Giovanni Boccaccio: Decameron PDF

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This document provides notes on Giovanni Boccaccio's Decameron, including its historical context, the structure of the novellas and literary genres. This literary analysis examines the novel's relationship to other works of Italian literature.

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📚 Giovanni Boccaccio Data Ripasso @December 5, 2024 Rev/Rip revisionato Schema Spiegazione Done Studio Done Test 11/10/24 Con Boccacc...

📚 Giovanni Boccaccio Data Ripasso @December 5, 2024 Rev/Rip revisionato Schema Spiegazione Done Studio Done Test 11/10/24 Con Boccaccio si completa il macroquadro dei generi perchè si distingue per la costruzione di un libro di racconti, novelle. conferisce dignità al genere della novella Si forma a Napoli, per seguire il padre, presso la corte di Roberto d’Angiò. Qui scopre la sua propensione per la cultura classica e la letteratura cortese di Francia. Era una corte in cui non vi era una scuola poetica, solo letterati autonomi. Giovanni Boccaccio 1 fondamentale è la frequentazione e il dialogo epistolare con Petrarca che lo avvicinano agli studi eruditi→ dopo il Decameron si occupa di trattati in lingua latina; abbraccia l’erudizione Petrarchesca Aveva iniziato una lettura pubblica della Commedia in una chiesa fiorentina, leggendo anche un commento→ operazione che rimane incompiuta, ( l’idea di diffondere un testo mediante l’oralità testimonia i primi dati di fortuna della Commedia) PERIODO NAPOLETANO: esercizio sulle terzine, sull’ottava e sulla prosa romanzesca Pubblico di corte. Influenza della tradizione classica e della lirica cortese. Argomento prevalentemente amoroso. Scopo: diletto e intrattenimento. Sperimentazione di generi e forme. Caccia di Diana (1334 ca.): poemetto in terzine. Filocolo (1336-1338): prosa romanzesca che rielabora i contenuti del romanzo francese Floire et Blancheflor. Filostrato (1339 ca.): poemetto in ottave di materia troiana. A FIRENZE: Si misura con il prosimetro, sulle terzine ( Dante è il grande modello), Elegia di madonna fiammetta di tono elegiaco che ricorda il modello ovidiano. La protagonista racconta una vicenda rivolgendosi ad altre donne (circuito prettamente femminile, aspetto NON consueto) TRATTATISTICA: legata alla dimensione erudita con omaggi a Dante: Il Corbaccio→ satira in prosa volgare contro le donne; è un esercizio letterale di matrice latina, non è un rinnegare il Decameron (dedicato alle donne) Giovanni Boccaccio 2 DECAMERON Problematiche ancora aperte: Non si sa a quale altezza cronologica Boccaccio abbia incominciato a comporre le novelle, né si sa come abbia gestito l’intero progetto. Non sappiamo se dal “laboratorio” dell’autore uscissero blocchi di novelle o o giornate narrative organizzate e autonome. Non si sa la data di chiusura e quale fosse il modello di uscita Una redazione autografa del Decameron è nel codice manoscritto Hamilton 90→ manoscritto molto curato e decorato, con dei ritrattini dei personaggi delle novelle. E’ il codice di riferimento da cui ha origine la tradizione testuale successiva. Il GENERE NOVELLISTICO: Un genere che non godeva di priorità prima di Boccaccio. A Firenze realizzata una raccolta di novelle “Novellino” e non sappiamo chi sia l’autore, ma non è cronologicamente distante dalle opere di Boccaccio ed è un’importante testimonianza. Non ha una struttura così studiata come il Decameron, che invece rappresenta un avanzamento anche in ambito strutturale. Il “Novellino” è un atto di mera raccolta. Il genere della narrazione breve ricorrente nell’area francese →testi con finalità morali in cui si narravano esempi virtuosi di uomini/donne. Testi che diventano punto di riferimento. Boccaccio non ha molti punti di riferimento→ manca una tradizione italiana della novella PROEMIO: Ha la funzione di introdurre il tema per orientare i lettori (come il sonetto inziale del canzoniere) «Comincia il libro chiamato Decameron cognominato prencipe Giovanni Boccaccio 3 Galeotto , nel quale si contengono cento novelle in diece dì dette da sette donne e da tre giovani uomini». [explicit: «Qui finisce la Decima e ultima giornata del libro chiamato Decameron cognominato prencipe Galeotto»] → Boccaccio riconosce l’opera come libro. ci indica il titolo, quante novelle ci sono e quanti narratori ci sono (con maggioranza femminile). → libro= struttura pensata, organizzata, voluta. Boccaccio identificando l’opera come libro, ne esplica la struttura. Decameron con cognome “Galeotto” che ricorda anche alla fine del libro. significato del titolo: Déca heméra “dieci giornate”, denso di suggestioni rievoca il titolo del trattato di sant’Agostino (Hexaemeron) Cognome del libro: “principe Galeotto”: è un riferimento al Canto V dell’inferno “ Galeotto fu il libro e chi lo scrisse” → la lettura ha generato nei personaggi (Paolo e Francesca) un sentimento di identificazione con ciò che leggevano e che li ha spinti al peccato→ Galeotto è il libro che ha spinto l’amore tra Paolo e Francesca. connessione con il Decameron: se il libro (nell’inferno di Dante) stabilisce un legame tra i due personaggi nell’atto della lettura, nel Decameron è un po’ ironico definirlo galeotto perché i narratori non trasformano in realtà ciò che viene raccontato →non mettono in partica ciò che ascoltano. Non si crea la connessione come nel racconto dantesco. l’autore spiega il motivo per cui ha scritto l’opera: forte delusione d’amore da lui subita e lenita dal conforto di alcuni amici → pretesto biografico per restituire il favore; ora vuole andare in soccorso di coloro che soffrono per amore. In particolare alle donne che ritiene essere più bisognose di aiuto in questo campo: hanno bisogno di maggiore sostegno perché le donne conducono una esistenza casalinga, la lettura può aprire loro nuovi orizzonti. Giovanni Boccaccio 4 «Esse dentro a’ dilicati petti, temendo e vergognando, tengono l’amorose fiamme nascoste […] e oltre a ciò […] il più del tempo nel piccolo circuito delle loro camere racchiuse dimorano […]»). Volontà di offrire qualcosa di dilettevole, ma anche utile poter trasmettere degli insegnamenti: obiettivo pedagogico come si diffondevano le opere ? 👊 attraverso circolazione dei codici, come per Petrarca (sempre dentro una cerchia ristretta perchè costavano tanto e poi ci voleva molto tempo per relizzarle, inoltre i lettori erano pochi) lettura e ascolto→ anche coloro che non sapevano leggere avevano occasione di conoscere i testi. «Intendo di raccontare cento novelle, o favole o parabole o istorie che dire le vogliamo, raccontate in diece giorni da una onesta brigata di sette donne e di tre giovani nel pistelenzioso tempo della passata mortalità fatta, e alcune canzonette dalle predette donne cantate al lor diletto» (Proemio, 13) → “onesta” nel senso che non si allontanano dalla realtà → le “canzonette”: per indicare che vi sono dei testi in versi Giovanni Boccaccio 5 → la peste: condizione che spinge la brigata dei dieci giovani a lasciare Firenze, li isola in un locus ameanus per evitare il contagio → 7 donne e 3 giovani: sono un gruppo di GIOVANI onesti ( ci si riaggancia al cognome dell’opera) → Boccaccio non mostra un’idea chiara al genere sul quale vuole concentrarsi: questa enumerazione è stata letta in una incapacità nell’inquadrare il genere narrativo (anche perchè non aveva generi a cui fare riferimento); ma in realtà egli non ha dubbi a riguardo. come riposta A. Quondam, semplicemente Boccaccio non vuole distinguere la novella dalla favola dalla parabola, ma attraverso quest’elenco vuole mostrare tutti i termini che venivano utilizzati per indicare il RACCONTO BREVE nella sua generalità (PASSAGGIO MOLTO IMPORTANTE)→ la visone di quondam è quella ormai accettata «[…] un libro di novelle non è il luogo per discutere di forme letterarie e delle loro funzioni, né tanto meno per fare discorsi di teoria letteraria […]. Boccaccio cerca solo di rappresentare la varietà linguistica disponibile a metà Trecento per le forme brevi del racconto». (A. Quondam, Introduzione, in G. Boccaccio, Decameron, Milano, Rizzoli, 2020, pp. 5-65: 44, 48) analogia strutturale con la Commedia per quanto riguarda i numeri: raccolta di 100 novelle (101 se si considera anche quella raccontata