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Questo documento presenta una panoramica sul giornalismo, inclusi i suoi principi etici e le norme deontologiche. Vengono descritti anche i ruoli e le responsabilità dei giornalisti, nonché le implicazioni relative alla privacy e alla tutela dei minori. Inoltre, sono incluse diverse carte deontologiche e articoli che trattano varie tematiche del campo.
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Giornalismo Carta→soffre per evoluzione digitale Internet→con l’arrivo di questo ognuno può “parlare con il mondo”, è saltato tutto→scomparsa delle emittenti locali Satelliti→utilizzati per sviluppare informazioni in tempo reale a vantaggio dei cittadini (devono essere informati)→ ruolo del giornal...
Giornalismo Carta→soffre per evoluzione digitale Internet→con l’arrivo di questo ognuno può “parlare con il mondo”, è saltato tutto→scomparsa delle emittenti locali Satelliti→utilizzati per sviluppare informazioni in tempo reale a vantaggio dei cittadini (devono essere informati)→ ruolo del giornalista Giornalista: - deve informare il cittadino: onestà e libertà. Si parla di democrazia che consente di poter scegliere come pensare e vivere, se non è così c’è pluralismo. - non lavora per editore ma per cittadino e democrazia→ha una linea editoriale da rispettare ma non è obbligato, se non condivide può abbandonare, può cambiare strada Cosa vuol dire fare il giornalista? - cercare e approfondire le notizie - verificarle (evitare di diffondere fake news) - presentarle all’opinione pubblica in modo completo (vanno date ai cittadini tutte le info, verificate, raccolte in una scala d’importanza) e asciutto (non anatomia, medicina.. vanno portate in modo coinciso, descrivendo la scena del crimine→no “lago di sangue”) →dobbiamo distinguere il fatto dalla notizia: se un fatto interessa più persone diventa una notizia, se una persona cade in una buca e lo dice al comune si parla di notizia in quanto di norma non ci dovrebbero essere buche sulla strada. Per fare il giornalista bisogna avere: - preparazione - voglia di imparare ogni giorno - passione - spirito di sacrificio→anche ogni ora del giorno - umiltà→protagonisti della notizia non siamo noi, siamo il mezzo per far conoscere la notizia al cittadino - coraggio→nel chiedere, domande scomode, approfondire (prima di scrivere deve capire, non può essere superficiale) - sensibilità→empatia è elemento fondamentale - curiosità→componente che porta a scoprire cose date per scontato che in realtà non lo sono→precisione e attenzione, mai fermarsi ai primi si e ai primi no →per raccontare una notizia si deve prima verificarla, essere obbiettivi, onesti e non cedere alla pressione →obbiettività è un pensiero astratto in quanto ognuno ha un modo diverso di pensare, percepire ecc.. empatici ma senza essere influenzati dal nostro modo di pensare, non possiamo dare il nostro punto di vista sennò il cittadino non può crearsene uno proprio. Si può commentare →il giornalista non è un tuttologo! Bisogna essere umili ed imparare ogni giorno →leggere molto fa bene: bisogna essere aggiornati su un po’ tutto quello che succede anche se non fa parte di ciò di cui parlerò io (anche x rompere ghiaccio nelle interviste). E’ un modo per ampliare il nostro vocabolario perché abbiamo un confronto con altri tipi di scrittura (x arricchire il nostro stile), conosciamo tante notizie che possono rivelarsi utilissime Fino ai primi anni 90 il giornalista lavorava solo per un media, oggi il mercato editoriale richiede: - scrivere su carta e web - parlare in radio e tv - postare su social network - preparare video e gallerie fotografiche Si parla di un approccio crossmediale→”tecnologia è ancella non regina” Steve Jobs. Agenda digitale: mettere tutto in ordine alfabetico non basta, è meglio procedere con una suddivisione delle fonti x grandi aree o per temi Prima esistevano le agende di redazione (violazione privacy quindi cancellate) ma la vera ricchezza di un giornalista è la SUA agenda→è importante avere siti di riferimento Montagna di dati che si fa? Bisogna circoscrivere il più possibile il campo di ricerca, aggiornarsi, trovare verità sostanziale dei fatti (raccontare quello che è successo→affidabilità) →obiettivo finale: interesse pubblico Tutte le norme devono essere rispettate. La costituzione non parla di giornalismo ma l’articolo 21 dice che tutti hanno diritto di esprimere il proprio pensiero e mezzi di diffusione. Nel 1948, quando venne istituita la costituzione, Internet non esisteva (però l’avevano prediletta). ARTICOLO 1 L’Italia è una repubblica democratica dove il popolo elegge i suoi rappresentanti. Noi siamo liberi di esprimere il proprio pensiero ma fino ad una certa (entro certo limiti). ARTICOLO 2 Al cittadino è riconosciuto una serie di diritti inviolabili che devono essere tutelati. ARTICOLO 3 Tutti i cittadini sono uguali La nostra capacità di esprimere idee ha dei limiti e per questo bisogna rispettare il pensiero altrui. Ci sono tre reati con i quali tutti i giorni il giornalista deve fare i conti: Ingiuria→offesa recata all’onore e al decoro in cui la vittima è presente Diffamazione→offesa nei confronti di una persona assente (parlare alle spalle) Calunnia→ offesa in cui una persona viene accusata ingiustamente in un processo e il soggetto calunniatore è consapevole che sta accusando ingiustamente qualcuno. Il diritto inviolabile del cittadino soccombe davanti all’informativa ma in tre condizioni: - Verità dei fatti - Interesse pubblico alla notizia - La continenza formale (ossia il modo con il quale il giornalista deve raccontare i fatti in modo preciso e distaccato) Montanelli (giornalista) in una lezione che aveva tenuto, disse che il giornalista deve essere onesto e se commette errori, lo ha fatto in buona fede. LEGGE ISTITUIVA DELL’ORDINE DEL GIORNALISTA ARTICOLO 2 Libertà di informazione rispetto alla verità dei fatti. La crossmedialitá ha permesso ai giornalisti di aggiornarsi costantemente ed essi ogni anno devono seguire una serie di informazioni per aggiornarsi. Oggi le leggi permettono di fare indagini immediate (il giornalista deve assolutamente conoscere le norme). Nei casi in cui il giornalista ha violato delle norme gravi ci sono dei procedimenti disciplinari: - avvertimento - censura - sospensione dell’esercizio in un periodo da due mesi ad un anno radiazione dall’albo (violazioni abbastanza gravi) ARTICOLO 79 - indulto (cancella la pena principale) - grazia (concessa dal presidente della repubblica. cancella la pena) - amnistia (è una causa di estinzione del reato. cancella il reato) DEONTOLOGIA: 1993 la CARTA DEI DOVERI DEL GIORNALISTA ARTICOLO 1 Onestà, attenzione ai dettagli etc.. Il giornalista ha il ruolo di informare ma anche di criticare ARTICOLO 2 si riferisce ai comportamenti che un giornalista deve tenere - Difendere il diritto all’informazione - Tutelare la dignità del lavoro del giornalista stando solidali Non può aderire ad associazioni segrete poiché esse sono delle confraternite (quindi il giornalista non potrebbe avere la massima libertà di informare) ARTICOLO 3 Non vanno mai pubblicati i nomi dei soggetti coinvolti in violenze sessuali (tranne se viene richiesto dalle stesse vittime)Va sempre fatto questo per tutelare l’anonimato e si usano delle formule generiche. ARTICOLO 8 Si concentra sulla cronaca giudiziaria. Bisogna evitare di riportare il contenuto processuale o d’indagine in tv poiché non si è particolarmente attenti a certi dettagli (si cerca di fare un racconto intrigante) ARTICOLO 10 Prevede che il giornalista non presti nome/voce per iniziative pubblicitarie Il giornalista NON PUÒ fare pubblicità perché non avrebbe più la libertà di parlare e di raccontare un fatto se prendesse soldi da un azienda.Quindi non può fare pubblicità ma sono consentite a titolo gratuito delle prestazioni per iniziative pubblicitarie volte a fini sociali, culturali, religiosi, artistici, umanitari e sindacali. COMUNICAZIONE DEI SONDAGGI (altro argomento importante) Quando si pubblica un sondaggio, le norme deontologiche impongono al giornalista di pubblicare chi ha realizzato il sondaggio, le collaborazioni, i criteri seguiti per l’individuazione del campione, il metodo di raccolta delle informazioni (interviste sul web o telefoniche etc), quante persone hanno partecipato al sondaggio, il numero delle domande che sono state fatte, la percentuale di persone che hanno risposto ad ogni domanda e le date in cui è stato fatto il sondaggio. Perché è importante sapere tutti questi dati? Perché se il sondaggio ha dei numeri e metodi statistici attendibili, anche il risultato sarà attendibile. Quindi quando un giornalista pubblica un sondaggio, deve precisare ed evidenziare queste informazioni. Il giornalista quando da un informazione economica (quindi in campo economico) deve dare le speculazioni (operazione commerciale intesa a conseguire un guadagno in base alla differenza tra prezzi attuali e quelli futuri previsti) legate a quella notizia (deve riferire correttamente il vero significato della notizia) Le notizie vanno date e diffuse sempre DOPO essere state verificate e controllate. Le norme deontologiche del giornalista sono anche norme del codice penale. Il giornalista deve fare i conti non solo con il rischio di violare la privacy ma anche con il trattamento dei dati del cittadino (i dati devono essere assolutamente tutelati). Anche un personaggio pubblico deve avere la sua privacy ARTICOLO 6 Essenzialità dell’informazione. Il giornalista non assume incarichi in contrasto con l’esercizio autonomo della sua professione TUTELA DEI MINORI (viene prima del diritto di cronaca) ARTICOLO 7 Il giornalista non può scrivere il nome di un minore CARTA DI TREVISO: una delle carte deontologiche. È un documento che rafforza la riservatezza, la protezione dei dati personali e il non rilevare mai nomi e cognomi dei minori. Dobbiamo sempre pensare all’interesse del minore. ESEMPIO DI NOTIZIA CON SOGGETTO MINORENNE: Nicholas Grin era un bambino che nel 1984 mentre stava in macchina con i suoi genitori, per sbaglio una macchina gli sparò pensando di sparare ad una macchina di criminali. Nicholas