Antropologia Culturale - Esame 290124 PDF
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Susanna Consiglio
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These notes cover concepts in cultural anthropology, including the rise of anthropology in the 1800s, key figures like Tylor and Smith, and the evolution of cultural concepts, including the concepts of race, ethnicity and identity. The document also includes a discussion of the development of cultural relativism and its role in understanding different cultures.
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Antropologia culturale Consiglio Susanna, AA 2023-2024 Discipline demoetnoantropologiche: Antropologia culturale, etnologia, demologia Erodoto introduce la nozione di: relativismo culturale->tentativo di andare oltre la propria cultura etnocentrismo->considerare la propria cultura la migliore ed un...
Antropologia culturale Consiglio Susanna, AA 2023-2024 Discipline demoetnoantropologiche: Antropologia culturale, etnologia, demologia Erodoto introduce la nozione di: relativismo culturale->tentativo di andare oltre la propria cultura etnocentrismo->considerare la propria cultura la migliore ed unica lamentazione funebre-> diffuso anche negli anni 50\60\70 La nascita dell’antropologia: Nell’800 nasce l’antropologia grazie a 4 principali eventi: Rivoluzione industriale (1760-1840) Ascesa della borghesia Colonizzazione dell’Africa (1884-1914) Colonialismo ed imperialismo 1871: E.B. Tylor scrive ‘‘Primitive Culture’’ Tylor elabora 3 concetti fondamentali: Sopravvivenza= qualcosa che trascina, tratti culturali che rimangono ma che verranno eliminati dalla civilizzazione; Metodo comparativo= consiste nella conoscenza delle altre culture a partire dalla nostra, essere influenzato dalla propria cultura di riferimento; Tutte le cose inanimate possiedono un’anima (animismo)=propria del primitivo Evoluzionismo: Scuola della metà dell’800, presuppone una genesi della stessa cultura, dal primitivo al civilizzato. W.R Smith (è il primo a parlare di società) nel 1889 scrive ‘‘Lettura della religione dei Semiti’’ La religione è un fatto sociale, lo dimostra indagando il totemismo, atteggiamento di devozione La differenza tra Smith e Tylor sta nel fatto che Tylor elabora i tre principi a tavolino analizzandoli dal teorico, Smith svolge un’analisi sul campo (fieldwork) ai totem, un elemento transculturale animato. Frazer, Il ramo d’oro, mito del Lazio: Con Frazer si teorizza il passaggio da primitività a civilizzazione: Magia Scienza Religione 1. Mano 2. Sacerdote 3. Scienziato Secondo Frazer non si può parlare di culture primitive. Morgan, parentela, La società antica: Non esiste la famiglia naturale, esiste la famiglia biologica Per Morgan il passaggio da primitivo a civilizzato consiste nei cosiddetti “periodi etnici” Selvaggio (primitivo) Barbaro (intermedio) Civilizzato (800, rivoluzione industriale) Le fonti Esistono varie tipologie di fonti: fonti orali=>le più comuni fonti scritte o d’archivio=> fonti iconiche=> foto e video fonti materiali=> attenzione per gli oggetti Le varie tipologie di antropologia antropologia fisica: studia l’evoluzione biologica; antropologia letteraria: studia le fonti scritte; antropologia visiva o visuale: studia le fonti iconiche; antropologia museale: studia le fonti materiali; antropologia storica: studia il passato; antropologia del mondo antico: studia le civiltà antiche; antropologia linguistica: studia l’etnografia della conversazione; antropologia medica: studia le variazioni culturali delle pratiche relative al corpo; antropologia filosofica: studia le tradizioni filosofiche (non è inclusa nelle DEA, bensì è chiamata ‘Filosofia morale’ Le tipologie e partizioni della cultura Sistemi di parentela, forme del matrimonio e della vita familiare; Sistemi economici, pastorizia, pratiche alimentari; Stratificazioni sociali, istituzioni della politica, e tipologie di potere; Linguaggio e forme di comunicazione non verbale; Religioni e magia, riti, miti, pratiche simboliche; Etnoscienza, sistemi indigeni di saperi naturalistici; Espressioni estetiche, artigianato, arte primitiva A cosa serve l’antropologia? Ad aprire la via della ricerca e dell’insegnamento; Mediazione interculturale; Cooperazione internazionale; Conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale etnografico Origini del Termine 'Razza': Nel XVI secolo, il termine 'razza' indicava la discendenza, ma solo nel XIX secolo ha assunto l'attuale connotazione. Sovrapposizione con il Razzismo dell'Ottocento: La diffusione del termine si sovrappone alle dottrine razziste sviluppate nell'Ottocento. Il Conte de Gobineau (1816-1882) nel 1856 scrive il 'Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane'. Principi Fondamentali del Saggio di Gobineau: Biologizzazione di differenze culturali e civiltà umane. Gerarchia rigida tra le razze, con la razza bianca al vertice. Avversione per la mescolanza delle razze. Paura che la razza bianca sia minacciata dagli incroci con altre razze. Approccio di Linneo nel XVIII Secolo: Linneo basa la razza sul colore della pelle, un secolo prima di Gobineau. Razzismo Evoluzionista nell'Ottocento: Nel XIX secolo, l'evoluzionismo di C. Darwin e H. Spencer influisce sul razzismo. Principio monogenetico: Tutta l'umanità ha un'origine comune, le differenze derivano dall'evoluzione delle circostanze. Principio poligenetico: L'umanità deriva da progenitori diversi, più o meno nobili. Negazione del Diverso e Antisemitismo: Teoria evoluzionista porta a una negazione del diverso, anticipando l'antisemitismo nel XX secolo. Nazionalsocialismo e Ingegneria Biologica: Durante il nazionalsocialismo, il razzismo diventa causa di pratiche di ingegneria biologica. Eugenetica, creata da Francis Galton (1822-1911), mira a favorire la riproduzione degli individui 'migliori' e impedire a quelli 'peggiori' di riprodursi. Sviluppo del Concetto di Cultura nell'Ottocento: L'800 vede lo sviluppo del concetto di 'cultura'. Gli antropologi definiscono cultura non solo come arte, letteratura o scienza, ma come l'insieme di consuetudini, usi e conoscenze quotidiane di una comunità. Diversità Culturale e Evoluzione: Nonostante l'origine comune dell'umanità, si ipotizza una diversificazione culturale dovuta a un processo di evoluzione. Questo processo avviene a velocità diverse in parti diverse del mondo e per diversi gruppi umani. La diversità culturale è spiegata come risultato di uno stadio evolutivo precedente in alcune società. Mutamento nel Novecento: Nel Novecento, si afferma un punto di vista relativista e pluralista della cultura. Nasce il principio del Relativismo Culturale: Le valutazioni negative di altre culture dipendono dalla