistema politico. Detto così il gruppo rappresenta una nozione molto generale. Qualsiasi gruppo che può essere accomunato all’interno della società da interessi e valori (esempio associazione parrocchiale fino alla lobby internazionale e gruppi industriali). Gruppo di interesse opera all’interno della società ed è qualunque tipo di gruppo. Gruppo di pressione rivendica presso il sistema politico interessi e persegue degli obiettivi. Cioè quel gruppo che interagisce prevalentemente all’interno del sistema politico. La prima definizione di David truman: “il gruppo di interesse è un gruppo che sulla base di uno o più atteggiamenti condivisi, reclama da altri gruppi della società instaurazione e il mantenimento o accrescimento di forme di comportamento che sono in relazione con gli atteggiamenti condivisi.” Il gruppo di pressione ha alla sua base degli atteggiamenti condivisi quindi hanno una funzione molto importante rispetto all’articolazione degli interessi dalla società al sistema politico cioè sono portatori di domande e istanze. Quello che i gruppi fanno è razionalizzare e dare congruenza e visibilità a domande sociali. Per esplicitare questo compito dobbiamo avere una società pluralista e che accoglie il pluralismo degli interessi cioè che accolga al suo interno una molteplicità di interessi. Quando ha accesso alla politica diventa gruppo di pressione: può fare aggregazione degli interessi o socializzazione politica. Pressione= è un’azione diretta o indiretta che consiste in una minaccia che sta ad indicare l’imposizione di una sanzione positiva o negativa (danneggiare per esempio l’immagine di chi non riconosce i miei interessi). Per fare ciò i gruppi di pressione sono dotati di risorse e la pressione altro non è che un diverso utilizzo delle risorse. Entrano in politica perhcè non tutti gli interessi vengono soddisfatti all’interno dell’arena sociale quindi c’è bisogno di un intervento dei gruppi di pressione. Tipologie dei gruppi di pressione: 1. Gruppo anomico= privo di regole cioè quel gruppo che si forma spontaneamente sulla base di un interesse contingente (gruppi che si oppongono alla realizzazione di un’opera in un luogo oppure i no vax). Non hanno un’organizzazione cioè insorgere e poi sfumare rapidamente. In genere seguono la parabola dell’interesse su cui nascono. 2. Gruppo non associativo= presenta una struttura e un’organizzazione, è dotato di un personale che si occupa dell’organizzazione però non ha un funzionamento stabile ma si attiva nel momento in cui l’interesse lo richiede. Per esempio abbiamo l’associazione dei consumatori. La struttura quindi non è stabile visto che funziona ad intermittenza e ha un personale più o meno specializzato. Gruppo etnolinguistici quando c’è da rivendicare qualche diritto. 3. Gruppo associativo= lobby classica dove il loro interesse è sempre attivo. La loro attività è sempre permanente e sono gruppi di riferimento di intere categorie socioeconomiche come per esempio Confindustria. Questi gruppi agiscono all’interno del sistema politico. 4. Gruppi istituzionali= specifici gruppi sindacali che sono dentro singole istituzioni come per esempio il COBAR (sindacato forze armate). Sono quindi parte di un’istituzione Dal punto di vista degli interessi possiamo avere interessi materiali, simbolici, selettivi, pubblici e generali. La linea tra interessi pubblici e generali è sottile. I primi riguardano tutti indistintamente mentre i secondi riguardano ampie categorie di cittadini. Gli itneressi selettivi riguardano singoli gruppi cioè le lobby e sono quelli economici e finanziari. Poi abbiamo le diverse risorse che possono essere mobilitate cioè risorse economiche o numeriche (mobilitazione di migliaia di persone). Abbiamo poi le risorse di influenza in dotazione a gruppi che hanno particolare influenza in determinati ambiti (influenza su un partito o istituzione). In base al rapporto che si instaura tra partiti e gruppi di vanno a a creare due diverse tipologie di sistemi: 1. Sistema razionale efficiente: rapporti improntati a reciproci benefici che derivano dalle diverse relazioni Quel sistema americano in cui i gruppi di pressione all’interno del sistema politico si collocano in una situazione paritetica rispetto ai partiti cioè non c’è nel sistema un attore dominante su altri. Il gruppo e il partito sono alla pari nelle relazioni interne al sistema. Un esempio è proprio il sistema americano dove la lobby é in una pozione di grande vantaggio perchè determina politiche perchè è in grado di influenzare in maniera decisiva il partito politico. Le lobby costituiscono anche un bacino di reclutamento per la politica (reclutamento di personale). Ci riferiamo per esempio ai gruppi evangelici pentecostali che sono organizzazioni di estrema destra e seguono trump nel 2016 o Bolsonaro in Brasile. 2. Sistema di democrazia partitica Ci riferiamo a un sistema in cui c’è un attore dominante, il partito è l’attore dominante. Si determina un rapporto per cui i gruppi di pressione per poter accedere al potere devono passare per i partiti politici (GATE KEEPERS). Storicamente si è determinato un rapporto per cui i gruppi di pressione sono legati ad un preciso partito politico secondo uno scambio politico, elettorale ed economico. Questo però ha determinato situazioni di malaffare essendo in rapporto tra gruppi di pressione e potere non normato è regolato. Spesso questi rapporti sono stati quindi rapporti non trasparenti in cui i gruppi di pressione hanno finanziato i partiti politici illegalmente (tangentopoli che ha determinato la fine dei grandi partiti storici). Questo è perchè il partito pretende risorse in cambio di accesso per i gruppi di pressione (per capire qualcosa di politica bisogna andare a vedere questi rapporti). Le decisione vengono prese in base ai rapporti di forza e non a un calcolo utilitario di costi e benefici. La politica è compromesso e negoziazione. MOVIMENTI POLITICI Il movimento da l’idea di un’azione che non è detto che si produca in avanti, si può produrre anche all’indietro. Specifica realtà politica che prevede un cambiamento con recupero di realtà preesistenti o modifica di realtà esistenti. Il movimento è un attore politico atto a produrre dei cambiamenti nella realtà sociopolitica. I movimenti sono nella società ma possono trasferirsi anche nell’ambito politico, prima però di attori politici sono attori sociali, producono quindi un’azione sociale. I movimenti sono un aggregato che mobilita interessi simbolici, valori, principi e tendono ad affermarlo nella realtà sociopolitica. Per capire il concetto di movimento abbiamo due concetti fondamentali: - la partecipazione Parliamo di numeri diversi rispetto ai gruppi di pressione, non si producono cambiamenti con aggregati esigui ma la partecipazione deve essere alta al contrario del gruppo di pressione. Il movimento costitutivamente ha bisogno di partecipazione politica, non si può avere un movimento che non riechieda una partecipazione significativa (esempio movimento del 68 che prima ha agito sul piano sociale e promuovendo il cambio di stile di vita e rapporti sociali). - Lo stato nascente Statu nascenti= Francesco Alberoni sociologo italiano che diceva “lo stato nascente è quel fenomeno che caratterizza il movimento cioè quella fase in cui l’insorgenza di un movimento