morì a questa tragedia e i suoi genitori decisero di donare gli organi del figlio salvando la vita di 6 persone. Da questo gesto, l’opinione pubblica italiana aumentò la disponibilità di donazioni ed organi. La carta di Treviso è un protocollo firmato da ordine dei giornalisti, federazione nazionale della stampa italiana e dal telefono azzurro. Essa ha lo scopo di difendere l’identità, la personalità e i diritti dei minorenni vittime di colpevoli o reati. Il 30 marzo 2006 questa carta è stata aggiornata estendendo la tutela dei minori ai mezzi di comunicazione digitale. ARTICOLO 8 DELLA CARTA DI TREVISO Il giornalista non fornisce notizie o pubblica immagini di soggetti coinvolti in fatti di cronaca. Tutela della dignità di una persona. ARTICOLO 9 Tutela del diritto alla non discriminazione (rispetto verso il prossimo) ARTICOLO 10 Tutela della dignità delle persone malate (diritto alla riservatezza) ARTICOLO 11 Tutela della sfera sessuale della persona (il giornalista si astiene dalle discrezioni di abitudini sessuali) ARTICOLO 13 Ambito di applicazione, sanzioni disciplinari (si applicano ai giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti) CARTA DI ROMA (12 GIUGNO 2008) Riguarda una figura ben precisa di cittadini-> richiedenti asilo/rifugiati/vittime della tratta/migranti - Richiedente asilo è colui che è fuori dal proprio paese - Rifugiato è colui al quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato - Vittima della tratta è colui che non ha mai acconsentito ad essere condotta in un altro paese - Migrante è colui che sceglie di lasciare volontariamente il proprio paese d’origine per cercare un lavoro CARTA DI FIRENZE (8 NOVEMBRE 2011) Basata sulla precarietà nel lavoro giornalistico. Un giornalista poco pagato e con scarse certezze è un lavoratore facilmente ricattabile e condizionabile. Il primo diritto del giornalista è la tutela della sua autonomia. CARTA DEI DOVERI DELL’INFORMAZIONE ECONOMICA (28 MARZO 2007) Il giornalista riferisce in maniera corretta, le informazioni di cui dispone. Il giornalista non può scrivere articoli che contengano strumenti finanziari. Il giornalista rifiuta regali, pagamenti o rimborsi spese etc. LA CARTA DI PERUGIA (11 GENNAIO 1995) Serve per garantire il rispetto dei diritti del cittadino malato e del cittadino che legge il giornale e vede la tv. ARTICOLO 1 Rispetto del diritto del cittadino-paziente alla tutela della propria dignità personale. ARTICOLO 2 Non bisogna creare false aspettative nei malati e negli utenti. ARTICOLO 3 Importante ricorrere a fonti attendibili. In tv è importante rispettare il contraddittorio della tesi e ovviamente, come sempre, non bisogna rilevare dati sensibili. DECALOGO PER IL GIORNALISMO SPORTIVO Anche qui valgono le stesse regole. Il giornalismo sportivo evita di favorire atteggiamenti che possano provocare incidenti. Il giornalista non fa il tifoso. Non usa espressioni minacciose orali o scritte. 9 comma Il giornalista sportivo conduttore di un programma si dissocia fin da subito, in diretta da atteggiamenti scorretti e contenuti inappropriati che provengano da colleghi/ospiti/sms/ interlocutori telefonici. DIRITTO DI CANCELLAZIONE (DIRITTO ALL’OBLIO, ART 17) È il diritto alla cancellazione dei propri dati che sono finiti su un sito ecc. Viene stabilito dai tribunali e venne stabilito per la prima volta per il “messaggero” poiché aveva riportato foto e nome di un individuo reo confesso di omicidio che nel frattempo aveva scontato la pena. AGENZIE DI STAMPA Sono state e sono la prima linea di informazioni. Le 10 principali agenzie di stampa sono: - associated press (usa) - united press international (usa) - reuters (gran bretagna) - ansa (italia) - agence france-press (francia) QUESTE DEFINITE COME LE 5 SORELLE-tass (russia) - nuova cina (cina) - dpa (germania) - efe (spagna) - kyodo tsushinsa (giappone) Nel 1832 Charles Havas e sua moglie fondarono a Parigi la Bureau Havas. Traducevano notizie politiche/economiche riportate sui quotidiani di Berlino, Londra e Madrid reperibili a Parigi e le facevano avere velocemente a banche e rappresentanze presenti in città. Due anni dopo ripeterono l’operazione al contrario, ossia distribuirono ai giornali stranieri gli articoli presenti sulla stampa parigina. Nel 1835 nacque l’agenza Havas guidata anche da Router e Wolff che nel 1849 diressero la società berlinese dei telegrafi in cui le informazioni venivano trasportate via treno a Bruxelles. Questi tre personaggi (Havas/Router/Wolff) avevano l’obiettivo di distribuire le notizie di tutte le borse e importanti mercati. Le prime agenzie di stampa non si rivolsero subito ai quotidiani ma alla politica e all’economia, perché dalla metà del 1800 crebbe da parte dell’opinione pubblica la richiesta di notizie. La stampa era definita in quegli anni (dal politico Burke) come il quarto potere, tanto è vero che a Parigi nel 1848 nacquero in quattro mesi 200 giornali. Nel 1859 iniziò la spartizione dei mercati mondiali per abolire la concorrenza e creare un oligopolio a tre: Havas doveva raccogliere informazioni in Francia, Spagna, Portogallo, Italia e Medio Oriente. Wolff doveva raccogliere informazioni di Germania, Russia, Paesi Scandinavi e Balcani. Router quelle dell’Impero Britannico. Ma alla fine l’accordo saltò poiché nel mercato dell’informazione entrarono le agenzie americane. Nel 1848 a New York nacque l’associated press (AP) in cui 6 quotidiani si divisero le spese. L’obiettivo era quello di assicurare ai soci un’informazione completa a basso costo. Nel 1907 nacque la united press association (UP). Lo scoppio della I guerra mondiale portò le agenzie americane ad allargare la propria organizzazione in Europa. Dopo la prima guerra mondiale ci fu l’evoluzione dei mezzi tecnici (telefono/telegrafo senza fili), la rottura dell’accordo fra i tre e l’accettazione ufficiale del principio della politicità dell’informazione (mezzo per influenzare l’opinione pubblica). In Italia la prima agenzia di stampa nacque per idea di Camillo Conte di Cavour che voleva diffondere il pensiero di governo italiano. Voleva fare del Piemonte il motore dell’unità italiana. Il portavoce di questa agenzia di stampa fu Guglielmo Stefani e il 25 gennaio 1853 nacque l’agenzia Stefani. Nel 1920 l’agenzia venne trasformata in società anonima e stipulò con il governo italiano un accordo nella quale si sarebbe impegnata a distribuire informazioni ufficiali alla stampa ecc.. Con l’arrivo del fascismo, Manlio Morgagni (uomo fidato di Mussolini) trasformò la vecchia agenzia in un organo politico di governo. Nel 1953 ci furono 32 uffici con 65 giornalisti oltre confine. La Stefani divenne l’organo ufficiale del governo fascista e diffondeva i comunicati ufficiali e le notizie inviate dai corrispondenti in Italia e all’estero.I notiziari della Stefani venivano distribuiti a Roma dalla posta centrale di piazza San Silvestro agli uffici dell’agenzia tramite fattorini in bicicletta. Tra la sede di Mussolini (palazzo venezia) e quella del partito fascista (palazzo vidoni) c’era una linea speciale telescrivente in cui venivano avviate quelle notizie NON diramate (non pervenute ai giornali). Il duce, tramite una linea telescrivente a manovella correggeva i testi. Una delle notizie diffuse dalla Stefani, c’era quella in cui si diceva che Mussolini avesse presentato le dimissioni (15 luglio 1943, non era vero). Il direttore della Stefani venne sostituito con Daquanno che tentò di fuggire con Mussolini in Svizzera (25 aprile 1945) ma il 27 vennero tutti arrestati. Nel 1944 si discusse su quale organizzazione dare alla futura agenzia e alla fine si optò per un agenzia cooperativa di proprietà dei giornali. Questa soluzione rappresentava una novità ed inoltre rispecchiava gli umori di quel momento. Il 15 gennaio 1945 nasce l’Ansa. Inizialmente con 12 soci della prima ora e poi si aggiunsero anche il tempo, il corriere di roma, il corriere dello sport, il quotidiano, la ricostruzione e l’Italia nuova. La prima notizia dell’Ansa venne pubblicata il 15 gennaio 1945 e racconta di un bombardamento della Royal Air Force (RAF) verso la Germania. Il notiziario era di 101 articoli (pezzi) con 19 dei quali di argomenti italiani. Ansa= primo esempio in Europa di un agenzia cooperativa e diretta dagli stessi giornali. Ognuno è proprietario di un pezzetto dell’Ansa. Via via l’Ansa iniziò a crescere iniziando a fare accordi con agenzie nazionali. Entro il 1948 gli uffici di questa agenzia iniziarono a trasmettere e ricevere con telescrivente (trasmissione più rapida di notizie) anche a tutti gli abbonati (prima erano collegati solo in morse). Nel 1947 l’Ansa diffuse 29 pagine di notizie italiane, 26 dall’estero e una sportiva. Dopo la II guerra mondiale l’Ansa si aprì al mercato e stipulò vari accordi anche con le banche, industrie etc. Fornisce notiziario quotidiano in tempo reale e la regione/azienda paga la fornitura di notizie (VENDE SERVIZI GIORNALISTICI IN CAMBIO DI DENARO). Un ruolo importante dell’Ansa è nel continente latino americano, tanto è vero che ha diversi uffici in Messico ecc.. Vuole far conoscere all’estero i più importanti avvenimenti italiani. I 3 criteri principali di questa agenzia nel diffondere notizie sono: - imparzialità - equidistanza - autonomia Nel 1960, il direttore dell’Ansa, Sergio Lepri aveva tre obiettivi: 1) disufficializzare l’Ansa (non voleva che essa venisse classificata come quella ufficiale) 2) realizzazione più ampia dello spirito cooperativo (per avere un notiziario più completo) 3) esplorare altri mercati Nel 1967 arrivarono i primi calcolatori ossia i computer. Nel 1968 l’Ansa in un anno trasmise 127.137 notizie. Attualmente l’Ansa ha molte sedi dappertutto e al giorno più di 3.500 notizie e oltre 900 immagini vengono diffuse su tutte le piattaforme di trasmissione (web, tv, telefono etc).Il flusso di informazione dell’Ansa è completo (24 su 24, 7 su 7). I destinatari sono i media, la pubblica amministrazione, le imprese ecc... Il notiziario è suddiviso in settori (cronaca/sport/spettacolo/politica/economia). La concorrenza fra testate si è notevolmente sviluppata NOTIZIABILITA’ E’ l’attitudine di un fatto o di un evento a