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Summary

Questi appunti trattano le economie preindustriali, la rivoluzione agraria, la rivoluzione urbana, la peste nera e la globalizzazione. Gli appunti analizzano i caratteri strutturali delle società preindustriali e le principali trasformazioni storiche. L'impatto della peste nera e le prime forme di globalizzazione sono anche discussi.

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LEZIONE 2 - LE ECONOMIE PREINDUSTRIALI: I CARATTERI STRUTTURALI «Se un antico Romano fosse stato trasportato diciotto secoli avanti nel tempo egli si sarebbe trovato in una società che egli avrebbe imparato a capire senza eccessiva difficoltà. Orazio non si sarebbe sentito fuori posto come ospite d...

LEZIONE 2 - LE ECONOMIE PREINDUSTRIALI: I CARATTERI STRUTTURALI «Se un antico Romano fosse stato trasportato diciotto secoli avanti nel tempo egli si sarebbe trovato in una società che egli avrebbe imparato a capire senza eccessiva difficoltà. Orazio non si sarebbe sentito fuori posto come ospite di Orazio Walpole e Catullo si sarebbe sentito di casa tra le carrozze, le donnine e le torce illuminanti della Londra notturna del Settecento» Il mondo preindustriale fu caratterizzato da un’essenziale continuità, tra ascese e declini di imperi, come descritto da Cipolla nel 1974. Questa continuità venne rotta tra il 1780 e il 1850 con la prima rivoluzione industriale, che portò una trasformazione da economie principalmente agrarie a economie industriali. Questa trasformazione è il frutto di una lunga accumulazione di processi economici e politici, che hanno avuto un’accelerazione a partire dal 1300/1400 (La grande divergenza). Le società pre-agrarie: i gruppi di cacciatori-raccoglitori. Essi erano gruppi umani molto piccoli, di circa 10/20 persone, con una divisione del lavoro molto essenziale, e con una ricchezza pari al livello di sussistenza, senza alcuno accumulo e surplus. Questo è importante perché la diseguaglianza economica nasce dall’esistenza di un surplus oltre il livello di sussistenza di cui qualcuno si può approfittare. Quindi erano tutti uguali e tutti “poveri”. Prima grande rivoluzione della storia economica: la prima rivoluzione agraria, o rivoluzione del Neolitico (circa 10-12.000 anni fa), che porta alla nascita delle società agrarie. L’agricoltura e l’allevamento portano a una certa stanzialità. Molte società si sono trasformate in economie agrarie per necessarietà, perché la popolazione stava crescendo, seppur lentamente, e non vi erano più risorse. Che impatto ebbe la rivoluzione del neolitico? Nel breve periodo fu negativo: ◦peggioramento delle condizioni di vita (scheletri più bassi), perché all’inizio si coltivavano poche cose e quindi la dieta diventa molto meno varia. Inoltre aumenta la densità demografica e aumenta il contagio di malattie, anche vivendo con gli animali. Inoltre essi lavoravano molto di più. ◦Cresce la diseguaglianza, dovuta alla presenza di surplus Nel lungo periodo fu positivo: ◦Si sviluppano società più complesse, dove le persone svolgono ruoli diversi ◦Divisione dei compiti, che porta alla “specializzazione”, e questo fa si che si inizia a percorrere le proprie curve di apprendimento, aumentando qualità, competenze, ecc ◦Accumulo di conoscenze e competenze da trasmettere alle nuove generazioni Seconda grande rivoluzione: la rivoluzione urbana (a partire dal 3000 a.c) Se ci sono persone che possono vivere in città senza coltivare, vuol dire che esiste un surplus prodotto dall’ agricoltura. Nascono le prime forme statuali, lo stato (città-stato, impero ecc). Viene formalizzato il senso di comunità. Lo stato raccoglie i tributi e con questi canalizzo le risorse in nuovi impieghi necessari a fornire servizi alla comunità. Con la crescita delle città, le società diventano + complesse: artigiani, commercianti, funzionari politici —> stratificazione sociale. La rivoluzione agricola arriva ovunque; la rivoluzione urbana è un fenomeno localizzato, che avviene sostanzialmente solo in Europa e Asia (Eurasia). Perché qui? Jared Diamond dice che i motivi di questa localizzazione è dovuta a due vantaggi: La superiorità delle specie domesticabili —> se coltivi orzo e frumento (Eurasia) stai meglio di chi coltiva il mais (America), perché ti danno più nutrienti e ti fa vivere meglio. Inoltre anche per quanto riguarda l’allevamento, in Europa vi erano molti mammiferi addomesticabili, mentre in America pochi L’asse ovest-est —> no enormi barriere naturali; se si fosse scoperto qualcosa in Asia, l’informazione si sarebbe mossa velocemente fino all’Europa. Le Americhe si sviluppano invece su un asse verticale, e questo vuol dire attraversare diverse aree climatiche. Quindi in Europa: agricoltura + efficiente e produttiva, densità demografica corretta, forme organizzative statuali. America —> partenza tardiva. Africa sub-sahariana —> agricoltura poco produttiva, società meno diversificata, ritardo nella rivoluzione urbana. Analogie tra Europa e Asia a livello organizzativo (strutture statuali complesse), istituzionale (proprietà privata, sistemi ereditari dove il surplus veniva suddiviso ai figli, istituzioni educative per trasmettere le conoscenze e le competenze, strategie matrimoniali all’interno della stessa rete sociale) e culturale. I caratteri strutturali di un’economia agraria 1. Città e villaggi di piccole dimensioni (6-8% della popolazione in Eurasia) 2. Limitata divisione del lavoro, basata sostanzialmente sul sesso e sull’età. 3. Limitata gamma di bisogni. 4. Economie dove prevaleva l’autoconsumo (90% tra cibo, vestiti ecc), nonostante l’esistenza di mercati e scambi monetari. 5. Bassa produttività del lavoro e in generale poco lavoro, si lavorava solo quando c’era la luce 6. Fragilità dovuta a fattori climatici/metereologici e demografici, che portavano a frequentissime carestie. Come far fronte alle crisi? Tramite le parentele e la rete sociale che si andava a creare 7. Città luoghi di commercio e mercato, luoghi di produzione di manufatti e servizi essenziali, come la sicurezza e l’organizzazione politica, il tribunale ecc (90% produzione auto consumata, 9% commercio nelle città, 1% commercio a lunghe distanze) 8. Non erano economie immobili, anche se l’innovazione tecnologica era molto lenta (aratro pesante e mulino ad acqua) Thomas Malthus e la “trappola malthusiana” In condizioni di tecnologia costante, la popolazione tende a crescere più rapidamente delle risorse. Sul medio-lungo periodo l’equilibrio tra popolazione e risorse può essere mantenuto solo tramite il verificarsi periodico di crisi di mortalità (carestia, pestilenza, guerra). Quando il livello di sussistenza viene superato, le persone stanno meglio e aumenta quindi la natalità, che si trasforma in un aumento dell’offerta di lavoro, che viene soddisfatta solo con una riduzione del livello retributivo, che riporta inevitabilmente il reddito al livello di sussistenza, dove rimane intrappolato. LEZIONE 3 - DALLA PESTE NERA ALLA GRANDE APERTURA Tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna c’è un netto cambiamento di passo. Due fattori svolsero un ruolo chiave: 1. La peste nera (metà Trecento) (dove più dura è stata la peste nera, più si ha avuto uno sviluppo in quei territori) 2. Le grandi esplorazioni geografiche (circa un secolo dopo). (europei mandano navi in tutto il mondo) La storia economica studia come gli uomini producono risorse e ricchezze. Pax mongolica: un grande cambiamento cominciò ad avere luogo all’inizio del 1200, e fu la trasformazione dell’impero mongolo che si formò poi nel 13 secolo. Rilevante perché da questa conquista arriva una convergenza politico – istituzionale di un vasto territorio. Un impero così grande e continuo fa si che in questo territorio ci sia una lingua comune, un sistema viario per commerciare, regole rispettate da tutti, così era più facile commerciare rispetto a prima dove era tutta frammentata. Questo impero mette anche in pace un territorio caratterizzato prima da una grande conflittualità (Pax Mongolica). Si rafforzano le comunicazioni in un'area vastissima. Con il mondo più integrato non viaggiano solo i prodotti e persone ma anche gli agenti patogeni, la peste. Rafforzandosi gli scambi, gira di più la peste. Arriva dalla Crimea. Una delle peggiori pandemie della storia con un tasso di mortalità stimati tra il 30% e il 60%; Europa non era preparata quindi quando arrivò cambiò tutto, rivoluzionate le istituzioni preesistenti, le istituzioni umane…conseguenze: Adattamento istituzionale (in un mondo dove la peste era impensabile questa compì una strage, ma le istituzioni si rimodellarono per sconfiggerla, es Venezia mise in piedi i primi lazzaretti, così si sviluppò la sanità anche se in modo limitato, si istituirono strutture…) Impatto sulle strutture economiche e sociali preesistenti (si ribilancia il rapporto tra uomini e risorse sociali, gli uomini sono pochi e le risorse rimangono costanti quindi ci sono risorse per tutti, mancano anche i lavoratori, tanta terra disponibile quindi quella marginale non si coltiva più, offerta di lavoro diminuisce perché ci stanno poche persone e allora gli stipendi aumentano e aumenta lo stile di vita, “lavoratori hanno il coltello dalla parte del manico”, tutto questo ha un impatto sulla disuguaglianza) Ribilanciamento del rapporto persone - risorse Miglioramento dello standard di vita Riduzione delle disuguaglianze (si riducono dato il miglioramento della vita dei lavoratori, c’è un cambio dei trend, persone hanno un margine per acquistare, si esce dalla dinamica di pura sussistenza, salario da una possibilità in più, possono vendere investire, acquistare…) Preoccupazione solo in Europa. In Cina l’influenza non era così distruttiva, le loro città erano più pulite, salubre, erano già state colpite non in maniera forte; quindi, l’Asia non ha subito gli effetti positivi della peste, no diminuzione disuguaglianze, non aumento salari, no cambiamento istituzioni…). Contrariamente da quello che si può pensare, l’impatto sul medio- lungo periodo è stato favorevole. LA GLOBALIZZAZIONE: è il frutto di un processo per il quale mercati, produzioni, consumi, modi di vivere e pensare sono connessi su scala mondiale, grazie ad un continuo flusso di scambi che li rende interdipendenti e tende a unificarsi. Include fenomeni di diversa natura che si svolgono in contemporanea. Più flussi di scambio ci sono e più il mondo diventa globalizzato, parola chiave è flussi (di capitali, beni, persone…). Si tratta di un gioco a somma zero? Sogno: globalizzazione con cui tutti i paesi hanno un vantaggio. Questo però non è mai successo. Ci sono state nazioni che con la globalizzazione sono diventate molto più ricche, ma anche al livello di persone. In passato sono stati condotti tentativi di: Quantificare alcune caratteristiche cruciali della globalizzazione (commercio, investimenti, migrazioni…) Misurare l’integrazione dei mercati (si verifica la convergenza dei prezzi) Misura molto parziale, qualche storico dice che per vedere se c’è un mondo globalizzato non bisogna vedere le merci scambiate (può essere che si scambiano sempre le stesse) ma la convergenza dei prezzi (dovrebbero essere uguali), stessa cosa vale per lo stipendio dei lavoratori; si vede che in determinati periodi questi prezzi tendono a convergere, es grano. Più recentemente sono stati usati degli indici a livello: Spesso calcolati su base nazionale (es Italia: guardano variabili e attribuiscono un peso a ciascuna variabile e alla fine fanno un indice) Che includono diverse dimensioni della globalizzazione (economia, politica, sociale…) Quando inizia la globalizzazione? 3500 a.c: nel vicino oriente comincia a fiorire il commercio internazionale. 2000 a.c: compaiono le prime “multinazionali” nel regno degli assiri (però molto familiari e limitate). 1000 a.c: si intensificano i contatti tra diverse società (ritrovate navi affondate con merci dalla Cina, Europa…) Si pensa che nella seconda metà del Quattrocento inizia la proto-globalizzazione, che deriva dalle scoperte geografiche e dall’imperialismo. Altri dicono che la prima vera globalizzazione inizia nell’Ottocento prima della rivoluzione industriale —> “Prima Globalizzazione”. (Ottocento: prima globalizzazione; boom del commercio, degli investimenti e delle migrazioni internazionali. —> La globalizzazione è un fenomeno ondulatorio. No crescita costante. Perché a volte decolla e a volte scende? 