Psicologia Sociale della Devianza PDF
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Questo documento presenta un'analisi della psicologia sociale della devianza, con focus sulle definizioni di psicologia sociale e sul concetto di aggressività, analizzando diverse teorie, in particolare quelle di Freud, e il modello frustrazione-aggressività. Include domande e risposte e possibili esempi.
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**PSICOLOGIA SOCIALE DELLA DEVIANZA** Domande a risposta multipla (7), meglio risposte saltate piuttosto che errate Due domande a risposta aperta: risposte sintetiche ma coerenti meglio di risposte lunghe che si focalizzano su cose non pertinenti. 16/09/2024 Psicologia sociale → parte della psic...
**PSICOLOGIA SOCIALE DELLA DEVIANZA** Domande a risposta multipla (7), meglio risposte saltate piuttosto che errate Due domande a risposta aperta: risposte sintetiche ma coerenti meglio di risposte lunghe che si focalizzano su cose non pertinenti. 16/09/2024 Psicologia sociale → parte della psicologia, ha una caratteristica particolare: è quella che si avvicina di più alle altre scienze sociali (sociologia, antropologia). Una delle prime definizioni: «il tentativo di comprendere e spiegare come i pensieri, i sentimenti e i comportamenti delle persone siano influenzati dalla presenza, reale, immaginaria, o sottintesa, di altri esseri umani» (Allport, 1954) Studio del rapporto e influenza che le persone hanno sulla base della presenza dell'altre persone. Studio dell'influenza del contesto sociale sulla persona. Diversi comportamenti in base al contesto sociale, ci si adegua o ci si oppone al contesto sociale in cui ci si trova. Esseri umani poco consapevoli dell'influenza che il contesto ha su di noi, anche leggendo molti studiosi ritroviamo questa cosa (convinzioni tipiche del periodo messe su carta, influenzati anche loro dai luoghi comuni come per esempio Freud). Influenza del contesto sociale rimane sempre presente, anche se si è soli. Definizione di Allport criticata, vedeva la psicologia sociale come qualcosa che influenza l'essere umano solo in maniera unidirezionale, non io che vengo influenzato dal contesto ma anche il contrario come è stato poi dimostrato, quindi io influenzo il contesto. Il contesto sociale è qualcosa di costruito da noi esseri umani, non è qualcosa di già presente. L'influenza è bidirezionale. Come noi influenziamo il contesto sociale? Quando facevamo parte di gruppi essi non erano impermeabili, potevano entrare e uscire membri (es. squadra di pallavolo), l'ingresso di un nuovo membro cambia inevitabilmente il gruppo stesso. Psicologia sociale si occupa anche del contesto fisico, studi sulle caratteristiche fisiche del quartiere (strade pulite o sporche) in relazione al senso di insicurezza. (possibile esempio di domanda la definizione di psicologia sociale) Psicologia sociale si distingue dalle altre perché: - Enfasi sulla persona e non sulle società o le culture (come fanno la sociologia e l'antropologia) - Enfasi sui fattori situazionali che influenzano tutti gli esseri umani e non sulle differenze (psicologia degli individui) o disfunzionalità individui (psicologia clinica) Persona nel suo contesto è il focus della psicologia sociale. AGGRESSITIVÀ: I GRANDI APPROCCI TEORICI DELLA PSICOLOGIA Comportamento aggressivo definizione: qualunque forma di comportamento [intenzionale] volta a creare un danno (emotivo o fisico) a un altro essere vivente il quale è motivato a evitare tale trattamento (Baron e Richardson, 1994) Non esiste un comportamento aggressivo che non è intenzionale, presuppone un'indagine sull'intenzione della persona. Guerra tra due gang armate, c'è una sparatoria che dura poco perché le persone scappano, sparati pochi colpi di intimidazione. Nessuno si fa male, è comunque un comportamento aggressivo anche se il danno non c'è stato, c'era però l'intenzione di arrecare un danno. Caratteristiche presenti nel comportamento aggressivo: 1. Intenzione e volontà di arrecare un danno devono esserci, anche se poi il danno non si materializza. 2. Danno sia di tipo fisico o di tipo emotivo 3. La vittima rifiuta di ricevere tale danno, vuole evitare attivamente o passivamente di ricevere tale comportamento. Perché questo criterio della vittima? Ci sono attività che possono comportare lesioni a una persona che però sono ricercate, chi le subisce ha accettato di subire tali lesioni. Esempio: scandalo nel sistema sanitario in Lombardia, era presente un meccanismo a incentivo all'interno di una clinica, tanto più un chirurgo operava tanto più veniva pagato. Esso veniva posto in una situazione di conflitto di interessi, un paziente poteva non necessitare una operazione ma veniva eseguita comunque motivati da incentivi economici. Compiendo un'operazione non necessaria si può rischiare la morte. Processo in cui le vittime sono le persone operate, richiesta loro una testimonianza. I pazienti avevano firmato il consenso ma erano stati tratti in inganno, gli era stata illustrata una situazione che non corrispondeva alla realtà (comportamento aggressivo). Altri pazienti nella testimonianza hanno dichiarato di essersi fidati dei chirurghi e per loro non c'erano problemi. Vittime di inganno possono non riconoscere di essere state ingannate 19/09/2024 Comportamento aggressivo → intenzionalità, danno ed evitamento. GRANDI APPROCCI DELLA PSICOLOGIA ALL'AGGRESSITIVÀ [Perché siamo aggressivi? ] Freud elabora una serie di spiegazioni, propose due spiegazioni. innanzitutto, guardiamo la teoria della personalità secondo Freud, ci sono 3 elementi che compongono la nostra personalità: 1. Es → uno dei primi temi da lui affrontati, fa parte per buona a-parte dell'inconscio ed è caratterizzato da pulsioni che l'organismo prova di origine biologica e psichica rispondendo al principio di piacere (ottenere un soddisfacimento dei nostri bisogni, come alimentazione e sessualità). È la nostra componente più irrazionale, cerca un soddisfacimento a queste pulsioni senza tenere conto delle conseguenze legate a tali pulsioni. L'es non si cura né delle conseguenze né della moralità (mi porta a rubare la mela) 2. Super-io → istanza in parte inconscia, è la parte che contiene tutti i principi morali che sono stati interiorizzati nel corso della crescita. Alla nascita abbiamo l'es che ci porta ad attrarre soddisfacimento dei bisogni, il super-io si forma durante la crescita con l'apprendimento dei principi morali. È quindi la sede della nostra coscienza morale, la parte che ci dice di non compiere x azione poiché ingiusta. L'es e il superi-io sono in costante conflitto (rubare la mela non è giusto) 3. Io → risponde a un principio di realtà, tiene conto delle richieste tenendo conto però delle norme, principi morali e media tra le richieste dell'es e del super-io cercando di connettere le richieste con quelli che sono i vincoli posti dal contesto (se rubi la mela potresti passare dei guai). Secondo la psicanalisi classica l'aggressività può essere vista: come una caratteristica innata o data dal contesto, dipende dalla concettualizzazione che Freud adotta. La prima spiegazione viene elaborata tra fine '800 fino alla Prima guerra mondiale, fa riferimento al principio di piacere. Quando non possiamo trarre una gratificazione e quindi non soddisfare un bisogno perché si frappone una barriera esterna questa crea uno stato di frustrazione che ci induce ad essere aggressivi. La seconda spiegazione viene proposta dopo la Prima guerra mondiale (guerra combattuta con armi letali e feroci in grado di causare la morte di tanti soldati in poco tempo) che dopo i comportamenti aggressivi estremi dei soldati verso soldati che neanche conoscevano, Freud vede quindi che la sua prima interpretazione non era più supportata. Rielabora la sua teoria giungendo a parlare di un conflitto tra istinto di vita e istinto di morte, secondo Freud questo è un conflitto che ci portiamo dietro dalla nascita; il primo ci porta al piacere e il secondo a volere il male. Per risolvere questo conflitto o si rivolge l'istinto di morte al di fuori della persona (verso gli altri), se rivolto vero la persona può portare al suicidio (anche atti autolesionistici). È possibile anche la catarsi attuando comportamenti che richiamano l'aggressività ma che sono socialmente accettati (es: ultras). [Critiche mosse alla teoria freudiana] Su quali basi sono state elaborate queste teorie? Freud vedeva dei pazienti e, sulla base dei loro racconti, raccoglieva del materiale e poi grazie a quello elaborava delle teorie. Attualmente diventa difficile sulla base dei racconti di tot pazienti elaborare una teoria universale su come funziona la mente umana. Un'altra critica mossa a Freud riguarda il tema della misurazione, per sviluppare una teoria è necessario portare delle prove (per misurare l'istinto di morte devo portare prove a supporto di ciò che dice (ma sono concetti non misurabili. Freud ha stimolato numerose teorie e dibattiti tra i vari studiosi riguardo la mente umana e ciò che è fruibile e non dalla nostra coscienza. Modello frustrazione- aggressività (Dollard, Miller et al. 1939) Si rifà al primo modello di Freud Noi siamo aggressivi quando proviamo uno stato di frustrazione dato da una barriera che impedisce il raggiungimento di un obiettivo. Non parliamo più di pulsioni sessuali bensì di obiettivi che ci poniamo. Questa frustrazione deve essere scaricato, l'impulso aggressivo mi porta ad essere aggressivo: - Verso l'entità che si ostacola il raggiungimento del mio obiettivo - Contro altre entità Immagine che contiene testo, schermata, diagramma, linea Descrizione generata automaticamente L'impulso aggressivo può essere scaricato: - Catarsi aggressiva simbolica → comportamento o rituale che simboleggia l'aggressività, è socialmente accettabile ma non riporta danni a nessuno (agitare il pugno post conflitto) - Catarsi aggressiva palese Una volta scaricato si ritorna a un livello di frustrazione pre-aggressività. Quando ho la spinta che mi porta ad agire aggressivamente, non necessariamente viene rivolta verso la causa dell'aggressività, possiamo deviare verso altre entità (litigio capo-impiegato, l'impiegato prova aggressività ma non la rivolge al capo consapevole delle gravi conseguenze che subirebbe, tornato a casa rivolge l'aggressività contro la moglie). L'aggressività viene deviata verso bersagli più raggiungibili o che non portano a gravi ripercussioni come il primo obiettivo. [Critiche teoria frustrazione-aggressività] Pone come teoria principale che alla frustrazione si reagisca sempre con aggressività, non è vero. Alla frustrazione possiamo avere risposte diverse, possiamo piangere, lamentarci, evitare, non necessariamente attaccare aggressivamente. Il rapporto che prima era 1:1 (provo frustrazione allora aggredisco), il rapporto viene trasformato in probabilistico, noi reagiamo alla frustrazione