Storia Pedagogia - CAPITOLO 5 PDF

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Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli

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pedagogia fascista istruzione italiana storia dell'educazione

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Il capitolo presenta un'analisi della pedagogia fascista e della pedagogia cattolica italiane, concentrandosi sul concetto di educazione, sui metodi impiegati e sulle istituzioni educative create dal regime fascista. Il testo sottolinea inoltre il ruolo dello stato nelle politiche educative dell'epoca, nonché l'importanza attribuita alla propaganda e al controllo della cultura.

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CAPITOLO 5 Neoidealismo e pedagogia cattolica 1 La pedagogia fascista In contrapposizione alle ideologie libertarie rappresentate dal movimento delle scuole nuove e dall'attivismo, si pone il concetto di educazione elabo delle scuola dal regime fascista e culminato nella Riforma Gentile del 1924...

CAPITOLO 5 Neoidealismo e pedagogia cattolica 1 La pedagogia fascista In contrapposizione alle ideologie libertarie rappresentate dal movimento delle scuole nuove e dall'attivismo, si pone il concetto di educazione elabo delle scuola dal regime fascista e culminato nella Riforma Gentile del 1924 fondamentale La scuola venne concepita dallo Stato fascista come mezzo per la gestione, la creazione e la manipolazione del consenso delle masse popolari Laspetto più tipico, e più rilevante sul piano pedagogico, del regime fu il monopolio dell'informazione e l'importanza riconosciuta alle tecniche della propaganda. La stampa, sottoposta a un controllo crescente, subi un processo di progressiva fascistizzazione. Mussolini aveva il pieno controllo sui comunicati dello Stato nel 1934, l'Ufficio stampa del Presidente del Consiglio venne trasformato in un Sot tosegretariato, sotto la direzione di Galeazzo Ciano, per avere poi nel 1935 la definitiva ridenominazione di Ministero per la propaganda Tuttavia, il controllo della stampa non bastava, poiché in Italia la lettura dei giornali non era ancora diffusa a livello popolare, cosi il regime decise di intervenire anche nella propaganda, nel cinema, nel teatro, nel turismo e nel tempo libero. Nel 1937 venne istituito il Ministero per la cultura popolare (detto Mincul- pop) che aveva il compito di coordinare e organizzare tutte le attività rivolte a suscitare il consenso popolare. Questo obiettivo era alla base di una integrazione totale di tutti i cittadini in un'unica esperienza nazionale cosi da puntare su un sistematico controllo sociale, sia a livello individuale sia a livello di gruppo. Nel 1925 fu costituito l'Istituto Luce, ovvero L'unione cinematografica edu- cativa, i cui cinegiornali venivano proiettati obbligatoriamente in tutte le sale cinematografiche rivelandosi il più efficace mezzo di propaganda del regime nel campo dello spettacolo. Il fascismo considerava fondamentale la missione educativa, dedicando le attenzioni maggiori all'educazione giovanile attraverso istituzioni di carattere assistenziale, risolvendo tutti i problemi attinenti alla scuola, portando avanti un'opera rigorosa nelle istituzioni educative e scolastiche, come la Gioventù Italiana del Littorio Ecco le principali micro-istituzioni definite dalla pedagogia fascista i più piccoli erano chiamati i figli della lupa,CAPITOLO 5 | Neoidealismo e pedagogia cattolica 101 ibalilla erano, invece, i ragazzi compresi tra gli otto e i quattordici anni (il termine venne ripreso dal soprannome dato a Giovanni Battista Perasso, un giovane che nel 1746 diede inizio alla rivolta dei Genovesi contro gli Austriaci); con il termine avanguardisti si indicavano i giovani dai quattordici ai di- ciotto anni Anche le cariche politiche avevano nomi precisi, la parola gerarca, per esempio, che in passato indicava una carica religiosa, il capo delle sacre