si producono delle modificazioni nella realtà, un cambiamento nei rapporti cioè modificazione dello stato precedente”. Finisce uno stato e subentra l’istituzionalizzazione delle nuove regole (esempio del dopo l’innamoramento dovrebbe arrivare l’amore che è uno stadio completamente diverso, la parte prima quindi per noi il movimento cessa di esistere perchè serve per produrre il cambiamento ma non per adattarsi ai nuovi schemi.) Questo è il motivo per cui il movimento del 68 è durato due anni (68 e 69), il movimento femminista è durato poco quello che si ha ora sono gruppi di pressione, abbiamo anche quello futurista per esempio che ha ottenuto i cambiamenti nell’arte ma dopo averli ottenuti si dissolve. REGIMI POLITICI Regime non ha un significato politico, non significa autoritarismo come si usa nel gergo comune ma significa sistema politico. Quindi possiamo avere un regime democratico ma anche autoritario o anche totalitario. Facciamo riferimento ai regimi contemporanei (del nostro tempo): - regimi totalitari - Regimi autoritari - Regimi democratici (trattazione più approfondita e complicata concettualmente) STAMPARE DA QUI IN POI LEZIONE DELLA DOTTORANDA 30/10 LA DEMOCRAZIA DELIBERATIVA La partecipazione civile, è un diritto avvertito come legittimo e imprescindibile sia a livello nazionale che sovranazionale. Le Amministrazioni Pubbliche preferiscono informare e consultare il pubblico il più tardi possibile, perché hanno paura che le interferenze esterne possano compromettere il progetto. L’Amministrazione procede attraverso tre fasi: 1.Decide in separata sede con l’aiuto di soli esperti e tecnici; 2.Annuncia la decisione al pubblico a progetto concluso generando risentimento; 3.Difende strenuamente la sua decisione contro le inevitabili contestazioni dei civili. Il metodo assembleare Fino a poco tempo fa, la forma più frequente e più ovvia consisteva nel ricorrere al metodo assembleare. Svantaggi: Separazione netta tra il palco e gli spettatori, limitando così l’interazione; lo spazio, ampio e dispersivo, genera un clima di imbarazzo impedendo l’informalità e costringendo in una posizione di passività la maggioranza dei partecipanti che non hanno capacità o coraggio di parlare. Distinzione importante tra: forme non assembleari → ricorrono all’assistenza di figure professionali come i “facilitatori” forme assembleari → in genere non se ne avvalgono Le istituzioni come interlocutrici Le istituzioni rappresentano tutti gli interessi, rappresentativi delle proprie popolazioni. Spesso le istituzioni pubbliche non riescono adeguatamente a rappresentarli tutti. E’ opportuno allargare l’arena decisionale a tutti gli attori coinvolti. La selezione mirata “Designare qualcuno”, si tratti di persone singole o gruppi come rappresentante di una precisa categoria di interessi e per questo legittimato ad esserne il portavoce o, per dirlo in termini tecnici, lo stakeholder. Chi potrebbero essere gli stakeholders?Sindacati, associazioni di categoria, associazioni culturali, ambientali, di consumatori presenti sul territorio, etc. Il metodo della porta aperta: partecipazione come autonoma volontà. Prevede una partecipazione libera per cui qualsiasi cittadino può decidere se entrare nel processo o rimanerne fuori, se ascoltare o prendere la parola. E’ il metodo più semplice per coinvolgere i cittadini, tuttavia emergono due grandi difficoltà: il numero dei partecipanti; il problema del “chi” partecipa, saranno per lo più gli habitué della politica. I dispositivi basati sul sorteggio: coinvolgere i cittadini comuni. Modo alternativo ed efficace di costruire una rappresentanza del popolo coinvolgendo cittadini assolutamente comuni. Anche qui si verifica una forma di autoselezione. In base a questo modo di procedere si ritiene che qualsiasi cittadino abbia le competenze e la capacità di contribuire alle scelte collettive. Un caso di sorteggio: le giurie di cittadini. Sottoporre la questione a un gruppo di cittadini comuni estratti a sorte, che ascoltano le testimonianze di esperti e i rappresentanti di punti di vista contrapposti, li interrogano per deliberare una posizione comune. E’ la base di diverse tecniche ormai applicate frequentemente nei paesi del nord Europa e negli Stati Uniti ma non ancora in Italia. Metodo proposto per la prima volta nel 1969 da Peter Dienel dell’Università di Wuppertal. Le figure rilevanti sono: gruppo dei cittadini: rappresentativi dell’intera comunità; gruppo degli esperti: forniscono informazioni sulla materia da dibattere o sull’obiettivo da perseguire; mediatore: favorisce la discussione, mantenendola sul piano di un dialettico scambio di opinioni senza che si sconfini in toni eccessivi. Sondaggi deliberativi: nati dalle ricerche del Prof. James Fishkin direttore all’Università di Stanford. La domanda essenziale a cui il sondaggio deliberativo vuole trovare risposta è: “Quale sarebbe l’opinione espressa dai cittadini se, posti di fronte a un preciso argomento, avessero la possibilità di informarsi, discutere e fare domande a esperti?. Il procedimento si articola in 6 fasi: 1. Il campionamento: Individuata l’unità d’analisi, si costruisce il campione rappresentativo della popolazione selezionando i casi secondo le note procedure statistiche probabilistiche. 2. il primo sondaggio;Si sottopongono le persone selezionate a domande su temi specifici.Si tratta di un sondaggio demoscopico classico condotto attraverso un questionario (auto)somministrato. 3. le istruzioni sui temi;Dopo il primo rilevamento sul campione rappresentativo, i partecipanti all’esperimento sono invitati in una sede predefinita per alcuni giorni a conoscere e discutere faccia a faccia su temi specifici. Si forniscono queste persone di materiale informativo sull’argomento scelto. 4. la sessione deliberativa;La composizione numerica della sessione è prestabilita ma rimane aperta. La discussione è svolta in tanti piccoli gruppi composti da circa 10-30 persone. I gruppi ristretti sono gestiti da moderatori formati ad hoc, al fine di instaurare un clima di reciproco ascolto senza prevaricazione e di assicurare che ogni punto di vista esistente venga espresso liberamente nelle sessioni. I moderatori devono essere imparziali. 