Il gotico e la riscoperta dell'antico in Italia: PDF
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Summary
Il documento analizza l'architettura gotica in Europa, con particolare attenzione all'Abbazia di Saint-Denis e alla Sainte-Chapelle. Esplora l'influenza del gotico in vari paesi e si concentra sulla riscoperta dell'antichità durante il Rinascimento, evidenziando il ruolo di Brunelleschi e il nuovo approccio all'architettura.
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Il gotico L’architettura Gotica Il romanico appare ovunque in Europa, senza origine né appartenenza. Il gotico può essere collegato a delle persone, ha una data e un luogo di nascita. Abbazia di Saint-Denis, un tempo alle porte di Parigi, benedettina, né cluniacense né cistercense. Da Carlo Magno...
Il gotico L’architettura Gotica Il romanico appare ovunque in Europa, senza origine né appartenenza. Il gotico può essere collegato a delle persone, ha una data e un luogo di nascita. Abbazia di Saint-Denis, un tempo alle porte di Parigi, benedettina, né cluniacense né cistercense. Da Carlo Magno in poi luogo di sepoltura di tutti i Re di Francia. È il mausoleo della monarchia più ricca e importante in Europa. Nel 1130 l’abate era Suger (Surgerio). Aveva elaborato una visione teologica basandosi sugli scritti dei padri della chiesa basata su luce e tenebre. Dio è la luce e la sua assenza le tenebre, le chiese devono quindi essere il più luminose possibili. Elabora con i capomastri un nuovo sistema architettonico, il coro dell’abbazia di Saint-Denis, 1140-1144 forse è il primo edificio gotico. Si diffonde a macchia d’olio insieme all’evoluzione della volta a crociera, la volta a costoloni o nervature. La volta scarica ai quattro angoli ed è la sola parte costruita in pietra, è poi riempita con materiali leggeri. Non ci sono colonne né pilastri ma fasci di nervature, elementi polistili di cui ogni elemento va ad una volta. Le volte laterali contraffortano le volte centrali insieme ad alti contrafforti collegati con archi rampanti e spesso con sopra un pinnacolo per appesantirli. Non è solo strutturale, diventa anche di gusto. L’edificio viene ridotto a puro scheletro, le superfici smaterializzate e ciò che non è portante cancellato. La maggior parte delle vetrate non è originale tranne a Chartres. La Sainte-Chapelle, 1241-1248 è una delle cappelle dei palazzi del Re di Francia. Ha due livelli, tipico delle cappelle dei palazzi. La parte inferiore è stata pesantemente restaurata, nella parte superiore ha intere pareti di vetro. Il Gotico lontano dalla Francia Gli insegnamenti del Gotico vengono diffusi nel corso degli anni con varianti nazionali e culturali in Inghilterra e in Germania. Nella Cattedrale di Strasburgo, Alsazia, dal 1235 si vede maggiore severità che nel gotico francese. In Inghilterra si sviluppa una versione più bizzarra e fiorita del gotico, successivamente detto gotico fiorito, spesso in edifici più articolati. A Canterbury, 1174-1184 si vede un gusto capillare per le nervature, come nella Sala Capitolare della Cattedrale di Wells, 1290 ca. nella King’s College Chapel, Cambridge, 1466-1515 il gotico arriva a smaterializzare un’intera facciata, sia frontalmente che lateralmente. 40 02/05/2024 La riscoperta dell’antico, Brunelleschi Il nuovo rapporto con l’antichità Il Rinascimento è avvenuto grazie ad una generazione di uomini che decise di rivoluzionare il modo in cui si costruiva. L’Europa ricomincia a crescere nel Basso Medioevo (dall’800). Si vive una forte espansione, soprattutto in Italia. I luoghi più vivaci sono al centro di diverse vie di comunicazione, come la via della seta. L’Italia è in una posizione favorevole al centro del Mediterraneo e le città italiane crescono velocemente nonostante la situazione politica contraddittoria. Venezia commercia con la Cina, Genova ha delle colonie a Costantinopoli, ma gli stati italiani non sono indipendenti, sono compresi nell’area del Sacro Romano Impero. Sono cambiate dinastie e imperatori, ma l’incoronazione è a Roma e “controllano” l’Italia. Gli imperatori da lontano vorrebbero drenare le ricchezze delle città che commerciavano, fino ad una ribellione. Le città si federano nella Lega Lombarda con l’obiettivo di difendere l’autonomia delle città. Non un potere che viene dall’alto, dall’imperatore investito da dio, ma i cittadini che si ribellano. Federico II di Svevia, il Barbarossa concesse l’autonomia alle città vittoriose che di solito diventavano comuni. Formalmente sono città soggette all’Impero, ma gli Imperatori riconoscono di non avere diritti. Tra il 1200 ed il 1300. Le città tardo comunali hanno dei caratteri che le avvicinano. Pisa, Venezia, Siena, Firenze, hanno cattedrali, alcune strade centrali, cerchie murarie costruite con l’apporto di tutti i cittadini. Sono edifici depositari di un valore identitario e rappresentano la sovranità di tutti i cittadini che si riconoscono in questi monumenti. (palazzi comunali, fontane) Il patrimonio culturale in Italia è diffuso: chiese, architetture, piazze. Questo si è concretizzato nel tardo medioevo quando le città ribellate si misero a costruire edifici. Non bastava la costruzione, erano necessari dei regolamenti edilizi. Così Piazza del Campo a Siena non fu mai edificata, grazie all’autorità pubblica. Da una visione pagana dell’antichità classica, si ha uno sguardo positivo dopo Carlo Magno. A Pisa si riscoprono le rovine romane quando si riscopre l’identità politica pisana. Essere una città di mille anni è motivo di orgoglio, quindi le robine vengono accatastate, alcune usate nelle pareti, è un fatto ostentato perchè le rovine diventano elementi di prestigio. Alcuni vengono valorizzati, altri usati a sproposito, la volontà di conoscenza si svilupperà intorno al 1300, 1400. Le città italiane si riconoscono nell’antichità, non importa se pagana. Questo le rende diverse dalle altre città del mondo e si vuole riscoprire l’antichità in quanto elemento identitario. 41 Sappiamo m-olte cose dell’antichità. Ci sono arrivati pochi edifici ma tanti libri. Cassiodoro, 485-580, visse dopo la caduta dell’impero romano. ebbe una vita lunghissima. Era di una nobile famiglia ormai isolato in un mondo barbarico. Diventa il principale uomo di governo bizantino in Italia, combatté come generale contro i Goti. In età anziana si ritira dalla vita politica e si dedica solo agli studi. Ritiene che scrivere non abbia più senso, spera che la cultura romana possa un giorno rinascere e decide di conservare i testi. Fonda il Vivarium, vicino a Napoli, una comunità laica che raccoglie tutti i libri scritti anticamente e li copia. Vengono poi spediti ai quattro angoli del pianeta. Li mandano alle abbazie, dove ci sono le biblioteche e degli scriptoria dove i libri sono stati copiati e rispediti per secoli. Nel medioevo leggere e scrivere erano attività separate, un monaco dettava le lettere e gli amanuensi le disegnavano. I libri restarono chiusi nelle abbazie fino al 1300. Petrarca è stato il primo degli umanisti. Gli umanisti erano cercatori di antichità. Viaggiava, si faceva accogliere nelle abbazie e rimetteva in circolo i manoscritti. Li leggeva, li copiava e li faceva conoscere. Tra questi c’era il De Architectura. Cassiodoro copiava tutti i libri, non ne decretava importanza. Ai primi del 1400 viene messo in circolo non come testo di architettura ma per imparare il latino. Dal 1400 c’è il tentativo di studiare gli antichi, non di imitarli, perché erano stati in grado di costruire edifici straordinari. Il Rinascimento prende i modelli dall’antichità, ma è proiettato al futuro. Cristoforo Buondelmonti, fiorentino, cerca di andare alle radici e va a Costantinopoli per studiare gli edifici romani. Ciriaco d’Ancona è un mercante innamorato delle rovine antiche che si mette a rilevare ovunque vada. Fa i primi rilievi del Partenone con ancora le metope. Iniziano a circolare sempre più rilievi, sempre più raffinati e aumenta la capacità di costruire edifici. Sarà Leon Battista Alberti a leggere Vitruvio e a deciderne l’importanza. Scriverà un altro trattato per capire l’architettura romana e dà vita al primo trattato moderno sull’architettura non più trattata come mera attività pratica, ma come un’arte che permette di trasformare il mondo e che dovrebbe essere nota ai sovrani. Si diffonde la consapevolezza delle potenzialità politiche dell’architettura insieme all’idea che ciò che permette di capire se un edificio è bello è l’arte delle proporzioni. Costruire è in un certo senso l’arte divina, così come l’altissimo ha costruito la terra ed il mondo e le leggi naturali. Lo specchio di questo è l’esistenza delle geometrie. Le regole geometriche valgono per il microcosmo ed il macrocosmo. Sono entrambi frutto dell’opera divina e la corrispondenza tra cose piccole e grandi è l’armonia. L’Uomo Vitruviano è un commento ad un passo di Vitruvio sulla corrispondenza di un cerchio e di un quadrato. È l’idea che i movimenti umani possano essere inscritti in forme geometriche, corrispondenze armoniche tra la geometria, l’uomo e l’architettura. Sono tutte idee che circolano in modo più o meno esplicito. 42 Francesco di Giorgio Martini, teorico e architetto fa molte illustrazioni sulla figura umana nell’architettura, dalle proporzioni generali dell’edificio, ai dettagli dei capitelli. Firenze Nelle teorie più diffuse Firenze è la prima città dove iniziano a circolare queste nuove idee, Roma diventerà solo dopo la capitale del Rinascimento. Firenze è una città di fondazione romana, fondata nel III secolo a.C., aveva molte rovine romane percepite in modo forte per tutto il Medioevo. Anche negli edifici romanici si sentono una forte regolarità ed il proporzionamento, come in San Miniato al Monte. Anche il battistero di Firenze 1059-1113, uno dei più importanti monumenti, nel medioevo si pensava che in origine fosse un tempio antico dedicato a Marte. In sezione ha una certa familiarità con il Pantheon Filippo Brunelleschi 1337-1446 Fu il primo architetto rinascimentale, ebbe un ruolo decisivo nella storia dell’architettura, cambiò il modo di costruire da subito e, grazie a Leon Battista Alberti venne percepito come un uomo di rottura. L’attività architettonica si tramandava di padre in figlio, era un’attività empirica. Brunelleschi è un uomo di nascita altolocata, figlio di generazioni di notai. Impara quindi il latino, a leggere, a scrivere, è un intellettuale. Vissuto 80 anni prima di Leonardo, è un piccolo inventore anche lui. Decise di non fare il notaio ma di lavorare come inventore e costruttore di oggetti. Si iscrive all’arte, o corporazione, degli orefici e alla fine del 300 diventa uno dei più abili scultori in bronzo. Ha già un rivale, Lorenzo Ghiberti. Arrivano entrambi in finale nel concorso indetto nel 1401/1402 per la realizzazione delle porte settentrionali del Battistero. Erano porte composte da diverse formelle e oggetto di concorso era la scena del Sacrificio di Isacco. Ghiberti realizza un isacco eroico, realizza quattro scene nello stesso spazio ma separate. Brunelleschi compone le scene in un unico movimento continuo nello spazio. Sul piano tecnico la formella di Ghiberti è migliore e vince il concorso. Propongono a Brunelleschi di collaborare ma offeso se ne va a Roma con Donatello. Rimangono a Roma 2 o 3 anni diventando noti per i loro comportamenti eccentrici. Passano le giornate a scavare le rovine per studiarle. Ritornati a Firenze avranno delle carriere folgoranti, le generazioni successive saranno molto più raffinate, ma per la prima volta c’è un tentativo di capire i dettagli costruttivi. 