1. Un punto è la tecnologia, 2. Il secondo è chi decide cosa fare della tecnologia: le istituzioni, la politica (es. Dazi, regolamentazioni…) e la geopolitica. 3. Il terzo è la cultura. Questi tre sono i drivers principali della globalizzazione: tecnologia, istituzioni / politica / geopolitica, cultura. Apertura dei mondi chiusi. L’Europa non fu mai un mondo chiuso, ma pochi potevano viaggiare e per pochissime merci era conveniente il commercio a lunghe distanze. Non era conveniente il commercio internazionale. Seconda metà del Duecento: Genova e Venezia iniziano a mandare navi fuori dal mediterraneo dirigendosi principalmente a nord, si riusciva a entrare in contatto con i naviganti asiatici e commerciare con loro. Non riescono ad andare a sud per le correnti atlantiche e neanche riescono ad andare a ovest. A nord c’erano le cocche: navi protette delle onde atlantiche, ma esse erano lente, neanche Europa del nord riuscì ad andare in America. I portoghesi riuscirono a sviluppare le migliori tecnologie, svilupparono la caravella, più maneggevole delle cocche e più corazzata delle galere. I portoghesi avevano anche stimolo ad andare lontani. Navigavano a remi. Pierre Chaunu: apertura dei mondi chiusi tra la metà del 15° secolo e la metà del 17° secolo. Portoghesi volevano fare profitto, visitano l’Asia, tanti motivi di esplorazione. Nel 1434 doppiano capo Bojador, e nel 1488 toccano capo Buona Speranza, stabilendo avamposti in dati luoghi in africa, per commerciare, riparare navi, non si addentrano perché all’interno c’erano malattie. Nel 1510 raggiungono le indie orientali (Malesia, Cina, Giappone) In Asia si dedicano al commercio e controllano anche attività locali, diventando i principali commercianti tra Europa e Asia, poi si sostituiscono anche ai commercianti asiatici. La Spagna raggiunge le Americhe nel 1492. Genova e Venezia non riescono a svilupparsi, non riescono ad uscire anche per difficoltà con l’Impero ottomano. Nel 1550 gli antichi spazi commerciali, prima separati, erano ormai collegati in un sistema economico mondiale. Cluster commerciali: stabili relazioni commerciali di lunga gittata, si dividono in: Cluster Eurasiatico (antica Via della Seta): fusione del sistema commerciale Europeo e Asiatico, prima con la pax mongolica via terra, poi quando la terra ritorna insicura (fine pax mongolica) riprendono le scoperte e avviene per vie marittime, spezie, lane…. Cluster Atlantico (si consolida dopo il viaggio di Colombo): scambi tra Europa e Americhe (inizio solo Spagna e Portogallo poi subentrano francesi, inglesi, olandesi…), prima metalli preziosi e beni manifatturieri, poi schiavi Cluster Pacifico (si consolida dopo il 1571, quando gli Spagnoli conquistano Manila): europei vanno ovunque, spagnoli e portoghesi protagonisti del commercio fra America e Asia: portano metalli preziosi (argento) dall’America in Asia e beni asiatici in America. LEZIONE 4 - LA PROTOGLOBALIZZAZIONE E LA GRANDE DIVERGENZA La Grande Divergenza Tra l’inizio dell’Età Moderna (1492) e l’avvio della Rivoluzione Industriale (metà del Settecento) il vantaggio relativo che le grandi civiltà eurasiatiche erano riuscite a costruire fino a quel momento si incrementò ulteriormente. Non tutti seppero cogliere le opportunità fornite dal nuovo contesto. Che cos’è la grande divergenza? 1. Il processo tramite cui l’Europa occidentale emerge progressivamente come l’area più ricca e potente del pianeta 2. La capacità dell’Europa occidentale di superare i limiti tipici delle economie agrarie preindustriali. Questo consente un relativo miglioramento delle condizioni di vita: entrano nuovi beni, aumenta il più pro capite. Inoltre questi progressi consentono di creare i prerequisiti che favoriranno poi la rivoluzione industriale. Quando inizia la Grande Divergenza? NON INIZIA CON LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, MA PRIMA! Alcuni indicatori che ci mostrano ciò: I tassi di urbanizzazione —> dal grafico si vede che nel 1300 il tasso di urbanizzazione asiatico era maggiore di quello europeo, ma dopo rimane stagnante peer poi declinare, mentre quello europeo occidentale incrementa. Il fatto che il tasso di urbanizzazione cresca in un’area è considerato un indicatore dello sviluppo economico, perché ci dice che: ◦L’agricoltura è abbastanza efficiente da permettere a più persone di lavorare in città ◦Inoltre queste persone in città staranno facendo qualcosa che genera un surplus non strettamente legato al sostentamento che deriva dall’agricoltura la supremazia tecnologica e scientifica —> chi aveva innovato di i più erano gli asiatici. L’Asia però rimane poi stagnante, mentre in Europa tantissime innovazioni in ambito diversi (navigazione—> portoghesi), ma soprattutto inizia a diffondersi il metodo scientifico (Galileo Galilei). Quali sono le cause della Grande Divergenza? 1. Spiegazioni demografiche 2. Spiegazioni istituzionali 3. Spiegazioni geografiche e geopolitiche 1)Spiegazioni demografiche Grande vantaggio dell’Europa rispetto all’Asia era quello demografico, ma non tanto per la quantità, ma soprattutto per la distribuzione della popolazione. Infatti nell’Eu mediterranea la popolazione era più raccolta, piu densa. Questo è importante per due motivi: C’era una massa critica e incentivi per favorire l’innovazione E’ più facile che le innovazioni vengano trasmesse da una città all’altra, da un’area all’altra —> le idee si muovevano con più facilità. Un altro fattore da considerare è la peste: secondo molti la peste nera permise di scappare dalla trappola malthusiana. Secondo Gregory Clark la peste nera fu ancora più importante, perché rimase endemica in Europa per diversi secoli, ovvero si ripresentava periodicamente. Questo fu positivo per cui evitò che la crescita della popolazione distruggesse ogni progresso tecnologico (come sosteneva Malthus). Il fatto che la crescita della popolazione fosse frenata comporto salari reali piu alti rispetto a quello di sussistenza, e questo permise gli investimenti. Si riuscì a scappare dalla trappola malthusiana. 2)Spiegazioni istituzionali Le istituzioni economiche, sociali e e politiche erano diverse in Europa rispetto che in Asia. Joseph Needham enfatizza il ruolo delle università e delle città mercantili. In Europa si comprese la necessità di capire, comprendere e trasmettere questa conoscenza. Università erano luoghi di ricerca e trasmissione della conoscenza. Le città mercantili in Asia erano meno e molto più lontani le une dalle altre. Le città mercantili erano quelle in cui si creava un surplus, ricchezza, perché esso si crea con il commercio, mentre la campagna era il luogo per il sostentamento. Inoltre nelle città mercantili si diffondono le conoscenze sul come fare affari, grazie alle continue interazioni con diverse persone in diverse aree. Studiosi ispirati dal neoistituzionalismo economico dicono che in Europa rispetto all’Asia andavano meglio le condizioni dei mercati (efficienza, diffusione, libertà). Nel mondo preindustriale i mercati non erano iberi, ma erano controllati dallo stato che imponeva un prezzo, ma nonostante ciò in Europa i mercati andavano meglio —> più mercati grazie alla concentrazione della popolazione, e inoltre erano leggermente più liberi. Essendo più liberi spesso erano anche più efficienti. Inoltre bisogna considerare i diritti di proprietà privata: essa non era del tutto protetta, ma a un certo punto in Europa questi diritti vengono protetti meglio rispetto che in Europa —> se so che il mio profitto rimarrà mio, ho incentivo a creare ancora più ricchezza, sapendo che nessuno me lo porterà via. Inoltre le istituzioni politiche in Europa diventano man mano più aperte alle istanze delle élite economiche: se i politici si lasciano industriale dai mercanti, prenderanno provvedimenti favorevoli a queste élite economiche, favorendo una maggiore crescita. Mentre nei paesi asiatici l’imperatore cinese si percepiva come imperatore senza nemici o minacce, e non sentiva quindi la necessità di sviluppare innovazioni o promuovere la crescita economica. Gli stati europei invece diventano sempre più sensibili alla crescita economica, consapevoli che fosse fondamentale per crescere. 3)Spiegazioni geografiche e geopolitiche Una di queste è la facilità del primo tratto di navigazione per i cinesi dalla Cina verso l’occidente, proprio dal punto di vista della navigazione. Mentre per gli europei era difficile tecnicamente scendere verso le coste dell’Africa. Quindi i cinesi sono arrivati fino alle coste dell’Africa orientali con grande facilità. Si erano quindi già allontanati abbastanza dalla patria e non avevano incentivi ad andare oltre, e inoltre quando iniziarono a scendere lungo le coste orientali africane fu molto più difficile per loro, perché rispetto ai portoghesi erano molto più lontani dalla loro patria (riparare una nave o rimandarla l posto di origine era piu difficile). Meno incentivi e più problemi —> la Cina smette di esplorare. Altre interpretazioni: Secondo Jared Diamond: le barriere naturali europee resero più difficile la creazione di un grade impero. Questo portò a sviluppare istituzioni più piccole, gli stati. Questi stati si fecero guerra per secoli. Correlazione molto forte tra guerra e sviluppo tecnologico —> quando uno stato si sente minacciato o vuole diventare grande come il nemico, farà di tutto per sviluppare la tecnologia per difendere i propri confini. Quindi le varie autorità politiche favorirono le innovazioni. Tutto ciò che rendeva lo stato più forte economicamente e militarmente era tutelato. Competizione tra stati. In Asia questo non è successo. Secondo Hoffman: la frammentazione europea successiva alla caduta dell’Impero romano porta gli stati a competere in un torneo permanente, che favorisce la crescita economica. Secondo Pomeranz: L economie asiatiche entrano in un circolo vizioso (popolazione era tanta, e quindi grava sulle risorse, allora si mette un’unità in più nei campi ma questo non porta a una produzione maggiore, perché i campi quelli sono e quelli rimangono —> economie ad alta intensità ma con rendimenti marginali decrescenti). Questo non accade in Europa, perché essa mette le mani su territori lontani ricchi di risorse (America) e danno anche la possibilità alla popolazione di emigrare. E’ come se il territorio europeo aumentasse. In alcuni territori si arriva al problema di avere tante risorse e pochi lavoratori—> si pensa ad uno sviluppo più intensivo del capitale (sviluppo capital-intensive). Inoltre in alcune aree le risorse erano distribuite vicino ad aree densamente popolate (carbone vicino alle città) Secondo Wallerstein: lo sfruttamento delle risorse e delle popolazioni non europee da parte degli europei. Secondo lui il mondo si può dividere in 3 blocchi: il centro (Europa), sviluppato, le semi-periferie (Asia), medio sviluppate, e le periferie, poco sviluppate. Il centro all’inizio aveva un vantaggio piccolo, ma grazie allo sfruttamento di risorse esterne diventa sempre più grande. Questo mina le possibilità di sviluppo economico delle semi-periferie e delle periferie. Misurazione L’Europa di frontiera è quella più avanzata. Lo Yangzi è l’area più sviluppata della Cina. Se non compariamo l’intera Cina, ma solo le regioni più sviluppate, vediamo come in realtà esse rimasero ricche come le regioni più sviluppate europee per moltissimo tempo, fino a circa il 1740. Nessuno studioso sostiene che il ruolo svolto dall’Europa sarebbe potuto appartenere all’America, all’Africa o all’Oceania. Il loro primato tecnologico e militare fu cosi netto che essi poterono imporre i propri interessi senza limiti —> nascono gli imperi coloniali europei. America centrale e meridionale Quando arrivano gli europei essi destrutturano le società indigene e provocano un tracollo demografico, anche a causa dei patogeni portati dall’Europa, con i quali gli indigeni non erano mai entrati in contatto. Questo in realtà non era voluto da spagnoli e portoghesi, che si trovarono con le risorse ma senza lavoro, ed è per questo che iniziò il commercio degli schiavi