Il Novecento di Alberto Casadei - PDF
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Università di Foggia
Alberto Casadei
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The document discusses the 20th-century Italian literary scene, examining various factors that influenced its evolution, including historical-political events, socio-cultural trends, and interaction with international literary movements. It analyzes the relationship between Italian literature and international trends, including the influence of French and English languages, and the significance of literary movements such as Crepuscolarismo and Avanguardie. The analysis touches upon different characteristics of Italian literature and poetry during the 20th century.
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IL NOVECENTO - CASADEI CONTEMPORANEITA’: Si può iniziare a parlare di “contemporaneità” dalla Rivoluzione Francese (1789), quando cadono gli imperi assolutistici e nascono le grandi democrazie europee (sulla base delle quali fondiamo le società europee oggi), ad oggi. Più precisamente, da Foscolo c...
IL NOVECENTO - CASADEI CONTEMPORANEITA’: Si può iniziare a parlare di “contemporaneità” dalla Rivoluzione Francese (1789), quando cadono gli imperi assolutistici e nascono le grandi democrazie europee (sulla base delle quali fondiamo le società europee oggi), ad oggi. Più precisamente, da Foscolo che scrive il saggio della letteratura italiana contemporanea nel 1918 in cui gli ultimi autori che trascrive sono Alfieri e Parini, morti 25 anni prima. Per Contemporaneità s’intende tutto ciò che in cultura e in società è avvicinabile al modo in cui oggi parliamo di ‘cultura’ e ‘società’. Il concetto ha una doppia valenza nell’epoca di Foscolo: - dal punto di vista socioculturale: la letteratura e la società si rispecchiavano ai suoi tempi, tempi in cui un poeta aveva stessa incidenza nella società (si serviva dei letterati) e nella cultura - dal punto di vista letterario: col tempo ciò che viene espresso da un punto di vista socioculturale non è più valido da un punto di vista letterario, dove è cambiata l’incidenza della figura del letterato nella società => letteratura e società sono scollegate Tutto ciò viene anche influenzato da un fattore economico-finanziario che determina la forza di una società e dal passaggio dalla lingua francese alla lingua inglese: la lingua francese era la lingua vettore nel mondo occidentale, la lingua della letteratura e del cambiamento; al contrario, la lingua inglese era la lingua dell’economia e della finanza => sinonimo di cambiamento (si aggiunge anche la nascita della radio, tv…) ** Zygmunt Bauman parla di MODERNITA’ LIQUIDA poiché ogni giorno veniamo bombardati da un numero di informazioni superiore dalle quali tratteniamo un numero inferiore di nozioni e tutto diventa sfuggente. È così che per noi il contemporaneo retrocede di 20/25 anni al massimo. Al concetto appena delineato viene affiancato il concetto di relazioni liquide: tutto si crea e tutto, poi, si distrugge. CAPITOLO 1 – PROFILO DEL XX SECOLO Sull’evoluzione della letteratura italiana nel 900 hanno inciso: ▪ fattori storico-politici: durante il ventennio fascista (1922-1943), il dibattito letterario è stato condizionato nel rapporto intellettuali/politica; al contrario, alla fine della Seconda guerra mondiale, ritorna il dibattito letterario con l’adesione degli scrittori al partito di sinistra; ▪ fattori socioculturali con la grande influenza del filosofo e critico Benedetto Croce che fece sì che la critica accademica non si aprisse a nuovi stimoli provenienti da altri paesi europei, facendola rimanere ancorata ai canoni tradizionali 1 Rapporto tra letteratura italiana e tendenze internazionali: già con la fine del XIX e l’inizio del XX, la formazione degli scrittori italiani avveniva spesso grazie ai contatti con movimenti e autori attivi altrove (Parigi, Europa, Stati Uniti); basti pensare a Svevo che pubblica il suo capolavoro un anno dopo (1923) l’Ulisse di Joyce, il quale contribuisce alla fortuna del suo Zeno in Francia. 1) INTERAZIONE FRA LA LINGUA ITALIANA (iniziata con l’Unità d’Italia nel 1861 e la creazione di sistemi scolastici) E I DIALITTI dati dalle diverse realtà socioculturali nella nazione. Questa dialettica linguistico-culturale ha dato origine a forme di mescolanza che negli autori maggiori, come Gadda, arriva a connotarsi in espressionismo. La scelta della lingua italiana, ovvero del toscano manzoniano (poi standardizzato), fu un passaggio complesso quando ancora si difendevano i dialetti implicando spesso un bilinguismo, ben evidente in Giacomo Noventa che scriveva versi nel suo idioma materno, polemizzando contro il regime fascista che era ostile alle culture regionali. Dalla seconda metà del secolo, si difendeva la scelta dei dialetti o per manifestare la nostalgia di una dimensione socioculturale in via di estinzione o per proporre una denuncia contro la massificazione/globalizzazione. Ne è un esempio Pasolini che riscrive e in parte distrugge i versi giovanili considerati fuori tempo rispetto alla mutazione antropologica causata dal capitalismo. L’intersezione con i dialetti diventa molto affine al ‘plurilinguismo colto’, basato sul rapporto anche con lingue morte. 2) DIVARICAZIONE TRA IL DESTINO DELLA POESIA E QUELLO DELLA PROSA: 1) La poesia è dotata di una propria tradizione che comporta un confronto con i grandi modelli, quali Dante, Petrarca e Leopardi. 2) La narrativa, invece, appare continuamente rinnovata e di fatto azzerata. La narrativa, così, si identifica il più delle volte nel racconto breve o lungo piuttosto che nel romanzo. Questo perché è difficile che il romanzo italiano continui a svolgere la sua funzione di ricostruzione delle società in relazione alla prevalenza della lirica e nell’800 del melodramma ma anche per la difficoltà che si avverte nella ricostruzione di fenomeni nazionali spiegati in una lingua non troppo artificiosa e personale. La lirica spesso si rifà alla tradizione nazionale ed europea coniugando un linguaggio aulico ad una dimensione di referenzialità ovvero alla possibilità di nominare oggetti e situazioni caricandoli di simbolismo e allegoria. Questo porta alla poesia italiana a distaccarsi da quella francese e avvicinandola a quella anglosassone assumendo dei caratteri più astratti e antirealistici (surrealismo). Nella letteratura inglese si parla di ‘modernismo’ per indicare che gli autori coniugano la tradizione con la sperimentazione. 2 Negli anni ’20 si sviluppa una tendenza ANTINOVECENTESCA/NOVECENTISTA (dallo stile semplice), ostile ai caratteri sperimentali del primo 900, che trovava il suo punto di riferimento nel Canzoniere di Umberto Saba. 3 EVENTI CHE HANNO INFLUENZATO A LIVELLO COGNITIVO 1. Freud 1895 con la scoperta dell’inconscio, non sempre il nostro modo d’agire dipende dalla nostra volontà 2. Albert Einstein 1915 con la Teoria della relatività, spazio e tempo sono relativi, la nostra percezione delle cose sono astratta, come ad esempio l’inconscio. Distruggendo così i fondamenti teorico/scientifici/psicologi questo manda in tilt il sistema letterario e cognitivo 3. Progressiva influenza del cinema che sotto il regima fascista veniva utilizzato come propaganda, e sulla narrativa scritta, basti pensare al caso di un narratore sia nei romanzi sia nei film come Pasolini e Moravia CAPITOLO 2 : INTRODUZIONE AL PERIODO 1900-1919 Nel 1903 vengono pubblicate due opere che chiudono la fase pienamente ottocentesca: - Canti di Castelvecchio dove Giovanni Pascoli narrativizza l’impressionismo di fondo delle Myricae e carica di simbolismo gli oggetti; - Alcyone, terzo e più importante libro delle Laudi dove Gabriele D’Annunzio fonde componenti nietzschiane ed esuberanza linguistico-retorica; Crepuscolarismo => Prima tendenza della lirica italiana che si comincia a staccare dal grande filone tardosimbolista-decadente rappresentato da Pascoli e D’Annunzio dall’inizio del 900 al 1910. Il termine fu coniato nel 1910 dal critico Giuseppe Antonio Borgese per indicare un atteggiamento spirituale/dell’immaginario poetico. Si tratta di quel momento del giorno caratterizzato da luce soffusa, dove non si è in grado di guardare ciò che ci circonda: era ciò che veniva prima e che stava morendo. Il crepuscolarismo non è un gruppo coeso ma un movimento diramato in varie regioni d’Italia che si rifacevano a modelli tardorealistici italiani e soprattutto simbolisti franco-belgi dove fondevano malinconia e consapevolezza della marginalità della poesia nelle società borghesi, restringendo la propria prospettiva alle piccole cose quotidiane. a. Lingua e Stile: Utilizzano un linguaggio ordinario oppure un voluto abbassamento dell’aulico fatto scontrare con il prosaico con effetti ironici. I crepuscolari rinunciano a caricare di simbolismo gli oggetti quotidiani, 3 nominandoli e descrivendoli come espressioni di una cultura sempre più emarginata. b. Temi: Il tema dell’inettitudine, già presente in molte opere dell’800, diventa centrale per la costruzione dell’io poetico crepuscolare, che rivendica la sua incapacità di vivere grandiosamente, di superare la meschinità borghese come lo stesso D’annunzio che loro considerano esempio di falsità artistica e morale. c. Poeti del filone crepuscolare: - SERGIO CORAZZINI: nelle sue poesie prevale il sentimento doloroso dell’impossibilità di fare poesia; una scelta metrica semplificata con strofe di endecasillabi o settenari; uso linguistico- stilistico medio; - CORRADO GOVONI; - MARINO MORETTI: in cui prevale l’elencazione monotona di oggetti e situazioni prive di rilevanza; - GUIDO GOZZANO 1883-1916: ripropone i temi già delineati in chiave ironica. Nelle sue raccolte, basti pensare a ‘La via del rifugio 1907’ e ‘I colloqui 1911’, si può notare l’abbassamento del nome proprio a nome comune, senza maiuscole, scritto senza separazioni (coso con due gambe detto guidogozzano)=> questo ci dimostra come l’io di Gozzano si allontana completamente dall’io Dannunziano -> basti pensare anche al tema dell’eros che in Gozzano viene quasi del tutto evitato e bloccato sul nascere, oppure viene solo ipotizzato quando parla di donne irraggiungibili oppure ridotto ad avventura con modeste servette La poesia viene rappresentata attraverso: elaborazione stilistica e metrica corrosiva dove riprende i versi tradizionali trattati liberamente Avanguardie: all’inizio del 900 esplodono a livello europeo le ‘AVANGUARDIE’: si tratta di movimenti artistici che vogliono rompere definitivamente i rapporti con la tradizione sia attraverso le opere sia attraverso la poetica. Alcuni di questi movimenti giungono a rifiutare l’arte stessa in quanto istituzione, arrivando a: impiegare elementi di uso comune per la realizzazione delle opere e sottolineare che le nuove forme di sublime artistico possono essere costituite dal rovesciamento della quotidianità. DADAISMO: Il massimo esponente di quest’avanguardia fu Marcel Duchamp che nel 1917 propone una sua scultura intitolata ‘Fontana’ ma che in realtà è costituita da un orinatoio capovolto. CUBISMO: La pittura con Picasso rompe definitivamente il legame con la prospettiva Rinascimentale ESPRESSIONISMO: Questo