essere trasformato in notizia→oggi il tempo della rappresentazione giornalistica e il tempo del consumo della notizia coincidono. Con il tempo della produzione: - mentre il fatto si svolge, il giornalista lo racconta (spesso in tempo reale) all’opinione pubblicare - fonti, giornalisti e cittadini convivono nello stesso→ ecosistema comunicativo alla produzione della notizia. Avviene tutto IN DIRETTA, mentre i giornalisti studiano ed elaborano la notizia, i cittadini lo sanno. Viene offerto al cittadino il modo di dare il suo contributo (cittadini hanno fatto video mentre avveniva l’attentato alle torri gemelle, gli stessi cittadini hanno contribuito a dare un quadro generale di ciò che stava succedendo). Meccanismo di selezione delle notizie (passaggio chiave x capire quali sono quelle importanti) → “GATEKEEPING” - c’è bisogno di strumenti per orientare le scelte (radio, quotidiani, periodici + tutte le nuove piattaforme) - prima della nascita del web il giornalista apprendeva il fatto, lo approfondiva, lo verificava e poi lo diffondeva all’opinione pubblica - oggi il giornalista non è più testimone unico degli eventi. Ormai il rischio di scrivere cose non vere e non precise è altissimo in quanto si può attirare l’attenzione del pubblico senza (o nella migliore delle ipotesi affiancando) la mediazione giornalistica per imporre i propri temi e soggetti, cambia così la prospettiva. La professionalizzazione delle fonti influisce molto sul lavoro del giornalista (politico dà la propria opinione pubblicamente senza nessun giornalista, ti dà quindi la sua versione dei fatti come lui preferisce, senza contraddittorio quindi senza avere nessuno che contesta, mette in dubbio, fa domande→giornalista). Criteri di selezione delle notizie: Ruolo della concorrenza tra testate - il confronto continuo influisce sulla scelta degli eventi - che faranno notizia e ogni redazione cerca di prevedere la valutazione di un determinato fatto da parte della concorrenza e il suo successivo comportamento - questo determina un’omologazione dell’offerta (elenco di priorità orientato su un giornale x, non sul mio pensiero per l’opinione pubblica→giornali fotocopia) - informativa (come in Italia con quotidiani e TG che a volte sembrano assomigliarsi -cap4) Concorrenza tra testate - ricerca dello scoop (valorizzare notizie ottenute in esclusiva→criterio universalmente applicato nel mondo del giornalismo “IL BUCO”→ significa dare uno scoop ai colleghi) - rifiuto dell’innovazione→giornalisti non sono tutti completamente digitali ma “analogici”, non amano innovazione quindi cercano di usare il minimo indispensabile le piattaforme digitali. Non è una cosa positiva in quanto tramite queste piattaforme riuscirà ad ottenere un pubblico molto più ampio. Si parla quindi di un’emulazione della concorrenza ossia la tendenza a - selezionare le notizie che si presume i competitor possano scegliere, in un gioco di reciproca imitazione preventiva Il pubblico→si cerca di capire quanto una notizia possa far colpo sul pubblico Oggi il pubblico riesce ad interagire tramite lo sviluppo telefonico (se nessuno commenta una notizia non è un buon segnale). E’ fondamentale il ruolo del giornalista come mediatore, se prima era l’unico che poteva approfondire, analizzare e sviluppare la notizia, adesso deve rendersi conto che non è più l’unico in quanto si può trovare qualcuno nell’opinione pubblica molto ferrato su quell’argomento (giornalista non avrà mai conoscenza completa su tutto, lavoro ecc). Oggi giornalista deve stare particolarmente attento in quanto ormai scrive ad un pubblico molto più critico, attento ed esperto. CHARTEBAT: piattaforma che ci dà la classifica delle notizie più lette Per esempio il Corriere della Sera controlla qui se c’è qualche notizia, tra quelle pubblicate, che sta facendo più traffico delle altre perché si cerca di seguire il flusso di interesse da parte dell’opinione pubblica per dare in pasto quanti più approfondimenti legati alla notizia più cliccata. Si cerca di approfondire la notizia con tutte le spigolature legate a questa per poi fare più articoli. Se invece la notizia non interessa a nessuno e sta in fondo alla classifica è meglio concentrarsi su una notizia molto più cliccata in rete. Questa piattaforma offre la possibilità di: - consultare report automatici e personalizzati - ricevere report via emai - consultare molteplici risorse - lavorare in team - prendere visione delle varie funzionalità a disposizione richiedendo una demo dello strumento Obiettivo principale: analizzare il comportamento degli utenti in relazione alle notizie che la redazione ha prodotto. Nel sistema interconnesso di comunicazione globale la selezione della notizia coincide con un giudizio di rilevanza. Una notizia può avere: - “utilità spirituale”, legata al soddisfacimento - dei bisogni dell’essere, del riconoscimento e della partecipazione GIORNALISMO DI APPROFONDIMENTO - “utilità dell’avere” (sapere linee bus deviate, strade chiuse ecc→approfondimento vitale) GIORNALISMO DI SERVIZIO Valori notizia Possono derivare da considerazioni che riguardano contenuto: - contenuto delle notizie - caratteri specifici del prodotto editoriale - mezzo di comunicazione - concorrenza - pubblico Rispetto al contenuto di una notizia si possono individuare i due principali fattori che determinano la notiziabilità: - importanza della notizia →livello gerarchico soggetti coinvolti (se riguarda prof uni non è alto, se riguarda sindaco Roma il livello si alza decisamente) →impatto notizia sull’Italia→ basso, alto? →quantità di persone sono coinvolte e luogo →rilevanza in funzione degli sviluppi futuri→dai vita ad una notizia ma non finisce appena dopo la pubblichi→notizie a puntate (inchieste) - interesse del pubblico →deriva dalla percezione del pubblico che i giornalisti hanno e della capacità di intrattenerlo insita nella notizia stessa →si deve mantenere vivo l’interesse del pubblico nei confronti del notiziario radio televisivo, o della testata del sito o del quotidiano. Si deve creare legame tra testata e lettore per far sì che quest’ultimo si fidi al fine di ottenere più visualizzazioni Il sociologo Herbet Gans definisce quattro caratteristiche che la notizia deve aver per rispondere al criterio dell’interesse pubblico: - gente comune in situazioni straordinarie - personaggi pubblici in situazioni ordinarie - rovesciamento di ruoli (un uomo che morde un cane) - storie che commuovono il pubblico o causano EMPATIA - storie di eroismo o di imprese fuori dal comune - valori relativi alla specificità del prodotto editoriale Disponibilità di materiale Brevità (sintesi degli eventi per non far perdere l’attenzione del pubblico) Novità Qualità (può essere sintetizzata dall’azione (offerta di immagini in movimento), ritmo (possibilità di alternare contenuti con poca azione con quelli più movimentati), completezza (facilità di fornire gli aspetti possibili di una vicenda controversa), disponibilità di materiale, chiarezza). Bilanciamento del notiziario Ideologia della notizia - valori relativi al mezzo Le valutazioni relative al mezzo si incrociano con gli altri valori notizia. I criteri sui quali si basano queste valutazioni possono essere suddivise in tre macro categorie: - la frequenza della notizia (lasso di tempo necessario all’avvenimento per prendere forma e acquistare significato). - il formato (impone di selezionare le notizie in funzione del numero di servizi che possono essere trasmessi) - la specificità del materiale disponibile (contribuisce alla determinazione della lunghezza dell’articolo) Lo scontro tra sociologi e giornalisti→se i sociologi indicano tra i criteri principali quei tre, i giornalisti tenderanno a minimizzare l’influenza sul processo di selezione delle notizie o negare l’esistenza stessa di questi criteri. TRA GLI ALTRI CRITERI DI NOTIZIABILITA’ ABBIAMO: - interesse umano (si tratta del livello di umanità che una notizia trasmette, se sollecita comprensione etc) - dimensione e prestigio sociale delle persone coinvolte - innovazione (le scoperte incidono direttamente sulla vita delle gente) - vicinanza (tanto più un fatto accade vicino ai lettori più di solito li interessa). Nella società pre globalizzazione, la notizia è un rapporto tra il fatto e un contesto di riferimento (secondo Lippmann). (appunti lezione martedì) Come si scrive un articolo su un quotidiano? - conoscere la lingua italiana (grammatica e consecutio) - struttura - preparazione - lucidità - approfondimento ( non essere MAI superficiali perché quando si fa informazione la superficialità è un elemento che ti porta a conoscere poco l’argomento, se giornalista conosce poco, lettore conosce meno) - gestione delle info raccolte - Cronaca? Politica? Cultura? Nera? Sport? - andare oltre le categorie→non usare sempre e soltanto termini semplicistici ma dobbiamo scrivere in maniera chiara, comprensibile. Filo logico SEMPLICE non SEMPLICISTICO - devi conoscere la base e i dettagli, le fondamenta dell’argomento - perché un articolo su carta non si cambia, non può essere modificato, rimane come una testimonianza della tua competenza Nel bene e nel male siamo responsabili di quello che abbiamo scritto in quanto alla fine dell’articolo c’è il nostro nome. Scrivere è un’ARTE, questo vale per web, copywriter, blogger ma soprattutto per la stampa. Giornalisti e professionisti hanno un unico obbiettivo: COMUNICARE CON CHIAREZZA per dare un servizio di qualità al pubblico attraverso tv, radio, web oppure testate cartacee (quotidiani). Oggi il cittadino è molto più informato. Uso dei verbi: - quando si racconta un fatto (in modo cronologico) non si dovrebbe usare il passato remoto perché finisce per appesantire il ritmo e la narrazione - è preferibile usare il “presente storico” per renderla più fluida. Massima attenzione ha: - errori di battitura - errori di grammatica - evitare le ripetizioni, usare sinonimi (bisogna rileggere con attenzione) - il lettore deve trovare nel tuo articolo un punto di riferimento - il lettore deve affidarsi a te - la verifica delle notizie diventa un passaggio indispensabile - citare le fonti in modo chiaro (non si deve sempre citare in quanto