dall’Africa all’America. L’Africa, l’Asia, l’Oceania Il colonialismo europeo nel resto del mondo fu diverso. Spagna e Portogallo rimasero solo sulle coste, costruendo solo avamposti e fortezze sulle coste, senza entrare nell’ entroterra, per gestire il commercio (i vari cluster). In particolare Portogallo in africa, Spagna in Asia e in particolare filippine. Successivamente entrarono in gioco francesi, inglesi e olandesi. Olandesi primi ad arrivare in Oceania, pi seguiti da francesi e inglesi. Prima arrivarono sulle coste occidentali, mentre gli inglesi furono i primi ad arrivare sulle coste orientali, molto più ricche di risorse. LEZIONE 5 - CASO DI ANDREA BARBARIGO (Mercante di Venezia) I mercanti di Venezia ebbero cosi successo dal punto di vista commerciale che divennero un vero e proprio simbolo fino ad oggi. (Es di mercanti di Venezia: Marco Polo) Siamo nella Repubblica di Venezia (“La Serenissima”) durante il 15° secolo. Venezia si era espansa e aveva molte colonie nel mediterraneo, non era più solo una città. Principali problemi e difficoltà per i mercanti in epoca preindustriale: Trasporti —> lenti; rischiosi/bassa sicurezza (brigantaggio, pirateria, perdita delle merci in mare, le navi potevano affondare, pericoli legati al clima) Comunicazione —> problema nelle comunicazioni (no telefono, no telegrafo), bisognava mandare delle lettere e aspettare che ritornino, grande difficoltà Informazione —> come fanno a sapere se la qualità è buona o meno? Bisognava provarla. Come fanno a sapere se sia il prezzo giusto? Come fanno a sapere il prezzo della concorrenza? —> senza informazione è difficile prendere buone decisioni. Possiamo riassumere ciò in due grandi macrocategorie: 1. I costi di transazione (altissimi per commercio di media/lunga gittata): A. Sistema di comunicazione e trasporto inefficiente (prezzi sconosciuti o personalizzati; mercanti non trasparenti; opportunismo degli agenti) B. Diverse lingue, diverse unità di misura, diverse valute, diverse culture C. Assenza di codici commerciali internazionali, e difficolta nel far rispettare i contratti 2. Il rischio (ovviamente “high risk, high gain”): A. Malattie ed epidemie (sia perle persone, sia per i prodotti —> tecniche di conservamento) B. Tempo metereologico e condizioni di navigazione C. Offerta e domanda —> si scambiava molto poco, il commercio richiedeva tempo altissimo D. Violenza fisica —> pirati, briganti, bracconieri Cosa faceva Barbarigo per minimizzare i costi di transazione? Usava gli agenti, che svolgevano una funzione fondamentale. Essi vivevano e lavoravano in diversi porti, ed erano loro che conoscevano la cultura locale, la lingua, i prezzi ecc. questo minimizza moltissimo i costi di transazione. Per gli agenti ovviamente non era conveniente lavorare per un solo mercante, essi quindi lavoravano per più mercanti e prendeva una commissione da ciascuno. Per superare il problema dell’opportunismo degli agenti, Barbarigo aveva come agenti suoi familiari, parenti, o comunque persone legate alla famiglia e con la stessa cultura. Questo era un vantaggio, ma rappresentava anche un vincolo all’espansione della propria rete commerciale, a causa del limitato numero di parenti. Come facevano i mercanti a superare tutti questo problemi? 1) Minimizzare i costi di transazione: Uso di rete di agenti per avere accesso a informazioni locali. Le lettere criptate permettevano di comunicare in segretezza La concentrazione dell’attività commerciale in un numero limitato di grandi centri commerciali favoriva l’accesso all’informazione, e lì era dove risiedevano gli agenti. Agenti erano scelti all’interno della propria famiglia o del proprio network sociale e religioso 2) Minimizzare il rischio (strategie di risk management) Diversificazione di prodotto Diversificazione di mercato geografico e investimenti nel miglioramento delle tecniche di navigazione e di protezione Il consortium era un’istituzione fondamentale perché permetteva di diversificare e allo stesso tempo avvantaggiarsi dalle economie di scala. Il consortium era un accordo: quando noi mercanti andiamo in un posto, accordiamoci per andare a comprare tuti insieme dal venditore, cosi al posto di comprare 5 magari compriamo 200, cosi da pagare un prezzo minore. Accordi tra privati fatti rispettare da un’autorità politica (il tribunale commerciale chiamato la “Curia della petizion”) 3) Approfittando dei vantaggi di Venezia Posizione geografica strategica di Venezia, come una clessidra. Venezia era dove arrivava l’informazione, era dove confluivano le merci, i mercanti, le innovazioni. Il ruolo dello Stato: Venezia era un’ oligarchia dove al potere di fatto vi era l’elite economica, che ovviamente prendevano decisioni in favore degli affari e in protezione dell’attività economica. —> protezione dalla violenza fisica (navi militari che affiancavano quelle commerciali); fornitura dell’hardware, lo stato produceva le navi, e producendo le tante avviava delle economie di scala (l’Arsenale); regolamentazione dell’attività commerciale (sistema delle Mude); servizi di protezione in favore di tutti i mercanti, non solo i più influenti e ricchi. LEZIONE 6 - LA PICCOLA DIVERGENZA: NUOVI PROTAGONISTI, NUOVE ISTITUZIONI Il primato europeo, dall’impero romano all’apogeo veneziano, era detenuto dall’area mediterranea (Italia). Il baricentro economico del continente si sposta poi verso ovest —> Spagna e Portogallo, le due nazioni che per prime conducono le grandi esplorazioni. Il vantaggio di queste nazioni dura relativamente poco per due due grandi motivi: 1. Non erano abbastanza forti e stabili per potersi avvantaggiar appieno di quello che avevano conquistato (il Portogallo soffriva di una scarsità di risorse e di persone, non vi era una massa di persone sufficienti per controllare tutto quello che avevano costruito, e inoltre iniziano a essere attaccati dargli altri perchè quello che avevano costruito faceva gola a molti; la Spagna inizia una serie di guerre con Francia e Inghilterra, e inoltre l’enorme afflusso di metalli preziosi dall’America provocò un’enorme inflazione che scompensò l’economia. Entrano tanti soldi ma ne escono altrettanti per finanziare le varie guerre, e per questo era sempre indebitata. 2. Altri paesi stavano già sviluppando istituzioni più efficaci —> l’Europa settentrionale (Belgio, Olanda, Francia, Inghilterra). Anversa Si pensava che le Fiandre (Anversa) sarebbe diventata la nuova potenza egemone. Anversa era una città commerciale, mercantile, porto importante. I mercanti di Anversa diventano sempre più ricchi. Anversa si afferma anche come centro finanziario —> diventa una capitale economica europea per quasi tutta la prima metà del 1500. I mercanti iniziano a finanziare Carlo 5° e successivamente il figlio Filippo 2°, che purtroppo andò in bancarotta. Inoltre Anversa inizia a richiedere l’indipendenza dalla Spagna, ma viene riconquistata dagli spagnoli, che chiudono il porto —> impatto enorme per l’economia. —> Anversa declina Genova Prova a mergere Genova, che però purtroppo si lega troppo agli spagnoli, e quando gli spagnoli iniziano a perdere potere, anche la sua possibilità di emergere declina. Amsterdam Amsterdam divenne il principale porto affacciato sull’Atlantico quando quello di Anversa venne chiuso. L’Olanda divenne indipendente dalla Spagna verso la metà del 500. L’Olanda sviluppò delle istituzioni molto favorevoli per lo sviluppo economico —> da poche risorse seppe ottenere grandi risultati. Aveva incentivo a ingrandirsi per ottenere nuove risorse. Gli olandesi gestirono meglio i commerci su lunga distanza sviluppando l’istituzione delle Compagnie Commerciali Privilegiate (forma di impresa). I singoli mercanti (come Barbarigo) non potevano commerciare a livello mondiale da solo. Questa istituzione si avvale di una gerarchia manageriale che permette di superare questo problema. Spagnoli e portoghesi invece gestiscono i commerci mondiali con imprese pubbliche (commercio statale, centralizzato —> monopolio di stato, molto rigida) Compagnie Commerciali Privilegiate Olanda, Inghilterra e Francia sono le nazioni che più utilizzano queste istituzioni delle compagnie commerciali privilegiate. Compagnie commerciali privilegiate —> imprese private che si occupano di effettuare commerci su lunghe distanze. Molto spesso prendono i fondi dalle borse, che nascono in questo periodo. Si tratta quindi di grande somme di denaro investito nell’attività del commercio internazionale. Queste imprese private arricchiscono molto lo stato, che quindi è incentivato a sostenerle. Inoltre le compagnie stesse, assumendosi il rischio vengono premiate dallo stato grazie a benefici a loro concessi: Diritto al monopolio —> l’autorità olandese autorizzava una sola compagnia a commerciare con una determinata area geografica. Allo stesso modo faceva l’autorità inglese per la stesa area geografica. La concorrenza quindi era tra stati) Stipulare trattati commerciali e diplomatici Arruolare e mantenere una flotta e/o un esercito Amministrare in autonomia territori acquisiti fuori dall’Europa. Molto spesso in queste imprese vi era una sovrapposizione di interessi politici e economici (erano costituite per esempio da parlamentari). Esempi: la VOC (compagnia olandese delle indie orientali); la WIC (compagnia olandese delle indie occidentali) Inghilterra come potenza emergente Espansione coloniale verso occidente (America settentrionale). Presenza in India nel 17° sec. La potenza che meglio delle altre sa sviluppare una politica economica emergente —> lo stato prende decisioni in ambito economico per avvantaggiare la propria economia. Un esempio è il mercantilismo, una politica economica di protezionismo. I mercantilisti sostenevano che l’obiettivo economico di una nazione fosse arricchire la propria ricchezza, esportando molto e importando il meno possibile. Atti di navigazione del 1651 —> le uniche merci che possono essere commerciate in Inghilterra e nelle sue colonie dovevano provenire da navi inglesi. Dall’inizio del 18° sec la flotta inglese acquisì una dimensione enorme —> domina tutti i mari del mondo Il centro economico d’Europa si sposta verso Londra La Piccola Divergenza —> è il progressivo radicarsi di un differenziale di sviluppo economico tra le estremità (nord vs sud) del continente. Si tratta di un declino relativo, non assoluto, dell’Eu meridionale. Solo nel 18° sec il declino divenne evidente. Spiegazioni della grande divergenza: 1. Geografiche, geopolitiche 2. Demografiche 3. Istituzionali 1) Spiegazioni geografiche —> Era al centro del mediterraneo, e questo dà sia un vantaggio che uno svantaggio 2) Spiegazioni demografiche Secondo Hajnal: l’età al matrimonio più avanzata e le pratiche neo-locali (quando ci si sposa ci si sposta in una nuova casa) I giovani dovevano lavorare per mettere da parte soldi per comprare una casa —> sviluppo del mercato del lavoro (lavorando fuori dai campi e movendosi in città accumulavano denaro ed esperienza) —> questo riguarda l’Europa nord- occidentale Secondo Clark: in Inghilterra vediamo una fertilità alta delle classi più ricche. Essendoci tanti figli i patrimoni vennero dispersi e successivamente i figli dei ricchi iniziarono a sposarsi con persone di campagna, di classe sociale più bassa, senza alcuna esperienza negli affari, diffondendo sempre di più queste idee. Secondo Alfani: il ruolo, questa volta negativo, che ebbero le epidemie di peste del 17° secolo nell'Europa mediterranea (in articolare in Italia Settentrionale, in cui vi fu un impatto fortissimo a causa di una mortalità elevata - es. la "peste Manzoniana") 3) Spiegazioni istituzionali Istituzioni legate al mercato del lavoro: Secondo De Moor & Van Zanden: in Europa Nord-occidentale emerge un mercato del lavoro dato che i giovani si muovevano verso le città (a causa della peste che rese necessario nel lungo periodo reclutare più persone, con un ruolo anche delle donne - riduzione della disuguaglianza tra i sessi- sia per le pratiche matrimoniali precedentemente discusse). Si crearono gruppi di persone con più soldi da spendere. Secondo De Vries: la "rivoluzione industriosa", inizialmente non si punta a massimizzare il lavoro/il profitto; ad un certo punto però le persone iniziano a vedere la possibilità