Approccio Maieutico e Riflessività PDF

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Alma Mater Studiorum - Università di Bologna - Polo Scientifico-Didattico di Rimini

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pedagogia istruzione educazione filosofia dell'educazione

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Questo documento presenta una serie di concetti e riflessioni sull'approccio maieutico e sulla riflessività in ambito educativo. Vengono discussi aspetti relativi a come promuovere l'apprendimento e lo sviluppo personale e professionale.

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Approccio maieutico e riflessività Riflessività Tentativo di svincolarsi dai luoghi comuni fondati su rappresentazioni stereotipiche e deformate, regolate da cristallizzazioni e schematismi che provocano immobilità e fissità pregiudiziale è il nodo centrale di tale r...

Approccio maieutico e riflessività Riflessività Tentativo di svincolarsi dai luoghi comuni fondati su rappresentazioni stereotipiche e deformate, regolate da cristallizzazioni e schematismi che provocano immobilità e fissità pregiudiziale è il nodo centrale di tale riflessione. Etica e apprendimento Carattere plurale dell’educazione. Disponibilità e flessibilità personale e professionale Il campo di gioco Continua ridefinizione del campo di gioco e delle regole che ne determinano il modo di giocare. Aprire spazi e tempi per facilitare l’attivazione di flussi comunicativi efficaci e continuativi. Professionista critico-riflessivo Una guida che possiede competenze critiche e riflessive per progettare e gestire un ambiente facilitante lo sviluppo dei valori umani e quindi di etica personale e professionale. Approccio maieutico Condizione mentale personale: il gusto del conoscere, possedere elasticità mentale tendere ad allargare sempre i propri e altrui orizzonti. Il gusto di conoscere, di scoprire è un gusto che nasce dalla curiosità, dalla passione per la ricerca, dal porre e porsi domande. Riflessività e metariflessività Assumere uno o più saperi in un'ottica critica, che ne ridiscuta i presupposti e i confini, facendosi méta- riflessione. Stare nella dimensione del ricercare, valorizzando i dubbi più che le certezze, testando sempre le proprie «verità», vivendo la verità come problema piuttosto che come risultato, sviluppando così un colloquio sempre dialettico con la criticità. Ri-progettazione continua Possibilità, opportunità, significatività, diversità sono categorie proprie del pensare ermeneutico (divergente/creativo) dubbio, incertezza, rischio e capacità di conciliare al più alto livello di compromesso possibile i diversi sistemi (cultura, società, contenuti, pregiudizi, tradizione, abitudini, competenza, ecc.) in gioco in quel momento. esigenza continua di mediazione (teoria-prassi) Teoria e pratica Visione dialettica della relazione fra teoria e pratica: bisogno di modelli teorici (e tecnologici), ma anche di aiuto concreto per produrre soluzioni ad hoc e costruire in modo collaborativo strategie funzionali atte a rispondere alle particolari difficoltà contingenti e non. La centralità dell’"imparare lavorando” esprime nel modo migliore la fluida evoluzione dell'apprendere attraverso la pratica (innovare e progettare). Le comunità di pratiche Confronto serrato tra le diverse componenti della scuola e del territorio su temi e argomenti che forse vengono dati per scontati e compresi (conoscere, imparare, ecc.). Incrementare gli spazi e le occasioni di riflessione collettiva per rompere stereotipi e dimensioni “abitudinarie” nel considerare il rapporto tra gruppi e culture differenti, tra punti di vista convergenti e divergenti. Intervenire sulla motivazione individuale a conoscere, a ricercare codici e significati per riconnettere le persone nell’ambito comunitario e, in ultima analisi, a mettere in crisi i processi d’apprendimento obsoleti per trovarne altri più aderenti alle trasformazioni individuali e sociali dentro e fuori le istituzioni educative. Ridefinire e innovare la rappresentazione del significato di apprendimento e declinare come, dove, cosa, perché, imparare, significa dare impulso a progetti nella scuola e nell’extrascuola che creino contatto e connessioni. Liberare il tempo delle relazioni, dell’immaginazione, dell’espressività, delle emozioni, come ad esempio pensare l’accoglienza come processo individuale e collettivo non definibile a priori, ma come misura di accompagnamento che può durare a seconda delle situazioni, delle risorse, delle resistenze, delle difficoltà. Pensare e stimolare momenti formali (équipe, supervisione) e informali per facilitare l’attivazione di nodi relazionali. (es. peer-helper/aiutanti alla pari: sia tra adulti, sia tra i ragazzi, con l’obiettivo di sviluppare l’aiuto e il sostegno reciproci e contrastare la prevaricazione, l’emarginazione, la frustrazione nella direzione della promozione dell’agio per contrastare e gestire il disagio). Bibliografia Bion W. R., Apprendere dall’esperienza, Armando, Roma, 1972. Blandino G., Granieri B., La disponibilità ad apprendere, Cortina, Milano, 1995. Bruner J., La mente a più dimensioni, Laterza, Roma-Bari 1988. 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