43 Nel 1413 Brunelleschi mostra ad un pubblica esibizione delle tavolette prospettiche. Macchine che dimostrano come la percezione segua le regole della prospettiva e seguendo queste regole si possano rappresentare in modo proporzionato le dimensioni di un edificio, non siamo vittime di deformazioni. Dimostra l’esistenza di leggi prospettiche con conseguenze gigantesche. Gli edifici non verranno più costruiti in modo empirico ma in base a come vengono percepiti dall’osservatore. Brunelleschi non scriverà mai ma si esprimerà progettando, fu Alberti il primo a pubblicizzare l’episodio delle tavolette. Donatello realizzerà la prospettiva in San Giorgio e il Drago in Orsanmichele, 1416-1417 e Masaccio nella Trinità di Santa Maria Novella. Un edificio classico con quattro piani costruiti prospetticamente. Brunelleschi diventa famoso e torna ad essere in finale ad un concorso con Ghiberti. Il concorso per la ricostruzione della Cattedrale di Firenze. Santa Reparata è una cattedrale gotica di fine 200. Venne demolita per essere sostituita da un edificio realizzato da Arnolfo di Cambio 1296-1302 per poi venire ulteriormente ampliata nel corso del 1300 da Francesco Talenti 1355-1369 e giunge alla pianta attuale. La parte trecentesca cerca moduli sempre uguali e ha un’altezza ben definita. Con il progressivo aumento di scala dell’edificio i capomastri non si erano posti il problema di come completare la copertura. Il progetto originario voleva una copertura voltata sulla navata e un cupola che chiudesse la crociera ma, dopo l’intervento di Talenti, si fa una cupola più grande e più alta. Per la corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo si facevano dei modellini e su quelli si basavano gli edifici reali. Si resero poi conto che non esistevano alberi abbastanza grandi per poter centinare la cupola. Brunelleschi assicura di esserne in grado. Fa un modello che seguirà solo in parte andando avanti giorno per giorno con un lavoro empirico documentato. Così il cantiere della cupola funzionò per 20 anni (1418-1436). Non avendo mai costruito nulla, gli uomini della città gli affiancarono Ghiberti e fece di tutto per screditarlo. Voleva realizzare una cupola visibile da chilometri. Costruì una cupola più piccola con una calotta esterna che appoggiasse su una cupola più grande. La più piccola è in mattoni e poggia sulle nervature. Tra le due c’è un intercapedine creata per lavorare senza impalcature. Delle gru portano ad altezza i pezzi di pietra. La tessitura a spina di pesce fa sì che i laterizi non cadano. Usa ritmi diversi, empirici per non farli cadere, una tessitura “ad elica”. Riprende l’antica tessitura romana dell’opus spicatum. Il risultato è un cupola alta 116 m e larga 45 m. Oggi la percezione della città è diversa, gli edifici sono più alti, ma la cupola domina ancora la città. L’Ospedale degli Innocenti di cui Brunelleschi realizza la facciata nel 1419, è poco distante dalla cattedrale. Era un orfanotrofio, un destino comune al tempo per motivi di povertà o dote. Abbandonare i bambini era vietato ma comune. Il loggiato serve a poter abbandonare il figlio in incognito nella notte ponendolo in una ruota. Insieme alla cupola, è considerato il primo edificio rinascimentale. La cupola è gotica. L’ospedale, tecnicamente meno ardito, è comunque una grande novità. La parte superiore è probabilmente successiva. 44 L’unica decorazione sono dei clipei, tra un arco e l’altro, una forma antica. Sono in pietra serena, come la struttura portante dell’edificio e con lo sfondo in maiolica invetriata, tecnica inventata dai della Robbia. L’edificio è costruito come una macchina armonica proporzionata, tutti gli elementi corrispondono algebricamente ciò lo rende una costruzione intellettuale e non empirica. 9 campate, 9 gradini, le campate sono tanto larghe quanto profonde, la freccia è alta quanto metà colonna. La rivisitazione dell’antichità e il proporzionamento rigoroso sono aspetti che faranno scuola. Gli elementi di dettaglio sono ripresi dall’antichità in modo preciso, ad esempio i capitelli. Torna l’idea della trabeazione retta da archi e paraste. Le paraste sono corinzie come i capitelli, la trabeazione è priva di decorazioni tranne la parte finale con delle ondine, la strigilatura, decorazione dei sarcofagi. La “L” disegnata dalla trabeazione è un elemento di fantasia che si trova anche nel battistero. Elabora qui dei caratteri distintivi che diventano celeberrimi e saranno ricopiati e ripresi per almeno 100 anni. Inventa e rielabora degli elementi della tradizione. (80 anni dopo l’Ospedale degli Innocenti, Ospedale del Ceppo a Pistoia) Nella stessa piazza di Firenze, piazza dell’Annunziata, nel 1601 viene costruito un altro portico davanti alla chiesa, e la Loggia dei Servi di Maria. La logica di Brunelleschi avvolge gli edifici nella piazza e la piazza stessa che diventa circondata da logge come si faceva al tempo dei Romani. La Sagrestia Vecchia, a San Lorenzo, 1422-1428 è la chiesa vicino alla quale abitava la famiglia De’ Medici, i più ricchi e potenti fiorentini. Firenze era un comune, una città-stato repubblicana ma alcune famiglie erano più potenti delle altre. I Medici, mercanti arricchiti, pagavano grandi somme per decorare la chiesa dove venivano seppelliti i loro morti. Venne costruita in questo periodo ma la facciata non fu mai terminata. La sagrestia vecchia era una cappella funebre per Cosimo de’ Medici. Costruisce uno spazio regolare, quadrato, coperto da una cupola circolare. È costituita da due spazi modulari: lo spazio principale e una nicchia quadrata, definita scarsella. Il sistema costruttivo guarda all’antichità. Le paraste sono copie precise del Pantheon, reggono un architrave che unifica lo spazio dei due ambienti. Di nuovo le membrature sono in pietra serena. La trabeazione non è un’imitazione, ma un’invenzione. Una decorazione a ovuli e clipei con spiritelli alati, non disegni di matrice classica ma di invenzione Brunelleschiana. La decorazione della cupola della scarsella, come nella Cappella dei Pazzi (nella Basilica di Santa Croce), è una volta celeste. Qui si ha un tessuto arrotolato e le costellazioni sono reali. Il Pantheon finiva con un oculo. Sia in Santa Maria del Fiore che nella Sagrestia Vecchia Brunelleschi costruisce una lanterna a chiusura dell’edificio e con funzione di lucernario. Nella Sagrestia vecchia la lanterna è un edificio a pianta centrale con colonne corinzie che reggono una specie di pagoda che non ha nessun precedente. È un gioco con lo stesso andamento dei mattoni di Santa Maria del Fiore. Nessuno può vederlo, è autoreferenziale. 45 Brunelleschi ha una logica autoriale, anche se sappiamo chi ha voluto il gotico, non abbiamo il nome del primo costruttore che fu solo un Capomastro. Le chiese di Filippo Brunelleschi Nella Basilica di San Lorenzo, dal 1418, applica gli stessi principi con una diversa realizzazione. Una logica proporzionale rende tutti gli elementi della chiesa modulari e collegati agli altri. Basilica di Santo Spirito, dal 1444 Michelozzo di Bartolomeo Brunelleschi è attivissimo fino alla morte. Si rappresenta in edifici di rappresentanza ecclesiastici, ma la sua logica inizia a diffondersi anche nelle abitazioni. Il Palazzo Medici-Riccardi, 1444, fu costruito da Michelozzo di Bartolomeo, allievo di Brunelleschi e Donatello, scultore e architetto. Ha una più modesta origine. I Medici commissionano a Brunelleschi un palazzo che crea un progetto così straordinario che sono in difficoltà per motivi politici, non economici. Chiedono allora consiglio per un altro architetto. I Riccardi acquisirono il palazzo nell’800. È l’applicazione di tutti i principi di Brunelleschi all’edilizia residenziale aristocratica. L’edificio è totalmente regolare su un lotto in parte già di loro proprietà, originariamente un quadrato che verrà poi ampliato. I Medici volevano costruire un palazzo alla Romana, una domus. Le chiese non potevano essere imitate, perché non esistevano, ma le domus sì, solo che non ve ne era più traccia. L’unica fonte era Vitruvio. C’è un vestibolo che dà accesso ad un cortile loggiato, senza impluvium. Non c’è più esigenza di avere due parti di casa, una semipubblica ed una privata, il grande giardino annesso corrisponde al peristilio. Nella costruzione e nel disegno del cortile sono tutti elementi brunelleschiani, la trabeazione è visivamente appoggiata agli archi, mentre l’idea di casa con giardino annesso è innovativa. La facciata è bizzarra. Alcuni elementi hanno origine antica, come le cornici marcapiano, il cornicione del tetto. La facciata è divisa in tre ordini in modo che siano sempre più leggeri: un bugnato grezzo, un bugnato regolare e poi intonaco graffito, con le fughe delle pietre. (le bugne erano le pietre) L’idea di leggerezza è romana. I pietroni grezzi della parte basse citano il Palazzo Vecchio di Firenze e la Parte Settentrionale del Foro di Augusto, che si riteneva essere un palazzo imperiale. Quindi l’idea è di un nuovo palazzo imperiale che sorge dalle antichità di Roma. Qui abitò Lorenzo de’ Medici, il più grande committente del suo tempo, dove nel cortile raccoglieva una sorta di Accademia, riprendendo l’idea dell’Accademia Platonica, qui imparò il mestiere anche Michelangelo. 