Storia del Giornalismo - PDF

Summary

Questo documento fornisce una panoramica sulle origini del giornalismo in Italia e sulle sue caratteristiche nel XIX secolo, mettendo in luce l'influenza del socialismo sullo sviluppo della comunicazione. La descrizione si concentra sulla stampa dell'Ottocento, sui cambiamenti introdotti dai movimenti politici all'epoca, ed evidenzia la nascita del giornalismo moderno in Italia.

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STORIA GIORNALISMO PRIMA PARTE PROGRAMMA 800 23/09 1848: 1. Statuto Albertino 2. 1a guerra di indipendenza in Italia (furono 3 in tot) 3. Nasce giornalismo parlamentare dove era però ancora divis...

STORIA GIORNALISMO PRIMA PARTE PROGRAMMA 800 23/09 1848: 1. Statuto Albertino 2. 1a guerra di indipendenza in Italia (furono 3 in tot) 3. Nasce giornalismo parlamentare dove era però ancora divisa (si unisce nel 1861). C’erano vari stati (Regno Sardegna con i Savoia; Lombardo-Veneto con gli austriaci; Granducato di Toscana; Stato della Chiesa e Regno delle 2 Sicilie con i Borboni). 4. In tutta l’Europa c’erano i moti rivoluzionari che venivano dalla richiesta di libertà da nuovi ceti politici, oltre alla messa in dubbio dell’assolutismo dei governatori e “politici” dato che non si credeva più che fossero scelti da Dio ma andavano scelti dal popolo → nascita borghesia Ci fu la concessione di costituzioni dopo le rivoluzioni (→ Statuto Albertino) 1846: 1. Referendum Istituzionale a tutti i cittadini 2. Assemblea Costituente A. PRIMA GUERRA INDIPENDENZA: Regno della Sardegna cerca di unire il regno alla provincia lombardo-veneta. Guerra che andrà male anche se sostenuta da cittadini (con truppe volontarie con Garibaldi) e anche dal Papa (anche se poi si tira indietro) B. SECONDA GUERRA INDIPENDENZA: porta all’Unità d’Italia; movimenti condotti da indipendenti per l’unità del Regno anche se ancora mancavano Roma (20 settembre 1870 si unisce con la Breccia di Porta Pia poiché la Francia era occupata con la guerra franco-prussiana) e il Veneto (nel 66 si unisce con la 3a guerra) C. TERZA GUERRA INDIPENDENZA: Breccia di Porta Pia, rendendo Roma la capitale e unione del Veneto. 1860-1861 : Unificazione Stato Nazionale sotto la dinastia dei Savoia (con i moderati con Cavour e Vittorio Emanuele 2 Re d’Italia) con estensione dello Statuto Albertino a tutto lo stato diventando la Costituzione. Era importante orientare l’opinione pubblica e il consenso per tenere uniti i cittadini, unire la lingua, assicurare l’obbedienza. Ci fu l’alfabetizzazione dei cittadini tramite l’esercito. Molti militari erano presenti nel parlamento: ➔ Senato; non era nominato ma di nomina regia. ➔ Camera deputati; erano nominati e molti erano militari. Dentro questo contesto le classi sociali che avevano il potere della notabilata perché le votazioni erano censitarie (su una base di un minimo di tasse da pagare per poter votare), essere alfabetizzati, maschi e maggiorenni. Questo si riverbera anche sul modo dell’informazione ((NOTABILATO: corpo sociale che deteneva la leva del potere)) 1 L'informazione era solo la stampa. I giornali erano delle pubblicazioni molto noiose e autoreferenziali fatti per interessare una piccola cerchia di persone. Non esisteva una stampa di informazioni, i giornali servivano alle élite per la comunicazione fra di loro e nella stessa cerchia politica. 24/09 CARATTERISTICHE DELLA STAMPA nella metà 800: 1. intima connessione tra giornalismo e militanza politica (appartenenza ad un gruppo politico). Non era apolitica. Spesso chi scriveva era anche il rappresentante politico 2. sempre più forte condizionamento della censura (anche se lo Statuto Albertino la aboliva). → “la stampa è libera ma punita se ne abusa”. = contesto formalmente in cui non c’è la censura 3. scarse risorse della stampa dal punto di vista delle informazioni. Chi scriveva era molto più probabilmente notaio o politico e pochi erano giornalisti di conseguenza non c’erano tante risorse economiche 4. estrema frammentazione della vendita sul territorio. Si vendevano quasi sempre dove veniva anche pubblicato → solo nell’inizio 900 i giornali avranno rilievo in tutta Italia (uno dei primi fu il corriere della sera). 5. arretratezza tecnica (giornali fatti in relativa povertà) senza avanzamento delle tecniche 6. difficile distribuzione dei giornali 7. prezzo elevato (5-10 centesimi) 8. poche stampe e basse tirature 9. analfabetismo diffuso nel paese, pochi argomenti trattati 10. no formazione professionale dei giornalisti → l’albo dei giornalisti verrà introdotto solamente con Mussolini per certificare le loro competenze 11. diffusione stampa a livello di testate e tirature, non erano egualmente distribuita nel paese Inizia a cambiare questa situazione sul finire del secolo: 1. miglioramento economico in alcune zone (soprattutto nel triangolo industriale: Torino, Milano e Genova), pubblicano più stampe 2. ampliamento del suffragio e di conseguenza più interesse nel giornale 3. miglioramento dell’analfabetismo (legge Coppino introduce l’istruzione obbligatoria fino alla seconda elementare, ma era tutto gestito dai comuni e non dallo stato). Il cambiamento si avrà solo con Giolitti). 4. L'ingresso di alcuni gruppi industriali dentro alla proprietà dei giornali, di conseguenza miglioramento della qualità poiché si avevano più fondi da investire. La stampa rimane in mano a chi la possiede (controllo e manipolazione delle informazioni in mano a chi le possiede) → fine 800-primi decenni 900 (seconda riv.ind). Si avranno importanti imprenditori che erano in grado di orientare l’opinione pubblica → opinione dei cittadini e la pubblicità vanno molto d’accordo e funzionano bene insieme 5. fine 800-primi decenni 900 nasce una fiducia nelle capacità della scienza e nel progresso con la fiducia che ci sarà una società migliore. (periodo del positivismo) Fiducia che verrà poi messa in discussione. 2 Inizierà un processo in cui ci sarà una progressiva rivalutazione dei fenomeni spirituali. Nascerà un rinomato per fattori religiosi e sfiducia in valori spirituali. Sfiducia anche nel parlamentarismo e nella democrazia. Al positivismo si contrappongono teorie dell’esaltazione della guerra, tendenze che portano al nazionalismo → riemergono rivalità nazionali, egoismi nazionali, teorie sulla superiorità delle razze (es arianesimo e panslavismo). → In italia questo sentimento nasce ed è alimentato dalla sconfitta africana in Adua per avere una colonia (poi in Etiopia) perché costò la carriera a Crispi, fece capire che le capacità militari erano scarse alimentando il nazionalismo per una rivincita. Dal pov della comunicazione fu importante la prima legge sulla riforma elettorale che concesse il suffragio a cittadini maschi italiani, minimo 21 anni, avere la seconda elementare, contribuire un’imposta di 19,80 lire all’anno → aprendo così la platea dei possibili elettori (circa 2 milioni di cittadini, 7% della popolazione). E’ sempre su base censitaria ma con un allargamento del suffragio. In questo modo, alla fine dell’800, nascono le prime espressioni di partiti poiché aumentano l’interesse dei cittadini e anche con programmi per elezioni. 1892 nasce partito operaio italiano con un programma chiaro: 1. diritto sciopero 2. misura per migliorare condizione 3. suffragio universale 4. diritto associazione Ha i caratteri di un partito moderno: A. giornale B. attività di propaganda C. modernizzazione del linguaggio D. apparato simbolico (es inno, bandiera, stemma), per il senso di appartenenza Nascita partito socialista (1893); primo partito di ispirazione marxista che seguirà i suoi concetti e modernizzazione linguaggio politico. 25/09 Partito socialista imprimerà una notevola svolta sulla comunicazione (terminologico e simbolico). Nel 1882 c’è l’allargamento del suffragio e nasce il partito operaio italiano (primo partito ad organizzarsi e ad avanzare richieste particolari ((già dette il giorno prima)) e approccio rivendicativo. E’ importante un decennio dopo (1892) la nascita del partito socialista, con il nome di "partito dei lavoratori italiani” che cambierà poi un anno dopo in partito socialista italiano. Sarà il primo partito di massa della società italiana, il secondo sarà il partito popolare italiano (cristiano). Aspetti modernizzati introdotti dal partito socialista: 1. importanza dell’organizzazione come fattore costitutivo del sistema democratico 2. nascita nel 1896 dell’Organo Ufficiale del partito socialista, l’”Avanti!” (Mussolini sarà direttore di questo organo). 3 Compito del partito e di “Avanti!” → metabolizzare e divulgare il socialismo anche tra gli strati più umili della popolazione. Tratti della svolta realizzata dal partito tramite la pubblicazione del suo quotidiano dell’organo ufficiale: 1. Avanti fu il primo quotidiano italiano (in generale, non solo come giornale di partito) a diffondersi su tutto il territorio nazionale italiano quando ancora non esisteva un giornale nazionale. 2. giornale che si fonda su una rete molto distribuita di corrispondenti (anche fissi) (cosa che moltissimi non avevano) → i suoi corrispondenti erano i militanti del partito distribuiti nelle varie sezioni locali (se li permette perché non li paga). 3. propaganda scritta: primo tentativo di alfabetizzazione politica di massa. Accanto al giornale Avanti! si affiancò una rivista periodica “Critica Sociale” fondata nel 1891 a Milano (prima della fondazione del partito) e fu diretta da Filippo Turati, uno dei leader della corrente social riformista. ➔ Avanti! → impronta popolare ➔ Critica sociale → rivista che puntava ad approfondire il dibattito ad un livello più alto, soprattutto tra il gruppo dirigente del partito socialista. ➔ Biblioteca di propaganda → potentissimo strumento di divulgazione del marxismo teorico e prassi socialista al popolo (che era semianalfabeta). Era una casa editrice che diffondeva degli opuscoli a un centesimo di lira (prezzo bassissimo), con poche pagine e con un linguaggio estremamente semplice che cercava di divulgare un socialismo (marxista) elementare alla portata di tutti. ➔ Pubblicazioni promosse dalla libreria dell"Avanti!" fondata nel 1896 che pubblicherà in pochi anni quasi 1000 titoli. Pubblicherà molte opere, soprattutto classici della letteratura italiana (Dante, Leopardi…), autori della corrente positivista che si sono avvicinati al socialismo, il grande teatro, opere di Marx, Lenin, Trotsky…+ una collana di libri per bambini (sempre sul tema del socialismo) ➔ Almanacco socialista → indicavano date importanti per il socialismo ➔ Spille, manifesti, volantini per la propaganda socialista 4. Consenso, simbolismo forte (il tempo assume un forte significato simbolico, viene infatti creato un calendario operaio che aveva come data simbolica il 1 maggio (festa dei lavoratori)), cortei (fa vedere che esiste, che sono in tanti e tutti uniti). 