mancanza di comprensione dei loro codici linguistici, estetici e morali. Non è possibile formulare giudizi al di fuori del contesto culturale, stabilendo così criteri sovra-culturali è etnocentrico. Principio del Relativismo Culturale: Le valutazioni etiche, estetiche e, secondo alcuni, anche cognitive dipendono dal contesto culturale. Ogni tentativo di stabilire criteri sovra-culturali è considerato etnocentrico. Etnocentrismo come Pratica Discriminatoria: Sumner sostiene che l'etnocentrismo, ossia considerare il proprio gruppo come centro del mondo, è naturale ma può portare a pratiche discriminatorie verso altri popoli. Etnocentrismo in Antropologia: Alcuni antropologi come Herskovits e Lévi-Strauss riconoscono l'universalità dell'etnocentrismo ma promuovono il controllo di questo atteggiamento per favorire la tolleranza e il dialogo tra culture. Diffusione del Relativismo Culturale nel Novecento: Nel corso del Novecento si diffonde un lessico antropologico che interpreta la diversità in termini di culture autonome e distintive. Cresce la sensibilità all'etnocentrismo e al relativismo culturale. Concetto di etnia Utilizzato per esprimere differenze tra gruppi umani. Indica differenze indipendenti dalle suddivisioni politiche in Stati. Spesso utilizzato in modo discriminatorio. Origine dell'Uso Antropologico: L'uso antropologico della parola ha origine nel 1800. Nel contesto antropologico, un gruppo etnico è caratterizzato dalla condivisione di elementi culturali come lingua, religione, usi e costumi. Connotazioni Valutative e Discriminatorie: Nonostante l'utilizzo nell'ambito antropologico, persistono connotazioni valutative. Le differenze etniche possono ancora essere oggetto di discriminazione, suggerendo un'associazione persistente con giudizi e pregiudizi. Razzismo Differenzialista: Si tratta di una posizione che sottolinea la necessità di "difendere e/o preservare" le differenze culturali. L'obiettivo è proteggere le culture dall'omogeneizzazione e dalla massificazione presenti nelle società occidentali. Opposizione alla Multiculturalità: I sostenitori del razzismo differenzialista possono opporsi all'idea di società multiculturali o interculturali. Ritengono che, per preservare le differenze e le alterità, le società dovrebbero mantenere un'omogeneità culturale, con ciascuno nel proprio contesto. Lévi-Strauss e la Diversità Culturale: Claude Lévi-Strauss sostiene che la diversità culturale è un bene massimo per l'umanità. Considera che il progresso stesso sia favorito dalla coesistenza di molte culture diverse. La preservazione della diversità culturale è vista come fondamentale per il progresso umano. Come riconoscere il neo-razzismo: Taguieff individua 3 atteggiamenti intellettuali: Categorizzazione essenzialista: l’appartenenza ad una categoria produce un giudizio su un individuo, a cui sono associati tutti gli stereotipi della categoria. → è razzista quando c’è un’asimmetria di potere: il razzista individua una categoria debole, vedendo in loro una minaccia per la propria posizione. Stigmatizzazione: subiscono un processo di esclusione simbolica e attribuzione di stereotipi negativi. → si attribuiscono difetti congeniti o impurità di qualche tipo Barbarizzazione: convinzione che certe categorie di esseri umani non siano civilizzabili. 3 pratiche come denominatori del comportamento razzista: pratiche di segregazione, discriminazione ed espulsione forme di persecuzione e di violenza essenzialista genocidio Identità culturale nel 1900: Relativismo Nel 1900, emergenza del concetto relativista di identità culturale. Contro il razzismo, si sostiene che ogni gruppo umano possiede una propria identità. Ampliamento del concetto di identità Il concetto di identità si diffonde nel senso comune. Tuttavia, talvolta supporta le ragioni dell'intolleranza. Critica antropologica all'identità L'antropologia si focalizza sulla critica del concetto di identità. La critica porta a una dissoluzione del concetto di cultura, sostituito da quello di potere. Spostamento dalla differenza alla disuguaglianza La critica all'identità porta a sostituire la nozione di differenza con quella di potere. Al centro emerge la nozione di soggettività umana come punto focale. Reazione al razzismo differenzialista Il dialogo, la tolleranza e il rispetto fra etnie e culture diverse diventano chiave. La fondazione di una convivenza basata sul riconoscimento di principi etnici universali. Rilettura della storia della filosofia da Remotti Francesco Remotti, con "Noi, primitivi", rilegge la storia della filosofia dal problema della diversità culturale. Ostacolo della diversità secondo l'epoca classica Nell'epoca classica, la corrente filosofica principale vedeva la diversità degli usi e costumi come un ostacolo. Il concetto di giro lungo o via esterna Remotti introduce il concetto di "giro lungo" o "via esterna," tratto dall'antropologo Kluckhohn. Il giro lungo implica il confronto con la diversità, la necessità di ampliare lo sguardo per comprendere la propria ragione. Montaigne e "Sui cannibali" nel 1500 Montaigne, nel 1500, esplora il concetto di etnocentrismo nel saggio "Sui cannibali." Il cannibalismo è interpretato come pratica culturale organica, non come espressione di furore bestiale pre-culturale. La verità come frutto della consuetudine Montaigne suggerisce che ciò che percepiamo come verità è modellato dalla consuetudine. La convenzione si presenta come natura, creando un paradosso relativista. Il paradosso del relativismo di Montaigne Montaigne affronta il paradosso del relativismo: se tutto è consuetudine, su quali basi giudica l'"irragionevolezza" di un'usanza? Relativismo epistemologico nel '900 La scienza mette in dubbio la solidità del mondo fisico nel XX secolo. Letteratura e arte si orientano verso il surrealismo. Tema freudiano del primitivo Nell'antropologia, nasce il tema freudiano del "primitivo dentro di noi." Questo concetto affascina l'immaginario artistico e letterario. Antropologia come descrizione empirica L'antropologia diventa la descrizione empirica di contesti con forme particolari e irriducibili di razionalità. Si focalizza sull'interno delle culture. Nomi fondamentali nel dibattito epistemologico Karl Popper: La scienza è una costruzione instabile in continua evoluzione. Thomas Kuhn: Il sapere scientifico progredisce attraverso rivoluzioni, non come continuum di scoperte. Paul Feyerabend: Il progresso scientifico è comprensibile attraverso condizioni storico-antropologiche, non con validità assoluta. Inversione del rapporto tra razionalità scientifica e diversità antropologica Nel XX secolo, l'antropologia moderna cerca il primitivo all'interno delle culture. La domanda cruciale è se