Summary

Questa lezione fornisce un'introduzione ai concetti di concorrenza imperfetta e teoria dei giochi in economia. Vengono analizzati i modelli di concorrenza monopolistica e oligopolio, con particolare attenzione al modello di Cournot. Il documento include esempi e illustrazioni grafiche per una migliore comprensione.

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Concorrenza imperfetta: un approccio basato sulla teoria dei giochi (Capitolo 13) IL MODELLO DI CHAMBERLIN DI CONCORRENZA MONOPOLISTICA La concorrenza monopolistica è simile alla concorrenza perfetta in quanto esiste libertà d’ingresso e di uscita dal mercato per la pluralità di imprese...

Concorrenza imperfetta: un approccio basato sulla teoria dei giochi (Capitolo 13) IL MODELLO DI CHAMBERLIN DI CONCORRENZA MONOPOLISTICA La concorrenza monopolistica è simile alla concorrenza perfetta in quanto esiste libertà d’ingresso e di uscita dal mercato per la pluralità di imprese presenti Tuttavia, si differenzia in quanto i prodotti offerti dalle imprese che operano in tali mercati sono (o appaiono) diversi per i consumatori L’impresa fronteggia due curve di domanda: – La prima descrive cosa succede quando essa soltanto varia il prezzo – La seconda rappresenta come si modifica per l’impresa la quantità domandata quando tutti le imprese variano i prezzi IL MODELLO DI CHAMBERLIN DI CONCORRENZA MONOPOLISTICA Poiché le imprese in concorrenza monopolistica fronteggiano una curva di domanda decrescente, esse hanno un certo potere di mercato Nel breve periodo esse realizzano profitti positivi Tuttavia, la libertà d’ingresso e la presenza di profitti attrae nuove imprese che, producendo beni simili, sottraggono quote di mercato alle imprese presenti La curva di domanda dell’impresa si sposta verso sinistra riducendo via via i profitti che, nel lungo periodo, sono nulli analogamente a quanto accade in concorrenza perfetta Figura 13.1: Le due curve di domanda dell’impresa in concorrenza monopolistica Figura 13.2: Equilibrio di breve periodo per l’impresa nel modello di Chamberlin Figura 13.3: Equilibrio del modello di Chamberlin nel lungo periodo π=0 (P=CME>CMA) Concorrenza perfetta e modello di Chamberlin a confronto La concorrenza perfetta consente il raggiungimento dell’efficienza allocativa, il modello di Chamberlin no. In concorrenza monopolistica il prezzo è superiore al costo marginale. Il modello di Chamberlin è più realistico della concorrenza perfetta. Un’interpretazione spaziale della concorrenza monopolistica Secondo il modello spaziale di concorrenza monopolistica, i consumatori preferiscono particolari localizzazioni o caratteristiche del prodotto Ogni impresa tende a misurarsi soprattutto con le concorrenti che offrono un prodotto simile al suo Il punto cruciale è il trade-off tra desiderio di ridurre i costi di produzione e aumentare la varietà Figura 13.4: Un’industria in cui la localizzazione è il fattore importante di differenziazione tra i prodotti Figura 13.5: Distanze con N ristoranti Un’interpretazione spaziale della concorrenza monopolistica Il grado ottimo di varietà dal punto di vista sociale dipende da numerosi fattori: – dalla densità della popolazione – dai costi di trasporto ovvero dalla disponibilità a pagare per avere il prodotto con le caratteristiche desiderate – dal costo iniziale dell’investimento In generale si può affermare che il costo della differenziazione viene sostenuto soprattutto da coloro che le attribuiscono un valore maggiore Figura 13.6: Numero ottimo di ristoranti Figura 13.7: Interpretazione spaziale della programmazione dei voli ALCUNI MODELLI SPECIFICI DI OLIGOPOLIO In un regime oligopolistico sono presenti poche grandi imprese in grado di produrre la maggior parte dell’output di mercato Spesso nei mercati oligopolistici sono presenti barriere all’entrata di nuove imprese Tali barriere possono essere di natura tecnologica oppure strategica La caratteristica peculiare dell’oligopolio, che lo differenzia da tutte le altre forme di mercato, è costituita dal comportamento strategico delle imprese presenti Definizione di equilibrio ✓ Le imprese fanno