5. Consente di affermare i principali simboli del movimento operaio: ➔ bandiera rossa (si aggiunge poi la falce e il martello) ➔ utilizzo del tu e del termine “compagno” (simboleggia la fratellanza e la lotta comune) 4 30/09 1909 Marinetti con il Movimento Futurista apporta novità anche sul piano della comunicazione acquisendo nuovi profili in Europa. Nel suo momento iniziale, il movimento resterà legato a forme tradizionali di messaggio (manifesti, giornali, foglio periodico, editoria). Ma grazie a questi supporti tradizionali riuscirà ad avviare un processo di destrutturazione dei codici compositivi acquisendo nuovi profili normativi →CODICI COMUNICATIVI INNOVATIVI: ➔ stile prosciugato ➔ deformazione dei termini ➔ essenzialità del linguaggio ➔ esasperazione dei verbi ➔ abolizione dell’aggettivo e dell’avverbio ➔ abolizione punteggiatura o comunque ridisegnata ➔ uso del doppio sostantivo ➔ segni matematici e musicali che vengono introdotti nel linguaggio ➔ disposizione delle immagini in maniera disordinata ➔ introduzioni di elementi nuovi come rumore, odore ➔ attenzione per nuovi luoghi come prigioni, manicomi, bordelli ➔ contestazione ordine sociale costituito ➔ nuovo rapporto con il pubblico: faranno molto scalpore Movimento futurista trovò successo nel cogliere l’emozione del pubblico grazie al nuovo linguaggio e potenziale del loro modo di comunicare (spezza le catene del passato). All’inizio della WW1 l’Italia gode del vantaggio di entrare in guerra un anno dopo poiché inizialmente faceva parte della triplice alleanza, ma si comportò da neutra, per poi allearsi con la triplice intesa. Alla fine la diplomazia italiana si accordò in segreto con la triplice alleanza per combattere contro i tedeschi e austriaci. In questo periodo ci furono molte posizioni contrarie alla guerra → la massa era contro la guerra (sia partito socialista che partito cristiano). Cambia il metodo di comunicare in questo periodo: 1. contenuti tempestivi 2. metodi di comunicazione innovativi 3. linguaggio moderno 4. rapporto diretto con le masse 5. “chi si oppone alla guerra è un traditore”: → delegittimazione degli avversari (gli interventisti e i nazionalisti erano pro guerra) 6. comizi in strada (es D’Annunzio che arringa la folla) 7. influenza sull’opinione pubblica Conseguenze: 1. accentuazione di elementi irrazionali 2. personaggi e componenti carismatici (es Mussolini e D’Annunzio) 3. affermarsi della violenza come componente politica 5 Per i futuristi, nazionalisti, giovani e interventisti la guerra era un rito di passaggio per il miglioramento/rinascita del paese. Sono riusciti a cambiare l’idea sulla guerra a molti giornali (es corriere della sera inizialmente era contrario alla guerra) e anche al parlamento. La WW1 segna (elementi utilizzati poi anche dal fascismo): 1. mobilitazione totale dei giornalisti e organi di stampa, non solo in Italia 2. censura e autocensura: ufficio censura dove a tutti gli articoli erano inviati per controllare e modificare le cose scritte per non danneggiare il proprio paese e il morale delle masse 3. propaganda: alcune nazioni la sfruttano fin da subito ma solo con la sconfitta della Rotta di Caporetto (ottobre 1917) inizierà ad essere usata anche in Italia → si occuperà di diffondere un sentimento positivo nei soldati che hanno vissuto nelle trincee per tanti anni (3 anni). Ad es: ➔ tramite le pubblicazioni rivolte ai soldati al fronte (“Resistere”, “Sempre Avanti”, “La Trincea”) ➔ conferenze patriottiche tenute da soldati invalidi per motivare e sostenere psicologicamente i soldati ➔ fotografie di guerra (es volantini e cartoline) ➔ propaganda amica (volantini con frasi motivazionali) ➔ propaganda nemica (immagini e locandine di guerra contro i nemici lanciate ai nemici con gli aerei insieme alle bombe) ➔ cinema: film narrativo e film documentario (privilegiò i momenti di pace e quiete senza mostrare scene di guerra, poche scene di sconfitta e moltissime di vittoria). Tutto ciò post WW1 influenzò anche i prossimi decenni (es uso della radio non più unicamente a uso militare ma anche per uso civile). Sul piano della comunicazione politica, in Italia ma anche in Europa, gli anni del conflitto rappresenteranno l’inizio di una seconda fase che abbandonerà per sempre i tratti militaristi dando spazio alla nascita della società di massa. Dopo la WW1 nulla sarà più come prima, anche dal punto di vista comunicativo: radicalizzazione del confronto politico che si esprimerà nel lessico, nella terminologia, nelle categorie concettuali della comunicazione propaganda e manipolazione con tecniche sempre più raffinate; si studiano modelli nuovi di orientamento delle masse (non sono la somma degli individui, ma una vera e propria entità a sé stante) sviluppo della comunicazione pubblicitaria che pone l’attenzione sull’esigenza di una raffinata indagine sociale (studi pubblicitari applicati a larga scala, con risultati che sfociano anche nella politica. Uno dei passaggi più significativi di questa nuova attenzione per gli studi della comunicazione è la pubblicazione del 1922 di Walter Lippmann “Public Opinion”) La pubblicazione “Public Opinion” di Walter Lippmann è uno studio molto importante poichè esplora il concetto di come l'opinione pubblica sia influenzata dai media e dalle rappresentazioni della realtà. Lippmann sostiene che la maggior parte delle persone non ha accesso diretto alla realtà, ma si basa su immagini e stereotipi forniti dai media. Queste "ombre" della realtà influenzano le percezioni e le decisioni delle persone. 6 Una delle sue idee chiave è che la società moderna produce una complessità tale che gli individui non possono affrontare direttamente tutti gli aspetti della realtà. Di conseguenza, si formano opinioni basate su informazioni filtrate e semplificate. Lippmann critica anche la capacità delle democrazie di funzionare correttamente quando l'opinione pubblica è manipolata o non informata. → utilizzo di massicci mezzi di comunicazione, di una diffusa e capillare propaganda può intervenire e ad orientare l’opinione pubblica o un segmento di essa (=messaggi e immagini ripetuti costantemente possono indurre un comportamento anche opposto a quello che l'iniziale atteggiamento/opinione di una persona.) 1/10 1861-1883 sono gli anni in cui la classe dirigente si confronta con molte problematiche progressivo allargamento suffragio stretto controllo sui giornali e sulla stampa unione regno della sardegna 1876 passaggio dei governi dalla dx alla sx (primo governo De Pretis) si diffonde la politica del trasformismo nel parlamento che ha avuto una prima edizione con il Connubio di Cavour (si cercano alleanze stabili cercano di escludere le aree estreme, cercando una convergenza al centro) Con lo Statuto Albertino del 4 Marzo 1848 e con il successivo Editto Sulla Stampa emanato nel 26 Marzo 1848, furono poste le basi per una nuova legislazione liverale sulla stampa prevedevano che la libertà fosse garantita anche se la legge forme di intervento per prevenire e reprimere gli abusi (interventi più o meno diretti per prevenire che la stampa si incroci con gli interessi dei poteri alti → è una stampa sotto tiro). Dopo la pubblicazione dello statuto e dell’editto, il giornalismo del regno della sardegna ebbe un grande sviluppo e nasceranno molte testate prima a torino, poi in tutto il piemonte che ebbero molto successo ( → nel 1948 nasce la Gazzetta del Popolo a Torino, altri sono il giornale di Cavour “Il Risorgimento” e “L’Armonia” che fu l’organo più attivo dell’intrasingentismo cattolico). La legislazione del 48 introduce anche l’istituto parlamentare che garantiva ai giornalisti di assistere alle sue sedute, poiché lo statuto le aveva definite come “sedute aperte”. I giornali e giornalisti erano espressioni molto modeste dal pov giornalistico i erano giornali a 4 pagine, con una titolazione minima, componente informativa limitata, quasi assenza delle notizie di cronaca e quasi tutti i giornali dell’epoca erano giornali locali e la vendita si basa principalmente sull’abbonamento. → Per vivacizzare questi giornali, gli editori pubblicano anche dei pezzi letterari o romanzi d’appendice che da una connotazione letteraria o pseudo letteraria ai giornali dell’epoca. Il giornalismo parlamentare nasce in Italia nel 48 contemporaneamente alla prima seduta del Parlamento Subalpino (ha come prima sede nel palazzo carignano a torino). La riunione dei primi 204 deputati si tiene l’8 maggio 1848 (di conseguenza data in cui nasce anche il giornalismo parlamentare), mentre le sedute del senato si tenevano al palazzo madama. 7 Uno dei problemi con cui si deve confrontare il giornalismo parlamentare è quello degli spazi, problema che aumentò negli anni poiché il numero di giornalisti che chiese di essere accreditato alla camera per poter assistere alle sedute diventò sempre più elevato. I giornalisti parlamentari non avevano mai fatto prima quel lavoro quindi furono costretti ad “inventarselo” → I primi resoconti parlamentari erano dei veri e propri mattoni poiché riportavano testualmente le parole e i discorsi dei deputati (lavoro di stenografia che riportava per intero le sedute parlamentari e raccolte negli “atti parlamentari”). 1856 furono pubblicati per la prima volta gli atti parlamentari assieme l’integrazioni dei giornali sui fatti detti → grande attenzione a riportare le parole testuali dei discorsi poiché: i lettori erano interessati a sapere cosa è stato detto i deputati stessi andavano a controllare sui giornali se è stato scritto esattamente quello che avevano detto in Parlamento La prima rubrica sui resoconti parlamentari viene pubblicata sulla Gazzetta Piemontese il 9 maggio 1848. Problemi: acustici: aula molto grande senza microfoni e i giornalisti con l'andare del tempo attuano dei comportamenti (la tribuna dei giornalisti era in cima mentre i deputati stavano in basso, se i giornalisti erano rumorosi o facevano confusione non si capiva più nulla di quello che veniva detto) che rendevano difficile il lavoro degli stenografi fino ad arrivare ad aggiustare i contenuti delle trascrizioni per cercare di ricostruire il senso di quello che diceva il deputato poiché le singole parole erano difficile da sentire dislivello di temperatura: es i deputati furono autorizzati a tenere il cappello in testa 2/10 Influenza esercitata sulla stampa italiana dell’epoca, soprattutto riguardo la stampa parlamentare → ATTIVITÀ DEL MINISTERO DEGLI INTERNI (si occupa soprattutto dello stato generale del paese, dell’opinione pubblica) di controllo, anche della stampa, con l’obiettivo di creare consenso, enfatizzare gli sforzi del governo, creare spirito nazionale del paese (sono i prefetti che danno indicazioni al ministero degli interni le indicazioni sullo spirito pubblico, tramite dei rapporti). Era un abituale pratica quella di schedare i giornalisti e gli editori dei giornali di opposizione e gli inviti ai prefetti di sequestrare la stampa “anti governativa” → stampa è libera ma arrivavano delle segnalazioni, alla faccia della tripartizione dei poteri, (i poteri in uno stato democratico sono indipendenti l’uno dall’altro, non potendo quindi essere influenzato in nessun modo: parlamento ha il potere legislativo, il governo quello esecutivo e la magistratura quello giudiziario) che cercano di fermare la stampa considerata anti governativa → → Il documento che meglio d'ogni altro è in grado di evidenziare il grado di condizionamento subito dalla stampa italiana, soprattutto nei primi decenni postunitari, è una relazione che fu predisposta dal segretario generale del ministero degli interni Cavallini al ministro degli interni Lazza: Lazza aveva chiesto al suo collaboratore Cavallini di inviargli un rapporto sull’utilizzo dei