dall’autore all’inizio della quarta giornata) divise in 10 sezioni (le giornate) = 100 canti della Commedia la brigata è definita ONESTA e nell’incipit del libro Boccaccio fa un focus su di loro “servia ciascuma e di sangue nobile e bella forma e ornata di costumi e di Giovanni Boccaccio 6 leggiadra onestà” viene recuperata una nobiltà di sangue (messa da parte con lo Stil Novo) i giovani sono definiti “ discreti giovani e valorosi [ =nobili]”→ nobiltà di nascita, virtù, educazione →l’amore diventa per TUTTI 15/10/24 STRUTTURA «L’‘onesta brigata’ trova […] senso e funzione quando, seduta in cerchio, a turno dice e ascolta novelle: in modo ordinato e composto, perché dirsi le novelle è una forma dello stare insieme […]. Solo se sa soddisfare questa condizione primaria, la brigata assume le funzioni di efficiente dispositivo narrativo: solidale e collaborativo». → Il primato del racconto e dell’ascolto. (Quondam, Introduzione, p. 29 Ruolo dei giovani→ sono parte integrante della cornice e sono loro che danno il via alle novelle. Ciascuno racconta una novella alla volta in un clima di grande equilibrio (non ci sono tensioni): non riproducono sul piano della realtà ciò di cui narrano ciascuno narra a turno, non vi sono sovrapposizioni, ognuno ha il proprio spazio→ una volta terminata una novella ne comincia un’altra di un altro compagno di brigata C’è un allontanamento da una dimensione urbana di disequilibrio (stravolta dalla peste). La peste fa cadere tutta una serie di valori; e l’allontanamento dalla città è sinonimo di ricerca di equilibrio e di ricomporre tutti quei valori che sono saltati a causa della peste Ciascuna giornata è chiusa sa una ballata Giovanni Boccaccio 7 La descrizione dell’epoca della peste costituisce la cornice narrativa in cui sono contenute le novelle. le novelle sono raccolte nella cornice della peste; la peste del 1348 evento che si sconvolge Firenze, la brigata si ritrova nella chiesa sudi Santa Maria Novella e decidono di rifugiarsi in campagna per evitare il contagio La cornice→ ha una doppia funzione: 1. Tecnica-Strutturale: serve a contenere le novelle. La cornice è legata all’evento storico della peste. 2. Tematica: nella cornice vi è uno sviluppo tematico ben preciso; ogni giorno corrisponde ad un tema a cui la brigata deve attenersi→ l’idea di equilibrio si manifesta anche attraverso il rispetto del tema giornaliero. →Vi è un principio ORDINATORE sul piano tematico e strutturale, senza, non si avrebbe un’opera perfettamente equilibrata. L’idea della cornice che tiene insieme le novelle non è una novità assoluta (ideata da Boccaccio), lui lo perfeziona ed imprime a questo artificio una dignità letteraria che rende il Decameron il modello per eccellenza per la raccolta delle novella. Ma i precedenti li abbiamo nella tradizione ORIENTALE (Mille e una notte, Libro dei sette savi)e che Boccaccio, probabilmente, può avere intercettato durante il periodo della formazione i Napoli. PIANI NARRATIVI Ci sono almeno 3 piani narrativi: 1. La voce dell’autore, parla nel proemio, in conclusione. Prende la parola anche all’introduzione della quarta giornata quando ferma il meccanismo del racconto e della finzione per puntualizzare una serie di questioni, obiezioni che gli sono state mosse Giovanni Boccaccio 8 2. La voce dei narratori, mandano loro avanti il lavoro narrativo dell’opera. La brigata dei 10 giovani sono una voce narrante incisiva 3. La voce dei protagonisti delle novelle che prendono parola e che raccontano qualcosa. “Un racconto nei racconti”, 💡 un esempio è la prima novella che apre la sesta giornata (no posizione casuale, quasi a metà dell’opera), la novella di MADONNA ORETTA che parla della capacità e incapacità di NARRARE: in questa novella si parla di un cavaliere che vuole intrattenere donna Oretta con un racconto e comincia a raccontare una storia; la donna è costretta a interrompere (con una battuta di spirito molto arguta9 il cavaliere perché incapace di raccontare (è un pessimo narratore). Il cavaliere ci resta male, ma sa bene di essere in difetto. → purché raccontare questa storia: Posizione: posta a metà, come se