di acquistare/consumare e dunque iniziano a lavorare di più perché hanno uno stimolo più forte al consumo. Alcune persone iniziano a lavorare anche da casa (es. i contadini che iniziano a fabbricarsi i vestiti in casa). I mercanti si iniziano a rendere conto che nelle campagne c'è molta manodopera a basso costo (i contadini sono disposti a lavorare nelle ore morte, perchè lavoravano solo quando il clima glielo permetteva - situazione win win, ovvero vantaggiosa per entrambi). Il mercante si occupa solo di distribuire la materia prima (non devono possedere gli strumenti per realizzare i beni). Il mercato entra nelle campagne. Istituzioni economiche: Corporazioni —> associazioni di artigiani che vivevano in città e che avevano il monopolio sulla loro attività produttiva. Decidevano le tecniche di produzione, quante botteghe si potevano aprire, i prezzi a cui vendere prodotti, stabilivano il processo produttivo. Le corporazioni ingabbiavano l’economia. In Europa settentrionali le corporazioni sono sempre meno presenti. Nel sud rimangono molto a lungo. Borse valori —> positive per la crescita, perché permettono di raccogliere capitale da investire in attività che permettevano di far crescere l’economia. Si sviluppano molto prima nell’Europa del nord. Compagnie commerciali privilegiate —> si sviluppano in Europa nord-occidentale. I diritti: La proprietà privata si consolida soprattutto nell’Europa nord-occidentale, dove è più protetta. La cittadinanza —> nell’Europa nord-occidentale inizia a diffondersi l’idea che io cittadino abbia il dovere di pagare le tasse in cambio di servizi da parte dello stato in vari ambiti. In questi paesi si sviluppano istituzioni politiche più sensibili agli interessi economici. I portatori di interessi economici chiedono maggiore rappresentanza. Altre spiegazioni: Tre studiosi (Acemoglu, Johnson e Robinson) fanno una sintesi: secondo loro chi ha avuto successo è chi ha messo insieme tutte queste spiegazioni appena descritte. Secondo Max Weber: ha scritto l'etica protestante e capitalismo, dice che l'Europa Nord-occidentale comincia a dedicarsi in maniera più seria negli affari perché ritengono che l'avere successo negli affari volesse dire essere in grazie divina (questo non lo credevano invece i cattolici - dove l'uomo ricco/ l'uomo d'affari non veniva predicato, anzi) Vi sono anche critiche al "mito della piena proprietà" (tesi di Ostrom) e di altre istituzioni (corporazioni)→ non per forza la proprietà e le corporazioni spingono a questa divergenza (es le grandi corporazioni garantiscono più qualità. Sui due lati dell’Atlantico Gli spagnoli e i portoghesi si concentrano sull’America Centrale e Meridionale. I francesi sono fra i primi a raggiungere l’America Settentrionale, ma furono relativamente lenti a colonizzarla pur riuscendo a creare una fiorente rete di scambi commerciali. Gli inglesi arrivano per ultimi nel continente americano, ma arrivano anche con le famiglie. Nel 17° secolo netto contrasto tra lo sviluppo delle colonie francesi e inglesi — Popolazione — Espansione geografica — Guerre e indipendenza Motivo che porta all’indipendenza? Corona inglese decise di alzare le tasse. Le colonie inglesi si ribellano richiedendo rappresentazione politica in Inghilterra. LEZIONE 7 - LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (Non bisogna sapere i dettagli dei vari attrezzi e di quando sono stati introdotti; e neanche i dettagli delle varie spiegazioni politiche) E’ un unicum nella storia umana. E’ il culmine del processo di piccola divergenza. Inizia in Inghilterra nella seconda metà del 1700 come risultato ultimo di una grande fase di sviluppo. E’ stato un processo economico che ha avuto alle spalle secoli di incubazione, non è accaduta da un giorno all’altro. Certo in questo periodo vi è una discontinuità che scatta, ma dietro c’è un processo lungo. Toynbee primo a parlare di “rivoluzione industriale” come sviluppo economico della Gran Bretagna tra 1760 e 1849. Pochi precursori (Inghilterra e Belgio), ma nel corso del 1800 l’industrializzazione si diffonde in molti altri paesi, ma questa rincorsa all’Inghilterra avviene in un contesto molto dinamico, che cambia continuamente grazie a nuove invenzioni che si sviluppano in quegli anni (seconda rivoluzione industriale 1850-1914) Perchè l’Inghilterra? 1. Commercio e settore secondario 2. Assetto istituzionale 3. Demografia 4. Il ruolo dei salari 5. L’illuminismo industriale 1) Commercio e settore secondario Il PIL procapite della nazione è iniziato a crescere quando si è diffuso il commercio, soprattutto quello internazionale, conseguente alle grandi esplorazioni. L’Inghilterra già nel 1700 era una grande potenza in espansione territoriale e coloniale (Asia, America, grande flotta, grande commercio). Le necessità del commercio davano un forte impulso al settore secondario in patria, in particolare al settore manifatturiero preindustriale —> crescente domanda di manufatti dalle colonie americane; decrescenti costi di trasporto a causa delle migliori tecniche di navigazione; crescita del settore secondario —> all’inizio vi erano gli artigiani, che però più di tanto non riuscivano a crescere a causa delle corporazioni. Si sviluppa allora il sistema dei contadini che rappresentano manodopera a basso costo e producono (chiamato proto-industria). Tra le premesse della rivoluzione industriale possiamo quindi trovare la rivoluzione industriosa, il modello matrimoniale europeo (pratiche neo-locali), il life-cycle service —> persone che già lavoravano nel settore manifatturiero e che avevano la disponibilità di comprare e consumare. 2) Assetto istituzionale Era stabile. Era cambiato poco in vari secoli, soprattutto perché Inghilterra non più invasa dal 1066 (Battaglia di Hastings, dove i normanni prevalsero sugli Anglosassoni). Inoltre l’Inghilterra era un’isola e questo facilitava la non invasione. Inoltre troviamo un sistema statuale relativamente accentrato e capace di imporre regole uniformi. Allo stesso tempo, però, il sistema istituzionale era relativamente aperto, con un parlamento molto forte in grado di imporre la propria volontà al sovrano —> era un parlamento aperto e attento al commercio, con importanti interessi economici, che aveva influenza sul sovrano e poteva quindi fare leggi a favore dello sviluppo economico. 3) Demografia L’Inghilterra già prima dell’industrializzazione era riuscita a scappare dalla trappola malthusiana. La popolazione non deve essere ne troppa ne troppo poca. La popolazione può crescere, ma se contestualmente non si sviluppano tecnologie, si ricade nella trappola malthusiana. In Inghilterra (1550-1750) cresce la popolazione, ma al contrario di quanto detto da Malthus, crescono anche i salari e non si sviluppano epidemie e carestie —> una delle spiegazioni è la rivoluzione agraria precedente alla rivoluzione industriale —> la popolazione cresce al di fuori dei limiti malthusiani grazie ai notevoli progressi del settore primario. Rivoluzione agraria —> innovazioni (nuovi sistemi di rotazione delle colture, migliore preparazione dei suoli, migliore selezione dei sementi e dei capi destinati alla riproduzione, diffusione delle recinzioni dei campi) e diffusione di grandi fattorie a conduzione capitalistica —> per la prima volta l’agricoltura diventa un’impresa, diventa un’attività fatta per arricchirsi, per scambiare sul mercato l’output prodotto, un attività per produrre profitto, e non più solo per l’attività di sostentamento, per l’autoconsumo. L’agricoltura entra nell’economia di stato. Entrano i salari nelle campagne. Pomeranz dice: la popolazione in Inghilterra può crescere anche perchè di risorse ne ha in abbondanza grazie all’importazione dalle colonie. Crescita della popolazione urbana. Crescita significativa del tasso di urbanizzazione, che rimane secondo solo a quello dei Paesi Bassi. Tasso di urbanizzazione è una proxy dello sviluppo economico. 4) Il ruolo dei salari (Bob Allen) I salari reali in Inghilterra erano relativamente elevati. I lavoratori inglesi erano tra i piu ricchi di Europa, insieme agli olandesi. Avere salari alti era importante perchè: Maggiori incentivo a sostituire la forza lavoro con le macchine —> se il lavoro costa tanto, gli imprenditori hanno incentivo a sostituirli con qualcosa che costa meno (una macchina) Disponibilità di una forza di lavoro più sana, fisicamente più forte e meglio educata, con una buona condizione di vita, più qualificati. Anche in altri paesi erano molto alti i salari reali, ma l’Inghilterra era l’unico posto che oltre ai salari elevati disponeva di abbondanza di capitali da investire (grazie ai commerci atlantici) e energia a basso costo (riserva di carbone) Olanda —> no carbone Belgio —> no capitali Perché erano così alti i salari? Origine nel medioevo, con la peste nera (i cui effetti persistettero a lungo) Forte integrazione nei commerci atlantici e non solo. Commercio aveva impatto sulla manifattura—> domanda interna, domanda di esportazione dalle colonie —> aumenta la domanda di lavoro —> crescono i salari. Secondo Allen poi la rivoluzione industriale è una risposta alla protoglobalizzazione, ovvero aumento dei commerci e quindi della domanda di lavoro. 5) L’illuminismo industriale (Joel Mokyr) Lui dice che la rivoluzione industriale inglese è stata una comune efflorescenza tecnologica (è successa li, ma poteva succedere da altre parti). E’ potuta perdurare nel tempo perchè nel frattempo in Europa si era sviluppata una base scientifica ed epistemica che l’illuminismo aveva contribuito a creare. Si sviluppano le riviste scientifiche. Sviluppo della conoscenza utile, volta a facilitare il progresso materiale, sociale e morale dell’umanità —> un’innovazione tirava l’altra (non piu come nelle rivoluzioni prima dove un’innovazione si fermava li) Senza l’illuminismo la rivoluzione e industriale avrebbe subito le restrizioni imposte da una base troppo ristretta di conoscenza utile e si sarebbe bruscamente interrotto. (Fine punto 5) Nuova tecnologia e impatto su macchine, processi produttivi, organizzazione del lavoro, prezzi ecc.. E’ una successione concatenata di miglioramenti, che produsse avanzamenti cruciali in tre ambiti: 1. Sostituzione delle abilità umane con ingegni meccanici 2. Sostituzione della forza umana e animale con forza di energia inanimata —> forza umana e animale è cara perchè scarsa; è indisciplinata; è limitata e meno forte. 3. Introduzione di miglioramenti nell’ottenimento e nella lavorazione di materie prime, incluse quelle del sottosuolo —> prima venivano sfruttati solo in modo superficiale I tre settori che hanno influenzato il settore industriale inglese: 1. Settore cotoniero 2. Miniere, metallurgia e macchi e a vapore 3. Comparsa della fabbrica 1) Settore cotoniero Inizia a svilupparsi in Inghilterra nella prima parte del 1700. Perché? Vengono approvati i Calicò Acts (1700,1721) con in quale si proibisce l’importazione di cotone dalle Indie. Ma c’è disponibilità di cotone grezzo dalle colonie, a basso prezzo e senza concorrenza. Il settore cotoniero ha un vero e proprio boom. Prima della rivoluzione industriale tutte le fasi di lavorazione del cotone si svolgevano a mano. Successivamente con le macchine (navetta volante) si sviluppa un collo di bottiglia —> si tesseva troppo per il cotone filato disponibile. Allora si sviluppano innovazioni che aumentavano la filatura. Ogni problema porta ad un’innovazione. 2)Miniere, metallurgia e macchine a vapore Inventata la macchina a vapore (1712—> Newcomen) , che riusciva a svuotate le miniere dall’acqua, così da poter essere utilizzate. Successivamente (1769 —> Boulton e Watt) sviluppato un motore più efficiente e versatile da usare anche nelle fabbriche, e non più solo nelle miniere. 