fondi segreti fatto da tutti i suoi predecessori (ministri degli interni prima di lui) a partire dall’unificazione quindi dal 1861 al 1871. Questo documento è importante perché dimostra che i ministeri finanziavano (tramite fondi segreti) giornali o giornalisti: 8 ➔ durante il fascismo i ministeri pagavano molti abbonamenti ai giornali tramite soldi pubblici: è quindi un modo per agevolare un giornale piuttosto che un altr) tramite,ad esempio ➔ tramite gli annunci legali a pagamento (atto subdolo di finanziamento dei giornali che diventavano “giornali ufficiosi”). ➔ pagamenti effettuati tramite i fondi segreti dei ministeri (fondi che dovevano usati per altro es fondi sanitari, ma venivano utilizzati per finanziare i giornali) ➔ risultano molti pagamenti anche a giornalisti parlamentari (come a Costanzo Chauvet (pagato da DePretis) perché nel 1875 acquistò un giornale in stato di crisi “Il Popolo Romano” che lo fa diventare di tipo filo-governativo) = la pratica di scrivere per denaro era molto diffusa che dava vita a compromessi e amicizie tra giornalisti e attori politici, che altrimenti avrebbe portato alla censura. Molti giornalisti lo fanno anche perché aspirano a diventare parlamentari → questa vicinanza di rapporti tra mondo politico e mondo giornalistico parlamentare porterà allo scandalo della banca romana. GIORNALISTA CUMULATIVO (domanda esame): o detto anche “anfibio” è la figura di un giornalista molto attivo all'interno nel mondo della politica poiché era o un giornalista pagato con soldi pubblici o direttamente un funzionario dello stato che si occupava di fornire periodicamente gratuitamente ai giornali amici delle corrispondenze dalla capitale su tematiche politiche (quelli che nel secondo dopoguerra verranno chiamati “pastone”). Queste corrispondenze garantivano: 1. i giornali che le ricevevano non dovevano preoccuparsi di avere un corrispondente da Roma 2. questi giornali, accettando di pubblicare le corrispondenze dell’anfibio piuttosto che quelle dei loro corrispondenti da Roma, veicolavano le informazioni che i governatori volevano (giornale fa da megafono a quello che il governo voleva) 7/10 Un’altra pratica molto diffusa era quella di finanziare giornali che potessero contrastare i giornali nemici: spesso veniva segnalata la presenza di giornali avversa al governo, il quale interveniva per compensare l’azione deleteria con un giornale amico finanziato con soldi pubblici (es “gazzettino rosa” del 1868 a Milano, giornale antigovernativo al quale si finanziò un giornale governativo il “gazzettino rosso”); altre pratiche erano quella di censurare i giornali o sequestrali per evitare un’azione deleteria contro il governo. A Roma nascono tante testate giornalistiche ma durarono poco poiché le vendite delle tirature erano molto basse poiché non c’era un tessuto sociale che garantisca una continuità, altre testate non nasceranno di sana pianta ma verranno trasferite dalle sedi precedenti a Roma (è più prestigioso stampare a Roma). Passaggio dalla dx storica (quelli che avevano fatto l’unità) alla sx storica che segnò molti cambiamenti anche sui controlli sulla stampa: ➔ Abolire giornali ufficiali (quelli che pubblicavano a pagamento le corrispondenze e notizie ufficiali dello stato pubblicità dello stato a pagamento) ➔ Revocati gli appalti degli annunci legali ➔ Ridimensionata pratica dei giornali ufficiosi 9 Il tentativo di cambiare alcune pratiche ci fu, ma fu tutto sommato una svolta non molto significativa poiché molte di quelle pratiche continuarono a rimanere. DePretis (presidente del consiglio della sx storica) faceva largo uso di finanziamenti per la stampa con Chauvet. All’epoca era un giornale deficitario, lui lo comprò per poco e cercò di rilanciarlo, facendone un foglio filo ministeriale “Il Popolo Romano” a pagamento con un livello di tiratura piuttosto importante. Chauvet riesce anche ad autofinanziarsi poiché bravo a ricattare le persone famose (a mo di paparazzo). Nel 1893 Chauvet è coinvolto nello scandalo della banca romana e indagato per frode. Nei primi decenni post-unitari molto giornali saranno uno strumento per scalata politica per notabili locali ma anche come strumento per sfoggio culturale per i ceti medi-alti (militari, avvocati di provincia, figli di famiglie benestanti: uomini che in genere non facevano dal giornalismo uno fonte di guadagno). Quindi l’impostazione dei giornali era: 1. Polemica 2. Poco informativa 3. Poesie 4. Linguaggio troppo aulico 5. Drammaturgica C’erano però anche giovani interessati a questo mestiere, persone consapevoli di guadagnare poco giornalismo era un lavoro strano, si faceva per desiderio per apparire, per scherzo, per vocazione poiché ai tempi non c’erano molti mezzi per farsi sentire al di fuori della cerchia della famiglia. spesso non si faceva per guadagnare. Queste incertezze economiche alimentavano la corruzione da parte anche di grandi direttori e giornalisti. La terza pagina del giornale era la pagina culturale che tutti cercavano di finire su queste pagine per potersi far conoscere. SCANDALI (chiede all’esame): 1. SCANDALO DELLA BANCA ROMANA: 1893, metterà in evidenza un vasto sistema clientelare tra banca, politica e giornalismo. Si intrecciano vari elementi: dopo il 1887 molti istituti di immissione (stampa le monete, e la banca centrale decide la politica monetaria e quanti soldi stampare) in Italia non c’erano 6 banche che fungevano da istituti d’immissione che potevano battere moneta. Succede che queste 6 banche, tra cui la banca d’Italia, iniziarono a garantire finanziamenti a molti giornalisti in cambio di campagne di stampa c’era in ballo la riforma del sistema bancario e cercarono di far sostenere le loro posizioni da parte dei giornalisti sulla stampa(creare un’opinione pubblica favorevole). La banca romana è più sporca degli altri istituti, poiché nel 1870 (dopo breccia a porta pia) dopo investimenti cospicui nel settore edilizio con trasferimento capitale, non tutte le speculazioni sono andate a buon fine e quindi la banca romana per coprire una parte delle perdite maturate in queste speculazioni, iniziò a emettere nuova moneta senza autorizzazione ma arrivo anche a stampare due lotti di biglietti di banconote con lo stesso numero di serie (40 milioni di lire false), per aumentare il numero di soldi in circolazione. Perché una banca, in passato, emetta nuova moneta doveva avere la stessa quantità del valore emesso in oro dello stato (CONVERTIBILITÀ DELLE MONETE IN ORO). Per coprire questi maneggi verrà fuori che il presidente della banca romana 10 (Tanlongo, il governatore della banca romana) aveva dato cospicue somme di denaro a giornalisti e a presidenti del consiglio (anche a Giolitti e Crispi). Ad un certo punto nel 1893 trapelano le prime indiscrezioni, fu deciso la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta e i risultati mettono in luce rapporti loschi tra banche, stato, politici e giornalisti (tale commissione riferisce i risultati in parlamento). Scandalo che porterà alla caduta del governo Giolitti. 8/10 2. SCANDALO 2: Attraversa il mondo della stampa e della stampa parlamentare e precede quello della banca romana. Il protagonista dello scandalo è finanziere italiano di origini ungheresi Ernesto Emanuele Oblieght che era riuscito con una serie di azioni finanziarie a entrare nella proprietà dell’Agenzia Stefani (la prima agenzia italiana molto vicina ai governi, sciolta poi durante il crollo del fascismo). Ha comprato una parte delle quote di questa agenzia (esse esistevano perché avevano dei corrispondenti tramite i quali vendevano informazioni e notizie ai giornali) e anche di vari altri giornali italiani, provinciali e in particolare di quelli romani. Nel 1882 cede queste partecipazioni azionarie comprate a una finanziaria francese molto vicina al Vaticano e agli ambienti clericali (da ricordare il clima di scontro che c’è tra lo stato italiano e il vaticano e breccia di porta pia), che operava in Italia tramite la banca franco-romana che voleva aprire varie filiali anche in Italia (= ci sono interessi francesi in Italia). La finanziaria francese in cambio degli appoggi del Vaticano si impegnava a sostenere la stampa cattolica in Italia per delle grandi somme di denaro investito. Lo scandalo scoppia perché i pacchetti azionari di questi giornali e dell’agenzia Stefani in mano dei francesi fecero vedere grandi ingerenze dal Vaticano e dai francesi all'Italia e che la comunicazione italiana era in mano ai francesi e al vaticano. Lo scandalo vero e proprio scoppiò quando il re Umberto 1 parlando con un deputato piemontese si lasciò scappare che la stampa italiana è al mercè di due diplomazie straniere che non dovrebbero avere nulla a che fare con il contesto nazionale (= si decide all’estero cosa si legge in italia). Viene nominata la commissione parlamentare d’inchiesta per indagare i giri di pacchetti azionari tra Oblieght e gli ambienti clericali francesi, nel frattempo molti collaboratori di giornali coinvolti nella vicenda si dimettono. Alla fine Oblieght è costretto dalle pressioni che riceve- dalla politica, dall’opinione pubblica e dal re- di recedere dai suoi interessi. Proprio negli anni conclusivi 1890-1895 (trattati nel primo libro) molte pratiche clientelari e di sottogoverno si allenteranno e prende piede la stampa indipendente → MONDO DEL GIORNALISMO CHE VUOLE MORALIZZARE LA POLITICA: in questo nuovo giornalismo, poco allineato al potere e poco disponibile a fare da sostegno al potere, ma anzi, pronto al confronto e alla denuncia, uno dei personaggi importante da ricordare è Pietro Sbarbaro, ex docente universitario che nel 1844 ha fondato il settimanale “le forche caudine”. Con questo giornale, Sbarbaro voleva denunciare tutti i casi di poca trasparenza e corruzioni. L’impresa di Sbarbaro non è facile, subisce: 1. molte intimidazioni 2. aggressioni fisiche 3. denunce alle magistrature 11 4. foto di sbarramento di altri giornali che lo attaccano (es anche Chauvet lo attaccherà tramite il suo giornale) 5. denunce di diffamazione Alla fine, Sbarbaro affronta molti processi e molte condanne, anche se molte erano inconsistenti. A salvarlo dalla prigione è l’elezione parlamentare nel dicembre 1885 (immunità parlamentare). Un altro tentativo di limitare la libertà e indipendenza dei giornalisti, soprattutto quelli parlamentari, riguarda il “RESOCONTO UFFICIALE”. Una vicenda emersa alla camera poco dopo l’unità nel 1864, viene fatta una proposta alla Camera dei deputati: alla fine di ogni seduta fatta nella camera viene trasmesso un resoconto ai giornalisti per stendere da lì le loro corrispondenze (per impedire ai giornalisti di ficcanasare o scrivere “cose non vere”). Alla fine, fu deciso a maggioranza di non procedere in questa direzione poiché avrebbe snaturato completamente il lavoro dei giornalisti. (= NO principio di trasparenza in quello che i deputati facevano). Secondo alcuni analisti dell’epoca, i giornalisti erano messi nelle tribune in alto per far sì che non sentissero o comunque sentire molto male quello che veniva detto dai deputati Giornalisti che diventano parlamentari e parlamentari che diventano giornalisti: i giornalisti che diventano parlamentari è un passaggio a doppia mandata poiché c’è un numero elevato di casi del genere, ma c’è anche un numero elevato di parlamentari che diventano giornalisti o direttori di giornali (Cavour era anche fondatore e direttore del giornale “Risorgimento”; quando non era stato rieletto alla camera durante le elezioni del gennaio 1849, fu un assiduo frequentatore del parlamento come editore del Risorgimento. Questa sua deformazione professionale durerà anche negli anni successivi perché si dice che Cavour non perderà mai completamente di annotarsi qualcosa di quello che veniva detto in parlamento, anche quando lui ne faceva parte, per poi pubblicarlo sul suo giornale). Quando si analizza questo fenomeno, molto spesso si ritiene che ci siano molti deputati che sono anche giornalisti per il semplice fatto che tali deputati si fossero segnati come giornalisti (questo perché molti non avevano mai lavorato e quindi si segnavano come giornalisti come professione precedente); questo ci restituisce un dato sovrastimato dei veri deputati che erano veramente anche giornalisti. Elemento essenziale della vita parlamentare dell’epoca e del codice d’onore delle classi più alte sono i duelli. E’ una pratica considerata da molti giornalisti come utile e densa di contenuti morali (duelli facevano curriculum). 