possiamo comprendere un'altra cultura senza criteri minimi ma universali di razionalità. Risposte alle domande sul relativismo epistemologico I relativisti: La comprensione si basa sempre su basi pratiche, non su un nucleo epistemologico dato. Peter Winch: Gli antropologi non devono giudicare le credenze altrui come false, illogiche o irrazionali. Ludwig Wittgenstein: La comprensione antropologica deve mostrare stregoneria, religione o scienza come diverse possibilità di dare senso al mondo. Relativismo Etico Relativismo etico riguarda la formulazione di giudizi morali e sistemi di valori. Critica al Relativismo come Reductio ad Absurdum Il relativismo è presentato come un reductio ad absurdum. Sottolinea il rischio dell'abbandono di criteri universali nella comprensione della realtà. Boas Boas e i suoi allievi utilizzano il relativismo come strumento contro il razzismo, i pregiudizi etnici e l'oppressione coloniale. L'uso pubblico del sapere antropologico sostiene la tolleranza, l'eguaglianza e i diritti umani. Lévi-Strauss Lévi-Strauss afferma che la comune umanità si realizza attraverso le differenze culturali. Il progresso deriva dalla reciproca fecondazione di tradizioni diverse, richiedendo tolleranza, apertura, dialogo e difesa delle differenze. Il pericolo nel mondo contemporaneo è l'omologazione culturale. Antropologia e Diritti Umani Herskovits Herskovits presenta una visione rigida ed esclusiva delle culture e dei diritti umani. La libertà e i diritti sono definiti dalla società di appartenenza. Lévi-Strauss Lévi-Strauss suggerisce che per salvaguardare le identità culturali, è necessario mantenere una prospettiva culturale distinta. Le culture sono come treni in corsa, e gli individui vedono gli altri treni in modo fugace e distorto. Diritti considerati universali e rischio di etnocentrismo Vi sono diritti considerati universali, come il diritto di libertà di scelta o di non-violenza. Tuttavia, nel creare un piano universale, l'etnocentrismo può impedire la comprensione delle differenze. Rischio di non comprendere il punto di vista di società diverse e condannare fenomeni ritenuti normali da loro. Antropologia da tavolino nel 19° Secolo: Gli studiosi vittoriani nel 1800 non facevano ricerche sul campo dirette. I libri erano testi comparativi che discutevano resoconti su popoli antichi e "primitivi". Il ricercatore riportava fatti attraverso viaggi, mentre l'antropologo leggeva e comparava resoconti. Notes and Queries on Anthropology (1870): Rivista che segna un momento significativo, trattando la problematicità della ricerca e della produzione delle fonti. Malinowski e la Nascita del Moderno Fieldwork: XX secolo: Problematizzazione della ricerca dei fatti e produzione delle fonti. Osservazione e interpretazione scientifica diventano inseparabili. L'antropologo diventa teorico e ricercatore. "Argonauti del Pacifico Occidentale" (1922) di Malinowski: Malinowski introduce la monografia etnografica, un nuovo genere di testo. La scrittura monografica unisce il carattere soggettivo della partecipazione vissuta con l'approccio scientifico oggettivo. Scoraggiamento dei restudies (studi su terreni già esplorati). Ritorno della Dimensione Comparativa: La somma di molte indagini partecipanti permette un ritorno della dimensione comparativa. Murdock e gli Human Relations Area Files (1930): Murdock introduce gli Human Relations Area Files, schedatura uniforme e standardizzata di culture per analisi comparativa e statica. Affermazione del Fieldwork negli anni '20: In Inghilterra e negli USA, il fieldwork diventa lo standard del lavoro antropologico. Sviluppo della Scuola di Etnologia in Francia: In Francia, si sviluppa una scuola di etnologia, favorita dal suo impero coloniale. Marcel Mauss scrive il "Manuale di etnografia." Spedizione a Dakar-Gibuti (1931-1933): Gli allievi di Mauss partono per una spedizione attraverso i possedimenti francesi in Africa. Raccolta di informazioni etnologiche, linguistiche e oggetti culturali destinati al Museo di Etnografia del Trocadero di Parigi. "L'Africa Fantasma": resoconto diaristico-letterario della spedizione. Sviluppo del Fieldwork e Studio del Folklore nel '900: Crescita del fieldwork e interesse per lo studio del folklore. Concentrazione sui "prodotti letterari" della tradizione orale, usi/costumi, riti/feste annuali. Il folklore come patrimonio culturale radicato nella storia. Contributi Teorici: Arnold Van Gennep introduce la categoria dei "riti di passaggio." Vladimir Propp analizza morfologicamente le fiabe. Ernesto de Martino unisce l'impianto teorico dell'antropologia allo studio della cultura popolare. Decolonizzazione e Svolta Riflessiva: Avvio della decolonizzazione: il modello classico di ricerca sul campo entra in crisi. Cambiamento nella concezione di popoli come "primitivi" e "muti." Modifiche nella scrittura etnografica: maggiore soggettività del ricercatore e degli informatori. Introduzione di testi dialogici e osservazione partecipata più umana. Frantz Fanon e "I Dannati della Terra" (1961): L'ordine coloniale può essere superato disfacendosi dei saperi prodotti dall'Occidente sugli altri. Writing Culture: Movimento degli Anni '80: Propone una nuova scrittura etnografica realista. Riflette una svolta riflessiva nell'approccio antropologico. Pluralità di Prospettive: Necessità di una pluralità di prospettive nella ricerca antropologica. Etnografie "multisituate" sono cruciali per affrontare fenomeni come la comunicazione su internet, che è immateriale e non legata a un luogo fisico. Aumento del Numero di Antropologi: Crescita del numero di antropologi. Non esistono più territori "vergini" da esplorare. Antropologie Indigene: Emergenza delle "antropologie indigene" ovunque. Cercano di interpretare le proprie culture anziché essere studiate da antropologi esterni. Ricerca Applicata: Accanto alla ricerca "pura" e accademica, si sviluppa una ricerca applicata. Gli antropologi partecipano a progetti internazionali in vari campi, producendo reportage che spesso devono seguire standard burocratici più che scientifici. Focus su Problemi Contemporanei: Le ricerche si concentrano su problemi contemporanei come guerra, violenza, diritti umani, sviluppo sostenibile e migrazioni. Nuovi strumenti come internet e le nuove tecnologie giocano un ruolo sempre più importante nella ricerca antropologica. Sfide delle Pratiche Immateriali: Difficoltà nell'affrontare fenomeni come la comunicazione su internet, caratterizzata da pratiche immateriali e non legate a un luogo fisico. Queste sfide richiedono nuovi approcci e metodologie. Contesto delle Prime Teorie Antropologiche: Per comprendere l'antropologia, è essenziale schematizzare lo sviluppo del pensiero di