il meglio che possono e non hanno incentivo a cambiare prezzo o quantità ✓ Tutte le imprese tengono conto delle decisioni dei rivali e presumono che i rivali facciano lo stesso ✓ Equilibrio di Nash: ogni impresa massimizza il proprio obiettivo assumendo per date le azioni delle imprese rivali INTRODUZIONE ALLA TEORIA DEI GIOCHI Gli elementi caratterizzanti un gioco sono: – i giocatori partecipanti al gioco – le strategie a disposizione dei giocatori – i payoff associati alle combinazioni di strategie Alcuni giochi, come il dilemma del prigioniero, sono caratterizzati dalla presenza di una strategia dominante Una strategia dominante consente ai giocatori di ottenere il payoff più elevato possibile indipendentemente dalle scelte degli altri giocatori L’equilibrio in un regime oligopolistico Dilemma del prigioniero Due criminali (Bonnie e Clyde) vengono catturati dalla polizia La polizia ha prove per condannarli ad un anno di carcere per porto abusivo di armi Non ha prove sufficienti, invece, per incriminarli per una rapina che hanno commesso La polizia decide di fare questa proposta ad entrambi (in stanze separate): i) in caso di confessione di un solo individuo, l’individuo quello che ha confessato è scagionato ii) in caso di confessione di entrambi, la pena è ridotta a 8 anni iii) se nessuno confessa, Bonnie e Clyde sono incriminati solo per porto abusivo di armi (1 anno) L’ esito finale dipende non solo dalla decisione individuale ma anche dalla decisione del partner L’equilibrio in un regime oligopolistico Conclusioni del dilemma del prigioniero Strategia dominante (migliore strategia a prescindere) di ogni giocatore: Confessare Equilibrio in strategie dominanti in questo caso coincide con Equilibrio di Nash (migliore strategia data la scelta dell’atro): entrambi i giocatori confessano ottenendo 8 anni di condanna Esito non ottimale per i giocatori: se avessero potuto cooperare, avrebbero deciso di non confessare, ottenendo solo un 1 di condanna Aver perseguito il proprio interesse individuale ha determinato un esito non ottimale Applichiamo questo tipologia di gioco al duopolio Un accordo collusivo come dilemma del prigioniero Impresa 1 Cooperare Defezionare (P=10) (P=9) Cooperare Π1 = 50 Π1 = 99 (P=10) Π2 = 50 Π2 = 0 Impresa 2 Defezionare Π1 = 0 Π1 = 49,50 (P=9) Π2 = 99 Π2 = 49,50 INTRODUZIONE ALLA TEORIA DEI GIOCHI Non sempre esiste una strategia dominante Un equilibrio di Nash è una situazione nella quale ciascun giocatore massimizza il proprio payoff date le strategie adottate dagli avversari In questo caso, la strategia ottima per ciascun giocatore dipende dalle scelte effettuate dagli altri giocatori In un equilibrio di Nash non conviene a nessun giocatore abbandonare unilateralmente la strategia adottata In altre parole, tale equilibrio è una combinazione di strategie tale che la strategia di ogni giocatore è la risposta ottima rispetto alle strategie di tutti gli altri Un gioco in cui l’impresa 2 non ha una strategia dominante Impresa 1 Non fare Fare pubblicità pubblicità Non fare Π1 = 500 Π1 = 750 pubblicità Impresa 2 Π2 = 400 Π2 = 100 Fare Π1 = 200 Π1 = 300 pubblicità Π2 = 0 Π2 = 200 Dilemma del prigioniero ripetuto Quando il dilemma del prigioniero è giocato una sola volta è difficile punire chi defeziona Tuttavia, se ci si aspetta di dover interagire nuovamente in futuro, possono emergere altre possibilità Dilemma del prigioniero ripetuto Una di queste è la strategia del colpo su colpo (tit for tat) Questa strategia prevede che la prima volta che si gioca con qualcuno si coopera, in seguito si adotta la strategia seguita dall’altro giocatore nella fase precedente Affinché questa strategia funzioni, peraltro, è necessario che non vi sia un numero noto di interazioni Giochi sequenziali Nei giochi visti finora i giocatori sceglievano simultaneamente la strategia da adottare Nei giochi sequenziali, viceversa, un giocatore muove per primo e l’altro può scegliere la propria strategia avendo osservato la mossa dell’avversario In ambito economico, questa tipologia di giochi si presta ad analizzare la prevenzione strategica all’entrata di nuove