se ho una fonte fiduciaria, che non vuole far sapere di essere la fonte, va tutelato → fonti sono la cosa più preziosa) L’OGGETTIVITA’ è un passaggio chiave→dobbiamo cercare di essere i più oggettivi possibile - è necessario raccontare i fatti - le notizie devono catturare l’attenzione del lettore - non devi mettere da parte il tuo stile, segui il tuo istinto, la tua vena giornalista ( bisogna rendere accattivante la notizia senza infiocchettare, senza scrivere falsità) - ricordati che stai scrivendo un articolo NON LA BIBBIA Come si usano aggettivi, avverbi e figure retoriche: - aggettivi→uso legato a quello che stiamo raccontando. Meglio usarne tanti o pochi? Usarli in maniera parsimoniosa, notizia talmente pesante che non ne servono tanti per descrivere uno scenario apocalittico o quasi. Per descrivere scenario di una manifestazione (cartelli, slogan ecc), servono aggettivi perché modo giusto per descrivere quello che si vede, senza bisogno di aggiungere particolari. Battute vanno bene per alleggerire il tono dell’articolo - avverbi→ci aiutano nell’inquadrare il nostro racconto, fare attenzione a non appesantire la narrazione e quindi la lettura - figure retoriche→usate con equilibrio “Dopo un anno, il lupo perde il pelo ma non il vizio”, “evidentemente all’inferno non c’era posto per lui” sono forme che possono impreziosire il racconto ma bisogna essere certi che si armonizzi con il racconto sennò meglio eliminarla Nel giornalismo è decisivo il FACT CHECKING→controllo fonti E’ il passaggio che permette al giornalista di verificare i fatti e le fonti, è un’operazione che può impegnare molto tempo e non sempre chi confeziona l’articolo è in grado (o ha il tempo) di operare nel miglior modo possibile. Quest’azione deve essere svolta per tutelare il lettore. [Trump annunciò in una conferenza stampa che c’erano stati dei brogli quindi che qualcuno stava falsificando il risultato delle elezioni americane. Questa notizia era una notizia che aveva dell’incredibile, ha fatto scalpore. Quando lanci un’accusa del genere devi assolutamente portare le prove di ciò che si dice. Trump parlò agli americani dicendo solamente che era tutta una congiura contro di lui, un complotto, perché non lo volevano come presidente degli USA. Tutte le tv che davano in diretta la sua conferenza stampa hanno visto che era privo di prove. Venne quindi fatta un’ operazione di grande coraggio staccandogli la trasmissione dato che parlava, di fronte a tutti, di una falsa vittoria. Grande dimostrazione di fat checking, NESSUNO può permettersi di portare argomenti, accuse, senza prove. I giornalisti hanno il ruolo di CONTROLLORI, con educazione e professionalità non deve fare il “reggi microfono”ma far notare che ha detto una cosa falsa o parzialmente vera. In questo semplice comportamento ci sono le chiavi della TRASPARENZA e della DEMOCRAZIA, uno strumento da cui possono essere sicuri di attingere senza problemi]. Modello ABC: accuratezza, brevità, chiarezza Questa è la base per chi vuole scrivere un articolo su un quotidiano, un servizio per tv, radio, web accuratezza→cura per le fonti e per la precisione che distingue un articolo fatto bene da uno fatto male brevità→si deve essere sintetici, abbiamo troppe notizie da analizzare quindi va fatta una selezione, rapidità di informazione chiarezza→niente giri di parole e doppi sensi Il ruolo del giornalista: - deve guidare il lettore a districarsi nella giungla quotidiana dei datti che avvengono - deve indicare il percorso migliore e più veloce - spiegare i fenomeni complessi rendendoli accessibili a tutti, è più complicato di quanto si possa pensare (più un fatto è complesso più deve spiegarlo meglio, non deve essere autoreferenziale) - non bisogna mai lasciare domande in sospeso nella mente del lettore (se in un articolo si fa un domanda, si deve dare sempre una risposta) La comunicazione quando scrivi un articolo di giornale deve essere CRISTALLINA, il primo a dover avere le idee chiare deve essere il giornalista. Se non siamo sicuri dobbiamo continuare ad approfondire per evitare di diffondere La piramide rovesciata: - in testa al pezzo ci vanno le informazioni principali, le più importanti - al centro, il racconto cronologico e dettagliato del caso secondo le nostre fonti - infine (al vertice) riportare le notizie aggiuntive (non fondamentali), per completare la narrazione aggiungendo anche link utili se il pezzo va sul web Le informazioni principali, le più importanti, vanno messe nel “laed”, l’attacco del pezzo- le prime righe dell’articolo devono includere (ove possibile) le 5 W del giornalismo inglese (nelle prime 5- 10 righe dell’articolo): - WHO? → chi (il lettore deve capire subito chi sono i protagonisti della vicenda con precisione) - WHAT? → che cosa (argomento al centro dell’articolo) - WHEN? → quando (quando è avvenuto il fatto, di solito se scriviamo su un quotidiano, è ieri) - WHERE? → dove (luogo nel quale è avvenuto il fatto) - WHY? → perché (motivo che ha causato il fatto) Sono elementi fondamentali in quanto se il lettore vuole sapere il minimo indispensabile, senza approfondire, basta leggere le prime righe dell’articolo (ormai nessuno ha più tempo). Non rientrano nella 5W ma: quanto? In che modo? Con quali mezzi? HOW (per completare l’informazione del lead). Qualcuno dice anche che esiste la sesta W (WAY) cioè l’ambiente, il modo con il quale si dipana una notizia, la maniera attraverso la quale si sviluppa un fatto e soprattutto il modo con il quale si fanno le interviste. Con il tempo la regola delle 5W è diventata meno rigida perché l’esaustività del cappello introduttivo di un articolo rischierebbe di renderlo troppo uniforme, piatto, stereotipato e noioso, contravverrebbe alla regola aurea del giornalismo scritto→incuriosire il lettore (se non vediamo le 5W in un articolo è stato fatto di proposito). Come si scrive il lead? - capire il cuore della notizia - non elaborare mai frasi troppo lunghe - dare “rapide pennellate” per illustrare la notizia - frasi asciutte e niente fronzoli - niente frasi fatte (“cadavere ritrovato in un lago di sangue…”) - usate la FANTASIA per creare un lead non banale ma vibrante, ficcante, pungente (usare pochi aggettivi e pochi avverbi oppure non usarne proprio ed evitare frasi roboanti) Esempio di lead di “nera”: 1. Chi?: nome dell’assassino 2. Che cosa?: ha ucciso la moglie 3. Quando?: ieri 4. Dove?: a casa sua 5. Perchè?: per prendersi l’eredità 6. Con quali mezzi?: con un coltello 7. In che modo?: con violenza (20 coltellate) 8. Ambiente?: la zona (residenziale o periferica) 9. Quadro sociale?: che lavoro fanno i protagonisti Lo stile di scrittura dipende dal tipo di articolo che si scrive. La base di partenza è questa: punta all’essenza, agli elementi di base. La scrittura giornalistica non ha bisogno di fronzoli, iperboli, figure retoriche. Ci si deve basare sulla comunicazione netta ed efficace, semplice, ma non banale. Non usare sigle o parole in inglese (se non strettamente necessario). Privilegiare la chiarezza, l’essenzialità e l’efficacia. Evitare i superlativi assoluti. Devi scrivere per il cittadino, per l’opinione pubblica, non per questa o quella categoria (imprenditori, casalinghe ecc) - MAI essere autoreferenziali - MAI dare per scontato nulla - eliminare luoghi comuni, stereotipi e pregiudizi - un articolo scritto bene si legge tutto d’un fiato - chiarezza ed efficacia non fanno rima con banalità, superficialità e fuochi artificiali! Si può parlare di “giornalese” come di un sottocodice o di una lingua settoriale rispetto alla lingua comune? Il linguaggio giornalistico può essere definito: IL LINGUAGGIO DEL RIUSO. Il linguaggio giornalistico non è una lingua settoriale, ma qui compaiono codici e registri diversi e spesso intercambiabili: cioè i linguaggi settoriali più importanti (politico, burocratico ecc) e quasi tutti i livelli della lingua (aulico, colto ecc). CHIAREZZA - SEMPLICITA’- EFFICACIA Questi obbiettivi conseguiti attraverso la semplificazione della sintassi delle frasi e l’applicazione di indici quantitativi di leggibilità (basati su conteggio delle parole e sulla determinazione della lunghezza delle frasi) appaiono metodi un po’ troppo meccanici. - oggi per un giornalista è importante conoscere la stratificazione del lessico non per bandire le parole rare o il lessico specialistico, ma per poterne fare un uso consapevole e motivato - chiarezza e comprensibilità del giornalista dipendono anche dalle conoscenze del pubblico - oggi nel lessico fondamentale si usano 10 mila parole Il giornalista deve mediare tra le pressioni innovative della lingua parlata e le pressioni tradizionalistiche della lingua scritta. I giornali sono un’importante fonte di divulgazione dell’innovazione e contribuiscono a definire lo standard medio. Caratteristiche di un articolo secondo il giornalismo inglese: ACCURACY→precisione e accuratezza FAIRNESS→correttezza, obiettività e onestà intellettuale Nel giornalismo è fondamentale l’arte della sintesi, del riassunto. La via più facile per apprenderla è imparare a contrattare testi, dopo averli letti con grande attenzione e averne compreso la struttura. Riassumere muove da esigenze di concisione e risponde a un bisogno della mente di selezione (non si può ricordare tutto). SINTESI NON SIGNIFICA PARAFRASARE cioè trasformare frasi, un buon riassunto deve essere fedele e rispettare i contenuti del testo. L’attacco di un articolo (detto anche incipit o lead) - teoricamente tutte le 5W dovrebbero già comparire nelle prime 5-10 righe dell’articolo. Questo perché il lettore deve essere messo in condizione di ricevere subito, in pochi secondi, una sintesi dell’avvenimento - così il lettore potrà poi decidere se l’argomento gli interessa e leggere quindi tutto l’articolo - anche la titolazione aiuta a sintetizzare il contenuto e ad attrarre l’attenzione del lettore - il giornalismo italiano non è mai stato sensibile a questa regola della sintesi e all’importanza del “lead” - storicamente il miglior modello di giornalismo è stato ed è quello anglosassone: un modello per chiarezza, semplicità ed obiettività - obbiettivo: scrivere un attacco che abbia ritmo, non