5. la revisione dei giudizi;Una volta letti i materiali, discusso, fatto domande e ascoltato le risposte si torna alle domande iniziali. Si raccolgono in questionari le opinioni dei partecipanti e si misura quanto e come le opinioni si siano arricchite e/o modificate rispetto al primo rilevamento 6. la copertura mediatica. I deliberative polling coinvolgono dalle 200 alle 600 persone e si svolgono di regola nel corso di un fine settimana. Finora si sono svolte alcune decine di sondaggi deliberativi in diversi paesi, su temi importanti e controversi tra i quali: le misure sulla sicurezza (in Gran Bretagna); gli aiuti ai paesi in via di sviluppo (negli Stati Uniti); l’adozione dell’euro (in Danimarca); i diritti degli aborigeni (in Australia); il diritto di voto agli immigrati (in Italia). Dai sondaggi tradizionali ai sondaggi deliberativi: il superamento di alcuni limiti Il sondaggio tradizionale ha alterato la struttura della democrazia moderna. Le opinioni che registra non sono affatto informate perché non c’è diffusione e considerazione dei punti di vista alternativi I sondaggi deliberativi mirano ad esporre campioni casuali a un’informazione equilibrata, incoraggiandoli a soppesare tesi contrapposte in discussioni con interlocutori eterogenei, e raccogliendo successivamente le loro opinioni più ponderate. È un modo, almeno in miniatura, di servire sia la deliberazione che l’uguaglianza. Le consensus conferences Alla fine degli anni ‘80 il parlamento Danese decise di riunire delle conferenze di consenso (consensus conferences) formate da 15-20 cittadini estratti a sorte che, dopo aver interloquito con gli specialisti, potessero esprimere il proprio punto di vista al parlamento stesso. Metodi misti di selezione: Poiché tutti i metodi di selezione hanno i loro inconvenienti, spesso si cerca di combinarli insieme. Profani ed esperti Le relazioni che si instaurano durante la partecipazione possono essere tra: cittadini e decisori politici; i cittadini ed esperti. In tutti i casi di partecipazione, al cuore del processo vi è un confronto tra profani e specialisti. Si costituiscono, come forum ibridi in cui i due tipi di saperi si confrontano e si integrano, e quindi si apre la possibilità di un apprendimento reciproco. Si tratta di un aspetto di grandissima importanza. I processi partecipativi tendono a rompere la divisione del lavoro che caratterizza la nostra società. Altri metodi Cercano di aiutare le persone, meno abituate a parlare in pubblico o a fare ragionamenti complessi, a capire i problemi e scegliere tra soluzioni alternative in modo intuitivo: si tratta dei metodi basati sulla simulazione. Nello specifico: Planning for Real Il punto di partenza è una rappresentazione dell’area d’intervento attraverso un modello tridimensionale, il cui scopo è quello di aiutare gli abitanti a identificare ogni elemento del proprio quartiere e a individuare su di esso gli interventi che ritengono necessari. Ogni persona è chiamata a posizionare sul plastico apposite carte-opzione, ciascuna delle quali indica un intervento migliorativo (per esempio una pista ciclabile, un parco giochi, degli alberi, una siepe, un negozio, un parcheggio). Open Space Technology I partecipanti, seduti in un ampio cerchio, apprendono nell’arco della prima mezz’ora come faranno a creare la propria conferenza.Chiunque intende proporre un tema per il quale prova sincero interesse, si alza in piedi e lo annuncia al gruppo, e così facendo assume la responsabilità di seguire la discussione e di scriverne il resoconto. Consensus building Metodo che consente di affrontare situazioni di conflitto. L’obiettivo è affrontare queste situazioni con l’intento di trasformarle, portando le persone ad assumere un punto di vista comune cercando di raggiungere un accordo che offra vantaggi a tutte le parti in causa 21st century town meeting Strumento, inventato dall’associazione America Speaks75, permette di svolgere una discussione e di prendere decisioni a un vasto gruppo di persone (alcune centinaia o alcune migliaia). I partecipanti in piccoli gruppi (10-12 persone) sono assistiti da un facilitatore. Ogni gruppo ha a disposizione un computer collegato in rete che trasmette i contenuti della propria discussione a un’istanza centrale che li rielabora e li ripropone all’intera platea. Il ruolo dei facilitatori disegnano i processi decisionali; coinvolgono gli attori rilevanti; favoriscono la partecipazione dei cittadini comuni; mettono gli attori in relazione tra di loro; stimolano il confronto; facilitano le interazioni tra le parti aiutandole ad ascoltarsi. Possono essere interni o esterni all’amministrazione. Virtù di un facilitatore: capacità di essere ugualmente vicino a tutti Sono chiamati, di volta in volta: facilitatori: specializzati nel gestire piccoli gruppi e nel favorire l’interazione tra le persone; mediatori: si occupano della risoluzione dei conflitti e aiutano le parti nel processo negoziale; animatori: conducono indagini sociali, rintracciano e intervistano gli attori; esperti in partecipazione: impostano e gestisco il coinvolgimento dei cittadini. Dopo la scelta del metodo la valutazione dei risultati raggiunti La valutazione non è in grado di dare certezze, ma può aiutare i promotori a capire quali sono le difficoltà, le cose che non funzionano o non hanno funzionato, può aiutarli a ridefinire i problemi, a ripensare l’impostazione del percorso prescelto e a intravedere nuove possibilità. Serve quindi per apprendere. LA POLITICA COMPARATA Gli autori sono Gabriel Almond e Powell i quali ci dicono che i regimi politici a prescindere dalla loro configurazione, dal loro colore, dalla loro origine, dal loro sviluppo rispondono a criteri di analisi comuni. Questo per dire che i regimi politici possono essere identificati sulla base di variabili che raggruppano le caratteristiche più importanti. Ma com'è possibile che per esempio comunismo e nazismo rientrino nella stessa categoria di regime? Almond dice che sono accomunati dagli elementi strutturali o costitutivi, ma non dalla frequenza, dallo stile, dal quantum di queste caratteristiche. Gli elementi costitutivi sono quelle caratteristiche sistemiche senza le quali non si può avere quel tipo di regime, queste caratteristiche possono ricorrere con una frequenza diversa, uno stile diverso o un quantum diverso, ma sono comunque gli stessi. Il compito degli scienziati della politica è quello di andare ad individuare gli elementi costitutivi, quindi quelli che ne determinano l'esistenza e la conformazione. I regimi sono anche caratterizzati da elementi variabili; sono quegli elementi la cui ricorrenza e frequenza aumentano il livello sistemico di ciascun regime-› quindi per esempio aumentano la democraticità di un sistema (che sia più o meno demografico). Caratteristiche costitutive (consentono esistenza di un regime e la sua conformazione) -> ci danno l'idea della generalità del sistema, sono parte del sistema, sono quelle da cui il sistema stesso dipende. SISTEMA TOTALITARIO I sistema totalitario origina storicamente dal partito politico che da 'parte' diventa 'tutto'. Il termine totalitarismo è un'invenzione italiana e compare per la prima volta nell'enciclopedia treccani nel 1925, a voce 'fascismo', la voce è redatta da giovanni gentile e da benito mussolini. E' un termine che racchiude in sé l'essenza di quel regime › il tutto (totus), è un regime che racchiude tutto, che ingloba al proprio interno ogni sfera e le stere sono politica, sociale, economica, culturale, religiosa, antropologica e morale. E' un regime che ingloba tutte queste sfere nella misura in cui le domina e le controlla, quindi nessuna sfera viene lasciata all'autonomia, nessuna sfera sfugge al controllo dello stato. Si parla di papoliticismo, (pan= tutto) è quel fenomeno che significa 'tutto è politica', tutto viene ridotto al comun denominatore che è la politica, quindi tutte le sfere sono asservite alla politica; ecco perché il partito politico esce fuori. dal suo alveo naturale e diventa tutto. Sotto questo punto di vista, se noi ammettiamo questo dobbiamo ammettere anche il fatto che il totalitarismo è una novità nella storia, non era mai esistito prima del 1900. Perché non è mai esistito prima il totalitarismo? Nonostante in passato siano esistite importanti monocrazie: - res publica romana, - polis greca, Alessandro Magno, - Napoleone. La caratteristica che da