1. militari (90 duelli all’anno) 2. giornalisti (45 duelli all’anno) 3. avvocati 4. deputati 5. medici 6. ingegneri 7. professori universitari 12 Domanda esame: spesso i duelli, nascevano anche con ragioni pretestuose, poiché uno dei due duellanti era obbligato a subire il duello anche se riteneva che non ci fosse bisogno. Per questa ragione ad Agosto 1877 nasce a Roma l’Associazione della Stampa Periodica in Italia (ASPI). Questa associazione è importante perché è la madre dell'odierno Sindacato dei Giornalisti (Federazione Nazionale della Stampa). Nasce proprio nel 1877 dopo l'ennesimo duello tra un giornalista parlamentare, Fedele Albanese, e Augusto Pierantoni, un docente di diritto istituzionale e genero del ministro di grazia e giustizia del primo governo Depretis, Pasquale Stanislao Mancini; lo scontro nacque perché Albanese nel maggio 1877 aveva pubblicato sul suo giornale “Il Fanfulla” (quotidiano vicino alla dx storica) un articolo contro il ministro Mancini riguardante un disegno di legge sugli abusi del clero e Pierantoni ritiene di poter leggere nell’articolo un tono sgradevole e canzonatorio. Succede che il 14 maggio del 1877 Pierantoni vede Albanese nella sala stampa della camera dei deputati e lo schiaffeggia di fronte a tutti (tradizionale segno di sfida), però i giornalisti che assistono a questa scena si ribellano e il giorno successivo si svolge il duello concludendosi con una ferita grave di Albanese → giornalisti non tollerano e non accettano più questa situazione e ritengono che sia ora di superare questa pratica; alcuni direttori dei principali giornali italiano decideranno di procedere e molti giornalisti romani si riuniranno nella sede del Diritto (sede di un giornale che si stampava a roma) e sotto la presidenza del direttore del Diritto, Luigi Cesana, decideranno la costituzione di un’associazione di giornalisti (che nasceva con il chiaro intento di impedire e di evitare il ricorso al duello). La prima assemblea di questa associazione della stampa si svolgerà nei giorni tra 15 e 17 agosto 1877, e il primo presidente dell’ASPI sarà Francesco DeSantis. E’ costituita da una giuria che trova una soluzione senza il ricorso delle armi → la nascita dell’ASPI non pone immediatamente la fine dei duelli poichè tra il 1879 e 1889 solo a Roma ci saranno 276 duelli. 9/10 L’associazione di tutela (ASPI) non si limitò ad impedire i duelli, ma per raggiungere un clima di reciproco rispetto: 1. tende ad assumere un ruolo sindacale per la difesa dei giornalisti, ad esempio si rivolgono anche alla limitazione dei tentativi di interferenza dei poteri politici sui giornalisti → e in tutto e per tutto un’associazione di rappresentanza e difesa dei giornalisti. 2. si attribuisce l’ASPI è a livello deontologico, aka pretendere rispetto e di conseguenza i giornalisti devono dimostrare di possedere una certa deontologia professionale (es interventi dell’ASPI per limitare gli accessi dei giornalisti nelle aule parlamentari e in particolare nel disciplinare le procedure per l’accredito dei giornalisti in parlamento→ poiché i giornalisti avevano una gestione disinvolta dell’entrata in parlamento: i giornalisti accreditati passavano il proprio tesserino ai colleghi che non lo erano). I rapporti tra parlamentari e giornalisti non sono stati fino ad allora molto buoni, c’era un’insofferenza da parte dei politici verso i giornalisti e viceversa. Molto spesso i giornalisti parlamentari si auto-investiranno a nome di tutto il popolo italiano del ruolo di controllori e giudici di uomini da loro spesso ritenuti di scarsa levatura culturale e morale, infatti spesso manifestarono questo loro disappunto in maniera molto esplicita (es giornalista parlamentare 13 Federico De Roberto scrisse un romanzo parlamentare, nel quale descriveva la vera situazione del parlamento italiano, in maniera anche pungente e colorita); gli stenografi cercavano di non entrare in merito a queste scene che si creavano in parlamento, ma mettevano dei commenti più generici mentre i giornalisti parlamentari ne entravano più nel merito di quello accadeva (commenti ad alta voce, versi, risse, insulti…). ➔ 21 gennaio 1880 il messaggero pubblico in prima pagina un articolo con lo scopo di porre l’accento sull’assenteismo parlamentare, contò i deputati presenti della seduta della Camera che su 508 erano presenti in 51 ➔ 14 aprile 1880, lo stesso giornale, nonostante gli scandali che ha causato con l’articolo del 21 gennaio, anticipò la pubblicazione di una statistica con il numero di assenza fatte registrate dagli onorevoli (è una vera e propria campagna di moralizzazione che nasce con Il Messaggero, ma continuerà in seguito anche con altri giornali come “Il Capitan Fracassa” importante giornale romano) ➔ 22 novembre 1881 “Il Capitan Fracassa” denuncerà l'ennesimo caso di aggiornamento forzato della seduta per assenza del numero legale (bisogno legale di una maggioranza qualificata). ➔ 24 novembre 1882 “Il Raccoglimento” pubblica in prima pagina i nomi dei deputati assenti alla seduta del giorno prima ➔ 29 novembre 1882 “Il Capitan Fracassa” pubblica una statistica degli assenti Con il sopraggiungere della fine del secolo, iniziarono a manifestarsi delle tendenze/atteggiamenti che sembravano indirizzare verso una maggiore distensione e un rapporto più maturo tra il mondo delle istituzioni/parlamento e quello del giornalismo parlamentare. L’espressione di questo miglioramento nella qualità dei rapporti saranno varie e abbastanza significative: 1. CERIMONIA DEL VENTAGLIO: (la più significativa) si è manifestata in occasione di una seduta della camera del 6 luglio 1893, quando i giornalisti della tribuna della stampa inviarono al presidente Zanardelli un modesto ventaglio portante le loro firme (nb essendo a luglio li dentro faceva molto caldo, Zanardelli essendo molto anziano non se la viveva molto bene questa situazione e gradisce molto questo gesto). E’ importante questo episodio perché da quel giorno c’è un salto di qualità nei rapporti che saranno sempre più cordiali, ma anche un salto di qualità dal punto di vista delle prassi parlamentari ( → es ai giornalisti parlamentari verrà concesso di entrare dalla stessa porta da dove entravano i deputati). 2. TRANSATLANTICO: Per la prima volta nel 1948 anche ai giornalisti parlamentari sarà permesso di entrare nel transatlantico, momento importante per la trasparenza e l'informazione politica in Italia, poiché ha permesso alla stampa di documentare più da vicino le dinamiche politiche e ottenere dichiarazioni direttamente dai protagonisti della vita parlamentare. Da allora, il transatlantico è diventato uno dei simboli del rapporto tra politica e informazione in Italia. 14 SECONDA PARTE PROGRAMMA CONTESTO FASCISTA (la stampa del ventennio) Le radici del fascimso affondano nel primo dopoguerra segnato da forti lacerazioni all’interno del paese, la WW1 è la prima guerra totale della storia che mobilita milioni di persone, economie, società, con attori che prima non esistevano (masse diventano protagoniste). La fine della WW1 segna: 1. il crollo di 4 imperi sovranazionali (russo, ottomano, tedesco, austro-ungarico) 2. la fine della centralità dell’Europa rispetto allo scacchiere internazionale poiché durante la WW1 nuovi attori politici entrano in ballo con un forte impatto spostando gli equilibri geopolitici: Stati Uniti Russia Giappone Nel 1917 succedono tre cose che spostano gli equilibri mondiali: ➔ sconfitta di Caporetto con Cavorna ➔ ingresso degli USA nella WW1 motivati soprattutto dall'affondamento delle loro navi commerciali da parte dei sottomarini tedeschi ➔ rivoluzione russa (vide prima la caduta dello zar Nicola II a seguito della Rivoluzione di Febbraio e poi la presa del potere da parte dei bolscevichi guidati da Lenin durante la Rivoluzione d'Ottobre. Questo portò alla firma del Trattato di Brest-Litovsk (marzo 1918) tra Russia e Germania, con il quale la Russia uscì dalla guerra, consentendo alla Germania di concentrare le proprie forze sul fronte occidentale) 3. crisi dei sistemi liberali, non solo in Italia. Esasperazione di nazionalismi. 4. senso di instabilità e preoccupazioni da parte dei ceti medi, poiché il dopoguerra lascia ferite, povertà, dei movimenti potenzialmente destabilizzanti (es forze socialiste, nelle quali però ci sarà una frattura abbastanza netta tra le componenti riformiste e quelle massimaliste). Le masse entrano in gioco dopo la guerra (es partito popolare italiano fondato da Don Sturzo) e dunque le vecchie gerarchie politiche liberali sono sempre più in difficoltà; partiti di massa che portano avanti, in alcuni casi, delle prospettive ritenute pericolose (es biennio rosso a torino che porta ad un tentativo di passaggio rivoluzionario che arriverà anche all’occupazione delle fabbriche). 