in diversi modi e uno di questi può essere l'aggressività. La maggiore critica riguarda l'ipotesi catartica, non è vero che chi in seguito a uno stato di frustrazione mette in atto un comportamento aggressivo simbolico vedrà la frustrazione e aggressività diminuire. Anzi, chi attua comportamenti aggressivi simbolici sarà più propenso ad attuare ulteriori comportamenti aggressivi. Inoltre, il modello pone a principio di ogni stato di aggressione la frustrazione non considerando che le aggressioni posso presentarsi senza frustrazioni (es: sicario che in cambio di denaro si incarica di uccidere una persona che nemmeno conosce e per la quale non prova frustrazione). Rielaborazione di Berkowitz Lo stato di agressione aumenta la probabilità di agire aggressivamente, ma come sappiamo quali sono le condizioni nelle quali la frustrazioen porta all'aggressività? L'ambiente e il contesto incidono, lo stato di frustrazione porta all'aggressività se nell'ambiente ci sono stimoli che riportano all'aggressività. Lo studio "effetto arma" in cui un soggetto frustrato vede un'arma nell'ambiente in cui si trova, sarò più aggressivo rispetto a persone che non vedono quest'arma? Gruppo sperimentale → Gruppo di controllo → ce ne sono molteplici Coinvolto un gruppo di persone chiedendo loro di svolgere un compito, a questo compito è stato dato un voto (positivo in alcuni casi, molto negativo in altri riportato quasi in termini offensivi). I partecipanti venivano poi portati in una sala che aveva, in base ai gruppi, un fucile da caccia (richiamo aggressività) e una racchetta (stimolo più neutro). Queste condizioni danno luogo a 4 gruppi: 1. Persone frustrate che vedono il fucile 2. Frustrati che vedono la racchetta 3. Non frustrati che vedono il fucile 4. Non frustrati che vedono la racchetta Ai partecipanti viene chiesto di somministrare delle scosse elettriche a una persona che si trova in una sedia elettrica, la richiesta è vaga, dice solo di somministrare un po' di scossa elettrica (libera interpretazione della quantità da somministrare). ![Immagine che contiene testo, schermata, Carattere, numero Descrizione generata automaticamente](media/image2.png) Vengono analizzate il numero di scosse elettriche somministrate. [Risultati ] I partecipanti in una situazione di frustrazione sono stati coloro che hanno dato un numero di scosse maggiore. In assenza di frustrazione non vi era una differenza sostanziale tra chi vedeva un'arma e chi una racchetta. (dire che i partecipanti non frustrati hanno somministrato un n di scosse simili. Diverso invece per i partecipanti frustrati, coloro che hanno visto un'arma \> scosse). Effetto arma svolto con gli operatori di polizia per vedere se l'effetto arma potesse spiegare l'aggressività dei cittadini nei confronti delle forze dell'ordine. I partecipanti hanno fatto un accordo con i poliziotti che ricevevano delle comunicazioni dai ricercatori. Poliziotti che svolgono controlli, se veniva fermato un conducente che aveva commesso un'effrazione il poliziotto poteva decidere se effettuare una sanzione o una ramanzina. Chi decideva se ricorrere alla multa o predica? I ricercatori appostati a distanza per lasciare che fosse il caso a decidere l'una e l'altra opzione (lancio monetina per decidere). La nuova variabile prevede la visibilità dell'arma in alcuni casi e l'invisibilità dell'arma in altri. Sono quindi divisi in quattro gruppi: 1. Sono sanzionati e vedono la pistola 2. Sono sanzionati e non vedono la pistola 3. Non vengono sanzionati e vedono la pistola 4. Non vengono sanzionati e non vedono la pistola ![Immagine che contiene testo, Carattere, schermata Descrizione generata automaticamente](media/image4.png) [Risultati ] A livello probabilistico che si trova nella situazione di sanzione ha maggiore probabilità di agire aggressivamente, chi vede l'arma tende ad essere maggiormente aggressivo rispetto a chi, sempre nella situazione di sanzione, non vede l'arma. Gli stimoli che richiamano l'aggressività possono portarci ad essere aggressivi anche quando questi stimoli appartengono al nostro interlocutore. Modo di atteggiarsi e di vestirsi degli operatori → può aumentare l'aggressività. High profile policing → tenuta anti sommossa, armi visibili Low profile policing → no armi visibili, si mostrano più vicini alla folla. È ciò che si predilige oggi, idea di mostrarsi evitando stimoli che richiamano l'aggressività Meta-analisi di 57 sudi di Carlson et al. (1990) Meta-analisi → presi tutti gli studi pubblicati e non su un determinato argomento e li mettiamo assieme analizzandoli tutti. Solidità maggiore poiché i risultati sono tratti da molti studi. Ha mostrato che gli stimoli legati all'aggressività aumentavano soprattutto nelle persone che provavano uno stato di frustrazione, gli stimoli legati all'aggressività potevano indurre comportamenti aggressivi anche in chi non si trovava in uno stato di frustrazione. Una parte delle cause della nostra aggressività risiede nel nostro contesto ed è al di fuori del nostro controllo. Il modello cognitivo - neoassociazionista di Berkowitz Immagine che contiene testo, schermata, linea, Carattere Descrizione generata automaticamente La sensazione di paura compete con quella di rabbia per determinare la risposta finale che può essere quella aggressiva o quella di fuga. Quale dei due diventa dominante dipende anche dagli stimoli ambientali in cui si trova una persona. 23/09/2024 Punto di partenza non l'aggressività in sé ma altro, un'emozione negativa. L'aggressività deve avere per forza una causa? Si parla di diverse forme di aggressività: 1. Emotiva, il comportamento origina da emozioni negative (Modello frustrazione- aggressività (Dollard, Miller et al. 1939). 2. Strumentale, arreco un danno a una persona senza che ci sia un'emozione negativa alla base, in modo puramente strumentale (in funzione del raggiungimento di un obiettivo). \[es: sicario che dietro compenso uccide una persona senza conoscerla non prova infatti emozioni verso quest'ultima\]. ![Immagine che contiene testo, schermata, Carattere, algebra Descrizione generata automaticamente](media/image6.png) La pericolosità cambia? L'aggressività di tipo emotivo può portare a sviluppare pensieri che giustificano l'aggressione in determinati casi. L'aggressivo strumentale giustifica la sua aggressività per soldi, magari per mantenere un determinato stile di vita. [Teorie che possono spiegare il comportamento aggressivo di tipo strumentale] Teoria comportamentista → Noi mettiamo in atto i comportamenti che vengono premiati (es: famiglia criminale, premia comportamenti dei figli che sono in linea, quindi comportamenti criminali). Limitata ai comportamenti che mettiamo in atto, se non li mettiamo in atto non veniamo premiati. Teoria dell'apprendimento sociale → sempre riferimento all'apprendimento ma che avviene osservando figure che per noi hanno un ruolo di guida. Pensando ai bambini facciamo riferimento ai genitori, la famiglia; crescendo ai pari; successivamente a figure di spicco in diversi ambienti legati agli interessi (musica, cinema). Tanto più un modello riceve premi e rinforzi per quel comportamento tanto più quel comportamento verrà premiato, anche se non vengo premiato io ma il modello. Osservo ciò che accade e ciò che fa il modello, se il modello attua comportamenti aggressivi io imparerò a mettere in atto comportamenti aggressivi. Condizionamento operante → cosa mi succede dopo aver messo in atto il nuovo comportamento. Modeling → osservare un modello influente che si comporta aggressivamente può portare all'imitazione Imparare come fare una ricetta e come uccidere una persona non sono molto diverse, imparare guardando i modelli. I modelli di riferimento possono essere: - Familiari - Amici - Persone che ci stanno intorno - Persone presenti nella dimensione pubblica (es., personaggi celebri) (possibile domanda all'esame) Questa teoria ha dimostrato empiricamente come tramite questi meccanismi le persone possano apprendere i più svariati comportamenti, compresi quelli aggressivi. Persona passiva come bersaglio di messaggi e informazioni, in realtà noi siamo attivi. Questo era un limite della teoria. Esperimento della bubu doll → bambino o bambina osservava una figura adulta giocare con una bambola. In un caso giocava delicatamente, nell'altro aggressivamente. I bambini poi giocavano loro stessi con la bambola. Chi aveva visto l'adulto aggredire la bambola la aggrediva a sua volta. Ascolto intercettazione ambientale di una famiglia parte della criminalità. Due modelli contrastanti: a scuola ha sentito parlare di mafia come organizzazione che fa del male e i carabinieri difendono i più fragili; e lo zio, esponente di mafia, che non vuole che il nipote apprenda queste cose poiché dovrà essere un uomo d'onore, mette in atto strategie di apprendimento diverse per cambiare ciò che era stato appreso nell'ambiente scolastico. Punti essenziali di questa teoria: - Comportamento è il risultato dell'acquisizione di informazioni provenienti dal mondo sociale che comporta un processo di apprendimento - Si discosta dalla concezione comportamentista di apprendimento, in cui si associava l'apprendimento all'esperienza diretta (teoria comportamentista) - - Questo apprendimento: - può derivare dall'imitazione (seguo passo passo ciò che ho osservato e lo replico) - interiorizzazione delle norme e questa interiorizzazione viene rielaborata personalmente dalla persona e l'apprendimento raramente imita ciò che è stato osservato, la persona rielabora personalmente ciò che ha visto. C'è un'evoluzione, per esempio all'interno delle mafie, apprendono e poi interpretano a loro modo come portare avanti una determinata organizzazione criminale. La Teoria Socio-cognitiva dell'Azione Morale Bandura (1986, 1991, 1997, 1999) Il comportamento aggressivo non è solo: - il frutto di pulsioni, neppure - il frutto di una influenza ambientale - il frutto di una condotta appresa Secondo questa teoria noi decidiamo volta per volta se mettere in atto questi comportamenti a Meccanismi di disimpegno morale → uccidere perché disattiviamo selettivamente o temporaneamente alcuni aspetti dei nostri principi morali in funzione di determinati obiettivi o caratteristiche del contesto (es: non va bene uccidere qualcuno, ma allo stadio va bene insultare le persone). Qualcosa che di norma non è lecito ma in un determinato ambiente lo diventa. Giustificazione di fronte alla nostra coscienza. Otto tipi di DM attraverso i quali sarebbe possibile diminuire il controllo interno: - la giustificazione morale → autorizzata e legittimata a mettere in atto comportamenti aggressivi in funzione di principi superiori (es: complimento alla mia ragazza, ho l'autorizzazione di aggredirlo). Se la persona ritiene giusto uccidere secondo questi principi e li riscontri nella sua vita si sentirà legittimata ad uccidere - l'etichettamento eufemistico → riconosce di aver messo in atto un comportamento aggressivo ma viene etichettato diversamente (es: killer di prostitute si giustifica dicendo che aveva solo ripulito la società di soggetti che la sporcavano, Hitler contro gli ebrei giustifica con il benessere che le sue azioni arrecano alla società) - il confronto vantaggioso → la persona riconosce di aver fatto del male a qualcuno ma confronta il proprio comportamento con quello di altri (es rissa, riconosce di aver partecipato ma si è fermata e sono gli altri che hanno ucciso la persona, fare apparire il comportamento meno grave) - il dislocamento della responsabilità → delega la responsabilità delle proprie azioni a qualcun/qualcos'altro (es: criminale che giustifica le sue azioni a cause ambientali, è così perché nato nel quartiere X, o ha solo eseguito degli ordini) - la diffusione della responsabilità → riconosce di aver messo in atto il comportamento ma dice che è stata fatta da chiunque nella sua situazione, "siamo tutti colpevoli quindi nessuno è colpevole", diluire la propria responsabilità ad altre persone (es: tangentopoli, uno degli accusati dice che sono tutti responsabili e che hanno rubato tutti) - la distorsione delle conseguenze → le conseguenze vengono minimizzate o ignorate, ho messo in atto un comportamento aggressivo ma la vittima se l'è cavata con poco, non aggressione così grave (es: prendere le bustarelle non a male) - attribuzione di colpa → si va a stabilire che la vittima sia andata a cercare l'offesa ed essa sia giustificata dal comportamento della vittima (es: violenza sessuale in cui la donna viene incolpata dell'atto, molte vittime non denunciano l'aggressione per paura di essere incolpate). - la deumanizzazione della vittima → un gruppo di persone vengono degradate da esseri umani ad altro, non più una persona ma altro (es: sicario che non uccide delle persone, le definisce carogne, quindi non sta uccidendo delle persone). Consente di mantenere il codice morale secondo il quale uccidere è sbagliato ma lo si fa comunque (perché non uccidi un essere umano ma altro). DEVIANZA E AGGRESSIVITÀ Sono la stessa cosa? Devianza → Violazione delle norme codificate (es. codice penale) che stabiliscono quali comportamenti debbano essere considerati delinquenziali o criminali IN UNA DATA CULTURA IN UN DETERMINATO PERIODO STORICO. Rapporto sessuale deviante → una qualsiasi forma di rapporto sessuale penetrativo o cunnilingus tra persone non legalmente sposate. Fino ai primi anni del 2000 negli Stati Uniti (alcuni Stati, non tutti): leggi che proibivano coito anale con la reclusione da 1 a 15 anni Caso dell'adulterio nel diritto italiano L\'art. 559 del Codice Penale del 1930 stabiliva che: «La moglie adultera è punita con la reclusione fino a un anno. Con la stessa pena è punito il correo dell\'adultera. La pena è della reclusione fino a due anni nel caso di relazione adulterina. Il delitto è punibile a querela del marito.» Art. 560 Concubinato: Il marito che tiene una concubina nella casa coniugale, o notoriamente altrove, è punito con la reclusione fino a due anni ▪ due sentenze della Corte Costituzionale (n.126/1968 e n.147/1969) hanno dichiarato illegittimi gli articoli 559 e 560 del Codice Penale Immagine che contiene testo, schermata, mappa Descrizione generata automaticamente 26/09/2024 DEVIANZA E AGGRESSIVITÀ Limiti nello studio delle origini della devianza. Che fattori portano una persona ad essere deviante? Outcome in molti casi → condanna penale, vedere se chi apparteneva a una famiglia violenta aveva più possibilità di subire una condanna. In molti casi essere devianti è stato definito in caso di condanna penale. Affidarsi a dati come quelli di aver subito una condanna comporta vari problemi, questo tanto è più vero tanto più il paese ha problemi di giustizia. Le possibilità di subire e scontare una condanna non sono uguali per tutti i cittadini, alcuni cittadini hanno una possibilità maggiore di subirla e scontarla. Le condizioni socioeconomiche e vivere in un contesto emarginato influiscono su queste probabilità. Vedere chi ha subito una condanna o una denuncia rischia di far vedere le caratteristiche che portano una persona a ricevere maggiore attenzione da parte della giustizia (colletti bianchi vs persone marginalizzate). Variabile l'aver subito una condanna → interrogativi, il sistema di giustizia non è neutro e può subire numerose distorsioni. Il crimine noto rappresenta solo una piccola parte del fenomeno (forse 10%). Le caratteristiche dei criminali conosciuti mostrano le condizioni che rendono probabile l'arresto e la detenzione/condanna, ma non spiegano le origini della devianza. Il potere delle etichette, degli stereotipi/pregiudizi e delle giustificazioni: il ladro ricco è un cleptomane, il ladro povero è un delinquente. (possibile domanda sui limiti legati allo studio della devianza e sui fattori che portano le persone ad essere devianti). TEORIE PSICOSOCIALI SULLA DEVIANZA Teorie biologiche Origine della devianza che fanno riferimento al patrimonio genetico e fattori biologici frutto di trasformazioni date dalla crescita del nostro organismo. Cesare Lombroso Studi di fine '800 → razze umane, diverse l'una dall'altra in termini di criminalità e devianza. Tutti gli studi genetici che hanno provato a distinguere diverse razze umane hanno fallito, non ci sono distinzioni in razze nell'homo sapiens. Studi sulle variazioni genetiche → non cambiamenti tali da parlare di razze diverse, le variazioni genetiche mostrano quanto le diverse popolazioni sono state in comunicazione o separate le une dalle altre. Queste variazioni non rifletto la suddivisione in paesi e continenti ma il contatto e lo scambio in passato tra diverse popolazioni. Oggi ci si focalizza su studi che evidenziano le differenze nel DNA per vedere se portano a una \> o \< probabilità di deviare. Modi per vedere se le differenze a livello genetico possono influire → metodo più famoso quello del confronto fra gemelli omozigoti e gemelli dizigoti (studio di Lange). Perché focalizzarsi su questi tipi di gemelli? Se i fattori genetici vanno a influire sul comportamento tra gemelli omozigoti (100%stesso patrimonio genetico) si dovrebbe trovare una maggiore concordanza sul comportamento rispetto ai gemelli dizigoti (che condividono solo il 50% del patrimonio genetico). Si fa riferimento al concetto di concordanza genetica. Se la teoria risulta versa dobbiamo trovare maggiore concordanza tra i gemelli monozigoti rispetto a quelli dizigoti. C'è effettivamente una concordanza maggiore tra monozigoti? Dallo studio di Lange emerge questo, 77% di concordanza con i gemelli monozigoti e 12% sui gemelli dizigoti. Limiti: campione esiguo. Studio Christiansen con un campione maggiore, troviamo livelli di concordanza maggiore tra i monozigoti rispetto ai dizigoti (per quanto riguarda i precedenti criminali). Il punto è che le differenze non sono molto alte, c'è anche una differenza a livello di genere, la concordanza è maggiore negli uomini rispetto che nelle donne. Meta analisi anni '90 Se consideriamo la delinquenza in età adolescenziale → concordanza maggiore nei monozigoti (87% vs 72%). In età adulta → gemelli monozigoti 51% e gemelli dizigoti 22%. Questo studio evidenzia il ruolo giocato dal nostro DNA. Questi dati sembrano inizialmente fornire prove schiacciati, se analizzati in maniera più attenta troviamo altri spunti: - nel momento in cui aumenta del 50% la condivisione del patrimonio genetico noi abbiamo un aumento nella concordanza ne comportamento criminale ma che rimane comunque limitato (dal 72% al 51%) - i fattori genetici sembrano avere un peso maggiore durante l'adolescenza e un peso drammaticamente minore man mano che la persona cresce arriva nell'età adulta. Il peso dei fattori genetici tende quindi a decrescere quando la persona cresce, acquistano maggiore peso i fenomeni ambientali. [Limiti ] Modesta concordanza tra MZ rispetto a DZ. Il peso di questi fattori ha dei limiti, può spiegare una parte ma si ferma lì. (no risposta che nega il peso ne che dica che il destino è scritto nel DNA) Teorie sulla personalità Fattori di personalità incidono sul compiere atti criminali, numerosi studi Idea molto antica e sostenuta da un determinato modo di pensare seguendo luoghi comuni. Quali sono le teorie più diffuse e studiate? Teoria di Eysenck Le persone si suddividono in 3 grandi categorie: 1. neuroticismo → instabilità emotiva 2. estroversione → quanto la persona è vivace e socievole 3. psicoticismo → denota la presenza di problemi nella condotta comportamentale e la predisposizione a sviluppare problemi (bassa empatia) Sensation Seeking Scale di Zuckerman Ci sono 4 categorie: 1. Disinibizione (comportamento disinibito), 2. Ricerca di situazioni da brivido e avventurose, 3. Ricerca di nuove esperienze soggettive e preferenza per uno stile di vita anticonformista, 4. Avversione per la monotonia e preferenza per il cambiamento Una o più di queste caratteristiche può essere associata al comportamento criminale e deviante? Hanno provato a farlo con il seguente studio: Studio su personalità di detenuti di Knust e Stewart (2002) Vedere la personalità dei carcerati (79 e solo di sesso maschile) per vedere se avevano punteggi più elevati rispetto alla popolazione generale (usando le teorie di Zuckerman e Eysenck). È emerso che i detenuti hanno alti livelli di: - Estroversione - Psicoticismo - Avversione per la monotonia e preferenza per il cambiamento Non possono essere posti come spiegazione al comportamento criminale. [Limiti] - Considerare più gli uomini rispetto alle donne - Basso numero di partecipanti - Interpretare cosa viene prima e cosa dopo, sicuri che la personalità sia la causa della devianza? Non potrebbero essere la conseguenza della devianza? Non considerata l'esperienza di passare mesi/anni in carcere, influenza sulla personalità Teoria dei big five Convergenza di risultati di vari autori che hanno ipotizzato 5 fattori di personalità, sono stati ipotizzati partendo anche da teorie del passato. 1. Estroversione: emozionalità positiva e dalla socialità vs. introversione, ossia dalla tendenza a «esser presi» più dal proprio mondo interno che da quello esterno, più inclini alla riflessione e all'autoanalisi. 2. Amicalità: gentilezza, simpatia, collaborazione, altruismo, affetto e premurosità vs. ostilità, insensibilità, indifferenza, chiusura su sé stessi, diffidenza e individualismo; 3. Coscienziosità. scrupolosità, perseveranza, affidabilità, perfezionismo e autodisciplina vs rilassate, meno orientate agli obiettivi, accomodanti e disordinate; 4. Nevroticismo: inclini a instabilità emotiva, impulsività, abbattimento, ansia e altre emozioni negative vs. stabilità emotiva, dominanza e sicurezza. 