imprese nel mercato posta in essere dalle imprese già operanti Figura 13.15: Deterrenza nucleare come gioco sequenziale Figura 13.16: La decisione di costruire l’edificio più alto Figura 13.17: Prevenzione strategica all’entrata Oligopolio collusivo Nell’oligopolio collusivo i duopolisti riconoscono che se essi si comportassero come un unico monopolista potrebbero ottenere profitti maggiori rispetto al caso in cui ciascuno pensi esclusivamente a se Dal punto di vista delle imprese, la collusione è la forma più redditizia di oligopolio In generale, tuttavia, la collusione non è stabile poiché esiste, per ciascun oligopolista, un incentivo a non rispettare l’accordo e a ridurre il prezzo per tentare di accaparrarsi una maggiore quota di mercato a danno degli altri oligopolisti ALCUNI MODELLI SPECIFICI DI DUOPOLIO A seconda delle ipotesi che si fanno in merito al comportamento strategico delle imprese oligopolistiche, si avranno diversi modelli di oligopolio Ai fini didattici è sufficiente analizzare il comportamento di due sole imprese oligopolistiche, il cosiddetto duopolio Il modello di Cournot (1801-1877) – Duopolio ✓ Due imprese in competizione tra loro ✓ Bene omogeneo ✓ L’output dell’impresa rivale è considerato fisso ✓ Curva di reazione: la quantità che massimizza il profitto dell’impresa è una funzione decrescente della quantità attesa prodotta dalla rivale Modello di Cournot In questo modello le ipotesi fondamentali sono due: – 1) i due duopolisti scelgono contemporaneamente la quantità che massimizza il proprio profitto – 2) ciascun duopolista sceglie la quantità da produrre ipotizzando che l’altro duopolista non varierà la produzione Date queste ipotesi, ciascun duopolista sceglierà quanto produrre eguagliando il costo marginale al ricavo marginale derivante dalla domanda residuale Modello di Cournot La curva di domanda residuale è quella soddisfatta da ciascun duopolista e si ottiene sottraendo dalla curva di domanda di mercato la quantità prodotta dall’altro duopolista Dalla massimizzazione del profitto scaturisce la funzione di reazione del duopolista La funzione di reazione descrive la quantità ottima di output offerto da ciascun duopolista in funzione della quantità di output offerta dall’altro duopolista Il duopolista che massimizza il profitto nel modello di Cournot Costo marginale nullo per semplificare Cma=0 NOTA CHE: Per semplicità ipotizziamo c=0 Funzioni di reazione dei duopolisti nel modello di Cournot q1 Come si può ipotizzare che un concorrente non reagisca alle proprie decisioni? Concorrenza di Prezzo: il modello di Bertrand (1822-1900) La concorrenza in un oligopolio può riguardare i prezzi e non le quantità. Modello di Bertrand con beni omogenei Modello di Bertrand Anche in questo modello le ipotesi fondamentali sono due: – 1) i due duopolisti scelgono contemporaneamente il prezzo – 2) ciascun duopolista sceglie il prezzo di vendita ipotizzando che l’altro duopolista terrà fisso il prezzo L’ipotesi che i duopolisti fissino i prezzi anziché le quantità muta radicalmente il risultato raggiunto con Cournot Modello di Bertrand Infatti, poiché il bene è omogeneo e i consumatori acquistano dal duopolista che pratica il prezzo inferiore Ciascun duopolista ha l’incentivo a ridurre marginalmente il prezzo rispetto all’altro duopolista con l’intento di accaparrarsi l’intero mercato. L’esito finale è che il prezzo si riduce fino a che non coincide con il costo marginale Stesso risultato della concorrenza perfetta Modello di Bertrand Il modello di Bertrand analizza l’interdipendenza strategica nelle decisioni di prezzo delle imprese rivali Ipotesi del modello: - ci sono solo 2 imprese (duopolio) - le imprese producono un bene omogeneo - le imprese fissano i prezzi simultaneamente - ogni impresa prende il prezzo fissato dall’impresa rivale come un dato e fissa il proprio prezzo allo scopo di massimizzare i profitti - le imprese hanno lo stesso costo marginale che è costante (MC1=MC2=c) - la domanda è lineare (p=a-bQ) -in equilibrio, ogni impresa è in grado di predire correttamente la decisione di prezzo dell’impresa 49 rivale Modello di Bertrand