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Questo documento tratta la filosofia del medioevo e del rinascimento. Discute i cambiamenti di pensiero avvenuti durante questi periodi, tra cui la nascita dell'umanesimo e l'importanza crescente della ragione umana e della politica.

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Ildegarda di Bingen - 11 e 12 secolo Lei fu una teologa,monaca, mistica e conosciuta per illustrazioni di cui ritiene di aver avuto delle visioni Ad esempio come è fatto il cosmo dal punto di vista cristiano Descrizione: in basso c'è lei che ammira il cosmo che è composto con al centro un uomo qual...

Ildegarda di Bingen - 11 e 12 secolo Lei fu una teologa,monaca, mistica e conosciuta per illustrazioni di cui ritiene di aver avuto delle visioni Ad esempio come è fatto il cosmo dal punto di vista cristiano Descrizione: in basso c'è lei che ammira il cosmo che è composto con al centro un uomo qualunque accerchiato dalle potenze celesti N. B. concezione ebraica: al di sopra e sotto terra ci sono le acque infatti attraverso la lettura ermeneutica della genesi ritiene che la terra sia racchiusa da acqua e la pioggia sia contenuta in catini. L'uomo è collocato nella realtà naturale e nel cosmo, l'uomo per la mentalità cristiana è il picco della creazione divina, è accerchiato da una figura rossa che è cristo ( inteso come logos nel vangelo di giovanni ). Cristo ha fatto il mondo, è principio regolatore della realtà. Ultimo volto in cima è dio (come dice san Paolo: noi viviamo in Dio e per Dio) Mentre spirito santo è la relazione nella divinità, un tipo di filosofia mediterranea del medioevo Con la modernità: Leonardo da Vinci Siamo sempre collegati all'interno di una realtà cosmica ma oltre al cerchio c'è un quadrato (uomo vitruviano) Cosmo è il cerchio che racchiude l'uomo mentre il quadrato è la conoscenza umana di fronte all'infinità della realtà (NON è presente la trinità) Dal medioevo alla Modernità: c'è uno scarto di pensiero e l'essere umano è ritenuto creatura e centro della creazione mentre ora la relazione con Dio non è la nota dominante. La modernità pone l'accento su altre categorie (non dettate dalla creaturità dell'Uomo, cioè il fatto che sia creato da dio) Infatti all'inizio del 1500 l'uomo è lui stesso creatore, io stesso sono capace di una nuova creazione e autonomia “homo faber” Rapporto storico: Cambiando il mondo cambiano anche i rapporti all'interno del mondo Fra 1400 e 1500 ci sono svolte: - Natura economica, gli stati commerciano di più tra di loro, c'è la scoperta di nuovi mondi e nuovi viaggi, si apre un nuovo tipo di economia 1 - A livello sociale, nascono tutte le grandi famiglie della borghesia mercantile, nuove banche - A livello politico: regni a livello nazionale - Lutero rappresenta spaccatura chiesa, visto come sintomo (più individualista, ce la fai da solo a leggere la bibbia e hai gli strumenti necessari) - Svolta ideologica, tutto sistema feudale viene meno (la società doveva rispettare l'ordine divino) e si ritorna alle origini, riscoperta dei classici greci e latini In questi anni nasce la storiografia moderna: (Che Patristica e scolastica hanno rallentato) Non è solo il racconto dei fatti dal punto di vista di Dio ma si torna a parlare di uomo in quanto uomo e delle sue azioni dal punto di vista oggettivo. Periodo in cui nascono i trattati prima invece la politica dipendeva dalla correlazione col divino. Prima accento su dio, adesso interessa parlare di ciò che è umano (svolta antropologica) Più contatti culturali, grazie a nuovi mondi, più commerci, nuove risorse e bisogni Prima filosofia chiusa, uguale punto di vista commerciale Con le nuove scoperte deve cambiare anche l'idea dei rapporti commerciali. Il commercio visto come metafora del nuovo cambiamento umano. L'uomo diventa più sicuro di se stesso, capace di autodeterminarsi. Più io scopro, più io so, e più posso dominare. Rinascimento: recupero età classica (greci e latini) grande riscoperta di Platone e Aristotele, anche i valori umani subiranno un cambiamento (es. Petrarca già più vicino all'umanesimo) Virtù morali, dello studio, una nuova attenzione verso i testi (nascita della Filologia), nascono nuove accademie. UMANESIMO Sapere non più teologico ma antropologico: Cambia la concezione di: uomo, storia e natura. - Uomo: l'uomo è artefice del suo destino, non è più alle dipendenze della provvidenza, non è più parte del cosmo, rappresenta l'autonomia della ragione, riesce a pensare da solo(homo faber ipsius fortunae) 2 Rimane il rapporto tra uomo e Dio ma con visione antropocentrica: L'uomo è immagine di Dio e esercita la sua divinità (dell'uomo) (io sono più simile a Dio quando agisco sul mondo) Esiste però un limite, ovvero la libertà dell'uomo che è condizionata da fattori esterni come gli eventi concreti della vita e le passioni. Le passioni sono il modo in cui noi reagiamo a quegli eventi. Tema importante 1600, politica e il bene comune perché si viveva in un periodo di guerra. Si diffondono altri temi come la fortuna (il caso) e la provvidenza. La visione della realtà è antropos che si trova all'interno del cosmos e tutto ciò che avviene all'interno del cosmos (costituito da un sistema di sfere) influisce su ciò che c'è al centro e quindi sull'uomo, da qui nascono gli oroscopi) - Storia: si cerca di studiare la storia con una prospettiva distaccata rispetto alla storia della liberazione cristiana e dalla personale visione del presente. (pag 15) foto del trascendentale= dio Ma se l'infinito si è fatto uomo, ha influenze sulla storia? Si. Infatti tutti i fatti sono da riferire a questo evento Con l'umanesimo c'è il recupero della storia come in antichità (Erodoto) Storiografia = parlare degli eventi così come sono accaduti, riflettere sulle fonti della storia (archeologia) Distacco dal presente: io non posso relazionarmi a una qualsiasi forma di antichità con il pensiero attuale (nel passato c'era una diversa mentalità) Tenere a mente degli scarti (della nostra mentalità) fra la mia capacità di comprendere totale e il fenomeno stesso Anche ricerca filologica deve mettere i testi nei contesti più adatti Novità: storia delle civiltà vista come progresso a livello storico esiste continuità dello sviluppo umano La storia non è fatta da umani che hanno agito ma tutto ciò che l'uomo ha fatto è lo sviluppo di un piano progressivo, quindi l'umanità si è sviluppata. (C'è uno sguardo organico, totalizzante della storia, visione ottimistica) 3 N.B. Corrente culturale predominante del ‘500 ma non tutti la penseranno così - Natura: naturalismo, l'uomo è un essere naturale e la natura è la sua patria (per il criastianesimo l'uomo è una creatura divina) La natura è il centro delle forze vitali e manifestazione della potenza di Dio. L'uomo può comprenderla, quindi se l'uomo abita nel mondo e il mondo è il suo dominio allora il suo studio è indispensabile. Indagine naturale è funzionale alla realizzazione degli scopi umani. Bacon: sapere è potere (più sai e più puoi esercitare un dominio) La natura è totalità vivente, organismo vitale retto a dei principi; il compito della filosofia naturale ( = Scienza) sarà quello di scoprire questi principi (conosci le regole e puoi dominare) Questo va contro alla magia = quell'azione che l'uomo può fare sulla realtà in quanto in lui e nella natura operano le stesse forze. NB: tutto ciò che accade nel macrocosmo inevitabilmente ha un effetto necessario nel microcosmo. I principi che governano l'universo, governano anche me (inteso come essere naturale). Noi non deriviamo dalla natura in senso stretto (per un cristiano), faccio parte della natura in quanto sono stato creato attraverso essa. Per la magia invece sono in toto con la natura. Giordano Bruno Seconda metà 1500, nasce nel 1548 e viene arso vivo nel 1600 dalla santa inquisizione a Roma. Triade (Giordano bruno, galileo galilei e cartesio) rappresenta inizio del pensiero moderno da cui derivano varie correnti filosofiche, due grandi correnti: l'empirismo materialista e lo spiritualismo conoscitivo. G. Bruno è un frate domenicano (ordine dei frati predicatori, chiamato così) Cresce all'interno di un contesto religioso che sosteneva lo studio teologico. Sosteneva filosofia e teologia della contemporaneità. Per loro è importante dare ragione dei principi fondamentali del cristianesimo e per questo erano frati che studiavano tanto. La sua figura è molto eclettica, è stato cattolico, calvinista e protestante. 