vita a questo regime totalitario è la società di massa, la massa è informe; il partito politico è un contenitore capace di dare una forma alla massa, di dare una struttura alla massa, di inglobarla dentro un regime politico. Per massa in quanto tale si intende, quella società che è capace di rompere i vincoli precedenti (vincoli religiosi, vincoli di gruppo, vincoli sociali, vincoli linguistici); la società moderna è una società che rompe con quella precedente rompendo i vincoli. un società svincolata da principi, valori e legami; si parla di società atomizzata-› società in cui gli individui vengono rappresentati come automi, senza appartenenze, disarticolata e si afferma solitamente dopo rivoluzione industriale in cui si spezza il vincolo religioso e parentale; è una società che chiede di essere modellata e uniformata, a cui bisogna dare un ordine, che è innanzitutto un ordine politico, ma anche culturale, economico e sociale. Nei regimi totalitari si parla di 'Ordine nuovo', lo strumento più adatto alla società e per poterla uniformare è il partito palitien tramite l'ideologia. Quindi è un ordine fondato sull'ideologia e tramite l'id partito politico riesce a convogliare le masse verso u. ordine, costruisce un nuovo sistema politico, il sistema politico totalitario-› ideologia totalitaria. Caratteristiche strutturali: 1. La novità: è un sistema nuovo che nasce dalla società di massa 2. Da parte a tutto 3. ideologia sostituisce la religione Juan Linz introduce il concetto di religione politica, ma diviene una vera e propria religione, passa da religione trascendente a religione secolare. Linz distingue tra religione politica e uso politico della religione. L'uso politico della religione (islamismo, terrorismo islamico, sette evangeliche) a fini politici andando a rintracciare gli elementi più utili dal punto di vista politico, ma la religione è quella tradizionale. Quando parliamo di religione politica è una religione vera e propria che poggia su basi immanenti politiche non trascendenti, quindi poggiano su riti ed elementi di tipo terreno, l'ideologia diventa una nuova religione (nazismo, sacralità del corpo del leader, elementi pagani ed esoterici che vi confluiscono, utilizzo della svastica come simbolo ariano, i riti, le invocazioni), questo comporta costitutivamente una reinvenzione dell'essere umano, un cambiamento antropologico, nel creare l'uomo nazista/uomo fascista. Tutti questi elementi hanno come obiettivo quello di sostituirsi a dio, partendo dall'educazione infantile l'uomo doveva essere trasformato, modellato come parte integrante di un regime, da qui deriva l'esaltazione della razza. Elezioni in AMERICA 538 grandi elettori per tutta l’America. Sono i delegati del partito quindi poi il grande elettore voterà il presidente in maniera formale il 17 dicembre. 435 numero dei congressisti + 100 senatori e + 3 in più per Washington. Sistema maggioritario per uninominale secco, meccanismo WINNER TAKES ALL. Chi si accaparra nei collegi uninominali almeno 270 elettori allora vince ma in realtà non sempre corrisponde ai voti singoli del popolo. Un partito può vincere le elezioni ma perdere nel numero di rappresentanti proprio per questa conformazione che assegna ad ogni stato un totale di seggi. Ci sono infatti degli SWING STATE cioè stati che oscillano a ogni elezione per la preferenza al candidato. Sono 7 e la conquista di questi sette stati è decisiva per il risultato finale.Oggi tutto ciò è saltato perchè la polarizzazione si è impossessata del dibattito pubblico e perchè i problemi di oggi cambiano scenari e determinano nuove appartenenze. Bisogna discutere in termini semplici di temi fondamentali: - immigrazione = conta quello che dice in questo caso trump non tanto se è vero oppure no - Tasse Sistema americano BIPARTITICO dove due partiti che vincono alternativamente ma in realtà ci sono altri partiti che però non concorrono per il presidente della repubblica. Gli USA sono rimasti l’unico e ultimo stato con questo bipartitismo rigido. Due culture politiche: - CONSENSUALE = per questo motivo in America le elezioni rimangono con un sistema bipartitico perchè sulle questioni internazionali la pensano allo stesso modo e non lasciano margine a chi ha perso. C’è ampio consenso sulla popolazione nelle questioni principali. - POLARIZZATA= contesto polarizzato quando le due forze politiche sono agli antipodi cioè hanno idee divergenti su temi importanti come immigrazione, ambiente ecc Teoria dei FRAME Cambiamento dei linguaggi soprattuto di kamala perchè nel poco tempo che ha avuto ha deciso di cambiare linguaggio e modo di parlare così ha perso dei voti. Trump non è l’elemento centrale ma ascolta il volere del popolo. TOTALITARISMO autori che parlano del fenomeno= Harent Hanna, Raimond Aron, Domenico Fisichella, Emilio gentile, e altri. Hannah arendt “ il fenomeno totalitario” dove descrive il totalitarismo come un contesto finale di una trasformazione delle strutture sociali e civili che disintegra le vecchie gerarchie e altri vincoli sociali e da luogo all insorgenza di masse atomizzate e uniformi. Il totalitarismo ha bisogno di una società diversa e per questo si ha bisogno di un insorgenza delle masse e di produrre una sorta di contesto finale che consiste nella disarticolazione definitiva della società in tutti i suoi vincoli e legami. Cioè regime che per affermarsi ha bisogno di disarticolare una società attraverso l’eliminazione di tutti i vincoli esistenti come le gerarchie, le classi e rapporti religiosi. Si produce così una massa informe cioè isolata da strutture e da contesti in modo da poterle modellare, trasformare in modo da conformare al nuovo regime. Non possiamo riscontrare questo tipo di regime nelle epoche antiche e neanche in quelle moderne perchè manca un elemento importante che invece oggi è presente ed è la massa, nata e affermatasi solo con l’industrializzazione. Assistiamo quindi all’avvento delle masse. In che modo si caratterizza l’avvento delle masse? Sicuramente attraverso l’INDIVIDUALIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ. La vecchia società organizzata in corpi viene sostituita dall’affermarsi del concetto di individuo. Le masse si evidenziano come un fenomeno informe, questa sua caratteristica è data dall’atomizzazione che avviene al proprio interno, intendendo per atomizzazione l’individualizzazione. Cosa comporta l’avvento delle masse dal punto di vista politico? Da un lato si afferma in un sistema di tipo liberale che, prendendo atto di queste trasformazioni sociali, fa dell’individualizzazione della società una caratteristica anche politica, essendo il sistema liberale, quel sistema che massimizza l’interazione sociale fondata sul perseguimento di fini individuali, dismettendo al proprio interno ipotesi di organizzazione collettiva, dal punto di vista politico. Dall’altro lato, vi è una risposta in termini di collettivizzazione. Questo regime nella sua novità stabilisce un dominio nuovo, che distrugge gruppi e istituzioni che formano il tessuto delle relazioni private dell’individuo. La società è tale perché si esprime in forma aggregata. Il totalitarismo non si esprime in uno stato tradizionale ma lo stato viene occupato da tutto il partito (STATO-PARTITO). Il TOTALITARISMO è una risposta politica alla società di massa, in