46 09/05/2024 La diffusione del linguaggio Rinascimentale Leon Battista Alberti (opere fiorentine) Brunelleschi opera tra il 1410 e il 1440. Tra il 1430 ed il 1450 si diffonde a macchia d’olio il nuovo modo di concepire gli edifici in Italia e la prima città è Firenze. Leon Battista Alberti è un altro protagonista assoluto, nasce nel 1403, 20 anni dopo Brunelleschi. Brunelleschi era un uomo di cantiere, un inventore geniale. Si percepiva come intellettuale ma non scrisse niente. Alberti nace, per caso, a Genova. Suo padre è fiorentino, della famiglia degli Alberti, nello strato più nobile e aristocratico di Firenze ed era stato esiliato in quanto avversario dei Medici. Il padre mercante vive 10 anni a Genova e Leon Battista Alberti è un figlio illegittimo. Il padre però lo accoglie e lo cresce come un figlio “normale”, acquisisce quindi una formazione da aristocratico. Era geniale, precoce, impara molte lingue e fisicamente prestante, ma non aveva il diritto di ereditare. Alla morte del padre viene scacciato dai suoi fratelli. È cosciente del suo status inferiore e già da giovane va via di casa e inizia a viaggiare. È un uomo molto moderno. Non ha una patria, non tornerà più a Genova, torna a Firenze solo una volta quando viene revocato l’esilio e per avere una rendita diventa chierico senza avere un rapporto stretto con la religione. Studia a Bologna. Diventa uno dei più grandi umanisti del suo tempo e in quanto tale andrà a Roma come uno dei segretari del Papa. Scrive centinaia di opere rivoluzionarie. Lui teorizza l’importanza di Brunelleschi nel trattato de Pictura. È il primo trattato dai tempi di Plinio e qui dice che Brunelleschi è il primo grande codificatore della prospettiva, il primo artista capace di stare al livello degli antichi. Torna a Firenze negli anni 40 e Giovanni Rucellai gli si riferisce in quanto conoscitore di antichità. Vuole un palazzo come quello dei Medici. Quindi tra gli anni 30 e 40 Alberti inizia a sperimentare l’arte dell’architetto. Con la sua educazione aristocratica ed essendo segretario del Papa si confronta direttamente con aristocratici e sovrani. Inizia a concepire edifici più nuovi e più ambiziosi di quelli di Brunelleschi e li trasforma in manifesti di idee architettoniche, politiche e sociali. Dice che l’architettura è la più importante delle attività umane perché consente di trasformare il mondo. Palazzo Rucellai, 1446-1470 ha due differenze macroscopiche con il palazzo dei Medici. La prima è la forma. I Medici erano ricchissimi e potenti quindi comprano e ricostruiscono da zero tutto l’isolato. I committenti ascoltano i consigli di Alberti che dice che per fare una nuova immagine di Palazzo non serve demolire gli edifici in cui vivono da secoli ma basta rifare la facciata. È un rivoluzionario ed è attento alla fattibilità economica dei progetti. Demolire è uno spreco, mantiene tre edifici nascosti dietro alla grande facciata unitaria. È un grande edificio con tre piani distinti con marcapiano, il rinvio all’antico che ritma la facciata facendo riferimento agli ordini classici è rigoroso. 47 Le cornici sono scandite da lesene, non portanti, disegnate sulla facciata. Il sistema è chiaro anche se è solo visivo e non è strutturale. Il modello è il Colosseo ma è diverso da un punto di vista costruttivo, è un disegno. I capitelli esprimono libertà. Da una parte il riferimento ai modelli antichi è forte e dichiarato, dall’altra c’è assoluta libertà nel rielaborare e ridisegnare questi modelli in forme nuove. Non sono modelli ignoranti ma conosciuti e reinventati. Dopo la morte di Brunelleschi viene considerato il più grande architetto italiano. Lavorando in diverse città italiane diffonderà il nuovo linguaggio rinascimentale. La Chiesa di Santa Maria Novella, 1458-1460 ca., era la chiesa del grande convento Dominicano di Firenze, fondata nel 1200 e ricostruita durante il 300, un cantiere andato avanti per 100 anni. La facciata si iniziò a costruire nel 300 e non venne mai completata, sempre Rucellai, negli anni 50 gli chiede di completarla. Fino al primo ordine è medievale. Negli arcosoli ci sono le tombe dei frati del convento. Le proporzioni sono gotiche, gli archi sono acuti e le campate strette, allungate e alte nonostante siano modulari. Leon Battista Alberti, principale teorico dei rapporti proporzionali nel rinascimento, si rifiuta di demolire il costruito perché costoso, bello, antico e parte dell’identità della chiesa. Sovrappone un nuovo ordine che si amalgama in maniera organica con la facciata sottostante nonostante abbiano sistemi proporzionali diversi. Il portale centrale è rinascimentale, ha proporzioni diverse, è a tutto sesto. Le paraste e i capitelli provengono direttamente dall’antico, sono corretti, la fascia decorata è quella del Pantheon e i lacunari sono una tipica copertura romana. La parte superiore è studiata in modo diverso. Un triangolo quasi equilatero ricorda un tempio antico, il rettangolo mostra che non era libero nelle forme. Tende alla regolarità con proporzionamenti non casuali che corrispondono ad armonie numeriche. Inventa i modiglioni, forme libere frutto di un disegno decorativo. Sono raccordi scenografici, paraventi. Forse riproducono un rosone. Mascherano i contrafforti e amalgamano la facciata disegnata con rapporti armonici, sono uno stratagemma decorativo. Per il fregio inventa un disegno, delle vele spiegate al vento, l’emblema dei Rucellai. Palazzi nobiliari Fiorentini del Quattrocento Le altre antiche famiglie fiorentine decidono di seguire l’esempio dei Medici e dei Rucellai. Palazzo Pitti, Luca Fancelli, dal 1440 secondo Vasari era il progetto originale di Brunelleschi presentato ai Medici. Venne realizzato dai Pitti, forse da Brunelleschi stesso. Palazzo Strozzi, Giuliano da Sangallo, 1489, Filippo Strozzi era l’uomo più ricco d’Italia, era il banchiere del Papa. I palazzi a quest’epoca erano opere di scultura. È quasi perfettamente cubico, con una regolarità dichiarata. Il cornicione era molto aggettante. Domina ancora oggi il tessuto circostante. Il cortile interno è perfettamente quadrato, loggiato su tutti i lati e usa lo stesso linguaggio dell’Ospedale degli Innocenti a 80 anni di distanza. 48 I palazzi condizionavano il tessuto circostante, interi segmenti di strade iniziavano ad avere un corpo unitario, così e anche attraverso le normative si diffonde un modello estetico. La diffusione del linguaggio Rinascimentale In altre città con altre culture il linguaggio rinascimentale veniva applicato con materiali da costruzione diversi. La diffusione del linguaggio corrisponde ad una sua diversificazione. L’Italia è divisa in molti piccoli stati, la maggior parte sono Signorie, tranne a Firenze, Venezia e Genova in alcuni periodi. Dai tempi di Carlo Magno il sovrano era l’imperatore, erano dei signori che avevano comprato il titolo nobiliare (Marchese, Duca ecc.) governavano in virtù di una conquista militare ed in alcune città erano padroni di fatto. Questo elemento entra nella dinamica architettonica. Rimini Il sovrano dell’Italia centrale era il Papa. Non aveva modo di governare davvero il territorio e aveva dei delegati. I Signori di Rimini erano i Malatesta, condottieri, mercenari. Combattevano per il Papa e, arrichitosi, il Papa lasciò Rimini nelle loro mani. Dal 1300 si passarono la città di padre in figlio. Ai primi del 400 il signore era Sigismondo Pandolfo Malatesta. Rimase orfano a 13,14 anni ed era il più piccolo di tre fratelli quando il papato cercò di riconquistare le terre. Da solo, raccogliendo gli uomini fedeli nella città e nelle campagne, riesce a scacciare l’esercito pontificio. Non era un uomo colto ma era un uomo intelligente, coglie l’importanza e la potenza di questo nuovo linguaggio rinascimentale che costruisce delle immagini di potere. I modelli di potere di Alessandro Magno sono stati riesumati, prima da Carlo Magno nell’800 e poi nel 1400. Sigismondo Malatesta fu il primo sovrano quattrocentesco a cogliere l’aspetto ideologico del linguaggio rinascimentale. Negli anni 30 coniava medaglie con il suo profilo, come gli imperatori romani e dall’altra parte raffigura la sua nuova residenza, Castel Sismondo, come a Roma dove gli edifici erano noti per l’evergeta. Costruisce un castello, una nuova cerchia di mura. Negli anni 40 decide di rendere la Chiesa di San Francesco dove da secoli si facevano seppellire i Malatesta, un mausoleo. Fa costruire due cappelle, una per sé stesso e una per la donna che amava, Isotta, di 16 anni più piccola e lui era già sposato a Polissena Sforza, destinata ad una cappella comune. Non vennero concluse. Erano state affidate agli scultori maggiori dell’epoca Aveva predisposto per sé un gigantesco monumento funebre con le statue delle virtù. Era una cappella dedicata a San Sigismondo, un soldato romano martire. Il ritratto è però di Sigismondo del Lussemburgo, imperatore in quel momento a cui lui è inginocchiato con i cani come simbolo di fedeltà. 49 A Roma incontra Leon Battista Alberti che si reca poi a Rimini. Ritorna a Roma. Essendo uno studioso produceva gli edifici a distanza mandando disegni per lettera e spiegando come fare l’edificio. Sigismondo vuole presentarsi come imperatore ma gli imperatori romani non facevano cappelle, bensì mausolei. Alberti pensa di trasformare l’intera chiesa di San Francesco in un mausoleo per Sigismondo e Isotta, senza distruggerla ma avvolgendola in un guscio di marmo e trasformandola completamente. È un modello cistercense, una chiesa francescana gotica in mattoni realizzata nel corso del Duecento. Rimane una chiesa in forma e funzione ma in onore di Sigismondo. Il Tempio Malatestiano, 1462-1464 Però, il nuovo ritmo rinascimentale non corrisponde a quello gotico preesistente, specialmente le forature. Alberti disegna dei grandi arconi nei quali le finestre cadono sempre in punti diversi. Prende ispirazione dal Mausoleo di Teodorico, uno dei primi re romano-barbarici (520). Negli anni 40/50 del 400 non erano ancora state costruite delle facciate rinascimentali. Non sa come ricondurre la forma tradizionale delle chiese cristiane a dei parametri classici. Alberti pensa a due ordini. Nell’ordine inferiore cita una peristasi, sopra si vede l’idea del timpano. Riprende queste idee da Rimini che era una città romana, nello specifico dall’arco di trionfo di Augusto murato. Questo ha un solo fornice, ma quelli dell’antica Roma ne avevano 3, quindi lo usa per decorare la facciata. Inventa nuovi edifici che prendano spunto da quelli romani. È una genialità pari alla rielaborazione del modello di basilica fatta da Costantino. Si entra nella chiesa come se si passasse da un arco di trionfo. Doveva avere volute, striature, colonne, angioletti alati e soprattutto una grande cupola doveva coprire una parte della navata. Dopo qualche anno di costruzione Sigismondo ha grandi difficoltà. Si scontra con molti stati italiani e si inimica il papa. Pio II, Enea Silvio Piccolomini era un umanista, è l’autore della prima autobiografia. All’inizio del 1400 con il Concilio di Costanza si diceva di deporre il papa perché la chiesa tornasse ad essere una sorta di democrazia dove, con delle assemblee dei fedeli, si decidevano i sacerdoti, come si pensava che fosse all’inizio. Viene proposta un’assemblea di Cardinali che gestisca la chiesa come una Repubblica. Pio II era il segretario del Concilio e scrive dei decreti che stabiliscono l’illegittimità dei poteri del Papa. Il Papa lo chiamò a Roma e lo fece Vescovo, così divenne il primo difensore del rango del Papa. Appena diventato Papa si scontra con Sigismondo, lo scomunica e ordina ai suoi sudditi di ribellarsi. I motivi della violenza del Papa sono politici: Isotta, nefandezze e il Tempio Malatestiano sono motivo di scomunica. Sigismondo è platealmente un eretico per aver costruito una chiesa cristiana in forme pagane. Ma sono rappresentazioni enciclopediche, diffuse. Anzi, lo stesso Pio II è un amante dell’architettura rinascimentale. L’ipotesi è che Alberti avesse infarcito la costruzione di messaggi celebrativi del potere di Sigismondo, e quindi anti pontifici ed essendo il Papa un umanista li avrebbe capiti. Eliminò Sigismondo ma non nominò gli elementi per non diffonderli. 