Summary

This document analyzes the literary work "Adone" by Giovan Battista Marino. It discusses the themes, structure, and historical context of the poem, highlighting its important role in the Italian literary tradition. Furthermore, various aspects, such as the relationship between the characters and the literary style of the period, are explored. The summary concludes by noting the influence and impact of the work.

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PARINI ARCADIA E ILLUMINISMO L'Accademia dell'Arcadia e il Rinnovamento Letterario del XVIII Secolo. L'Accademia dell'Arcadia, fondata a Roma nel 1690, si propose di rinnovare la poesia italiana, promuovendo un ritorno ai modelli classici e pastorali. Sebbene alcuni poeti come Chiabrera e Testi aves...

PARINI ARCADIA E ILLUMINISMO L'Accademia dell'Arcadia e il Rinnovamento Letterario del XVIII Secolo. L'Accademia dell'Arcadia, fondata a Roma nel 1690, si propose di rinnovare la poesia italiana, promuovendo un ritorno ai modelli classici e pastorali. Sebbene alcuni poeti come Chiabrera e Testi avessero già espresso dissenso nei confronti del Barocco, l'Arcadia fu la prima vera associazione letteraria a organizzarsi per attuare un programma di riforma. Gli Ideali e l'Organizzazione dell'Accademia I membri dell'Accademia, chiamati "pastori arcadici", adottavano pseudonimi classicheggianti. Oltre alla sede romana, nacquero diverse "colonie" in tutta Italia. Uno dei fondatori più attivi fu Gian Vincenzo Gravina, che propugnava un rigido classicismo e la rivalutazione di autori come Dante. Le Tendenze Interne all'Arcadia All'interno dell'Accademia si delinearono presto due tendenze: La linea di Gravina, che insisteva sulla fedeltà ai modelli antichi Quella di Crescimbeni, orientata verso una letteratura più leggera e pastorale Prevalse la seconda tendenza, più in sintonia con il clima culturale del tempo. Gravina, deluso, abbandonò l'Accademia nel tentativo, rivelatosi vano, di fondarne una parallela. L'Impatto dell'Arcadia sulla Letteratura L'Arcadia ebbe un profondo impatto sulla poesia italiana del XVIII secolo, promuovendo un ideale di classicità e razionalismo. Poeti come Metastasio e Rolli si distinsero per l'eleganza e la limpidezza del loro stile, lasciando un'impronta duratura. Tuttavia, i romantici criticarono l'ottimismo e l'appartarsi dell'Arcadia dal dibattito politico e sociale, bollando come "arcadica" ogni poesia ritenuta superficiale e lontana dalla realtà. In sintesi, l'Accademia dell'Arcadia rappresentò un momento cruciale nel rinnovamento letterario italiano, anche se le sue tendenze più estreme furono poi superate dal Romanticismo. COS'E' L'ARCADIA IN LETTERATURA A seguito di questa controversia, il principale tema dell'Accademia dell'Arcadia divenne una letteratura di evasione, incentrata sul genere pastorale, che portò rapidamente a un impoverimento del movimento, senza generare risultati significativi. Per questo motivo, il termine "Arcadia" assunse una connotazione quasi dispregiativa e le poesie prodotte dai membri del gruppo vennero etichettate come "pastorellerie". Tuttavia, il movimento presentò alcuni meriti, tra cui la riscoperta di un classicismo più rigoroso, che si era perso nel Seicento, e la promozione del contatto tra i letterati dell'epoca, uno degli obiettivi fondamentali dell'Arcadia. Non si possono identificare figure di spicco all'interno di questo movimento letterario, se non Rolli, Zappi e Trapassi, noto come Metastasio. Quest'ultimo fu un autore di melodrammi e può essere considerato un precursore dell'opera lirica; scrisse opere destinate a essere musicate e cantate dalla moglie, che era cantante professionista. Raggiunse un notevole successo e fu nominato poeta di corte presso la corte di Maria Teresa d'Austria a Vienna. Insieme al melodramma e alla poesia arcadica, si sviluppò anche la storiografia. Il Giorno Il poema si concentra sulla descrizione di una giornata tipica di un giovane nobile milanese e, nel progetto