movimento di avanguardia si sviluppò a partire dal 1905, diffondendosi in tutta Europa ma soprattutto in Germania; 4 Il critico Gianfranco Contini considerava l’espressionismo, inteso come la tendenza di coniugare codici linguistici e stilistici differenti per ottenere effetti dissonanti e originali, una vocazione della letteratura italiana sin dalle origini. Ad esempio, con Dante, che nella Commedia utilizzava termini popolari assieme a termini aulici. Molti degli autori del filone espressionista italiano collaboravano con la rivista fiorentina “La voce” che uscì tra il 1908-1916, creata da Prezzolini e Papini (il terzo direttore fu De Robertis), pubblicando diversi giovani autori anche in volumi autonomi. La scrittura dei vociani si esplicitava nella forma del frammento: ovvero in testi brevi e intensi, con lo scopo di guardare nell’interiorità spirituale. Uno dei vociani più rappresentativi fu il milanese Clemente Rebora che manifestò nelle sue raccolte poetiche ‘Frammenti lirici’ e ‘Canti anonimi’ una propensione all’analisi esistenziale acuta e drammatica. usa un linguaggio aspro e denso, riprese colte (Dante), neologismi, versificazione molto martellata con rime ravvicinate e frequenti ripetizioni. Così si ottengono effetti fonici di intensità quasi violenta che si instaurano in una visione della vita guardata in una prospettiva quasi insignificante. Fra gli altri vociani ricordiamo, entrambi critici liguri: Giovanni Boine fu ricordato per i suoi esperimenti di poemi in prosa, ovvero di testi che si rifanno a modelli francesi come Baudelaire esprimendo sentimenti lirici in frasi breve e intense; Piero Jahier alternava poesia e prosa, unendo diverse dimensioni a partire da quella etica, civile e religiosa, dimensioni che lo condurranno nella Prima guerra mondiale incanalando un sentimento di fratellanza verso i soldati in trincea. FUTURISMO: Fino agli anni ’40 quando poi diventa una forma d’arte del regima fascista ed esaurisce definitivamente. Si tratta della prima e più consapevole avanguardia italiana, nata in rapporto alle tendenze sperimentali parigine, che rappresentano quelle più avanzate d’Europa. È a Parigi, infatti, che si forma il precursore del futurismo, Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) che con l’aiuto del grande poeta sperimentale Apollinaire (che con i suoi Calligrammi vuole rappresentare una realtà in frantumi utilizzando una disgregazione metrico-sintattica) pubblicò uno dei primi Manifesti del futurismo sul “Figaro” il 20 febbraio 1909. In esso Marinetti pone a mo’ di slogan i punti essenziali della poetica futurista: ▪ Rifiuto totale della tradizione ▪ Accettazione del presente fatto di macchine, velocità, forza e violenza ▪ Spinta verso il futuro in quanto espressione di un movimento rivoluzionario 5 Il primo settore di sperimentazione fu la poesia sulla quale Marinetti delineò alcuni ‘principi’ su un Manifesto del 1912. eversione sintattica abolizione di aggettivi e avverbi nonché della punteggiatura doveva dominare l’uso dell’analogia intesa come “l’amore profondo che collega le cose distanti” Marinetti raggiunge i più alti risultati della sua sperimentazione con le Parole in libertà ovvero con la creazione di composizioni tipografiche in cui le parole sono accostate senza precisi nessi sintattici e spesso sono disposte per formare figure di oggetti tecnici o bellici. è il caso del poema “parolibero” Zang Tumb Tumb(1914) dove le parole onomatopeiche sono spesso prive di semantica e sono legate all’evocazione del rumore che manifesta in modo immediato il ‘dinamismo degli oggetti’ Con le “parole in libertà” ci si distacca completamente dalla poesia canonica. Fu una rivoluzione grafica più che poetica: ricordiamo, infatti, il Palombaro di Govoni con la rottura della pagina e della sintassi tradizionale. Nel futurismo cambia anche il legame con le strofe: si fa poesia con la prosa poetica. Inizialmente il futurismo si diffonde a Milano, città industrialmente più avanzata; successivamente, si sposta a Firenze, meno avanzata ma con un maggiore gruppo di letterati a partire da Giovanni Papini e Aldo Palazzeschi con L’incendiario (1910) che contiene la celebre ‘E lasciatemi divertire!’ dove il poeta appare come uno strambo individuo che, attraverso i suoi versi brevissimi, distrugge l’idea canonica di lirica. - prevalgono forme libere che si avvicinano al ‘nonsense’ o che raccontano vicende grottesche di personaggi stravaganti. Il futurismo si affiancò anche al cubofuturismo russo assunto dopo il 1917 come arte ufficiale dal primo comunismo rivoluzionario con l’attività del poeta Vladimir Majakovskij GIUSEPPE UNGARETTI 1888-1970 Nella sua formazione interagiscono numerosi interessi letterari e politici che lo portarono a vivere l’esperienza della Prima guerra mondiale: esperienza traumatica che lo condusse alla scrittura poetica che portò un esito eccezionale con “Il porto sepolto”, uscito a Udine nel 1916 quando ancora era sul fronte. L’ALLEGRIA -> rappresenta il libro poetico più rilevante della fase primo-novecentesca. Il porto sepolto 1916 viene rivisitato e abbiamo l’uscita a Firenze dell’edizione intitolata “Allegria di Naufragi” (1919). Tale raccolta, poi, assumerà il titolo definitivo “L’Allegria” nel 1942. Novità: alla poesia viene riassegnata un’alta funzione di ascendenza simbolista, lontana dall’ironia o malinconia crepuscolare. 6 IL PORTO SEPOLTO -> Il porto appare un luogo orfico -Appare una contraddizione tra il nulla (l’esistenza dell’uomo) e l’inesauribilità del mistero poetico. La ricerca di un inesauribile segreto parte dall’ansia di giustificare il trauma personale che conduce l’io-poeta a chiedersi quale sia il rapporto con Dio o quale potrebbe essere il luogo che dona pace al corpo e allo spirito. - Appare il valore simbolico della parola poetica: ecco perché Ungaretti fa coincidere un singolo vocabolo con un verso -> la frantumazione della metrica tradizionale, ridotta a versicoli, vuole ridonare un’autonomia agli aspetti fonico- semantici L’ALLEGRIA DI NAUFRAGI: raccolta nella quale si aggiungono nuovi testi anche in prosa; - Ungaretti accentua l’uso dell’analogia e delle metafore ardite - la sintassi viene semplificata al massimo in modo che le poesie risultino costruite da una serie di frasi, spezzate in microversi e senza punteggiatura Lo scopo è quello di ridare un senso all’esperienza del poeta-soldato sofferente e insieme poeta-evocatore e creatore di immagini IL SENTIMENTO DEL TEMPO 1933, poi rivenduta nel 1936 e nel 1943 - l’uso dell’analogia tende a farsi più forzato, ricco di risonanze che derivano da un’attenta lettura di Petrarca e Leopardi la poesia assume un valore sublime e tende a creare miti e metafore preziose la metrica si compone di versi endecasillabi e settenari il lessico risulta depurato Il Sentimento ha perso la dimensione esistenziale-tragica tipica delle sperimentazioni, al contrario, mantiene la dimensione mitologizzante sia per il confronto diretto con i miti antichi sia per la presenza di figure che rappresentano la condizione del poeta (Il capitano o Caino) Tutti i componimenti ungarettiani formano un intero canzoniere intitolato VITA D’UN UOMO: nel volume del 1969 furono raccolte le poesie, accompagnate da introduzioni e note dell’autore. Alle poesie poi si aggiunsero in altri volumi, saggi, interventi critici dell’autore LA NARRATIVA: I PROSATORI La narrativa si presenta in Italia con una tradizione molto meno forte rispetto alla lirica. Nel panorama della narrativa primonovecentesca si instaurano autori che hanno privilegiato la prosa espressionista, ricca di asperità e di vocaboli rari, impiegando (anche in rapporto alla rivista La voce) una prosa di tipo lirico. FEDERIGO TOZZI Tozzi adotta la narrativa di tipo espressionista che traspare nel 1913 con la scrittura del suo 7 primo romando edito nel 1919 con il titolo ‘Con gli occhi chiusi’ TRAMA: il giovane Pietro idealizza la donna amata, Ghisola, in una donna pura e ingenua come lui vorrebbe; solo alla fine, quando la scopre gravida in una casa d’appuntamenti, cessa di amarla CARATTERISTICHE: la narrazione si presenta con un accostamento di rapidi quadri caratterizzati da punti di vista differenti; il normale flusso temporale risulta sconnesso-> questo sottolinea la dimensione psicologica del racconto perché Tozzi, oltre ad aver studiato Freud, studiò anche le teorie di William James basate sul che va a formare la psiche umana. Il racconto può essere interpretato come un resoconto delle sensazioni provocate da Pietro in uno stato incerto tra realtà e ideale. STILE: secco e nervoso, ricco di toscanismi arcaici Famosi di Tozzi sono anche: - Tre croci 1920 e Il Podere 1921 dove domina il senso di un destino inevitabile. Il mistero dell’anima umana dà un fatalismo di origine prima autobiografico poi religioso - Giovani 1920, raccolta di 21 novelle, con azioni direttamente o indirettamente brutali narrate con nettezza LUIGI PIRANDELLO 1867-1936 Nasce ad Agrigento e studia tra Palermo e Roma. La sua vocazione letteraria si manifesta con la pubblicazione di poesie, saggi, novelle e romanzi. A partire dal 900 si concentrerà sul rapporto fra arte e scienza e su poetiche come quella dell’umorismo. OPERE: Dopo varie opere poetiche, Pirandello si dedicò alla scrittura di novelle e romanzi come “L’ESCLUSA”, scritto nel 1893, col titolo Marta Ajala e “IL TURNO”. In entrambe le opere si coglie l’impossibilità di stabilire verità oggettive e di cogliere i lati nascosti delle diverse personalità, andando oltre le apparenze e le finzioni. -> questo diventa analisi della psicologia umana Nel 900 nasce la scrittura umoristica dove ritroviamo IL FU MATTIA PASCAL (1904), romanzo di rottura della tradizione romanzesca per l’influenza freudiana TRAMA: Mattia Pascal, dopo aver vinto alla roulette a Montecarlo, fa perdere le sue tracce lasciando credere che si sia suicidato vicino al suo paese in Liguria. Si trasferisce a Roma, cambiando la sua identità in Adriano Meis ma dopo si rende conto dell’impossibilità di vivere senza un’identità riconosciuta burocraticamente. Decide così di ritornare alla realtà accorgendosi che tutto è ormai cambiato (è stato sostituito anche come padre) e decide di rimanere nel suo stato di vivo-morto. 