5. sostanziale fallimento delle politiche che verranno avviate soprattutto dal presidente Wilson → Quando gli americani entrano in guerra, Wilson dichiarano che entrano in guerra perché vogliono un pace fondata sulla democrazia, autodeterminazione, rispetto delle nazionalità. Wilson, inoltre, propone anche uno strumento pratico per portare alla realizzazione di tutti questi ideali, la Società delle Nazioni (dopo la WW2 si parlerà invece di ONU), che era una società che avrebbe dovuto raggruppare tutti gli stati per mettere creare un meccanismo per evitare il ricorso alla guerra. Le proposte di Wilson per una pace tranquilla e non punitiva si scontrano però con dei problemi: ➔ francesi vogliono farla pagare a tutti i costi ai tedeschi 15 ➔ tensioni che nascono dallo sgretolamento dei grandi imperi sovranazionali poiché ogni nazione chiede la propria indipendenza 6. il ritorno dei reduci di guerra è drammatico: ➔ passano dal avere un ruolo importante in guerra, a tornare in Italia e “non significare più nulla” ➔ tornarono segnati dal trauma della guerra, con molti casi di disturbi psicologici e mutilazioni fisiche ➔ Italia, impoverita dai costi della guerra, non aveva risorse per aiutare i reduci a reintegrarsi ➔ le promesse di terre e lavoro non furono mantenute, generando rabbia e delusione ➔ molte industrie chiusero o ridussero drasticamente la produzione, causando una disoccupazione massiccia proprio quando centinaia di migliaia di soldati stavano tornando in cerca di lavoro L’Italia entra in guerra vendendosi al “miglior offerente”, poiché lo fa solo per ottenere qualcosa in cambio → in quel momento era la Francia con l’alleanza dell’intesa che avrebbero dato all’Italia, in caso di vittoria, una serie di territori (in realtà non gli verrà concesso tutto quello che gli era stato promesso; l’italia chiedeva il trentino, venezia giulia, trieste ma non ottiene fiume e la dalmazia). NASCITA FASCISMO: I Fasci italiani di combattimento furono il movimento politico fondato a Milano da Benito Mussolini il 23 marzo 1919, dove si riunirono personalità come ex interventisti, ex combattenti, populisti, anarco-sindacalisti, nazionalisti, che non avevano molte cose in comune se non una rabbia profonda, spirito forte di contestazione, forte volontà di riscatto. ➔ 1912: Diventa direttore del giornale Avanti!, l’organo ufficiale del Partito Socialista Italiano (PSI). Sotto la sua direzione, il giornale adotta una linea di forte opposizione all'intervento italiano nella guerra mondiale. ➔ 1914: Dopo aver sostenuto l'intervento dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale, Mussolini viene espulso dal PSI e lascia la direzione di Avanti!. Fonda un nuovo giornale, Il Popolo d'Italia, con una linea politica interventista e nazionalista, aprendo la strada alla sua futura svolta ideologica verso il fascismo. ➔ 23 marzo 1919: Fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento a Milano. Questo movimento rappresenta il primo nucleo del futuro Partito Nazionale Fascista. La fondazione viene seguita e riportata da giornali e stampa, ma con iniziale scetticismo. ➔ 1921: Mussolini trasforma i Fasci di Combattimento nel Partito Nazionale Fascista (PNF). La stampa italiana inizia a dare maggior risalto al movimento fascista, che in breve tempo guadagna consensi, soprattutto tra i ceti medi. 16 14/10 MANCA LA PRIMA PARTE, NON C’E LA REGISTRAZIONE 28 ottobre 1922 c’è la Marcia su Roma. Il Partito Nazionale Fascista organizza una manifestazione che porta Mussolini al potere (questo succede a Roma mentre Mussolini era “nascosto” a Milano). I Quadrumviri, ossia i quattro comandanti della marcia, furono scelti per organizzare e coordinare le operazioni della mobilitazione fascista verso la capitale. Essi erano: Michele Bianchi, Cesare Maria De Vecchi, Emilio De Bono e Italo Balbo. I Quadrumviri avevano il compito di coordinare la marcia di migliaia di fascisti su Roma, un'azione che fu più simbolica che militare, poiché la mancanza di resistenza da parte delle autorità portò rapidamente alla consegna del potere a Mussolini. Dopo la marcia, il re Vittorio Emanuele III affidò (lo fa perchè si trovavano in un contesto potenzialmente esplosivo poiché si sarebbe potuto scatenare una guerra civile tra gli squadristi fascisti e chi avrebbe cercato di fermarli) a Mussolini l'incarico di formare un nuovo governo, segnando così l'inizio ufficiale del ventennio fascista in Italia (viene nominato presidente del Consiglio dal re Vittorio Emanuele III il 31 ottobre). Mussolini il governo lo fa chiedendo ad alcuni partiti di coalizzarsi con il proprio governo (ai nazionalisti, associazioni di ex combattenti, liberali, nazionalisti e anche popolari (solo durante il primo governo perché Don Sturzo non era molto d’accordo)). Programma del governo di Mussolini: 1. puntare all’ordine e stabilità sociale del paese in breve tempo 2. promette ai vertici vaticani che in breve tempo avrebbe risolto la questione romana, con un accordo dal vertice 3. militarizzazione delle squadre fasciste → squadristi diventano la “milizia” 4. saldatura tra cittadini e lo stato tramite welfare, servizi, opportunità, lavoro (un certo grado di assistenza sociale e misure di welfare per i lavoratori, anche se queste rimasero inizialmente limitate a favore delle imprese. Col tempo, alcune misure come l’assicurazione per la disoccupazione e la previdenza furono gradualmente introdotte per attirare il consenso delle masse) 5. corporativismo → Inizialmente Mussolini parlò di una possibile “collaborazione tra le classi” attraverso un sistema corporativo, volto a superare il conflitto di classe. Questo si tradusse nel controllo statale sui sindacati e nella creazione di corporazioni che raggruppavano settori lavorativi in cui le decisioni economiche sarebbero state concordate, almeno formalmente, tra datori di lavoro e lavoratori. 6. Nazionalismo e prestigio internazionale → puntava a rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo, cercando di dare un’immagine di potenza e indipendenza. Mussolini criticava l'ordine internazionale post-bellico, considerandolo sfavorevole per l’Italia. Il Discorso del Bivacco è il celebre discorso pronunciato da Benito Mussolini alla Camera dei Deputati il 16 novembre 1922, pochi giorni dopo essere stato nominato Presidente del Consiglio dal re Vittorio Emanuele III. Questo discorso segna simbolicamente l'inizio della dittatura fascista e rappresenta una dichiarazione di intenti del nuovo governo fascista. Nel discorso, Mussolini espone con tono duro e minaccioso il programma del suo governo, utilizzando un linguaggio militaresco e diretto. La retorica usata esprimeva il disprezzo per il sistema democratico e, allo stesso tempo, la legittimazione della violenza come strumento di potere. 17 21 luglio 1923, dopo neanche un anno di governo, fa approvare una nuova legge elettorale nota come Legge Acerbo, dal nome del suo relatore, il deputato fascista Giacomo Acerbo. Questa legge segnò un passaggio decisivo verso la trasformazione del sistema politico italiano in senso autoritario e fu pensata per garantire una solida maggioranza parlamentare al Partito Nazionale Fascista → la Legge Acerbo modificava il sistema elettorale precedente introducendo una nuova formula che premiava il partito o la coalizione più votata, indipendentemente dalla sua effettiva rappresentanza proporzionale. ➔ il partito o la coalizione che avesse ottenuto almeno il 25% dei voti avrebbe ricevuto automaticamente i due terzi dei seggi in Parlamento (cioè 356 su 535) → MAGGIORANZA RELATIVA ➔ il restante terzo dei seggi sarebbe stato suddiviso proporzionalmente tra gli altri partiti o coalizioni, in base ai voti ricevuti. Conseguenze della Legge Acerbo: 1. Elezioni del 1924: La prima applicazione della Legge Acerbo avvenne nelle elezioni del 6 aprile 1924. In questa occasione, il Partito Nazionale Fascista, grazie al sostegno anche di liste collegate, ottenne il 65% dei voti, assicurandosi i due terzi dei seggi e consolidando definitivamente il potere di Mussolini. (LISTONE DI ALLEANZA NAZIONALE) 2. Consolidamento della dittatura: La Legge Acerbo segnò un punto di svolta verso la dittatura fascista, poiché dopo le elezioni del 1924 Mussolini e il Partito Fascista poterono governare con un Parlamento controllato e piegato alla loro volontà. 3. Fine della democrazia parlamentare: Questa legge fu un passo fondamentale nel processo di smantellamento delle istituzioni democratiche italiane e nella costruzione di uno stato totalitario, in cui il Parlamento divenne progressivamente un’istituzione di facciata al servizio del regime fascista. 30 maggio 1924: Discorso di Giacomo Matteotti alla Camera dei Deputati. ➔ Matteotti, deputato socialista, denunciò con fermezza i brogli e le violenze fasciste nelle elezioni. La sua denuncia pubblica rappresentò un grave atto di accusa contro il governo fascista e contro Mussolini stesso. ➔ La denuncia di Matteotti rappresentava una minaccia diretta alla legittimità del potere di Mussolini, attirando l’attenzione pubblica sull'uso della violenza e sull'illegalità del regime fascista. 10 giugno 1924: Rapimento di Giacomo Matteotti. ➔ Matteotti venne rapito e assassinato da una squadra fascista, i cui membri erano legati a Mussolini. L’omicidio suscitò grande indignazione pubblica e fu visto come una reazione diretta alla sua denuncia contro il regime. ➔ L’omicidio di Matteotti scatenò una profonda crisi politica, che mise in difficoltà Mussolini e il suo governo. Molti deputati dell’opposizione protestarono abbandonando la Camera (la cosiddetta “Secessione dell'Aventino”), chiedendo giustizia e responsabilità per il delitto. Luglio 1924: Reazione e crisi del governo fascista. ➔ L’assassinio di Matteotti portò a una crisi politica, e molti italiani iniziarono a opporsi apertamente al fascismo. Tuttavia, nonostante la crisi, il Re non si schierò contro Mussolini, e i gruppi di opposizione dell’Aventino rimasero divisi e indeboliti. 18 ➔ Mussolini sfruttò la mancanza di unità dell’opposizione e la debolezza delle istituzioni democratiche per mantenere il potere. La situazione di crisi accelerò il processo di trasformazione del regime verso una dittatura aperta 3 gennaio 1925: Discorso di Mussolini alla Camera dei Deputati. ➔ Di fronte alla crescente pressione, Mussolini tenne un discorso in cui si assunse la responsabilità politica, morale e storica di quanto era accaduto. Dichiarò di voler eliminare ogni forma di opposizione, segnando di fatto l'inizio della dittatura fascista. ➔ Questo discorso rappresentò una svolta definitiva, poiché Mussolini abbandonò ogni pretesa di governo democratico e si mosse apertamente per trasformare il suo governo in un regime totalitario, instaurando una repressione sempre più dura contro oppositori politici, stampa e libertà civili. 16/10 1925-1926: Mussolini consolida il suo regime totalitario. Le Leggi Fascistissime stabiliscono ➔ Mussolini assunse pieni poteri come Capo del Governo, rispondendo direttamente al re e non più al Parlamento, che perse di fatto ogni potere decisionale ➔ il controllo dello Stato su tutti i media ➔ limitano la libertà di stampa ➔ viene istituito l’Ordine dei Giornalisti, obbligando tutti i giornalisti a iscriversi per poter esercitare la professione ➔ solo i giornali approvati dal regime possono circolare ➔ sindaci eletti furono sostituiti dai podestà, nominati direttamente dal regime e responsabili soltanto verso il governo centrale, eliminando l’autonomia amministrativa locale. ➔ la OVRA (Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell’Antifascismo) fu istituita per controllare, intimidire e reprimere gli oppositori del regime, contribuendo a instaurare un clima di paura e di controllo capillare ➔ istituzione del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato che aveva il compito di giudicare e condannare gli oppositori del regime, soprattutto per attività ritenute "antifasciste" o "sovversive” ➔ i partiti politici e le organizzazioni sindacali indipendenti furono vietati; solo il Partito Nazionale Fascista e i sindacati fascisti poterono operare. Questo eliminò qualsiasi forma di opposizione organizzata → PATTO DI PALAZZO VIDONI: accordo stipulato il 2 ottobre 1925 tra il governo fascista, rappresentato da Benito Mussolini, e la Confindustria (l'associazione degli industriali italiani): 1. Riconosceva come unici rappresentanti dei lavoratori italiani i sindacati fascisti, escludendo tutti gli altri sindacati indipendenti e quelli legati a movimenti socialisti, comunisti e cattolici. 