50 Nella trabeazione mette dei messaggi che inventa, per la prima volta nell’architettura rinascimentale le scritte sono un elemento architettonico pregnante. Inoltre sulla facciata laterale c’è un ex voto (scritto in greco, quindi illeggibile) in cui “Sigismondo Pandolfo Malatesta” fonda la chiesa, ma non dichiara il suo titolo di vicario papale, è lui in quanto singolo a fondare la chiesa. L’unico a seguirlo dopo la caduta è Isotta. Gli arconi laterali erano fatti per ospitare sarcofagi di grandi letterati e scienziati di corte, un’idea totalmente laica. Nella posizione più importante doveva andare un uomo mitico: Giorgio Pletone, filosofo greco che aveva elaborato la religione neopagana morto in combattimento per la Repubblica di Venezia a Sparta. La chiesa era dedicata a dio e alla città, non al Papa o ai santi. È probabile opera di Alberti, uno dei pochi a conoscere il greco in Italia. Il caso di Pienza (1458-1462) Pio II diventa committente di architettura. Era di una famiglia aristocratica di Siena e aveva dei possedimenti nelle campagne, già considerate bellissime. Era nei privilegi del Papa trasformare un borgo in città, tutte le Cattedrali si trovavano nelle città che per definizione erano centri urbani dove c’era una cattedrale. Decide di ampliare la città natale e trasformarla in una grande magnifica città centrata intorno alla figura del committente, cambia il nome in Pienza. Tra gli anni 50 e 60 del Quattrocento il linguaggio rinascimentale cambia e diventa sempre più consapevole di sé e di trasformare la città. Con i nuovi modelli progettuali non vuole solo costruire edifici ma rinnovare l’intero spazio urbano. Pio II diventa Papa da anziano e in 6 anni trasforma la città. Trasforma la chiesa in cima al crinale in cattedrale e ricostruisce l’intera piazza. Se c’è una cattedrale deve esserci il palazzo del vescovo, se c’è una città deve esserci il palazzo comunale e a lato c’è il Palazzo Piccolomini, il palazzo di famiglia. E sono frutto di un progetto unitario, i principi progettuali sono riferiti all’intero spazio. Viene capovolto l’orientamento della Chiesa, la facciata viene rivolta verso la piazza perché è individuata come nuovo centro urbano. Viene regolarizzata non in maniera assoluta per il terreno e per le preesistenze. È una delle prime piazze rinascimentali concepita come tale. Sono quattro edifici con facciate rettilinee e l’architetto è Bernardo Rossellino, un importante architetto dei Papi, alle cui spalle probabilmente c’è Alberti. Il Duomo venne costruito nei primi anni 60 ed è la seconda facciata rinascimentale costruita in Italia. 51 Ha tre campate divise da paraste. Non ci sono problemi di navate perché l’interno della chiesa è gotico, poco diffuso in Italia. Pio II viaggiò molto e ammirava le chiese gotiche tedesche. È un modello di chiesa a sala con le navate centrali e laterali alla stessa altezza. Nell’abside i finestroni sono gotici, si manifesta così la libertà del rinascimento. Anche il pozzo presenta elementi rinascimentali classici. Bernardo Rossellino forse stava elaborando un’idea di Alberti, uno spazio in cui tutti gli edifici sono organicamente collegato tra loro. Quest’idea viene portata avanti con uno strumento innovativo: la pavimentazione della piazza. È stata rinnovata nei primi del 900. I listoni di marmo segnano una griglia che non è casuale ma raccorda gli elementi verticali sulla piazza. I prospetti di Palazzo Piccolomini sono i gemelli di palazzo Rucellai. È ispirato ai modelli fiorentini, un cubo con un cortile centrale. È la prima volta che appare con consapevolezza architettonica, di solito sono palazzi al centro di grandi città. Questo è un palazzo di città ma, essendo in un piccolo paesino è strettamente collegato ad un giardino. Il lotto non è edificato e il giardino viene costruito ad arte trasformando e sopraelevando il terreno in modo che ci sia un rapporto diretto tra palazzo e giardino. Un altro aspetto è dato dalla facciata posteriore, è meno importante sul piano dell’immagine dell’edificio e per la prima volta viene costruita in modo diverso con una serie di logge sovrapposte. Quindi il palazzo è completamente aperto sul giardino e sulla campagna Senese. Tutto il palazzo è monumentalmente organizzato a partire da nuovi valori estetici, non c’è un legame diretto con la prospettiva di Brunelleschi ma un tentativo di disegno secondo valori scientifici estetici e di conoscenze sempre più ambiziosi. Quando si sposta il Papa si sposta anche la corte pontificia. Alcuni si costruiscono il palazzo a Pienza. Il papa fa costruire le Case Nuove, nelle fonti chiamate Casette. Possono avere due motivi: o per le maestranze chiamate a Pienza o per ripagare gli abitanti del luogo che vedevano molto male le operazioni effettuate sul borgo. Il caso di Urbino sotto Federico da Montefeltro (1444-1482) I Montefeltro e i Malatesta erano confinanti e si sono sempre odiati. Negli anni di Sigismondo a Urbino il Signore era un altro condottiero Federico da Montefeltro. Quando il Papa scatena la sua forza su Rimini il braccio armato è Federico da Montefeltro. Anche lui probabilmente era un bastardo e diventa signore di Urbino uccidendo suo fratello. Il famoso dipinto realizzato da Piero della Francesca lo ritrae di profilo non solo per l’uso degli imperatori romani ma anche perché era sfigurato. Anche Federico da Montefeltro usa l’architettura rinascimentale per celebrare il proprio potere. Era un uomo carismatico, un condottiero ricchissimo e fece costruire il palazzo considerato il più bello d’Italia. È un gigantesco palazzo ancora in piedi in cui vivevano diverse centinaia di persone, tra cui Baldassar Castiglione. Si dice che non fosse un palazzo ma un’intera città a forma di palazzo. 52 In pianta infatti occupava un sesto della città, un intero pezzo di città concepito unitariamente. La parte alta si affaccia sulla città, quella retrostante ha cinque livelli e si affaccia sulla collina. Negli anni 50 il palazzo fu curato da Maso di Bartolomeo, poi da Francesco Laurana, architetto rinascimentale e infine da Francesco di Giorgio Martini, il più importante consigliere del Duca. In origine erano tanti edifici diversi quindi il risultato non è un cubo regolare, ma ha una pianta articolata. Erano tre palazzi, due giardini ed un cortile. Viene anche modificato l’assetto della città originaria, la cattedrale cambia orientamento in modo che la piazza della cattedrale diventi il cortile d’ingresso del palazzo e che la piazza sia quindi dominata dal palazzo del signore. Sarebbe dovuto essere rivestito in marmo ma venne lasciato in muratura a vista, inoltre i sistemi delle forature sulla due facciate perpendicolari sono completamente diversi, come si vede dall’allineamento, o disallineamento, verticale di porte e finestre. 16/05/2024 Il palazzo, costruito ai confini della città, avvia diversi processi: uno, già citato, è il rinnovamento della piazza antistante l’ingresso, il secondo è la realizzazione di una nuova piazza del mercato, per spostarla da davanti l’ingresso del palazzo, situata al di fuori delle mura verso la quale la città tenderà ad allargarsi e la terza è la costruzione di una nuova strada per salire alla città. Questo fa sì che la posizione del palazzo rispetto all’espansione sia fisicamente, visivamente e simbolicamente gerarchica. La nuova parte della città è sovrastata dal palazzo. La facciata sulla piazza superiore non è né monumentale né trionfalistica, al contrario di un corpo sulla facciata posteriore. Due piccoli torrioni incorniciano una facciata con una loggia marmorea a tre livelli, una tradizionale forma trionfale. Dietro alla loggia si trovava l’appartamento del Duca. Chiama famosi artisti e architetti. Piero della Francesca realizza vedute di città ideali per il palazzo. Molte opere d’arte, ma anche architettura, come il trattato di Francesco di Giorgio Martini. I cittadini nobili, in gran parte cortigiani, che hanno palazzi di tradizione medievale in città, sono portati ad imitarlo. Decorazioni, stilemi ed elementi sono emulati al punto che il palazzo dà l’impronta all’architettura costruita ad Urbino per almeno un secolo. Cornici, porte, finestre, tessiture murarie. Il palazzo era in una posizione di cerniera tra la città medievale e rinascimentale, costruito ad una scala immensa. È la cartolina di Urbino per chiunque arrivi da Sud. È una nuova veduta che si impone, anziché la vista da Nord come classico schema iconografico. La mercatale, la nuova via d’accesso e la facciata trionfale codificano una nuova veduta che si canonizza. La veduta della città coincide con la veduta del palazzo. 53 Il caso di Milano Milano nel periodo tardoantico era una delle capitali dell’impero romano durante l’ultimo periodo di crisi e quindi era una delle più grandi città europee. Era orgogliosa del suo passato illustre. Vantava le basiliche di Sant’Ambrogio e San Lorenzo e di essere stata a capo della Lega Lombarda. Qui c’è uno dei primi palazzi comunali italiani, il Broletto. Durante l’epoca signorile i Visconti non avevano conquistato solo la città, ma tutta l’attuale Lombardia. Era uno dei più grandi stati italiani con un centinaio di centri urbani. Crebbe in popolazione e in potenza. I lavori del Duomo di Milano iniziarono alla fine del Trecento e si conclusero solo nell’800, epoca in cui è stata ultimata la facciata. Il Duomo è solo uno dei tanti esempi di edifici importanti costruiti a Milano nel tardo medioevo rendendola ricca di una sua tradizione architettonica. Quindi, il linguaggio rinascimentale non arriva in un piccolo centro dove il sovrano usa un linguaggio di importazione per celebrare il proprio potere e la propria modernità. Milano si ribella, percepisce il linguaggio come invasione e questo si contamina. Francesco Sforza L’ultimo dei Visconti, Filippo Maria Visconti morirà nel 1447 senza eredi maschi. Per consolidare il potere della figlia che sarebbe se no un sovrano debole, la fa sposare a Francesco Sforza, di rango inferiore ma molto energico. A lui si ispira Machiavelli per scrivere Il Principe, il sovrano moderno. È un uomo venuto dal fango che con la sua sola intelligenza e capacità politica diventa il più potente sovrano italiano. Era anche lui un condottiero, un mercenario figlio di mercenario, non è istruito ma è ancora più abile di Sigismondo e Federico da Montefeltro. Morto Filippo Maria Visconti in città scoppia una rivolta. Si crea la Repubblica Ambrosiana, nel frattempo diversi stati cercano di impadronirsi della