8 TEMI: CONTRASTO TRA LA VITA, con la sua energia a proseguire, e la FORZA, che ogni individuo deve assumere a causa delle convenzioni sociali. CONTRASTO TRA PERSONA COERENTE E COMPIUTA E IL RUOLO DI PERSONAGGIO (con la sua maschera) CHE OGNUNO ASSUME NELLA SOCIETA’ SCOMPOSIZIONE DEL PERSONAGGIO -> questo è evidente nel saggio intitolato L’Umorismo (1908) dove si trova la distinzione tra il comico, che porta all’avvertimento di aspetti insoliti dell’esistenza, e l’umorismo, che va a scavare nelle motivazioni profonde puntando al ‘sentimento del contrario ’. la visione umoristica dell’esistenza è importante per uscire dagli schemi. ALTRI ROMANZI: Si gira (1915), poi in volume con il titolo ‘Quaderni di Serafino Gubbio operatore’: opera che tratta del rapporto tra uomo/macchina attraverso il diario di un operatore cinematografico. Le macchine giungono a sclerotizzare e alienare la vita dell’uomo. Uno, nessuno e centomila (1926): il tema di un’identità mancata arriva qui all’estreme conseguenze. Il protagonista Vitangelo Moscarda dopo aver scoperto che gli altri lo vedono in centomila modi diversi da come lui si percepisce, non accetta la disgregazione della sua individualità e cerca di annullarsi. NOVELLE: Nel 1922 progettò ‘Novelle per un anno’ che dovevano riunire tutta la sua produzione in 24 volumi per un totale di 365 testi. Sono stati composti 225 testi raccolti in 15 volumi che contengono novelle comiche, drammatiche, surreali, umoristiche… es. ‘La Carriola’ dove emerge l’assurdità dei comportamenti dell’uomo. IL protagonista, infatti, non aspetta altro che i momenti di solitudine per ‘fare da carriola’ alla sua cagnolina. Scrittura media con la presenza di preziosismi (toscanismi e dialettismi); spesso presenti dialoghi e monologhi -> che ha portato la loro riscrittura per il teatro OPERE TEATRALI: Pirandello si dedica al teatro dal 1920 anche se a partire dal 1915-16 viene approfondita la costruzione del personaggio teatrale che deve incarnare la funzione dell’umorismo, liberatoria nei confronti delle forme e convenzioni sociali. ▪ ambientazione borghese sostituita da situazioni grottesche in cui non è possibile distinguere tra vero e falso. Questi drammi furono raccolti dal 1918 sotto il titolo di ‘maschere nude’ dove si mira a demistificare le certezze ▪ presenti dialoghi e monologhi caratterizzati da un linguaggio ripetitivo 9 SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORIE: opera che apre nel 1921 la fase celebre del teatro pirandelliano quando va in scena a Roma e Milano Il dramma è rivoluzionario perché si parla di METATEATRO, TEATRO NEL TEATRO. I sei personaggi, fra cui spicca il Padre, sono in realtà idee dell’autore che non vengono materializzate e si presentano al capocomico. Mentre il Capocomico cerca di trovare spunti interessanti sulla vita dei sei personaggi, il Padre afferma che essi nelle loro condizioni sono le uniche persone perfette e complete. L’individuo appare quindi scomposto. ENRICO IV 1922: Viene posto al centro il tema della pazzia (utile per ribadire le ragioni che lo spingono a non accettare più la vita reale, preferendo di essere un personaggio) in relazione al dramma storico. Il protagonista che per anni ha creduto di essere Enrico IV di Germania continua a fingere di essere pazzo per potersi vendicare di un rivale in amore e per mettere in crisi la presenta razionalità dei ‘sani di mente’. CAPITOLO 3: PERIODO 1919-1945 SURREALISMO -> unica nuova avanguardia che si sviluppò a Parigi nel periodo tra il 1919 e il 1924 con la pubblicazione di un Manifesto. Il surrealismo (dal nome ‘sopra il realismo’) si fondava sulle teorie di Freud e Jung per dare spazio a quella creatività derivata dall’inconscio. Il surrealismo poté assumere diverse forme grazie alla connessione tra opere letterarie e opere pittoriche o cinematografiche, fra testi scritti e testi visivi. LA POESIA: IL RITORNO ALL’ORDINE CLASSICISTA Nella lirica dopo le due guerre si avverte una rivalutazione delle forme tradizionali, sia in prosa (d’arte perché riconduce ad una scrittura raffinata, lirica e ricca di allusioni colte) sia in poesia, da parte della rivista romana LA RONDA edita fra il 1919 e il 1922. PROMOTORI: il fiorentino Emilio Cecchi il romanziere e poeta emiliano Riccardo Bacchelli il laziale Vincenzo Caldarelli -> cercava un nuovo classicismo definito da lui ‘a doppio fondò, tale da nascondere un vuoto esistenziale con un’esteriorità perfetta Mentre ci si indirizza verso un ritorno alla classicità, soprattutto negli anni ’30 riprende forza il filone tardosimbolista della LIRICA PURA che trovava nell’Ungaretti del ‘Sentimento del tempo’ un punto di riferimento. Questo filone prende il nome di ERMETISMO, con il quale si voleva sottolineare il carattere oscuro di questa poesia. Possiamo distinguere due tipi di ermetismo: - l’ermetismo di giovani autori toscani legati alla rivista ‘Frontespizio’ e al critico Carlo Bo, sostenitore di un’idea di Letteratura come vita che contrapponeva i valori religiosi e umanistici della poesia alla crudeltà del regime fascista 10 - l’ermetismo degli autori del sud con metafore accese, analogie ardite… ESPONENTI: Salvatore Quasimodo, successo con Acqua e terra raccolta in Ed è subito sera Alfonso Gatto entrambi operavano a Firenze negli anni ’30 assumendo importanti ruoli nelle riviste ‘Solaria’ ‘campo di Marte’ Mario Luzi e altri proposero a Firenze un ermetismo più colto POESIA DIALETTALE In un ambiente in cui la lingua italiana (o meglio il toscano manzoniano) viene conosciuta da una piccola parte della popolazione, la scelta della poesia dialettale consente di dar voce a sentimenti diversi in maniera spontanea. UMBERTO SABA Umberto Poli, che assunse dal 1910 lo pseudonimo-cognome ‘Saba’, di ascendenze ebraiche, nacque a Trieste. la sua poesia si distingue per l’apparente semplicità e cantabilità sotto la quale si nascondono i conflitti -> fu assunta dagli anni ’50 come modello per la linea antinovecentesca caratterizzata da una poesia semplice e onesta formazione culturale eterogenea con studi umanistici e tecnici Saba era una figura irregolare -> fu costretto nel 1943 ad abbandonare Trieste a causa delle leggi razziali che lo emarginavano PRODUZIONE POETICA DAL 1911 AL 1921: Il primo Canzoniere A partire dal 1913 elabora la sua idea di Canzoniere, compiuta in una prima versione nel 1921. appaiono forme metriche chiuse (come i sonetti) che tendono alla cantabilità l’insieme dei testi assume la struttura di piccoli romanzi dove l’io lirico manifesta la sua voglia di liberarsi dai sensi di colpa e di comprendersi e comprendere la psicologia degli interlocutori Nel primo canzoniere appare una poesia ‘onesta’, chiara e definita Fra le poesie di maggior valore si ricordano quelle che fondono una stilizzazione classicista con la scelta di immagini inconsuete/diverse ‘A mia moglie’ in cui la moglie Lina viene paragonata ad una serie di animali non nobili come una pollastra, una cagna… L’amore coniugale si esplicita in maniera differente in un affetto quotidiano profondo verso gli animali domestici 11 PRODUZIONE POETICA DAL 1921 AL 1957: Il secondo Canzoniere Si avvicina alla psicoanalisi e alla cultura europea contemporanea introducendo nel suo stile semplice e classico, note moderne: USO PIU’ ARDITO DELLA SIMILITUDINE, AUMENTO DELL’ALLUSIVITA’, USO DEL PROSASTICO (privo di poeticità) Il secondo canzoniere uscì nel 1945, entro il quale si trovano le raccolte successive al ‘21 nella versione del ’45, il Canzoniere è diviso in tre grandi sezioni che possono simboleggiare le tre età dell’uomo rispetto alla prima versione, qui Saba ha lavorato soprattutto sul tema dell’amore e della guerra, letti profondamente SEZIONI DA RICORDARE: Assai rilevante per questi temi è la sezione ‘Cuor morituro’ 1925-30, angosciata e dissonante anche dal punto di vista stilistico dove compaiono due poesie ‘La brama’ e ‘Il borgo’; ‘1944’ che rievoca uno dei periodi più drammatici della vita del poeta; ‘Parole’ e ‘Ultime cose’ che risalgono al periodo delle persecuzioni razziali e della guerra che costrinsero il poeta a vagare e nascondersi tra Parigi, Roma e Firenze Dopo il 1948 nella lirica di Saba appare un’insoddisfazione esistenziale che negli anni ’50 si manifestò attraverso crisi nevrasteniche e il tema della morte SABA PROSATORE: nel 1975 esce il romanzo incompiuto ‘Ernesto’ dove si parla di un’iniziazione omosessuale di un ragazzo, narrata con naturalezza attraverso l’uso di un dialetto triestino molto delicato EUGENIO MONTALE Nasce a Genova nel 1896 e si forma grazie alla lettura di classici italiani e francesi e di testi filosofici, morali e religiosi fra i quali spiccano Henri Bergson e Emile Boutroux, avversari del positivismo e sostenitori di teorie vitaliste-spiritualiste. Divenne recensore e autore di articoli come ‘Stile e tradizione’, pubblicato nel 1925 sulla rivista torinese ‘Il Baretti’ fondata da Gobetti; -> qui Montale sosteneva un’idea di lirica legata: ad una forte stilizzazione derivata da una rilettura della tradizione all’etica per opporsi a quelle forme di letteratura che si distaccano dalla morale Gobetti fu l’editore della prima raccolta di Montale, Ossi di seppia OSSI DI SEPPIA 1925 : Si presenta come un libro innovativo rispetto al panorama contemporaneo che si distacca dall’idea tradizionalista di poesia. La critica ha impiegato la categoria del CLASSICISMO PARADOSSALE: si utilizza la componente modernista con elementi tradizionali è il caso della metrica: 12 1) forte presenza di endecasillabi o settenari, spesso mescolati a versi imperfetti 2) rime che si alternano con assonanze o consonanze impedendo la cantabilità ANALISI l’io lirico si presenta come un soggetto debole, un inetto, che non manifesta la sua condizione con malinconia o ironia come i crepuscolari ma confronta la sua condizione con quella moderna dell’intero genere umano, denunciando il ‘male di vivere’, ‘la sofferenza esistenziale di chi è privo di una fede certa’ ma che continua a cercare il miracolo di incontrare il divino per salvarsi dalla banalità quotidiana. alternanza di tonalità e registri; forma compita, classica e moderna insieme Nel 1927 Montale si trasferisce a Firenze dove entrò a contatto con i più autorevoli critici e scrittori dell’epoca e dove si avvicinò alla lettura dei grandi classici: in questo periodo incontra due donne che saranno presenti nelle sue poesie: Drusilla Tanzi, ‘LA MOSCA’ delle ultime raccolte e Irma Brandeis, la celebre ‘CLIZIA’ LE OCCASIONI 1939: mostrano i segni di una lettura della lirica europea: basti pensare all’immagine iniziale de ‘il ramarro, se scocca’ che rimanda a Dante o la coppia finale di aggettivi ‘ricco e strano’ che deriva da Shakespeare. Quest’opera si orienta verso un’oscurità tipicamente otto-novecentesca, apportando delle novità come il procedere per metonimie, per dettagli che stanno al posto del tutto, e non per metafore come negli Ossi. gli oggetti sono di grande importanza: sono oggetti legati all’artigianato come gioielli, cronometri… si coglie l’adesione ad una Poesia metafisica in grado di creare una poesia ‘oggettiva’, portatrice di un valore universale scelte lessicali: preziose ed ampie tanto da poter includere termini come ‘petroliera’ e ‘telegrafo’ sintassi: più contratta e sincopata rispetto agli Ossi che era più esplicita novità: spicca il tema modernistico dell’epifania miracolosa, dell’occasione che porta allo svelamento di una verità oltre le apparenze terrene, che all’io-poeta può svelarsi grazie a Clizia, la donna angelo dai tratti stilnovistici e mediante gli oggetti (ps. guarda in alto) LA BUFERA E ALTRO 1956: Montale inizia a creare dei componimenti che alludevano alla Seconda guerra mondiale, raccolti nel 1943 e 1945 in due plaquettes (opuscolo raro, a stampa, di poche pagine) dal titolo ‘FINISTERRE’. Da questa serie di testi deriva la prima sezione della terza raccolta montaliana: LA BUFERA E ALTRO. In quest’opera si accentuano i tratti manieristici e barocchi, applicati a due realtà storiche: guerra e dopoguerra; sono molto frequenti i testi interpretabili in modo allegorico, ovvero come descrizioni di oggetti, personaggi e vicende