4 Grande intellettuale dell'epoca, ha insegnato nelle più grandi corti europee. Pensatore con una concezione universale. Lo domina soprattutto l'influsso del neo platonismo, è un giramondo, va in varie corti. Dovunque va, viene costantemente scomunicato. E’ un religioso ma ha una concezione della religione un po particolare. Esistono le religioni della natura ed esiste poi la religione dei teologi: - Le religioni naturali sono quelle che rispecchiano la forza vitale interna alla natura. Forza interna alla natura che funge da suo principio. Hanno tratti vitalistici del mondo, il mondo ha all'interno una vita propria. Mette questo modo di pensare contro le religioni positive (positum, cio che c'è adesso) G.B. trova che queste filosofie siano solo meccanismi naturali che sono create per educare i popoli in modo necessario a livello storico. Pur non riportando il vero, sono una tappa della crescita dell'umanità. (mentalità filosofi 700) - Religiosità dei filosofi, il filosofare, Tutti questi grandi pensatori a partire da personaggi biblici, fanno tutti parte di un'unica tradizione. Grandi figure dell'oriente unite a grandi figure dell'occidente. Queste grandi tradizioni (mondo greco, orientale asiatico, egizio…) in verità manifestano un'unica sapienza originaria. Ognuno di loro ha colto un aspetto di quella grande sapienza originaria che si sviluppa nella storia. Non vede questi pensieri e filosofie staccati e distinti ma tutti i grandi pensatori in realtà hanno colto qualcosa di una realtà universale che si sviluppa nella storia. Sviluppo storico della verità. Verità si rivela attraverso tappe storiche. X è dio riconosciuto da tutte le grandi tradizioni. Dio è verità. Dio incarnato, tutta la storia successiva deve parlare di lui e dare ragione alla fede. (lo fanno la patristica e la scolastica 3-15 secolo) Cristo è verità rivelata. Tutto il pensiero successivo a cristo (patristica e scolastica) deve dimostrare come la verità rivelata c'entra con me adesso. Mentre secondo Bruno, l'incarnazione di cristo è una tappa che piano piano rivela la verità. Processo di manifestazione è a tappe. Idea di progresso. 5 La verità non è qualcosa di già posto, ma la verità si sta ancora costituendo. La concezione di Platone di verità è statica mentre quella di Bruno è dinamica. Staticità platonica vs Dinamismo Bruniano Dio (verità) e Cristo (tappa della verità rivelata) Di dio si può parlare con la mente sopra tutte le cose: - Mens super omnia ( mente sopra tutte le cose, dal punto di vista trascendentale, che sta fuori, metafisico) dio è fuori dal cosmo è non è alla portata razionale dell'uomo. Dio non è comprensibile umanamente è oltre le mie capacità, oltre il cosmo. Dio nella sua divinità non è accessibile con la ragione. Ho bisogno della fede per rapportarmi con lui. La fede è una sua grazia. - Oppure mens insita omnibus (mente all'interno di tutte le cose, piano dell'immanente) Con la sua divinità è fuori da tutte le cose ma al contempo è il principio delle cose stesse. Dio è presente nella natura come anima, anima del cosmo, è opera attraverso l'Intelletto universale. La scienza e la conoscenza aiuta a comprendere alcuni aspetti di Dio. Intelletto universale: insieme di tutte quelle essenze che animano dall'interno la materia, è quella forza che anima dall'interno la materia. E’ un tutt'uno con la materia. La materia e la forma non sono mai separate, non sono differenti o opposte tra loro, ma sono due aspetti di quell'unica sostanza universale che è la natura. Tutto ciò che esiste in natura è fatto di questa essenza. La natura è un'altro modo di manifestarsi di dio (Spinoza) Dio è causa dell'essere in quanto creatore del cosmo, ma è anche principio è l'elemento principale di ogni cosa. 6 Da l'essere alle cose ma è anche un principio di funzionamento che è nelle cose. Dio è sia fuori (in quanto creatore nella sua divinità) e dentro (in quanto essere e anima del cosmo, in quanto intelletto universale) L'universo è un immenso organismo dotato di un'unica forma e di un'unica materia, ciò che ha massa. Non c'è forma senza materia e non c'è materia senza forma. La natura o è dio stesso oppure è quella virtù divina che si manifesta nelle cose (visione panteista) L'universo di Bruno è infinito, universo in espansione, illimitato. La realtà di Bruno non è finita ma infinita. Le cose che sono finite, sono all'interno di un divenire infinito. In bruno la visione è aperta all'infinito, mai ciclica. Se la natura coincide con dio o con la sua natura divina, l'uomo che posizione occupa? Bruno si rifà alla concezione di Eros platonico (Eros è la forza che spinge gli uomini a tornare alla totalità originaria, Eros è una tensione) Ontologicamente l'essere umano è tensione verso un qualcosa che gli manca. Noi per natura siamo esseri di mancanza e desiderio. Bruno riparte da questa concezione e gli da il nome di eroico (nel senso di erotico, tensione strutturale inevitabile verso un qualcosa di finito) furore, l'uomo per come è fatto è assetato d'infinito, nessuna cosa concreta limitata, terrena gli basta. Secondo lui attraverso la conoscenza, l'uomo si eleva dalle cose terrene alla prospettiva divina. L’uomo si immedesima con quel processo cosmico che dà l'essere alle cose. Più io comprendo l'essere e capisco come sono fatte queste cose, più io scopro un infinitezza. Ti elevi a Dio grazie alla conoscenza. Io ho accesso al divino attraverso la conoscenza. Io conoscendo mi immedesimo nel processo cosmico, l'operare di dio nel mondo, cioè l'intelletto universale che dà la forma alle cose. Per un pensatore del medioevo e dell'età moderna c'è un principio ordinatore e non c'è il caso. (Sub specie aeternitatis: considerare le cose dal punto di vista di Dio.) 7 L'uomo, contemplando l'opera dell'essere e quindi conoscendo le leggi che sono al di sotto di tutta la realtà, scopre che è anche lui parte integrante della natura e di questo grande processo cosmico. Identificandosi con la natura e riconoscendosi come sua parte consapevole di sé, l'uomo sperimenta il suo farsi natura (scopre come questo processo opera anche all'interno di lui) Percependo me stesso, attivamente come parte della natura, accedo al massimo grado di libertà. Se io mi scopro come una parte di questo grande tutto, parte consapevole che