3) Comparsa della fabbrica Il mulino da cotone è il primo esempio di fabbrica—> molti lavoratori che percepiscono un salario, lavorano tutti insieme sotto lo stesso tetto, non sono proprietari della fabbrica o dei mezzi di produzione, devono rispettare orari e regole. Grandi vantaggi in termini di efficienza: Centralizzazione della fonte di energia (anche perchè il carbone pesa, difficile trasportarlo in ogni casa dei contadini) Inizia la divisione del processo produttivo —> è positivo perchè consente di specializzarsi, economie di apprendimento, scendono i costi Più efficace controllo della qualità del prodotto Più facile supervisione della forza lavoro I proprietari di queste fabbriche erano persone benestanti/inventori/mercanti che creavano imprese “familiari”, senza chissà che conoscenze particolari. Essi controllavano qualche decina di persone. Compravano macchine abbastanza normali e aprivano imprese su piccola scala—> per questo noi non ricordiamo imprese di quel periodo. (Non servivano grandi banche, non servivano grandi finanziamenti, non servivano chissà quali conoscenze di marketing o di lingue, ecc). Il mercato era quello della concorrenza perfetta (tante piccole imprese). La rivoluzione industriale si diffonde in Europa Dal grafico si vede come l’Italia centro-settentrionale verso il 1650 aveva un pil pro capite molto alto, ma con il tempo rimane costante (1850 uguale a 1650). La Gran Bretagna cresce molto, inizialmente poco perché settore cotoniero era molto piccolo. Il Belgio non era un paese povero, aveva già una buona tradizione manifatturiero. Negli anni 30/50 del 1800 diventa il primo grande inseguitore della Gran Bretagna. Il Belgio aveva già istituzioni favorevoli allo sviluppo economico e aveva già della capacità industriali (industria tessile—> si era sviluppato il sistema di putting out system (sistema di produzione nelle campagne) e rivoluzione industriosa) Belgio fortunato per due motivi: Abbondanza di risorse —> carbone e ferro, corsi d’acqua utili per i trasporti prima della ferrovia Vicinanza con l’Inghilterra —> con mezzi poco leciti aggira una serie di divieti dell’Inghilterra (per es: divieto di esportazione dei macchinari inglesi per non essere copiati), le persone e le idee circolavano comunque a causa della vicinanza e quindi riuscirono a rubare la tecnologia inglese e ad utilizzarla poi sulle proprie risorse. Questo porta a un rapido sviluppo del settore tessile e poi inizia la produzione dei macchinari —> si diffonde la rivoluzione industriale. Belgio unico paese insieme alla Gran Bretagna che si è industrializzato DURANTE la prima rivoluzione industriale, ma allo stesso tempo non può essere uguale all’Inghilterra, non si può fare l’esperienza inglese esattamente allo stesso modo: Infatti in Belgio il governo aveva già chiaro che industrializzarsi come l’Inghilterra avrebbe portato a maggior ricchezza, mentre in Inghilterra il processo fu spontaneo. Il governo allora favorì la fondazione di una delle prime banche miste (importanti perché queste banche iniziarono a investire nell’industria, fornendo capitali a quei settori che lo richiedevano maggiormente). LEZIONE 8 - LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Nella seconda metà dell’800 (1850) molti paesi iniziano a percorrere la via dell’industrializzazione, in un contesto però diverso da quello dell’Inghilterra. I paesi inseguitori cercano di recuperare terreno ripercorrendo le tappe della prima rivoluzione industriale (cercano di adottare il modello inglese), ma col tempo si sviluppano nuove tecnologie e questi paesi iniziano a tratte vantaggio dalle tecnologie della seconda rivoluzione industriale. I modelli di industrializzazione di questi paesi sono diversi da quello inglese, ma anche diversi tra di loro. Perché si affermi la seconda rivoluzione industriale , che è una rivoluzione caratterizzata dalla produzione di massa, mercati di massa, imprese enormi, era necessario l’utilizzo di nuove tecnologie rispetto alla prima rivoluzione —> serve una vera e propria rivoluzione al sistema di traporto e comunicazione: NASCONO LE FERROVIE —> si sviluppano in Inghilterra, inizialmente usate all’interno delle miniere, poi inizia a essere usata per trasporto di merci e persone, grazie alla contestuale costrizione di strade ferrate. (Prima linea ferroviaria della storia per il trasporto di persone inaugurata nel 1830: Manchester-Liverpool) Ferrovie fondamentali anche perché: Primo esempio di grande impresa —> molti km, richiedono contabilità, organizzazione, ecc Permettono trasporto rapido, economico e programmabile (c’è un orario di partenza e uno di arrivo) —> queste fabbriche mandavano fuori una produzione di massa di output (si doveva avere la certezza di raggiungere il mercato finale in un certo tempo rapido e calcolabile, non cerano gradi magazzini) Erano un cliente fondamentale per le prime imprese metallurgiche e meccaniche. Unificano i territori nazionali e renderanno possibile la “prima globalizzazione”—> ondata di globalizzazione che inizia a diffondersi dal 1850 e si ferma con la prima guerra mondiale 1914. 1851 —> Grande esposizione a Londra, al Crystal palace. Vengono messe in mostra le locomotive e le altre tecnologie. Anche grazie alle ferrovie riuscì ad arrivare a Londra la maggior parte della popolazione inglese e anche moltissimi altri paesi Tratti distintivi rispetto alla prima rivoluzione industriale 1. Cronologia —> inizia circa cento anni dopo (1850). Ovviamente per un periodo iniziale le due rivoluzioni si sovrappongono, non è che la prima si interrompe quando parte la seconda. 2. Numero molto maggiore di stati è coinvolto nel processo di industrializzazione 3. Coinvolge nuovi settori (acciaio, chimico, elettrico) e comporta la nascita di un nuovo tipo di impresa 4. I paesi che si industrializzano ricorrono a dinamiche e strumenti diversi da quelli usati dall’inghilterra ella prima —> ricorrono ai “fattori sostitutivi” , sostitutivi dei capitali e dell’esperienza degli imprenditori già esistenti (imprenditore privato con la sua famiglia difficilmente riesce a entrare da solo dentro questi settori). Il primo fattore sostitutivo è lo stato; il secondo sono le banche (in alcuni casi sono necessari anche gli interventi esteri). Sono chiamati fattori sostitutivi anche se in realtà li affiancano. I pilastri della seconda rivoluzione industriale Innovazioni tecnologiche di grande portata che hanno in comune il fatto che le conoscenze scientifiche siano applicate sistematicamente ai processi produttivi industriali Settori emergenti molto diversi tra loro, ma con in comune il fatto si essere caratterizzati da un processo produttivo continuo e veloce, svolto all’interno della stessa fabbrica (catena di montaggio di un auto, inscatolamento di un prodotto in latta, una trasformazione chimica ecc). (In Inghilterra invece nella prima riv. ogni fase di produzione veniva svolta da una fabbrica differente, perchè tanto non succedeva niente al filato se passava da una fabbrica all’altra) esempio di trasformazione chimica: la lavorazione del petrolio. Nuove configurazioni organizzative dell’impresa, per gestire la grande dimensione e la complessità La nascita della grande impresa —> in questi settori, più grande è l’impianto, maggiori sono le economie di scala che si possono raggiungere (produrre a costi più bassi). Uno che lo capisce è Rockfeller (unisce piccole raffinerie in poche grosse raffinerie). Inoltre si raggiungono le economie di diversificazione (lo stesso impianto/catena di montaggio/struttura permette di produrre diversi output con costi minori rispetto a produrre output diversi con strumenti diversi). Se le imprese diventano piu grandi, esse portano costi fissi più alti e richiesta di maggiore capitale. Investimenti da parte degli imprenditori in: Produzione —> fabbriche da migliaia di lavoratori e impianti molto più grandi Integrazione verticale —> il flusso produttivo non si deve interrompere mai (impianti accesi anche di notte, anche nel weekend ecc). Per farlo bisogna controllare quello che entra nell’impianto e quello che esce. Molte imprese decidono di integrarsi a monte per avere il controllo delle materie prime che entrano nello stabilimento. Allo stesso modo molte imprese si integrano a valle aprendo le proprie filiali per arrivare direttamente in contatto con il mercato finale. Essere sicuri di non avere colli di bottiglia in entrata e uscita Management —> accettare di delegare il potere (non si può più gestire in famiglia). Bisogna assumerne esperti di vendita, ingegneri, amministratori, e delegare loro il potere. Nascono le prime organizzazioni funzionali (funzione vendite, ripartì mento legale, ecc) e in ognuna di queste vi sono i primi manager, ovvero persone formate per la direzione d’impresa. In Inghilterra difficoltà a delegare il potere, con conseguente rischio di rimanere piccoli. Gli Stati Uniti d’America sono i migliori nel passaggio alla grande impresa. La Germania se la cava bene per i settori dei metalli pesanti. Le multinazionali (imprese con stabilimenti e filiali produttive e di vendita in almeno un paese diverso da quello di origine) nascono in questo periodo, per arrivare a risorse non disponibili nei paesi di origine, oppure per arrivare al mercato di massa. I nuovi settori sono caratterizzati da oligopoli (poche grandi imprese soddisfano la domanda mondiale). I fattori sostitutivi (Gerschenkron): 1. Lo stato 2. Le banche 1) Lo Stato Dal Belgio in poi tutti i paesi adottano politiche economiche per favorire lo sviluppo industriale (in Inghilterra no, non era stato pianificato): Politiche protezionistiche per la propria economia nazionale (dazi) Indicative per costruire/rafforzare settori specifici e strategici I salvataggi —> lo stato salva alcuni settori o imprese perché di interesse nazionale 2) Le banche Era necessario rivolgersi a borse o banche per finanziare l’industrializzazione. La banca universale (o banca mista), che opera sia come banca commerciale che come banca d’investimento, indirizza le risorse verso gli investimenti a lungo termine, soprattutto nei nuovi settori che: Richiedevano investimenti consistenti in macchine e attrezzature Permettevano il conseguimento di significative economie di scala Questo grande contatto tra banca e industria ha portato a grandi vantaggi, ma anche a grandi problemi (se cade una cade anche l’altra, con l’aggravante che le banche operano anche con i piccoli risparmiatori). Si parla di fratellanza siamese tra banca e industria. Secondo lui questi paesi ritardatari godono di vantaggi dell’arretratezza: Non bisogna per forza inventarsi tutto, si può copiare dagli altri Non hanno bisogno di liberarsi di tutte le tecnologie del passato (che comporta un costo molto alto) —> investono subito sugli impianti più efficienti e sulle nuove tecnologie Pur essendo paesi molto diversi ricorrono a fattori comuni: Ricorso a fattori sostitutivi per fornire capitale Adottano modalità di produzione a più a alta intensità di capitale Grande scala di impianti e imprese Minor ruolo svolto dall’agricoltura Vogliono crescere in modo “aggressivo” e quindi a volte sacrificano le condizioni di vita delle persone e le relazioni nazionali (competizione tra stati) Cosa importante da ricordare: per il successo di un’iniziativa dall’alto serve una risposta dal basso! Per praticità, e perché di solito le politiche vengono sviluppate a livello nazionale, si parla sempre di stati. Quando però osserviamo con una mappa la diffusione dell’industrializzazione, vediamo che dovremmo parlare di regioni più che di stati. L’industrializzazione passa da una regione all’altra per contagio e contatto —> dimensione regionale del processo di diffusione di industrializzazione. S.Polland dice che: Ci sono regioni all’interno di nazioni che sono più pronte allo sviluppo industriale, come per esempio la fascia nordoccidentale dell’Europa La diffusione del processo di industrializzazione come una sorta di contagio in regioni contigue Complementarietà degli approcci (regionale e nazionale) Il caso della Germania Diventa uno stato unitario relativamente tardi, ma viene preceduta da un’unione doganale —> nel 1834 entra in vigore lo Zollverein, unione doganale che precedette l’unificazione politica nel 1871. Dopo l’unificazione la Germania compie il vero salto verso l’industrializzazione, tanto che in pochi anni sorpasserà anche l’Inghilterra per produzione. Bismark uniforma la moneta e aderisce al gold standard (sistema monetario che permetteva di avere tassi fissi, dove ogni valuta era convertibile in oro), approva riforme economiche (importanza dei brevetti) e introduce politiche protezionistiche (se la protezione è limitata nel tempo e negli ambiti ed è fatta con consapevolezza, essa può