L’ipotesi di bene omogeneo implica che: - l’impresa con prezzo più basso serve tutto il mercato se p1 < p2 la domanda dell’impresa 1 coincide con quella di mercato, mentre la domanda dell’impresa 2 è zero - entrambe le imprese fissano lo stesso p, allora ciascuna impresa servirà metà della domanda di mercato se p1 = p2 = p q1 = q2 = 1/2 D(p) Costruiamo la funzione di reazione dell’impresa 1 che ci dice qual è la sua strategia migliore di prezzo date le scelte di prezzo del rivale (impresa 2) 50 Modello di Bertrand La funzione di reazione dell’impresa j è uguale a quella dell’impresa i e simmetrica rispetto alla bisettrice L’intersezione delle curve di reazione delle due imprese rappresenta l’equilibrio di Nash (NE) Alcune osservazioni sul modello di Bertrand e sulla competizione di prezzo con prodotto omogeneo L’uguaglianza fra p e c, in equilibrio, risulta dall’interazione strategica fra imprese e replica l’intensità della competizione di un mercato perfettamente concorrenziale con libertà di entrata sul mercato Se i costi marginali delle imprese sono costanti ma diversi, l’equilibrio di mercato si ha per un prezzo appena inferiore al costo dell’impresa meno efficiente che scompare dal mercato Il modello implica che la capacità produttiva delle imprese sia illimitata 55 È molto improbabile che quando le imprese passano da una a due il prezzo di equilibrio passa dal livello di monopolio a quello di concorrenza Questo significa che passare dal monopolio al duopolio si ha massima efficienza allocativa ? Questo significa che le imprese oligopolistiche non fanno profitti positivi ? Il punto fondamentale del modello di Bertrand è la mancanza di accordo collusivo Bisogna rendere più realistico il modello di Bertrand modificando le ipotesi iniziali del modello: - Differenziazione del prodotto - Concorrenza dinamica - Vincoli di capacità Modello di Stackelberg Le due ipotesi di base sono: – 1) la variabile di scelta dei duopolisti è la quantità – 2) la scelta è sequenziale Il primo duopolista (leader) sceglie la quantità che massimizza il proprio profitto Il secondo duopolista (follower) osserva la quantità prodotta dal leader e, a sua volta, sceglie la quantità da produrre per massimizzare i propri profitti Figura 13-7: Curve di domanda e di ricavo marginale di un leader di Stackelberg Figura 13-8: Equilibrio di Stackelberg Confronto tra prezzo di equilibrio e quantità Si rappresenti graficamente l’equilibrio di due imprese in duopolio alla Cournot utilizzando la rappresentazione delle curve di reazione, indicando cosa viene misurato lungo gli assi, il significato delle curve tracciate e individuando la quantità offerta di equilibrio. 63 La curva di domanda dell’impresa 1 ha equazione: P1 = (a – bQ2) – bQ1 La curva di ricavo marginale dell’impresa 1 ha equazione: MR1 = (a – bQ2) – 2bQ1 La condizione di equilibrio è: MR = MC (MC = 0) (a – bQ2) – 2bQ*1 = 0 Q*1 = (a – bQ2) / 2b funzione di reazione impresa 1 Poiché il modello di Cournot è simmetrico, la funzione di reazione dell’impresa 2 è identica a quella dell’impresa 2: Q*2 = (a – bQ1) / 2b funzione di reazione impresa 2 Il punto di intersezione tra le due funzioni di reazione ha coordinate: Q1* = a/3b ; Q2* = a/3b 64 Q1 a/b Funzione di reazione impresa 2 a/2b Q1* = a/3b Funzione di reazione impresa 1 Q2 Q2* = a/3b a/2b a/b 65 Si consideri un duopolio alla Cournot con le seguenti caratteristiche: costo marginale = 0 Costo totale = 0 domanda: P = 9 – (Q1 + Q2) dove Q1 e Q2 sono, rispettivamente, le quantità prodotte dall’impresa 1 e dall’impresa 2. Si determini la quantità ottimale prodotta da ciascuna impresa, i suoi ricavi e i suoi profitti o perdite. 66 Q1* = (9 - Q2*)/2 Q2* = (9 - Q1*)/2 Q1* = Q2* Q1* = (9 – Q1*)/2 2 Q1* = 9 - Q1* 3Q1* = 9 Q1* = 3 = a/3b Q2* = 3 = a/3b L’output totale di mercato è: (2a/3b) = 6 Il prezzo di mercato è: P = a – b(2a/3b) = 9 – 6 = 3 P* = 3 67 Il ricavo totale di ciascuna impresa è pari a: TR = P* Q* = 3 * 3 = 9 TR = 9 Poiché il coso marginale è nullo il ricavo totale coincide con il profitto economico di ciascuna impresa. 68

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