può conoscere come funziona questo tutto, la mia libertà consiste in: accettare la necessità di tutto ciò che accade. La mia libertà consiste nell'accettare tutto ciò che accade (tutti quei momenti necessari previsti da questo processo cosmico) Più aderisco al mondo, alla realtà e più aderisco al mio stesso essere e accetto questo destino che è causalità. Visione totalizzante della realtà. Io sono all'interno di tutto il processo cosmico. Quando più io non aderisco a quest'ordine, più sono schiavo. Dal punto di vista morale, ci troviamo ad aver a che fare con una morale attivistica, se l'uomo è parte integrante della natura ed è sua massima espressione (perché la natura si auto riferisce nell'uomo), come dio crea, anche l'uomo deve creare. Quindi l'uomo ontologicamente deve affrontare la fatica, deve usare il suo ingegno e deve esprimersi in quella massima forma della sua libertà che è il lavoro. Nel lavoro esprimi tutto il tuo essere (bisogna capire come intende lavoro) Il lavoro è quella cosa in cui l'uomo applica la sua intelligenza nella materia, agisce con padronanza e dominio sulle cose. Tramite la sua prassi, le sue azioni e il suo aderimento all'essere, l'uomo conquista se stesso e diventa padrone di se stesso, prende posto nel mondo. Più conosci e scopri le leggi alla base della realtà e diventi consapevole del tuo potenziale umano, riesci ad avere un potenziale della realtà, più sei libero. L'ignorante non può essere padrone perché non sa come funziona la realtà e se stesso. Più ti adegui al funzionamento della realtà, più sei padrone di te (se hai influenza, prendi una certa medicina) 8 Come dio e la natura operano, anche l'uomo deve operare perciò contemplare (scoprire le leggi di base della realtà) dio e la natura (manifestazione di dio) è fare come Dio. “Non c'è contemplazione senza azione e non c'è azione senza contemplazione” (non c'è teoria senza prassi e non c'è prassi senza teoria) Il mio agire è tanto più libero tanto più io vado a fondo e scopro le strutture dell'essere e divento vicino a dio e divento capace di padronanza e sono libero. Rapporto fra teoria e la prassi è un preambolo alla rivoluzione scientifica del 600, questo tema è predominante. Teoria/Prassi viene dal greco Theorein, vuol dire vedere (con gli occhi), più vedo e capisco più io riesco a regolare la mia prassi e la mia azione sul mondo. Grazie alle mie scoperte sull'essere, da come io conosco il mondo e da ciò che capisco la realtà, da ciò deriva la mia etica e la mia morale (come mi comporto rispetto a me e rispetto agli altri) Più scopro una complessità nella realtà, più la mia morale sarà articolata. Tutti i pensatori dopo Galileo e Cartesio, sono scienziati e pensatori politici. C'è uno stretto legame tra il momento gnoseologico (conoscitivo) e il momento politico (del vivere comune). Da come intendi la realtà deriva da come tu ti comporti nei confronti di essa. Rapporto intrinseco tra la teoria e la prassi, vedremo nella teoria sperimentale Anticipa la rivoluzione scientifica del 600: - Concetto di natura visto come ordine oggettivo grande complesso di cause, non è un insieme di essenze ma un insieme di relazioni tra le cose, relazioni ordinate da leggi - Sta cambiando il concetto stesso di scienza: quando la scienza aveva più tratti teoretici, adesso il sapere scientifico è più sperimentale e matematico, pretesa di conoscere più oggettivamente il mondo e di tradurre in concetti matematici. Definiti due concetti: natura e scienza Natura: ha subito un processo di de-sacralizzazione (per alcuni pensatori la natura non è più vista come opera di dio ma viene vista come qualcosa che può essere indagato in maniera oggettiva, la natura viene cosificata, 9 oggettivizzata) la natura non viene più vista con un fine umano, questo paradigma viene a modificarsi. Se l'uomo è l'esponente massimo della natura e la natura esiste solamente in vista dell'uomo, adesso natura e uomo sono separati. La natura è un: - Ordine oggettivo: non costituisce più il campo che soddisfa i desideri dell'uomo (allontanamento dalla genesi, ci si stacca da lettura religiosa e si cerca prospettiva oggettiva) - Ordine Causale: tutto ciò che è e esiste, è soltanto il risultato di cause ben precise, catena di cause, ad ogni azione corrisponde una reazione - Ordine relazionale: per capire quelle cause che soggiacciono all'interno di ciò che accade, le scopro guardando le relazioni che ci sono tra le cose esistenti. Colgo le relazioni causali dei fatti, studio fenomeni che sono posti all'interno di una trama di rapporti. Non si parla più di essenza ma di questa trama di relazioni in cui ogni cosa è inevitabilmente legata alle altre. - Ordine universale: Io indago fenomeni e fatti che sono anticipati da leggi o principi, alla base di questi fenomeni all'interno della natura ci sono delle leggi che si ripetono, invariabili, regola uniformi che sono universali. (meccanicismo: intendere la natura come un grande meccanismo) La natura è l'insieme di quelle leggi che regolano i fenomeni e li rendono prevedibili Il concetto della natura influenza come io comprendo la scienza e il mondo che mi circonda. Nuovo concetto di scienza: - Sapere sperimentale: si fonda sull'osservazione dei fatti (non sulle essenze a cui posso già accedere) Le ipotesi che la scienza avanza vanno sempre giustificate su base empirica, non siamo più sul piano delle idee. - Esperienza: NON è l'immediata registrazione dei fatti (quando io incontro qualcosa non è ancora esperienza) l'esperienza è tale attraverso una ripetizione osservativa, un incontro ripetitivo col fatto/fenomeno. L'esperienza è una costruzione complessa che mi conduce ad un esperimento. Il concetto di esperienza va sotto il concetto di verifica (la verifica è fatta negli esperimenti) L'esperienza è un processo di verificazione attraverso esperimenti. L'errore fa parte del processo conoscitivo. (più volte confermo l'ipotesi, più volte si realizza e ho trovato una legge) 10 - Sapere matematico: aritmetica e geometria spiegano i fenomeni. La scienza è un fenomeno che si basa sul calcolo, misure che diventano dati e dati che vengono sintetizzati in formule - Sapere Intersoggettivo: vuole dire che ha una portata universale e vale per tutti a portata pubblica. - Sapere oggettivamente: Se io voglio considerare la natura come un'insieme di fenomeni, penso che allora quell'ordine oggettivo abbia una validità intrinseca, al di là di me, non uso metafore per parlare della natura, la natura ha un suo linguaggio. Libero la natura da antropomorfizzazione. La natura ha una sua struttura che non è quella dell'uomo. Lo scopo finale è il dominio dell'uomo sugli enti naturali “sapere è potere” Alla fine del 500 c'è una società che diventa sempre di più una società urbana e borghese ( in espansione, scoperta america, nuovi mercati e ordine mercante, nuova coscienza degli stati che diventano stati nazionali, aumentano certe esigenze militari e tecniche) Vengono a crearsi nuovi bisogni. Queste nuove esigenze trovano risposte in una nuova alleanza tra la tecnica artigianale e gli studiosi (tra studiosi e scienziati) Tecnici: chi sa costruire un certo tipo di oggetto Studiosi: matematici, fisici, chimici Ci sono persone sia studiose che tecniche (leonardo da vinci) Concezione di scienza teorica e pratica. La branca scientifica che fa di scoppio a questa rivoluzione è l'astronomia. Nasce la rivoluzione astronomica che fa scoppiare la rivoluzione scientifica del 600 Ciò che accade sul piano umano è cio che accade sul piano astrale. Uno degli studi che ha trovato interesse è l'astronomia Il personaggio catalizzatore che fa da propulsione è Copernico, da inizio a questo processo di pensiero che comprende astronomia, teologia e filosofia. Copernico riprende una vecchia idea dei pitagorici. Credevano nella teoria eliocentrica. Si deve cercare di confutare il sistema aristotelico tolemaico. Noi siamo all'interno di un sistema di sfere concentriche con all'interno il sole e questa teoria sosteneva che l'universo fosse chiuso, finito. 