annoierà mai il lettore Nella storia del giornalismo italiano ci sono stati attacchi memorabili: - 1950: quando il bandito siciliano Salvatore Giuliano viene ucciso in circostanze misteriose, l’inviato del settimanale “L’Europeo”, Tommaso Besozzi, scrive un lungo reportage dall’inizio alla fine: “Di sicuro, c’è solo che è morto”. In una semplice frase ci sono la notizia e la sottolineatura che le circostanze dell’uccisione sono enigmatiche, contorte, misteriose. - 1978: “Questo fagotto gettato sul sedile posteriore della Renault color amaranto parcheggiata in via Caetani è il corpo di Aldo Moro”, con questa frase si esalta al meglio la solitudine e la precarietà umana. Viene allegata dopo la foto della macchina in cui si trovava, ha quindi cercato un punto rialzato da cui farla, ha citofonato a tutti i portoni per entrare e salire ad un piano alto. - 1956: “L’Andrea Doria, la nave delle meraviglie è scomparsa. Giace adesso sul fondo d’un mare straniero”, sembra di sentire addosso il freddo del mare che, come una tomba, si chiude sulla nave e sui suoi passanti. - 1963: “Scrivo da un paese che non esiste più”, la desolazione di questo scenario e la tragedia irrimediabile che si è verificata sono immediatamente percepibili in pochissime parole. La cronaca bianca riguarda la vita della città o del Paese: - amministrazioni locali - ambiente, salute, trasporti, economia, scuola e università In tutte queste materie bisogna sempre puntare al rispetto dell’EQUILIBRIO. Che vuol dire equilibrio? Significa dare voce a tutti i protagonisti: se scrivi di una proposta della maggioranza nel Consiglio comunale di Roma, devi riportare anche il parare dell’opposizione. Solo così si fornisce al cittadino un’informazione CORRETTA e COMPLETA. La cronaca nera racconta il lavoro delle forze dell’ordine che combattono la criminalità ma anche incidenti stradali, un incendio che distrugge bosco, la morte per annegamento di un bagnante, un incidente domestico e tutte quelle violazioni al Codice penale. Sintetizzare in poche righe discorsi che possono essere molto ampi, non è semplicissimo. Spesso i lead vengono di getto ma altrettanto spesso bisogna interiorizzare tutto e lasciare spazio alle sensazioni e alle emozioni senza utilizzare la fantasia. Come si fa un titolo? Quando scriviamo dobbiamo avere due cose fondamentali in testa:, le 5W e un titolo - si deve sintetizzare la notizia (1,2,3,4 righe) - deve attirare l’attenzione (deve colpire in quanto ci sono 180 notizie in un unico giornale, deve essere accattivante non “fumo negli occhi”) - deve dire la verità (non si può dare una notizia diversa da quella quella di cui si parla nell’articolo) - le agenzie di informazione di solito scrivono titoli su una sola riga e di solito la prima e la seconda parola sono PAROLE CHIAVE che aiutano a trovare determinati articoli quando si fa la ricerca. (es. Trasporti: FS, allo sciopero adesione del 13%. Regolari treni alta velocità) Parole chiave: governo, G8, terremoto, aquila. - nei telegiornali e nei giornali radio i titoli: di testa: si riferiscono alle notizie più importanti di quel giorno e sono sintetizzate dal conduttore del tg o del radiogiornale all’inizio di ogni edizione per attirare l’attenzione del telespettatore o radioascoltatore (sempre in evoluzione in quanto ci sono sempre nuove notizie), cronica, politica ecc.. ci possono essere breaking news che possono in corso d’opera stravolgere la scaletta che era stata programmata precedentemente. - nei giornali online i titoli sono brevi (tendenzialmente su due righe) e prevedono sempre una o due parole chiave, le stesse che l’utente del web clicca per cercare la nostra notizia attraverso i motori di ricerca. - graficamente, i titoli sui quotidiani non seguono regole fisse ma di solito il più importante (di apertura della pagina) ha: - una riga di occhiello (sopra il titolo, per contestualizzare la notizia, illustra luogo e tempo) e una di catenaccio (sotto il titolo per approfondire fornendo dettagli utili, specie se il fatto è complesso) perché danno al lettore la possibilità di apprendere quello che non c’è. - una o due righe di titolo - 1,2 sommari: fornisce altri dettagli e particolari - titolo di taglio - le PAROLE CHIAVE si usano spesso “rifiuti da Parioli e Monteverde cassonetti stracolmi”, “maltempo a Roma in 24 ore oltre 150 interventi dei pompieri”. (il tutto dipende da come graficamente è costruita la pagina). Di solito il titolo viene deciso da chi lavora nel desk in accordo con il giornalista che firma il pezzo (per titoli di notizie che riguardano tutto il mondo es. elezioni americane, non quelli di tutti i giorni). Un titolo deve essere ORIGINALE e assolutamente ancorato a quella che è la REALTA’ raccontata nel pezzo. A volte il titolo contiene argomenti che forzano ciò che è scritto nella notizia, non devo illudere il lettore, devo raccontare quello che c’è anche dietro, bisogna cercare di raccontare una realtà complicata dando tutta una serie di piccoli approfondimenti (ruolo di Elon Musk nelle elezioni di Trump). Il titolo riassume gli elementi più importanti e più interessanti di un fatto (sintesi del lead), non sempre nel titolo troviamo sempre “il chi e il che cosa” per motivi di spazio. Quindi il titolo spesso sfugge a qualunque catalogazione tecnica. Oggi il tempo dedicato alla lettura di un quotidiano oscilla tra i 15 e i 30 minuti. Il lettore ormai si ferma a LEGGERE SOLO I TITOLI (E’ stato commissionato uno studio da cui è venuto fuori che l’85% degli utenti internet che andavano sul sito del Corriere della Sera, si limitava a leggere i titoli. Si limitavano a scrollare il portale, su 100 utenti solo 15 leggevano le notizie. Per questo motivo dopo tot notizie si deve pagare). La grafica, il lessico e l’impaginazione determinano la fisionomia di un giornale e ne indicano il CARATTERE, danno un “vestito” alle notizie. Il lettore costruisce quindi con il giornale una sorta di universo fiduciario, condivide con il giornale determinati valori. Quando il giornalista tradisce la fiducia del lettore rischia di perderlo per sempre (quotidiani). Gli articolo devono sempre essere fatti pensando che vendere una notizia deve essere un percorso privo di dubbi e di incertezze perché negli articoli, il giornalista deve mettere tutto quello che il lettore possa reputare interessante, proprio per questo i titoli devono essere scritti rispecchiando la realtà sennò il lettore se ne accorge e si finisce per non credere più ai giornalisti, ai giornali. La doppia lettura: il lettore - si informa attraverso le parole chiave contenute nei titoli - costruisce un rapporto di relazione e di attaccamento con la testata fondato sull’appartenenza allo stesso universo di valori I titoli strillati sono quei titoli gonfiati, esagerati. NON bisogna gonfiare il titolo, si fa del pessimo giornalismo quando il titolo dice una cosa e il pezzo ne dice un’altra. Servono EQUILIBRIO e ANALISI. Ricordiamoci che fa molto più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Cosa serve per fare un buon titolo? - sensibilità - esperienza MAI fare titoli con domande perché il giornalista deve RISPONDERE non creare ulteriori dubbi, NO RIME, NO DOPPI SENSI. Il titolo di cronaca deve essere efficacie, rapido. capito all’istante, asciutto. Rapporto tra titolo e articolo: - sintattico (posizione del titolo rispetto all’articolo) - semantico (cosa dice il titolo dell’articolo) - pragmatico (funzione del titolo per il lettore) Tipi di titoli: - enunciativi o denotativi: sono ancorati a un’informazione fredda, oggettiva. Hanno funzione descrittiva e finalità referenziale: rispondono all’obbiettivo di sintetizzare il contenuto di un articolo (“la terra tremerà anche in Piemonte”, “la nave dei disperati attraccherà in Sicilia”). - connotativi e paradigmatici: entra in gioco la soggettività e l’emotività, con questo titolo si cerca di stabilire un contatto con il lettore coinvolgendo le sue emozioni. Così si cerca di convincere, orientare, incoraggiare o scioccare il lettore. Interpretano e commentano una notizia (ironia, giochi di parole), il carattere specifico è la mimesi (imitazione) del parlato. Si condensa il concetto di una metafora o di uno slogan. Il lessico nel titolo deve fare conto con: - spazio - economi espressiva (usare meno parole possibili) - icasticità (incisività, efficace realismo e rappresentativo): neologismi, tecnicismi (“il politico amico dei narcos”) mode linguistiche (“fusione fredda, tracimare, esondare”), parole occasionali (“eurocrate, telefinanziere”) Sintassi nei titoli: - rivela la natura del titolo come chiave interpretativa - manifesta la sua autonomia compositiva - nelle interviste sempre mettere all’inizio il nome di chi fa l’intervista, poi due punti e la frase tra virgolette - mettere cognome della persona che parla nell’intervista (se cognome è lungo mettere nome e cognome o anche solo cognome si mette nel catenaccio e titolo tra virgolette) - se si mette una parola chiave poi mettere la virgola e dare la notizia - la prima parola può essere un luogo (“Roma”) ma anche un argomento (“rifiuti”) oppure un tema (“mafia”) Gli articoli presentano: - tendenza sintattica alla brevità e all’evidenza attraverso l’omissione di alcuni eventi della notizia - efficacia visiva e di leggibilità: consente al lettore di cogliere con immediatezza gli elementi essenziali della notizia - infinito gnomico o infinito gerundio: l’infinito si carica di valori tanto più insidiosi quanto più è dissimulata la distinzione tra il livello della notizia e quello del commento. L’uso dell’infinito evidenzia un INDEBOLIMENTO DEL CONFINE TRA NOTIZIA E COMMENTO Stile degli articoli: 1. nominali: - fatti senza un verbo in cui sostantivo sostituisce verbo (brevità, incisività e pregnanza semantico-informatica) (“sciopero degli universitari contro il ministro bussetti”) - questi stile si afferma nell’800 fino al 20ennio fascista in cui prevalevano quelli propagandistici - anche avverbi ed elementi interiettivi usati come attualizzatori (“ecco, basta, addio, stop”) - sosta e verbi al participio passato acquistano un ruolo crescente 2. nominale e deverbali: - rientrano nello stile nominale i deverbali, sostantivi astratti al posto di frasi verbali….. 