termini di collettivizzazione della società e quindi, di canalizzazione delle masse all’interno di un sistema politico con un sistema di potere. Seconda forma= Il dominio nuovo si afferma distruggendo le capacità politiche dell’uomo isolandolo in rapporto alla vita pubblica. Terza forma= per affermare un nuovo dominio si tenta di trasformare la natura umana cioè creare un uomo nuovo, tentativo di trasformazione antropologico. Proprio su questo un altro autore (Brzezinsky) parla di polverizzazione di tutte le unità sociali esistenti con il proposito di sostituire al pluralismo precedente una unanimità omogenea dell’ideologia totalitaria. Da ciò consegue che: il regime totalitario è quel regime che vuole inglobare e dirigere la totalità dell’esperienza tanto individuale quanto collettiva attraverso la cancellazione dell esistente e l’edificazione di un regime integralmente originale sia dal punto di vista politico che sociale che antropologico. Si evince da ciò che il regime totalitario è un regime rivoluzionario nel senso che è una rivoluzione discendente cioè dal potere verso la società. In altro termine una RIVOLUZIONE DALL’ALTO. Strumenti per compiere questa rivoluzione= 1. Ideologia = religione politica non semplicemente uno schema di idee ma uno strumento di addrottinamento delle masse. Complesso di credenze e opinioni sulla natura dell’uomo e della società e sulla loro condizione e funzionamento passato presente e futuro. Cioè interpretazione della collettività in senso storico è interpreta idee e comportamenti imprimendo loro una direzione unitaria mettendo a disposizione un potenziale motivazionale. I tipi sono: A. Ideologiaforte: del materialismo storico o storicismo (croce)postula che la storia è viene regolata da leggi immanenti quindi lo scienziato sociale deve scoprire queste leggi che nel caso del materialismo storico è la lotta di classe B. Ideologia debole: quella della destra (totalitarismo di destra cioè nazismo) ideologia non di classe ma di razza fondata sulla supremazia quindi della razza ariana che sarà superata solo con un antitesi cioè con una razza superiore Provengono entrambe dall’hegelismo da un lato da sinistra hegeliana e dall’altro la destra. Per essere affermata all’ideologia serve il partito. 2. Partito unico rivoluzionario che si fonda su una base nuova cioè sulla base ideologica, nuova legittimità data da un ideologia uniformante cioè quell’ideologia che opera in definitiva la REDUXIO AD ULUM cioè quel principio di riduzione all’unico comune denominatore della società che è la politica. Vanno quindi a scoprire tutte le forme di autonomia quindi economia e società, il partito diventa l’unico interprete degli interessi generali. 3. Creazione di un uomo nuovo: Un individuo che si avvia verso la secolarizzazione (rottura delle appartenenze e dei vincoli) è un uomo isolato. Un individuo che presenta queste caratteristiche è un individuo che si presta ad essere trasformato in uno strumento nelle mani del regime. Abbiamo però anche degli strumenti operativi: 1. Terrore: è una costante e non una cosa episodica di cui il sistema totalitario ha bisogno per affermare il principio importante del NEMICO per tenerlo costantemente sotto un incubo che incombe da parte del potere. 2. Bisogna avere un concetto di rivoluzione permanente: la rivoluzione può essere definita come quel fenomeno politico che ha come obiettivo quello di sovvertire il potere, di abbattere l’ordine esistente e di costituirne rapidamente uno nuovo. La rivoluzione, in questo caso, è discendente, parte dal potere e promana verso la società. Solo in questo modo può essere permanente. 3. Nemico oggettivo e nemico assoluto: non solo il nemico di un gruppo ma nemico dell’intero popolo e quindi dello stato stesso. Non è detto che ci sia in quel momento ma che potenzialmente si può verificare in futuro. L’invenzione del nemico funziona benissimo sul piano del consenso 4. panpoliticismo: la politica diviene l’unica esperienza della vita individuale e collettiva della società. Siamo in un contesto di unidimensionalità dei sistemi totalitari. Il panpoliticismo è un elemento estremamente importante che colloca il totalitarismo all’esatto opposto della democrazia, esclude al proprio interno ogni ipotesi di pluralismo, stabilendo un rapporto indissolubile tra potere e individuo, potere e società, chiamato comunità di destino dove non esiste alcuna forma di libertà dell’individuo nei confronti del potere, nessuna autonomia di giudizio, nessuna possibilità di stabilire i propri fini e obiettivi all’interno delle interazioni sociali. 5. Universi concentrazionari chiusi dove vengono rinchiusi o per fini lavorativi o per sterminio coloro che sono nemici del partito. Porta però lo sterminio di interi popoli o alla deportazione di intere popolazioni (deportazione di Stalin nell’Unione sovietica oppure il popolo ebraico). Si parla di sistema di lager nel caso della Germania. [ il popolo ebraico è un’entità altra non uniformabile quindi non rispondeva alle esigenze del regime perchè aveva una sua cultura, storia e tradizione e quindi non potevano essere ridotti ad elementi del regime quindi esprimevano un’alterita che il regime non poteva tollerare. Erano un elemento non assimilabile.] 6. Monopolio dell’economia: si deve monopolizzare l’economia cioè si produce cioè che il regime chiede di produrre 7. Monopolio di metodi di guerriglia e lotta armata 8. Monopolio di strumenti di propaganda e di diffusione di massa come stampa e radio 9. Monopolio della tecnologia in tutte le sue forme Esempi totalitari ad oggi: 1. Repubblica islamica iraniana si fonda su presupposti totalitari Islamismo come ideologia politica e religiosa che modella la società secondo regole e presupposti che vedremo quando parleremo di fondamentalismo islamico (per controllare la società). 2. Corea del Nord 3. Altro regimi che hanno elementi totalitari REGIME AUTORITARIO autoritarismo= (-ismo si intende quando rappresenta la degenerazione del concetto principale.) Quando parliamo di autorità abbiamo l’elemento consensuale è l’elemento assiologico, cioè fondato su consenso e accomunanza di valori su cui si esercita il potere. L’autoritarismo lo troviamo ogni volta che l’autorità perde di consenso e perde anche della consonanza di valore. Sono tutti quei regimi che si instaurano ogni volta che il potere viene detenuto senza il consenso della comunità. Sono regime politici autoritari quelli che si fondano su un gruppo che acquisisce un potere in luogo di coloro che lo detenevano legittimamente ( si arriva attraverso i golpe militari). REGIMI TOTALITARI REGIMI AUTORITARI leader carismatico il regime non ha bisogno di un leader carismatico genere sono generali dell’esercito o dei burocrati. partito forte di riferimento no partiti politici di riferimento ideologia che viene dal partito non hanno un’ideologia ma una mentalità (modo di essere,agire e pensare sulla base della tradizione) nemico assoluto no nemico oggettivo o assoluto, lo è chi si oppone al potere. Nemico chi non lo riconosce come detentore de potere applica il terrore sistematico applica la repressione sistematica rivoluzionari sono reazionari e non rivoluzionari produce una reductio ad unum cioè pluralismo politico e socioeconomico, la politica sta ai una pan- politica margini