11 Il secondo che dà il via alla rivoluzione insieme a Cartesio è Giordano Bruno, Basa la filosofia sull'intuizione, non sull'osservazione. Stelle, tanti soli circondati da altri pianeti. L'universo composto da infiniti sistemi, idea già presente nella tarda scolastica (se dio è infinito anche la creazione deve essere infinita) e verrà annullata prima da copernico e poi da Galileo. Tutti questi grandi pensatori o anticipano o sono contemporanei a Galileo Galilei (1564-1642, quasi 80 anni) E’ un matematico ma con una formazione umanistica, sa di letteratura, logica e retorica, ha frequentato l'accademia fiorentina in cui ci studiava Dante e Torquato tasso, si sposta tra pisa e padova (toscana e veneto) Verrà processato dalla santa inquisizione negli anni 30 del 1600. Era fervidamente credente, lui con la sua teoria non vuole correggere la bibbia (la bibbia è alla portata morale di fede dell'uomo o è un testo scientifico?) Va in contraddizione di una lettura della genesi. Quando leggo un libro devo sapere il contesto e il pensiero del tempo. Genesi: dopo che il popolo ebraico viene catturato dai babilonesi. L'esodo viene scritto prima (secondo ebrei) Genesi scritta quando sotto Ciro (persiani) quando ci sarà la cattività babilonese Libro sapienziale: portata etica, contenuti morali e di fede Per combattere l'eresia alcuni contenuti della bibbia sono stati affermati universalmente (non si può andare contro la parola di dio) Poichè 50 Anni prima: sette eretiche che danno problemi alla chiesa. Durante Galileo siamo nel bel mezzo di una controriforma, che era firme con le leggi. C'era un dibattito interno alla chiesa stessa. Controriforma - Per difendersi contro ciò che aveva fatto Lutero (precede tutto l'illuminismo), ogni sapere deve essere fatto in accordo alla bibbia Il problema di lutero è che butta via tutta la traduzione. Se non ho bisogno di intermediari per leggere la bibbia perché posso leggere le scritture da solo con la ragione, allora non mi serve più il clero e il papa. La fede diventa intima mentre secondo la chiesa doveva essere il contrario. Un ragionamento di Galileo non è possibile in quel momento storico. 12 Se Lutero è andato a mettere in crisi la fede cristiana in base al modo in cui vengono lette le scritture accade che ogni forma di sapere deve trovarsi in accordo con quanto scritto nella bibbia. Se il problema delle eresie parte da come le scritture sono state intese allora bisogna sorvegliare il modo in cui mi riferisco al testo sacro, se il testo è sacro non deve essere messo in discussione. Tutto ciò che va a mettere in crisi ciò che va a dire la bibbia non può essere tollerato. Fin da quando esistono i testi sacri, il problema di come andassero lette le scritture era già presente. Per l'ebreo c'è la Torah (che coincide con il pentateuco) Come va letta? questione ermeneutica ( di interpretazione ) già presente nella fede ebraica. La chiesa va a stringere il campo interpretativo della bibbia. Problema: come la chiesa cattolica di quel periodo intende le scritture Nelle lettere copernicane Galileo dice che tanto la natura quanto la bibbia derivano necessariamente da dio, la natura in quanto creato e la bibbia in quanto rivelazione Secondo Galileo quei contrasti tra verità scientifiche e verità religiose sono dei contrasti apparenti, cioè il problema effettivo è rivedere l'interpretazione del testo sacro. Le scritture siccome parlano a popoli (contesto non avanzato dal punto di vista scientifico) culturalmente non avanzati hanno dovuto adattare il proprio linguaggio ai destinatari. (linguaggio molto fisico, non metafisico) [Dio che si coinvolge con l'uomo, detto “adonai” mio signore] La Natura ha le proprie leggi immutabili che non si piegano alle esigenze umane. Ha un suo codice (leggi fisiche universali) e un suo canone. Io quelle leggi le guardo con l’occhio della matematica. Lo scopo della bibbia non è fornire delle verità scientifiche ma parlare delle verità antropologiche (il tema della bibbia è l'uomo e il suo rapporto con dio e con gli altri) Quindi anche scopo morale e etico. NB. Simon Weil dice che la bibbia è una grande antropologia Scienze: campo delle verità naturali portata naturalistica Bibbia: portata antropologica L'autore è il medesimo, le finalità sono diverse. 13 L'errore che fanno i teologi secondo Galileo è pretendere che la bibbia contenga verità scientifiche sulla natura (problema già avuto dagli ebrei prima di cristo) (non c'entra) Gli ebrei si dividono in scuole con capi dei rabbini ( si differenziano in base a come interpretano le scritture) se per l'ebreo la parola di dio è infinita allora anche le interpretazioni sono infinite. Dio è autore sia della sua rivelazione biblica che del creato. La scienza fino ad allora era ancora legata alla visione aristotelico-tolemaica. Dal 4 sec ac in poi ciò che veniva definito scienza custodiva quei caratteri predicati da aristotele, scienza che si basava su quello che aristotele aveva scritto nel suo “Organon” (grande libro scientifico di aristotele, scrive presupposti della sua indagine del reale) Quello che è il linguaggio aristotelico si era collegata alla concezione tolemaica che aveva schema geocentrico, al centro delle sfere concentriche c'è la terra. Galileo, Keplero e Copernico mettono tutti in discussione questo sistema. Colpiscono concetti di perfezione astrale (dei corpi celesti) e incorruttibilità. Tutta quella scienza che sposta l'astronomia sul piano eliocentrico mette in difficoltà questi due concetti. Galileo, Keplero e Copernico si basano su vari scoperte: - Scoperta delle macchie lunari: si scopre che la luna ha dei crateri e quindi delle montagne. mette in crisi l'idea della perfezione dei cieli (il fatto che tutto ciò che è formato da etere sia perfetto) - Scoperta dei satelliti di giove (4) che ruotano attorno a giove: Se come dice copernico, giove ruota con i propri satelliti attorno alla terra, perché non potrebbe essere possibile per la terra che ha un satellite che si chiama luna girare intorno al sole, questo confuta teoria aristotelica dei nuclei immobili. Ciò diceva che la terra è immobile e che sono gli astri che gli girano intorno. - Scoperta macchie solari: punti più o meno intensi: mette in discussione l'incorruttibilità dei corpi celesti. In teoria dovrebbe sfuggire al divenire perché è nella sfera celeste, mentre il sole in realtà è soggetto a dei processi. (mentalità greca: più lontano dal divenire, più imperfetto e corruttibile mentre se sei più vicino al divenire sei più vicino a dio e incorruttibile) 14 - Le fasi di venere: ci rivela che i pianeti non godono di luce propria ma di luce riflessa. (in base ad alcuni momenti dell'anno tu riesci o meno a vedere Venere rispetto a