Assistenza Nel Cristianesimo - Corso di Scienze Infermieristiche - 2024-2025
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Università degli Studi di Milano
Dott.ssa Cartabia Chiara
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Questo documento presenta un corso di scienze infermieristiche, con particolare attenzione alla storia dell'assistenza infermieristica nel contesto del cristianesimo. L'autore, Dott.ssa Cartabia Chiara, esplora i concetti di assistenza e la loro evoluzione nel cristianesimo.
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CORSO DI SCIENZE INFERMIERISTICHE GENERALI, CLINICHE E PEDIATRICHE Storia dell’assistenza infermieristica Metodologia della disciplina infermieristica A.A. 2024-2025 Dott.ssa Cartabia Chiara IL CRISTIANESIMO IL CRISTI...
CORSO DI SCIENZE INFERMIERISTICHE GENERALI, CLINICHE E PEDIATRICHE Storia dell’assistenza infermieristica Metodologia della disciplina infermieristica A.A. 2024-2025 Dott.ssa Cartabia Chiara IL CRISTIANESIMO IL CRISTIANESIMO Fatto storico → anno 0 Livello sociale → rivoluzionario Valorizza la donna →nelle prime comunità cristiane la donna acquisisce un ruolo sociale, fatto che nel campo dell’assistenza è rilevante. A testimonianza della novità di questa conoscenza del valore della persona umana, ecco l’Imperatore Flavio Claudio Giuliano nell’Apostata (331 – 363), il quale parlando con un sacerdote del culto della Gran Madre afferma “E perché non rivolgiamo gli occhi a quelle cose per cui l’empia religione di Cristo si avvantaggiò, vale a dire la benignità verso i pellegrini e gli infermi, la cura che hanno di seppellire i morti […]” Il CRISTIANESIMO Luoghi di Diaconie e xenodochi assistenza Nella case, nella quotidianità Chi dava Uomini e donne sono chiamati ad assistere il prossimo per la assistenza propria salvezza La donna continua a garantire l’assistenza nel quotidiano Febe, Fabiola, Marcella e Paola Chi Tutti indistintamente: miseri, bisognosi, bambini, riceveva anziani, morenti. assistenza La persona è ad immagine di Gesù IL CRISTIANESIMO Punto di vista storico/sociale → ribaltamento della prospettiva. Nelle prime comunità Cristiane: Prime comunità cristiane fondate sull’aiuto reciproco, solidarietà reciproca e ugualitaria «La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza.. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.» (At.4,32-37) Uguaglianza tra uomo e donna nel dare assistenza IL CRISTIANESIMO Il sofferente/malato/colui che ha bisogno di cure diventa il protagonista per la salvezza dell’uomo Precetto irrinunciabile per il buon cristiano Non sono più possibili deleghe “Dovere morale” prendersi cura dei malati per raggiungere la perfezione e la salvezza dell’anima Gesù si avvicina non solo spiritualmente alle persone ma fisicamente (soprattutto alle persone che non avevano rilevanza a livello sociale in quel tempo) MIRACOLI DI GESU’ Resurrezione: Lazzaro e Giairo «Era allora malato un certo Lazzaro di Betània…… Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra…. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni»….Tolsero dunque la pietra….Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario.» Gv,11 Guarigioni ed esorcismi: la guarigione di un indemoniato nella sinagoga di Cafarnao Guarisce da malattie: cieco e paralitico «Ed ecco, due ciechi che sedevano lungo la strada,…. Gesù, fermatosi, li chiamò … Gesù si commosse, toccò loro gli occhi e subito ricuperarono la vista e lo seguirono.» IL CRISTIANESIMO Gesti di carità che il buon cristiano fa all’afflitto/malato da sollievo al malato (che rappresenta Cristo) e i gesti servono come premio e gratificazione per la vita eterna « Niente può renderti imitatore di Cristo come il prendersi cura del Prossimo. Anche se tu digiunassi e dormissi a terra, ma poi non ti prendi cura del Prossimo, tu non hai fatto niente di grande e resti lontano dal Modello» (San Giovanni Cristosomo IV/V secolo) IL CRISTIANESIMO Principio di salvezza: rimarcato dall’evangelista Marco: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa» (MC 9,41) Livello spirituale affiancato a quello materiale: prime comunità cristiane attenzione agli emarginati, ai poveri, ai malati, ai bisognosi in genere. Coloro che assistono alleviano le sofferenze con azioni di reale sostegno Modello verticale bidirezionale Dio dona la grazia e la cala dall’alto come salvezza dona la grazia attraverso i suoi rappresentanti Il buon cristiano colui che assiste l’Altro e ottiene la salvezza dell’anima mosso da carità procura sollievo alle sofferenze umane che sono idealmente quelle di Cristo I gesti di assistenza ritornano verso l’alto da dove erano discesi in forma di dono divino, vengono riscattati quali premio e gratificazione eterna per l’anima IL CRISTIANESIMO Nei primi anni dell’epoca cristiana «fiorirono» molte organizzazioni assistenziali Alcune volte erano promosse dalla Chiesa come Istituzione Altre volte nascevano spontaneamente dal volere di laici Dal I al V secolo nascono le diaconie e gli xenodochi Xenodochio del VIII secolo che Papa Stefano II fece restaurare Il cristianesimo: le diaconie Le diaconie erano delle vere e proprie istituzioni con mansioni di assistenza pubblica nate nelle prime comunità cristiane (IV d.C.) Febe è la