Boccaccio volesse rimarcare l’importanza di saper narrare bene. tutti possono raccontare, ma non tutti sanno raccontare BENE. Da un lato c’è un’apertura (tutti possono narrre), dall’altro c’è una chiusura (l’arte del racconto va saputa gestire bene) vuole mostrare come i suoi narratori siano capaci di gestire bene l’arte del narrare, perché tutte le novelle hanno una perfetta struttura (inizio, sviluppo e fine) e hanno anche una corretta proprietà linguistica. Il CAVALIERI è l’esatto opposto della brigata. UN PERCORSO ASCENSIONALE Secondo uno studio di Vittorie Branca, uno dei massimi studiosi dell’opera di Boccaccio, sottolinea che il cuore del Decameron è proprio questo racconto di Oretta nel mezzo dell’opera. Mette in evidenza i due ESTREMI: Giovanni Boccaccio 9 la prima novella Ultima novella A suo avviso la prima e l’ultim rappresentano gli opposti di un percorso moralmente in ASCESA tracciato attraverso le 100 novelle. Come prima battuta in questo percorso ascensionale ci sono più livelli di lettura: PIANO OGGETTIVO→ PASSAGGIO DALLA CITTA’ ALLA CAMPAGNA: la brigata lascia Firenze( infetta) e raggiunge un luogo sano (da tutti i punti di vista). Abbandonano la città per raggiungere il locus amaenus. PIANO METAFORICO→ ABBANDONO di un disordine morale per raggiungere l’equilibrio morale:i giovani passano da un luogo colmo di vizi e senza valori ad uno invece di equilibrio. → Questo percorso che compiono i giovani è paragonabile al percorso che compiono i personaggi delle 100 novelle: la prima novella vede come protagonista MESSER CIAPPELLETTO che è l’incarnazione dei mali (è il personaggio moralmente peggiore) Nella centesima novella si ha come protagonista la figura femminile di Griselda (paragonata a MARIA) ; la sua figura conserva una dignità morale, nonostante tutti i soprusi che subisce da parte del marito, questo fa di lei la massima rappresentazione della virtu e che quindi si contrappone a messer Ciappeletto (rappresentazione del vizio) questa riflessione parte dal dato concreto (passaggio da un luogo a un altro) fino a mettere in evidenza la contrapposizione morale tra il primo e l’ultimo protagonista→ si arriva quindi a delineare il comportamento migliore da adottare. I TEMI Sono novelle che hanno luoghi di ambientazioni diversi Collocazioni cronologiche diverse Coinvolti personaggi di ceti sociali differenti Giovanni Boccaccio 10 Questo fa del Decameron un’opera che mette in campo un’intero mondo: varie tematiche. Possibile però mettere in evidenza alcuni ulcer tematici maggioritari: Boccaccio nel proemio ci dà un’indicazione a riguardo «Nelle quali novelle piacevoli e aspri casi d’amore e altri fortunati avvenimenti si vederanno così ne’ moderni tempi avvenuti come negli antichi […]» (Proemio). I lettori troveranno: piacevoli e dolorosi casi d’amore→ storie d’amore con esito positivo e negativo Vicende interamente dominate dalla sorte (fortuna) Dei molti temi trattati nel Decameron, Boccaccio scegli di mettere in evidenza questi due in particolare. IL SENTIMENTO AMOROSO Finora il tema amoroso è stato Circoscritto entro una certa cerchia di persone, gruppo determinato di destinatari→ gli INTENDENTI di amore. Visone elitaria, l’amore non è un sentimento per tutti. Nel Decameron vi è un’apertura→ lo si vede p. Es. In una novella della quarta giornata in cui si dice: «quantunque Amor volentieri le case de’ nobili uomini abiti, esso per ciò non rifiuta lo’mperio di quelle de’ poveri» (IV 7, 4) AMORE soggiorna nelle case degli uomini nobili e nelle case di coloro che sono povere→ qui si fa un focus su una differenza concreta (in fatto di possedimento) Prima si è sempre parlato di una nobiltà d’animo, escludendo la nobiltà di sangue. Qui invece, Boccaccio stabilisce una distinzione tra i nobili e i poveri, una Giovanni Boccaccio 11 distinzione che non chiama in causa una nobiltà di sentimenti, ma guarda al dato materiale. Questa è un’APERTURA da parte dell’autore, amore è un’esperienza che può essere vissuti da tutti, da ricchi e poveri, da coloro che hanno una nobiltà di cuore e da chi invece non la possiede. Caduta di una barriera tra chi è nobile di cuore e