diversi studiosi. Il contesto iniziale è caratterizzato dalla teoria evoluzionista darwiniana, influenzata dal positivismo e naturalismo. Obiettivo dell'Evoluzionismo Antropologico: L'antropologia, come la biologia, studia i processi evolutivi, ma si concentra sul mutamento culturale dell'uomo. L'obiettivo è risalire alle origini delle forme culturali osservabili. Il Metodo Comparativo e il Principio Uniformista: Il metodo comparativo, accostando dati incompleti, cerca di riempire i vuoti temporali. Presupposto fondamentale: il principio uniformista, con l'evoluzione che si dispiega gradualmente e costantemente. "Primitivi di Oggi" e Sopravvivenze: I "primitivi di oggi" sono considerati popolazioni in fasi precedenti alla nostra, definendo il concetto di "sopravvivenze." Esempio della Teoria di Tylor sulla Religione: Tylor, attraverso il comparativismo, analizza la religione e scopre l'elemento comune della credenza nell'anima. L'idea di anima è considerata un prodotto della mente del "filosofo selvaggio." Caratteristiche della Teoria Evoluzionista: Ricerca delle origini culturali, comparativismo, ricostruzione di stadi di sviluppo, centralità della psicologia individuale. Principali Studiosi Evoluzionisti: Tylor, Frazer, Morgan (pioniere dell'antropologia americana), Bachofen (trattato sul matriarcato), Maine (trattati sull'origine dei sistemi giuridici), Marett (centralità emotiva delle credenze religiose). Critiche alla Tendenza Etnocentrica: Ambiguità nel far coincidere la società borghese moderna con gli stadi finali evolutivi. Opere caratterizzate da un punto di vista etnocentrico. Transizione dall'Evoluzionismo al Diffusionismo: Tra l'Ottocento e il Novecento, si affianca alla teoria evoluzionista quella diffusionista. Concentrazione sulla ricerca delle origini dei fatti culturali con prove documentate. Diffusionismo e Monogenesi: I diffusionisti partono dall'assunto della monogenesi, cercando l'unico punto di irradiazione per tratti culturali presenti in diverse aree. Scopo principale: individuare i punti di irradiazione culturale. Scuola Inglese di Smith e Perry: Ipotesi dell'antico Egitto come punto di partenza di ogni sviluppo successivo. Boas e l'Antropologia Americana: Boas preferisce un approccio idiografico (particolare) al nomotetico (ricerca di leggi). Concentrazione su casi specifici per ricostruire i processi di formazione di tratti culturali. Teoria Sociale e Dimensione Collettiva: Scuola francese di Durkheim, definita "sociologica." La società va oltre la somma degli individui, funzionando secondo "meccanismi oggettivi." Concetti Chiave di Durkheim: La società determina le modalità di pensiero, la soggettività, le emozioni. Dimensione costituita da coscienza collettiva e rappresentazioni collettive, influenzando il pensiero individuale. "Le Forme Elementari della Vita Religiosa" (1912) di Durkheim: Analisi della religione basata sulla contrapposizione tra sacro e profano. Il sacro si riferisce a esperienze collettive o sociali. Ruolo Cruciale delle Religioni Totemiche: Nelle religioni totemiche, il totem personifica la collettività. Priorità al rito rispetto alla credenza. Rito come Interfaccia tra Individuo e Società: Il rito è l'interfaccia tra individuo e società, secondo Durkheim. Eredità di Durkheim: Dopo la morte di Durkheim nel 1917, Mauss continuò a sviluppare la sua eredità. Combinazione delle teorie di Durkheim con il lavoro sul campo: Nei primi anni del Novecento, gli studi di Durkheim si combinano con la ricerca sul campo. Approccio del Funzionalismo: La società è studiata come un sistema complesso, in cui ogni parte svolge una funzione per il tutto, noto come funzionalismo. Gli studiosi funzionalisti cercano di far incastrare perfettamente le diverse parti di una cultura. Teoria Scientifica della Cultura di Malinowski: Malinowski sviluppa una "teoria scientifica della cultura" nella sua ultima carriera. La cultura è legata ai bisogni umani, e ogni tratto culturale risponde a specifici bisogni. Visione di Radcliffe-Brown: Radcliffe-Brown contrasta, sostenendo che l'antropologia si occupa di persone concrete in società specifiche, non di individui astratti. La società è considerata una totalità organica, dove ogni componente esiste per la conservazione dell'insieme. Studi sulla Struttura Sociale di Gruppi Piccoli: Antropologi tra gli anni '30 e '60 studiano la struttura sociale di gruppi di piccole dimensioni senza uno Stato moderno. Analisi della Stregoneria da Parte di Evan-Pritchard: Evan-Pritchard analizza la stregoneria, evidenziando il suo fine politico nel stabilizzare la funzionalità della struttura sociale. Punto di Forza e Debolezza del Funzionalismo: Il funzionalismo si afferma come un miglior metodo per gli studi antropologici nella seconda metà del Novecento. Punto di forza: analisi di società in una sorta di immobilità sincronica. Punto debole: difficoltà nel considerare i processi storici e i mutamenti culturali. Problema dell'Immobilità Sincronica: Il funzionalismo classico ritrae queste società come sistemi omeostatici, orientati a conservarsi e proteggersi dal cambiamento. Consapevolezza dei Processi Storici: Con l'avvio della decolonizzazione dagli anni '50, consapevolezza della necessità di introdurre una dimensione storica nell'antropologia. Mutamento e Conflitti come Fattori Creativi: Processi di mutamento e conflitti non sono più visti come disturbi, ma come fattori creativi di sviluppo. Strutturalismo: Lo strutturalismo è più uno stile di pensiero che una teoria della cultura. Legame con Lévi-Strauss: In antropologia, è legato principalmente a Lévi-Strauss, che nel 1949 pubblicò un'opera rivoluzionaria sui sistemi di parentela. Principio della Proibizione dell'Incesto: Lévi-Strauss cerca di scoprire il principio generatore delle forme di parentela, partendo dalla "norma universale che proibisce l'incesto." Introduce il concetto di strutture elementari basate su un "codice binario" che utilizza opposti. Esempio di Matrimonio tra Cugini Incrociati: Considera un gruppo etnico con un villaggio diviso in due clan. Regole rigide: uomini di un clan possono sposare solo donne dell'altro clan. Questo tipo di matrimonio crea una rete di rapporti di scambio e reciprocità tra i clan. Contributo ai Miti come Costruzioni Logiche: Lévi-Strauss contribuisce anche all'analisi dei miti come vere costruzioni logiche. Nell'opera "Mythologiques," i miti sono presentati come specchi profondi delle culture indigene. Ciò che segue viene definito come post-strutturalismo. Antropologia Interpretativa: Emergenza nell'Ultimo Decennio del Novecento: L'approccio interpretativo all'antropologia si afferma nell'ultimo decennio del Novecento, principalmente attraverso