che richiedono una rilettura di secondo grado: è il caso del componimento intitolato ‘Iride’ Struttura: complessa-> le parti sono 7 e una, ‘intermezzo’, propone brevi testi in prosa 13 la sezione dove si colgono le più forti tensioni è ‘Silvae’ (selve, raffinato genere poetico latino e umanistico) che presenta testi lunghi che vogliono spingere il poeta ad una scelta religiosa ma l’io lirico viene presentato come un personaggio dubbioso che vuole rimanere nell’incertezza la parte finale è intitolata ‘Conclusioni provvisorie’ , sviluppata in due testi ‘Piccolo testamento’ e ‘Il sogno del prigioniero’ dove si riscontrano dei cambiamenti: a) l’io lirico coincide con quello autobiografico per la rivendicazione di una dignità morale b) il tema del ‘male di vivere’ si sostanzia nel presente: fascismo e dopoguerra c) per parlare delle distorsioni del presente, l’io poeta adotta un linguaggio basso- comico, espressioni e termini gergali che mettono in evidenza, secondo Montale, l’impossibilità di una lirica alta nella società di massa SATURA 1971: Dopo un lungo silenzio poetico, Montale ricomincia a scrivere dal 1963-1968. In questo periodo scrive un libro molto diverso intitolato ‘Satura’. Si tratta di un’opera in cui lo stile e gli argomenti, come propone il titolo, sono variegati. In realtà, però, l’opera si rifà ad uno stile comico-satirico per combattere tematiche sulla società di massa, le arti neoavanguardiste etc. La prosa acquisisce il sopravvento sulla lirica e l’io poeta si riserva il ruolo di ironico esaminatore delle storture sociali. La narrativa, il teatro e il cinema LA NARRATIVA-> La narrativa fra gli anni ’20/30 vede due linee in parti contrastanti: 1. la prima era promossa dalla rivista e puntava a una prosa d’arte: si tratta di una narrativa raffinata, fortemente lirica e breve che trova a Firenze la sua patria d’elezione-> linea seguita da autori come Cardarelli e Bacchelli 2. la seconda era sostenuta dal critico Giuseppe Antonio Borgese che già nel 1921 pubblicò un testo definibile romanzo intitolato ‘Rubè’ dove si cercava di interpretare il comportamento degli italiani durante il periodo della guerra e del dopoguerra attraverso la figura di un giovane disorientato. Borgese vuole ricercare un nuovo tipo di realismo: si tratta di una narrazione che pone in primo piano l’interpretazione della realtà storica e della psicologia profonda dei personaggi. REALISMO MAGICO-> Si instaura tra le due guerre questo realismo magico: una composizione formato da due parole che inserisce elementi magici con elementi realistici. Tra i massimi esponenti ritroviamo: Massimo Bontempelli che alla metà degli anni ’20 (1926) fonda la rivista bilingue italiano- francese intitolata ‘il 900’, tempo che avrebbe segnato il secolo. Inizialmente la rivista venne pubblicata solo in francese ma, in un secolo dove bisognava preservare la lingua italiana, fu 14 costretto a scriverla solo in italiano per poi concluderla. Bontempelli nel manifesto programmatico sul 900 dirà che questo sarà il secolo del ROMANZO e non della poesia ed è il secolo del libro del mercato. Dagli anni ‘20/30 abbiamo Alberto Savinio, fratello di Giorgio De Chirico e autore di testi come Ermafrodito e Casa la vita dove è legato al surrealismo ma anche ad un tipo di scrittura raffinata e tradizionale Dino Buzzati, nasce nel 1906 nel bellunese, si trasferisce successivamente a Milano per il lavoro del padre e fu assunto come cronista alla fine degli anni ’20. 1933 Barbano delle Montagne 1935 Il segreto del bosco vecchio 1940 ottenne grande successo con Il deserto dei tartari (nelle sue opere traspare sempre l’attesa di qualcosa che potrebbe accadere) Tommaso Landolfi (1908-1979), nasce a Pico Farnese ma si forma a Firenze. Fu un ottimo conoscitore della lingua e letteratura russa infatti tradusse diversi capolavori, soprattutto di Gogol. Nelle sue opere traspare una pulsione autodistruttiva derivata dalla sua biografia perché il gioco d’azzardo diventò una mania, dalle grandi opere del periodo romantico e dai romanzi dostoevskiani. 1937 Dialogo dei massimi sistemi-> affronta i temi della morte e delle ossessioni che si sostanziano di umori fantastico-grotteschi. 1939 La pietra lunare 1939 Il mar delle Blatte e altre storie dove viene messo in scena un bestiario in parte inventato carico di elementi misteriosi IL TEATRO-> le novità del periodo fascista sono limitate. Vengono proposti o drammi tra il grottesco e il surreale (come quelli di Bontempelli) o rivisitazioni del filone regionalistico, in dialetto. In questo panorama si colloca l’opera del napoletano Eduardo De Filippo 1931 Natale in casa Cupiello-> dove si rivelano le tensioni di una modesta famiglia durante i preparativi di Natale IL CINEMA-> Il regime fascista lo impiegò come strumento di propaganda, promuovendo gli attori e i registi italiani da contrapporre a quelli stranieri. Negli anni ’30 il cinema divenne sede di molti letterati come Pirandello e altri scrittori che iniziavano a ricavare delle sceneggiature dalle loro opere teatrali. Molti, infatti, si inserirono a Cinecittà, la cui direzione fu affidata dal governo fascista al critico Emilio Cecchi. 15 ITALO SVEVO Italo Svevo è lo pseudonimo di Ettore Schmitz, uno scrittore italiano nato nel 1861 a Trieste da una famiglia ebraica e morto nel settembre del 1928 a causa di un incidente stradale nella stessa città. Il padre, commerciante, lo avviò agli studi tecnici-> Svevo, così, si impiega in una banca anche se continua a coltivare la sua passione per la letteratura e il teatro, leggendo molti classici italiani e tedeschi, poiché Trieste era influenzata dalla cultura mitteleuropea, per svevo la conoscenza dell’italiano fu una vera e propria conquista. Si interessò molto alla filosofia, in particolare a Schopenhauer, e alle teorie di Darwin tanto da iniziare a pubblicare recensioni e racconti. Una lotta (1888) -> presenta come tema la sconfitta degli eccentrici nella lotta darwiana per superare la vita Fu grazie all’amicizia con il giovane scrittore James Joyce che Svevo ottenne maggior visibilità nel mondo letterario. Joyce lo incoraggiò e lo aiutò nella pubblicazione e nella promozione delle sue opere, tra cui il suo capolavoro ‘La coscienza di Zeno’. OPERE: UNA VITA 1892-> Il titolo provvisorio di questo romanzo fu ‘Un inetto’ che già spiega il carattere del protagonista. TRAMA: Alfonso Nitti è un impiegato di banca, incapace di portare a compimento i suoi sogni nati da letture letterarie e filosofiche. Alfonso, dopo diverse difficoltà causate dall’amore per Annetta Maller, figlia del proprietario di banca, dalla morte della madre e da una malattia, si considera “un’incapace di vivere”. Le vicende, infatti, si concludono con il suicidio del protagonista che si strappa la vita per non combattere a duello con il fratello della donna amata. L’inettitudine di Alfonso viene influenzata dalle teorie darwiane-> che lo vedono dalla parte dei deboli, destinati a fallire nonostante le loro doti Il suicidio finale viene influenzato dalle posizioni di Schopenhauer-> sulla necessità di placare la volontà di continuare a esistere. LA TRIBU’ 1897-> racconto filosofico dove Svevo accentua i suoi interessi per il socialismo rappresentando due capi politici asiatici tra riformisti e rivoluzionari. SENILITA’ 1898-> Questo romanzo offre un’analisi dettagliata dei personaggi e delle loro psicologie. TRAMA: Il principale è Emilio Brentani, impiegato presso un’assicurazione, che si innamora di Angiolina che col tempo rivela la sua identità rozza. Angiolina, però, s’invaghisce di Stefano Balli, scultore mediocre ma vitalistico. Anche Amalia, sorella di Emilio, è innamorata segretamente di Balli ma questo amore la riduce in fin di vita. Così vedendo, Emilio, si ritrova oramai arrivato alla senilità, incapace di agire e quindi in grado solo di sognare. In quest’opera si coglie la contrapposizione tra i deboli-sognatori: Emilio-Amalia e i forti- realisti: Angiolina e Stefano Emilio tenta di idealizzare Angiolina per creare un modello d’amore perfetto ma tutto ciò è 16 destinato a fallire-> questo viene rappresentato con efficacia grazie all’uso del discorso indiretto libero che permette di cogliere pensieri e impressioni del protagonista. Emilio si sente ancora giovane e impreparato ad affrontare scelte fondamentali ma questo viene messo in discussione dalla voce narrante che sottolinea la perdita delle sue energie giovanili. Proprio perché si trova ‘nel mezzo del cammino’ Emilio rappresenta ancor di più la figura dell’inetto. Dopo l’insuccesso di Senilità, Svevo decide di abbandonare la scrittura in quanto attività pubblica. Dal 1899 al 1923 elabora saggi, racconti e testi teatrali dove inserisce nuove teorie sull’evoluzione dell’umanità e sperimenta nuove tecniche narrative-> si tratta della tecnica umoristica (derivata da una lettura della letteratura anglosassone contemporanea) incentrata sulla scrittura di situazioni singolari, pseudo-scientifiche. LA COSCIENZA DI ZENO 1923: Nel 1919 Svevo inizia la stesura della Coscienza di Zeno, il capolavoro poi pubblicato nel 1923. Quest’opera è incentrata su un panorama differente: realtà storica cambiata a causa della Prima guerra mondiale; si vede la maturazione di Svevo ed è nata la PSICOANALISI DI FREUD-> l’autore inizia ad approcciare con le teorie freudiane grazie allo psicoanalista Edoardo Weiss che le diffuse a Trieste, portando Svevo ad approfondire l’animo umano. Nasce un personaggio nuovo nel panorama italiano e internazionale-> Zeno Cosini è un commerciante poco abile che si affida alle cure di uno psicoanalista, il Dottor S., per guarire dalla sua nevrosi e inettitudine, che li consiglia di scrivere un memoriale degli eventi più significativi della sua vita. Il dottor S. promette a Zeno Cosini che tutto rimarrà privato ma quando il protagonista pensa di essere guarito, interrompe la terapia e lo psicoanalista per vendetta pubblica il suo memoriale che costituisce la base della narrazione (prefazione) NARRAZIONE: gli eventi, narrati in prima persona, non sono raccontati in modo cronologico ma ci sono salti temporali tra passato e presente. Zeno è un personaggio nevrotico e mentitore, soggetto a problemi psicosomatici, che racconta: di come ha tentato infinite volte di liberarsi dal vizio del fumo del difficile rapporto col padre che forse è morto schiaffeggiandolo della storia del suo matrimonio con Augusta, una delle sorelle Malfenti della sua amante Carla della sua incapacità a gestire le trattative commerciali anche se poi dimostra di essere capace negli affari L’ultimo capitolo, il sesto, è intitolato PSICOANALISI ed è in forma di diario. Il diario inizia col primo periodo della Prima guerra mondiale che presenta una situazione drammatica e si conclude con la distruzione del mondo con una bomba, gettata al centro della terra da un uomo un po’ più ‘ammalato’ degli altri. 