2. Di fatto, i datori di lavoro potevano rapportarsi solo con i sindacati fascisti, eliminando qualsiasi potenziale conflitto con sindacati di opposizione o indipendenti. 3. L'accordo aboliva ogni forma di contrattazione libera, concentrando la gestione delle relazioni industriali sotto il controllo dello Stato fascista e dei sindacati corporativi. 19 Cosa dà in cambio Mussolini dopo aver tolto tutti questi diritti? 1. Il Patto di Palazzo Vidoni consolidò ulteriormente il sistema corporativo promosso dal regime fascista, che si presentava come una "terza via" tra capitalismo e socialismo. Questo accordo permise al fascismo di avere il controllo totale sul mondo del lavoro e di ottenere il supporto degli industriali, i quali beneficiarono dell'eliminazione della conflittualità sindacale e del contenimento delle rivendicazioni dei lavoratori. 2. Opera Nazionale Dopolavoro (OND) creata dal regime fascista in Italia nel 1 maggio 1925 con l’obiettivo di gestire e organizzare il tempo libero dei lavoratori italiani. Fu uno strumento fondamentale della politica sociale e propagandistica del fascismo, mirato a controllare la vita degli italiani anche fuori dall’orario di lavoro e a promuovere l'ideologia fascista attraverso attività ricreative e culturali. eventi sportivi corsi e attività culturali spettacoli e intrattenimento 3. Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell’Infanzia (ONMI) istituita nel 1925 con lo scopo di promuovere e tutelare la salute di madri e bambini, nonché di sostenere la crescita demografica, un obiettivo centrale per la politica fascista che mirava a rafforzare la "grandezza" della nazione attraverso l'incremento della popolazione. consultori per le madri asili nido e scuole materne case di maternità distribuzione di latte e generi alimentari 4. Opera Nazionale Balilla (ONB), nota anche come Opera Nazionale della Gioventù Italiana, istituita nel 1926 per organizzare, educare e inquadrare i giovani italiani dai 6 ai 18 anni. Lo scopo principale dell’ONB era di formare una generazione fedele al fascismo, inculcando sin dall'infanzia i valori di obbedienza, disciplina, militarismo e lealtà al regime e a Benito Mussolini. ➔ Balilla (per ragazzi dai 6 ai 13 anni) e Piccole Italiane (per ragazze dai 6 ai 13 anni): Gruppi per i bambini e le bambine più giovani, orientati verso giochi e attività fisiche leggere. ➔ Avanguardisti (ragazzi dai 14 ai 18 anni) e Giovani Italiane (ragazze dai 14 ai 18 anni): Gruppi per adolescenti, in cui si svolgevano attività più impegnative, come addestramento militare e lezioni di cultura fascista. indottrinamento ideologico addestramento paramilitare controllo e uniformità sociale educazione civica e culturale raduni, parate e cerimonie Nel 1937, l'ONB fu integrata nell'Organizzazione Gioventù Italiana del Littorio (GIL), che divenne l’unica organizzazione giovanile del regime fascista. La GIL proseguì le attività dell'ONB, ma con un sistema ancora più centralizzato e controllato. 20 Apparato propagandistico avrà una grande rilevanza: si struttura in varie categorie e sottocategorie (radio, cinema, scritte sulle case, adunate oceaniche, manifestazioni di massa, manifestazioni paramilitari, simbolismo molto spiccato). Presenza onnipresente del partito, tutto ruotava attorno a lui (iscrizione obbligatoria al partito per tutti i dipendenti pubblici) creazione del gran consiglio del fascismo nel 1928 come il massimo organo di coordinamento politico del Partito Nazionale Fascista (PNF) e, di fatto, dello Stato italiano sotto il regime fascista. Questo organismo fu creato per consolidare il potere di Benito Mussolini e garantire il controllo del regime su tutte le principali decisioni politiche e istituzionali. grandi investimenti per avvicinare al fascismo il mondo letterario → nel 1926 istituisce Accademia d’Italia affinché rappresentasse e promuovesse la cultura e la scienza italiane secondo i valori fascisti, consolidando l’influenza del regime anche nel mondo intellettuale e artistico. (Manifesto degli Intellettuali Fascisti, pubblicato nel 1925, e il Manifesto degli Intellettuali Antifascisti, redatto nel 1943) nascita dell’Enciclopedia Italiana, nota anche come Enciclopedia Treccani: regime fascista intendeva creare un’opera enciclopedica all’altezza delle grandi enciclopedie europee che dimostrasse la forza intellettuale e culturale dell’Italia fascista. I Patti Lateranensi, firmati il 11 febbraio 1929, rappresentano un momento cruciale nella storia delle relazioni tra la Santa Sede e l'Italia La Questione Romana: Dopo la presa di Roma nel 1870 e l’unificazione italiana, la Santa Sede non riconobbe il nuovo stato italiano, vedendosi privata del suo territorio. I successivi conflitti e tensioni tra la Chiesa e il governo italiano furono noti come "Questione Romana". Fascismo e Politica: Negli anni '20, il regime fascista di Benito Mussolini cercò di stabilire una certa legittimità attraverso la riconciliazione con la Chiesa cattolica, consapevole dell’influenza che quest’ultima esercitava su una parte significativa della popolazione. I Patti Lateranensi comprendono tre documenti principali: 1. Trattato: ➔ Sovereignità Vaticana: Riconosce la Santa Sede come un soggetto di diritto internazionale, stabilendo la sovranità del Vaticano. ➔ Confini: Stabilisce i confini dello Stato Vaticano, che rimane un territorio indipendente all’interno di Roma. 2. Concordato: ➔ Religione di Stato: Stabilisce il cattolicesimo come religione ufficiale dell'Italia, pur garantendo libertà di culto per altre confessioni religiose. ➔ Riconoscimento dei Sacramenti: Riconosce i sacramenti cattolici, come il matrimonio, ai fini civili. ➔ Insegnamento Religioso: Prevede l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. 3. Legge finanziaria: ➔ Indennizzo: Prevede un risarcimento finanziario alla Chiesa per la perdita dei territori e dei beni confiscati durante il periodo di unificazione. 21 ➔ Esenzioni Fiscali: Stabilisce esenzioni fiscali per la Santa Sede e le istituzioni ecclesiastiche. Negli anni '30, l'Italia affrontava una grave crisi economica, aggravata dalla Grande Depressione. Le imprese italiane avevano difficoltà a ottenere finanziamenti, il che limitava la loro capacità di investire e svilupparsi. Mussolini quindi: 1. 1931 fondato l'Istituto Mobiliare Italiano (IMI) con l'obiettivo di sostenere il settore industriale e facilitare l'accesso al credito per le imprese, specialmente in un periodo di crisi economica e instabilità finanziaria. ➔ Finanziamento alle Imprese: L'IMI forniva prestiti a lungo termine per supportare investimenti industriali e modernizzazione delle imprese. Questo aiutò a stimolare la crescita economica e la competitività. ➔ Sviluppo del Mercato dei Capitali: L'IMI promosse lo sviluppo del mercato mobiliare, contribuendo alla creazione di strumenti finanziari per raccogliere capitali e facilitare gli investimenti. ➔ Sostegno all'Export: L'istituto si occupava anche di fornire supporto alle aziende che operavano nei mercati esteri, promuovendo l'internazionalizzazione delle imprese italiane. 2. 1933 fondato l’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), è stato un ente pubblico con l'obiettivo di promuovere la ricostruzione e lo sviluppo dell'industria italiana durante e dopo il periodo fascista. ➔ Ricostruzione Industriale: L'IRI assunse il controllo di molte imprese in crisi, nazionalizzandole e ristrutturandole. Questo includeva settori chiave come l'energia, i trasporti e l'industria pesante. ➔ Investimenti e Sviluppo: L'ente gestiva investimenti significativi per modernizzare le infrastrutture industriali e aumentare la capacità produttiva del paese. ➔ Sostegno alle Politiche di Pianificazione: L'IRI contribuì alla pianificazione economica nazionale, fungendo da strumento per attuare le politiche del governo fascista. La guerra d'Etiopia (1935-1936) è stata un conflitto chiave per il regime fascista italiano di Mussolini. Fu un tentativo di affermare la potenza italiana e di rafforzare l'immagine del regime. La propaganda fascista nei media italiani esalta le conquiste coloniali del regime e manipola le informazioni per presentare il conflitto come una missione di civilizzazione. La stampa è utilizzata come strumento di propaganda per giustificare le azioni fasciste all’estero. ➔ Espansionismo: Il fascismo italiano mirava a ricostruire un impero coloniale che potesse rivaleggiare con le potenze coloniali europee. La conquista dell'Etiopia rappresentava una manifestazione di questo desiderio di espansione territoriale ➔ Rivalsa Nazionale: La sconfitta subita dall'Italia nella Prima guerra italo-etiopica (1895-1896) era ancora viva nella memoria nazionale. La guerra del 1935-1936 fu vista come un'opportunità per vendicare quella sconfitta e dimostrare la forza del regime fascista. ➔ Propaganda e Legittimazione: Mussolini utilizzò il conflitto per consolidare il consenso interno, presentando la guerra come una missione civilizzatrice e come un modo per unire gli italiani sotto la bandiera fascista. La propaganda enfatizzava la superiorità della cultura italiana e il dovere di portare "civiltà" ai popoli africani. 22 21/10 Sotto il fascismo, il mondo della stampa si è sottoposto a pesanti sottomissioni. Non tutti i regimi totalitari adottarono gli stessi strumenti di censura. Nella prima fase della “rivoluzione fascista” (come la chiamava Mussolini) la stampa fascista era il mezzo che veicolava la propaganda fascista → la stampa era l’unico mezzo di propaganda, perché la tv ancora non c’era (arriverà 9 anni dopo la caduta del fascismo) e la radio e la sua diffusione verranno spinte dal fascismo ma ancora non era un mezzo così diffuso. Alla vigilia della marcia su Roma, 28 ottobre 1922, Mussolini poteva contare su “Popolo d’Italia” che era l’organo personale di Mussolini, su una serie di testate che erano già nate fasciste (es. popolo di Trieste, nato per sostenere il fascismo). Poi c’è un gruppo di giornali che non nascono fascisti ma si convertono subito dopo (Il resto del carlino -di Bologna-, Il Piccolo- di Trieste-, la Gazzetta di Venezia); poi una serie di giornali di impronta liberale (come il Corriere della Sera) che mostreranno un atteggiamento benevolo nei confronti del fascismo. Luigi Albertino, storico Corriere della sera, sarà quello che nel 1900 prenderà in mano Il Corriere e in 25 anni lo farà diventare il giornale più importante d’Italia, con diffusione nazionale. Albertini di fronte al passaggio al fascismo dirà “per l’Italia ci vuole un governo con lo spirito liberale e con la guida fascista”. La stampa non era avversa al fascismo, e Mussolini, dopo la Marcia su Roma, in una situazione ancora precaria (aveva in parlamento 35 deputati, non era un governo formato, anche le squadre fasciste inizialmente non erano facili da governare) non aveva ancora la pretesa di controllare la stampa. Mussolini inizierà a dire che la stampa deve essere degna del suo ruolo, la libertà di stampa non è un diritto ma un dovere → affermazioni che ci fanno capire che Mussolini aveva una concezione della stampa come un mezzo al suo servizio. Le conseguenze di questo suo approccio: 1. nel 1922 emette una legge contro i possibili abusi della stampa ➔ nello stesso tempo eredita l’ufficio stampa del ministero degli interni (che era stato creato da Mussolini) e lo trasferisce direttamente alle dipendenze della presidenza del consiglio ➔ dopo aver avocato a sé il controllo dell’ufficio stampa affiderà all’ex redattore del popolo d’Italia, Cesare Rossi, il compito di rivedere il progetto dell’ufficio stampa, allargandone le competenze in modo sistematico. Una delle prime cose che farà Cesare Rossi sarà chiedere ai prefetti di fornire informazioni dettagliate su tutti i giornali, i giornalisti, gli editori, i direttori, per inserirli in uno schedario apposito. ➔ nei giorni successivi alla marcia su Roma le squadre fasciste si scatenano con giornali e giornalisti non filofascisti. Nel giro di poche settimane molti editori entreranno in crisi perché questi giornali venderanno meno copie. Mussolini è volutamente ambiguo perché voleva far capire cosa rischiassero se avessero continuato su quella linea. Molti giornali modificano prudentemente la propria linea, arrivando anche a criticare altre testate, soprattutto quelle più grandi, che provavano a mostrare ancora una certa indipendenza. 