come rimbalza luce sole) Ma se questo vale per tutti i pianeti, perché non dovrebbe valere anche per la terra? - Io noto che nel cielo c'è un'infinità di stelle, anzi noto che addirittura in base ai periodi dell'anno, alcune si vedono e alcune no, suppone (Galileo e altri) la teoria dell'infinità delle stesse, contrario alla teoria delle stelle fisse (ne parla pure dante) Viene messo in discussione il sistema di matrioska della sfera celeste, mettendo in crisi e paragonando il movimento terrestre a quello degli altri pianeti, si cerca di affermare che il centro dell'universo sia il sole. Metodo della scienza dal 600 in poi: metodo (strada dal greco) Il nuovo metodo è fatto di due momenti: - Momento risolutivo o analitico: nell'approcciarsi alla realtà, nell'incontrare un fenomeno, lo scompongo nei suoi elementi più semplici, in dati, lo divido nei suoi elementi quantitativi e misurabili per formulare un'ipotesi matematica e fine ultimo è arrivare ad una legge - Momento compositivo o sintetico: è il momento della verifica, dell'esperimento in senso stesso, cerco di riprodurre il fenomeno artificialmente, se l'ipotesi è inverata, io posso passare alla formulazione della legge che viene verificata, inverata. Momento risolutivo è preambolo di quello sintetico. Come si arriva alla legge? Galileo parla di: - Sensate esperienze: esperienza fatta completamente dai nostri sensi, il momento osservativo-induttivo, osservo dei fatti e delle cose particolari e il particolare mi porta a formulare un'ipotesi di legge - Necessarie dimostrazioni: indicano il momento ipotetico-deduttivo Sono nell'ambito della deduzione, indica quei ragionamenti logici che io svolgo col linguaggio della matematica, parto da ambito logico e con deduzione arrivo a formulare un'ipotesi. Dall'intuizione, lo scienziato deduce il comportamento probabile di alcuni fatti. (reazione da verificare) L'uno implica necessariamente l'altro. Le sensate esperienze rivelano sempre un riferimento alle dimostrazioni necessarie. Tutte le esperienze osservative sono già determinate da un'ipotesi. Una pre ipotesi che sceglie cosa osservare di un fenomeno particolare. 15 Metodo è frutto di un processo, più autori interpretano la realtà in una nuova maniera Filosofia moderna parte dal problema gnoseologico, in base a ciò creare una maniera di studiare la realtà, interpretare il rapporto con me stesso e con gli altri. Scienza, autocoscienza, società e politica. Tutti i grandi pensatori della modernità, sono pensatori scientifici e politici. Momento analitico e sintetico, compositivo e risolutivo. - Sensate esperienze: si sta rimettendo in discussione il concetto di esperienza. Io devo basarmi su ciò che noto attraverso i sensi. All'interno di quel momento induttivo (parto dal particolare all'universale, dal molteplice all'unità, dai fenomeni alla legge), osservativo della realtà. Cerco di osservare fatti e casi particolari, questa osservazione mi porta a ipotesi e poi a legge. Sensate esperienze non è l'esperienza in maniera intesa in maniera immediata, sensata nel senso di consapevole, io sto mettendo in atto un certo tipo di attenzione, non significa che si riferisce ai sensi e basta. Già la dentro io deciso cosa andare a vedere - Necessarie dimostrazioni: quei dati che l'osservazione mi ha trasmesso, io li traduco in linguaggio logico-matematico, momento ipotetico deduttivo, dall'universale al particolare, provo a ipotizzare la legge e provo a dare ragione alla legge rispetto ai fenomeni che vedo nella realtà. Parto da un'intuizione sulla base di cosa ho osservato, una formulazione teorica, campo della teoresi, devo verificare la mia ipotesi, devo inverarla. Ciò che io penso sia alla base di certi fenomeni devo verificarlo attraverso l'esperimento, da un'intuizione lo scienziato deduce il comportamento probabile di alcuni fatti. Fra il momento induttivo e quello deduttivo non c'è mai separazione, si coimplicano. Nel momento in cui mi approccio a questi fenomeni, il mio sguardo nell'osservare la realtà è già orientato, l'atto con cui io osservo la realtà è già di per sé informato. Cioè sto già applicando un'interpretazione alla realtà. Nel momento in cui mi approccio al reale, io mi approcciò già con un'ipotesi conoscitiva di partenza. Heidegger: pre comprensione, ho delle ipotesi dentro di me già prima di conoscere qualcosa 16 Le mie sensate esperienze non sono mai casuali, non sono mai dirette dal caso ma sono già sotterraneamente direzionate da un ipotesi. Alla stessa maniera le necessarie dimostrazioni non sarebbero tali con il dato di realtà che mi danno i sensi, riesco a tradurre in linguaggio logico matematico grazie a quei dati. Galileo, Cartesio rivoluzionano l’astronomia e il processo di conoscenza Adesso non c'è una netta divisione tra soggetto e oggetto, che invece c'era con Tommaso D'aquino Quando noi parlando del metodo scientifico parliamo di esperienza, non dobbiamo intenderla come l'esperienza ordinaria, quindi c'è una rottura. Esperienza ordinaria, il “mi sembra”, il senso comune, il fermarsi alla prima concezione di un fatto o fenomeno. C'è il rischio di rendere valida un'apparenza, dare i caratteri della validità a un'apparenza. Galileo sta mettendo a tema il fatto che il mondo come viene percepito dal senso comune, non è il mondo della fisica, il mondo delle apparenze, il mondo del mi sembra non è valido (lo diceva platone, con la doxa=opinione e mi sembra episteme= la verità necessaria al linguaggio.) Il concetto di esperienza per galileo e per il metodo scientifico moderno, è un concetto che deve mettere in discussione le prime apparenze, i primi dati che noi incontriamo nel processo conoscitivo, non puoi fermarti alle prime apparenze di qualcosa ma devi approfondirlo. Per contrastare le apparenze serve quindi un esperimento in quanto più io interrogo il fenomeno più io vado a fondo. Ricreo dinamica e arrivo alla legge. Ma che cos'è la VERIFICA? Non è semplicemente la conferma dei sensi. La verifica è una procedura complessa, articolata, attraverso cui cerco di riprodurre il fenomeno attraverso una riproduzione semplificata (cerco di eliminare elementi di ostacolo), riproduco l'essenziale. Ma nel momento in cui la verifica non è possibile? Si ricorre agli esperimenti mentali -> si fa appello a una fisica ideale (teorica): tengo conto di tutti quei dati scientifici e in base ad essi traccio degli esperimenti mentali. Il punto di verifica rimane sempre l'esperimento concreto: ogni teoria è considerata scientifica solo dopo essere stata inverata da un esperimento. 