il lavoro di Clifford Geertz. Rifiuto delle Leggi Universalmente Valide: Geertz adotta il particolarismo storico di Boas, rifiutando l'idea di stabilire leggi culturali universalmente valide. Centrato sul Significato: Il focus principale è comprendere il significato di ciò che i nativi dicono e fanno. L'uomo come "Animale Sospeso fra Ragnatele di Significati": Geertz concepisce l'uomo come "un animale sospeso fra ragnatele di significati che egli stesso ha tessuto". Contrappone le fragili e volubili ragnatele alle costruzioni logiche di Lévi-Strauss. Sostituisce i modelli matematici con qualità di leggerezza e sensibilità nell'analisi culturale. Comprenderne le Forme di Vita: L'oggetto dell'antropologia interpretativa sono le forme di vita, pratiche irriducibili a modelli cognitivi o razionalità discorsiva. Processo Graduale, Parziale e Provvisorio: Geertz concepisce la comprensione della cultura come un processo graduale, sempre parziale e provvisorio, una costruzione imperfetta, giustificando così il termine "interpretazione". L'Antropologia come Etnografia: L'antropologia interpretativa, secondo Geertz, è prima di tutto etnografia; comprendere significa viverne e scriverne. Posizionamento dell'Antropologia come Materia Umanistica: Geertz distacca l'antropologia dalle "scienze dure," definendola come una materia umanistica situata a metà tra scienza e letteratura. Fase Positivista: Nella fase positivista, le scienze sociali mirano a somigliare alle scienze naturali, cercando dati oggettivi, relazioni causali e leggi. Critiche ai Metodi Naturalistici: Già nell'Ottocento, i metodi naturalistici vengono messi in discussione. Separazione delle Scienze: Dilthey separa le scienze naturali dalle "scienze dello spirito," trattando queste ultime come scienze incentrate sulla comprensione delle intenzioni umane. Scienze Naturali vs. Scienze dello Spirito: Le scienze naturali si concentrano su oggetti esterni alla coscienza umana, cercando spiegazioni. Le scienze dello spirito affrontano le intenzioni umane, perseguendo la comprensione. Dibattito tra Naturalismo e Comprendismo: Nel Novecento, il dibattito tra naturalisti (spiegazione) e comprendisti (comprensione) persiste. Naturalismo: usa l'empatia, oggettivando i dati successivamente. Comprendismo: affronta la complessità della ricerca influenzata dal linguaggio del ricercatore. Rapporto Conflittuale tra Ricercatore e Soggetti Studiati: Sorge un rapporto conflittuale, legato alla non-oggettività dei dati. Sociologia Fenomenologica: Propone la sospensione degli assunti di senso comune del ricercatore. Il sociologo dovrebbe comportarsi come un antropologo immerso in un contesto sconosciuto. Soluzione dell'Estraniamento: Si suggerisce l'adozione di una sorta di estraniamento. Ermeneutica: Sottolinea che lo studioso non può liberarsi, neanche metodologicamente, delle proprie categorie. L’Etnocentrismo Critico: Antropologia Interpretativa: Approccio comprendente, cerca il significato delle pratiche culturali accostando le categorie del ricercatore e degli attori sociali. Comprensione Pratica ed Imperfetta: Comprensione pratica, sempre possibile ma imperfetta, non garantita da un metodo. Riflessività delle Categorie: Tentativo di capire le categorie degli altri porta a un riassestamento delle nostre, rendendoci consapevoli e aperti al cambiamento. Etnocentrismo Critico di De Martino: Propone una terza posizione: l’etnocentrismo critico, che esamina l'antropologo di fronte a una cultura diversa. Incontro Etnografico come Esame di Coscienza: L'incontro etnografico è un'occasione per un esame di coscienza radicale per l’uomo occidentale. Critica all'Etnocentrismo Critico: Accusato di utilizzare l'altro solo come pretesto per conoscere sé stessi, una conoscenza autocentrata. Retoriche e Politiche dell’Etnografia: Declino del Metodo Naturalistico: L'antropologia si allontana dal metodo naturalistico negli ultimi decenni del Novecento. Ruolo Centrale dell'Etnografia: L'etnografia rimane centrale, coinvolgendo l'osservazione e la partecipazione nelle situazioni sociali studiate. Creatività nella Ricerca sul Campo: L'esperienza etnografica richiede una pratica creativa nella trasformazione dei dati da parte del ricercatore. Ruolo della Scrittura di Geertz: La scrittura, simile a quella di un romanziere, è fondamentale nell'antropologia interpretativa. Critica della Scrittura Neutrale: Critica dell'antropologia classica per mascherare strategie retoriche sotto una scrittura neutrale. Said e la Decostruzione delle Rappresentazioni: Said decostruisce le rappresentazioni dell'Oriente da parte del mondo occidentale, sottolineando il ruolo del potere. Approccio Post-Coloniale: Convergenza nel Post-Moderno: Scienze sociali e critica post-coloniale convergono verso la fine degli anni Ottanta. Neo-Marxismo e Ricerca Pratica Esterna: Correnti neo-marxiste si allontanano dalla tradizione interpretativa, focalizzandosi sulla descrizione pratica esterna delle dinamiche sociali. Religione come Riflesso Politico: Tendenza a trattare il linguaggio religioso come riflessione delle relazioni politiche. Amselle e Critica della Categoria "Cultura": Amselle critica la categorizzazione delle "culture" come gabbie epistemiche, proponendo un'etnologia storica senza il concetto di cultura. Cultura e Potere: Critica Antinaturalistica: Tylor, critica contro l'uso essenzializzante delle categorie culturali. Ruolo Chiave del Potere Economico e Politico: Necessità di studiare le relazioni tra cultura e potere economico/politico senza presupporre un determinismo rigido. Antropologia Contemporanea: Sfida di integrare la comprensione di micro e macro contesti per affrontare i problemi contemporanei. DEA e Alterità: DEA (Demologia) studia la cultura dei ceti popolari nelle società moderne. Antropologia ed etnologia si occupano dell'alterità esterna, mentre demologia e folklore si occupano dell'alterità interna. Progetto Possibile: Il progetto di studio dei ceti popolari è possibile quando i ceti colti diventano consapevoli della propria modernità. Ambivalenza del Non-Moderno: Il non-moderno si manifesta come primitivo e tradizionale. Ambivalenza etica tra condanna dell'arretratezza e nostalgia dell'autenticità. I ceti popolari colti iniziano a opporsi alla purezza. Basi di Pensiero: Romanticismo e Positivismo: Due basi di pensiero per affrontare l'ambivalenza: Romanticismo e Positivismo. Volksgeist e Romanticismo: Herder introduce il concetto di Volksgeist (spirito del popolo) nel Romanticismo. Riconoscimento del fattore locale è visto come elemento di fratellanza e unione tra i popoli. Positivismo e Documentazione Culturale: Il Positivismo documenta ogni aspetto della cultura popolare, non solo