prima diaconessa citata nel nuovo testamento : «Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della chiesa di Cencre, affinché voi la riceviate nel Signore in maniera degna dei Santi, e l’assistiate in tutte le cose in cui avrà bisogno da voi, perché ella pure ha assistito molti ed anche me» (Rm16,1-2) IL CRISTIANESIMO: LE DIACONIE Forme aggregative di persone dedite all’assistenza Il diacono è “servo”. Sono uomini e donne (nubili o vedove) che il compito di aiutare i poveri ed i bisognosi, nonché di evangelizzare la gente Il loro servizio consisteva: assistere i poveri nelle loro case nel fornire beni (alimenti, vesti) nell’eseguire i bagni e le cure igieniche l’esecuzione di medicazioni nell’imboccare e il dar da bere, nel fornire sostegno fisico e spirituale. Il cristianesimo: le matrone romane Matrone romane cristiane: Fabiola: nobile patrizia Sotto influenza di San Girolamo fonda il primo ospizio/ospedale. Va nelle strade alla ricerca dei malati e li porta nel suo ospizio. Paola e Marcella: nobili patrizie Possedevano ingenti ricchezze e una profonda cultura. Esse si prendevano cura degli infermi e poveri «Sacrificando i loro beni» San Girolamo scrive di Fabiola: “Pur essendo lei molto ricca, si recava tra i poveri e gli ammalati, portandone alcuni a casa con sé e non arretrando neanche dinanzi agli aspetti più sgradevoli e ripugnanti della sua opera. Ecco cosa si scrisse del lavoro di Fabiola: ‘Qui ella riuniva tutti gli ammalati raccolti per le strade, occupandosi personalmente degli infelici e delle vittime della fame e della malattia. So che esistono molti uomini che non riescono a superare la loro naturale ripugnanza per simili spettacoli e compiono la loro opera di amore attraverso altri; essi danno denaro anziché adoperarsi di persona. Pur non condannandoli devo dire che – anche se avessi cento lingue – non sarei in grado di contare tutti i pazienti che hanno avuto cura e assistenza da Fabiola. … dopo aver fondato un ospedale, vi raccolse tutte le persone sofferenti, raccolte per le strade, prestando loro le attenzioni di una vera curante … quante volte ha lavato il pus da piaghe che altri non riuscivano nemmeno a guardare! Nutriva i pazienti con le sue stesse mani e, anche quando una persona non era altro che un povero corpo scosso dal respiro, lei ne rinfrescava le labbra con alcune gocce d’acqua’”. K.Haeger, Storia illustrata della chirurgia, Il pensiero scientifico editore, Roma, 1989, p. 56. IL CRISTIANESIMO: I XENODOCHI Assistenza istituzionalizzata: Concilio di Nicea (325 d.C.) prescriveva ad ogni vescovo la costruzione di un luogo di accoglienza per viandanti, malati, bambini… Inizialmente nascono come luoghi di accoglienza per pellegrini Il Canone LXX del Concilio tratta dell'ospedale da istituire in ogni città, e della scelta di un sovrintendente e dei suoi compiti. Lo xenodochio era “finanziato” da donazioni, ma si precisa che “Se i beni della ospedale non sono sufficienti per le spese sostenute, (il sovrintendente) avrebbe dovuto raccogliere da tutti i cristiani disposizione in base alla capacità di ciascuno". L’ASSISTENZA NEL CRISTIANESIMO Numerose epidemie nei vari secoli, nuovi microrganismi rispetto ai quali la popolazione non aveva difese immunitarie Descrizione di Tucidide ad Atene di quali fossero le condizioni sociali ed economiche durante la pandemia di morbillo “Non bastavano a fronteggiala [l’epidemia] neppur i medici i quali, non conoscendo la natura del male, lo trattavano per la prima volta. (…).” Quando si prese coscienza che la malattia si trasmetteva da persona a persona “non volevano recarsi l’uno dall’altro”. Accadeva che “morivano abbandonati, e molte case furono spopolate per mancanza di uno che prestasse le cure necessarie.(…) Morivano l’uno sull’altro, giacevano a terra cadaveri, e si voltolavano nelle strade e attorno a tutte le fontane, mezzo morti, per desiderio di acqua. I luoghi sacri in cui si erano attendati erano pieni di cadaveri, poiché la gente moriva sul posto: gli uomini, infatti, sopraffatti dalla violenza delle disgrazie, ignari di quel che sarebbe stato di loro, cadevano nell’incuria del santo e del divino.” (Tucidide La guerra del Peloponneso. Biblioteca Universale Rizzoli. Milano. 1985. Libro II) Differenza assistenza cristiana e romana In questo contesto il cristianesimo rappresentò una novità rilevante Durante le epidemie il comportamento dei cristiani è differente da quello dei pagani I Cristiani: Pagani: rimangono nel luogo di fuggono dall’epidemia per assistenza salvare se stessi Forniscono assistenza sui Galeno nel 165 d.C. fugge. bisogni primari Comportamento considerato Seppelliscono i morti dalla società non disdicevole Chi era stato guarito dava ma prudente a sua volta assistenza agli altri FONTI Il vescovo Cipriano scriveva “Quanto opportuno, quanto necessario il fatto che codesta epidemia e codesta peste, che sembrano orribili e letali, mettano alla prova il senso di giustizia di ognuno, esaminino i sentimenti del genere umano;(…). Per noi codesti eventi sono esercizi, non lutti: offrono all’animo la corona della fermezza, preparano la vittoria grazie al disprezzo della morte. (…) i nostri fratelli [sono stati] liberati dal mondo grazie alla chiamata del Signore, (…)”