città e dopo tre anni Francesco Sforza si impadronisce del vecchio stato visconteo. Il primo obiettivo è di rinnovare la sua immagine di sovrano dato l’arrivo da forestiero, e degli edifici a lui legati. Vuole ricostruire moderno il castello dei Visconti che era stato distrutto. Sforza non era un uomo colto ma aveva capito la capacità del linguaggio rinascimentale di veicolare le nuove idee. Chiede quindi a Lorenzo de’ Medici un architetto fiorentino che sappia costruire non al vecchio modo dei milanesi. Lorenzo consiglia Antonio Averlino, Filarete (amatore della virtù) formato anche lui come orafo come Brunelleschi, Donatello e Ghiberti. Diventa famoso facendo le porte della chiesa di San Pietro. Il Castello Sforzesco, dal 1452 ha pianta perfettamente quadrata, forme molto geometriche, come si vede dalle torri, e una grande piazza d’armi. 54 Il cantiere inizia secondo le idee progettuali di Filarete, molto più moderne. Essendo un cantiere di grandi dimensioni vi lavorano centinaia di maestranze inquadrate da capomastri che devono seguire la costruzione dell’edificio educati nella tradizione milanese. Vedono nell’architetto fiorentino un personaggio che propone modelli inaccettabili in città, legati a materiali diversi, alla pietra e non al laterizio, e delle forme classicheggianti non adatte ad un castello. Mentre Leon Battista Alberti ad Urbino e a Rimini ha tutto il prestigio per imporre la modernità, Filarete viene sfiduciato dagli architetti locali. Reagisce scrivendo un trattato, come Alberti scrisse il De Re Aedificatoria facendo programmaticamente dell’attività architettonica un'attività intellettuale, anche con risvolti politici e con la capacità di trasformare le città del tempo. Filarete scrive per legittimarsi come architetto albertiano, mentre i milanesi sono muratori che lavorano per pura ripetizione empirica. Ha una cultura più modesta di Alberti e non padroneggia bene il latino. Alberti ha più fiducia nella parola che nelle immagini, non si fida dei copisti quindi non illustra il trattato, perché a meno che l’artista che copia non sia di alta qualità rischiano di essere fuorvianti. Filarete prende il modello del trattato, l’idea che gli architetti siano intellettuali, scrive in volgare e lo illustra. È il primo trattato scritto in italiano. Sul piano letterario è un’opera innovativa, non è enciclopedico e sistematico come l’Alberti, ma è scritto sotto forma di dialogo tra il sovrano e l’architetto, il sovrano vuole costruire una città e non ne è capace. “Se il padre di un edificio è in realtà il committente, l’architetto è la madre” dice Filarete, per paragonare l’importanza dell’architetto al committente. Alla fine del Quattrocento diversi artisti vanno a Milano, tra cui Leonardo Da Vinci che è cortigiano nel castello per una decina d’anni. La Sala delle Asse, 1498 è una stanza dipinta interamente in modo illusionistico con una vegetazione fitta. In corrispondenza dei tronchi d’albero l’intonaco è sagomato per dare profondità, l’effetto è quello di stare dentro a un giardino. Filarete iniziò a costruire anche l’Ospedale Maggiore, dal 1456, l’ospedale più grande della città. Nel medioevo gli ospedali erano in tutte le città, tipicamente gestiti da Francescani e Domenicani come opera di beneficienza. Intorno agli ospedali si sviluppavano giganteschi flussi di denaro, di gestione del potere e influenza. Francesco Sforza decide di porre il settore sotto il controllo ducale, sottraendo l’amministrazione alla chiesa. Sopprime ospedali in giro per la città e costruisce un gigantesco ospedale pubblico Laico. Bisogna inventare una nuova tipologia. Gli ospedali erano tipicamente all’interno dei conventi. Il cantiere diventa luogo di conflitti tra Filarete e le maestranze, fino a che non abbandona Milano dopo aver scritto il suo trattato con delle illustrazioni del progetto dell’ospedale mai portato a termine come da lui voluto. Non si sa se la facciata sia stata voluta da lui, la corte centrale loggiata doveva, in origine, essere quadrata. Le due ali ai lati sono l’ala maschile e l’ala femminile. Ognuna di queste è costituita da una crociera, due grandi bracci che ospitano corridoi che anche noi oggi chiamiamo corsie. I cortili garantiscono luce, aria e uno spazio per passeggiare ai malati. L’illustrazione nel trattato ebbe fortuna e sarà lo schema dell’ospedale. 55 L’edificio è stato costruito quando Filarete fu allontanato dal cantiere. Ha funzionato per secoli come Ospedale ed è oggi la sede della Statale di Milano. Ha delle proporzioni enormi. Nelle campate in facciata si osservano elementi classici che possono essere ricondotti all’opera di Filarete: una base su cui poggiano delle semicolonne che hanno elaborati capitelli corinzi, sopra si ripetono tutti uguali degli archi a tutti sesto tra i quali sono posizionati dei clipei con dei busti, una tipica decorazione romana come nell’Ospedale degli Innocenti o nel Tempio Malatestiano. La ghiera dell’arco è perfettamente tangente alla trabeazione. Nel cortile interno tutti i prospetti sono uniformi e si coglie la volontà classicheggiante: le logge sovrapposte e capitelli ionici rielaborati. La realizzazione pratica viene affidata a maestranze milanesi che non conoscono e non apprezzano il linguaggio fiorentino. I materiali cambiano, sono colonne in pietra incastonate in pareti di mattoni, così anche tutte le decorazioni sono in cotto. Le finestre in facciata e il loggiato sono stati costruiti dalle stesse maestranze che hanno voluto denotare la loro distanza dal nuovo linguaggio rielaborandolo in forme milanesi. Anche nel cortile interno ci sono dei clipei ma con busti molto aggettanti, di gusto gotico, così tutte le decorazioni sono molto plastiche. Un altro esempio di ospedale è l’Ospedale Reale a Santiago de Compostela che usa la stessa idea delle corsie che si incrociano ad angolo retto e creano dei cortili. La Cappella della Chiesa di Sant’Eustorgio, o Cappella Portinari, 1462-1464 probabilmente è stata realizzata da Filarete. Fu commissionata da Pigello Portinari, il direttore milanese del banco Mediceo, come cappella funebre. È un corpo autonomo dalla chiesa, un edificio perfettamente quadrato coperto da una cupola, ha annesso uno spazio speculare a quello centrale sormontato da una cupoletta, imita la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo dei datori di lavoro. La pianta e gli alzati sono una copia: paraste corinzie, la trabeazione che corre lungo tutto l’edificio, gli arconi che reggono il tamburo e la cupola, ma con una decorazione diversissima. Le paraste non sono corinzie, le pareti sono dipinte, le finestre negli arconi sono gotiche. Ludovico il Moro Alberti muore negli anni 70. C’è una seconda generazione del Rinascimento attiva tra il 1480 e il 1510, che rielabora l’eredità della prima generazione e la porta al Cinquecento. Uno di questi uomini è Bramante. Al governo c’è Ludovico il Moro, uno dei responsabili della fine precoce e violenta nel 1494 del periodo d’oro della storia italiana. Con la scoperta dell’America il traffico si sposta verso l’oceano e l’Italia, senza grandi monarchie europee, da luogo all’avanguardia si trasforma in campo di battaglia. I padroni dell’Italia diventano stranieri: francesi, spagnoli. Bramante era considerato da Leonardo l’unico interlocutore alla sua altezza. La corte verrà spazzata via dai francesi quando Leonardo partirà per la Francia, mentre Bramante andrà a Roma. Bramante nasce in un piccolo paesino vicino ad Urbino. Si pensa fosse un pittore e che avesse lavorato al palazzo di Urbino come pittore di sfondi architettonici. Era una personalità ricca, un uomo colto, conosceva il latino, conosceva le antichità. 56 Urbino gli sta stretta e si sposta a Nord, a Bergamo e poi a Milano. Già ai suoi tempi era considerato un maestro assoluto. Santa Maria presso San Satiro, 1478-1483 era un edificio piccolo annesso alla più antica chiesa di San Satiro. Il lotto era piccolo perché la zona era molto urbanizzata e qui Bramante costruisce un edificio di una potenza monumentale inedita. Riprende i modelli romani con un desiderio monumentale molto più forte di Brunelleschi o Alberti. È divisa in tre navate, sopra alla crociera c’è una cupola, riprende le volte cassettonate usate dai romani nelle terme ma diffuse soprattutto con romanico e gotico. L’abside è completamente finta, è profonda 70 cm. Da brunelleschi in poi gli edifici non devono più essere oggettivi, non sono giudicati per le forme astratte ma per come sono osservati. È il primo edificio costruito approfittando delle deformazioni prospettiche conosciute. Per Ludovico il Moro realizza anche la Grande Piazza di Vigevano, dal 1492. 57 Roma È il grande motore immobile di questa fase storica. Attorno vi ruota il linguaggio rinascimentale non per imitare ma per trovare valori e leggi che permettono di costruire un mondo nuovo. Nella modernità era una città meno importante. Il sovrano era il Papa ma non si immedesimava nella città in quanto sovrano universale e per molto tempo aveva avuto pochi legami con la città. Nel 1300 i Papi vennero portati dai francesi ad Avignone e quando tornarono trovarono una città che si era autoregolata. Ha una sua nobiltà decadente. È un panorama urbano molto diverso, ha una cerchia di mura immensa ma è abitata da qualche decina di migliaia di abitanti. All’interno c’era aperta campagna e grandi rovine. Si era formato un comune con il palazzo sul Campidoglio. Nelle città c’era una piazza con la cattedrale ed il palazzo comunale. Qui San Giovanni in Laterano era in periferia e il palazzo comunale di difficile accesso. Anche il Papa aveva delle residenze in luoghi periferici: a San Pietro, a trastevere, e a San Giovanni. La Chiesa di San Pietro aveva ancora il quadriportico come all’epoca di Costantino, i Papi rimangono itineranti quando tornano da Avignone, fino al primo papa di grande importanza. Niccolò V Originario di Sarzana fu Papa dal 1447 al 1455. Fu un Papa umanista, per la prima volta in modo consapevole e coerente si pone il problema di usare il linguaggio rinascimentale per consolidare il proprio potere. Questa funzione è affidata agli edifici. È uno scrittore ed in alcuni testi parla esplicitamente delle sue strategie, enuncia un programma di rinnovamento urbano. Il potere pontificio è minacciato dalla scarsa religiosità, dalla presenza di altri sovrani, a Roma il Papa non ha seguito. Il fondamento temporale dei Papi è la loro autorità spirituale, legata sulla paura dell’inferno. Quindi suscitare la paura è lo strumento per gestire il potere e si può suscitare attraverso gli edifici. I fedeli entrando nelle chiese riscoprono la devozione per Dio e percepiscono l’autorevolezza del papa. È il primo Papa che decide di fare del Vaticano il cuore del potere pontificio. La Chiesa di San Pietro era ormai antichissima e quindi un cimitero pieno di tombe. Niccolò V elabora un progetto di ricostruzione di Trastevere in 3 complessi. La Chiesa che propone di abbattere e ricostruire da zero. La costruzione di un nuovo palazzo pontificio al posto dell’attuale castello. Rendere il borgo vaticano, l’area compresa tra la Chiesa e il Mausoleo di Adriano un quartiere abitato da curiali, persone che lavoravano alla corte pontificia. Trasferisce l’abitazione del papa nel palazzo pontificio immaginando una cittadella di persone che lavorano al suo servizio e di controllare l’intero pezzo della città. Del borgo non se ne farà nulla, il palazzo inizia ad essere ricostruito, Niccolò V costruirà solo un’ala, un edificio medievale con beccadelli. 