preponderanza di apparati coercitivi e repressivi, si elev al massimo l’uso della forza e violenza politica Ci sono regimi militari, regimi civili-militari, regimi tradizionali, regimi conservatori, regimi post totalitari o democrazie imperfette. Metodo di instaurazione del regime Prima si stabilivano attraverso i colpi di stato ora invece si instaurano per vie democratiche. Ciò che favorisce l’instaurazione del regime è la crisi della democrazia e i regimi che diventano totalitari sono stati legittimati da elezioni democratiche (come Chavez in Venezuela). Come oggi i sistemi autoritari sono la conseguenza della crisi delle democrazie. Possiamo dire che è una risposta alla crisi della democrazia. C’è una via democratica all’autoritarismo. VIOLENZA Parliamo di violenza in rapporto al potere politico, come specifica modalità di espressione della politica→ concetto ambivalente che si esprime anche attraverso il conflitto. Intendiamo per VIOLENZA l’intervento da un punto di vista generale, fisico da parte di un individuo o da parte di un gruppo verso un altro individuo o un altro gruppo. Per aversi violenza l’intervento fisico, l’uso della forza fisica deve essere DELIBERATO, volontario. Se proviamo a declinare questa definizione dal punto di vista del rapporto tra violenza e potere, vediamo che il termine violenza può considerarsi sinonimo di forza che va distinto dal potere in quanto tale. Intendendo per potere, in questo caso, quale fenomeno di modificazione della condotta degli individui. È importante saper distinguere la violenza e potere, perché spesso diventano sinonimi. Quando parliamo di violenza, parliamo di alterazione dannosa dello stato fisico di individui e gruppi. il potere cambia la volontà dell’altro. la violenza cambia lo stato del corpo o cambia lo stato delle possibilità del corpo dal punto di vista ambientale e strumentale. Questo non vuol dire che la violenza non possa essere utilizzata come mezzo per esercitare il potere. Il fatto che la violenza divenga un elemento strumentale nelle mani del potere, questo non cambia la natura della violenza che comunque rimane un intervento fisico, all’interno dei fenomeni politici osserviamo la violenza o come minaccia o come strumento affinché il potere possa più agevolmente intervenire nella società presso individui e gruppi. i regimi politici si differenziano nell’uso della violenza. - Nel totalitarismo la violenza diviene lo strumento principale di coazione al fine di assoggettare tutta la società. - Nei sistemi autoritari si esercita il potere sotto forma di violenza come forma di stabilizzazione e sostituzione della legittimità. Il potere spesso e volentieri si serve della violenza per seminare il terrore. La violenza che alimenta una situazione di terrore si distingue dalla violenza che sostiene un potere dal punto di vista della sua continuità e stabilità. Distinguere l’uso strumentale della violenza a fini politici oppure la violenza come minaccia della coercizione o potere coercitivo che ogni potere, entro un certo confine, deve possedere. Non può esistere regime politico che non sia dotato di potere coercitivo. Altra funzione politica della violenza è quella della DISTRUZIONE DEGLI AVERSARI POLITICI→ metterli nell’impossibilità di agire. Un regime politico può usare la violenza strumentalmente per coercire senza limiti, ma la violenza può anche essere usata come strumento politico per eliminare gli avversari politici. L’uso della violenza per eliminare gli avversari politico può essere anche nelle mani di altre organizzazioni che non detengono il potere e che non sono identificabili come elemento dominante all’interno della società. Qualsiasi gruppo a fini politici può utilizzare la violenza per seminare terrore. Violenza che viene utilizzata nella guerriglia→ si rivolge contro il potere. Gruppi insurrezionali che pretendono di abbattere il potere. Questo discorso non vale solo per la guerriglia, possiamo estenderlo a tanti altri gruppi. LA DEMOCRAZIA La democrazia non è nuova nel panorama dei sistemi politici, non è un regime nuovo, come lo è il totalitarismo. Che nessun’altra epoca aveva conosciuto. La democrazia esiste dall’antica Grecia. Parliamo di democrazia dei moderni perché è qualcosa di indicativamente diverso dalla democrazia degli antichi. Mentre la democrazia in ambito classico era confinata alla polis e quindi ad una comunità ristretta, limitata, che si configurava come una democrazia diretta in cui la partecipazione di tutta la comunità era possibile; la democrazia dei moderni è una democrazia che include le masse, che si applica ad una società che è differenziata e dove al proprio interno vive un’espressione molteplice delle sue varie forme di partecipazione dal punto di vista sociale e politico. Quindi, quando diciamo democrazia dobbiamo stare attenti a non confondere la democrazia dei moderni e la democrazia degli antichi. Quando si parla di democrazia si fa riferimento a un metodo di governo. Churchill diceva: “il peggiore regime politico è quello democratico, eccetto tutti gli altri”. La prima caratteristica della democrazia, ce la dice Popper: “metodo governativo senza spargimento di sangue”. Poi la democrazia è una procedura, o sistema procedurale, è evidente poi che le procedure di per sè non bastano perchè serve un entroterra culturale idoneo per farla funzionare. E’ un metodo per assumere decisioni collettive vincolanti per l’intera società , quindi non è fare il bene di questo e di quello ma se dovessimo individuare un minimo denominatore per il bene comune lo troveremo nella pacifica coesistenza. Noi non possiamo dire che la democrazia deve favorire la giustizia sociale. → la democrazia come sistema procedurale: stabilisce regole per l’assunzione collettiva di queste decisioni, le uniche decisioni che non possono essere prese sono quelle contro la democrazia stessa. La società è ineguale perchè non funzionano le politiche che vengono adottate. CULTURA La democrazia è una procedura che non si può applicare in ogni contesto. La democrazia deve avere un humus cioè un terreno fertile su cui svilupparsi, ma quali sono questi presupposti? - cultura della libertà stabilità dalla rivoluzione inglese del 600 che stabilisce libertà come libertà dallo stato (l’individuo è distinto e autonomo rispetto allo stato - diversa trattazione rispetto al nemico: il nemico è colui che deve essere annientato fisicamene, se non scompare l’idea del nemico non si può avere con democrazia. La si ha con il superamento amico-nemico, dove il nemico diventa avversario. Dobbiamo avere dunque delle regole che servono per regolare il comportamento - competizione attraverso le regole: tutte le arene sociali competono, la competizione consente pacificamente di raggiungere i propri obiettivi in qualunque ambito CARATTERISTICHE COSTITUTIVE DELLA DEMOCRAZIA, in mancanza delle quali la democrazia non ci può essere: 1. superamento dicotomia amico-nemico avversario con cui si compete pacificamente 2. pluralismo: → negli ambiti sociali noi dobbiamo avere il cosiddetto pluralismo strutturale illimitato, cioè che non ci possono essere argini o limiti alla nascita delle formazioni sociali e politiche, dato dalla presenza di gruppi di pressione in ambito sociale ;non si può competere o partecipare se esiste solo uno (società organizzata