fiabe e canti, ma anche costumi, credenze magiche, tradizioni. Nessun limite disciplinare tra antropologia e folklore; entrambe interessate agli stadi arcaici dell'evoluzione culturale. Folklore come Campo di Studio Comparativo: Il folklore è un campo per lo studio comparativo delle culture. Il metodo del folklore riconduce usi e costumi contemporanei a presunti antecedenti storici, a forme originarie (Wittgenstein non era d'accordo). Autonomia del Folklore: Nel contesto europeo, il folklore emerge come disciplina autonoma di studio. Origine del Termine "Folklore": Nel 1846, Thoms conia il termine "folklore" per sostituire i termini latini precedentemente utilizzati, definendo la disciplina come “manners, custom, observances, superstitions, ballads and proverbs of the olden time”. Separazione da Antropologia: Dopo la Prima Guerra Mondiale, folklore e antropologia si separano a causa della rivoluzione metodologica dell'antropologia culturale. Mentre l'antropologia produce una discussione internazionale, il folklore si frammenta in scuole nazionali non sempre in comunicazione. Uso Politico degli Studi Folklorici: Gli studi folklorici iniziano ad essere usati come strumenti politici, influenzando la coscienza collettiva nei moderni Stati nazionali. Ruolo Attivo dei Folkloristi: I folkloristi non si limitano a raccogliere dati dal popolo; partecipano attivamente alla creazione e modifica di forme popolari di cultura. Esempio dei Fratelli Grimm: I fratelli Grimm, folkloristi tedeschi, raccolgono fiabe dai contadini. Successivamente, riscrivono le fiabe in una lingua letteraria e apportano sostanziali modifiche. Contributo Attivo alla Costruzione Culturale: I folkloristi non rimangono estranei all'oggetto della loro ricerca; contribuiscono attivamente alla costruzione della cultura popolare. Arresto degli Studi Antropologici in Italia: Dopo la Grande Guerra, gli studi antropologici in Italia subiscono un brusco arresto, principalmente a causa del fascismo e dell'idealismo storicistico. Impatto del Fascismo e di Croce: Il fascismo taglia i contatti tra gli studiosi italiani e le correnti internazionali. L'idealismo storicistico di Croce, influente filosofo italiano, mostra scarsa approvazione per lo sviluppo delle scienze umane e sociali, ignorando lo studio della cultura primitiva. Cambiamento nel Dopoguerra: Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'Italia si apre alla cultura internazionale, sviluppando un indirizzo di studio autonomo concentrato sulla cultura popolare. Influenza dei Quaderni del Carcere di Gramsci: Gramsci, nei suoi Quaderni del Carcere, spiega che le classi popolari, impossibilitate ad accedere alla cultura dominante, si accontentano dei frammenti caduti verso il basso, rappresentati dal folklore. Ruolo degli Intellettuali nell'Egemonia Culturale: Gli intellettuali svolgono un ruolo centrale nei processi di egemonia culturale, mediando tra le classi dominanti e subalterne. L'Intellettuale Rovesciato di Gianni Bosio: Bosio propone la figura dell'intellettuale rovesciato, che apprende dalle classi popolari anziché essere organico alle classi dominanti. Riformulazione degli Studi di Folklore: I vecchi studi di folklore come espressione della nazione o come sopravvivenza non vanno abbandonati. Possono essere reintegrati in una moderna scienza della cultura popolare, riletta alla luce della contrapposizione tra egemonia e subalternità. "Cultura Egemonica e Cultura Subalterne" di Cirese: L'opera di Cirese offre una definizione relazionale del folklore, sottolineando che un tratto culturale non è intrinsecamente alto o basso, egemonico o subalterno, ma dipende dal contesto storico-sociale specifico. Democratizzazione della Cultura negli Anni Sessanta: Con la democratizzazione della cultura negli anni Sessanta, si assiste a una rivalutazione del folklore attraverso un fenomeno noto come "folk revival". Folk come Oggetto di Consumo di Massa: Il concetto di "folk" diventa un oggetto di consumo di massa, suscitando un rinnovato interesse nelle tradizioni popolari. Grande Trasformazione nel Dopoguerra: Nel secondo dopoguerra, in Europa e soprattutto in Italia, si verifica una fase di "grande trasformazione" che rapidamente elimina il cuore del folklore, rappresentato dal mondo contadino. Industrializzazione e Spopolamento delle Campagne: L'industrializzazione e i flussi migratori portano allo spopolamento delle campagne, causando la disgregazione dell'universo culturale contadino. Memoria Contadina tra Rifiuto e Nostalgia: Le generazioni dell'inurbamento cercano di liberarsi della memoria contadina, considerandola quasi un retaggio di arretratezza. Al contrario, le nuove generazioni sviluppano una nostalgia e una patrimonializzazione nei confronti del passato contadino. Denuncia di Pasolini nei Confronti della Cultura di Massa: In Italia, Pier Paolo Pasolini denuncia gli effetti omologanti e alienanti della cultura di massa. Nei "Scritti Corsari," identifica il consumismo di massa come la principale causa di una "rivoluzione antropologica" che trasforma gli italiani, conducendo le masse popolari a una forma totalizzante di oppressione e falsa coscienza. Salvaguardia del Passato Contadino: La consapevolezza diffusa spinge alla salvaguardia del passato contadino. Emergono archivi di memoria basati su fonti orali, musei del lavoro agricolo e della vita contadina. Alleanza tra Diversi Agenti Culturali: Queste iniziative si basano sull'alleanza e sulla convergenza tra gli obiettivi di tre differenti agenti culturali: studiosi, portatori della tradizione e amministrazioni locali. Nuova Tendenza dal 1990: Dagli anni Novanta, emerge una nuova tendenza fondata su due concetti chiave: memoria e patrimonio. Ruolo dell'UNESCO: L'UNESCO (Organizzazione per le Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) diventa l'interprete e il promotore principale di questa tendenza, definendo un nuovo linguaggio e obiettivi per la valorizzazione delle culture locali e tradizionali. Quadro Normativo dell'UNESCO: L'UNESCO si impegna principalmente nella costruzione di un quadro di riferimenti normativi per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale dell'umanità. Convenzione del 1972: Nel 1972, viene creata una convenzione che istituisce la lista dei beni culturali e naturali riconosciuti come "patrimonio dell'umanità". Altre liste includono memorie del mondo (archivi e documentari) e patrimonio immateriale (cultura etnografica). Programmi UNESCO: Nel contesto del patrimonio immateriale, l'UNESCO avvia programmi specifici: 1989: "Raccomandazione per la salvaguardia della cultura tradizionale e del folklore". 1993: "Tesori Umani Viventi" - programma per favorire la trasmissione di saperi tradizionali. 