17 Quali sono i presupposti filosofici? Indicano tipo della visione della realtà che permette un certo sguardo sulla realtà: Il cosmo ha una struttura matematica: l'ordine della realtà è geometrico. Quindi l'essenza dei fenomeni è geometrica e serve linguaggio matematico. Noi in questo nostro universo ragioniamo così, ma chi ci dice che sia l'unico linguaggio? Distinzione tra proprietà oggettiva e soggettiva: accento posto su elementi quantitativi e non qualitativi. Io non considero le qualità relative (per Aristotele -> accidenti) ma solo la realtà in quanto tale. L'uniformità della natura: la natura è ontologicamente strutturata in base a delle leggi generali e immutabili cioè sempre valide, universali. Leggi che sommamente rispondono al principio di causa-effetto. La natura è un sistema. L'identica certezza tra la conoscenza umana e quella divina: la conoscenza umana e quella divina variano rispetto alla modalità di apprendere. La nostra conoscenza è progressiva mentre quella divina è immediata. La conoscenza umana è un poligono all'interno di un cerchio -> non arriverà mai a sovrapporsi. La scienza ha la pretesa di individuare le leggi necessarie della realtà che sono quelle che il creatore ha inserito nella realtà stessa. Posizione di Galileo -> realismo gnoseologico (conoscitivo). Galileo crede nella conformità tra ciò che la scienza sostiene e l'ordine del mondo. Questo principio verrà messo in discussione da Kant. Fra soggetto e oggetto c'è un collegamento di corrispondenza. Fra la matematica e la natura c'è sempre un accordo, la scienza non è altro che lo specchio della realtà dei fenomeni. La conoscenza umana deve rispettare ciò che dice la natura riguardo i fenomeni. Cartesio (René Descartes) - (Francia 1596-1650) Vive durante la guerra dei 30 anni. Nel 1600 ci sono le guerre di religione in cui persone della stessa fede, cristiani (cattolici e protestanti) si stanno uccidendo tra loro. Il problema di Cartesio e tutti gli altri pensatori del 1600 è la verità. Quella che è l’analisi conoscitiva: un tutt'uno con il problema esistenziale e politico (primo filosofo che capì ciò fu Platone, interesse politico). 18 Cartesio inaugura corrente del razionalismo, in cui il criterio della verità risiede nella ragione stessa dell'uomo. Darà inizio a due scuole: empiristica e razionalista. Nasce in una famiglia borghese, studia presso i gesuiti quindi ha una formazione culturale avanzata. Si laurea in legge, ha dei terreni e ha delle rendite, quindi può viaggiare. Segue molti corsi universitari e lavora come precettore (si occupava di tutta l'educazione dei figli dei nobili). Partecipa alla guerra dei 30 anni, nel 1618 combatte in Olanda. Anche lui è cristiano cattolico ma ha delle idee che vanno contro gli insegnamenti della Chiesa. Cartesio è soprattutto un matematico, e studia astronomia è un intellettuale a tutto tondo. Il punto focale è scoprire quel metodo fondamentale nel campo teoretico cioè strettamente scientifico quanto nel campo pratico, cioè morale e politico. Problema di questo periodo -> la verità. Cartesio cerca un criterio di discernimento tra il vero e falso, un canone che possa anche aiutare l'uomo stesso a diventare padrone della natura. Parlare di Cartesio significa parlare di metodo e nel 1637 scrive una prefazione ad una trilogia di testi di ambito matematico scientifico: “Discorso sul metodo”. L’obiettivo è trovare un metodo che mi garantisca una verità universale. Metodo (in greco -> strada), come in una strada ci sono cartelli, forniti dalla matematica. Il metodo ottiene quindi le sue regole dalla matematica: 1. L'evidenza: dobbiamo accogliere per vero solo ciò che conosciamo senza alcun dubbio. 2. L'analisi: nel momento in cui mi accosto ad un fenomeno, per poterlo risolvere, lo devo scomporre nelle sue unità più semplici, quelle fondamentali (reductio). 3. La sintesi: passare dalle conoscenze indubitabili, vere di per sé, a quelle più complesse e articolate. ( es: dalle idee più facilmente dimostrabili a quelle complesse). 4. Enumerazione e revisione: è il controllo attento a tutti i passaggi deduttivi fatti nell'analisi e nella sintesi. 19 Problema: queste regole non bastano a se stesse, hanno bisogno di un ultimo fondamento cioè hanno bisogno di una giustificazione. Da dove deriva l'applicazione universale di questo metodo? Per arrivare a comprendere se io a priori (per ragionamento) arrivi a un punto tale da scoprire un'evidenza ultima ho bisogno di usare il dubbio, devo usare una critica al sapere esistente. Non ho la pretesa di affermare qualcosa di vero (epoché, sospensione del giudizio) Diversa dalla critica di Cartesio, ha finalità costruttiva quindi si vuole trovare l'elemento ultimo che mi permette di costruire tutta la conoscenza. Mettendo in dubbio la conoscenza esterna con il dubbio metodico (intento è dimostrare), sospendo l'assenso ad ogni conoscenza certa, a tutto quel bagaglio di conoscenze del senso comune per trovare il principio indubitabile su cui fondare le proprie conoscenze. Il dubbio metodico va a mettere in dubbio tutti i sapere della conoscenza esterna. Cartesio però arriva a mettere in questione la capacità conoscitiva dell'uomo con il dubbio iperbolico. Esempio: presupponiamo che la mia facoltà conoscitiva sia stata infettata da uno spirito maligno, allora che cosa rimane? Anche le conoscenze più certe sono dubbie. Tutti i miei atti conoscitivi mi ingannano. Se io mi inganno è indispensabile che io esista, quindi può dubitare solo chi esiste, però se esisto, non essendo la conoscenza corporea certa, è certo che io sia un essere pensante -> può darsi che posso mettere in dubbio tutto, ma rimane il fatto che io penso. La verità su cui basare ogni conoscenza -> il fatto che io penso (cogito ergo sum). Dalla certezza del pensare deriva inevitabilmente la certezza della mia esistenza. Con Cartesio abbiamo nascita di razionalismo: ridurre l'uomo solo alla sua facoltà pensante (punto di vista etico: ma allora un che è in coma?). L'unica conoscenza di cui non posso dubitare è il fatto che io penso. Cartesio fa dipendere il piano esistenziale da quello intellettuale, se il cogito mi rende sicuro della mia esistenza la domanda è: come faccio ad essere certo se esiste ciò che è all'esterno di me? 20 Essendo un essere pensante avrò delle idee; dell'esistenza di queste idee ne sono sicuro perché sono atti del mio pensiero, ma a queste idee corrispondono delle realtà fuori di me? Noi pensiamo che abbiamo 3 tipi di idee: innate (non vengono dall'esterno, ma che riguardano la stessa nostra capacità di pensare, a priori sono presenti in me; es: idea di figura geometrica) avventizie (idee esterne cioè che vengono da fatti esterni: es idea di albero) fattizie (costruite da me; es: idea di unicorno) Ma qual è l'origine di queste idee? Applicando il dubbio: anche le idee avventizie potrebbero essere fattizie; quindi devo trovare un indubitabile ovvero Dio, idea di una sostanza infinita (eterno, onnisciente, creatore, onnipotente). Quindi se io ho un'idea di lui, è difficile che a creare questa idea sia stato un essere privo delle sue caratteristiche. Io che sono un essere finito e imperfetto come faccio ad avere l'idea dell'essere perfetto? Le 3 dimostrazioni di Dio: 1. La causa dell'idea di un essere infinito non può essere una sostanza finita (ovvero l'uomo), ma un’idea di una sostanza infinita sarà stata creata dalla sostanza infinita stessa. Quindi Dio esiste. 2. Il soggetto umano se dubita non accede a una conoscenza perfetta, e se è imperfetto e finito non può essere stato causa di se stesso e quindi è in dipendenza. Se fosse stato causa di se stesso si sarebbe dato quelle perfezioni che trova in Dio. Se io non mi sono creato da me allora inevitabilmente ci sarà un essere perfetto che mi ha dato e mi sta dando l'essere. Quindi Dio crea un essere finito a cui trasmette l'idea di infinito. 3. Prova di Anselmo d'Aosta -> La prova di Anselmo dice che Dio è ciò di cui non si può pensare il maggiore, l'ente che contiene in sé tutte le perfezioni, ma se le contiene, non può non contenere quella dell'esistenza. deve necessariamente esistere -> quindi Dio esiste. NB: Cartesio sta facendo un ragionamento tipico della scolastica medievale (-> Anselmo d'Aosta) COGITO -> IDEE (AVVENTIZIE -> FATTIZIE?) -> DIO Ciò che non ha causa in se stesso, cioè io, cesserebbe di esistere se quella causa che lo costituisce non lo continui a creare in maniera incessante. 