funzioni, sotto il fascismo designava le massime autorità del Partito, infine il podestà, capo delle amministrazioni comunali, era nominato direttamente dal governo Il regime affido inoltre alla Gioventù Italiana del Littorio la preparazione sportiva e spirituale delle nuove generazioni, in particolare i ragazzi riceve- vano una formazione che li preparava alla vita militare, mentre la gioventù femminile frequentava i corsi di preparazione alla vita domestica. Il regime si occupò anche di problemi legati al controllo della cultura nazio- nale e degli intellettuali: Mussolini stesso decise di fondare l'Istituto nazionale fascista di cultura, sotto la presidenza di Giovani Gentile. L'Ente, basato sulle teone di Gentile e mirante alla formazione di una coscienza nazionale, fu il primo programma sistematico di propaganda di massa avviato dal governo fascista. La teoria pedagogica di Mussolini e degli intellettuali fascisti si basava sulla necessità di «appropriarsi» del cittadino già all'età di sei anni e restituirlo alla famiglia a sedici: cosi lo Stato totalitario, attraverso le associazioni giovanili e la scuola, esercitava un severo controllo e, al tempo stesso, effettuava una colossale opera di inquadramento e di persuasione delle masse. Il controllo dei gruppi giovanili venne affidato a un dirigente del Partito con l'aiuto dell'Opera nazionale balilla, dei gruppi universitari fascisti e dei fasci di combattimento, la cui funzione era esclusivamente di natura morale e spiri- tuale. Una delle azioni più importanti si registrò nel 1925, quando il regime avviò il programma di nazionalizzazione del tempo libero, dal divertimento allo sport, il cui primo passo fu la creazione dell'Opera Nazionale Dopolavoro. L'idea del regime era di allevare dei campioni per accrescere il prestigio dell'Italia, per cui la cultura dello sport fu finalizzata a scopi totalitari e non patriottici Gli sport fondamentali che venivano praticati erano: l'atletica leggera, gli sport invernali; il ciclismo, il nuoto; la boxe; il tiro a segno. In tutta Italia vennero costruiti stadi, piscine e palestre. Lo sport divenne una vera e propria attività educativa, seguendo i valori della «nazione guerriera>>> propagandati dal fascismo. L'attività sportiva stabiliva una nuova gerarchia di valori e divenne espressio- ne di uno stile di vita basato sulla supremazia del più forte. Lo stesso Mussolini fu spesso ritratto in foto come aviatore, schermidore, automobilista: cioè come simbolo di una concezione sia attivistica sia virile dello sport e dello Stato.2 La scuola fascista e la Riforma Gentile La genesi ideologica del processo di «fascistizzazione» della nazione parte di Mussolini si deve in buona parte all'opera di Giovanni Gentile sofo e ministro della pubblica istruzione, al cui nome resta legata una della più importanti e controverse riforme scolastiche dell'intera storia tratta di un ampio progetto di norganizzazione dei contenuti e della struttura scolastica voluto dal regime fascista nel 1922. non appena giunto al potens (Mussolini stesso la defini «la più fascista delle riforme»). italiana Giovanni Gentile, nato a Castelvetrano (Trapani) nel 1875, insegno nelle universiad Palermo, di Pisa e poi a Roma. Nei primi anni del Novecento collaborò con Benedene Palermo, di Piando una battaglia contro il positivismo sulla rivista ela Critica». Il rac porto in seguito si incrinò per divergenze politiche. Con l'avvento del fascismo Gentle porto in seguito si ime, divenne Ministro delle Pubblica Istruzione (1922-24) e avió un Vasto progetto di riforma della scuola. Dopo la caduta del regime aderi alla Repubblica Sociale Italiana e, a causa della sua posizione politica, venne ucciso a Firenze nel 1944 Tra le sue opere: L'atto del pensiero come atto puro (1912), la Teoria generale dello spi rito come atto puro (1916), il Sistema di logica come teoria del conoscere (I vol. 1917, vol. 1923), il Sommario di pedagogia