aiutare in una determinata fase del ciclo di vita dell’industria. Se non ci fossero state, la concorrenza inglese non avrebbe permesso il raggiungimento di questo livello di industrializzazione in Germania) Sviluppi significativi: Il boom dell’acciaio (acciaio più resistente del ferro. Acciaio diventa il metallo della 2° rivoluzione industriale) —> tutti gli stati vogliono produrre acciaio di buona qualità. La Germania decolla in questo cambio da quando inizia a utilizzare materie prime locali, piuttosto che quelle inglesi. La Germania nel 1913 produceva il 41% dell’acciaio di tutta Europa. Acciaio fondamentale per sviluppare tutta l’industria pesante (meccanica, ferrovie, cantieristica navale, armamenti) Il ruolo dell’educazione/istruzione a tutti i livelli: facoltà scientifiche di eccellenza, ma anche scuole tecniche per la formazione di tecnici industriali e scuole manageriali, dove le persone potevano imparare l‘amministrazione d’impresa. Le nuove imprese tedesche di questi settori diventano molto più grandi delle corrispettive inglesi Le nuove industrie erano concentrate in cartelli che regolavano i prezzi e quote produttive —> stipulano accordi per dividersi il mercato (a svantaggio di consumatori e lavoratori). Se però ci fosse stata una concorrenza più libera in questi settori, probabilmente non avrebbero fatto alcun surplus, che è fondamentale per l’investimento nell’innovazione (ricerca e sviluppo) e per la conseguente crescita. Lo stato tedesco era cosciente della presenza di questi cartelli e li proteggeva (non solo non li ostacolava) perché vedeva l’aspetto positivo economico appena descritto. Le banche miste concedevano prestiti (facevano confluire capitali nelle fabbriche) e investivano direttamente nell’industria controllando porzioni di proprietà (azioni). Forte alleanza tra finanza e industria —> fratellanza siamese Il caso dell’Italia Unificazione nazionale tardiva, necessità di porre le basi per l’unificazione economica. Anni 1870-1890: Si iniziano a vedere qualche risultato nel settore tessile e ferroviario, anche grazie all’esperienza e alle basi che già erano presenti nel periodo preindustriale. Tariffe doganali sempre piu alte —> politiche protezionistiche per far crescere le nuove industrie che stavano crescendo Progressivo rafforzamento dell’industria, in particolare industria metallurgica e dell’acciaio. Si rafforza l’industria nei settori cotoniero, chimico e meccanico Ruolo decisivo delle banche miste (COMIT e CREDIT) nel favorire il consolidamento dell’industria, ma meno determinante rispetto alla Germania, perché in Italia cera più capitale risparmiato. Dal 1896 in poi —> cambio di passo, anche grazie al settore idroelettrico. Grandi imprese in settori innovativi (Fiat, Pirelli), sviluppo del tesile, metallurgia, chimica e agroalimentare (il settore agroalimentare garantiva tante esportazioni, questo perché a causa della grande migrazione di massa degli italiani, essi rappresentavano una grande domanda in questo settore) Lo sviluppo regionale mette in mostra che l’Italia cresce ma con una disuguaglianza geografica —> cresce soprattutto l’area del triangolo industriale (Milano-Torino-Genova) Crescita economica che comporta pero anche delle difficoltà —> questo porta alle emigrazioni, soprattutto verso le Americhe, che promuovevano iniziative esplicite per attratte persone. Si tratta di un processo con effetti positivi. Coloro che emigravano comportano benefici: Minore pressione demografica Coloro che vanno all’estero e guadagnano tanto, mandano rimesse al paese di origine (positivo per il bilancio italiano) Nascono le prime multinazionali. Il caso degli Stati Uniti Abbondanza di risorse naturali e terre fertili, ma scarsità demografica (il contrario dell’Europa) —> a inizio 800 l’economia era ancora agraria e quindi cera una grande volontà di meccanizzarsi e industrializzarsi. Adattamento dei macchinari inglesi + standardizzazione delle componenti (non era cosi in Europa e non era così neanche in Inghilterra durante la 1° riv industriale. La prima azienda che standardizza le componenti è la Colt (fabbrica di pistole). Devono produrre molto in fretta e la standardizzazione aiuta in questo. A metà dell’ 800 gli Stati Uniti sono divisi in 3 blocchi: 1. Nord-est —> manifattura, commercio e finanza (porti con Europa, wall street per finanziare le ferrovie. 2. Ovest —> in espansione allevamenti bestiame e coltivazione di cereali e mais 3. Sud —> prodotti coloniali per esportazioni. Ci sono zone connesse ma con interessi divergenti (gli industriali al nord vogliono il protezionismo, mentre il sud vogliono le esportazioni. Guerra civile americana vinta dal nord —> prevale la protezione). Stati Uniti i primi che riescono a passare ad un’impresa di grande dimensione, grazie anche a competenze manageriali, ma soprattutto perché la domanda degli Stati Uniti è grande e continua a crescere (anche grazie all’immigrazione) e la crescita della manodopera ne riduce il costo. Inoltre anche il contesto istituzionale fu fondamentale —> Sherman antitrust act approvato nel 1890, che prevedeva di impedire i cartelli. Il problema è che la concorrenza non funzionava bene in questi mercati. Se le imprese non vanno bene insieme, si comprano a vicenda (poche imprese ma giganti). Queste imprese giganti etano piu efficienti di quelle tedesche (grazie alle maggiori economie di scala esse producono a costi più bassi e vendono a prezzi piu bassi) (Settore dell’automobile —> prodotto della 2° rivoluzione industriale) La fabbrica tra fine Ottocento e Novecento: alla ricerca dell’utilizzo più razionale e scientifico dei lavoratori. Taylor fu il primo a pensare ad una organizzazione scientifica del lavoro—> identificare il miglior processo produttivo, scomporlo in fasi e trovare il miglior lavoratore per ogni fase, e ognuno deve rispettare i propri compiti, si dovrebbero sviluppare relazioni di stima e appoggio tra ingegneri e operai. Ford applica questo sistema, aggiungendo l’elemento della catena di montaggio. La catena di montaggio si muove ai tempi stabilito dagli ingegneri e quindi detta i ritmi di produzione (i lavoratori stanno fermi, è la catena che si muove). Così facendo di arriva a una produzione completamente standardizzata, si produce più velocemente, si produce di più e bassi costi. Gli operai di Ford vengono pagati di più perché aveva capito che i suoi operai dovevano diventare i primi clienti dello stesso settore automobilistico (avrebbero acquistato poi un modello T). L’automobile diventa cosi un prodotto di massa, molto prima che in Europa. Alla vigilia della prima guerra mondiale (1913) —> gli Stati Uniti sono il primo paese industriale al mondo. La Germania seguiva a distanza. L’Inghilterra perde la leadership e si trova in terza posizione per varie ragioni, per esempio: Declino dei settori tradizionali Inadeguato sviluppo nei settori moderni della seconda rivoluzione industriale —> integrazione, management, grandi imprese Svantaggi del first muover (costi per smantellare il sistema produttivo esistente e passare a quello nuovo) Deficit di imprenditorialità LEZIONE 9 - L’ALTRA FACCIA DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (in Inghilterra) La rivoluzione industriale è all’origine della ricchezza del mondo odierno. Ma per la maggior parte delle persone che la vissero ebbe dei risvolti traumatici, la rivoluzione industriale comportò un netto peggioramento delle condizioni di vita per alcune fasce societarie. L’industrializzazione aumentò inoltre la diseguaglianza sia dentro i paesi che la stavano attraversando, sia tra paesi. Furono necessari vari decenni perché la situazione migliorasse. Inquinamento Aumenta l’inquinamento a causa del crescente consumo di combustibili fossili, soprattutto per l’utilizzo crescente di carbone per le macchine a vapore e gli altiforni. A quel tempo poi non c’era alcun tipo di filtro per rendere l’aria più pulita. Degrado urbano Le città diventano sempre più grandi, a fronte di una inadeguatezza o totale assenza di sistemi fognari, che portò alla contaminazione delle acque potabili. A questo si aggiunse il sovraffollamento dei quartieri popolari e quindi la diffusione dei contagi Salute Qualità dell’aria scarsissima e malattie respiratorie (tubercolosi) Malattie intestinali e colera —> malattia nuova in Europa, veniva dall’India, quindi non si conosceva e portò tantissimi morti John Snow con il movimento sanitazionista mappa i pozzi con acque contaminate dalle quali le persone sviluppavano il colera. Così facendo inizia a svilupparsi una consapevolezza e si incrementano gli interventi per migliorare l’ambiente urbano. Indicatori del peggioramento delle condizioni di vita: Speranza di vita—> la speranza di vita rimane uguale per molti decenni a 38,5 anni. Non migliora fino alla metà del 1800. Inoltre cresce la diseguaglianza a livello di salute tra ricchi e poveri, ma soprattutto tra città e campagne (in campagna si stava meglio) Altezze —> alla fine del 1700 gli inglesi erano altissimi rispetto al resto d’Europa, ma nella prima parte del 1800 la loro altezza media crolla, a causa del peggioramento del cibo e della qualità di vita. Condizioni di lavoro Si riduce notevolmente il potere contrattuale dei lavoratori inglesi nelle prime fasi della prima rivoluzione industriale, perchè: Le macchine rendono inutili le competenze dei lavoratori specializzati (esempio: tessitore artigianale, filatrice a domicilio ecc), che vengono così rimpiazzati da lavoratori non specializzati. I lavoratori prima ridotti, poi rimpiazzati. —> cambiamento tecnologico e disoccupazione Aumenta l’offerta di lavoro per via della transizione demografica —> la popolazione inglese nel 1800 inizia a crescere a ritmi molto più alti rispetto al passato Transizione demografica —> è un passaggio dall’antico regime demografico (pre industriale) al regime demografico moderno. Prima della rivoluzione industriale i tassi di natalità erano estremamente alti, ma allo stesso tempo anche i tassi di mortalità erano elevatissimi. Le morti avvenivano soprattutto in età infantile. Di conseguenza la crescita demografica non era elevata. Con la rivoluzione industriale invece il tasso di natalità scende notevolmente, così come il tasso di mortalità. Di conseguenza crescita della popolazione bassa. Tra il regime demografico antico e quello moderno ci fu un’esplosione del tasso di crescita della popolazione, che è aumentato in modo significativo (crescita esponenziale della popolazione) perchè: E’ crollato il tasso di mortalità —> invenzione di medicine, igiene migliore, qualità del cibo, reddito procapite ecc E’ rimasto alto il tasso di natalità —> le persone avevano aspettative di fare molti figli, perché convinti che ne sarebbero morti molti, ma poi questo non accade e la popolazione esplode. Questo accade nei paesi che passano da un regime pre industriale a uno industriale (i paesi come l’Italia lo vivranno dopo) Fine 1700 —> rivolte del pane e episodi di distruzione delle macchine (rubavano il lavoro ai lavoratori) 1788 Protection of Stocking Frames Act —> deportazione in Australia per i distruttori di macchine. Legge a difesa della classe borghese, degli imprenditori. Il luddismo nella prima parte del 1800. 1833 Factory act —> regola il numero di ore lavorate per fasce d’età (non inferiore a 9 anni) e istituisce l’obbligo di almeno 2 ore di educazione al giorno per i bambini. 