3. narrativi: - possono essere introdotti dalla parola quando o da avverbi di tempo o dalla congiunzione e - tutti esempi legati anche alle metafore 4. titoli: mimesi del parlato - attraverso formule esortative ed esclamative 5. diabolici: - orientamento poliedrico, impressione di immediatezza enunciativa (“il colle (quirinale), se ne fregano del paese”). 6. ironici: -figura complessa, per funzionare deve essere riconoscibile - se troppo ironico perde di efficacia -il titolo ironico di fatto dà una valutazione ed è scarsamente informativo -il discorso ironico si gioca tra riconoscibilità e leggerezza lo dice Umberto Eco “Il pastore tedesco” (parla di un papa) 7. che presentano giochi di parole (neologismi) e fusione di due termini: - hanno una funzione di richiamo attraverso l’uso ammiccante di materiali del lessico rari curiosi, sintetizzano in modo brillante e disinvolto alcuni concetti, ma rischiano di risultare a volte un po’ snob. “Veltrusconi” (unione tra Berlusconi e Veltroni) “alle urne con il battiquorum”, superlativi come “il governissimo”. Nel titolo le ripetizioni sono considerate un ERRORE di stile! Questo vale non solo per uso di una stessa parola tra occhiello, titolo, catenaccio e sommari ma anche all’interno dello stesso titolo e della stessa pagina. Si identifica come ripetizione anche scrivere “consiglio-consigliare, partito- partitocrazia, pensione-pensionato). Musetto e quel titolo perfetto: “HEADLESS BOY IN TOPLESS BAR” Il 14 Aprile 1983 arrivò la notizia che un giovane ubriaco e drogato aveva ucciso, dopo una lite terminata con un colpo di pistola, il titolare di un bar del queens. L’assassino aveva preso in ostaggio 4 cameriere, ne aveva violentata una e ne aveva obbligata un’altra a decapitare il barista. Nessuno era sicuro che il bar nel quale si trovava il corpo fosse davvero un topless bar (le cameriere non erano vestite completamente), per questo il caporedattore voleva a tutti i costi verificare l’esattezza di questa notizia sennò non avrebbe potuto approvare l’articolo. Una giocane reporter venne quindi spedita sul posto che trova però chiuso. Decise allora di arrampicarsi sul tetto da cui riuscì a vedere, tramite uno spiraglio, la sala, nella quale c’era un cartello con scritto “topless dancing”. La collega chiamò allora la redazione confermando che quel titolo si poteva utilizzare. Nonostante il New York Times non aveva una buona considerazione considerato l’inaffidabile, questo titolo fece molto scalpore tra tutti e ancora oggi si ricorda. Il quotidiano di carta e quello online Tempi molto diversi→giornale online “non chiude mai”, quello di carta ha orari di chiusura. La sera si programma il lavoro della giornata successiva (spostamenti ecc). Con la nascita del quotidiano online questo lavoro è stato in parte modificato: prima il giornalista andava in un posto, faceva domande, commenti ecc per poi tornare in redazione. Aveva il compito di sintetizzare in un minuto quelle che riteneva le cose più importanti, il resoconto doveva essere aggiunto a tutti i fatti giornalieri successi (sciopero ecc). Tutti questi fatti venivano messi in ordine di importanza. Nel “primo piano” andava messa la notizia più importante che aveva fatto più scalpore→gerarchia delle notizie. In base a questa si passava alla parte più tecnica ossia scegliere le pagine vuote (senza articoli, fotografie ecc). Con l’avvento dell’online, il giornalista che va a fare la conferenza stampa deve subito fare un resoconto di 20 righe e mandarlo alla redazione online che lo controlla e pubblica immediatamente. Il servizio poi va tarato sulla carta, il giornalista dovrà fondere in un unico articolo più notizie, partendo da quella che fa più rumore. Insieme di notizie che vanno aggiornate in tempo reale, non solo articoli ma anche titoli e foto. Per le 22 più o meno il lavoro deve terminare perché il giornale deve andare in stampa. Oggi per motivi di costi e per motivi di tempi (stampa e distribuzione) non si chiude più a mezzanotte (salvo le cose importanti) ed è la redazione online ad occuparsi delle breaking news. L’organizzazione di un quotidiano IERI Basato su una piramide (dal direttore in giù), orari delle riunioni, competenze divise per redazione, il ruolo dei collaboratori e dei giornalisti assunti a tempo indeterminato E OGGI...24 ORE SU 24 Tutte le notizie ritenute interessanti e da diffondere devono passare nel sito e su tutte le piattaforme dove il giornale x ha la sua visibilità. Le notizie transitano sul sito e quelle più importanti finiscono sulla carta. Questo perché i lettori che leggono il sito non sono gli stessi che comprano i giornali cartacei. I lettori della carta vanno mediamente dai 40/50 anni in su, quelli dell’online (20,30 anni) sono più giovani, sono quindi lettori con interessi e culture diverse. Cambiamento drastico dell’organizzazione all’interno di un giornale. Tutte le redazioni sono composte da giornalisti che si dedicano all’online h24, è un flusso di informazioni continue. Si aggiungono notizie online e solo dopo si pensa a quelle cartacee. Non è detto che i giornalisti che scrivono online non scrivano anche sulla carta. Si passano le consegne (scambiano le notizie) quindi l’articolo esce con la doppia firma oppure lo firma solamente quello del pomeriggio se il primo non è particolarmente affezionato a quell’articolo. Quindi un’unica notizia può essere lavorata anche da 2/3 giornalisti. Senza il passaggio di consegne finirebbero per lavorare ogni giorno 24 ore su 24. Dal dopoguerra ad oggi il mercato dell’informazione è cambiato molto: finita la seconda guerra mondiale, l’informazione si muoveva in un mercato ristretto quindi l’ alfabetizzazione dei cittadini era molto rara (percentuale di cittadini che sapevano scrivere era molto bassa). La televisione assume negli anni ‘60 una funzione pedagogica: Nasce sulla Rai: “Non è mai troppo tardi. Corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta”. Programma condotto da Alberto Manzi col il fine di insegnare a leggere e scrivere agli italiani che non erano ancora in grado pur avendo superato l’età scolare. Si trattava di autentiche lezioni tenute da Manzi nelle quali venivano utilizzate tecniche di insegnamento multimediali (filmati, supporti audio, dimostrazioni pratiche nonché i bozzetti disegnati dal maestro Manzi). Negli anni sessanta in Italia solo l’1% dei cittadini era laureato. Con l’indagine fatta da Eurostat nel 2017 si è appreso che solo 1 persona su 6, fra quelle di età di lavoro, ha la laurea in Italia (questo è il secondo dato peggiore in Europa dopo la Romania). Ancora di più negli anni ottanta l’informazione in Italia inizia a cambiare: un ruolo non secondario lo gioca “il terrorismo”. 10 giugno 198: TRAGEDIA DI VERMICINO(bambino caduto nel pozzo e morto) fa da spartiacque - la tv inizia a parlare alla “pancia” degli italiani - esplode la spettacolarizzazione della realtà, nuda e cruda - fino agi anni 80 la tv è un grande contenitore: c’è di tutto - poi iniziano ad essere prodotti in tv reportage e approfondimenti: Michele Santoro dagli anni ‘90 ad oggi ha dato un grosso contributo al successo dei talk show di informazione e politica con il format “servizio pubblico” ha inaugurato con Share de Capogiro uno dei primi esperimenti di trasmissione “multipiattaforma” (nel corso della prima stagione “servizio pubblico” non trovando posto in alcun emittente della nazionale “in chiaro”, poteva essere seguito su internet, in tv, tramite una rete di emittenti locali su digitale terrestre e tramite satellite, e in radio salvo poi andare su Cielo nel 2012, piattaforma Sky). La tv inizia quindi ad essere dominata da: L’Infotainment - informazione-spettacolo (spettacolo dell’informazione) - è un neologismo di matrice anglosassone e di ambito radio- televisivo nato dalla fusione delle parole “information” e “entertainment” - prende sempre più spazio la “TV DEL DOLORE” che dilaga nei palinsesti: dal caso di “cogne” (una mamma in un momento di profonda alterazione psichiatrica ha colpito suo figlio di tre anni massacrandolo e dicendo poi che c’era stata una rapina e che era stata colpa dei ladri ma le prove erano schiaccianti quindi la madre fu condannata), agli attentati terroristici di Parigi, a Desiree Mariottini (lasciata morire a San Lorenzo dopo esser stata violentata), fino alla discoteca di Corinaldo (vicino Ancona) (un rapper doveva esibirsi e migliaia di ragazzi volevano entrare in un posto troppo piccolo, calca, 15 morti). Tutti questi episodi di cronaca nera sono fatti che potevano succedere a chiunque, sono stati dettati dal caso. Non è un caso che una madre uccide il figlio ma è un caso che nessuno si sia accorto dello scarso equilibrio psichico della donna. Tutto questo poteva succedere a chiunque di noi. Sono tutte situazioni non legate alla criminalità, potevano succedere a chiunque. E’ proprio questo che fa scattare la scintilla dell’identificazione: quando ci si vede nei panni della vittima, si soffre, si condivide la sofferenza e ci si appassiona alla storia, allora si inizia a seguire in maniera quasi folle tutto quello che è legato a quella vicenda. Identificazione della vittima nel telespettatore. Discorso diverso per le testate giornalistiche di carta (quotidiani ma non solo): - negli ultimi 15 anni quella che era la funzione sociale di un giornale è cambiata drasticamente, soprattutto nella veste grafica (foto) - tra i primi dell’ottocento e la fine del novecento, i quotidiani sono un mezzo per diffondere notizie - i giornalisti selezionano quelle news che ritengono più interessanti per l’opinione pubblica - il lettore apprende i fatti che non conosce, leggendo il giornale (che arriva nelle sue mani 12-18 ma anche 36-48 ore dopo che i fatti si sono verificati) La differenza abissale tra online e carta è lo spazio, sulla carta andremo a mettere solamente le notizie più importanti→gerarchia delle notizie è più severa. Saranno più approfondite, più tarate su quelle che possono essere le esigenze del cittadino e dell’opinione pubblica. Oggi il lettore (nel 95% dei casi) conosce già i fatti che il giornale comunica, il