17 Zeno è un personaggio un po’ normale e un po’ pazzo, che sa ben interpretare i lati oscuri della realtà. Ciò che gli manca è la certezza di un destino, perciò, è pieno di ipotesi, supposizioni, teorie… la sua è che tutti gli uomini sono malati e che la salute non esiste. -> non esistono deboli e forti ma solo malati consapevoli o meno-> questa condizione si può riscattare solo grazie all’amore fisico come Zeno fa con Carla La Coscienza di Zeno non viene conclusa ma nei vari abbozzi Zeno appare un vecchio che cerca di trasformare la vita in scrittura infinita. CARLO EMILIO GADDA Nasce a Milano nel 1893. Dopo la morte del padre, si lega sempre di più alla madre che lo indirizza verso gli studi di ingegneria nonostante la sua passione per le lettere. Allo scoppio della Prima guerra mondiale si arruola come ufficiale volontario ma viene fatto prigioniero dopo la sconfitta di Caporetto (1917). Alla fine della guerra scopre della morte del fratello Enrico che lo traumatizza al punto di perdere il suo equilibrio psichico. Verso gli anni ’20 scrive diversi abbozzi di romanzi e trattati e inizia a riflettere sui rapporti tra i vari registri linguistici-> da quello aulico-tradizionale a quello tecnico-scientifico a quelli popolari- gergali. Appaiono dei nuclei narrativi: 1. la persona che, incapace di difendersi, viene emarginata dalla società; 2. la donna, casta o impura, che viene uccisa violentemente; 3. i comportamenti della società durante la guerra e il dopoguerra 1931 esce la sua prima raccolta ‘LA MADONNA DEI FILOSOFI’ 1934 esce la seconda raccolta ‘IL CASTELLO DI UDINE’ LA COGNIZIONE DEL DOLORE 1963 : Romanzo pubblicato in parte sulla rivista fiorentina ‘Letteratura’ tra il 1938-1941, poi in volume nel 1963 e con ampliamenti nel 1970 fino ad arrivare all’edizione completa nel 1987. Quest’opera mette in evidenza la difficoltà dell’autore a chiudere definitivamente le opere; perciò, la critica è costretta ad interpretare i finali ciò implica una questione poetica-> per Gadda la trama non è il punto essenziale di un romanzo che vive, invece, della capacità di interpretare il mondo attraverso il linguaggio. Ciò che è importante è la potenzialità linguistica, i sinonimi più elaborati, la mescolanza delle lingue e degli stili… TRAMA: Il romanzo si apre nel fantastico paese sudamericano del Maradagàl dove abita il protagonista don Gonzalo Pirobutirro con sua madre. Gonzalo deve subire minacce di ogni tipo diventando così ancora più nevrotico. le parti satirico-grottesche si alternano con le parti più dolorose-drammatiche-> come il dialogo fra Gonzalo e il medico dove il protagonista rivela il suo ‘male oscuro’, legato in parte al rapporto di amore e odio con la madre -> della madre appare il suo punto di vista 18 nel quinto tratto (sezione del romanzo) dove si comprende la difficoltà ad instaurare un rapporto spontaneo con il figlio Il romanzo si conclude con il ritrovamento della madre in modo sofferente a causa di un’aggressione o da estranei o dal figlio. la stravaganza nevrotica di Gonzalo è dovuta anche alla sua incapacità di adattarsi alle imperfezioni del mondo, alle ingiustizie e alla mentalità borghese REGISTRI LINGUISTICI: tragico, lirico, parodico, satirico-grottesco… LINGUAGGI: dal falso spagnolo, al fiorentino colto, al napoletano con molti preziosismi e sintassi complessa Attraverso l’elaborazione stilistica Gadda riesce a sostanziare la sua ‘cognizione’ (latinismo per -conoscenza sicura-) della vita. QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA MERULANA 1957: Composto negli anni della Seconda guerra mondiale, edito in parte su ‘Letteratura’ tra il 1946-47 e poi in volume nel 1957. Si tratta di un GIALLO incentrato su un delitto avvenuto a Roma durante il regime fascista nel 1927. TRAMA: La vittima è Liliana Balducci, che appare come una donna affidabile, figlia di un approfittatore di guerra. Il commissario Ciccio Ingravallo, un amico di famiglia, viene incaricato delle indagini e man mano che queste avanzano si conferma che gli improvvisi disastri sono derivati da CONCAUSE. il giallo gaddiano procede per deviazioni. Più che l’indagine concreta conta quella conoscitiva di Ingravallo che arriva ad un responsabile: l’ultima domestica di Liliana ma ciò non è confermato. NARRAZIONE: Consequenziale, alterna al romanesco popolare, molti linguaggi e gerghi compreso quello furbesco-malavitoso. Il titolo dell’opera è diventato espressione idiomatica per indicare un grande disordine o un intreccio complicato-> la trama è una sorta di canovaccio. Le deviazioni dall’inchiesta principale sono numerose: 1. furto di gioielli avvenuto nello stesso palazzo dove fu uccisa Liliana 2. racconto biografico di molti personaggi, tra cui il commendator Angeloni accusato ingiustamente Dietro i delitti si nascondono ‘EROS’ E ‘ODIO’ in grado di distruggere qualunque ordine e difesa razionale e morale 19 CAPITOLO 4: INTRODUZIONE AL PERIODO 1945-1962 Dopo la Seconda guerra mondiale e la fine delle dittature nazifasciste, l’Europa si trovava divisa tra i due blocchi: quella della Germania e in particolare di Berlino che a sua volta era diviso dal muro costruito nel 1961. L’Italia costituiva un paese di frontiera a stretto contatto con molte nazioni, tra cui quella statunitense dalla quale venne influenzata politicamente. (viene governata dalla democrazia cristiana). In questo clima di tensioni, gli scrittori affrontavano il tema dell’impegno soprattutto come riflessione seguita da un’azione politica di rottura nei confronti degli schemi borghesi, ricordiamo, infatti, Jean-Paul Sartre e Albert Camus, due esponenti dell’esistenzialismo laico che cercarono queste nuove forme di impegno In Italia nascono spazi per un libero dibattito-> nascono riviste, giornali e radio (solo dal 1954 la televisione) che proposero interventi culturali e le case editrici iniziarono a tradurre opere contemporanee e a lanciare nuovi autori. LA POESIA-> L’ermetismo nelle sue varie espressioni lascia il posto a una lirica più diretta e concreta per affrontare i drammi del presente abbandonando, così, la ricerca di temi e metafore raffinatissime. Lo stesso Mario Luzi, uno dei maggiori esponenti dell’ermetismo, inizia ad avvicinarsi ad una poetica ricca di riferimenti alla realtà a partire dalla seconda metà degli anni ’40 con le raccolte ‘Primizie del deserto’, ‘Avvento notturno’ e ‘Magma’ (1963) -> raccolta che si rifà al Purgatorio dantesco in cui i dubbi esistenziali dell’io-lirico vengono esaminati in componimenti polifonici e dai versi lunghi e irregolari -> domina la volontà di comprensione etica, di autoesame il Neorealismo in poesia-> è un movimento letterario che guarda alla realtà quotidiana, al mondo del lavoro, alle difficoltà e alle lotte sociali. I poeti neorealisti cercavano di rappresentare la vita delle persone comuni utilizzando, da un punto di vista formale, tecniche prosastiche: versi lunghi, linguaggio semplice… i neorealisti prendevano come modelli gli statunitensi Walt Whitman ed Edgard Lee Masters, applicati al racconto poetico della Resistenza poi a quello delle condizioni del proletariato alcuni AUTORI NEOREALISTI… - Rocco Scotellaro: con la sua raccolta È fatto giorno riesce a dare il massimo esempio di lirica neorealista politicamente schierata a favore del socialismo, ricca di elementi folkloristici - Il fiorentino Vasco Pratolini: partendo dalla sua esperienza diretta delle condizioni del popolo, pubblicò prima romanzi legati alla vita dei quartieri poveri di Firenze poi una trilogia ‘Una storia italiana’ incentrata sulle lotte politiche e sociali 20 fra 800 e 900 La linea anti-novecentesca: riprende vigore nel secondo dopoguerra quella linea dallo stile semplice che aveva trovato in Saba il suo massimo esponente. Questa linea che rifiuta le forme letterarie del 900 fu seguita a partire dagli anni ’30 da: Sandro Penna-> nelle sue liriche domina una dialettica fra nascita e appagamento dei desideri raccontata attraverso poesie brevissime, dal tono aforistico (stile di scrittura coinciso) e da un linguaggio depurato. Giorgio Caproni-> scrive poesie raccolte nel ‘paesaggio d’Enea’ dove la stilizzazione e la chiusura formale si accentuano come difesa alle restrizioni naziste durante la guerra. Attilio Bertolucci-> in lui prediligerà la dimensione narrativa arrivando a proporre un romanzo in versi con ‘La camera da letto’: un poema in due parti e 46 frammenti che narrano i ricordi del protagonista NUOVE SPERIMENTAZIONI LINEA LOMBARDA-> ipotizzata dal critico e teorico Luciano Anceschi. Si tratta di una tendenza che va verso le realtà quotidiane e si rifà ad un linguaggio prosastico e un sentimento etico-civile. Il poeta più rilevante agli inizi degli anni ’50 è il milanese Luciano Erba che coniuga i tratti sopra indicati con una lieve ironia metrica; poi c’è Giorgio Orelli che punta ad un immaginario concreto e a uno stile ricco di suggestioni classiche grazie alla lettura di saggi NEOESPERIMENTALISMO DEL GRUPPO DI ‘OFFICINA’ -> Officina è una rivista bolognese fondata dai poeti e scrittori Leonetti, Roversi e Pasolini che rifiutano l’ermetismo ma anche il neorealismo nella sua versione più dogmatica dal punto di vista ideologico-politico. viene invocato un nuovo sperimentalismo che in Pasolini si accentua con una stilizzazione aperta che ricorda il modello plurilinguistico di Dante-> in sostanza viene recuperata la tradizione italiana dell’espressionismo contro quel simbolismo chiuso e artificioso; al gruppo di ‘Officina’ si accosterà Sanguinetti che nel 1956 pubblicò Laborintus basato su un linguaggio psicoanalitico-materialistico vicino agli autori sperimentali La narrativa, il teatro e il cinema Nel secondo dopoguerra la NARRATIVA riceve un grande impulso grazie a quella voglia di raccontare la terribile realtà, soprattutto in merito alla lotta resistenziale contro il nazifascismo. In questo stesso periodo però, si assiste a un progressivo spostamento degli interessi del 21 pubblico verso il CINEMA, sempre più diffuso dal 1945-46, grazie ai capolavori incentrati sulla condizione italiana del dopoguerra di Roberto Rossellini con ‘Roma città aperta e Paisà’ e Vittorio De Sica con ‘Sciuscià’ in questo periodo il cinema italiano diventa famoso in tutto il mondo ma ovviamente non può essere paragonato a HOLLYWOOD che stava creando uno star-system con produzioni sempre più costose e divi pubblicizzati ovunque. La riacquisizione della libertà di stampa e il dibattito politico e culturale sulla rifondazione dello stato italiano favorirono la nascita di un’editoria vivace. Nasce la casa editrice fondata dal piemontese Giulio Einaudi che coinvolse filosofi, storici e letterati come Elio Vittorini, Pavese e Calvino -> la vicinanza ai partiti di sinistra non impedì alla Einaudi di assumere posizioni critiche Negli stessi anni comincia a diffondersi una narrativa che interpreta la realtà italiana attraverso personaggi relativamente semplici, spesso comici che incarnano vizi del cittadino medio oppure delle virtù del popolo delle campagne. Questi aspetti che saranno ripresi nella ‘commedia all’italiana’. Emergono in testi di grande successo come la saga DON CAMILLO e PEPPONE di Giovanni GUARLESCHI. ALBERTO MORAVIA Di origini ebraiche, Alberto Pincherle Moravia nasce a Roma nel 1907. Decise di farsi chiamare come un suo omonimo che però lo costrinse a scegliere un altro nome, perciò scelse Moravia come il cognome della nonna. A causa di una tubercolosi fu costretto a diversi periodi di isolamento durante la sua adolescenza che lo portarono