1832 Great Reform Act —> amplia il diritto di voto, anche nella speranza di evitare una rivoluzione borghese (non viene però estero il diritto di voto ai lavoratori). I vecchi ricchi e nobili avevano infatti paura che questi nuovi ricchi, ovvero la borghesia, iniziassero a ribellarsi per non essere rappresentati nel parlamento. Questi fenomeni iniziano a diminuire gradualmente quando ci si rende conto che questo nuovo contesto industriale necessita di nuove istituzioni. Inoltre nei decenni successivi aumenta la capacità di auto organizzazione dei lavoratori e si diffondono gli ideali socialisti. Inoltre i datori di lavoro diventano piu sensibili. Disuguaglianza e conflitti distributivi La rivoluzione industriale ebbe importanti effetti redistribuivi: Aumenta la disuguaglianza tra varie categorie di lavoratori (esempio: deterioramento delle condizioni dei tessitori a mano) Aumenta la disuguaglianza tra lavoratori e le altre classi sociali. Tra il 1759 e il 1846, in Inghilterra: ◦La borghesia industriale triplica il suo reddito medio ◦I grandi proprietari terrieri aumentano il proprio reddito del 33% (aumenta meno rispetto alla borghesia) ma restano comunque la classe piu ricca ◦I lavoratori salariati raddoppiano il loro reddito, ma restano comunque i piu poveri, rappresentando anche una quota ancora minore del reddito nazionale rispetto a com’era in epoca pre industriale Una serie di leggi CONTRO i lavoratori: 1788 e 1812 —> Leggi a protezione delle macchine 1834 new Poor law —> mirava a ridurre l’ammontare di risorse impiegate per alleviare la povertà 1825 Corn Laws —> leggi promulgate a favore dell’aristocrazia inglese e dei proprietari terrieri, che non volevano che diminuisse il prezzo sui cereali inglesi in Inghilterra (cosi il prezzo dei loro cereali rimaneva alto, perche nom cera la concorrenza estera). Anche i borghesi vanno contro queste leggi, perchè prezzi più alti volevano dire salari piu alti per i lavoratori, che dovevano essere pagati proprio dai borghesi. —> forte dibattito: ◦Ricardo: è contrario. Secondo lui queste leggi avrebbero danneggiato l’industria (purché avrebbero dovuto mantenere i salari piu alti) e quindi il vantaggio comparato dell’Inghilterra ◦Malthus: è favorevole. Preservare l’autosufficienza del paese (proteggendo i produttori nazionali) l’avrebbe salvati in eventuali tempi di crisi. 1836 fondazione della Anti-Corn Laws League 1846 —> abrogazione delle Corn Laws —> la borghesia vince in questa guerra istituzionale (non deve più pagare salari così alti ai lavoratori) Karl Marx (Il Capitale 1867-1894): In un sistema capitalista come quello che si è sviluppato, dove i borghesi hanno anche la proprietà dei mezzi di produzione, la concorrenza fa si che questi cerchino sempre di innovare e di introdurre nuove macchine. Questo però continua a distruggere posti di lavoro e fa si che chi era già qualificato su un tipo di macchina si ritrova essere non qualificato. Queste persone sarebbero disposte a lavorare a qualsiasi livello di salario, e quindi il potere contrattuale de lavoratori diventa bassissimo o nullo. I salari rimangono sul livello di sussistenza. Le condizioni dei lavoratori non migliorano, mentre il prodotto per lavorare continua a migliorare. La crescita economica c’è, ma il plus valore va nelle mani dei capitalisti, della borghesia, mentre i lavoratori rimangono al livello di sussistenza. Sfruttamento imperiale Alla metà del 1800 l’Inghilterra abbandona il protezionismo e diventa la principale promotrice del liberoscambismo in Europa. Nei paesi coloniali o comunque in quelli che erano sotto il controllo inglese, l’Inghilterra cerca di imporre l’acquisto dei proprio prodotti. Con l’introduzione della rivoluzione industriale l’imperialismo cambia: La rivoluzione industriale modificò senza dubbio il modo in cui gli imperi coloniali venivano gestire e concepiti La rivoluzione industriale si associa a un aumento delle diseguaglianze economiche tra pesi (il centro diventa sempre più moderno, industriale e ricco, mentre la periferia imperiale rimane rientrata e tradizionale, come diceva Wallerstein) LEZIONE 10 - ALLE ORGINI DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE IN ASIA ORIENTALE: SUCCESSI E RITARDI Tre casi molto diversi: 1. India: le conseguenze dell’incorporazione di un impero coloniale (cosa succede allo sviluppo economico di un paese soggetto ad un impero coloniale di un altro paese) 2. Cina: l’ingerenza dell’occidente e i primi passi della transazione industriale in relazione all’umiliazione (Cina non fu colonizzata, ma ha dovuto fare una serie di cose costretta dagli occidentali) 3. Giappone: stimolo al mutamento che viene dall’esterno, un esperimento di industrializzazione di successo (Giappone non fu colonizzato, ma si trovarono gli stranieri ai porti) L’India Moghul L’india non aveva mai raggiunto unità e stabilità politica prima della rivoluzione industriale Nel 1500 india conquistata e occupata dall’impero Moghul, un impero musulmano che occupano la parte interna dell’India, ma non l’estremo sud e le coste, dove c’erano stati dediti al commercio. Nello steso periodo i portoghesi che stavano esplorando il mondo arrivano in india e mettono basi commerciali sulle coste, quindi coesistono con l’impero Moghul. Successivamente i portoghesi si spingono un po’ più all’interno, ma mai seriamente. Successivamente nel 1600 i portoghesi vengono scalzati prima dagli olandesi e poi dagli inglesi, che stabilivano relazioni piu amichevoli con i governi locali. L’India in quel periodo produceva tessuti artigianali di grande valore aggiunto, che gli olandesi e inglesi scambiavano in cambio di spezie, che gli olandesi portavano all’India dall’Indonesia. I tessuti indiani diventano sempre più popolari in Europa (in questo periodo vengono approvati i Calicò Acts in Inghilterra). Contestualmente a queste attività commerciali, nel 1700 l’impero Moghul inizia a frantumarsi a causa di una crisi politica, rivolte, crisi religiosa, che portò a conseguenze anche economiche. Il PIL pro capite indiano scende di molto tra la seconda metà del 1700 e prima metà del 1800 (mentre invece l’Inghilterra stava diventando sempre piu ricca) e contestualmente anche il tasso di urbanizzazione subisce lo stesso calo. Perché questa forbice con l’Inghilterra fu così ampia? La east india company (EIC, compagnia inglese delle indie orientali) inizialmente crea in India porti e basi fortificate. Nel 1700 questa compagnia diventa sempre piu interventista e espansionistica, inserendosi nel processo di disgregazione dell’impero Moghul, riuscendo così a conquistare la maggior parte del territorio indiano (nel 1856 controlla il 60% del territorio indiano, il resto era indirettamente soggetto all’autorità britannica). Questa compagnia assume un potere enorme (aveva un suo esercito), ed è per questo che nel 1858 la corona inglese decise che era meglio assumere i pieno controllo amministrativo dei territori conquistati dalla EIC. L’India veniva chiamata “il gioiello della corona” —> area ricca di preziose risorse (tessuti, prodotti esotici, oppio, tabacco, zucchero, ma soprattutto soldati, utilizzati moltissimo poi nelle varie guerre) Il dubbio è: l’India è rimasta poi povera nel corso dei successivi 2 secoli per colpa dell’Inghilterra? O a causa di altre dinamiche? Secondi primi (tra cui Pomeranz) : l’India è passata da essere esportatrice di tessuti artigianali ad alto valore aggiunto a esportatrice di materie prime utili all’Inghilterra, costretta poi a comprarsi i tessuti industriali inglesi. E’ evidente poi che l’India sotto il controllo inglese si ruralizza fortemente, anche perchè la EIC obbligava i produttori di tessuti indiani a vendere agli inglesi, imponendo un prezzo (nel momento in cui gli altri si proteggono per non importare, loro costretti a importare). Secondo Wallerstein l’Inghilterra ha sfruttato l’India. L’India rimane agricola, non sviluppata, densamente popolata, arretrata. Secondo gli altri (tra cui Roy, che parla del paradosso del Raj (1858-1947), ovvero l’epoca coloniale inglese in India): gli inglesi hanno creato alcune delle condizioni necessarie allo sviluppo dell’India, tra cui la pace, le ferrovie e altre strutture, hanno diffuso istituzioni che avrebbero potuto creare prerequisiti per lo sviluppo economico. Inoltre l’India, essendo collegata all’Inghilterra, avrebbe potuto sfruttarne dei vantaggi tecnologici, avrebbe potuto importare delle macchine. Il problema è stato quello che l’Inghilterra non ha fatto in India: non aboliscono il sistema delle caste ma lo rafforzano, non riducono le diseguaglianze, quindi è come se si favorì lo sviluppo industriale, ma solo per poche persone, non in modo generale. La Cina —> l’inizio del declino: il 700 La Cina non è mai stata una colonia. Nonostante la piccola e la grande divergenza, la parte piu avanzata della Cina è riuscita a rimanere al passo con le parti piu avanzate dell’Europa, fino al 1700. In realtà pero i due blocchi non erano nello stesso ciclo di vita. Il declino della Cina è legato soprattutto al periodo storico della dinastia Qing (1644-1911). Il Settecento è stato un secolo strano, perchè da un lato fu un secolo di economia florida e pace, con la Cina inserita in quell’economia di mercato promossa dall’Europa, con conseguente aumento del PIL, ma contemporaneamente la Cina fu colpita da un’enorme crescita demografica, e all’inizio sembrava che le risorse la potessero sostenere (prodotti importati dall’America; varietà di riso che producevano piu volte all’anno, attività intensiva sulla terra), ma alla lunga l’effetto fu negativo —> attività troppo intensive sulla terra portano a fenomeni naturali disastrosi. Inoltre mentre la popolazione continua a crescere, l’agricoltura non riuscì a evolversi come in Europa, così come la meccanizzazione. I nodi vengono i poi al pettine nel 1800. Gli europei nel frattempo si sono industrializzati, rafforzati, e hanno piu interesse ad assumere il controllo di queste zone, non solo per commerciare. La Cina era un enorme impero, abituato a imporre le proprie regole a chi faceva affare con esso e a non subire troppo confini. Inoltre non erano così interessati ai mercati occidentali, fatta eccezione per l’argento, usato dai cinesi per scambiare e scarsissimo in patria. L’Inghilterra voleva importare dalla Cina enormi quantità di the, mentre la Cina non voleva importare prodotti inglesi. L’Inghilterra capì che un prodotto voluto dai cinesi (non dal governo) era l’oppio, che gli inglesi prendevano dall’India. Il governo cinese era contrario perchè non voleva che uscisse l’argento (usato per pagare l’oppio), e poi perchè l’oppio creava enormi problemi di salute pubblica —> scoppia la prima guerra dell’oppio (1839-1842): molto traumatica per la Cina —> gli occidentali, grazie alla loro supremazie economica, impongono ai cinesi regole non eque (dai cinesi chiamato ancora “il secolo dell’umiliazione”) con il Trattato di Nanchino, che chiuse la guerra. Tra queste regole c’è la cessione e di Hong Kong e l’apertura ai britannici senza limitazioni di cinque porti cinesi (chiamato sistema dei porti dei trattati diseguali). Successivamente i porti divennero sempre di piu e altre potenze europee sfruttarono queste condizioni non eque. Periodo di crisi politica e demografica , popolazione sempre più povera —> ribellioni e seconda guerra dell’oppio (1856-1860) A un certo punto la Cina tenta una timida ripresa: vuole tornare ai vecchi valori e al vecchio sistema del passato, quelli che l’avevano resa cosi grande e importante. Promosso anche il Movimento per l’Auto-Rafforzamento per il settore militare, per la cantieristica (un piccolo numero di imprese sul modello occidentale in alcuni settori chiave) —> Tutto ciò prende il nome di Restaurazione Tongzhi (1861-1871) Grazie all’apertura forzata al commercio con gli occidentali tra il 1870 e il 1894 crescono import e export e si diffondono tecnologie occidentali, ma comunque rimasero grandi limitazioni: Bassi investimenti da parte del governo, solo in alcune infrastrutture chiave Non ci fu una risposta dal basso che segui il già basso intervento dall’alto del governo. Rimasero in voga gli interessi preesistenti (corporazioni mercantili e artigianali tradizionali che difendevano i loro privilegi e ostacolavano la diffusione di nuove tecnologie e nuove forme d’impresa) A fine secolo, guerra sino-giapponese (1894-1895) —> pesante sconfitta e conseguenze negative: Gli stranieri acquisiscono il diritto di istituire fabbriche nei porti dei trattati Shock e nuova umiliazione (il Giappone era considerato una sorta di “allievo” in confronto al grande impero cinese) Da qui poi segui nel 1900 la rivolta dei boxer, ovvero un movimento anti occidentale e anti-modernizzazione, cui segui una forte repressione. L’ultimo imperatore abdica nel 1912 e nasce la Repubblica Cinese. Prova a modernizzare le istituzioni economiche cinesi, ma lo fa in un momento pessimo per l’industrializzazione (prima guerra mondiale). Tra 1912 e 1936 movimento di avvio della transizione industriale in Cina: Prodotto dell’industria crebbe a tassi superiori