come scienza filosofica (1912), i Fondamenti della filosofia del diritto (1916) e la Filosofia dell'arte (1931). La «nforma» di Gentile era stata preceduta da un disegno di legge del grande intellettuale liberale e antifascista Benedetto Croce (1866-1952) che nel 1920 era diventato ministro della pubblica istruzione del governo Giolitti. Croce che sul piano politico intendeva puntellare l'alleanza tra laici e cattolici per la ripresa del Paese - si propose di inserire l'educazione religiosa nella scuola pubblica Tuttavia la caduta del governo Giolitti, il biennio rosso, la progressiva crisi economica e sociale italiana aprirono drammaticamente la strada all'instau razione del regime fascista e Gentile, considerato in un certo senso il filosofo stesso del regirne, trovo modo di far approvare come legge definitiva le opzioni programmatiche del disegno di legge di Croce. Lo scopo della Riforma era quello di conferire nuovo valore al ruolo del docente e allo studio in genere, assegnando alla scuola pubblica una specifica funzione di controllo su tutto l'insegnamento, con la decisiva funzione di «formare» le generazioni emer- genti Assunse dunque gradualmente consistenza il carattere centralistico, elitario e gerarchizzante dell'organizzazione scolastica In particolare venne limitata la funzione del collegio degli insegnanti, vennero intensificati i poteri dei presidi con lo scopo di vigilare sulla prepa- razione, sulla competenza e sull'affidabilità etica, morale, ideologico-politica, il Consiglio superiore della pubblica istruzione, composto in parte di membri elettivi, venne privato di ogni potere di decisione Sotto il profilo amministrativo e organizzativo la riforma Gentile imponeva l'obbligo scolastico fino al quattordici anniCAPITOLO S Neodesismo e pedagogle cattolica 103 la conseguente riqualificazione del settore medio dell'istruzione; un durissimo esame di Stato, ufficialmente per equiparare le possibilità degli studenti delle scuole statali e quelle degli studenti provenienti dal settore privato, in realtà per selezionare l'élite culturale che avrebbe dovuto costituire la futura classe dirigente del Paese Proprio infatti sul piano della trasmissione del sapere e della strutturazione dei contenuti, la riforma risulta del tutto in linea con la sua ispirazione filosofica ide- alistica e anti-scientifica: vennero contestati in toto sia il concetto stesso di una didattica basata su metodologie attestate scientificamente, sia qualsiasi tipo di im postazione interdisciplinare, cioè proprio i cardini teorici della rivoluzione attivista. La diretta conseguenza fu la subordinazione dell'insieme delle discipline alla filosofia intesa come centro unificante del sapere umano. Ne derivo: una netta svalutazione delle discipline non filosofiche o non umanistiche (lin- gue straniere, materne scientifiche, attività pratico-sportive); l'eliminazione delle aree fisico-matematiche dei vari istituti tecnici, l'abolizione del Liceo moderno, un'istituzione scolastica fondata nei primi del Novecento dal mu- nistro Credaro e apertamente ispirata a principi scientifici e positivisti, la sua sostituzione con il Liceo Scientifico, che, assieme aglı Istituti Tecnici, venne considerato inferiore al Liceo classico: non permetteva, ad esempio, l'accesso a tutte le facoltà universitarie, ma solo a quelle scientifiche Sul piano più squisitamente pedagogico, la riovità più rilevante tu l'inserimento della religione cattolica come «fondamento e coronamento» di tutta l'istruzione elementare, formula che verrà poi estesa, con i Patti Lateranensi del 1929, a tutte le tipologie di scuola. Si tratta in realtà non tanto di una scelta didattica, quanto politico-ideologica generale: era finalizzata alla sempre più netta saldatura tra cultura fascista e tradizione clericale Altra novità di spicco fu l'istituzione dell'Istituto magistrale. Gentile ne stabili il corso di studi a quattro anni (il che, naturalmente, poneva