1999: "Capolavori del patrimonio orale e intangibile dell'umanità" - altro programma. Associazione di Idee: Tesori e Capolavori: Nei documenti UNESCO, l'idea di patrimonio viene associata a concetti come "tesori" e "capolavori", sottolineando l'importanza e il valore di questi elementi culturali. Salvaguardia del Patrimonio Intangibile: L'UNESCO si impegna a garantire la salvaguardia del cosiddetto "patrimonio intangibile", che include il folklore. Questo viene fatto attraverso diverse categorie culturali: - Tradizioni ed espressioni orali. - Arti dello spettacolo. - Conoscenze e pratiche riguardanti la natura e l'universo. - Artigianato tradizionale. Cultura Popolare e Cultura di Massa: Ruolo degli Antropologi: Gli antropologi sono chiamati a rapportarsi con le emergenze patrimoniali, assumendo il ruolo di tecnici del patrimonio etnografico, sia materiale che immateriale. Inoltre, agiscono come analizzatori dei processi di patrimonializzazione. Cambiamenti nel Concetto di Tradizione: Il concetto di "tradizione" subisce delle trasformazioni significative. Ora è interpretato come un processo attivo di costruzione di un passato significativo in relazione alle esigenze del presente. Gli interessi contemporanei determinano cosa del passato debba essere ricordato e cosa può essere dimenticato. Riflessione sul Concetto di Consumo: Il concetto di "consumo" non è più considerato solo una pratica passiva. Al contrario, si attribuiscono significati alle diverse modalità di consumo, sia per merci materiali che immateriali. Approccio Etnografico allo Studio del Consumo: L'analisi del consumo come pratica culturale richiede un approccio etnografico. È essenziale osservare e comprendere ciò che la gente fa mentre fruisce dei beni e delle esperienze culturali. Dinamica Attiva nel Presente: La dinamica culturale attuale sottolinea il ruolo attivo delle comunità nel dare significato e valore ai loro patrimoni culturali, siano essi materiali o immateriali. Rinnovata Importanza del Patrimonio: In questo contesto, il concetto di patrimonio diventa cruciale, poiché la costruzione e la reinterpretazione del passato sono intrinsecamente legate alle esigenze e alle prospettive del presente. Valorizzazione delle Pratiche Culturali: L'approccio etnografico mira a valorizzare le pratiche culturali, considerando il consumo come un atto significativo e partecipativo, piuttosto che come un semplice atto di acquisizione di beni o servizi. Cambiamenti nella Percezione della Cultura: Questa prospettiva sottolinea un cambiamento nella percezione della cultura, da un'entità statica a un processo dinamico e partecipativo, influenzato dalla contemporaneità. Separazione tra Produzione e Consumo: Nelle società industriali, c'è una netta separazione tra la sfera della produzione e quella del consumo. Differenze Culturali nel Consumo di Massa: Il riconoscimento delle differenze culturali avviene all'interno delle pratiche di consumo di massa, anziché in una sfera di produzione autonoma. Si tratta di modalità di accesso al mercato e scelte selettive dei beni. Adorno e l'Industria Culturale: Adorno, rifugiato negli USA durante la Seconda Guerra Mondiale, critica l'industria culturale americana come una "grottesca caricatura", sottolineando il suo ruolo nell'assoggettare l'individuo al sistema capitalistico. Infiltrazione del Capitalismo nella Sfera Soggettiva: Il sistema capitalistico riesce ad infiltrarsi all'interno della sfera soggettiva dell'individuo. Teoria Critica della Società e Cultura di Massa: Una teoria critica della società deve esaminare la cultura di massa per mettere in luce la sua vera natura come strumento di dominio. Dialettica dell'Illuminismo: Adorno, insieme a Horkheimer, sviluppa la "Dialettica dell'illuminismo", basata su un paradosso che evidenzia come la razionalità, pur cercando di liberare l'uomo dalla natura, finisce per assoggettarsi ad altri individui. Punti Chiave dell'Argomentazione: Le modalità meccaniche di produzione svuotano la cultura di massa da tensioni artistiche ed estetiche reali. I modelli riproducono l'ordine del lavoro e dell'organizzazione economica. Portano un'ideologia non solo nel contenuto esplicito, ma anche nella forma e nei meccanismi commerciali. La cultura industriale plasma e cambia il pubblico. Scioglimento dell'Individuo nelle Masse: Le posizioni di Adorno riflettono la tendenza dell'individuo a dissolversi nelle masse attraverso la cultura di massa. Critiche alla Cultura di Massa: Adorno e altri studiosi evidenziano le conseguenze alienanti e conformiste della cultura di massa, sottolineando impoverimento, assuefazione e falsa coscienza. Bauman e la Società Liquida: Bauman sostiene che il passaggio da una società di produttori a una di consumatori rappresenta una mutazione antropologica, isolando gli individui e spezzando reti relazionali. Mancanza di Interrogazione sui Significati del Consumo Culturale: Le teorie critiche spesso difettano nell'indagare i significati che il consumo culturale assume per i suoi praticanti. Scopo della Semiotica: L'obiettivo principale della semiotica è svelare il contenuto nascosto nei diversi linguaggi e sistemi simbolici presenti nella cultura. Teoria dei Segni e della Comunicazione: Semiotica e semiologia hanno contribuito alla formulazione di una teoria dei segni e della comunicazione, fornendo strumenti per analizzare e interpretare significati, sia espliciti che impliciti. Linguaggi Culturali: Le arti, la cultura materiale e le performance sociali sono trattate come linguaggi da decifrare, evidenziando i significati presenti in modo esplicito e implicito. Focus sulla Cultura Popolare e di Massa: La semiotica dedica particolare attenzione alla cultura popolare e di massa, analizzando il cinema, i fumetti, la televisione e la moda come campi privilegiati per l'analisi strutturale dei segni e la ricerca di significati nascosti. Esponenti Chiave: Roland Barthes e Umberto Eco sono figure di spicco nella semiologia post-bellica, con Barthes autore di "Mythologies" e Eco autore di "Apocalittici e Integrati". Analisi Strutturale: L'analisi semiologica si propone di rendere esplicita la sovrapposizione di ordini di significazione impliciti, permettendo di penetrare oltre l'apparente banalità per cogliere il messaggio strutturale. Cultura di Massa e Antropologia: Il semiologo che si occupa della cultura di massa condivide alcune analogie con l'antropologo, entrambi interessati a rappresentare e comprendere culture "altre". Uso del Concetto di "Mito": Barthes ed Eco utilizzano il concetto di "mito" per connotare la diffusione della cultura di massa, con particolare attenzione agli elementi come fumetti, televisione e canzoni. Approccio