58 All’esterno era fortificato ma all’interno era decorato in modo sontuoso. Chiama i più grandi pittori fiorentini come Botticelli, Beato Angelico le cui opere verranno distrutte dopo poco. Avvia la distruzione della chiesa partendo dall’abside per costruire una nuova crociera forse per posizionare lì la propria tomba. Alberti era già segretario del Papa. I lavori si fermarono prima della morte di Niccolò V, fu forse lui a bloccare l’operazione in quanto dissennata. Pio II Piccolomini L’organizzazione del papato era la stessa dai tempi di Costantino, come è ancora oggi. La chiesa non ha mai conosciuto rivoluzioni, il Papa è ancora oggi un sovrano assoluto e infallibile, per legge religiosa. È però un potere sovrano più fragile degli altri perché non è dinastico, l’immagine dei sovrani non si tramanda. I Papi arrivano al potere in tarda età e per 5 o 10 anni esercitano un potere assoluto ma limitato alla loro persona. Nasce così il nepotismo. Le altre dinastie in Europa cercavano di costruire delle logiche di committenza in continuità con i predecessori, regge, mausolei, mentre i Papi hanno comportamenti contraddittori. Pio II non ha un buon rapporto con roma, a differenza di Niccolò investe tutto a Pienza. Non si propone di rinnovare la chiesa, ma, con un espediente albertiani, di nasconderla con una nuova facciata trionfale classicheggiante che viene costruita davanti al quadriportico. La Loggia delle Benedizioni, dal 1460 è una vecchia idea proveniente dal Palazzo Imperiale sul Palatino. Niccolò V aveva spostato il baricentro del potere e bisognava sostituire la piccola loggia medievale. Sono state costruite solo 4 campate delle 11 previste, con marmi di recupero dal Colosseo, poi morì Pio II. Non è stato costruito solo con le forme romane ma anche con le tecniche costruttive. Riproduce il Colosseo, sono tre ordini sovrapposti, si vede il sistema trilitico nelle semicolonne che reggono l’architrave. Il successore, Paolo II, ne ferma la costruzione. Ogni Papa farà il contrario del predecessore, ma nel Quattrocento le strategie pontificie si concentrarono sull’area del Vaticano. Verranno costruiti edifici importanti secondo il linguaggio rinascimentale con forme consapevoli e dichiarate, contemporaneamente all’aumento del potere papale. Paolo II Fece costruire Palazzo Venezia, 1455-1467, il primo palazzo rinascimentale di Roma. Sisto IV Come dice il nome, commissionò la Cappella Sistina, 1475-1481. Nella seconda metà del Quattrocento il palazzo vaticano inizia ad ampliarsi e in Roma vengono costruiti palazzi di grande importanza perché i Cardinali seguono le logiche papali. Non hanno figli ma famiglie al cui servizio vengono messe le rendite della Chiesa. 59 Giulio II (1503-1513) Nato a Savona nella famiglia dei Della Rovere, era il nipote di Sisto IV. Aveva ricchezze infinite, diventa Papa da anziano e muore ultraottantenne. Quando ha 80 anni la città di Bologna si ribella al potere pontificio e guida personalmente l’esercito pontificio e riconquista la città. Il suo nome era Giuliano della Rovere e Giulio II viene scelto non in riferimento ad uno sconosciuto papa altomedievale, ma a Giulio Cesare. Era un uomo di grandissima ambizione, anche architettonica. Si dilettava di architettura e fu un grande costruttore. Aveva inoltre grande intuito nel puntare artisti eccezionali. Bramante si reca a Roma dopo le le calate dei Francesi in Italia, la prima nel 1494, la seconda nel 1499. Un Re Francese ritiene di avere diritto al trono di Milano, il secondo degli stati italiani. Il Chiostro di Santa Maria della Pace, 1500 ca., non fu realizzato per Giulio II. Così come il Tempietto di San Pietro in Montorio, 1502, una piccola chiesa a Trastevere importante perché uno dei luoghi dove si fermò Pietro prima del martirio. Bramante aveva un rapporto antico diverso dagli altri, lo riproduceva in modo più mimetico e filologico. Le colonne sono doriche e quindi la trabeazione è a metope e triglifi, usa il fregio dorico molto consapevolmente. Alterna la riproduzione precisa di forme romane alla fantasia più totale. Una precisa trabeazione dorica a servizio di qualcosa di inedito. La balaustra decora il primo ordine, più largo del corpo centrale, ma ha solo funzione estetica. Giulio II decide di abbinare la sua immagine al progetto grandioso di completare la radicale e unitaria trasformazione del polo del Vaticano con due operazioni: l’abbattimento della chiesa e la costruzione di un nuovo immenso palazzo pontificio. Il Cortile del Belvedere, dal 1504 è un intero spazio urbano che collega la Chiesa del vaticano alla Villa del Belvedere lungo un dislivello. È delimitato da due lunghi corpi di fabbrica, sono dei passaggi. I livelli del terreno vengono terrazzati e delle gradinate trasformano lo spazio verde in un elemento di paesaggio inglobato all’interno dell’edificio. Lungo le pareti erano sistemate le collezioni di antichità dei Papi, scavate dal terreno. Il corpo che divide il cortile venne costruito nella seconda metà del ‘500. Lo spazio costituisce una sorta di Circo Massimo per esaltare il palazzo e la figura del Papa. Nell’ala di Niccolò V decide di rinnovare completamente gli appartamenti e li affida ad un artista secondo lui superiore, Raffaello, che si occupa insieme a Bramante dell’allestimento architettonico e della decorazione. Lo sfondo della Scuola di Atene è il progetto di Bramante per la ricostruzione di San Pietro. Bramante era un visionario, non sappiamo di preciso cosa avesse progettato, abbiamo una medaglia di fondazione, che era uso porre sotto la prima pietra con il disegno del progetto. Si vedono degli elementi, delle forme che si dipartono dalla tradizione cristiana: due torri laterali, non ci sono tre navate, ed era coperta da una cupola immensa, grande come quella del Pantheon. San Pietro infatti avrà la terza grande cupola della storia. 60 Bramante sovrappone il rilievo della Basilica di Costantino con la ricostruzione iniziata da Niccolò V. Su questo basa il suo progetto, il cuore della chiesa non può cambiare siccome l’altare sorge sul luogo di sepoltura di Pietro. Inizia a disegnare qualcosa che ha scarsi precedenti, i nuovi pilastri sono più grandi di due delle vecchie navate, oppure ipotizza una chiesa a pianta centrale, con una serie di ambienti organici disegnati plasticamente e non pure forme geometriche schematiche. Inizia la costruzione dei pilastri ma, alla morte di Giulio II, il cantiere viene fermato di nuovo per 30 anni. Scoppia la riforma, il potere pontificio viene messo in discussione ovunque in Europa, i fiumi di denaro che arrivano alla chiesa non vanno in opere di bene, ma in opere di esaltazione di sé. In questo clima è impopolare costruire un edificio cristiano legato all’antichità pagana. In più gli architetti che verranno dopo non avranno la stessa sicurezza di Bramante nel completare la chiesa. In quella parte della chiesa Giulio II volevo inserire un mausoleo commissionato a Michelangelo. Doveva essere un intero edificio in marmo con 40 statue un po’ più grandi del naturale. Ne furono realizzate solo 10 e non venne finito. Tra queste c’è il Mosè di Michelangelo, rappresentato nel momento dell’ira quando, prese le tavole della legge, si rende conto che il suo popolo non lo sta seguendo. Michelangelo ha cercato di completarla per tutta la vita, anche lavorando gratis. Venne messo in San Pietro in Vincoli, siccome Giulio II lasciò detto a testamente di voler essere messo a “San Pietro” Leone X Nel succedersi di generazioni Bramante, capo della fabbrica di San Pietri, lascia il suo incarico ai più grandi architetti del periodo. Fra Giocondo, Raffaello, Baldassarre Peruzzi, Giuliano da Sangallo e tutti si confronteranno con il problema della cupola. Raffaello fonde tecniche della rappresentazione diverse per studiare l’organismo architettonico che vuole costruire. Peruzzi fa una veduta assonometrica dell’edificio. Così il disegno diventa lo strumento progettuale per eccellenza, al posto dei modelli lignei. Il momento più tragico si ebbe nel 1527 quando il papa Clemente VII, figlio di Lorenzo de’ Medici si scontra con l’imperatore Carlo V che manda dei mercenari, i lanzichenecchi, riformati, a combattere contro il Papa. È il secondo sacco di Roma. Il papa rimase asserragliato a Castel Sant’Angelo. Giulio Romano a Mantova Il sacco di Roma fu un colpo per la prima fase del Rinascimento. Nei primi 30 anni del ‘500 i papi chiamarono a Roma artisti eccezionali che costruirono un immaginario architettonico completamente nuovo. Si dispersero in Italia dopo l’arrivo dei Lanzichenecchi. 61 Trasformarono la grandiosità monumentale romana e bramantesca nel rinascimento in Italia e in Europa. Quando decora il palazzo pontificio insieme a Raffaello è ancora un bambino, ha 13 o 14 anni. Scappa a Mantova alla corte dei Gonzaga. Ha grande prestigio e per 20 anni sarà il regista di tutte le opere realizzate a Mantova. Realizza Palazzo Te, 1524-1534, il cui nome deriva da un toponimo. Era una villa di svago, alle porte di Mantova. Ha un solo piano, un corpo quadrato, un cortile, e una grande loggia da cui si accede ad un secondo cortile. È una domus, un modello Vitruviano, due corpi intorno a due cortili. Il cortile interno ha dei prospetti quasi tutti uniformi, analoghi, è un prospetto molto classicheggiante, delle grandi semicolonne doriche, il bugnato, la trabeazione è dorica, sotto ai triglifi ci sono le gocce, riprendono l’architettura stilizzata in legno di cui parla Vitruvio. Però è mosso da autoironia, nervosismo o un senso di crisi o del grottesco. Infatti è la rappresentazione di un prospetto classicheggiante in rovina. È nato vecchio, non ci crede più neanche l’architetto. La trabeazione non è perfetta nel suo splendore, ci sono dei buchi lasciati dalle metope, alcuni pezzi sono in procinto di cadere, spezzati e sconnessi. Sono elementi sparsi. L’edificio non è in procinto di cadere perché vecchio, ma perché è stato costruito male, le regole dei maestri di Giulio Romano erano regole fragili perché il mondo da cui venivano è privo di fondamenta solide, non vengono osservate le regole giuste. Il bugnato in alcuni punti, di solito in punti critici, è sostituito da blocchi di pietra sbozzata e la tessitura muraria a volte è irregolare. Giulio Romano ha un rapporto con l’antichità e con i canoni architettonici disincantato. Prende le distanze dalla credenza di alberti di poter individuare delle regole grazie alle quali creare edifici armonici. Si entra nella fase del manierismo, l’ultima fase del rinascimento. La Sala dei Giganti è un salone in cui la pittura e i materiali la trasformano in un discorso sull’architettura, sul rinascimento e sulla crisi del mondo italiano. Il pavimento fa girare la testa, su tutti i lati è raffigurato un mondo che crolla, un crollo architettonico, sotto il soffio di venti pazzeschi. Sono i titani che cercano di scalare all’Olimpo e Zeus distrugge il loro mondo. I titani sono gli uomini e il mondo che crolla è l’architettura rinascimentale che non è più in grado di dare forma al mondo. 