2. il secondo intervento che Mussolini cerca di portare avanti è quello di lavorare sulla proprietà dei giornali, sugli editori dei giornali. Dopo alcuni mesi di governo, Mussolini 23 voleva conquistarsi un appoggio pieno anche dalla grande stampa. Per avere questo tipo di appoggio Mussolini crede che la strada principale sia quello di favorire l’ascesa di nuovi proprietari più favorevoli al fascismo oppure convincere i vecchi proprietari in cambio di qualche favore. ➔ Mussolini dà abbastanza presto dei segnali positivi per gli editori: politica fiscale riduttiva, promette di ridurre le conflittualità nelle aziende tra capitale e lavoro. Questi segnali che Mussolini dà agli imprenditori non sono privi di conseguenze. Mario Crespi, principale azionista del Corriere della Sera, dice “ponga il giornale su una linea di serena attesa e di indulgenza verso il governo”. Il fratello di Mussolini, Arnaldo, quando Mussolini diventa presidente del consiglio non poteva più dirigere il popolo d'Italia, diventerà la guida del popolo d’Italia. Arnaldo Mussolini sarà il grande manovratore di questa compravendita di pacchetti azionari che Mussolini inizia ad attuare per far sì che le proprietà dei giornali andassero a imprenditori fascisti o che volevano fare affari con il fascismo. 3. DOMANDA ESAME: la prima legge che ha effetto sulla stampa viene firmata dal re il 15 luglio 1923. Al fine di combattere gli abusi il nuovo decreto si propone di formare l’istituto del “gerente”. Il gerente responsabile era una figura prevista dalla legislazione sabauda nel 48. Quelle leggi dello statuto albertino prevedevano che ci fosse una pubblicazione quotidiana, ci fosse un direttore e un gerente responsabile, ovvero il soggetto che si assumeva la responsabilità davanti alla legge di ciò che veniva pubblicato sul giornale → molti giornali avevano preso l’abitudine di nominare i gerenti responsabili degli analfabeti per poco denaro, in caso di denuncia del giornale. Mussolini pensa che questo sia un ottimo appiglio: d’ora in avanti il gerente responsabile doveva essere o il direttore o uno dei principali collaboratori, con l’intento di responsabilizzare una persona che aveva davvero un ruolo all’interno del giornale. L’associazione più importante dei giornalisti rispose a questo decreto, approvando un ordine del giorno di forte preoccupazione e contrarietà a questo provvedimento. Inviano anche una delegazione presso Mussolini per cercare di bloccare, almeno temporaneamente, il decreto. Mussolini a fronte di queste reazioni decide di sospendere momentaneamente il decreto. Lo pubblicherà dopo il delitto Matteotti, e peggiorando anche il testo. Il decreto legge che entrerà in vigore nel 1924 provvederà che il gerente decadesse dopo solo 1 diffida. ➔ Il gerente era un organo creato da Giolitti con ufficio integrato della struttura del ministero degli interni. Nell’agosto del 1923 quest’ufficio viene staccato dal ministero degli interni e messo sotto la dipendenza del presidente del consiglio. Da quel momento Rossi propone l’ampliamento delle sue funzioni: l’attuazione dello spoglio dei giornali raccolta sistematica di informazioni anche riservate attraverso una fitta serie di informatori (principalmente giornalisti) attuare interventi per la soppressione dei giornali (si premurava di inviare note alla magistratura per favorire l’incriminazione di giornali e giornalisti) svolge attività di finanziamento attraverso fondi segreti ad una serie di giornali svolge intercettazioni telefoniche delle comunicazioni interne al mondo del giornalismo disposizione ai giornali (l’ufficio stampa già dal 1924 in maniera sistematica inizierà la pratica di inviare delle comunicazioni ai giornali che ben presto assumeranno il ruolo di veri e propri ordini ai giornali, quelle che erano chiamate le “veline”). 24 Nel giugno 1924 ci sarà l’allontanamento di Rossi dall’ufficio stampa per via del suo coinvolgimento nel delitto Matteotti e verrà sostituito da Giovanni Capasso Torre e rimarrà fino al 1928 alla guida dell’ufficio stampa, e sotto la sua guida l’ufficio stampa viene un po’ riorganizzato, assumerà più personale e ci sarà una prima significativa divisione in due sezioni: la sezione stampa italiana e la sezione stampa estera. A Capasso Torre seguirà Nando Ferretti (dal 1928 al 1931) e poi Gaetani Polverelli (dal 1931 al 1933), nel 1933 approderà nell’ufficio stampa il genero del duce Galeazzo Ciano. Gaetano Polverelli fu artefice di un’altra riforma, nasce una terza sezione: la sezione propaganda. Con Polverelli c’è un salto di qualità, lo strumento delle veline è ormai diventato uno strumento preminente, gli interventi saranno sempre più frequenti e invasivi. Per tutto il ventennio Mussolini si vanterà di leggere uno ad uno e di controllare tutti i giornali. L’ufficio stampa vagliava in maniera sistematica tutto ciò che veniva pubblicato in Italia. 22/10 Partito nazionale fascista organizza un suo ufficio stampa e uno dei principali problemi che avrà il fascismo nella sua attività di controllo sulla stampa sarà quello legato alla presenza di molti centri di produzione di materiale propagandistico che si arrogavano il diritto di imprimere un particolare orientamento alla stampa. L’ufficio stampa nazionale fascista fu uno di questi, il quale entrò in concorrenza con l'ufficio stampa del capo del governo. l’USF si occupava: 1. della distribuzione di materiale propagandistico 2. gestione amministrativa della stampa di partito (NB ogni provincia aveva una sua sezione del partito e all’interno di ognuna di queste c’era un organo di stampa che era espressione di questa sezione, solitamente era una stampa settimanale, ma poteva anche essere giornaliera in base all’importanza della sezione provinciale) 3. esercitare controllo politico sulla stampa di partito (nella stampa di partito, durante il fascismo, esistono anime diverse e il livello di conflittualità interna fu molto accentuata; era quindi necessaria la presenza di un centro che uniformasse la stampa, che tendeva spesso ad assumere posizioni non perfettamente in linea con le linee emanate dal centro) 4. fornire finanziamenti alla stampa (gran parte di questi organi di partito erano poco letti, scarsi livelli informativi) (alla fine degli anni venti 2/2 dei quotidiani di provincia erano controllati e sostenuti finanziariamente dal partito nazionale fascista) Organizzazione Rappresentanza Giornalisti: Associazione di rappresentanza dei giornalisti attive nel momento della Marcia Su Roma: 1. FEDERAZIONE NAZIONALE STAMPA ITALIANA: nasce nel 1908 dalla ASPI. Era il sindacato dei giornalisti nettamente più importante e più rappresentativa. 2. SINDACATO FASCISTA DEI GIORNALISTI: apertamente fascista e creato nel 1922 poco prima della Marcia su Roma, il nucleo iniziale pesa molto poco e aveva pochi iscritti ( 3. ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA CATTOLICA ITALIANA: nasce nel 1911 e ha minore importanza. 25 L’FNSI si era affermata con un'associazione capace di esercitare una considerevole influenza e riuscì a mantenerla anche nel primo periodo del fascismo; questo anche grazie ad un atteggiamento di benevola attesa con cui si pose alla scesa del regime → questa coalizione di solidità, che fin dall’inizio continua a mantenere, preoccupa sempre di più il Sindacato Fascista dei Giornalisti che tenta di ritagliarsi una fascia più ampia di attenzione e importanza. I principali rappresentanti del SFG (come Ermanno Amicucci e Grottai) si rendono conto che devono prima di tutto assumere il controllo sulla FNSI; la strategia usata dai fascisti per scansare dalle loro posizioni i leader della FNSI fu quella di cercare durante ogni elezione/rinnovo del direttivo, di presentare dei propri candidati per cercare di conquistare dall’interno la Federazione. (→ FNSI= SINDACATO DEI GIORNALISTI; in ogni regione c’è un segretario regionale che rappresenta a livello nazionale la federazione regionale, inoltre, c’è un consigliere direttivo formato da tutti i segretari nazionali). I candidati fascisti non vengono eletti, ragione per cui i leader del SFG si rendono conto che quella non poteva essere la strada migliore per riuscire a scalzare la FNSI dalle loro posizioni, adotteranno quindi altre strategie. L’omicidio di Matteotti, che sconvolse l'opinione pubblica e scatenò una forte crisi politica, intensificò la repressione del regime fascista nei confronti della stampa e dell'opposizione, portando ad un ulteriore inasprimento delle politiche di controllo → Il decreto del 15 luglio 1923, conosciuto come "Legge sulla Stampa", fu emanato dal governo di Mussolini con l'obiettivo principale di: ➔ consolidare il controllo fascista sulla stampa ➔ sottomettere i media alla volontà del regime Che entra in vigore con la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale l’8 Luglio 2024 riuscendo così ad avere potere giuridico per provvedere alla diffida dei giornali che attaccavano il fascismo (come “L’Avanti”, “Il Popolo”). La pubblicazione del decreto, sul fronte dell’opinione pubblica, destò una relativa indifferenza mentre sul fronte giornalistico suscitò invece una risposta molto dura → la FNSI riunì il direttivo e votò un ordine del giorno di ferma opposizione contro quel provvedimento e le maggiori testate italiane costituirono un comitato per la difesa della libertà di stampa (al quale parteciparono 11 testate tra cui “Il Corriere della Sera”, “La Stampa”); ci fu quindi un fronte compatto di opposizione, fino a quando il 3 Gennaio 1925 Mussolini farà un discorso in parlamento dove si assumerà la responsabilità politica di ciò che era avvenuto fino ad allora (e prima di questo discorso tutte le pubblicazioni di stampa verranno sequestrate → questo però avrà delle conseguenza come dei gravissimi danni economici per gli editori). La risposta del mondo giornalistico si manifestò anche tramite una petizione al re che fu promossa dai direttori dei tre maggiori quotidiani italiani (corriere della sera, la stampa e il giornale d’italia di roma), sulla base di un testo che era stato predisposto da Luigi Salvatorelli e sottoscritto dai direttori di 25 quotidiani. Questo appello non verrà però raccolto e di conseguenza nasceranno i giornali antifascisti clandestini. 