21 Nessuno ha il potere di darsi l'essere. dio me lo sta dando, in quanto causa incausata. Dio se esiste necessariamente, io scopro la sua idea dentro di me, essendo un essere necessariamente perfetto, è anche somma verità perfetta e se è somma verità non può ingannarmi, non può contenere il falso, se no ci sarebbe qualcuno al di sopra di dio. Dio è il garante del mio processo conoscitivo Dio se contiene in sé tutte le perfezioni contiene perfezione dell'essere e della verità. Essendo il mio creatore, non può ingannarmi, quindi l'esistenza di dio va a salvare il mio processo conoscitivo. Dio è garante del criterio dell'evidenza. La capacità conoscitiva umana, non può condurre all'errore se viene usata correttamente (con il metodo) Tutto ciò che a me appare evidente può essere vero, Dio salva il criterio dell'evidenza, è il garante di quelle evidenze che io incontro conoscendo il mondo. Noi siamo intelletto e volontà secondo Cartesio. L'intelletto conosce la realtà ma è limitato rispetto all'intelletto divino, non hanno conoscenza induttiva ma progressiva. L'intelletto fornisce le conoscenze acquisite alla volontà che diventano più o meno evidenti. La volontà è libera, la mia capacità di accettare o negare quello che l'intelletto mi presenta. La libertà umana dà il suo assenso o negazione ai dati che dà l'intelletto. Se Io dessi il mio consenso a tutto quello che il mio intelletto mi riporta, cadrei in errore. Cado in errore a causa della libertà della volontà che può assentire a qualcosa che non è evidente. Per evitare l'errore dobbiamo evitare qualsiasi cosa che ci appare come dubbio, il dubbio va approfondito e verificato per arrivare alla evidenza ultima da accettare come vera. Critica a Cartesio: il suo problema è che per spiegare l'evidenza della realtà, cade in un circolo vizioso. Cartesio pretende da una parte di dimostrare dio attraverso l'evidenza della sua idea in me, d'altra parte cerca di dimostrare la validità delle mie evidenze a partire dal fatto che dio è garante della mia conoscenza. Chiama in causa dio per qualcosa che è già evidente. 22 Una concezione fatta così può cadere nel dogmatismo epistemologico. Se dio è il garante delle evidenze che incontro nel processo conoscitivo, se è garante delle evidenze dei principi della conoscenza, è garante della permanenza della verità, di ciò che io incontro come vero, così facendo io rischio di far diventare le verità umane, conosciute dell'uomo, come dogmi, rischiando di annullare il processo di conoscenza progressiva delle cose. Il metodo di Galileo può essere rivisto e aggiornato, non sono dogmi, può essere discusso. Se dio è così garante delle verità che io ho incontro, allora non c'è una progressività, queste verità non cambiano mai. Differenza fra - il razionalismo cartesiano: ci sono verità incontrovertibili che tu conosci subito all'interno del processo conoscitivo. (perché tutto deriva dalla mia ragione, Cartesio fa parte degli aprioristici) - l'empirismo della rivoluzione scientifica: verità che conosci attraverso un processo progressivo (esperimenti e leggi da inverare) (galileo e bruno partito empiristi) Parliamo anche di dualismo cartesiano: Cartesio spacca la realtà in due il territorio in res cogitans e la res extensa: - Res cogitans è la realtà psichica a cui si attribuiscono le qualità di: inestensione, libertà e consapevolezza - Res exstensa: Concretamente esiste una grande massa corporea nella mia realtà che può essere divisa in parti e che occupa una superficie ( ha un'estensione) e presenta delle qualità quantitative, quindi determinata dal principio causa effetto (prospettiva meccanicistica) Meccanicismo cartesiano perché ogni parte è inevitabilmente collegata a un'altra e entrambe rispondono alla legge di causa e effetto. Tutta la materia è dominata dal principio di inerzia e dalla conservazione della quantità di moto. Solo nell'uomo la res extensa e res cogitans sono riunite grazie a un organo, chiamato ghiandola pineale che collega il piano del pensiero al piano del mio corpo fisico, mentre la realtà fuori è solo res extensa. Se parlo di res extensa devo parlare della fisica cartesiana. Con questa divisione Cartesio vuole arrivare ad analizzare la realtà in termini matematici. La res extensa rappresenta la realtà fisica, che è estesa, limitata e inconsapevole. 23 Tutto ciò che esiste si muove e occupa spazio grazie a dio (trascendente), la causa di tutto ciò è dio che ha conferito alla materia un quantità di moto. Quindi derivando da dio, tanto la materia quanto il moto sono indistruttibili e immutabili. (ricorda Einstein) Dire che il mondo si identifica con l'estensione è dire che la fisica si rifà a dei rapporti geometrici, se materia ed estensione coincidono, questo implica delle conseguenze 1. se lo spazio geometrico è uno spazio infinito, allora infinita sarà anche la sostanza estesa. 2. se lo spazio geometrico è uno spazio infinitamente divisibile, anche la materia sarà infinitamente divisibile. 3. se lo spazio geometrico è uno spazio continuo, senza interruzioni, allora la materia non ha spazi vuoti. Non esiste il vuoto 4. Alla luce di tutto ciò, oggettivamente esistono le proprietà quantitative della materia (quelle analizzabili) Cartesio vuole rifiutare ogni tipo di concetto di forza. A determinare il movimento dei corpi è la quantità di moto impressa da dio nella materia, attraverso degli urti, non c'è forza ma riprende teoria degli urti. Gli urti accadono nella continuità della materia. Cartesio vuole evitare una concezione magica della realtà (si pensava che le forze potessero essere manipolate al tempo.) L'universo è dominato dal principio di inerzia e della conservazione della quantità di moto iniziale. Lui immagina che ci siano frammenti di spazio costituiti da una materia più sottile di un'altra. Ci sono spazi più sottili (etere) che consentono il movimento degli altri. Fisica cartesiana, la questione è che ciò che ha estensione è una riduzione della realtà in caratteri geometrici Materia e estensione coincidono. non esiste il vuoto. La dottrina di cartesio non è atomistica. Cartesio vuole evitare il concetto di forze perché parlare di forze in quell’anno tirava in ballo il finalismo (in cui tutto cio che accade e è, è tale in vista di un fine e scopo ultimo) mentre Cartesio ha una visione meccanicista (principio causa effetto) Tutta la realtà e l’esistente essendo materia è relazionato da queste parti che sono animate e mosse, hanno legge il principio di causa effetto. 