5. Apertura all'Esperienza: essere curiosi e aperti al nuovo, originali, creativi, anticonformisti, nonché capaci di proporre nuove idee vs. atteggiamento di chiusura all'esperienza, che rifugge la novità e tende ad ancorarsi alle vecchie sicurezze Quali di queste possono essere ricondotte a comportamenti devianti? Una metanalisi ha ricercato la correlazione tra questi 5 tipi di personalità e il comportamento antisociale e violento, da questa analisi ![Immagine che contiene testo, linea, diagramma, Carattere Descrizione generata automaticamente](media/image11.png) \[Concetto di correlazione → una relazione che esiste tra due variabili (es: aumenta l'altezza e aumenta il peso, questa è una correlazione positiva)\] Tanto più tende verso 1 e -1 sarà più forte. Più tende a 0 meno saranno correlate. Immagine che contiene testo, ricevuta, schermata, Carattere Descrizione generata automaticamente [Risultati ] I risultati sono che il nevroticismo è legato positivamente al comportamento antisociale e a quello aggressivo ma la forza di associazione è debole. L'estroversione e l'apertura all'esperienza non sono associate al comportamento antisociale e c'è una debole associazione con il comportamento aggressivo. L'amicalità ha una correlazione al comportamento antisociale e con il comportamento aggressivo. La coscienziosità /ha una relazione moderata e negativa con i due comportamenti. \[c'è una correlazione moderata\] 30/09/2024 Correlazione tra alcuni, ma non tutti, i 5 fattori di personalità e il comportamento antisociale. Altro p.to importante → si parla di una correlazione, chi mette in atto comportamenti antisociali tende nel tempo a sviluppare un comportamento caratterizzato da una minore amicalità. Questi 5 fattori sono generali, al loro interno esistono delle sottodimensioni. Ogni sottodimensione è legata in modo diverso a comportamenti antisociali ed aggressivi. ![](media/image13.png) Es: sottodimensioni del nevroticismo maggiormente correlate all'antisocialità, altre sottodimensioni del nevroticismo poco correlate. Filone di ricerca che si occupa di indagare la relazione tra comportamenti devianti e antisociali e specifici tipi di personalità che riguardano una bassa percentuale della popolazione. Facciamo riferimento alla triade oscura della personalità: 1. Machiavellismo → idea di raggiungere obiettivi in modo spregiudicato senza tenere conto dei principi morali ed etici, ricorrendo a una serie di comportamenti condannabili e criticabili per raggiungere i propri obiettivi (dettati da un mero interesse personale) es: brama di potere e volerlo raggiungere ma non perché ha un'idea di sé grandiosa, ma può avere come obiettivo una situazione in cui ha tantissimo potere. questa personalità la vediamo nel modo di ragionare perché credono che chiunque nella loro situazione farebbe la stessa cosa. È caratterizzato da 3 dimensioni: - - - 2. Narcisismo → dato da una costellazione di caratteristiche: - - - - - - - 3. Psicopatia → I livelli nella popolazione generale sono bassi, alti invece in una bassa % della popolazione. Questa triade oscura della personalità (machiavellismo, narcisismo e psicopatia) sono 3 aspetti di personalità che in modo indipendente vanno a determinare i comportamenti antisociale e aggressivi. L'idea che questi 3 costrutti di personalità siano relativamente indipendenti è stata messa in discussione, è sorto quindi anche un dubbio sull'esistenza della triade della personalità. Una meta-analisi ha mostrato che la psicopatia e il machiavellismo hanno una forte sovrapposizione, il narcisismo ha una relazione più contenuta sia con psicopatia che con machiavellismo. Cosa vuol dire? L'dea di 3 costrutti di personalità indipendenti viene messa in discussione, c'è anche chi dice che il machiavellismo sia una sottodimensione della psicopatia. Meta-analisi di Muris et al. (2017) di 102 studi Messi in relazione i 3 costrutti di personalità (machiavellismo, narcisismo e psicopatia) per vedere quale costrutto andava a predire comportamenti aggressivi o antisociali. \[Machiavellismo non una dimensione distinta dalla psicopatia, è probabile che sia una sottodimensione della psicopatia\] Quando consideriamo questi 3 tratti assieme l'unico in grado di predire un comportamento criminale è la psicopatia, ha un maggiore potere predittivo rispetto agli altri due. Machiavellismo e narcisismo prevedono comportamenti antisociali e devianti ma quando entra in gioco la psicopatia essa ha un maggiore potere predittivo. [È possibile che l'unico fattore di personalità che predice comportamenti devianti o criminali sia il costrutto di psicopatia]. Fattori familiari Criminalità come un fattore che deriva dalla famiglia come idea antica, sottoposto a teorie empiriche dagli anni'70. I primi studi si sono focalizzati su un aspetto particolare: l'assenza del padre dal nucleo familiare, era visto come un fattore che poteva scatenare comportamenti criminali. Cosa si è visto? I primi studi hanno evidenziato una relazione tra assenza del padre e comportamenti criminali dei figli. Erano però risultati problematici e non confermati quando si è cercata la falsificazione. Se è vero che l'assenza del padre è in grado di portare a comportamenti criminali e antisociali, ci dobbiamo aspettare che nelle famiglie nelle quali il padre è assente (es: deceduto) i figli cresciuti senza padre dovrebbero avere la stessa propensione a delinquere, ciò non è vero. La mera assenza del padre non è un fattore che può portare i figli ad essere maggiormente inclini al comportamento criminale. Assunti che nascono dalla morale e non da ipotesi basati su teorie, idea che non ci dovesse essere il divorzio che avrebbe comportato cose negative per i figli. È vero che nelle famiglie in cui era assente il padre, per rottura della relazione o perché era scappato, c'è una relazione con il comportamento deviante o criminale, ma questa relazione non è diversa se si va a considerare le famiglie dove c'è un'altra conflittualità: padre e madre stanno assieme ma c'è un clima caratterizzato da abusi. Non è tanto la struttura familiare a portare i figli a compiere atti criminali, bensì è l'assenza dell'armonia familiare. C'è poi un altro elemento da considerare, es: la madre è single, il padre non fa parte del nucleo familiare da quando i bambini sono così piccoli da non ricordarlo, anche loro hanno una maggiore possibilità di mettere in atto comportamenti devianti e criminali. Perché? La madre deve lavorare e allo stesso tempo accudire i figli, difficile accudirli durante le faccende. Figli di nn → modo in cui i figli nascono non sono tutti uguali, ci sono dei modi in cui i figli possono subire stigma sulla base di come sono nati. Nascere in un contesto familiare con una madre single porta a uno doppio stigma: per la madre e per i figli. È facile che si attivi un meccanismo per il quale ci si aspetta che i figli siano dei poco di buono e questo poi si avvera (studio uk anni '50). Idea che la struttura familiare all'origine del comportamento criminale → idea messa in discussione, è un effetto legato allo stigma, condizione economiche, impossibilità di avere una buona supervisione dei figli. L'effetto della madre single tende a scomparire in situazioni in cui sono presenti i nonni, l'idea stessa della struttura familiare come all'origine di devianza e criminalità è un'idea debole. Ciò che risulta essere importante sono: fattori economici, fattori legati alla supervisione e fattori legati all'armonia familiare (qualità delle relazioni) Relazione tra genitori devianti e l'influenza sui figli Emerge una relazione statisticamente significativa, si è visto che i figli nati da genitori che avevano messo in atto comportamenti delinquenziali avevano maggiore possibilità di metterli in atto anche loro (Cambridge Study). Quali possono essere le spiegazioni? - Teorie biologiche - Teoria dell'apprendimento sociale - Fattori economici - Uso di sostanze - Stili genitoriali - Fattori sociali → condivisione di un contesto degradato che fa sì che la persona sia maggiormente incline a commettere atti criminali (es: quartiere degradato in cui è facile trovare pari devianti) Stili genitoriali maggiormente associati alla delinquenza Meta-analisi di 161 studi di Hoeve et al. (2009) I ricercatori hanno suddiviso il supporto che i genitori possono offrire ai figli in due modi: supporto positivo e supporto negativo. Ci sono quindi forme di supporto negativo (es: comportamento negligente nei confronti dei figli). 1. Supporto positivo → accettamento incondizionato dei figli, sostegno nelle sfide che incontrano nella vita quotidiana. Affetto, comprensione e vicinanza. Questo stile genitoriale è associato a un minore tasso di criminalità e devianza da parte dei figli 2. Supporto negativo → associato a un comportamento antisociali e delinquenziali. Negligenza, trascuratezza, rifiuto 3. Stile autorevole → il genitore pone delle condizioni, fa delle richieste ma le fa dando un esempio, le pone discutendone con il figlio, spiegando il perché. Atteggiamento di fermezza da una parte, dall'altra però si motiva e si discute. Ci si aspetta dal figlio un atteggiamento responsabile. È debolmente correlato a comportamento antisociale e deviante 4. Stile autoritario → è associato positivamente, anche se debolmente, al comportamento antisociale e deviante. Caratterizzato da atteggiamenti duri, comportamenti violenti nei confronti dei figli se disobbediscono. 5. Controllo psicologico → ricatti psicologici, stato di dipendenza e ipercontrollo nei confronti dei figli e del loro comportamento esercitando sensi di colpa se non seguono le indicazioni. Avere il controllo dei figli mettendo in atto una serie di strategie 6. Controllo comportamentale → ci sono delle richieste però sono motivate e non esercitate ricorrendo a ricatti emotivi. Dose di tolleranza rispetto all'obbedienza. 