a sviluppare la sua passione per la scrittura teatrale e narrativa. GLI INDIFFERENTI 1929-> si tratta di un’opera realista, senza storia, priva di un tempo definito e con una struttura simile a quella di una tragedia. TRAMA: Michele Ardengo è il protagonista, figlio di Mariagrazia che è l’amante di Leo Merumeci che ha ipotecato la sua abitazione e vorrebbe lasciarla essendosi invaghito di sua figlia Carla. Michele, scoprendo tutto ciò, spara Leo con una pistola scarica -> questo gesto tragico diventa grottesco e permette di comprendere il pensiero di Moravia: ‘indifferenti’ perché i personaggi sembrano essere distaccati a tutto. Il romanzo è considerato una critica sociale e una rappresentazione della società borghese italiana dell’epoca (priva di valori) Michele Ardengo è simbolo: 1) della borghesia romana alla decadenza; 2) è metafora sessuale perché viene sedotto da Lisa, cara amica della madre; 3) impotenza virile che traspare nella sua pistola scarica Dopo aver sposato nel 1941 Elsa Morante, compone il romanzo breve AGOSTINO 1944-> è la storia di un adolescente della buona borghesia che durante una vacanza viene condotto dai ragazzi popolani alla vita concreta e al sesso 22 Negli anni ’60, dopo una grossa fama, Moravia sente il bisogno di rinnovarsi cercando di adottare al romanzo sperimentali i suoi temi: l’analisi del vuoto esistenziale e morale della borghesia, nonché del rapporto fra denaro, sesso e società. ELIO VITTORINI La sua attività letteraria inizia durante il ventennio fascista-> fra il 1938-39 Vittorini pubblicò sulla rivista ‘Letteratura’ il suo capolavoro Conversazione di Sicilia: un romanzo a sfondo simbolico- allegorico dove il rientro in Sicilia del protagonista-narratore Silvestro diventa l’occasione per una riflessione sul proprio ruolo politico e sulla condizione dell’Italia intera. CESARE PAVESE Si formò a Torino dove entra in contatto con giovani intellettuali ostili al fascismo che si riuniscono intorno a Giulio Einaudi nel 1933. Il suo primo interesse era la letteratura anglosassone-> iniziò a tradurre testi. Nel dopoguerra rafforza la sua collaborazione con l’Einaudi e i suoi interessi diventano perlopiù mitologici e antropologici PAESI TUOI 1941-> primo romanzo di Pavese che presenta un’ambientazione realista- verista, influenzata dai modelli americani. Si trovano già aspetti simbolici e antropologici come il rapporto tra violenza ancestrale e amore. Nel dopoguerra, Pavese raccoglie i suoi racconti nel volume ‘Feria d’agosto’ e propone un esame della psicologia borghese nella trilogia ‘La bella estate’. OPERE più FORTUNATE-> riguardavano la storia contemporanea ed erano organizzate in una tetralogia: IL COMPAGNO 1947 IL CARCERE 1949 LA CASA IN COLLINA 1949-> l’intellettuale Corrado si rifugia in collina durante la fase più tragica della guerra e si interroga sul rapporto con Cate e suo figlio. Corrado non riesce a prendere una posizione e rinvia il momento della sua maturità. Quest’opera si conclude con una richiesta di senso per tutti i morti del conflitto LA LUNA E I FALO’ 1950-> qui gli elementi della cronaca vengono reinterpretati in una prospettiva mitica caratterizzati dalla luna e dal fuoco, distruttore-rigeneratore dei falò. Qui, anche il sacrificio di Santa, uccisa e bruciata dai partigiani per tradimento, sancisce l’impossibilità di trovare un luogo privo di violenza. LA MEMORIALISTICA DI GRUTTA: CARLO LEVI Cristo si è fermato a Eboli 1945-> è un resoconto autobiografico dell’esperienza dell’autore durante il suo esilio forzato in Lucania durante il regime fascista. Il titolo suggerisce l’idea che Cristo si sia fermato prima di raggiungere la città di Eboli per simboleggiare l’abbandono e 23 l’emarginazione delle persone del Sud Italia da parte del governo centrale. PRIMO LEVI Di origini ebraiche, Primo Levi nasce a Torino nel 1919. Egli viene catturato durante la guerra di Resistenza e deportato ad Aushwitz dove resta fino al gennaio del 1945. L’esperienza dei lager fu cruciale per tutta la sua vita tanto da scrivere: SE QUESTO È UN UOMO 1947 -> diario- memoriale dove appare l’unione tra cultura classica e formazione scientifica dell’autore. L’animo razionalista lo spinge a chiedersi come sia stato possibile arrivare agli estremi da lui provati e ricostruiti in 17 capitoli. Vengono proposti confronti con l’inferno dantesco, grande modello per guardare all’inferno terreno realizzato dai nazisti LA TREGUA 1963-> memoriale dedicato alla Shoah dove si coglie un tono più comico- picaresco. Si apre con la liberazione dai lager a opera dell’armata rossa e narra le avversità sopportate da Levi prima del suo ritorno a casa. Il viaggio porta alla conoscenza di realtà impensabili, personaggi buffi e del carattere dei tedeschi che risultano ancora incapaci di chiedere perdono. I SOMMERSI E I SALVATI 1986-> opera più efficace dell’ultima produzione leviana. Si tratta di una raccolta di saggi dove Levi ripensa alla realtà nei campi di concentramento, riflettendo sugli aspetti sfuggiti a lui e agli altri testimoni. Le stesse testimonianze non bastano per comprendere gli estremi raggiunti dai nazisti perché coloro che li hanno subiti, I SOMMERSI, non hanno potuto raccontarle. Al contrario, I SALVATI devono descrivere e cercare di comprendere per trasmettere a coloro che non hanno vissuto quell’esperienza di non commettere mai più un errore del genere. Scritto con uno stile sofferto e nervoso, ricco di riferimenti classici. BEPPE FENOGLIO Fenoglio nasce ad Alba e acquisisce una buona conoscenza della narrativa anglosassone e della filosofia contemporanea grazie all’insegnamento di Pietro Chiodi, traduttore di Heidegger. Autore noto per i suoi racconti e romanzi ambientati durante la Resistenza italiana contro il regime fascista durante la Seconda guerra mondiale. Fenoglio ha vissuto personalmente la Resistenza e molte delle sue opere riflettono le sue esperienze e i suoi ideali: I VENTITRE GIORNI DELLA CITTA’ DI ALBA 1952-> Raccolta di racconti, pubblicata da Einaudi nel 1952, che rappresentano interpretazioni forti ed efficaci della guerra civile. Esemplare il racconto eponimo che gioca sull’affetto e l’ironia. LA MALORA 1954-> Romanzo breve che narra le vicende di Agostino Braida, giovane contadino delle Langhe. La crudezza realista della narrazione si coniuga con un forte interesse per le radici etniche e familiari. 24 IL GRANDE PROGETTO: Dal 1955-56 Fenoglio imposta un grande progetto: un libro grosso che doveva contenere l’intero periodo 1943-45 con scorci relativi al 1940-42. Decise di scriverlo in inglese aggiungendo coniazioni ricavate dall’italiano-> chiamato dalla critica ‘fenglese’ Dopo la prima versione, tra il 1956-58 scrive l’opera in italiano mantenendo molte espressioni in inglese ma a causa delle perplessità del suo nuovo editore, Garzanti, Fenoglio decise di ripulire il dettato. Abbiamo così: PRIMAVERA DI BELLEZZA 1959-> il cui protagonista Johnny, dopo la formazione militare a Roma, fugge dall’armistizio dell’8 settembre e si unisce si ribelli sulle colline sopra Alba ma viene ucciso dopo il combattimento. IL PARTIGIANO JOHNNY 1968-> Ampio frammento che doveva costituire la seconda parte del libro grosso. Linguaggio ricco di metafore, neologismi, con uno stile sublime adatto a rendere epico-tragica la narrazione della Resistenza-> in effetti si può definire di storia epica perché l’autore vuole far raggiungere un livello epico alla cronaca resistenziale: gli eventi accaduti valgono per tutto il genere umano. Fenoglio qui rielabora gli episodi in senso drammatico cogliendo la presenza della morte dietro le imprese dei partigiani. TRAMA: Johnny, partito con l’impulso di combattere i nazifascisti e diventare un eroe, si trova a comprendere che la guerra moderna riflette la fragilità corporea e la morte. La vittoria finale non riscatta totalmente chi è morto… il testo è considerato incompleto da alcuni ma invece è solo elide: il momento esplicito della fine lascia tutte le tracce per essere interpretato UNA QUESTIONE PRIVATA 1963-> incentrato sulla figura di Milton che a differenza di Johnny agisce in maniera più solitaria. Fenoglio si concentra su una storia d’amore-passione collocata sullo sfondo tragico della guerra: TRAMA: L’amore di Milton per Fulvia diventa ossessivo e folle quando all’inizio del romanzo Milton scopre di un probabile legame tra Fulvia e il suo amico partigiano Giorgio Clerici. Milton vorrebbe chiarire la sua ‘questione privata’ ma Fulvia è lontana e Giorgio è caduto nelle mani dei fascisti. Milton cerca disperatamente un prigioniero da scambiare e i suoi spostamenti rappresentano la guerra nella sua brutale drammaticità in un paesaggio fatto di fango, nebbia e buio che lo condurrà alla morte. MORTE-> non è legata solo alla lotta resistenziale ma soprattutto a Fulvia tanto che nell’ultima fuga dai nazisti, invoca una pallottola in testa, ripetendo che è la ragazza stessa ad ammazzarlo. STILE-> teso ed efficace soprattutto nel finale 25 ELSA MORANTE La sua difficile infanzia condizionò molte delle sue propensioni a partire dalla ricostruzione fiabesca dei rapporti familiari. MENZOGNA E SORTILEGIO 1948-> primo grande romanzo. TRAMA: La storia viene narrata da Elisa che rievoca luoghi e tempi lontani. Sua madre Anna ama il cugino Edoardo-> le passioni e le falsificazioni arrivano al culmine e dopo la morte di tutti i protagonisti Elisa si ritrova con il gatto Alvaro a cercare di comprendere quanto accaduto -> da qui è possibile vedere il legame della donna non solo all’infanzia ma anche al mondo ferino la narratrice avverte che spesso i fatti non sono come appaiono e che gli inganni sono necessari alla vita dei personaggi-> visione della durezza del reale sotto cui si colgono i conflitti inconsci L’ISOLA DI ARTURO 1957-> secondo romanzo d’iniziazione-formazione e quasi d’avventura TRAMA: I riferimenti conducono l’ambientazione a Procida nel periodo a ridosso della Seconda guerra mondiale. Arturo, protagonista e narratore, raccolta le sue storie infantili- adolescenziali. Arturo vive con la cagnetta Immacolatella, orfano di madre dalla nascita e poco seguito dal padre. Lontano dalla realtà storica si crea un mondo mitico dove si considera il ‘piccolo re’, nato sotto gli auspici della stella Arturo e del sovrano Artù. In questo mondo magico-fiabesco si colloca la figura della neosposa del padre, Nunz, che diventa una sorta di madre sostitutiva e poi amante sognata di Arturo. Arturo, consapevole della meschineria del padre e della falsità delle magie infantili, viene iniziato sessualmente da una vedova e parte poi dalla sua isola che scompare nel nulla. LA STORIA 1974-> terzo romanzo dove affronta le storture che travolgono i deboli nel mondo. -> il romanzo viene letto come una parabola sulla crudeltà e l’indifferenza della Storia. TRAMA: La protagonista è Ida Ramundo, una maestra che difende il suo piccolo Useppe concepito da un ignoto soldato tedesco. Il figlioletto muore e la donna, impazzita, viene rinchiusa in un manicomio dove vivrà a lungo. ARACOELI 1982-> ultimo grande romanzo incentrato sulla ricerca della madre dall’anziano Emanuele. Aracoeli, uno degli attributi della donna, è morta misteriosamente lasciando un