chi non lo è (amore è per tutti e non tiene conto delle differenze di classe ) IL TEMA DELLA SORTE Si nota un distaccamento dalla tradizione precedente: si pensi a Dante, nella Commedia quando si parla di sorte è riferito a qualcosa che è guidato da Dio, cioè sempre un principio cristiano dietro. Con Boccaccio l’idea della fortuna comincia a svincolarsi da una lettura prettamente cristiana; avviene un’apertura verso l’UMANESIMO dove la sorte viene intesa come valore laico (ciò che accade è responsabilità dell’uomo e di nessun altro), ciò non significa disdegnare il cristianesimi, ma vuol dire rivalutare la posizione dell’essere umano. Questo si avverte nel Decameron, perché alcuni protagonisti delle novelle appartengono alla classe borghese, in particolare alla classe dei mercanti, realtà che Boccaccio per ragioni biografiche conosceva benissimo (suo padre apparteneva a quella classe); quindi conosce i rischi, i pericoli di quel tipo di lavoro→ la classe borghese deve prodursi da sé il proprio mantenimento attraverso il proprio lavoro e Boccaccio sa bene come l’attività del mercante è sottoposta ai colpi della sorte e tutto dipende dalla capacità del commerciante per orientare bene gli affari. Le “DUE MINISTRE DEL MONDO” sono la NATURA e la FORTUNA che prevalgono el Decamerone. L’uomo si scontra con la fortuna, questa forza che agisce procurando un destino nefasto o favorevole. Per “natura” si intende l’indole, il carattere di ciascun uomo. I PERSONAGGI DELLE NOVELLE Giovanni Boccaccio 12 Una buona prate dei personaggi del Decameron sono uomini del clero, che sono di due tipologie. rispettosi degli ideali della chiesa (p. Es. Prete di Ser CIAPPELLETTO) Del tutto irrispettosi e che si abbandonano a piaceri proibiti Rappresenta il mondo clericale in tutte le sue sfaccettature, sia positive, sia negative. Boccaccio si fa ispirare dal reale. Vi è inoltre una varietà di luoghi in cui sono ambientate le novelle. I novellatori sono fiorentini, ma i racconti sono ambientati a Napoli, Genova, in area toscana, in Oriente… Francesco de’ Sanctis, critico letterario i fine ‘800, consegna questa interpretazione del Decamerone: per lui è una COMMEDIA UMANA che fa da contralto alla Divina Commedia (perché i protagonisti del Decameron sono gli uomini e le loro virtù) NOVELLA da leggere “Federico degli Alberighi” pag 89 Vede come protagonista un nobile. Interessante l’idea di una nobiltà che viene persa per ragioni economiche, ma il personaggio mantiene al nobiltà dei valori. Tema→ Nobiltà di sangue e nobiltà dei valori. Una può decadere e l’altra può permanere Riflessione su una specifica categoria sociale. INTRODUZIONE ALLA QUARTA GIORNATA (Nella antologia vi è parte di questa introduzione a partire da pagina 83) Si apre la 4 giornata e l’autore prende la parola bloccando la finzione narrativa; deve rivolgersi alle donne, perché avverte la necessità di difendersi. Giovanni Boccaccio 13 Questo è interessante perchè dà una informazione sulla modalità di diffusione delle novelle (evidentemente l’autore aveva già fatto circolare le novelle delle prime 3 giornate anche se non sappiamo quante). Questo lo si capisce, perché lui riporta di essere stato criticato da più persone che hanno letto le novelle delle prime tre giornate. CRITICHE CHE GLI VENGONO MOSSE (sono 5): 1. Boccaccio dimostra troppa attenzione per l pubblico femminile. Per questi lettori questa sua attenzione per le donne è del tutto inopportuna 2. Accusato di essere inadatto, a causa della sua età, per poter parlare di donne 3. Altri lo invitano ad occuparsi di una letteratura più sera “Muse in Parnaso” probabilmente ad occuparsi di poesia senza perdere tempo con “queste ciance” quindi storiell→ dimostrazione di una scarsa riconoscibilità del genere della novella, considerata una “ciancia”; è la poesia ad avere il titolo per eccellenza 4. C’è chi lo invita a procacciarsi il pane altrove, cioè a trovarsi un altro lavoro (ad andare a lavorare senza perdere il tempo in ciance) 5. Altri proclamano la FLSITA’ di questi racconti, viene accusato di aver raccontato cose false e con certa incapacità L’autore le nomina uno dopo l’altra