7. Monitoraggio → Quanto i genitori svolgono questo ruolo di monitoraggio nei confronti dei figli. Due aspetti: quanto i genitori sono a conoscenza (knowledge) quanto i figli riferiscono ai genitori (child disclosure). Facciamo riferimento a figli pre/adolescenti. [Risultati] Quello che emerge è che a incidere ancora di più negli stili genitoriali è il rapporto padre-figlio e madre-figlia. Se la madre esercita un determinato stile genitoriale esso ha un maggiore influenza sulla figlia, la stessa cosa con il padre (avrà quindi maggiore influenza sul figlio). Questo è dato da una maggiore identificazione in un genitore dello stesso sesso. Lo stile genitoriale del padre è un po' più importante dello stile genitoriale del padre, va a influenzare un po' di più il comportamento antisociale deviante. \[Si può ipotizzare il fatto che il padre nella nostra cultura è colui che si occupa maggiormente di situazioni all'esterno della famiglia, avrà quindi maggiore peso\]. [Carriera deviante e recidiva] Quasi tutti noi abbiamo messo in atto comportamenti devianti, bisogna vedere chi ha una certa ricorrenza nel mettere in atto comportamenti criminali. Parliamo di carriera deviante e recidiva. Vedere le caratteristiche di chi aveva una recidiva o intraprendeva una vera e propria carriera criminale. I ricercatori hanno cercato i fattori predittori della recidiva nei giovani: - Età alla prima condanna - Problemi familiari - Problemi di condotta - Pari devianti - Durata della prima incarcerazione - Abuso di sostanze - Quoziente intellettivo - Storia di abusi - Genere maschile - Genitore single - Appartenenza a minoranza - Status socio-demografico - Successo scolastico Immagine che contiene testo, schermata, Carattere, numero Descrizione generata automaticamente 03/10/2024 Precocità → tanto è più giovane quando entra in contatto con la giustizia, maggiore è la possibilità che intraprenda una carriera deviante (sopra riportati indici di correlazione). Ci sono aspetti che portano a mettere in atto azioni devianti e criminali già in tenera età, il primo contatto con la giustizia non previene la carriera deviante. In secondo ordine di importanza abbiamo: - problemi familiari → mancanza di armonia all'interno della famiglia, assenza di figure che si prendano in carico il bambino - problemi di condotta → registrati già in tenera età e soprattutto nel mondo della scuola - presenza di pari devianti → influenza del contesto che va preso in modo relativo, il fatto di frequentare pari devianti non è solo un destino scritto, il soggetto decide di selezionare pari devianti (decide in modo proattivo, non solo vittima di un contesto sfavorevole). Es: contesti meno sfortunati, non tutti i pari sono devianti, c'è una volontà nel frequentare determinati soggetti piuttosto che altri - abuso di sostanze → incide fino a un certo punto, può innescare un percorso di carriera deviante che però è funzionale all'uso di sostanze, se si risolve il problema dell'abuso di sostanze a quel punto la carriera deviante può cessare - resto dei fattori → importanza molto relativa rispetto agli altri fattori che risultano essere molto più importanti. Predittori del comportamento criminale (Andrews e Bonta, 2010) Big 4 → vanno a predire atteggiamenti aggressivi e criminali individuando 4 fattori principali e secondari: I big 4 individuati sono: 1. storia di comportamenti antisociali → vedere il suo passato ci consente di avere info utili anche per la recidiva, tanto più ha messo in atto comportamenti aggressivi e devianti maggiore è la possibilità che continui nel futuro (giovane età primo arresto, numero azioni criminali commesse in passato). sia a livello teorico che di ricerca si è dimostrato un fattore predittivo. 2. Personalità antisociale → se la persona, tramite una valutazione, emerge che ha tratti antisociali (scarso rimorso, scarsa empatia, grande abilità nel mentire, impulsività e considerano le persone dei mezzi per raggiungere i loro fini, alla ricerca sempre di sensazioni nuove). Questo concetto si sovrappone con quello di psicopatia ![](media/image15.png)schemino psicopatia \[scarsa empatia come difficoltà nel mettersi in sintonia con le emozioni delle altre persone, non soggetti freddi e distaccati, veloce a inquadrare le persone\]\ Es: persona vagamente razzista, grazie a questo sesto senso la persona antisociale riesce a individuarlo e a trarne complicità. 3. Cognizioni antisociali → quando una persona possiede una serie di convinzioni, valori, ideologia, meccanismi di disimpegno morale e modi di pensare che stabiliscono che commettere crimini e abusare degli altri è una cosa buona e giusta da fare e che il lavoro onesto e serio è qualcosa che fanno le persone di scarso valore. Comportamenti negativi contro la giustizia e la legge. Razionalizzazioni rispetto a ciò che si vuole fare, se io ho raggirato una persona se l'è cercato/gli sta bene (si razionalizzano così gli atti criminali commessi) 4. Pari antisociali → supporto sociale per le attività devianti o antisociali, rete di persone che ti aiuta nel commettere questi atti. Non necessariamente persone con cui si organizzano attività criminali, sono persone che ti sostengono (giusto fare rapine, vai avanti), de c'è anche una collaborazione questo fattore diviene ancora più importante \[Nella mente di una persona con questo disturbo si ritiene la più intelligente e in grado di manipolare chiunque, se cerca aiuto può cercarlo per fregarci\] Disturbo antisociale diagnosticato in età adulta \[possibile domanda d'esame\]. I 4 fattori moderati sono: 1. Caratteristiche del nucleo familiare → grado di armonia o grado di conflittualità, per esempio, e se e quanto la famiglia giustifica, sostiene o contrasta le azioni criminose commesse dalla persona. Es: ragazzo che aggredisce un altro, la vittima viene ricoverata in ospedale, il genitore che parla dell'aggressione del figlio sminuisce i fatti "hanno litigato, tutto è cominciato dall'altro", l'insegnamento è che, se qualcuno di provoca puoi picchiarlo e mandarlo in ospedale. Se parliamo di partner facciamo riferimento al grado di violenza che c'è, perché è un fattore di rischio? Perché dimostra che la persona quando ha dei problemi o dei conflitti ricorre tranquillamente alla violenza, come lo fa in casa lo può fare anche al di fuori. 2. Andamento a livello scolastico o lavorativo → situazioni di abbandono scolastico costituiscono un fattore di rischio, fatica ad avere un lavoro o viene spesso licenziata/fa fatica a trovarlo è un fattore di rischio per futuri comportamenti devianti. (valutata la situa lavorativa non guardando i dati dell'occupazione ma confrontandosi con la persona, situazioni nelle quali avere un lavoro consente dei benefici per chi è in carcere, alcune persone nel momento in cui si prospetta la possibilità di avere dei benefici trovano subito un lavoro) 3. Aspetti legati al tempo libero → minore è la qualità delle attività che la persona intraprende nel tempo libero, maggiore è la possibilità di mettere in atto recidiva o comportamenti delinquenziali. Es: persona che passa tempo a giocare d'azzardo, rischio debiti con conseguenti attività criminali per ricavarli, e non ricava tempo per sviluppare relazioni con partner/famiglia. Ci sono quindi bassi livelli di soddisfazione e coinvolgimenti in attività non collegate al crimine 4. Abuso di sostanze → può incidere sul rischio di comportamenti devianti o aggressivi Ci sono studi? Si, ci sono studi che sono stati riassunti in 8 metanalisi ![](media/image17.png) Hanno correlazioni più lievi Mettendo assieme i 4 fattori di primaria e di secondaria importanza viene un indice di correlazione di: - 0.26 per i big four - 0.17 per i moderate four - 0.03 per i minor four I minor four (Andrews e Bonta, 2010) sono debolmente correlarti alla messa in atto di azioni devianti o criminali, tranne il timore di subire una punizione in seguito a un precesso. Sono però stati studiati da poco e servono ulteriori ricerche. Immagine che contiene testo, schermata, Carattere, numero Descrizione generata automaticamente A general personal and social cognitive perspective of criminal behavior (Andrews & Bonta, 2010) Hanno un effetto molto lieve i fattori distali Quelli moderati si avvicina o maggiormente al comportamento criminale Big four non messi sullo stesso piano, le condizioni antisociali hanno un ruolo centrale nella messa in atto di comportamenti criminali. Nel mettere in atto comportamenti criminali entrano in gioco anche i fattori situazionali immediati (es: fare una rapina perché hai conosciuto una persona che lavora in banca e sfrutti questa conoscenza per ottenere informazioni) ![](media/image19.png) [Critiche] Modello che si focalizza molto sulla persona e poco sul contesto Il modello può spiegare il comportamento criminale ma difficilmente può essere applicato a tutte le persone in modo uguale VIOLENZA E DISTURBI MENTALI Manicomi → persone rinchiuse che erano considerate pericolose socialmente, potevano anche solo aver fatto cose non in linea con la morale del momento o mostrare segni di sofferenza. Il manicomio non era volta a curare e trattare le persone, imprigionava la persona che perdeva i diritti civili e isolava le persone ritenute pericolose socialmente. Difficilmente potevano uscire, le persone più oppositive venivano recluse e legate in padiglioni separati passando giorni e settimane legate. A partire dagli anni '60 c'è stato un movimento all'interno della psichiatria, in particolare Basaglia, per far si che si arrivasse alla chiusura dei manicomi. La legge Basaglia impose la chiusura dei manicomi. La legge del 1904 istitutiva i manicomi il cui scopo era rinchiudere le persone considerate pericolose socialmente. L'associazione tra disturbi mentali e violenza parte da retaggi culturali e continua a esistere nella nostra mente (rinchiudere i soggetti socialmente pericolosi nei manicomi). Chi ci dice che i soggetti con disturbi mentali non sono pericolosi? Studio longitudinale e prospettico, le valuto ora e guardo cosa fanno nei seguenti anni, studio durato 4 anni. Valutata la persona e poi si è guardato ciò che faceva, lo studio è Violenza e disturbi mentali (Elbogen & Johnson, 2009). Sono state valutate 3 variabili: 1. Se c'era un disturbo mentale (considerati solo quelli gravi) 2. Se c'era un abuso da sostanze 3. Se la persona aveva una storia di comportamenti violenti nel passato Le persone sono state poi contattate a distanza di anni per valutare cosa avevano fatto. [Risultati] Gli studiosi si sono resi conto che potevano essere associate più caratteristiche in un solo soggetto. Chi non aveva nessuna caratteristica, nel futuro ha un rischio di mettere in atto comportamenti violenti è simile a chi ha disturbi mentali e problemi di abuso di sostanze. La line tratteggiata indica che il rischio di mettere in atto comportamenti violenti è maggiore (se superata). Chi ha precedenti per comportamenti violenti ha una maggiore probabilità. Le caratteristiche possono interagire tra di loro, il rischio maggiore lo abbiamo in fatti in presenza di tutte e 3. Avere un disturbo mentale grave non è quindi associato a un comportamento violento. 