23/05/2024 Michelangelo (1475-1564) Coglie le contraddizioni del linguaggio rinascimentale e le trasferisce nelle sue architetture. È fiorentino, cresce nel giardino del Palazzo Medici. È un uomo del 400, longevo, cresce nel momento dello splendore. Diventa il più grande scultore della sua generazione a Firenze e venne chiamato a Roma da Giulio II per la costruzione del mausoleo. Il Papa gli chiede di lavorare ad altre opere, inizia a lavorare anche come pittore per la decorazione della Cappella Sistina. 62 Leone X, figlio di Lorenzo de’ Medici, era il successore di Giulio II. Nel 1516 chiede a Michelangelo di tornare a Firenze per la costruzione della Sagrestia Nuova, una delle sue prime opere di architettura, una cappella funebre. San Lorenzo era la chiesa dei Medici. Viene realizzata una cappella funeraria per due giovani che avrebbero potuto diventare principi. La posizione fu stabilita dai Medici, la forma da Michelangelo. Rivisita la Sagrestia Vecchia. Pianta quadrata sormontata da cupola, una scarsella, la distinzione tra la parte portante e non. Fa un uso sistematico della pietra serena, non ci sono altre decorazioni, è un ambiente bicromo. Ma è molto più alta, ha tre ordini anziché due, è un ambiente piccolo che viene innalzato molto. Incombe quindi molto di più anche perché le pareti aggettano progressivamente all’aumentare dell’ordine. È un espediente illusionistico. La cornice della trabeazione è solo una fascia bianca, il secondo ordine galleggia nell’aria anziché reggersi sul primo, la cornice è un elemento impalpabile non tettonico. Il linguaggio rinascimentale viene piegato per dare effetti visivi nuovi. Le nicchie sopra alle porte sono finestre cieche. L’elemento inferiore, la porta, è più piccolo dell’elemento superiore. La cornice della finestra, visivamente pesante poggia su una mensola e su dei riccioloni ma non arriva a terra. Il timpano è spezzato e termina fuori dalle mensole, quindi non può stare in piedi. Attorno al festone ci sono piani sovrapposti con geometrie irregolari puramente decorative. Tutti gli elementi architettonici sono illogici. Le statue sopra ai sarcofagi raffigurano le persone a cui era dedicata. Guardano verso il centro della sagrestia ed è impossibile incrociare il loro sguardo. Sotto sono raffigurate Giorno e Notte, Alba e Tramonto non finite, in rovina. Mostra una conoscenza del linguaggio classico e un senso di caducità. Nella Biblioteca Laurenziana, 1524 mostra lo stesso linguaggio ancora più distante dalle tradizioni. È la biblioteca personale dei Medici voluta da Lorenzo il Magnifico. Tutto è stato progettato da Michelangelo, il pavimento, gli scranni, le sedute. Il vestibolo è un ambiente molto piccolo. Anche qui le pareti aggettano, è un comportamento da scultore. Si sente il peso gigantesco delle colonne che reggono la struttura, ma non poggiano al livello del terreno, ma su una mensola. Di nuovo la porta è piccola rispetto all’enorme finestra cieca. Un altro elemento contraddittorio è una parete interna scandita come se fosse una facciata esterna, gli elementi non hanno funzione. Al di fuori della scala non c’è spazio per altro. C’è un rapporto sproporzionato tra la scala e l’ambiente, è un ambiente piccolo decorato come uno spazio gigantesco. È inedita, ha tre rampe, è senza corrimano. Gli scalini non sono più sagomati rispetto alla forma della scala, sono ellittici e chiusi da dei riccioli, come se fossero delle onde, come se dell’acqua scendesse. Sono stati disegnati con una libertà totale rispetto all tradizione, denotano una personalità gigantesca e un modo di rapportarsi con il passato che si affermerà nel Barocco per dare aspetti visivi e scenografici diversi. Paolo III Farnese Fu l’ultimo grande Papa del Rinascimento. Michelangelo e Giulio Romano, nati alla fine del 400, fanno sentire l’avvio di una nuova sensibilità tra gli anni 20 e 30 del 500. Negli anni 40 del 500 i Papi hanno ripreso il controllo della città. 63 Il Campidoglio, 1540-1564 fu un’operazione più urbana che architettonica. Paolo III chiese il rinnovamento della piazza che fu l’acropoli dell’antica Roma e dove aveva preso sede il comune. Nel medioevo era una collina con i fianchi scoscesi. L’unico modo per accedervi era attraverso la chiesa dell’Ara Coeli, La prima operazione del Papa fu di trasferire in quella piazza la statua di Marco Aurelio. Si salvò del medioevo perché, posizionata anticamente davanti al Laterano, si credeva che fosse un monumento a Costantino, e quindi magica. Era il simbolo del potere pontificio che così viene spostato. È la prima piazza celebrativa del potere trasformata secondo un progetto unitario. Il terreno era poco uniforme, gli edifici erano disallineati e difformi inoltre era di difficile accesso. Michelangelo realizzò una rampa cordonata, percorribile anche ai cavalli e realizza tre grandi facciate, disposte in modo da regolarizzare lo spazio, e disegna la pavimentazione (realizzata secoli dopo). Le geometrie vengono proporzionate per dare l’impressione di uno spazio regolare, le vie che si diramano sono quinte teatrali e vengono coordinate dal disegno. Il Palazzo Senatorio sorge sul Tabularium. Per la facciata inventa un sistema. C’è uno zoccolo sopra cui viene realizzato l’edificio e il principale elemento in facciata è la scalinata monumentale a due rampe. Sopra c’è un apparente ordine classico, delle paraste corinzie che reggono la trabeazione, ma reggono due piani. I tre ordini reali vengono ridotti ad un solo ordine gigante, con paraste che reggono direttamente il tetto. Il Palazzo dei Conservatori è formato da diverse articolazioni del comune romano. È una facciata scenografica su un palazzo medievale. È più basso del Campidoglio ma possente. Anche qui Michelangelo usa l’ordine gigante ed al piano terra crea un porticato. Prospiciente, speculare ma non parallelo si trova il Palazzo Nuovo. In quel punto non c’era nulla di costruito, non sarà completato da Michelangelo ma seguendo i suoi disegni dopo la sua morte. È identico al Palazzo dei Conservatori, ma dietro alla facciata non c’è nulla. Nella tradizione architettonica le architetture sono sincere, le loro dimensioni sono calibrate sulle loro funzioni. La piazza è magniloquente, gli edifici sono possenti e le facciate possenti parlano di potere, però è racchiuso nella facciata. Le scenografie sono un mondo finto che non ha bisogno di essere sincero. La piazza riduce l’architettura a finzione teatrale. i La soluzione che Raffaello trovò per la cupola di San Pietro in Vaticano era simile a quella di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore. Sia lui che Antonio da Sangallo tornano ad una concezione di chiesa tradizionale, a crociera e non più a pianta centrale. Paolo III vuole mettere fine ai lavori della chiesa ed emana una bolla che ordina che il progetto, affidato ad Antonio da Sangallo sia un progetto esecutivo. Tra il 1533 ed il 1535 elabora il progetto con un plastico di legno alto un metro e mezzo sagomato nei dettagli architettonici sia all’interno che all’esterno. Sangallo muore nel 1540 ed il cantiere viene affidato a Michelangelo ormai 65enne. Per vent’anni lavorerà al completamento della chiesa, ma a modo suo. Era infatti celebre l’ostilità tra i due architetti, che incarnavano un l’ingegnere l’altro il creatore di forme. Lavorerà gratis. Immagina probabilmente una chiesa a pianta centrale, una croce greca impercettibile. Le pareti interne ed i pilastri hanno proporzioni immense e sono sagomate organicamente per reggere la 64 cupola più grande mai costruita. Costruisce tre bracci della croce. Viene costruito il tamburo e poi muore. I cantieri si fermano di nuovo. Si impiegheranno 40 anni prima che venga ultimata la cupola da Giacomo della Porta, con le forme dal progetto di Michelangelo leggermente rialzate, secondo i principi costruttivi del gotico, perché teme non stia in piedi. 65 Il caso di Venezia È sempre stata una città diversa da tutte le altre, innanzitutto per la differenza morfologica-geografica e poi perché nell’Alto Medioevo era sotto dominio Bizantino. Nel 1400 è una città emancipata con forti legami con l’oriente ed in una posizione periferica e protetta. Era una scheggia d’oriente in Italia, si riconosceva in un’immagine diversa, non aveva un retaggio antico. Nel Basso Medioevo era diventata una città potente e ricchissima e costituì un impero formato da mercanti fino ad arrivare ad essere tra le 3 o 4 città più grandi d’Europa. Il linguaggio rinascimentale può relazionarsi in due modi con la città: o i governatori scelgono di modernizzarsi lasciando alle spalle il passato medievale, oppure possono chiudere le porte al nuovo linguaggio, decidendo che la loro tradizione è diversa non perché vecchia, ma perché autonoma. Il cuore politico della città era l’area di San Marco. la cattedrale è in periferia perché il Papa è percepito come un esterno, mentre la chiesa più importante era la Cappella del Palazzo del Doge, una copia della chiesa dei Santi Apostoli. Venezia fu un repubblica fino alla conquista francese. L’influenza rinascimentale portò pochi edifici ed arginali, mantennero l’importanza gli edifici medievali. Tra il 1400 ed il 1500 ci si pone il problema di rinnovare Piazza San Marco. Vi erano tanti corpi separati dove avevano sede le maggiori magistrature della città, tra cui i procuratori di San Marco. Secondo uno schema arcaico il campanile era separato. Crollò all’inizio del 900 e fu ricostruito com’era e dov’era. In fondo alla piazza vi era la Chiesa di San Geminiano. Nella repubblica veneziana c’erano due fazioni. I vecchi erano tradizionalisti , difendevano la vecchia tradizione cittadina, bisognava puntare al commercio con l’oriente e nel culto delle vecchie immagini medievali. I giovani riconoscevano il cambiamento del mondo, la perdita d’importanza del mediterraneo e la necessità di allearsi col Papa, che non era simpatico, ma potente contro Francia e Spagna. Nel 1496 venne ricostruita in forme regolari l’ala delle Procuratie Vecchie, un primo timido tentativo di modernizzazione. Venne costruito un lungo edificio uniforme per regolarizzare gli edifici retrostanti. Con tre ordini di logge sovrapposti potrebbero sembrare una basilica romana, ma le forme non sono classiche. Il rapporto tra altezza e larghezza della campata non è classico, è un canone di riferimento orientale, medievale. Il dibattito rimane aperto fino agli anni 30 del 500 quando diventa Doge Andrea Gritti. Era il capo dei giovani e un umanista, sotto di lui si attiva un processo di radicale trasformazione di piazza San Marco. Ha un rapporto forte con un architetto scappato da Roma, Iacopo Tatti detto Sansovino. Ha passato più di 20 anni a Roma lavorando con Michelangelo e Raffaello. Anche lui nasce come scultore e diventa architetto. Insieme a Andrea Gritti rinnoveranno pezzo per pezzo piazza San Marco. 