fratello, Manuel, che pare come il protagonista. Stile sostenuto e ricco di termini gergali GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA Scrive il romanzo storico GATTOPARDO (1958) che ha come protagonista il principe Fabrizio di Silina che attraversa un periodo traumatico tra la spedizione garibaldiana e la fine del regno 26 delle due Sicilie. Secondo Fabrizio è impossibile cambiare la storia siciliana fatta di moltissime dominazioni straniere: ogni modifica politico-sociale non cambia le cose. Appare la filosofia del ‘tutto cambi purché nulla cambi’ Il cinema negli anni 50-60 A Fellini si deve La dolce vita 1960-> che riesce a far comprendere l’evoluzione della società italiana dal dopoguerra agli inizi del boom economico, sottolineando la perdita dei valori tradizionali. LE RIVISTE MILITARIElio Vittorini fondò: l milanese ‘POLITECNICO’ 1945-> una rivista interdisciplinare che sostiene nuove forme di impegno degli intellettuali ‘IL Menabò’ 1959-67 -> rivista di approfondimento culturale basata su numeri monografici di grande interessa PIERPAOLO PASOLINI Nacque a Bologna nel 1922 da una famiglia borghese: il padre era un’ufficiale dell’esercito e la madre una maestra elementare. Trascorse gran parte della sua giovinezza a Casarsa della Delizia, in Friuli, dove sviluppò un forte attaccamento alla dimensione del sacro. Dopo gli studi classici, frequentò l’università a Bologna e si laureò in Lettere. Fin dall’adolescenza, Pasolini mostrò un forte interesse per la letteratura e l’arte così da iniziare a scrivere poesie e prose. PASOLINI POETA -> è colui che utilizza la lingua di chi vive quello spazio di mondo La sua prima vocazione è la poesia di cui ricordiamo la sua prima raccolta intitolata POESIE A CASARSA 1942 scritta nel dialetto friulano materno mostra temi affini al simbolismo e al surrealismo-> figure ricche di significati nascosti come i fanciulli destinati alla morte o il narciso del mito che rappresentano una visione del mondo piuttosto cupa. Negli anni seguenti si fece notare da molti critici, si iscrisse al partito comunista e divenne insegnante di materie letterarie in Friuli. Successivamente fu costretto ad emigrare a Roma nel 1950 a causa di un’accusa di abusi su minori. A Roma si apre ad una rappresentazione corale attraverso la stesura di poemetti in terzine intitolati LE CENERI DI GRAMSCI 1957 raccolta con cui Pasolini enfatizza l’alta retorica, il mito del popolo, la contrapposizione ideologica nei confronti della borghesia mediocre e conservatrice nei poemi migliori tra cui ‘IL PIANTO DELLA SCAVATRICE’ vediamo come si guardi attentamente alla realtà presente e in particolare alle borgate romane -> qui appare la soggettività del poeta -> UTILIZZA 27 L’ENDECASILLABO E LA TERZA RIMA DANTESCA PASOLINI NARRATORE (metà degli anni ’50) Il Pasolini poeta mira a una ricerca sperimentale tra lirismo e narrativa tendando una sperimentazione per superare i vincoli dettati dal neorealismo ideologico. AMADO MIO E ATTI IMPURI-> prime opere narrative incentrate più sulle passioni erotiche che sugli aspetti storico-sociali Verso il 1948-49 inizia a comporre IL SOGNO DI UNA COSA (1962) che risente degli ideali del neorealismo ed è dedicato alle lotte contadine in Friuli. Una svolta si registra quando Pasolini si trasferisce a Roma dove vede la contraddizione tra la gloria del passato e la miseria vitale dei popolani delle borgate questo viene ripreso in RAGAZZI DI VITA 1955-> un romanzo in 8 capitoli che propongono episodi cronologicamente separati ma tenuti assieme dalla presenza dei personaggi nei quali spicca la figura del giovane Riccetto. Le imprese di ragazzi di vita sono seguite in maniera apparentemente oggettiva e la narrazione prosegue per dialoghi secchi scritti in un romanesco vivace e gergale. Pasolini qui vuole applicare il plurilinguismo ma la stilizzazione appare monocorde, cioè, limitata da un’assoluta monotonia, uniformità. Ragazzi di vita risulta un romanzo picaresco, spesso drammatico e violento ed è un romanzo populista perché i giovani pasoliniani possono violare la legge ma restano migliori rispetto ai borghesi capitalisti. UNA VITA VIOLENTA 1959-> secondo romanzo romano incentrato sul giovane Tommasino Puzzilli, prima teppista e poi militante comunista che si sacrifica in modo quasi eroico. PASOLINI REGISTA -> quando si accorge che la scrittura non è sufficiente a esprimere tutte le sue potenzialità narrative, sceglie di passare alla regia cinematografica Così abbiamo l’uscita del suo primo film: ACCATTONE 1961-> si tratta di un racconto ispirato al mondo delle borgate ma mette a fuoco anche le idee populiste grazie alle inquadrature, alle immagini colte, alle scene crude e drammatiche e al commento musicale derivato da Bach. Gli esiti più alti gli ottiene con-> SALO’ O LE 120 GIORNATE DI SODOMA (1975)-> ambientato nell’ultimo periodo del regime fascista ed è basato su un testo del marchese de Sade dove appaiono potere, erotismo e violenza. PETROLIO Si tratta di un capolavoro letterario pubblicato incompiuto nel 1992. Si presenta come un testo- canovaccio dove vengono trattati grandi temi: la natura del potere politico in Italia l’invadenza del capitalismo distruttore della bontà del popolo le repressioni degli impulsi erotici… 28 Vengono esposti elementi psicoanalitici -> il protagonista Carlo si divide schizofrenicamente in due persone distinte; ed elementi letterario-filosofici-> da Dante a Joyce, Hobbes, Sterne… Petrolio si configura come un abbozzo di romanzo in progress, è una nuova Commedia italiana del mondo stravolto capitalista-borghese. In quest’opera Pasolini ricerca il sacro in persone, situazioni e atti che ne sembrerebbero estranei -> creazione letteraria come espressione corporea e vitale PASOLINI SAGGISTA-> nei suoi saggi si po' riconoscere una vena pedagogica dove gli insegnamenti sono espressione di intervento su una realtà amatissima e odiata per la sua imperfezione e per il potere esercitato su di essa. E ha due fasi: 1. rivolta all’analisi degli aspetti letterari e linguistici presente nella raccolta ‘PASSIONE E IDEOLOGIA’ 1960 1) rivolta all’analisi socio-stilistica e ideologica presente nelle raccolte ‘EMPIRISMO ERETICO’ e ‘IL CAOS’ -> poemetti ideologici in prosa In questi testi prevale una mescolanza di toni e forme espressive ITALO SVEVO Nasce a Cuba nel 1923 da una famiglia di scienziati di origine ligure. È stato redattore dell’Einaudi e poi consulente editoriale, Italo Calvino configura la sua formazione come laica e tecnica. Combatte durante la Resistenza in una brigata partigiana comunista dalla quale derivano i suoi primi testi: IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO 1947-> primo romanzo dove la materia storica viene filtrata per creare una struttura fiabesca in cui il protagonista non è un partigiano adulto ma il piccolo Pin -> questo produce un effetto di straniamento come se la guerra fosse un terribile gioco La fisionomia di Calvino, definito come ‘scoiattolo della penna’ da Pavese, si delinea nel 1952 quando esce IL VISCONTE DIMEZZATO, prima parte della trilogia I NOSTRI ANTENATI (1960) composta anche da ‘IL BARONE RAMPANTE’ e ‘IL CAVALIERE INESISTENTE’ in questi prevalgono modelli lontani dal realismo otto-novecentesco perché prevale una scrittura narrativa di tipo razionalistico-scientifico tipica del conte philosophique degli illuministi francesi nelle vicende c’è ironia e parodia e perciò valgono per il loro significato allegorico Alla fine degli anni 50 Calvino ha interesse sia per la cronaca con scritti satirico-polemici a base surreale sia per il fantastico, il romanzesco-avventuroso, il fiabesco -> certificato da una raccolta ‘FIABE ITALIANE’ (1956) LA GIORNATA DI UNO SCRUTATORE 1963-> ultima opera di questa fase che rappresenta un’esperienza autobiografica: la visione dei portatori di handicap al Cottolengo di Torino durante l’attività di scrutatore presso il seggio elettorale. L’incontro con esseri privi di molte funzioni 29 intellettive costituì uno stimolo per l’analisi dell’azione politica. LA PRODUZIONE NARRATIVA SEMIOTICA-POSTMODERNA Il suo sguardo si rivolge a Parigi dove si amplia una riflessione teorico-scientifica sul linguaggio, sui testi verbali e letterari e su tutti i segni naturali e culturali-> Calvino si orienta verso una ‘metaletteratura’ ovvero verso la riflessione sulle modalità di scrittura e di interpretazione del mondo perché il suo scopo è quello di rappresentare un reale complesso e stratificato Il primo testo che si inserisce nella nuova poetica calviniana è la raccolta ‘LE COSMOCOMICHE’ 1965 dove si coglie uno stile complesso a causa dell’uso di un lessico para-scientifico CITTA’ INVISIBILI 1972-> s’immagina un racconto composto dalla descrizione di città fantastiche fatta da Marco Polo e Kublai Kan durante i loro dialoghi. Kublai riduce la realtà in cose astratte arrivando al ‘nulla’ a differenza di Marco Polo che sa che le sue città possono non esistere perché frutto dei suoi desideri o ricordi ma è comunque capace di interpretare il reale per superare il nulla di Kublai. Calvino si sforza di leggere la realtà con occhi scientifici e letterari, attraverso uno stile limpido CALVINO CRITICO E SAGGISTA -> anni 50/60 scrive saggi che riguardano questioni della narrativa coeva es. ‘IL MIDOLLO DEL LEONE’ sul rapporto letteratura/storia; ‘LA SFIDA AL LABIRINTO’ in cui si ipotizza che la letteratura deve sperimentare tutti i linguaggi possibili per rispondere al labirinto della contemporaneità Ricordiamo ‘LE LEZIONI AMERICANE’ dove si colgono alcune sfide che la letteratura deve affrontare per rappresentare la realtà. CAPITOLO 5: INTRODUZIONE AL PERIODO 1963-1979 All’inizio degli anni ’60, il rapporto fra cultura alta e cultura popolare cambia. La stessa MUSICA subisce delle trasformazioni-> quella sperimentale e colta si riduce in piccoli settori mentre quella leggera, nelle sue infinite versioni, diventa indispensabile per il pubblico di tutte le età. I testi delle canzoni vengono più curati rispetto al passato e spesso sono ballate dure e politicamente combattive (specie nel periodo delle rivolte giovanili intorno al ’68) Di fronte alla diffusione della cultura di massa dal sistema capitalistico che sfrutta la radio, la 30 televisione e il cinema per ottenere successo, gli artisti hanno due reazioni: o la chiusura completa come nel caso della musica sperimentale o l’interpretazione grazie al riuso di materiali di scarto. nasce, così, la POP ART dove gli artisti ricercano forme che prendano spunto dal presente per svelare gli aspetti più falsi -> ricordiamo l’opera dello statunitense Andy Warhol che riproduce nei suoi dipinti il volto di Marilyn Monroe LA POESIA LA NEOAVANGUARDIA -> agli inizi degli anni ’60 esplode il fenomeno della neoavanguardia che mirava innanzitutto ad una rivoluzione linguistica basata sul rifiuto delle forme e degli stili tradizionali. Questi neoavanguardisti si riunivano a Palermo nel 1963, infatti il nome alternativo è GRUPPO 63. Essi aderiscono al marxismo, rivolgono l’attenzione alla psicoanalisi, all’antropologia e all’etnologia e hanno una profonda attenzione al linguaggio. EDOARDO SANGUINETTI Il critico e teorico Edoardo Sanguineti, è il massimo