in parti con pluralismo) 3. idea di politica: nel totalitarismo la politica è tutto (panpoliticismo) ma nella democrazia è diverso cioè la politica è solo un aspetto, di esperienza individuale e collettiva ma in un sistema competitivo e pluralistico tra parti 4. la politica deve essere limitata cioè soggetta a controllo politico: attutata attraverso delle regole costituzionali, cioè le decisioni di un governo non possono andare oltre un determinato limite 5. principio rappresentativo: il popolo innanzitutto non è nessuno perchè è un’idea astratta per rappresentare la moltitudine di individui, si parla invece di principio di rappresentanza→ ci sono dei rappresentanti del popolo (noi abbiamo il parlamento) La democrazia è tale quando si fonda sulla dialogicità e sul confronto delle opinioni, l’opinione prevalente diventa quindi la maggioranza. La democrazia diretta poggia su un si o un no, rispetto alle diverse decisioni senza confronto o dialogo\partecipazione→ così diventa un totalitarismo della maggioranza. La democrazia oltre al principio rappresentativo deve avere anche il principio maggioritario temperato: 1. La democrazia è tale se il principio maggioritario è temperato, cioè dalle garanzie per le minoranze. La maggioranza decide senza annullare i diritti delle minoranze, cosa che un sistema plebiscitario non potrebbe mai fare perchè la maggioranza schiaccia tutti. 2. Trattamento del dissenso (questione della specificità del dissenso). In linea teorica in democrazia si potrebbe dissentire (forma di protesta e reazione sulle decisioni politiche) su tutto. La democrazia non può tollerare il dissenso verso essa stessa cioè verso le regole alla base del funzionamento della democrazia, si può dunque dissentire su tutto tranne che su essa stessa (come il terrorismo, perchè agisce in maniera violenza e perchè mira al sovvertimento dell’ordine costituito). Anche il dissenso espresso verso questioni e principio, può essere represso in maniera violenza anche se non viola regole democratiche. 3. Pluralità di ruoli esercitare un ruolo pubblico vuol dire acquisire una posizione di potere, ma io ne posso acquisire più di una in ambiti ed arene differenti che mi consentono di avere più ruoli contemporaneamente. C’è quindi un intercambiabilità di ruoli che consente la pluralità e consente la dicotomia amico-nemico. Posso in un ruolo avere potere mentre in un altro no. CARATTERISTICHE VARIABILI DELLA DEMOCRAZIA Le elezioni regolano la rappresentanza (il fatto che si voti non vuol dire che ci sia democrazia perchè si parla di regola della rappresentanza non delle elezioni). Si parla di: principio variabile perchè può anche non ricorrere come: 1. partecipazione politica (io posso avere tanta partecipazione politica così si alza la democraticità del paese→ partecipazione come linfa vitale per la democrazia) 2. libertà di espressione: non consiste nel diritto ad esprimersi ma la domanda è “dove si ha libertò di espressione?” formalmente la si ha ma in realtà non è proprio così. Il problema è avere fonti di informazione alternative e molteplici quindi se la formazione è unidimensionale allora si abbasserà il livello di democraticità 3. ricambio della classe dirigente nella posizione di comando: se determinate persone sono sempre nello stesso ruolo allora si abbassa la democraticità; ci deve essere rotazione a tutti i livelli nelle catene di comando 4. formazione dei cittadini cioè acquisizione delle competenze per ricoprire determinati ruoli; funzionamento sistema scolastico e possibilità di avere più competitor rispetto ai posti disponibili. Robert Dahl descrive la democrazia secondo sette principi: 1. libertà di costituire associazioni e aderirvi 2. libertà di espressioni 3. diritto di voto 4. eleggibilità alle cariche pubbliche 5. diritto dei leader politici di competere per il consenso 6. fonti alternative di infromazione 7. istituzioni che rendono il governo dipendente dal voto o da forme di preferenza politica SFIDE ALLA DEMOCRAZIA Strumento più fragile che esiste perchè dipende dal consenso che è per sua natura variabile e volatile. Quando la legitimmità si abbassa la democrazia è in pericolo e deve subire delle sfide: - populista - burocratica-tecnocratica - culture politiche alienate - globalizzazione Samuel Huntington= autore del testo “lo scontro delle civiltà”per capire come si configurano i conflitti internazionali La democrazia è un modo di costituzione dell’autorità e non è detto che possa applicarsi universalmente. Quindi la democrazia non è: 1. Non è universale: La democrazia dunque non ha un valore universale / non è il fine ultimo dell’umanità dal punto di vista dei sistemi politici perchè la democrazia è ha bisogno di un retroterra culturale sociale e politico per potersi sviluppare. Questo retroterra non può essere creato dalloggi al domani ma ha bisogno di un evoluzione storica e ha bisogno di maturare nel tempo e di affermarsi nel corso del tempo. 2. Non è illimitata cioè lo sviluppo o l’ampliamento indefinito della democrazia non è un fatto possibile è auspicabile; cioè deve avere un limite e dei confini 3. Sfida delle culture alienate (di cui parleremo forme di fondamentalismo e terrorismo) sono culture antidemocratiche perchè nega alla radice i fondamenti della democrazia > culture antitetiche per esempio a un sistema di libertà (come quella terroristica = ideologie e sovversive che voglio cambiare l’ordine stabilito o organizzazioni mafiose= antitetica con una democratica perchè stabilisce delle proprie regole applica un tipo di coercizione completamente disfunzionale) 4. Sfida tecnocratica ( la tecnocrazia é il potere della tecnica dov’è il potere deriva dalla competenza, io acquisisco potere quando sono tanto competente in una disciplina) ma il potere politico deriva dal popolo quindi sarebbe una sfida per la democrazia perchè sostituisce il popolo alla competenza tecnica ( potere di Elon Musk in America dove il suo potere deriva non dal fatto che viene votato ma dal fatto che ha competenze e capacità di produrre dei prodotti monopolizzando alcune tecniche) 5. Sfida populista ( in questi ultimi anni si è parlato spesso di populismi di destra) ci sono ovviamente differenze tra populismo di destra e sinistra e sono sicuramente il linguaggio, gli obiettivi: - A sx= l’obiettivo è quello dell’integrazione sociale attraverso la spesa pubblica cioè interventi dello stato in economia - A dx= fa leva sull’ideologia dell’identità cioè cultura di appartenenza e identificazione religiosa, culturale, etnolinguistica e nazionale Questo populismo di destra è dovuto sicurame alla globalizzazione ha portato un impoverimento della classe media e ha annacquato le culture nazionali perchè punta all’omologazione globalista. Infine questo populismo viene alimentato dall’immigrazione di massa vista come una sostituzione etnica dalle teorie complottistiche. Il populismo è un fenomeno vecchio ed è una patologia di tutti i sistemi democratici, ed è un ospite endemico e scomodo. La democrazia ha periodi in cui si alza o si abbassa il suo livello di legittimità del sistema, quando si abbassa allora il populismo sale per questi motivi: crisi di legittimità politica cioè le democrazie non rispondono più alle esigenze delle persone a seguito della globalizzazione e delle crisi economiche >> a