66 Il primo edificio costruito da Sansovino fu la Loggia del Campanile di San Marco, 1537, la sede dei guardiani del campanile. Non ha un’importante funzione pubblica ma viene costruita come manifesto. Nonostante le dimensioni e la funzione, è costruita come un arco di trionfo la cui forma e i cui dettagli vengono utilizzati per dare forma a un edificio che ha tutt’altra funzione. A Venezia non erano stati ancora costruiti edifici rinascimentali. Inoltre, di rado a Venezia si costruiva in marmo, veniva usato come elemento interstiziale per evidenziare degli elementi di pregio nelle facciate. Era ritenuto molto più pesante del laterizio e quindi ritenuto pericoloso dai capomastri. I giovani osannano Sansovino, mentre per i vecchi è un’offesa. Il Doge e Sansovino non si tirano indietro e, conclusa la loggetta, inizia la costruzione della Libreria Marciana, 1597-1588. Le biblioteche erano fino a quel momento dei depositi di libri dentro ad altri edifici, questa, in una delle posizioni più importanti della città, è la prima biblioteca autonoma, salvo quella di Alessandria. Nacqua perché sia Petrarca, alla sua morte, che il Cardinal Bessarione, che alla caduta di Costantinopoli viene in Italia con tutti i suoi libri, faranno un lascito alla Repubblica di Venezia. Sono attestati di passaggio di consegne dall’antichità al mondo moderno. Il Doge decide di costruire una biblioteca, come richiesto da Petrarca, attorno a questo nucleo di libri e diventerà il simbolo della grandezza della città. Sansovino prende un altro modello antico nobilitante che trasforma dandogli una nuova funzione: la basilica romana. Sansovino realizza due grandi sale, una per i libri in latino, una per i libri in greco. Durante la costruzione, tra il 1538 e il 1539, l’edificio crolla. Muoiono molti operai, i vecchi contestano la costruzione perché non tiene conto delle esigenze locali e Sansovino viene incarcerato. Verrà ritenuto responsabile, poi liberato. I lavori continueranno dopo la sua morte ma il progetto di creare un foro romano su piazza san Marco fu applicato solo in parte. La piazza venne unificata come l’idea originale di Sansovino secoli dopo. Le Procuratie nuove, 1587 furono realizzate da Scamozzi. La realizzazione della piazza impiegò secoli perché veniva ostacolata dai vecchi. Fino alla fine del 1700 la regolarità della piazza era interrotta dalla Chiesa di san Geminiano, venne poi costruita l’ala Napoleonica. Il centro fisico della città è la zona di Rialto, la zona più anticamente urbanizzata, il centro commerciale della città. A Venezia non coincideva con la piazza del potere comunale o della cattedrale. Il Canal Grande, come il resto della città, non aveva ponti tranne a Rialto: un ponte di legno e levatoio, per far passare le navi. Dava molti problemi di manutenzione, si incendiò, fu distrutto e ricostruito più volte. All’inizio del ‘500 ci fu un grande incendio che bruciò l’area, si iniziò a fare strada la volontà di una costruzione non effimera, venne ricostruito e crollò di nuovo. Nel 1551 la Repubblica indice un concorso “internazionale” per la costruzione del ponte. Furono presentati due tipi di progetti. Vincenzo Scamozzi, uno degli architetti vicini a palladio progetta un ponte in pietra a tre fornici. Le pile hanno delle nicchie, il passaggio delle navi è interdetto per il sacrificio in nome dell’architettura classica, la balaustra è classico e al centro del ponte c’è una struttura che riprende le forme di un tempio classico. 67 Andrea Palladio presenta un progetto ancora più magniloquente. Le campate sono 5, le murature laterali ospitano delle botteghe, come era uso al tempo. Presenta una rivisitazione del progetto che ha inserito nel trattato: un ponte larghissimo e piano con le scalinate in testa che implicavano una serie di demolizioni. L’altro tipo di progetto si riscontra nella proposta di Francesco Zamberlan, un proto ossia un tecnico degli uffici della repubblica. Non conosce e non gli interessano le decorazioni, non disegna la parte superiore del ponte ma le fondazioni. È modesto, funzionale ed economico, non ha bisogno di diversi fornici perché è leggero. La Repubblica respinge il progetto di palladio e vince quello di un proto, Antonio da Ponte, con una struttura simile a quella di zamberlan, in mattoni rivestiti in pietra d’Istria. Sopra ha due semplici file di botteghe e si inserisce nel tessuto medievale che rimane quello tradizionale voltando le spalle al rinascimento. Andrea Palladio (1508-1580) Ebbe una storia fortunata. Nacque poverissimo a Padova. Era una città di periferia della Repubblica di Venezia. La sua famiglia non aveva un cognome, il padre era mugnaio, la madre era nota come Marta la Zoppa. A 12 o 13 anni inizia l’apprendistato come scalpellino. I lavori di costruzione all’epoca erano artigianali e il lavoro di apprendistato durata tra i 7 e i 10 anni. Poi o si creava un’impresa o si continuava a lavorare come operai. Il padrone viene assunto per lavorare a Villa Trissino, di Giangiacomo Trissino, nel 1535. Trissino era un nobile vicentino, ricco, colto e appassionato di architettura. Si progetta una villa vicino a Vicenza e seguendo quotidianamente i lavori viene colpito dal giovane Palladio. Decide di investire nel ragazzo che, pur essendo analfabeta, mostra un rapporto con l’architettura di alto livello. Gli finanza gli studi, Palladio mostra subito una straordinaria capacità di disegnare, diventando il più raffinato disegnatore di architettura. Lo fa stare per due anni a Roma. Così l’operaio anonimo si trasforma in un conoscitore dell’architettura antica. Illustra la riedizione del De Architectura di Daniele Barbaro e diventa il canonizzatore del disegno in architettura come disegno al tratto, pulito e quotato. Il Palazzo Comunale medievale di Vicenza brucia in un incendio alla fine degli anni 40 del 500. Grazie alla raccomandazione di Trissino affidano il progetto di parziale ricostruzione a Palladio: è il Palazzo della Ragione, 1549-1614. Riprende l’idea di Sansovino di riportare in vita un edificio romano filologicamente studiato come modello nobile utilizzando lo schema antico per funzioni nuove. Prende il modello della Basilica. Secondo l’insegnamento di Alberti non distrugge la parte medievale, perché è di buona qualità, sta ancora in piedi, ma realizza una camicia. Le foratura medievali anche qui non possono coincidere con quelle rinascimentali. Escogita un altro sistema. le aperture delle campate si spostano. Le campate hanno un ritmo uniforme ma si vede, dalla distanza delle colonne che reggono gli archi, che in realtà cambia. Il ritmo esterno non coincide con il ritmo interno. Va oltre il principio di Sansovino: l’architettura rinascimentale è un linguaggio plasmabile che si può adattare alle esigenze concrete e attuali della modernità. 68 Palladio costruisce perlopiù edifici privati, incarna una nuova figura di architetto, lavora per il mercato anziché realizzare grandi edifici pubblici rappresentativi. Il suo successo deriva dalla capacità di adattare i modelli aulici alle esigenze quotidiane dei “normali aristocratici”. La tipologia che lo rende famoso è quella della Villa. Il mondo del commercio veneziano è scomparso, molti vendono le navi e comprano le terre dove hanno i contadini, vivono di rendita e villeggiano, mentre controllano i contadini. L'aristocrazia vuole edifici eleganti e calibrati secondo le proprie esigenze, edifici di lusso in campagna. Un primo esempio è Villa Barbaro, 1554-1558. Qui Palladio prende gli elementi più nobili della tradizione architettonica legata alle grandi chiese, ai templi, ai modelli vitruviani e li adatta alle abitazioni quotidiane dei ricchi. Sono forme che vengono adattate a scopi di mercato. Nelle barchesse, i corpi laterali dell’edificio c’erano il ricovero degli attrezzi e delle macchine agricole, cosicché il padrone possa controllare da vicino il lavoro dei contadini. Ma è tutto finto, le colonne non sono in marmo ma in mattone stuccato, Palladio inventa forme magniloquenti, danno nobiltà all’edificio ma sono di facciata. A Fratta Polesine costruisce Villa Badoer, 1554. Palladio elabora mille variazioni sul tema, ha un repertorio che propone ai committenti. Realizza un ingresso loggiato con un vestibolo che porta al salone delle feste e a due appartamenti, o del padrone di casa e della moglie o dei due coniugi e degli ospiti. In Villa Capra, “La Rotonda”, 1566 cita chiaramente il pronao del Pantheon. Il salone è al centro coperto da una piccola cupola. Sono citazioni illustri che ormai tutti colgono. Palladio divenne famoso anche per il trattato che scritte in tarda età, il più importante trattato rinascimentale. 69 La Trattatistica Rinascimentale Nel Medioevo l’architettura era un mestiere artigianale, empirico. Nel 1452 Leon Battista Alberti con un’operazione puramente intellettuale, teorizza che l’architettura sia un mestiere intellettuale. De Re Aedificatoria era scritto in latino, non era illustrato, era diretto a nobili e papi. Filarete scrisse in italiano e con delle figure, divenne meno famoso vista la difficile diffusione, la stampa non esisteva. Come per Filarete anche il trattato di Francesco di Giorgio Martino circolò poco, perché manoscritto ed illustrato. Dal 1500 iniziano ad essere pubblicati i trattati a stampa, quindi per il mercato. Dai primi del Cinquecento sono centinaia, se non migliaia, le persone interessate ad avere un trattato di architettura. Sebastiano Serlio scrisse un trattato sull’importanza degli edifici antichi, I Sette libri dell’Architettura. Era indirizzato a centinaia e migliaia di architetti, o che iniziano a concepirsi come tali, che studiano i modelli e li ripropongono. I Quattro libri dell’Architettura di Palladio vedono la parte scritta come a servizio delle illustrazioni. Piante, sezioni e prospetti sono quotati con numeri e proporzioni. Gli architetti d’ora in poi costruiranno edifici che non saranno oggettivamente validi, ma un repertorio di forme da adattare alle esigenze dei committenti. Nasce un nuovo mondo, il mercato, con un rapporto disincantato con le convenzioni architettoniche. 70