iniziale, doveva essere suddiviso in tre sezioni: il Mattino, il Mezzogiorno e la Sera. Le prime due parti furono completate, mentre la terza fu interrotta e successivamente divisa in due sezioni, il Vespro e la Notte, su cui Parini continuò a lavorare fino alla sua morte, senza mai portarle a termine. Esternamente, "Il Giorno" si colloca nel genere della poesia didascalica, molto in voga nella cultura illuministica. L'autore afferma di voler insegnare al giovane nobile come riempire le sue giornate per combattere la noia che lo affligge. La struttura del poema è quindi più narrativa che descrittiva, poiché non si sviluppa attorno a una particolare vicenda, ma si limita a illustrare una giornata tipo. Nel Mattino, il nobile viene descritto mentre si corica all'alba dopo una notte trascorsa tra teatro e giochi d'azzardo. Si narra poi del suo risveglio tardivo, della colazione e della lunga e meticolosa toeletta fino a quando è pronto per uscire e andare a trovare la sua dama. Un elemento centrale della rappresentazione è il cicisbeismo, che prevedeva che ogni donna sposata avesse diritto a un cavalier servente al suo fianco al posto del marito. Sebbene teoricamente il rapporto dovesse essere un semplice servizio alla donna, nella pratica si traduceva spesso in una forma di adulterio. Nel Mezzogiorno, il giovane visita la dama e si svolgono tutte le schermaglie amorose che ne derivano; successivamente si siedono a pranzo fino al momento in cui la coppia si dirige al corso, ovvero al passeggio delle carrozze, dove si riunisce l'intera nobiltà cittadina. Struttura Didascalica e Satira L'impianto didascalico, derivante dagli insegnamenti che il precettore fornisce al suo allievo su come occupare il tempo, è più evidente nella prima parte del poema, mentre nella seconda si attenua, assumendo un andamento più descrittivo. Tuttavia, questa struttura didascalico-narrativa funge da pretesto per mascherare la satira nei confronti del mondo aristocratico. Il precettore simula di accettare il punto di vista del giovane nobile e di condividere i suoi gusti e giudizi, celebrando così la vita della nobiltà in termini esagerati. Da ciò emerge un senso di banalità nella vita del nobile, poiché l'intera vicenda si svolge nell'arco di sole 24 ore, ma la narrazione sembra non avere mai fine, grazie alle numerose descrizioni dei minimi dettagli che caratterizzano la realtà aristocratica. Spazio e Contrasti Lo spazio di rappresentazione è ristretto e si svolge quasi esclusivamente in ambienti chiusi. Viene contrapposta l'oziosità della nobiltà contemporanea a quella del passato, che si lanciava in battaglia. Inoltre, l'inattività dei nobili viene messa a confronto con la vita attiva dei contadini, dediti ad attività utili alla società e ispirati a valori fondamentali come la famiglia. Per interrompere la narrazione, vengono inserite alcune favole che fungono da apologhi per spiegare alcuni episodi della vicenda. Elementi di novità si possono riscontrare nella Notte, in cui avviene l'incontro dei nobili per giocare e successivamente i due amanti si recano a una festa. In questa sezione, la polemica antinobiliare si attenua, ma rimane comunque l'impianto ironico e la condanna di una nobiltà oziosa. Vengono inoltre introdotti nuovi elementi come la malinconia, l'inesorabile scorrere del tempo e il deperimento della bellezza. Sembra scomparire anche la volontà di educare e rigenerare una classe in declino, riportandola alla sua antica funzione e dignità. Le figure dei nobili trasmettono un senso di vuoto e di noia irrimediabile. Secondo alcuni critici, l'atmosfera della Notte prelude al clima pre-romantico, mentre altri vi vedono l'imminente rovina della nobiltà. Infine, nel Giorno alcuni hanno voluto scorgere un robusto classicismo, evidenziato dall'uso di un linguaggio elevato. Giovan Battista Marino, “Adone” “Adone” è un poema mitologico, pubblicato a Parigi nel 1623, dedicato al re di Francia Luigi XIII. Composto da: 20 canti 5033 ottave 40984 endecasillabi Il