07/10/2024 VIOLENZA E DISTURBI MENTALI Non è presente nessuna associazione tra disturbi mentali in generale e violenza. Alcuni specifici disturbi sono a maggiore rischio di violenza o devianza. Alcuni disturbi includono comportamenti devianti o violenti nella loro definizione. Chi ha un disturbo mentale si può trovare in una situazione di necessità percepita per cui ricorre a comportamenti devianti e criminali con maggiore frequenza di chi non ha disturbi mentali. TSO → anche le condizioni in cui si svolge può essere traumatico e il soggetto potrebbe essere violento nel momento in cui vuole essere sopposto a un altro trattamento (parliamo di necessità percepita, vuole evitare un'altra esperienza traumatica). La sensazione di necessità percepita può portare a comportamenti criminali e devianti, la persona si sente in una situazione di necessità. Ci sono alcuni disturbi che possono porre la persona in una sensazione di necessità percepita (per noi è la realtà, anche se non è davvero così) per cui la persona ricorre a comportamenti devianti, criminali o violenti. Questi sono: - I disturbi correlati a sostanze → chi fa uso di sostanze psicotrope ha una probabilità maggiore di ¾ volte di commettere azioni devianti rispetto a chi non ne fa uso. La persona si trova in uno stato di percezione di necessità attuando comportamenti devianti quali il furto e lo spaccio per poter fare uso di droghe. La probabilità è maggiore per chi fa uso di crack o eroina rispetto a chi fa uso di droghe ricreative (es: marijuana o anfetamine). I comportamenti devianti sono legati alla possibilità di avere disposizione della sostanza di cui si ha necessità, ottenere la sostanza è il fine ultimo. Parliamo di azioni devianti specifiche. - Schizofrenia e altri disturbi psicotici → La psicosi è una grande famiglia di disturbi mentali accomunati da sintomi come la compromissione dell'esame di realtà, avere delle credenze su come stanno le cose nel mondo che non rispecchiano la realtà, es: allucinazioni, convinzione che qualuno sia una spia russa che ti vuole fare del male. La psicosi è associata debolmente a un aumentato rischio di comportamenti violenti. Se una persona soffre di psicosi ma non ha ideazione paranoide non c'è aumento dei comportamenti violenti. - - - - Meta-analisi di Coid et al (2016) ![Immagine che contiene testo, schermata, Carattere, numero Descrizione generata automaticamente](media/image21.png) C'è una relazione quando c'è un asterisco, a essere statisticamente legato a tali comportamenti violenti è l'ideazione paranoide, gli altri sintomi non hanno un ruolo così importante. Non è quindi la psicosi in sé per sé ma l'ideazione paranoide ad essere associata comportamenti violenti. La persona sente di essere perseguitata da un gruppo/singolo che panifica atti malevoli, la violenza può essere la risposta a una percezione di minaccia. La schizofrenia è una famiglia di disturbi. 1. Fase attiva: - Deliri → non supportati da alcun dato di realtà - Allucinazioni - Disturbi del pensiero → fuga di idee, passa da un argomento all'altro - Linguaggio disorganizzato, divaga - Comportamento disorganizzato → posture strane 2. Fase residua: - Apatia → non sperimentare emozioni o reazioni connesse al contesto in cui ci si trova - Anedonia → non più piacere per le attività che prima lo erano - Abulia → mancanza di svolgere un compito - Compromissione dell'attenzione - Compromissione della capacità di instaurare rapporti con gli altri Un tipo di schizofrenia è quella paranoide in cui si ha la convinzione che qualcuno ci vuole fare del male, è a maggiore rischio di violenza, per sopravvivere è necessario attaccare Ci sono alcuni specifici disturbi in cui i comportamenti devianti, criminali o violenti fanno parte della definizione di malattia mentale. Per altri disturbi avere un disturbo mentale ed essere violento diventa una sovrapposizione, per diagnosticarli deve aver svolto atti devianti, criminali o violenti. Per esempio: - Disturbo antisociale della personalità - Disturbo della condotta → grave inosservanza delle regole, norme e diritti altrui. Viene diagnosticato nel momento in cui negli ultimi 12 mesi sono stati messi in atto almeno 3 di 15 criteri, alcuni dei quali devono essere stati messi in atto negli ultimi 6 mesi. Questi comportamenti riguardano: - aggressione a cose, persone o animali (es. aggressione verbale, fisica, costringe qualcuno ad attività sessuali, minacce, prepotenze) e - distruzione della proprietà (dare fuoco a qualcosa, danneggiare beni altrui per il piacere che si può provare danneggiando i beni degli altri) - ricorrere al furto () - violazioni delle regole (trascorrere la notte fuori dalla propria abitazione scappando senza il consenso dei genitori). - Alcune parafilie Immagine che contiene testo, schermata, Carattere Descrizione generata automaticamente I disturbi della personalità non hanno una durata temporale, il disturbo stesso fa parte di un modello abituale di esperienza in cui la persona percepisce, crede, ha determinati impulsi e li mette in atto con una certa regolarità nel corso della propria vita e al di là de diversi contesti. Parliamo di un modello patologico pervasivo (nei diversi contesti) e persistente (durata lunga). Sono stati classificati diversi disturbi di personalità (guarda immagine sopra). Ci soffermiamo solo sul disturbo antisociale di personalità. Il disturbo antisociale della personalità è un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti e del rispetto nei confronti delle altre persone. Le caratteristiche sono: 1. Incapacità di conformarsi alle norme sociali per ciò che riguarda il comportamento legale, come indicato dal ripetersi di condotte suscettibili all'arresto 2. Disonestà, mentono con lo scopo di ottenere vantaggi (es: fare truffe) 3. Irritabilità e aggressività 4. Mancanza di empatia nei confronti degli altri 5. Assenza di rimorso, pentimento e senso di colpa per ciò che fanno agli altri 6. Incapacità di pianificare, vulnerabile a essere scoperto C'è chi dice che psicopatia e disturbo antisociale della personalità sono la stessa cosa, chi dice che sono cose diverse, il DSM-5 sostiene che la psicopatia è una sottotipo del disturbo antisociale di personalità con delle caratteristiche di gravità maggiori (psicopatia primaria in cui la persona è caratterizzata da mancanza di ansia o paura e da uno stile di interpersonale sfrontato, che possono mascherare comportamenti disadattivi). Ci sono anche degli strumenti per misurare la psicopatia, si stima che sia diffusa nella popolazione generale dallo 0.5-1% e nella popolazione carceraria questa percentuale aumenta (c'è chi dice attorno al 15-20%, 1 detenuto ogni 5). La psicopatia quindi secondo il DSM-V presenta i seguenti tratti: Bassi livelli di ansia e paura (mancanza di senso di colpa, rimorso, e capacità di simulare le emozioni) - Abilità nel mentire e ingannare gli altri - Incapacità di stabilire relazioni (mancanza di empatia) - Essere ben integrati e appartenenti alla classe medio-alta. - Vedere nel crimine NON una modalità di sopravvivenza, ma una modalità per raggiungere scopi diversi (arricchimento, ricerca di emozioni, prestigio sociale, ecc.) - Le azioni sono meno dettate dall'impulsività fine a sé stessa, ma si ritrovano forme di progettazione dettagliate ed elaborate PARAFILIE E DISTURBI PARAFILICI Prima perversioni sessuali → giudicati moralmente come qualcosa di peccaminoso. Parafilia → qualsiasi desiderio, fantasia sessuale persistente e pervasiva che non riguarda le attività sessuali che possono comportare la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani, ma riguardano oggetti o il coinvolgimento di persone incapaci di dare il proprio consenso. Questa definizione è criticabile, si mettono sullo stesso piano feticismi (oggetti che assumono un significato sessuale) e comportamenti molto gravi come la pedofilia. Non necessariamente le parafilie sono disturbi, diventano disturbi parafilici [nel momento in cui la persona nel mettere in atto tali attività subisce una compromissione del comportamento psicosociale o esperimenta un disagio clinicamente significativo]. Ovvero, la persona soffre dopo aver messo in atto tali comportamenti o porta a danni a sé stessi o altri (es: perdere il lavoro, divorzio, esclusione sociale). Per alcuni disturbi parafilici il criterio del disagio potrebbe non valere. Parafilia e disturbi parafilici non sono la stessa cosa. Il DSM 5 individua queste parafilie: - Frottuerismo - Esibizionismo - Voyeurismo - Pedofilia - Sadismo sessuale - Masochismo sessuale - Feticismo - Travestitismo - Parafilia "con altra specificazione" Per fare diagnosi si tengono conto di due criteri: 1. Natura qualitativa della parafilia (criterio A) 2. Conseguenze della parafilia (criterio B), possono essere: - Disagio clinicamente significativo con conseguenze negative del funzionamento psicosociale - Arrecare danno a sé o ad altri. Entrambi i criteri devono essere soddisfatti quando si parla di disturbo parafilico. \[Questo vale per tutti i disturbi parafilici, però per alcuni il criterio del disagio o della compromissione del funzionamento psicosociale potrebbe non valere\]. Il criterio A riguarda fantasie, impulsi sessuali, o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti sessualmente, che in generale riguardano: 1\. oggetti inanimati, 2\. la sofferenza o l'umiliazione di se stessi o del partner, 3\. bambini o altre persone non consenzienti, [che si manifestano per un periodo di almeno 6 mesi, non devono essere episodi momentanei (Criterio A).] Per quanto riguarda il [criterio B] basta il comportamento per fare diagnosi andando a escludere i criteri riportati sopra, questo solo per quanto riguarda: - Voyeurismo - Esibizionismo - Frottuerismo Per il sadismo sessuale si fa diagnosi anche in assenza di disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento psicosociale, si fa diagnosi se la persona ha messo in atto tale comportamento in assenza di consenso. Per tutte le altre parafilie ci deve essere: - Compromissione del funzionamento psicosociale O - Disagio clinicamente significativo La legge italiana prevede che la sessualità non sia oggetto di attenzione a meno che: - Lesioni - Atti nei confronti di persone incapaci di autodeterminarsi (pedofilia) - Mancato consenso (violenza sessuale) - Oscenità in luogo pubblico Per il resto non si esprime nessun giudizio morale sulle scelte dei cittadini. La prima parafilia è il disturbo frotteuristico, riguarda tutte quelle fantasie e impulsi sessuali che hanno come oggetto di attenzione il fatto di strusciarsi contro un'altra persona, la quale non ha dato il consenso. Presenta tre caratteristiche: - Tali azioni vengono svolte in luoghi pubblici perlopiù affollati (es: mezzi di traporto, concerti) - La vittima è solitamente sconosciuta e una giovane donna - Agisce con discrezione, spesso da dietro evitando il contatto oculare Giustificano le loro azioni sostenendo che "le donne sono tutte puttane e godono a essere toccate". Ci sono pochi studi su questo fenomeno e su quanto è diffuso, i pochi studi mostrano che è molto più diffuso di ciò che pensiamo. Uno studio di studentesse universitarie riporta che 1 su 3 ha almeno una volta nella vita subito tale comportamento. Si può incorrere nel reato di violenza sessuale, va dimostrata l'idoneità di questi atti a ledere la libertà di espressione sessuale. Le vittime spesso non denunciano, uno dei motivi è la paura di essere giudicate. In alcuni casi le vittime reagiscono allontanandosi dall'aggressore o si ribellano e urlando, altre vivono il freezing ovvero non riescono a reagire in alcun modo (vediamo questo fenomeno anche nello stupro). 