26 DOMANDA ESAME: Grande riforma che il fascismo attuerà sulla stampa, non è solo con il decreto del luglio 1923 (che entra in vigore nel luglio 1924), ma anche tramite la legge approvata il 31 dicembre 1925. Visto il contesto degli anni precedenti, con la salda resistenza della FNSI e lo scandalo mediatico causato tra i giornali e i giornalisti a causa del delitto Matteotti, Ermanno Amicucci matura un’idea piuttosto chiara della direzione verso cui avrebbe dovuto andare il fascismo dal pov della stampa. Amicucci pensa che il fascismo debba proporre e approvare una legge che potesse risolvere, non solo dal pov giuridico ma anche dal pov politico e professionale il problema della stampa. Quindi Amicucci predispone un suo testo di legge che si pone in conflitto/concorrenza con un altro testo che nel frattempo due ministri incaricati da Mussolini stavano a loro volta portando avanti (Mussolini aveva affidato ai due ministri Federzoni e Ovilio l'incarico di preparare un progetto di legge quadro per risolvere definitivamente il problema della stampa; tale progetto era che aveva un impianto sanzionatorio → sanciva il carattere delittuoso delle infrazioni a mezzo stampa). Amicucci invece aveva un’idea molto diversa, quando nel dicembre 1924 quando fu reso pubblico il progetto dei due ministri, egli rese noto il suo progetto di legge alternativo, che aveva un carattere più tecnico-professionale → con il progetto di Amicucci si voleva creare l’Albo dei Giornalisti (che fino ad allora non c’era, ma i giornalisti volevano da tempo perché è sinonimo di prestigio) + obbligo di ogni giornale di pubblicare chi era l’editore (aka proprietario del giornale). I motivi ispiratori di questo progetto erano: 1. tramite l’albo, al fascismo fu consentito realizzare una selezione, soprattutto politica, dei futuri giornalisti 2. i giornalisti italiano si sarebbero messi in linea di buon grado con il regime fascista, ma soprattutto Mussolini si dimostra attratto da questa proposto, infatti alla fine questa legge viene approvata il 31 dicembre 1925 (in 3 anni dalla marcia su roma mussolini emana interventi, senza veli, di controllo) → fascistizzazione dal bassa a priori (anche dovuta alla scuola di giornalismo che creano per poter essere poi iscritti all’albo). L'albo dei giornalisti è suddiviso in due sezioni principali: 1. Albo dei Giornalisti Professionisti: Questa sezione è riservata a coloro che esercitano la professione giornalistica in modo continuativo e principale. 2. Albo dei Giornalisti Pubblicisti: Questa sezione è riservata a coloro che, pur esercitando la professione giornalistica, non lo fanno come attività principale. I pubblicisti sono, per esempio, coloro che scrivono articoli o collaborano con giornali, riviste o altre pubblicazioni su base non continuativa o part-time. Durante il fascismo anche il direttore di un giornale doveva essere iscritto all’albo. Linee guide dei sindacati seguite, anche regionali, per portare via dalle redazioni i giornalisti politicamente scomodi: ➔ passata militanza in partiti politici democratici o antifascisti: giornalisti che furono puniti più duramente sono quelli che avevano un passato nei partiti democratici ma valutando i riverberi che hanno sul passato (questo perché anche Mussolini e Amicucci ne fecero parte) ➔ giornalisti che hanno avuto un atteggiamento critico all’indomani del delitto matteotti 27 ➔ giornalisti che avevano firmato il manifesto dell’intellettuale antifascista di Croce La FNSI è ovviamente contraria poiché capisce che era un modo per eliminare i giornalisti scomodi →il 10 gennaio 1925 si riunisce il consiglio nazionale della FNSI e si esprime in maniera esplicita sul progetto di legge di Amicucci: la legge quadro viene bocciata, mentre sui singoli provvedimenti l’albo raggiunge i voti favorevoli necessari. L’articolo sulla scuola dei giornalisti invece non passa, ma per le reazioni che innesca all’interno della stessa categoria ma anche all’interno del mondo fascista → scuola del giornalismo, al contrario dell’albo, non sono in molti a non volerla. I primi a non desiderarla sono proprio i giornalisti di servizio perché innalzano troppo il livello formativo e perché sarebbe organizzata sulla base degli ideali/ordinamenti fascisti che avrebbe potuto così creare dei giornalisti “super fascisti”. Da maggio 1926 esiste un solo sindacato dei giornalisti nato dalla fusione della FNSI e del SFG che assume il nome di Sindacato Fascista dei Giornalisti. C’è però ancora un problema che Mussolini deve sistemare: la presenza di due principali grandi giornali (corriere della sera e la stampa) che non era stato totalmente in grado di assoggettare. Questi due giornali godevano di prestigio nazionale ma anche internazionale, erano i giornali che avevano dei direttori più prestigiosi (e questo aveva fatto in modo che Mussolini non aveva osato sopprimerli), inoltre Mussolini sapeva che finchè questi giornali non sposavano la sua causa non avrebbe potuto avere rilevanza internazionale. Sistema questo problema in due modi: 1. ALLONTANAMENTO: cerca di togliere a Frassati e Albertini (direttori del corriere della sera e della stampa) un forte elemento di solidità che derivava dal fatto che non erano solamente direttori del giornali, ma di essere anche co-proprietari dei giornali. Per quanto riguarda il corriere della sera, il novembre del 1925, fa in modo che i Crespi (che possedevano la quota maggiore sul possesso del giornale) riscattino tutte le quote che aveva il co-proprietario Albertini (aka lo estromettono dalla proprietà). 2. SOSTITUZIONE: al posto di Albertini, come direttore del giornale, sarà Pietro Croci che al momento poteva accontentare Mussolini e non umiliava Albertini perché i due erano amici. Marzo 1926 c’è un secondo passaggio, da Croci a Ugo Ojetti, anche se quest’ultimo non si allineava totalmente all’ideologia fascista e non accontenta del tutto Mussolini, anche se Ojetti era filofascista. Nel 1927, si passa da Ojetti a Maffio Maffii, ulteriore passo verso la fascistizzazione del giornale, che sposta l’asse sempre più a destra, ma non accontenta ancora fino in fondo Mussolini e solo nel 1929 ci sarà il direttore pienamente gradito da Mussolini, Aldo Borelli fino al 1943 (fino alla fine del regime) Stessa cosa succede anche con “la stampa” e fu Agnelli (?) che comprò le quote di Frassati. 28/10 Marzo 1926 governo prende un provvedimento che avrebbe avuto riflessi pesanti sulla vita dei giornali: aumento da 2 a 5 lire al quintale il dazio sull’importazione di carta; per favorire l’utilizzo della carta italiana e aiutando così il mercato nazionale. Di conseguenza aumentano anche i prezzi dei giornali che passano dai 25 ai 30 cent alla coppia, ci sarà alla fine anche un contingentamento dal pov delle pagine (giornali vengono ridotti a 6 pagine, non pù a 8 pagine o più → sia per favorire la carta italiana che aver più controllo sui giornali) vietando i sensazionalismi e la cronaca nera e preferire un carattere più sobrio, un nuovo stile “asciutto e energico fascista” 28 1. snellire 2. rimpicciolire 3. dare meno spazio alla cronaca non utile al regime Questi controlli del regime, oltre alle soppressioni, hanno come conseguenza anche la riduzione dei quotidiani pubblicati (dal 1926 al 1933 passano da 120 quotidiani a 73). ➔ 31 ottobre 1926, c’è il punto di non ritorno; Anteo Zamboni attentò alla vita del duce senza riuscirci nell’impresa e come conseguenza ci furono numerose e feroci rappresaglie delle squadre fasciste contro i residui giornali e giornalisti ancora non perfettamente allineati al fascismo. ➔ 1 novembre 1926 il ministro degli interni Federzoni ordina la sospensione definitiva delle pubblicazioni di quei giornali che erano ancora antifascisti anche se le loro tirature erano ridotte al minimo (“Il Mondo”, “La Voce Repubblicana", “L’Avanti”, “L’Unità”, alcuni fogli cattolici). ➔ 5 novembre 1926 il consiglio dei ministri disporrà lo scioglimento di tutti i partiti antifascisti, dichiarerà decaduti i 120 deputati che avevano partecipato all'Aventino e verrà revocata la gerenza di tutti i giornali di opposizione che causerà la chiusura definitiva di tali giornali L’azione di epurazione del sindacato fascista sulla stampa e sul giornalismo finisce nel 1928: ➔ secondo la FNSI nel 1926 c’erano 3736 giornalisti mentre nel 1928 ci sono invece 1843 giornalisti iscritti all’albo (aka circa la metà). Furono colpiti più duramente i giornalisti pubblicisti perché sono quelli che hanno meno da perdere quindi. Mentre i professionisti allontanati sono non più del 10-20% → DOMANDA ESAME ➔ tutti e i 45 giornalisti che hanno firmato il manifesto di Croce sono stati allontanati, lo stesso vale anche per i quadralleristi ➔ il 1928 è l’anno di riferimento, ma ogni anno il sindacato fascista pubblicava l’albo aggiornato → con il tempo molto dei giornalisti che sono stati allontanati dal sindacato, inizieranno pian piano a rientrare (nel 1929 ci furono ben 37 giornalisti presenti nell’albo, che furono esclusi nel 1928 e diversi di questi erano anche firmatari del manifesto dell’intelettuale antifascista; questo succede anche negli anni successivi) ➔ emersa l’esigenza del regime di non perdere il rapporto con il mondo intellettuale (anche antifascisti) che avrebbe potuto sbandierare soprattutto di fronte all’opinione pubblica internazionale e quella borghese nazionale che riteneva il fascismo un movimento di ignorati 29 29/10 Amicucci si propone di organizzare la professione giornalistica e lo fa anche tramite un tentativo di migliorare la formazione dei giornalisti ➔ apertura nuovi circoli della stampa ➔ pubblicazione di manuali per migliorare la preparazione e lo stile del giornalista ➔ apertura di istituti di formazione → nasce da una contraddizione che Amicucci aveva chiara fin dall’inizio, da un lato con la costituzione dell’albo creava una professione ma dall’altro non esisteva ancora un corso professionalizzante Trova fin dall’inizio opposizioni all’interno della categoria ➔ i giornalisti già in servizio frenano questo aspetto poiché temono che la creazione di una nuova generazione di giornalisti, con un alto livello di formazione, potesse mettere in dubbio il loro status ➔ i fascisti più intransigenti perché è tutto troppo teorico mentre l’uomo fascista è un uomo d’azione e che ci si deve formare sul campo, non sui banchi di scuola Amicucci ci gira quindi attorno e prova a ricavarsi degli spazi tramite altre vie: 1. febbraio 1928 viene approvato un regolamento tramite cui viene imposto per legge il possesso della licenza media per poter esercitare la professione giornalistica 2. marzo 1928, durante il congresso del sindacato, viene decisa la costituzione dentro l’università di perugia, dentro alla facoltà di scienze politiche, dei corsi di legislazione della stampa e storia del giornalismo; questo prevedeva che chi inseriva nel proprio piano carriera uno di questi corsi si sarebbe laureato in scienze politiche con l’indirizzo giornalistico 3. ministro Bottai si esprime a favore dell’idea di Amicucci che si attiva presso l’associazione degli editori italiani e si muove a vantaggio degli studenti laureati in scienze politiche a Perugia con indirizzo in giornalismo → sottoscrive con editori un accordo secondo cui tut

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