al 10% annuo Fabbriche nel tessile e nell’alimentare Aumento di investimenti esteri Crescita commercio estero Ma questa fase venne interrotta: Dal crollo delle esportazioni durante la Grande Depressione (anni trenta del 1900) Dall’occupazione giapponese della Manciuria nel 1931 Dalla guerra civile tra partito nazionalista e partito comunista, conclusa con la vittoria di Mao e il ritiro dei nazionalisti a Taiwan Il Giappone A differenza di India e Cina, il Giappone riesce a industrializzarsi meglio (unico caso fuori dall’occidente che si industrializza già prima della prima guerra mondiale, nonostante a scarsità di risorse). Il Giappone pre-tokugawa. Prima del 1600 il Giappone era ancora un’area feudale. I portoghesi arrivarono in Giappone nel 1543, dove trovarono una popolazione divisa da guerre civili tra i diversi signori della guerra feudali. I giapponesi mostrano forte interesse verso prodotti europei (vino, orologi, oggetti in vetro, cavalli arabi, armi da fuoco). Pagavano in argento (ricco in Giappone). I portoghesi vendevano prodotti, prendevano l’argento e lo portavano poi in Cina, acquistando prodotti locali. All’inizio del 1600 inizia lo Shogunato Tokugawa (dura fino all’Ottocento) pone fine alle guerre civili e unifica il Giappone, ma cambia anche le regole economiche di commercio con il resto del mondo). Lo shogunato tokugawa era una sorta di feudalesimo centralizzato, caratterizzato da: Imperatore relegato a un ruolo religioso. Chi decide è lo shogun. Eliminazione dei fattori che potessero compromettere la stabilità del paese (basta importazione di armi basta cristianesimo) L’isolazionismo, con la limitatissima eccezione olandese Sistema della presenza alternata: i grandi feudatari dovevano risiedere un anno nei propri feudi, e un’altro anno con lo shogun a Edo (attuale Tokyo), con la loro famiglia: così facendo aumento il controllo di queste famiglie e le impoverisco (devono essere all’altezza delle condizioni dello shogun e quindi dovevano spendere soldi per manifestare il proprio status). Questa residenza alternata fece si che ci fu un flusso continuo di persone tra i feudi e Edo —> costruite moltissime strade piene di attività commerciali—> si sviluppa un’economia diversa dall’economia agraria dei contadini (già ci sono artigiani che vendono e diventano più ricchi, potendo a loro volta comprare, già ci sono i mercanti, ecc). Per alcuni questo sistema ha dato vita a qualcosa di simile alla “rivoluzione industriosa” europea. 1700: economia florida, surplus ai contadini, proto-industria, economia commercializzata, crescita economica e disuguaglianza relativamente bassa. 1853: il commodoro Perry (Americano) arriva in Giappone e trova un paese sviluppato. Esso impone l’apertura dei porti giapponesi alle navi statunitensi (trattati ineguali). Il Giappone costretto ad aprirsi dopo secoli di isolazionismo. C’è la paura di diventare una colonia e perdere del tutto la propria economia. La reazione a questo: cercare la via piu veloce per industrializzarsi, cosi da trattare da pari a pari con le economie occidentali. Periodo di malcontento—> lo Shogun viene deposto e richiamato l’imperatore —> “Restaurazione Meiji” 1868. Non è una restaurazione come quella cinese. I giapponesi intendevano prendere e copiare il meglio da ogni stato europeo. Inizia un processo di modernizzazione e industrializzazione guidata dall’alto, che riceverà poi (al contrario della Cina) una risposta dal basso, soprattutto in tre ambiti: Occidentalizzazione delle istituzioni Occidentalizzazione delle pratiche, costumi e educazione pubblica Importazione della tecnologia, sviluppo di infrastrutture moderne, lo stato promuove imprese in nuove settori (nascita degli zaibatsu) Modernizzazione supportata dall’etile economica e per questo prevalse sulle ribellioni. La nascita degli zaibatsu —> lo Stato promuove imprese negli anni 60 del 1800 (contestuale a prima e seconda rivoluzione industriale), come fabbriche tessitrici o acciaierie ecc. L’idea dello stato è quella di coinvolgere il prima possibile gli imprenditori giapponesi nella gestione e proprietà di queste imprese. La fortuna è che in Giappone vi era tutta una serie di persone interessata a immettersi in questi affari: più di tutti i grandi mercanti dell’epoca precedente. Questi grandi mercanti iniziano a comprare tante fabbriche, anche in settori diversi (la stessa famiglia compra imprese in settori diversi, creando un gruppo di imprese sotto la stessa proprietà). Pochi grande famiglie comprano le maggiori fabbriche, dando origine a gruppi diversificati e senza correlazione, chiamati appunto ZAIBATSU —> gruppo di imprese diversificate in settori non correlati tra loro, nato per un accidente storico. Questi zaibatsu favoriscono la crescita del paese perchè permettono la diversificazione del rischio e permettono l’integrazione verticale all’interno del gruppo stesso. Alla viglia della prima guerra mondiale il Giappone era autosufficiente nei settori industriali piu importanti, come quello dell’acciaio, della chimica e dell’ingegneria. Grazie a ciò riuscì a trattare quasi da pari a pari con potenze occidentali. L’unica pecca è che anche i giapponesi sviluppano un’ideologia aggressiva della crescita, e forte di questo sviluppano una politica militare importante —> scontri con Cina e Russia, espansione in Asia. LEZIONE 11 - DALL’APICE DELLA GLOBALIZZAZIONE ALLA GRANDE GUERRA Proto-globalizzazione —> quando si aprono i mondi chiusi Prima globalizzazione/globalizzazione dell’Ottocento—> quella che inizia nella seconda metà del 1800 (1870-1914) Seconda metà dell’ottocento ormai ogni angolo del pianeta è connesso economicamente con il resto del mondo. Si raggiunge un massimo storico di interdipendenza economica planetaria. La prima guerra mondiale segna l’inizio della fine della prima globalizzazione e ha un impatto molto rilevante sul processo di industrializzazione di molti paesi. I presupposti della prima globalizzazione (1870-1914) 1. Pace in Europa, ed espansione nelle colonie 2. Il Gold Standard (o sistema monetario aureo, un’istituzione monetaria che ha favorito crescita economica) 3. L’innovazione nella tecnologica delle comunicazioni e dei trasporti 1) Pace in Europa, espansione nelle colonie In Europa, dopo guerre napoleoniche, l’Ottocento secolo relativamente pacifico rispetto a prima. Dal congresso di Vienna del 1814-1815 emerge un “concerto europeo”, una stabilità europea, ovvero un ordine multipolare con grandi players e una potenza egemone, centrale (Inghilterra). A fronte di ciò, vi è invece un forte fermento al di fuori dell’Europa (Asia ma anche colonizzazione dell’Africa —> europei si spartiscono l’Africa: tra 1870 e 1914 il territorio africano sotto controllo europeo passa da 10 al 90%). Questo avvenne anche per le nuove potenze che non avevano ancora colonie (come la Germania). Le grandi potenze puntano ad avere un proprio impero (non solo l’Inghilterra). Si crea cosi una sorta di integrazione economica per incorporazione. 2) Il Gold Standard (sistema monetario aureo) Uno dei problemi del commercio internazionale sono le diverse valute (sono un rischio e anche un costo di transazione). Quando l’Inghilterra diventa una potenza egemone e basa il suo successo economico proprio sul commercio internazionale, l’Inghilterra inizia a imporre il proprio sistema monetario, per renderlo così condiviso da tutti. Era un sistema monetario sviluppatasi dalla fine del 1600, ed era basato sull’oro (prima ci si basava un po’ sull’argento, un po’ sull’oro, senza un’organizzazione). Il sistema monetario doveva essere mono metallico, e in particolare l’oro. Si doveva creare un’ equivalenza fissa tra la moneta in circolazione e le riserve d’oro (la quantità di banconote emesse doveva equivalere alle riserve d’oro della banca d’Inghilterra —> 1 moneta = 1 kg/grammi non lo so di oro). Equivalenza fissa in oro dell’unità di conto monetaria. Inoltre cera la possibilità di conversione delle banconote in oro in ogni momento. La Gran Bretagna impose l’uso del gold standard nel proprio impero, e successivamente anche altri paesi iniziarono a copiare il sistema inglese, e cosi facendo passando dall’oro, i tassi di cambio sono fissi, e questo promuove il commercio. (Giappone, Francia, Italia, tutti partecipano a questo sistema. Se tutti hanno un’ equivalenza fissa oro-moneta, sanno che possono scambiare senza rischi di tassi di cambio). Questo portò ad una corsa all’oro. Vantaggi: Sistema a cambi fissi, elimina il rischio di cambio —> i paesi fissavano una parità tra la propria valuta e una determinata quantità d’oro. I paesi aderiscono ad una parità aurea, che nessuno cambierà fino alla 1 GM. Favorisce l’accesso al redito internazionale Incentiva gli investimenti diretti esteri Semplifica il sistema internazionale degli scambi 3) L’innovazione tecnologica delle comunicazioni e dei trasporti Gli sviluppi che avvengono nel corso della prima e seconda rivoluzione industriale rendono possibile una vera e propria rivoluzione nel sistema delle comunicazioni e trasporti: Ferrovie Telegrafo elettrico (1830-1840) —> fa si che i prezzi tendano a convergere, perché in poche ore si conoscono i prezzi degli altri paesi, e la concorrenza quindi spinge a far convergere i prezzi. Cresce quindi anche il grado di integrazione. Navi a vapore —> apertura del canale di Suez nel 1869 —> l’uomo artificialmente modifica la natura per creare infrastrutture favorevoli al commercio internazionale. (Esempio: per mandare un’informazione dall’inghilterra all’India, prima del 1840 ci volevano circa 5-8 mesi (lettere con le navi); a partire dal 1840 solo 6 settimane, grazie alle navi a vapore; dal 1850 solo pochi giorni, grazie al telegrafo, e dal 1890 in poi solo poche ore, grazie al telefono) Prima del telegrafo i prezzi di diversi paesi per lo stesso prodotto erano più distanti tra loro. Dopo il telegrafo essi si avvicinano ma non convergono del tutto, perché per avere una convergenza perfetta è richiesta assenza di costi di trasporto e assenza di dazi. Dal 1860 in poi vennero firmati una serie di trattai libero scambisti, orientati a favorire il libero scambio e ridurre il protezionismo, tramite la rimozione dei dazi, la rimozione delle barriere tra un paese e l’altro. Il primo fu il trattato di Cobden-Chevalier del 1860 —> abbassato i dazi tra Francia e Inghilterra. In questi trattati si inseriva anche la clausola della nazione più favorita —> dice che gli stati che firmano il trattato si impegnano ad applicare tra di loro le condizioni più favorevoli che hanno applicato ad altri stati con cui hanno stipulato trattati commerciali. Visto che la rete di accordi e scambi era sempre più fitta, i dazi tendevano al ribasso. Questa fase venne chiamata fase dorata del libero scambio. Navigazione a vapore —> tratta Europa-Stati Uniti: prima 3 mesi; dopo 10-15 giorni Ferrovie —> tratta Philadelphia-Chicago: prima 3 settimane; dopo 2 giorni Tutto questo riduce i costi di trasporto e contribuisce a far convergere i prezzi. La riduzione dei costi di trasporto non riguardava solo le merci ma anche le persone —> grandi migrazioni internazionali. Il mondo inizia a dividersi tra paesi importatori (America del nord e del sud) e paesi esportatori (paesi europei e asiatici). Alcune persone accettavano anche di pagare il viaggio con il proprio lavoro una volta arrivate a destinazione, pur di migrare in terre nuove —> chiamati servi a contratto. Questa fu la prima grande epoca di migrazione di massa. Le interpretazioni Non fu un’età dorata per tutti i paesi del mondo. Bisogna infatti osservare diversi aspetti. Fu un età d’orata perchè: Intensità della globalizzazione (flussi di merci, capitali, persone raggiungono un livello mai raggiunto in precedenza, e che non verrà raggiunto neanche nei decenni successivi —> i paesi in via di sviluppo in questo periodo sono i paesi extra- europei) Molte regioni del mondo (non solo in occidente) raggiunsero un livello di prosperità senza precedenti, non con la stessa intensità ovviamente I paesi si specializzarono in ciò che riusciva loro meglio anche grazie al mercato globale (Ricardo —> se ogni paese si specializza a fare ciò in cui ha un vantaggio comparato, tu

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