e ci si aspetta che lui possa difendersi, ma prima di farlo Boccaccio si prende uno spazio narrativo: vuole raccontare una novella, ma una novella INCOMPLETA, senza chiuderla perchè non vuole che questo raconto possa essere considerata sullo stesso livello di quella dei narratori (e la novella 101 ) → il fatto di lasciarla incompleta è per rendere chiaro la diversa finalità di operazione tra quella che stanno svolgendo i 10 giovani e quella dell’autore in questa introduzione alla quarta giornata. Inoltre la parte della novella che andrà a raccontare servirà per rispondere alle critiche che gli sono state mosse. Giovanni Boccaccio 14 →l’autore inizia a raccontare la novella di FILIPPO BALDUCCI Ch serve a spiegare un concetto chiave: l’amore è un sentimento naturale e che nasce in chiunque senza distinzione (tutti possono innamorarsi). comincia da qui la sua replica. Ammessa la naturale inclinazione umana ad amare, ognuno sceglie liberamente come orientarla: verso esiti infelici (eccesso irrazionale): IV giornata. verso esiti felici (autocontrollo razionale dei sentimenti): V giornata Trama: In questa novella si racconta di una padre, il protagonista, che ha scelto, dopo la morte della moglie, di vivere in u luogo isolato (fuori Firenze) con il figlio che viene cresciuto in completa solitudine, fino a che al compimento dei 18 anni, il padre lo porta in città. Questo giovane conosce una realtà del tutto nuova, ad un certo punto vede un gruppo di fanciulle e ne rimane colpito; il padre preoccupato, cerca di distrarlo, ma il giovane si chide chi siano quelle ragazze il padre risponde che sono papere, in modo da nascondere la verità, il giovane insiste, vuole portare le “papere” con sè a casa. Qui si interrompe la novella. → si interrompe laddove serve, è impossibile mettere un freno al sentimento d’amore, nonostante l’impegno del padre. Questo serve a Boccaccio per iniziare a rispondere in modo puntuale alle singole obiezioni: 1. amare è qualcosa di natura e non si possono porre barriere 2. Lui non è assolutamente vecchio e può benissimo parlare d’amore e fa riferimento ad autori della tradizione come Cino da Pistoia che seppur vecchissimo scriveva d’amore. Si appella alla tradizione 3. Non si sta occupando di ciance che anche nello scrivere novelle è assistito dalle muse che non sono circoscritte per la poesia; anche le sue novelle hanno una piena dignità letteraria. 4. Rivendica l’autonomia del poeta: non è una figura che deve andare a guadagnarsi il pane, ma ha una sua autonomia Giovanni Boccaccio 15 5. Ha una grande capacità narrativa come ha dimostrato attraverso i 10 giovani che raccontano le novelle. Dopo questa introduzione riprende immediatamente la narrazione immediatamente e fino alla fine l’autore dimostra come bisogna saper narrarare → l’autore ha GIOCATO D’ANTICIPO con questa introduzione alla quarta giornata; non ha aspettato la fine dell’opera per rispondere alle critiche, ma subito blocca la narrazione risponde e poi riprendere il suo lavoro senza più alcun tipo di interruzione. Poi ci sarà La novella della sesta Gionata (madonna Oretta) per rimarcare l’importanza del saper narrare bene. → questo è necessario per porre un sigillo letterario alla propria opera. LINGUA E STILE Le scelte linguistiche e stilistiche sono adeguate alla varietà dei personaggi, delle realtà geografiche e socio-culturali: l’apertura all’oralità e le incursioni nelle varietà lessicali regionali. L’adozione di un registro aulico, di stampo latineggiante, nelle novelle di ambientazione più elevata e di maggiore impegno morale. La complessa costruzione sintattica dei periodi. La suggestione del pluristilismo della Commedia e della indagine dantesca sulle varietà volgari (De vulgari eloquentia) Boccaccio era dotato di una cultura medio-alta. Lo stile impiegato dall’autore riproduce la realtà sociale dei protagonisti delle novelle, in base alle classi sociali che rappresenta adatterà il suo stile. p. Es. Federico degli Algerighi, siccome è un uomo colto utilizza un linguaggio forbito. Giovanni Boccaccio 16 Giovanni Boccaccio 17

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