10/10/2024 PARAFILIE E DISTURBI PARAFILICI Il disturbo esibizionista fa riferimento a una componente in parte sana presente in ogni rapporto, mostrarsi al proprio partner e trovare gratificazione da ciò. Diventa parafilia quando questa eccitazione legata all'esibizione viene manifestata non nei confronti di una persona consenziente, tale esibizione viene rivolta a una persona che non se lo aspetta o che non manifesta consenso. L'aggressore pianifica questo tipo di parafilia, una volta identificata la vittima cerca l'occasione in cui la vittima si trova da sola. La vittima, quando il comportamento è ripetuto, può evitare determinate situazioni in cui sa che si presenterà l'aggressore. È caratterizzata dall'esibizione dei genitali (con o senza erezione), alle volte può includere anche la pratica della masturbazione. Questa parafilia diventa un disturbo quando: - Tali fantasie creano disagio o compromissione dl comportamento psicosociale - Mette in atto la fantasia per un periodo significativo della sua vita (6 mesi) nei confronti di una persona non consenziente L'aggressore si può masturbare durante questa attività o dopo fantasticando e ricordando quanto è avvenuto. L'elemento cruciale è che l'eccitazione non deriva dal coinvolgimento dell'altro, bensì di eccita vedendo la reazione di shock, sorpresa o terrore da parte della vittima oppure l'aggressore pensa che questo tipo di situazione si eccitante anche per la vittima (delirante, corrisponde proprio al contrario). Codice penale → il comportamento è punito: - Atti contrari alla pubblica decenza, art. 726 c.p. - Se all'esibizione si accompagnato atti di natura sessuale (es: masturbarsi) è reato di atti osceni in luogo pubblico o aperti al pubblico, art. 527 c.p. - Se avviene in presenza di minore rischio di violenza sessuale (art. 609 c.p. bis) o corruzione di minorenne (art. 609 c.p. quinquies) Corte di cassazione Non è configurabile all'interno della violenza sessuale poiché manca il contatto o la costrizione a compiere atti sessuali, questo per quanto riguarda i \>18. Disturbo voyeuristico tvb Il disturbo voyeuristico riguarda eccitarsi osservando una persona nuda o che è impegnata in attività sessuali, a sua insaputa. Viene a mancare il consenso, la persona cerca questa attività al di fuori del consenso. Parliamo di un mondo molto ampio di attività, molto variegato e che le nuove tecnologie hanno portato ad un ampliamento delle possibilità degli aggressori (diventa più facile), ci sono molte comunità online che parlano di questa attività. \[acquisto attrezzature per riprendere a grande distanza, up skirting\]. Numerose vittime non sanno di esserlo, alcune lo scoprono per la presenza di loro video online. La componente visiva ha un'importanza centrale, soprattutto nell'ambito maschile. Le persone affette da questo disturbo, se poste in un contesto nel quale è normativo essere nudi o praticare attività sessuale davanti ad altri, non provano predilezione per queste attività e circostanze, il puto cruciale non è vedere qualcun altro nudo o dedito ad attività sessuale ma farlo rubando questo momento di intimità senza il consenso dell'altra, eccita il pensiero dell'imbarazzo che può provare la vittima sapendo che è osservata. L'individuo che prova eccitazione per tali desideri e/o li mette in atto ha almeno 18 anni di età. Corte di cassazione Rientra nella violenza sessuale? Secondo la sentenza della costituzionale no poiché manca il contatto e manca la costrizione (la persona non è consapevole). Gli atti hanno una connotazione chiaramente sessuale ma non si parla di violenza sessuale, è una offesa alla libertà morale o al sentimento pubblico del pudore. Disturbo da masochismo sessuale Uniche due parafilie in cui c'è una frequenza importante di presenza femminile: 1. Disturbo di masochismo sessuale 2. Disturbo da sadismo sessuale Sono molto diffuse nella popolazione generale, come parafilia è presente nella vita sessuale di molte coppie. Diventa un disturbo quando: - Tali fantasie e impulsi provocano disagio e sofferenza alla persona - Oppure problemi di funzionamento psicosociale - Il sadismo nel momento in cui tali attività vengono rivolte a una persona che non ha manifestato il consenso \[utilizzo safe words per capire quando il consenso viene a mancare\] Masochismo sessuale caratterizzato da impulsi, deve essere ricorrente (per almeno un periodo significativo della vita della persona, 6 mesi), deriva dall'atto di essere umiliato, percosso, legato o fatto soffrire. Il disturbo da sadismo sessuale porta all'citazione sessuale data da impulsi che riguardano l'infliggere sofferenza fisica o psicologica ad un'altra persona, offendere, umiliare, degradate, oppure schiaffeggiare, fare del male, provocare vere e proprie lesioni. Ci sono persone che sono dedite al sadomasochismo ma magari non commettono atti sessuali evidenti (es: donna e schiavo, cane e padrona). Dati epidemiologici: - 3--12% donne e 10--20% uomini attività sadomasochistiche (Kinsey et al. 1953) - -- 4:1 rapporto fra masochismo e sadismo in termini di fantasia e pratiche (Friday, 1980; Scott, 1983) - -- 25% delle donne SM prostitute - -- Masochismo prima del sadismo nelle storie individuali (Baumeister 1988, 1989;Scott ,1983) Nel momento in cui c'è il consenso non c'è il reato, anche le lezioni non rientrano nella fattispecie di reato quando c'è il consenso. Se il contatto viene meno: - Reato di violenza sessuale - Reati di percosse o lesioni personali Asfissia autoerotica fa riferimento ad attività in cui la persona è da sola, se svolta con il partner parliamo di asfissiofilia (partner coinvolto nell'attività sessuale e contemporaneamente fa in modo che arrivi meno aria possibile) Riduzione dell'apporto di ossigeno al cervello + attività sessuali, vengono combinate. L'asfissia si ottiene soprattutto con compressione o legature al collo, ci sono anche alcune versioni atipiche come: - Compressione del petto - Sacchetti di plastica - Maschere - Annegamento L'asfissia può essere provocata in alcune o tutte le fasi dell'eccitamento. Perché lo fanno? Il motivo alla base sono due che non si escludono: 1. Funzionale, una riduzione dell'apporto di ossigeno può causare l'euforia ipossica (con stati di stordimento in alcuni casi) e questa pratica aumenta la gratificazione sessuale 2. Simbolico: - fantasia masochistica di dolore e bondage - rischio e sperimentazione sessuale (erotizzazione della vulnerabilità e della minaccia alla vita) - espiazione per impulsi sessuali (senso di colpa: associazione di piacere e punizione). Questa pratica può portare: - Asfissia o arresto cardiaco: - Stato mentale (perdita giudizio fino a - coscienza) - Problemi ai "dispositivi" o "sistemi di - protezione" - Fattori di rischio: - Ripetizione protratta pratica - Assuefazione e ricerca di sensazioni più - forti - Uso di sostanze Il rischio è quello di morte, non si considera come suicidio ma: - Incidente - Suicidio sub-intenzionale: intenzionalità nella messa in atto di pratiche ad alto rischio (Smith, 1980) Genitori e familiari vanno ad alterare la scena, preferiscono che risulti un suicidio. Gli esiti sono quindi sottostimati, è meno stigmatizzante pensare che il figlio sia morto in seguito a un suicidio piuttosto che a un incidente derivante da una pratica sessuale. Porta a una sottostima del fenomeno con dati non fedeli alla diffusione reale del fenomeno, nella scena della morte è importante vedere tutto ciò che non concorda con un possibile suicidio. Sei criteri (Hazelwood et al. 1981): - Asfissia prodotta da lacci, corde, ecc. o posizione corporea che non indica intenzioni suicide (sospensione inferiore all'altezza) - Meccanismi di protezione che non hanno funzionato - Attività sessuale solitaria - Ausili per fantasie sessuale (pornografia) - Precedenti pratiche autoerotiche pericolose - Nessun intento suicida apparente (es. biglietti) Autopsia psicologica della vita della vittima per comprendere il suo modo di pensare e accertarsi se il suicidio è credibile. Altri elementi più particolari: -- Luogo: un'area in cui ci si aspetta privacy -- Bondage: materiali o strumenti che immobilizzano la vittima (associate erroneamente a omicidio) -- Misure protettive per non rendere visibili le lesioni (es., asciugamano da mettere intorno al collo) 14/10/2024 PARAFILIE E DISTURBI PARAFILICI Disturbo da travestitismo, desideri e impulsi sessuali nell'usare capi del sesso opposto, porta a una gratificazione. Può essere il fatto di indossare capi femminili intimi da parte di un uomo fino ad arrivare a travestirsi completamente. Ora non ha più rilevanza penale, prima sì. Perché? Eccitazione e ricercano una gratificazione sessuale nell'immaginarsi come appartenenti al sesso opposto. Non va confusa con la disforia di genere in cui la persona si sente appartenente al genere opposto. Diagnosi → disagio clinicamente significativo oppure tale prativa va a interferire con il suo funzionamento psicosociale. Disturbo feticistico, rilevanza penale nulla, parafilia caratterizzata da una eccitazione sessuale che trova gratificazione nel vedere, percepire o toccare determinati oggetti o parti del corpo. Forme diverse, nei casi più gravi la persona non riesce ad avere rapporti sessuali se manca quell'elemento. Le implicazioni dal punto di vista della legge sono minime, rari casi di feticisti che collezionano determinati oggetti e, per sostenere tale collezione, ricorrono al furto (di capi di abbigliamento). Cassazione → escluso che "il bacio delle scarpe calzate dalla persona concupita" abbia alcuna rilevanza penale (Cass. Pen. Sez. III, 15.11.96). Parafilie classificate dal DSM → 8, per quelle che non rientrano parliamo di parafilie non specificate e sono: - Scatologia telefonica (telefonate oscene) → implicazioni penali: art.660 ("chiunque con il mezzo del telefono per biasimevole motivo reca a taluno molestia o disturbo") 612-bis (stalking) cod. pen. Trovare gratificazione sessuale nell'insultare una persona o raccontare attività sessuali che la persona sta compiendo. - Necrofilia (cadaveri) → implicazioni penali: vilipendio di cadavere ex art. 410 cod. pen. - Zoofilia (animali) → implicazioni penali: maltrattamento di animali art. 727 c.p. e di uccisione e danneggiamento di animali altrui art. 638 c.p - Coprofilia (feci) - Clismafilia (clisteri) - Urofilia (urina) Disturbo pedofilico → secondo il DSM V significa un insieme di fantasie, desideri e impulsi sessuali rivolti a individui in età prepuberale (sotto i 13 anni di età secondo il DSM). Se la persona ha queste fantasie ma non le ha tradotte in comportamenti si fa diagnosi solo se: 1. Hanno causato disagio 2. Hanno portato a problemi nella sfera familiare o lavorativa. Se i comportamenti vengono messi in atto si fa diagnosi. È rilevante anche l'età di chi ha queste fantasie, il soggetto deve avere almeno 16 anni ed avere almeno 5 anni in più del bambino (sempre secondo il DSM). Non comprende un individuo in tarda adolescenza coinvolto in una relazione sessuale con un individuo di 12- 13 anni. Difficile dare dei