poema più lungo della letteratura italiana Riprende la favola mitologica di Venere e Adone raccontata da Ovidio nel libro X delle “Metamorfosi” TRAMA Cupido, figlio di Venere, per vendicarsi di un torto della madre, fa approdare il bellissimo Adone a Cipro dove si trova la reggia della dea che vive con il figlio e il marito Mercurio. Quando Venere lo vede, Cupido scocca la sua freccia, la dea si innamora di Adone e insieme percorrono il giardino del Piacere e poi intraprendono un viaggio celeste. Marte, amante di Venere, scopre il tradimento e vuole vendicarsi, Venere fa fuggire il bel giovane il quale vive molte disavventure, ma tornato dopo un po’ a Cipro continua la storia d’amore con la sua amata. Marte, però, non smette di perseguitarlo e lo fa sbranare da un feroce cinghiale. Adone muore e Venere, distrutta dal dolore, trasforma il cuore dell’amato in anemone. LA STRUTTURA “Adone” è un’opera che - non rispecchia una sequenza logica (ci sono ampie digressioni, ossia descrizioni di episodi secondari) - vi sono molti eventi che si intrecciano - la temporalità non è lineare. - si intreccia mitologia ed edonismo (atteggiamento estetico motivato dalla ricerca del piacere) - è un poema di pace non di guerra - il protagonista ADONE non è un eroe coraggioso (come nei poemi dell’epoca) ma un uomo bellissimo che vuole vivere la vita e l’amore - il linguaggio è molto curato ed è ricco di metafore e similitudini. “Il canto dell’usignolo” dall’ “Adone” di Marino - di Carlo Zacco Prima parte. Canti I-IV. La prima parte tratta dell’innamoramento di Venere e Adone. - Cupido, per vendetta, fa in modo che la madre si innamori di un mortale, Adone, approdato nell’isola di Cipro: dapprima Venere si innamora di lui vedendolo addormentato sulla spiaggia dove è approdato; in seguito Adone si innamora a sua volta di Venere, dopo aver curato una ferita alla gamba. - Dopo l’innamoramento, tre personaggi, Cupido, Clizio e Mercurio si occupano dell’iniziazione di Adone, attraverso una lunga serie di esperienze estetiche. Seconda parte. Canti V-XI. In questo gruppo di canti viene descritta l’iniziazione di Adone. - innanzitutto vi è l’iniziazione ai piaceri dei sensi: Adone viene condotto attraverso il giardino del piacere; - quindi si passa alle delizie dell’intelletto e delle arti; - infine Adone viene avviato alla scienza moderna; Al termine di queste esperienze Mercurio può celebrare il matrimonio tra Adone e Venere. Il canto dell’usignolo Il giardino del piacere è costituito da una successione di varie zone, ciascuna dedicata ad uno dei cinque sensi; nel canto VII Adone si trova nel giardino dell’udito, dove, a un certo punto, Mercurio loda il canto dell’usignolo. Dopo l’elogio, Mercurio racconta la storia di una gara di canto tra un musico e un usignolo, in cui è il primo a risultare vincitore, poiché, nel voler imitare il cantante, l’usignolo scoppia. Il canto dell’usignolo, dall’Adone di Giovan Battista Marino: testo, parafrasi e commento. Queste ottave che ti presentiamo (32-33-34-35-36-37) fanno parte del canto VII dell’Adone, poema in venti canti pubblicato da Giovan Battista Marino a Parigi nel 1623. Ad Adone viene mostrato il giardino del piacere, in cui si succedono i segreti dei cinque sensi. Qui siamo nel giardino dell’udito: Mercurio, che guida Adone, mostra i segreti dell’udito e loda, come esempio, il canto dell’usignolo. Dopo l’elogio, Mercurio racconta la storia della gara di canto tra un musico e un usignolo: sarà il musico a vincere, mentre l’usignolo finirà per scoppiare per lo sforzo di imitare il suono dell’artista. Qui però riportiamo solo le ottave (32-33-34- 35-36-37) in cui si descrive il canto dell’usignolo. Ma sovra ogni augellin vago e gentile che più spieghi leggiadro il canto e ‘l volo versa il suo spirito tremulo e sottile la sirena de’ boschi, il rossignuolo, e tempra in guisa il peregrino stile che par maestro del’alato stuolo. In mille fogge i suo cantar distingue

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