questo tipo di scuola in condizioni di netta inferiorità rispetto a tutte le altre scuole secondarie) ed espurise del tutto le esercitazioni di tirocinio, in base ad una delle sue formulazioni teoriche più note e anti-attiviste: «il metodo è il maestro>>> Impose invece una densa preparazione culturale (nel programma era compreso il latino, la pedagogia e la teoria didattica vennero assorbite dalla filosofia) sul base di un altro assunto profondamente anti-metodologico «chi sa, sa anche insegnare». Una lunga serie di provvedimenti specifici intesero introdurre modifiche strutturali finalizzate all'allineamento ideologico dei docenti al pensiero e alla dittatura del regime Assieme all'idea di scuola d'élite che Gentile aveva prospettato ma non del tutto trasformato in senso fascista, il regime intraprese una serie di attività in senso decisamente autoritario, come l'istituzione nel 1926 dell'Opera Nazionale Balilla (divenuta nel '37 Gioventù Italiana del Littorio), in cui era prevista, per i giovanı appartenenti a tutte le classi sociali, l'iscrizione obbligatoria all'età di sei anni, l'allestimento di tipiche adunate (il «sabato fascista», di cui abbiamo già parlato) volte all'arruolamento, all'addestramento militare e all'indottrinamento politicoL'Opera Nazionale Balilla si fece carico anche di altri aspetti del profilo fo fisica nelle scuole secondarie: strutturazione della dimensione ricreativa mativo nell'epoca fascista formazione gestione e creazione di palestre e laboratori: diffusione di corsi di addestra educazion mento professionale, creazione di patronati scolastici e colonie di vacanza Tutto ciò permise una infiltrazione capillare delle regole, delle pratiche degli stili di vita e del sostrato ideologico del regime in tutti gli strati della degieta, la costruzione di uno Stato integralmente etico e dittatoriale pass società, la costimamente per una progressiva «fascistizzazione della societ aliana nel su0928, venne imposto il giuramento obbligatorio al regime per italiana nel suo complesso. tutti i maestri elementari e nel 1929 fu definito il testo unico di Stato. Nel 1933 a coronamento di questo progetto totalitario, fu imposto anche l'obbligo di iscrizione al partito per tutti gli insegnanti. A questo livello, la riforma Gentile venne percepita come insufficiente, ec. cessivamente letteraria, filosofica, aristocratica, elitaria, apparve totalmente inadeguata rispetto alle nuove necessità del regime. Fu affidato dunque a Giuseppe Bottai (1895-1959) il compito di rivoluzionare l'approccio fascista ai problemi della scuola e della formazione. Questi - che già nel 1927 aveva redatto la «Carta del lavoro, l'importante documento attraverso il quale il fascismo elaboró una propria dottrina economica nota come >> significato ideale in virtù di un vincolo con un'entità creatrice, in una dimensione spirituale e cosmica. L'esistenza di tale vincolo è il punto di partenza di tutte le cose. L'uomo si isente più responsabile verso se s metafisic acquista racchiudendos Stesso verso gli altri quando ha preso coscienza di tale dipendenza metafisica I temi principali affrontati da Stefanini nel suo percorso di del problerna educativo sono: approfondime >> procede infatti a una indiretta, inconsapevole ma sistematica espulsi e dei poveri: il perdurante pregiudizio dei docenti nei confronti dei candida ivatisti, la proposta di programmi sterili, nozionistici e slegati dalla vita rea ostrano chiaramente, secondo Don Milani, l'inadeguatezza strutturale stema formativo italiano. che emerge in modo drammatico nell'atteggiame rinunciatario e talora sprezzante dei docenti, nell'accettazione tacita d visione per status sociale e nell'implicita teoria della selezione scolas me «fatto naturale>> e non come prodotto delle diseguaglianze social uola - scrissero i ragazzi Barbiana è come un ospedale che cura i sa spinge i malati».

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