criteri oggettivi in base all'età poiché non è un criterio oggettivo, se entriamo nel periodo dell'adolescenza diventa più complicato e meno chiaro quali siano i confini, bisogna tenere conto anche degli aspetti culturali (es: Italia fino a non troppo tempo fa non era raro che una adolescente sposasse un 25enne, era considerato qualcosa di normativo, erano comportamenti considerati legittimi). Pedofilia come elemento che va valutato tenendo conto: 1. fantasie che la persona prova 2. età e altri aspetti culturali Deriva dal greco *pais* = ragazzo e *philia* = amore. Tipo di parafilia codificata nel corso dell'800, secondo il DSM-V si può distinguere in: - Attratto sessualmente da maschi - Attratto sessualmente da femmine - Attratto sessualmente da entrambi - Tipo esclusivo (attratto solo da bambini), attrazione esclusivamente rivolta a bambini e bambine, non ha interesse verso le persone adulte, ciò non vuol dire però che la persona non sia in una relazione duratura che è spesso usata come copertura - -- Tipo non esclusivo, provano attrazione per i bambini ma anche verso gli adulti - -- Limitato all'incesto, rivolta solo a membri della propria famiglia - Non limitato all'incesto, persone al di fuori della famiglia Per la legge vanno stabiliti dei confini, dal punto di vista psicologico sono difficili da stabilire andando a vedere caso per caso. Ogni caso c'è una tensione tra il piano giuridico e quello psicologico: - Piano giuridico, rapporto tra 13enne e 18enne violenza - Piano psicologico, la capacità di consenso si giudica caso per caso [Critiche al DSM] - Non distingue fra attrazione e comportamento, una persona può avere un rapporto con un minore senza esserne attratto e parliamo quindi di violenza sessuale. Non tutti quelli che violentano un bambino sono pedofili, è necessaria una forte attrazione verso i bambini. Si tende a fare confusione tra sessualità e aggressione, l'abuso nei confronti dei bambini non sempre ha come motore la sessualità ma può essere la volontà di assoggettare e fare male. La sessualità è lo strumento tramite il quale si esercita tale dominio e prevaricazione quando parliamo di abuso sessuale. - Pedofilia può essere meglio definita come attrazione sessuale, tratto, atteggiamento, o tendenza ad avere relazioni di abuso con un bambino/a che può o meno risultare in comportamenti (Seto, 2009) Seto (2008). - Non tutti i comportamenti pedofili sono messi in atto da pedofili, si tende a fare confusione tra sessualità e aggressione, l'abuso nei confronti dei bambini non sempre ha come motore la sessualità ma può essere la volontà di assoggettare e fare male. La sessualità è lo strumento tramite il quale si esercita tale dominio e prevaricazione quando parliamo di abuso sessuale - Si fa confusione tra pedofilia e abuso sessuale - L'attrazione non porta sempre a mettere in atto tali comportamenti - Persone che non hanno fantasie particolari nei confronti di bambini e bambine ma mettono in atto comportamenti - Circa la metà degli aggressori sessuali nei confronti di bambini sono pedofili - Pedofilia non si rileva dal comportamento ma dall'attrazione che la persona riporta verso individui di età prepuberale - Distinzione tra bambini in età prepuberale e individui in età adolescenziale, adulti che provano attrazione per gli adolescenti (\>14 anni) definita efebofilia e viene distinto dalla pedofilia (attrazione solo nei confronti di bambini in età di pre-sviluppo sessuale) [Legge italiana:] - Art. 609 bis c.p., definizione di violenza sessuale - Art. 609 ter c.p. circostanze aggravanti quanto tali circostanze vengono rivolte a chi ha meno di 14 anni - Art. 609 quater c.p. quando il colpevole è genitore, tutore (insegnate ecc) - Art. 609 quinquies c.p Sotto i 14 anni la legge ritiene che non si sia in grado di dare il consenso e quindi è violenza sessuale presunta. Attività → non hanno una aggressività evidente facendo leva sulla posizione di potere da adulto, spesso i bambini non reagiscono perché intimati o perché credono che tali comportamenti siano normali - spogliare il bambino/a e a guardarlo/a, - mostrarsi, masturbarsi in presenza del bambino/a, - toccarlo/a con delicatezza e carezzarlo/a. - fellatio o cunnilingus, - penetrare la vagina, la bocca o l'ano del bambino con le dita, con corpi estranei, o col pene, e usando vari gradi di violenza per fare ciò (è tra le attività meno frequenti). [Giustificazioni delle attività del pedofilo:] - hanno valore educativo per il bambino/a, - il bambino/a ne ricava piacere sessuale, - il bambino/a era sessualmente provocante - natura egosintonica della Pedofilia, la persona vive questa attrazione come se fosse la cosa più normale e opportuna del mondo. Raramente senso di rimorso nei confronti della vittima [Pedofilo e negazione:] - Negazione dei fatti accaduti - Negazione della responsabilità: è colpa della vittima per le sue caratteristiche o comportamenti seduttivi - Negazione dell'impatto o gravità dell'accaduto - Negazione della progettazione: è colpa di impulsi incontrollabili - Negazione del disturbo sessuale [Ricerca della vittima:] - Attività rivolte ai propri figli, a figliastri, o a parenti - Altri, specie coloro che abusano spesso dei bambini, sviluppano complicate tecniche per avere accesso ai bambini: - - - - [Prevalenza della pedofilia: ] - Sconosciuta, alcune stime parlano di 3-5% dei maschi. - Difficile se non impossibile poiché gli unici dati provengono da cliniche o forze dell'ordine - Dati cross-sectional: Dal 3% al 9% maschi riportano almeno qualche fantasia sessuale riguardo prepuberi (e.g., Briere & Runtz 1989, Fromuth et al. 1991, Templeman & Stinnett 1991) Difficile stimare la prevalenza anche perché chi prova attrazione per i bambini non lo ammette, dati mischiati con l'abuso sessuale - Più dei due terzi da familiari e conoscenti - Donne pedofile: il 12% dei casi riportati da Childline (Ford, 2006) [Indicatori di recidiva (Sato, 2009):] - Interesse sessuale autoriportato nei confronti di bambini/e - Aruosal sessuale misurato tramite fallometria - Vittima di sesso maschile - Vittima non appartenente a famiglia o parentela, più facile avere dei momenti da soli con i figli, è più difficile mettere in atto tali attività con bambini esterni al nucleo familiare. Servono quindi capacità criminali maggiori (se all'interno della famiglia i figli vengono allontanati) - Sex offender pedofili + recidivi di sex offender non pedofili - Interazione pedofilia a disturbo antisociale Come misuriamo l'attrazione sessuale nei confronti di bambini? Metodi che consento o di individuare questa attrazione, alcuni fanno riferimento alla fallometria andando a misurare l'arousal sessuale dopo alcuni stimoli (anello al pene mostrando stimoli come persone adulte e non poi bambini vestiti e non e si guarda la differenza), l'anello misura variazioni molto lievi che danno indicazione di una variazione nell'arousal sessuale. Un altro metodo utilizzato e il viewing time calcolando, senza che la persona lo sappia, il tempo di visualizzazione di diverse immagini in diverse condizioni: vestiti, vestiti in parte e nudi. Si calcola la differenza di tempo passata a guardare le differenti immagini. In Italia questo metodo non è accettato poiché l'avere delle immagini di bambini nudi è considerato possesso di pedopornografia. Un altro metodo è la screening scale for pedophilic interest è una scala in cui si valutano informazioni ottenuto o dal fascicolo della persona o intervistandola. È una scala di screening in cui vengono assegnati i punti nel seguente modo: - Vittima di sesso maschile: si = 2, no = 0 - Più di una vittima: si = 1, no = 0 - Vittima di anni 11 o meno: si = 1, no = 0 - Vittima non appartenente a famiglia o parentela: si = 1, no = 0 - Punteggio da 1 a 5, [Cause] → un insieme complesso, per esempio: - Fattori genetici - Fattori biologici - Fattori neurologici (es. problemi, danni, traumi, differenze nella struttura cerebrale fra pedofili e non) - Fattori epigenetici (es. alterazioni del DNA) - Fattori psicologici (es. emotional congruence with children, pro-abusive cognition) - Fattori ambientali Studi che hanno mostrato che aver subito abusi nell'infanzia porta un aumento al rischio di mettere in atto abusi da adulti. [Trattamenti] - Se l'abuso mosso da attrazione, fare attività per ridurre l'attrazione non porta a risultati apprezzabili - Diverso se la persona impara a gestire gli impulsi e prevenire le situazioni nelle quali la persona può far fatica a resistere agli impulsi (persona che lavora a contatto con i bambini non può tornare a fare lo stesso lavoro), questo vuol dire restringere i gradi di libertà della persona e questa porta a una diminuzione del rischio di recidiva in futuro [Trattamenti farmacologici:] - Somministrazione di antiandrogeni che interferiscono con l'arusal sessuale che portano a una diminuzione della risposta sessuale, questo non ferma le fantasie o l'attrazione e non impedisce di intrattenere rapporti sessuali - Castrazione chirurgica con l'asportazione dei testicoli che rimuove quasi completamente la produzione endogena androgeni ma si pone un problema simile a quello sopra, il pedofilo può comunque accarezzare e toccare un bambino, il fine della pedofilia non è quasi mai il rapporto. Wille & Beier (1989) rassegna di casi di uomini sottoposti a castrazione fra 1970 e 1980: recidiva 3% dei 99 del gruppo castrazione (70% pedofili) Recidiva 46% dei 35 del gruppo di controllo (waiting list) Non randomizzazione La castrazione non era imposta ma concordata con al persona, probabilmente chi aveva acconsentito aveva gi fatto un percorso per evitare ancora di più la recidiva. Questi trattamenti hanno più uno scopo punitivo che altro. Critiche metodi di castrazione farmacologica o chirurgica: - Efficacia debole - Aderenza (alti tassi di drop out) - Si può avere comunque erezione - Aggressioni sessuali spesso non coinvolgono genitali - Carezze - Masturbazione o sesso orale a bambino/a Recommendations for Treatment Pedophilic Sex Offenders (Seto, 2018) - Fare una valutazione della persona non usando un approccio vendicativo. - I trattaamenti più efficai sono quelli che coinvolgono la rete sociale della persona che soffre di pedofilia, far si che i familiari prestino attenzione che il pedofilo non si trovi con bambini. - Lavorare sulla riduzione dei grdi di libertà della vita della persona, determinate attività lavorative e nel tempo libero non devono coinvolgere i bambini [Prevenzione:] - Programmi di prevenzione nelle scuola per - - Video resoconto abusi sessuali termine abusi E Processo Pacciani - Meta-analisi di Rispens et al. (1997) prevenzione a scuola efficace per - - - Gibson & Leitenberg (2000) ragazze con programma a scuola meno abusi -- Non c'è randomizzazione negli studi Il fatto che questo argomento sia un tabù porta i bambini a non sapere cosa fare e provare senso di colpa ritenendosi responsabili