cittadino apprende i fatti in tempo reale. Usando una rete di canali informativi integrati digitali: tv, radio, piattaforme web. Allora perché bisogna comprare un quotidiano? OVVIAMENTE in 5 minuti non si possono conoscere tutte le notizie, bisogna APPROFONDIRE→compito della carta. Selezionare i fatti più importanti e approfondire i fenomeni complessi. Oggi il compito del quotidiano è quello di selezionare tra la molteplicità dei fatti più o meno già conosciuti quelli che sono significativi per il pubblico, di approfondire la conoscenza e penetrare la complessità. Ezio Mauro (ex direttore di Repubblica) sostiene che “il criterio con cui il giornalista seleziona le notizie coincide con la sua ricerca di senso e di significato”. La notizia si esaurisce più nel fatto ma definisce sempre più il rapporto tra i fatti e i contesti. I contesi sono di due tipi: 1) interno (in un uxoricidio→condizione familiare e sociale dei protagonisti – nella tragedia in discoteca: il locale) 2) esterno (gli interessi, i valori e la sensibilità della comunità dei lettori di cui il giornale è testimone e interprete) Rispetto a 20-30 anni fa è cambiato lo status istituzionale, il posizionamento del quotidiano: - in passato in una società povera di notizie, il giornale: 1) informa e concorre a realizzare il pluralismo attraverso rappresentazioni di tutte le espressioni politiche e sociali presenti nella società civile di un paese 2) controlla i poteri, visibili e concentrati in poche centrali: fa il “cane da guardia” in difesa del cittadino Nell’era globalizzata e mediatizzata in cui i poteri sono diffusi e li stesso giornale è uno di questi, il quotidiana: assume la funzione di manutenzione sociale vedendo i fatti da una posizione privilegiata e godendo di una carte autonomia riconosciutagli dalla società il giornalista ha la forza di mettere in dubbio i piccoli e grandi equilibri di una democrazia promuovendo un corretto e sano funzionamento dei processi decisionali. Il giornale e quindi svolge un ruolo che fa parte di tutte quelle associazioni che fanno pressione su chi deve decidere in un senso o in un altro. Il quotidiano deve tenere alta la dialettica civile sulle questioni chiave: per fare questo assume anche posizioni in controtendenza animate dalla sua vocazione civile. L’apporto che il giornale fornisce al pluralismo democratico nell’aerea globale non è tanto quantitativo ma qualitativo. OGGI LE EDICOLE In Italia sono stampati ogni giorno circa 100 quotidiani, di cui 74 associati alla federazione italiana degli editori di giornali - a questi bisogna aggiungere una ventina di giornali della free press - nel 1990 si vendevano 6 milioni e 800 mila copie di quotidiani - dal 1991 il numero di copie vendute è andato gradualmente e costantemente diminuendo - crisi non congiunturale ma strutturale Proprio per questo molte edicole hanno chiuso e soprattutto sono diventati luoghi dove comprare gaget, dispense ecc questo per cercare di attirare più persone. La crisi di vendite dei quotidiani è un fenomeno mondiale: - crisi parallela e conseguente allo sviluppo di internet e del giornalismo online - un grande studioso USA, Philip Mejer, sostiene che i quotidiani spariranno nel 2023 anche se non tutti condividono queste previsioni. Molti esperti: integrazione carta online sarà regolata - i siti web danno le notizie dei fatti in tempo reale - i quotidiani fanno l’approfondimento In diversi quotidiani stranieri questa prospettiva è già realtà Come lavorano? Ogni redazione è divisa in due parti: i giornalisti che scrivono per l’online e quelli per la carta. Sono coordinati da un “super desk” centrale (capo redattori principali) che smista i contenuti tra online e carta. A supporto: una corposa redazione online che lavora h24. Ferruccio De Bortoli (ex direttore del Corriere della Sera) “I quotidiani vinceranno la sfida del futuro solo se riusciranno a: - coniugare rete e carta - integrare le redazioni- rinnovare e modulare i linguaggi - aprirsi al dialogo interattivo della comunicazione orizzontale”. Da una ventina di anni in Italia si sta diffondendo un fenomeno che non ha eguali nel mondo: L’OMOLOGAZIONE CULTURALE - i giornali finiscono per avere gli stessi titoli principali, la stessa gerarchia delle notizie, la stessa agenda dei fatti principali L’omologazione culturale dipende da: - il ruolo preponderante della tv nel dettare le priorità tematiche nell’agenda delle sue notizie - la centralità della politica e delle sue rappresentazioni nella vita civile del paese Addirittura alcune ricerche hanno mostrato gli stessi titoli su Tg della sera e sui quotidiani del giorno dopo… ma questo non è grande giornalismo!) Qualche osservatore sostiene che i quotidiani danno troppo spazio alla politica e agli scontri tra i protagonisti della politica e nazionale soprattutto durante la seconda repubblica (1944 ad oggi). Si crede sia questo uno dei plausibili motivi che ha allontanato i lettori dai quotidiani, specialmente la fascia 18-35 anni. - la crescente complessità dei fatti e dei fenomeni che formano l’agenda dei quotidiani non è più sintetizzabile in un’unica competenza redazionale - è fondamentale il ruolo di coordinamento del capo redattore centrale e del suo vice che fungono da trait d’union tra la direzione e le singole redazioni guidano la canalizzazione del flusso informativo - l’uso delle nuove tecnologie ha facilitato il controllo del progresso del lavoro ed eventuali correzioni di rotta e aggiustamenti necessari spesso durante la giornata Il giornale online - nasce negli stati uniti nel 1992: alcune piccole testate decidono di sperimentare il giornalismo su web e per avere maggiore visibilità - i giornali principali arrivano sulla rete nel 1993 - in Italia la prima testata ad entrare in rete fu l’unione sarda nel 1994, poi l’unità nel 1995 - a cambiare profondamente le regole del gioco nel 1998 contribuisce al caso clinton-lewinsky, conosciuto come “sexgate” - l’ampia pubblicazione di servizi costrinse le testate giornalistiche ad anticipare gratuitamente online gli articoli per timore di essere bruciati dalla concorrenza - da allora sono i giornali online a stabilire i tempi della notizia - il lettore oggi cogli in tempo reale l’evoluzione di una notizia: se il sito non è aggiornato, il lettore se ne accorge e cambia sito - la velocità di capire e poi scrivere una notizia nasconde il grandissimo rischio di fare degli errori - più un giornalista è veloce e meno errori fa, rende più alta è la qualità professionale del suo lavoro - molte indagini hanno stabilito che oggi il lettore di siti online impiega metà del tempo a leggere gli articoli e l’altra metà a guardare video, foto ecc (negli ultimi anni i podcast stanno avendo successo) Dal gennaio 2016 il Corriere della Sera ha introdotto il PAYWALL→modello informativo che i principali quotidiani del mondo hanno già scelto e sperimentato. I lettori hanno accesso gratuito su pc, tablet e smartphone a 20 articoli al mese di Corriere.it. Solo dopo questa soglia libera verrà chiesto di contribuire con un abbonamento. Come si fa un’intervista? E’ uno degli elementi che caratterizza l’informazione oggi, spesso porta un valore aggiunto alla notizia generale. E’ uno strumento essenziale per raccogliere informazioni da una fonte diretta. Non esistono formule speciali per impostare questo dialogo: - tutto dipende dall’incontro tra intervistatore e intervistato - molto dipende anche da come viene fatta: parlata, scritta, filmata, telefonica… - e da dove viene fatta (camera mortuaria ecc) La prima intervista della storia l’ha fatta Platone nei “Dialoghi” con il suo maestro Socrate Ci sono diversi tipi di intervista: - si può far conoscere in profondità un personaggio - può essere un modo per chiarire un fatto attraverso un testimone diretto - può essere fatta ad un tecnico o a un esperto per chiedere chiarimenti o approfondimenti - può far conoscere notizie inedite o fa conoscere aspetti inediti della vita o del lavoro di un personaggio noto Alcune regole da seguire: → la PREPARAZIONE è fondamentale: - ma nei casi di disastri naturali, incidenti, omicidio, rapine, incendi non è possibile prepararsi. E’ comunque utile ad avere particolari e informazioni prima non conosciute (SENSIBILITA’) - di solito però l’intervista viene pensata e preparata in anticipo - oggi è molto più facile di 30/40 anni fa - basta fare una ricerca sul web e dell’intervistato si può sapere se non tutto, molto...biografia, curriculum e soprattutto cosa ha detto nei suoi ultimi interventi pubblici sui media (per evitare di ripetere notizie già note) - queste notizie sono utili anche a preparare un “cappello” all’intervista per presentare al pubblico l’intervistato che magari è conosciuto ma non famosissimo → la TECNICA - questo lavoro aiuta il lettore a entrare nel personaggio - bisogna evitare di partire con notizie già ampiamente notevolmente (ormai sono approfondimenti) - preparazione aiuta a stabilire un buon rapporto con l’intervista (capisce se giornalista si è preparato o meno) - preparazione fondamentale per la buona riuscita di un’intervista - il primo quarto d’ora dell’incontro serve ad entrare in sintonia con l’intervistato: EMPATIA - anche all’inizio fare chiacchiere informali (“off record”) mette l’intervistato più a suo agio → la GRIGLIA DI DOMANDE - le domande: non si possono stabilire regole ferree per ogni intervista - prima dell’incontro bisogna stabilire una griglia di domande non rigida (non so la risposta, posso modificare strada facendo, chiedere è lecito ma rispondere è cortesia, non si è obbligati) - bisogna partire dal motivo per cui si è cercata quell’intervista 1) approfondire un fatto di cronaca? 2) chiedere un commento autorevole? 3) farsi dare notizia dall’intervistato in esclusiva? 