24 Per evitare ogni tipo di riferimento alla magia (anni in cui alcune persone finiscono sul rogo) che era abbastanza viva nel 1600. Si vuole confutare tutto ciò che ha a che fare con la magia che pensava che le forze si potessero controllare. Quindi come si dà il movimento? Dio I movimenti avvengono secondo le teoria degli urti. Spazio è fatto da più parti estese e il movimento avviene quando pezzi di materia si spostano tra di loro all’interno di una massa di corpuscoli uniti tra di loro più piccoli, chiamati etere (es. oggetti che entrano ed escono dalla sabbia) Fisica cartesiana: urti e vortici. Vortici quando un pezzo di materia grande nel passare dentro i corpuscoli, lascia una scia, quella scia viene subito rioccupata dalla materia, il movimento di rioccupazione dello spazio dai corpuscoli è detto vortice. E’ una teoria mentale che non si basa su degli esperimenti. Cerca di spiegare la realtà riducendola al principio causa ed effetto. Cosa anima i corpi? Cartesio parla di funzioni vitali Dentro di noi ci sono le nostre funzioni vitali (siamo all’inizio degli studi anatomici, prima da vinci andava a sotterrare i cadaveri) Ogni essere vivente, custodendo delle funzioni vitali è una macchina, possiamo essere considerati degli automi, grandi macchine di carne che si muove in autonomia grazie al rapporto che si viene a creare tra le funzioni vitali che lo costituiscono. La sala di controllo è la res cogitans, la mente. Siamo ancora nel solco di platone. Siamo in pieno Platonismo Morale e passioni in cartesio. Discorso sul metodo. Io di fronte ai miei possibili atti da prendere all’interno di contesti contingenti (sfera del possibile), come mi comporto, come mi regolo? Nel discorso sul metodo questo insieme di comportamenti da assumere nei contesti, si chiama morale provvisoria, quella morale che io devo adottare davanti ai fatti concreti che mi accadono. In campo pratico abbiamo l’obbligo di prendere delle decisioni, senza attendere l’evidenza. La vita è immediata mentre la scienza è immediata. Quali possono essere le regole della morale provvisoria? Tre principi (stiamo parlando di regole tratte sempre dal discorso sul metodo scritto in piena guerra dei 30 anni quindi quando parla di morale e etica, ha come contesto la guerra e le rivalità religiose) 25 1) Secondo cartesio bisogna sempre obbedire a quelle leggi, usi costumi che sono proprie della nazione, bisogna praticare la religione del sovrano e bisogna farsi guidare da tutte quelle opinioni moderate che allontanano gli eccessi e ei pericoli (medietas greca) (non entrare in contrasto e essere moderato nella lazione) 2) Rispetto a qualsiasi scelta, se mancano degli elementi sicuri che possono aiutare nel discernimento della realtà, bisogna comunque agire con risolutezza e seguire quella opinione dubbiosa che ci ha affascinato, intercettato (segui almeno l’opinione che ti sembra più ragionevole anche se non ne sei certo) L’opinione che ti sei fatto è un’opinione provvisoria. E’ inevitabile che in alcuni fatti non hai gli elementi per giudicare, quindi cerca di all’inizio fare una decisione che ti sembra ragionevole e poi cerca cerca quelle evidenze che fanno aderire alla realtà la tua scelta. La mia posizione è soggetta a una cambiamento e a una maturazione poichè io non dubito più di essa (platone direbbe passiamo dalla doxa all’episteme) La ragione facendo appello alle regole del metodo (che ti portano all’evidenza) soppianta quelle opinioni a cui le passioni ci conducono. La prima decisione te la danno le tue passioni e la ragione ti porta ad avere un’opinione che aderisce al reale. Per Cartesio noi dobbiamo allenarci a sorpassare il mi sembra a fare sempre un lavoro di approfondimento. (quando l’urgenza passat cerco quegli elementi di verità che mi aiutano a trovare un’opinione aderente al vero 3) Bisogna imparare a dominare se stesso, più a cambiare i propri giudizi, il proprio sentire, le proprie passioni rispetto all’idea di cambiare il mondo, la sorte (la fortuna alla latina) non diventare matto per cambiare il mondo ma cambia la tua reazione alla realtà, cambia la tua relazione alla realtà. Tu puoi mettere in campo una signoria sulla tue passioni (Paolo e Francesca schiavi della passione e all’inferno perché non hanno usato la testa) Nulla è in potere dell’uomo tranne i propri pensieri. Cartesio crede nel libero arbitrio. L'uomo non è totalmente condizionabile ma ospita una parte di sé che può scegliere di fronte ai condizionamenti (cartesio è educato in ambito gesuita, Ignazio di Loyola ha creato un metodo di discernimento e interrogazione dei pensieri, che nasce in ambito patristico, che peso e origine hanno, se sono buoni o meno) Se tu capisci da dove si originano i tuoi pensieri, puoi anche dominarli. Libertà esiste nella res cogitans. Regole ti aiutano nei contesti della realtà che non hanno elementi evidenti per decidere. Nel momento in cui impari e si ripetono certi eventi sai come comportarti 26 Obiettivo: arrivare a trovare una morale definitiva. Cartesio scrive “le passioni dell’anima” e parla degli elementi a me interni che mi rendono passivo. Se io indago l’essere umano so che sono capace di azioni ma sono soggetto ad affezioni (sentimenti, emozioni, reazioni subitanee, tutto quell’aspetto di subitaneità e quegli aspetti che io non controllo) Abbiamo sentimenti inevitabili. Le emozioni sono causate nell’anima dagli spiriti vitali, quelle forze vitali che agiscono nell'anima, queste forze nell’impatto con la realtà causano le mie emozioni. L’emozione ha un effetto sull’anima in modo che l’anima produca a sua volta delle azioni che tendono a conservare e rendere più perfetto il corpo. Noi abbiamo delle emozioni fondamentali: (dietro la paura c’è la tristezza e gioia) Tristezza e gioia sono quelle emozioni che noi mettiamo in campo per autoconservarci o potenziarci. Tristezza originata da quelle cose che ci sembrano nocive per il corpo e per la nostra sussistenza e comunicano all’anima odio e contrarietà per ciò che causa dolore, io sperimento un depotenziamento, per difesa. La gioia emerge quando scopro quelle cose che sono utili alla mia sussistenza, cose per cui io sperimento un potenziamento del mio essere, utili alla mia espansione e generano in me verso questi fatti amore. Noi esseri umani viviamo in uno stato di servitù emozionale, noi andiamo a ingigantire ciò che ci appare come bene e ciò che ci appare come male, anzi, tendenzialmente noi cerchiamo più il male che il bene in maniera sproporzionata. Io mi trovo più a fare atti controproduttivi a me stesso o agli altri. San paolo: vedo il bene che vorrei ma faccio il male che non voglio Freud: Principio di piacere e morte (es guerra dei 30 anni, cerco di fare bene ma faccio il male) L’anima rispetto al fatto di essere agitata deve imparare a vincere le emozioni, non puoi eliminarle, devi sottometterle. Se noi ci attestiamo sulle emozioni 27 siamo trascinati di qua e di là e quel movimento ondivago delle emozioni crea una scissione interna. Il modo è quello di lasciarsi guidare il più possibile da ciò che noi abbiamo appreso dall’esperienza (esperienza è dare un giudizio su ciò che ho provato cercando il più possibile la verità e l’evidenza.) Il mio problema è la passività rispetto ai miei stati interiori. La mia debolezza è essere in balia di queste emozioni e sentimenti. Io sono chiamato a imparare a mettere a fuoco quelle emozioni. Puoi governare le emozioni, non cancellarle. Cercare di lasciarsi guidare sempre di più dall'esperienza. Distinguere ciò che è bene e male. Usare la ragione per dare il giusto valore alle cose. Evitare gli eccessi (medietas). Il saggio è colui che sa dominare le emozioni ( NON è atarassia, imperturbabilità dell'animo), mai negare le emozioni ma imparare a controllarle. Come le domini? estendendo il dominio della ragione sulle passioni. Morale cartesiana ti insegna a dare il giusto peso alle cose. Umanesimo Giordano bruno Galileo Rivoluzione scientifica Cartesio 28

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