esponente della neoavanguardia. I presupposti marxisti e psicoanalitici si colgono nella sua prima e più importante opera poetica: LABORINTUS 1956-> qui la storia di una depressione viene descritta con lunghi e confusi versi privi di ritmicità. I modelli tradizionali e modernisti vengono fusi in un unico composto che dovrebbe ricondurre all’indagine psicoanalitica e dovrebbe far emergere il kaos contro l’apparente kosmos contemporaneo dove il linguaggio capitalistico ha azzerato gli altri, diventando vuoto e privo di senso. ne deriva uno stravolgimento linguistico-> annullamento del sublime ma si può parlare di ALLEGORIA. Nelle sue raccolte successive ha continuato sulla linea della sperimentazione accentuando i toni sempre più ironici e satirici ed è sempre attento alle possibili intersezioni con nuove forme artistiche come il rap, il videoclip… AMELIA ROSSELLI Si colloca ai margini del gruppo 63 la figura di Amelia Rosselli che usa italiano, inglese e francese come strumento di un’espressione poetica che parte da una dimensione prerazionale: L’INCONSCIO, sede di traumi profondi e base per interpretare la realtà in modi originali. mostra una profonda nevrosi nei suoi testi in cui il linguaggio è alterato per trasmettere una visione scomposta di eventi e persone attraverso uno stile oscuro 31 POETI AUTONOMI RISPETTO AL GRUPPO 63… VITTORIO SERENI Vittorio Sereni è uno dei maggiori poeti del secondo dopoguerra. Comincia a comporre testi ermetici pubblicati nel 1941 in una raccolta FRONTIERA dove traspare un interesse per gli oggetti e le situazioni concrete anche se trasformate in senso simbolico. Parte come sottoufficiale durante la Seconda guerra mondiale, viene fatto prigioniero e fu recluso in campi di lavoro dell’Africa settentrionale. da questa esperienza scrive la sua seconda raccolta: DIARIO D’ALEGRIA 1947-> dove le esperienze personali si intrecciano con l’obiettivo di rappresentare poeticamente il dramma del conflitto, usando uno stile più sobrio e classico. questo secondo esito colloca Sereni in una posizione di privilegio nella ‘linea lombarda’ caratterizzata dalla scelta di temi realistici, trattati con uno stile sobrio. Sereni dimostra la sua capacità critica nei suoi saggi e interventi riuniti in racconti e pezzi brevi in un volume intitolato ‘LA TENTAZIONE DELLA PROSA’. GLI STRUMENTI UMANI 1965-> esito più alto della sua lirica. Il poeta, diventato direttore editoriale della Mondadori, cerca di coniugare aspetti autobiografici e lettura del presente -> variato nei temi e calibrato linguisticamente con aperture ai termini tecnici e quotidiani. sono presenti vicende e oggetti della quotidianità carichi di significati con uno stile meno sostenuto e una tonalità riflessiva e malinconica ANDREA ZANZOTTO -> noto per la sua sperimentazione linguistica che includeva l’uso creativo di neologismi, giochi di parole e strutture sintattiche complesse. LA BELTA’ 1968-> è il suo capolavoro dove decide di esplorare il linguaggio come una fonte di molteplici significati ma fondamentalmente vuota di senso. Zanzotto si interessa dei suoni, liberamente connessi a creare nuovi sensi. Nelle raccolte successive Zanzotto prosegue nel suo percorso di ri-creazione linguistica, focalizzando l’importanza del dialetto e del linguaggio infantile-> in veneto ‘PETEL’: prima forma di linguaggio pregrammaticale, privo di ogni organizzazione gerarchica dei significati TRA IMPEGNO E IRONIA… FRANCO FORTINI -> negli anni ’60-70 escono opere che privilegiano uno stile semplice e l’esempio più noto è quello della poesia di Franco Fortini. UNA VOLTA È PER SEMPRE 1965-> raccolta in cui vengono superate le componenti tardosimboliste e neorealiste grazie all’uso di toni fortemente assertivi e un linguaggio arcaico. 32 Franco Fortini tradusse il tedesco Brecht secondo cui ogni immagine, resa assoluta e autonoma da una stilizzazione classicistica, porta con sé il significato profondo della storia che mira al riscatto degli oppressi. GIOVANNI GIUDICI-> riunì la sua prima produzione nel volume ‘LA VITA IN VERSI’ 1965 contraddistinta da riferimenti autobiografici e da ironia che conferiscono ai testi un ritmo narrativo, arricchito da frequenti rime semplici. La narrativa, il teatro e il cinema LA NARRATIVA Con il 1963, anno di esplosione delle sperimentazioni neoavanguardistiche, la narrativa tradizionale entra in crisi perché l’interesse s’indirizza verso scrittori che propongono testi innovativi, fuori dalla trama lineare. Soprattutto negli anni ’60 la narrativa viene considerata meno adatta a interpretare il presente rispetto alla saggistica o alla poesia popolare. Importante è la scrittura delle donne sul femminismo e sui cambiamenti dei ruoli derivati dalle rivolte del 1968 -> si tratta di casi molto diversi fra di loro ma accomunati dalla volontà di far emergere forme di costrizione, discriminazione e violenza in cui le donne erano oggetto nel periodo del boom economico es. DACIA MARAINI con ‘MEMORIE DI UNA LADRA’ (1972); ORIANA FALLACI con ‘UN UOMO’ (1979) NARRATORI SPERIMENTALI: ALBERTO ARBASINO -> rappresenta la via più interessante del romanzo sperimentale in Italia con il suo ‘FRATELLI D’ITALIA’. si tratta di un racconto incentrato su alcuni giovani artisti che seguono importanti attività culturali in Italia e all’estero, guardando a diverse realtà: dalla piccola borghesia ai migliori salotti mondani. Nella sua prima versione 1963, questo (anti)romanzo non possedeva una trama ben fatta ma brani saggistici e riflessioni sul destino dell’arte dell’epoca di massa. Nelle versioni successive ci sono state modifiche stilistiche, resta però l’impianto del pastiche, della mescolanza di toni, stili, linguaggi, episodi diversi che sono tenuti assieme dall’ironia dell’autore implicito. la trama è semplice e racconta le avventure di giovani artisti in giro per l’Italia e l’Europa in un’estate del 1960. GIORGIO MANGANELLI-> i suoi temi sono legati all’indagine sulla morte e sulla profondità della natura umana -> indagati in modo grottesco e con uno stile raffinato ad esempio in ‘CENTURIA. CENTO PICCOLI ROMANZI FIUME’ 33 LEONARDO SCIASCIA Il siciliano Leonardo Sciascia nei suoi romanzi o racconti rilegge la storia passata e recente con impegno polemico e potenza ironica. IL GIORNO DELLA CIVETTA 1961-> il suo famoso giallo che presenta come protagonista il capitano Bellodi deciso a contrastare la mafia senza esitazioni, nonostante le interferenze politiche che ostacolano i suoi sforzi-> rimane determinato a combattere fino alla fine del romanzo Nelle opere successive allarga il suo sguardo all’intera politica italiana per tentare spiegazioni psicoanalitiche come nel caso di TODO MODO 1974-> un altro giallo dove le morti di uomini di potere si mescolano con la coincidenza di alcuni risultati. PAOLO VOLPONI Uno degli scrittori italiani più abili nell’analisi dettagliata della contemporaneità. Volponi ha lavorato sin dal 1950 all’Olivetti di Ivrea dove ha promosso iniziative culturali importanti e innovative. MEMORIALE 1962-> è il suo primo romanzo che mette a nudo i meccanismi di alienazione nelle fabbriche attraverso la storia di un operaio che da realista diventa assurda e paranoica. l’intento dell’autore è quella di promuovere un tentativo per riformare le distorsioni dei sistemi sociali imposti dal capitalismo. Negli anni successivi Volponi mira all’allegoria e al racconto satirico impiegando anche storie di animali per rappresentare la situazione politica coeva. es. ‘LE MOSCHE DEL CAPITALE’ dove vengono mescolati elementi realistici e allegorici CAPITOLO 6 INTRODUZIONE AL PERIODO DAL 1980 AL PRESENTE Dal 1980 si entra nel periodo denominato POSTMODERNITA’ -> si tratta di un passaggio riscontrabile a livello ECONOMICO con la globalizzazione degli scambi IDEOLOGICO-POLITICO con la fine delle fasi rivoluzionarie e del comunismo sovietico fino agli eventi simbolo come la caduta del muro che divideva in due zone Berlino 1989 e del ritorno della Russia alla libertà politica 1992. Questo periodo, come sostiene il filosofo Lyotard, è caratterizzato dall’eclettismo: accettazione di stimoli provenienti da culture molto lontane. Si è parlato di ‘FINE DELLA STORIA’ non essendo più necessaria una conflittualità per il progresso e per la salvaguardia dei valori del capitalismo occidentale 34 Zygmunt Bauman parla di MODERNITA’ LIQUIDA ** (vedi pag.1) Si sviluppano le scienze cognitive che propongono nuove interpretazioni dei comportamenti a partire dal rapporto mente-cervello Tipico del postmodernismo, nelle varie forme artistiche, è il riuso di modelli e generi tradizionali con un gusto ironico-parodico. Umberto Eco è stato un sostenitore di questa tendenza in Italia con il suo ‘IL NOME DELLA ROSA’ 1980 -> ha presentato un intreccio che richiama i romanzi storici dell’800 arricchito da un giallo raffinato, creando un ambiente medievale convincente per un pubblico ampio. Il successo di questo romanzo ha lanciato la moda del “BESTSELLER DI QUALITA’” e ha segnato l’evoluzione dell’editoria e della narrativa italiana, sempre più attenta agli aspetti commerciali e alla possibilità di catturare un pubblico medio L’accentuata influenza della cultura visiva e della varietà di fiction porta a un mescolamento dei piani narrativi con frequenti incroci tra (pseudo)autobiografia e (pseudo)invenzione. Così, anche le confessioni riguardanti l’esperienza giovanile dello scrittore Vittorio Tondelli vengono ridotte a brevi scandali o a semplici tendenze di moda. Tuttavia, con l’avvento del XXI secolo, sono emersi numerosi esempi di scritture ibride, che combinano diversi generi e si intrecciano spesso con le nuove forme di comunicazione via web. Queste opere mirano a riproporre temi fortemente significativi. il caso più evidente è Gomorra, un testo di denuncia dello scrittore e giornalista napoletano Roberto Saviano, trasposto anche in un film di successo da Matteo Garrone. Saviano scriverà anche ‘ZERO ZERO ZERO’ (2013) sull’uso della cocaina e delle droghe sintetiche LA POESIA -> invece, per quanto riguarda la poesia, si osserva un ritorno a temi e forme canoniche, spesso con un’attitudine manieristica di difesa del dettato lirico dalle espressioni poetiche troppo facili e diffuse. Nonostante i risultati, pare difficile definire un campo specifico per questa nuova elaborazione lirica.In Italia si diffondono alcune tendenze che mirano ad una poesia tendente alla prosa, inoltre si diffondono tentativi di sperimentazione ipertestuale con l’apertura della poesia a inserti visivi o musicali o scenici -> IBRIDAZIONE con NUOVE SFUMATURE: la mescolanza o blending di vari generi artistici con nuovi equilibri Già a partire dagli anni ’80 si registrano tendenze contrastanti-> vengono accantonati alcuni modelli della prima parte del ‘900 da quello alto-tragico del primo Montale ai vari trasgressivi della neoavanguardia. Una prima svolta si ha negli anni ’60 con la raccolta ‘SOMIGLIANZE’ DI Milo de Angelis dove la quotidianità viene colta con azioni e vicende precise. In questa raccolta è il mondo stesso che chiede di essere cercato e questa ricerca diventa filosofica. Il testo è l’espressione diretta della percezione del reale di un io che coglie le leggi mentre vive. 35