4) far conoscere uno sconosciuto che può avere un “valore intrinseco” all’opinione pubblica? Posso preparare delle domande (più è breve, meglio è), LE DOMANDE DA FARE CAMBIANO - se si prescinde da domande di cronaca di può iniziare con “domande aperte” che permettono risposte varie e generiche da approfondire poi durante l’incontro - se partiamo dai fatti di cronaca stringiamo il campo dell’intervista, partiamo da “domande chiuse” che non consentano all’intervistato di svincolare e sfuggire troppo all’argomento centrale - deve iniziare sempre con quella che sarà la notizia che sta nel titolo (anche se l’abbaiamo ottenuta dopo due ore) NON PUO’ STARE IN CODA AL PEZZO - la griglia di domande non deve essere rigida perché nel corso dell’intervista possono uscire dettagli e curiosità da chiarire con ulteriori domande che non potevano essere preparate prima → IL DIALOGO - se non si accetta la richiesta di leggere le domande c’è il rischio che venga rifiutata, bisogna però specificare che è una bozza e potrebbero essere aggiunte altre domande - il colloquio non deve essere rigido così sarà stimolante per lo stesso intervistato - fare prova dell’intervista per vedere se fila tuttologo - le grandi interviste della storia sono state fatte con penna e taccuino - oggi si possono registrare (per assicurarsi che nessuno si rimangi niente, evitare di fare errori di sintesi e di perdersi dettagli inediti che a mente fredda potrebbero risultare molto importanti). Si rischia di non ascoltare tutto quello che viene detto. E’ fondamentale prestare la MASSIMA ATTENZIONE a quello che dice l’intervistato e cogliere le SFUMATURE (tranquilla, distaccata…) - errore gravissimo→non ascoltare con attenzione: va valutata ogni parola dell’intervistato, il nostro intervistato potrebbe rivelare una notizia inattesa, qualcosa di ghiotto che potrebbe anche fornirci un titolo - ci vogliono pochi secondi per distarsi soprattutto in diretta tv, magari perché il giornalista sta appuntando la risposta o preparando la prossima domanda E’ necessario scrivere il testo ricordandosi di alcune misure precise da rispettare (sia di righe per la carta che di minuti per la tv o la radio). - mettere solo le cose indispensabili - di solito durano 2/3 minuti nei servizi televisivi, non si può fare un’intervista di mezz’ora. Lo spazio che abbiamo a disposizione è contingentato non infinito - Franco Bechis (neo direttore de “Il Tempo”) preferisce avere il testo integrale del colloquio: se l’intervista è troppo lunga bisogna tagliare - non eliminare i tic e i modi espressivi dell’intervistato perché questo rende genuina e “calda” l’intervista (pazienza se si viola la regola della buona scrittura) L’obbiettivo: - portare a casa un dialogo che sia spontaneo, immediato, che racconti la realtà del colloquio (non sintetizzare mai con parole del giornalista in pensiero dell’interlocutore) - rendere il personaggio esattamente com’è Spesso l’intervistato chiede di rivedere il testo dell’intervista, come ci si deve comportare? Se vuoi avere l’intervista, questo è il prezzo da pagare: - l’intervistato a volte modifica profondamente il testo per tanti motivi (ha capito di aver detto cose non precise, non si è espresso bene, non abbiamo interpretato bene il suo pensiero, ha detto più di quello che poteva o voleva dire) IL GIORNALISTA HA IL DIRITTO DI DIRE CHE COSI’ L’INTERVISTA NON SARA’ PIU’ PUBBLICATA. Se vengono tolti pezzi interessanti è inutile pubblicarla. → LA DIPLOMAZIA: l’intervista è di proprietà dell’intervistato, non del giornalista, può benissimo ripensare a quello che ha detto in un primo momento (spesso i giornalisti non sono onesti e si “dimentica” di questa regola). Serve diplomazia, bisogna cercare di trovare un compromesso tra le cose che l’intervistato vuole tagliare e quelle che il giornalista vuole riportare. Dobbiamo tutelare l’interesse del lettore ad avere un’informazione nuova, inedita ma dobbiamo anche capire chi abbiamo davanti. Interesse reciproco: - interesse nel rilasciare un’intervista interessante - non è solo interesse del giornalista pubblicare una bella intervista - il giornalista può “rubare” le dichiarazioni registrando di nascosto? Non si può fare a livello burocratico ed etico ma non solo, è un dovere deontologico del giornalista usare una chiara regola di ingaggio: bisogna sempre identificarsi e avvertire l’intervistato che si sta registrando la telefonata. → registrare e non avvertire viola le regole: REATO DI FURTO ED OPINIONI Il giornalista può anche decidere che ne vale la pena perché il contenuto del colloquio è di assoluta rilevanza, ma deve sapere che rischia sia un procedimento disciplinare che penale (es. se scopre un covo di spaccio di stupefacenti sotto casa sua). Se un giornalista viene a sapere per caso che in un posto x si spaccia droga o avverte le forze dell’ordine o si finge un “cliente”, compra e denuncia. Come deve comportarsi i giornalista nel rapporto con l’intervistato? 1. come Oriana Fallaci che ci metteva molto di suo a volte faceva quasi finire in secondo piano il suo intervistato (lei ha intervistato il dittatore dell’Iran) 2. (in attesa di diventare bravi come Oriana Fallaci) è meglio puntare l’attenzione esclusivamente sull’intervistato (ipotesi più sicura e più efficace) I modelli - l’intervista comune può essere un mezzo straordinario a disposizione (alcune cambiano la storia come quelle di Oriana Fallaci, per molti è un modello da imitare, i migliori faccia a faccia sono stati pubblicati nel libro “intervista con la storia”, Federico Rampini “la grande storia mondiale si fa umana, concreta, animata da personaggi in carne ed ossa..”) - Oriana Fallaci “la libertà è un dovere” Togliere la maschera - l’obbiettivo è far emergere il vero volto dell’interlocutore - bisogna puntare sull’intimità e sulla vita privata - bisogna RENDERE UMANO l’intervistato “Scandalo Watergate” 1972 - scoppia negli usa - scoperta di alcune intercettazioni illegali effettuate nel quartier generale dei democratici, ad opera di uomini legati al partito repubblicano - scatta prima l’impeachment e poi le dimissioni dell’allora presidente degli stati uniti (repub.) - viene chiamato così dal nome del grande albergo in cui veniva ospitato il congresso dei democratici - inchiesta giornalistica nasce dalla richiesta di Bob Woodward e Carl Bernstein - è la dimostrazione che i giornalisti non si fermano alle prime risposte, scavano, scavano, scavano, vicenda cresce ogni giorno fino a raggiungere alcuni collaboratori stretti del presidente americano - scopo di mantenere il potere e controllare le mosse dei suoi avversari - termina con le dimissioni del presidente E’ il caso di usare il registratore? Consente di avere un’ancora di salvezza e le prove di ciò che è stato detto ma registrare può avere anche un effetto inibitorio dell’intervistato (paura di dire cose in più quindi non mi lascio andare a mezza parola in più), se registratore non c’è, l’intervistato tende maggiormente a raccontare più cose. Di solito molti chiedono di rileggere l’intervista per assicurarsi di quello che verrà pubblicato. → LA MEMORIA - Cazzullo dice che è importante scrivere di getto le informazioni che ascoltiamo perché la nostra memoria fotografa i passaggi chiave dell’intervista, utilizzare anche codice di abbreviazioni e segni convenzionali che si mettono a punto da solo con gli anni - il segreto di Cazzullo è la memoria: raramente riguarda gli appunti se trascrive la trascrive subito - se intervistato usa un linguaggio tecnico o specialistico, usare gli appunti è fondamentale - se l’intervistatore lo chiede, si fa rileggere → SERIETA’ E LEGGEREZZA - per Cazzullo un’intervista deve mantenere un piglio colloquiale, nessuno deve riscriverla come se fosse un libro stampato! Deve rimanere una conversazione, non un testo pensato per essere scritto - si cerca di rispettare il più possibile il modo di parlare, il linguaggio e perfino qualche inflessione dialettale dell’interlocutore (rispettare anche inflessioni dialettali perché danno “sapore e realtà”) - non bisogna mai far parlare i calciatori come economisti! (e viceversa). Tuttavia nelle interviste battute e momenti di ilarità sono elementi che contribuiscono a renderla vera, gradevole, viva. Se ci sono vanno raccontati, se non ci sono non dobbiamo inventarli ma possiamo provare a tirarla fuori. → EQUILIBRIO - scaletta di domande, elenco di argomenti da toccare nell’intervista - Cazzullo inizia facendo parlare la persona di sé, della famiglia, musica ecc così vengono fuori dettagli interessanti, personali e a volte intimi. Così l’intervistato abbassa anche la guardia, allenta i freni inibitori e finisce per darci pure qualche notizia importante!!! - è fondamentale rivolgere sempre DOMANDE APPROPRIATE - quando il giornalista da prova di aver studiato l’intervistato, questo si sente gratificato e si predispone positivamente a rispondere → CONCRETEZZA - deve essere viva non banale o noiosa - dobbiamo fare in modo che i contenuti delle risposte siano legati a concetti concreti (date, luoghi, episodi specifici, nomi), quotidianità, deve interessare il lettore - se intervistato troppo generico noi dobbiamo incalzarlo - sapere se un personaggio è credente o meno e in cosa crede, è sempre interessante - domande scomode interessano sempre → RITMO - devono essere ricche di contraddittorio, devono avere un certo grado di asprezza (cambia canale) - in quelle per la carta stampa (secondo Cazzullo) il contraddittorio è inutile e controproducente - intervistato va messo a suo agio, va ascoltato senza mai cadere nella lusinga - bisogna dimostrare empatia, tatto, diplomazia verso l’intervistato così lui si apre e racconta → TEMPO - se qualcuno pensa di poter riscrivere la vostra intervista, si devono puntare i piedi con freddezza ma educazione per trovare un compromesso, entrambi devono cedere - Cazzullo consiglia sempre domande brevi e risposte non troppo lunghe Se intervistato dice di avere solamente 15 minuti per fare ‘intervista che bisogna fare? Questo è uno stratagemma per tutelarsi. Cazzullo suggerisce che quando si sta per fare una domanda “cattiva” bisogna avere pronta una domanda più soft per non far agitare o non far iniziare a far parlare a monosillabi l’interlocutore. → DIGNITA’ Non dobbiamo avere l’atteggiamento del reggi microfono, il giornalista deve cercare di mantenere la propria dignità professionale facendo tutte le domande che il lettore può trovare interessanti, NON FATEVI PRENDERE IN GIRO → RISPETTO - non fatevi mai mettere i piedi in testa (es. addetti stampa e i portavoce)