seguito di queste crisi la capacità distributiva di uno stato, cioè distribuire le risorse in termini di sicurezza e previdenza sociale, è diminuita ed è aumentato il malcontento nella popolazione ( si abbassa il livello di legittimità del sistema) Crisi delle strutture di mediazione politica e dell’integrazione sociale (cioè unità del sistema politico come partiti, movimenti e gruppi) erano le strutture che veicolavano le istanze sociali all’interno del sistema politico cioè che portavano le esigenze dei cittadini all’interno del sistema politico; si ha questa crisi perché c’è una crisi degli incentivi: collettivi positivi (ideologia, dei programmi e della forza trainante del leader cioè mi identifico in un partito perchè condivido programma e valori), collettivi di processo (si partecipa perchè all’interno di un partito io soddisfò il mio bisogno di socialità cioè il bisogno di relazione), incentivi selettivi (selettivi= attraverso la partecipazione riesco ad avere obiettivi materiali come opportunità professionali e assunzione di cariche o soldi). In aumento è l’incentivo selettivo perchè accedendo ad un partito con un leader forte avrò un incarico professionale. Crisi della rappresentanza democratica: cioè crisi della rappresentanza politica, le persone vanno sempre meno a votare e i rappresentanti sono sempre più scollegati dagli elettori Crisi della partecipazione: rottura quindi tra cittadini, classe politica e istituzioni Congiunture economiche negative CARATTERISTICHE DEL POPULISMO 1. Rifiuto delle categorie di destra e sinistra perchè loro si ergono a rappresentanti di tutto il popolo che non può essere diviso in destra e sinistra 2. Rifiuto della divisione del popolo in classi quindi anticlassisti perchè il popolo è uno e indivisibile perchè portatore di un bene comune superiore 3. Anti-internazionalizzazione o anti-globalismo: perchè il popolo ha radici nazionali e culturali specifici >>Forme di mitizzazione del popolo attraverso il rafforzamento dell’identificazione simbolica 4. Leader carismatico: non può fare a meno di un leader forte 5. Forti incentivi alla partecipazione IL NEMICO DEL POPULISMO Attacando la rappresentanza politica i populisti vorrebbero una democrazia post rappresentativa e per questo sono nemici della democrazia. Il nemico per il populismo è - il nemico del popolo che è l’elite o l’establisbment cioè coloro che ricoprono il ruolo di potere. Per i populisti europei è per esempio io meccanismo dell’Unione europea. - un altro nemico è il politicamente corretto o l’ideologia woke cioè dell esaltazione dell’ideologia delle minoranze , perchè il popolo non ha a che fare con loro e hanno altri valori rispetto a Dio, patria e famiglia mentre queste minoranze voglio affermare valori degenerati - Un altro nemico è l’immigrato perchè è una minaccia all’identita del popolo perchè hanno una cultura e una religione diversa. In Europa c’è l’islamofobia vioe Laura proprio dell’Islam ritenuta una religione violenza e che professa valori antitetici a quelli ellenisti cristiani, complici ovviamente l’estremismo islamico - Altro nemico è l’Unione europea perchè rappresenta l’eslablishment e rappresenta una cosa lontana da noi, perchè ha promosso l’ideologia woke, l’immigrazione clandestina e rappresenta nella sua massima forma l’ipergiuridicismo/formalismo perchè regola su tutto ANTISEMITISMO Per comprendere l’idea della razza facciamo un excursus sull antisemitismo che esiste ancora oggi. Differenza tra: 1. Antisemitismo come riferito solo al popolo ebraico che ha le sue radici ed evoluzione storica Considerazione degli ebrei come una componente storica non assimilata che diventa lembkema del menisco perchè componente non assimilabile delle società che la ospitano. L antisemitismo si è rappresentato proprio come quell’elemento identificato trasformato in un obiettivo additato come tale dal regime perchè responsabile dei mali della società. Nel caso della Germania il capro espiatorio per la sconfitta nella prima guerra mondiale e nella crisi del 29. 2. Antisionismo che invece è una cosa diversa perché si esprime nei termini nel rifiuto di una ideologia nazionalista che nasce nellottocento insieme alle altre ideologie politiche nazionaliste. Il nazionalismo italiano o tedesco per esempio faceva riferimento a un’idea di popolo che vede la nazione come luogo natio dove quindi si nasce e si apprende una lingua, si ha una stessa appartenenza etnica e c’è la stessa religione. Nazionalismo come ideologia che si fonda su elementi linguistici, religiosi, etnici e territoriali. Nel caso degli ebrei c’è in aggiunta il Binomio Dio-terra cioè terra promessa, qui c’è un nazionalismo di derivazione teologica dov’è c’è una terra promessa di cui riappropriarsi quindi si parla di NAZIONALISMO MESSIANICO che altri nazionalismi non possiedono. Possiamo parlare innanzitutto di un antisemitismo antico che possiamo definire ANTISEMITISMO O RAZZISMO TEOLOGICO→ perché gli ebrei erano pressoché gli unici nell’antichità a praticare il monoteismo, mentre tutte le altre civiltà erano politeiste. I politeisti si ritenevano superiori e la discriminazione fa riferimento all’osservanza e alla pratica religiosa. Il monoteismo veniva considerato una religione minore. Questo tipo di antisemitismo diventa più forte quando la religione cristiana diviene religione di Stato (quando il cristianesimo diventa la religione dell’Impero Romano d’oriente e d’occidente). Il cristianesimo accusa l’ebraismo di DEICIDIO→ uccisione di Dio, di qui la persecuzione cristiana dal terzo secolo (da quando Costantino fa della religione cristiana la religione dello Stato). Persecuzione sistematica che si manifesta in episodi di violenza sistematica. Da questo momento in poi gli ebrei diventano anche oggetto di persecuzione per una ragione socioeconomica→ gli ebrei sono sempre stati considerati un popolo che nella sua interezza costituiva una vera e propria classe sociale che possiamo definire PICCOLA BORGHESIA dedita all’USURA (usura come attività economica di prestito). Gli ebrei sono stati dediti al prestito di denaro perché era un’attività non consentita ai cristiani e veniva considerata come peccato. I cristiani non potevano praticare l’usura e quindi gli ebrei si ritrovano ad avere una grande massa di liquidità e questo li metteva in condizioni di prestare soldi. Questo tipo di elargizione di denaro non era un’attività che si svolgeva solo a livello intrapersonale, ma era un’attività che facevano anche nei confronti di regnanti, di detentori del potere. Di qui lo stereotipo dell’ebreo usurario. Le cose iniziano a cambiare con la nascita delle banche di Venezia e Genova, però lo status socioeconomico degli ebrei rimane lo stesso, restano una classe socioeconomica molto ben definita. Dal punto di vista specifico gli ebrei diventano dall’800 in poi oggetto di persecuzione come responsabili delle crisi congetturate dal punto di vista economico, diventano il capro espiatorio delle crisi che si vengono a creare nel corso delle epoche. Fino ad arrivare alla grande crisi del 29 considerando i grandi debiti che la Germania aveva acquisito nei confronti delle altre potenze vincitrici della Prima guerra mondiale, essendo stata posta ad una sottomissione a livello economico ed essendo stata condannata a pagare i debiti di guerra