Analitico di Eco: Umberto Eco, a differenza di Barthes, approfondisce dettagliatamente i prodotti della cultura di massa, trattandoli come opere di cultura "alta" e sottoponendoli a un'analisi strutturale accurata. Influenza della Psicoanalisi: Eco e Barthes incorporano concetti psicoanalitici come inconscio e nevrosi nelle loro analisi, evidenziando la tendenza psicoanalitica presente nella cultura semiologica. Approccio al Consumo Culturale: Molte correnti hanno trattato il "consumo culturale" non solo come un insieme di messaggi da decifrare, ma come un sistema di pratiche di attori sociali concreti. "Consumo Vistoso" di Veblen: Veblen, autore de "La Teoria della Classe Agiata," analizza il concetto di "consumo vistoso" praticato dalle classi dominanti. Nella storia preindustriale, le élite si distinguevano evitando occupazioni produttive. Cambiamenti con il Capitalismo: Con l'avvento del capitalismo e la supremazia della borghesia basata sulle attività produttive, il sistema di distinzione delle classi basato sul rifiuto di occupazioni produttive si disgrega. Emulazione nelle Società Mobili: In una società meno rigida con distinzioni di classe, si sviluppa la logica dell'emulazione. Le classi inferiori cercano di accedere ai beni di prestigio, spingendo le classi agiate a modificare i loro investimenti vistosi per differenziarsi dai "nuovi arrivati". Logica Emulativa nel Consumo di Massa: La logica emulativa diventa caratteristica del consumo di massa, in cui le dinamiche di emulazione influenzano l'intero campo del consumo. Riflessione di Bourdieu: Bourdieu, in "La Distinzione," introduce il concetto di "habitus" come insieme di competenze, disposizioni e atteggiamenti acquisiti durante il processo di inculturazione. Classificazione delle Differenze Sociali: L'habitus si accompagna a una classificazione delle differenze sociali basata sul possesso di due forme di capitale: economico e culturale. Tipologie di Classificazione di Bourdieu: Bourdieu identifica quattro tipologie sociali basate sulla combinazione di capitale economico e culturale: Grande borghesia - Alto capitale economico e culturale. Imprenditori da origini basse - Alto capitale economico ma basso capitale culturale. Contadini - Basso capitale economico e culturale. Insegnanti - Basso capitale economico ma alto capitale culturale. Rappresentanti dell'Approccio etnografico: Mary Douglas e Daniel Miller sono i rappresentanti di un approccio teorico che si concentra principalmente sul consumo dei beni materiali, ma le sue acquisizioni possono essere estese anche al campo dei "consumi intangibili". I Beni di Consumo come Sistema Semantico: Secondo Douglas e Miller, i beni di consumo rappresentano un ricco sistema semantico o "cosmologico", portando con sé significati e simboli culturali profondi. Natura Morale e Rituale dei Comportamenti di Consumo: Gli autori sostengono che i comportamenti di consumo non sono solo transazioni commerciali, ma costituiscono un campo morale e hanno, in ultima analisi, una natura rituale, influenzando e riflettendo valori e norme culturali. Ruolo Attivo dei Consumatori: Contrariamente all'idea di consumatori passivi influenzati solo dalle strategie di marketing, Douglas e Miller sottolineano che i consumatori utilizzano in modo attivo e spesso creativo i beni di consumo. Shift dall'Analisi Semiotica all'Etnografia: L'attenzione del ricercatore, in questo contesto, si sposta dall'analisi semiotica degli oggetti al descrivere le modalità di fruizione e consumo da parte di specifici e concreti soggetti sociali. Carattere Etnografico della Descrizione: La descrizione delle pratiche quotidiane dei consumatori e del loro rapporto con i beni deve avere un carattere etnografico. Questo implica una comprensione diretta delle pratiche attraverso l'interazione diretta con gli attori sociali, cioè i consumatori stessi, e la presa in considerazione del loro punto di vista. Focalizzazione sulle Pratiche Quotidiane: L'approccio etnografico pone l'accento sulle pratiche quotidiane, cercando di cogliere la complessità delle interazioni sociali e culturali legate al consumo di beni materiali e immateriali. Origini degli Studi Culturali: I Cultural Studies hanno origine negli anni Sessanta e si concentrano sullo studio delle produzioni culturali, adottando un approccio simmetrico che considera in modo equo l'alto e il basso, il colto e il popolare. Differenze Egemoniche e Subalterne nella Fruizione: Durante il processo di fruizione culturale, si delineano differenze basate sull'asse egemonia-subalternità. La posizione dei soggetti rispetto al modo di produzione e ad altre disuguaglianze, come quelle di genere, generazione ed etniche, definisce ciò che è egemonico e subalterno. Approccio Tattico di De Certeau: Michel de Certeau suggerisce di esaminare il rapporto egemonico-subalterno nel campo del consumo attraverso il concetto di azione "tattica", contrapponendola alla strategia. Strategia vs. Tattica: La strategia è un corso d'azione programmato con chiari obiettivi, sostenuto da risorse specifiche. La tattica, al contrario, è costituita da azioni frammentarie che cercano di adattarsi alle situazioni in modo flessibile, basandosi sulle risorse disponibili nel momento. Consumo come Azione Tattica: De Certeau concepisce il consumo come una serie di mosse tattiche, volte a rendere "abitabili" beni materiali o immateriali prodotti in modo strategico. Pratiche Subculturali e Dipendenza dal Mercato: Le pratiche subculturali, all'interno dei Cultural Studies, sono considerate dipendenti dal mercato e dall'industria culturale. Ciò implica che, anche nelle espressioni culturali considerate "alternative" o "subculturali", c'è una dinamica di interazione con il sistema più ampio dell'industria culturale. Sistemi di memoria: Memoria a breve termine: capacità di ricordare eventi appena avvenuti in pochi secondi →memoria sensoriale/brevissimo termine: capacità immediata di gestione degli stimoli esterni. Memoria a lungo termine: capacità di ritenere informazioni per un tempo superiore ai pochi secondi →suddivisa in tre sistemi: Memoria procedurale: capacità incorporate che operano in modo implicito. Viene acquisita in modo lento e progressivo e non può essere dimenticata con facilità. Memoria semantica: è il nostro sapere generale sul mondo, contiene un’enciclopedia e regole che permettono l’uso e la comprensione del linguaggio. Memoria episodica: registra episodi avvenuti, collocabili in termini spazio-temporali. Memoria semantica + episodica = memoria dichiarativa, dato che mirano a rappresentare il mondo o il passato. →Memoria involontaria (Proust): uno stimolo sensoriale che apre uno scenario di ricordi che sembravano persi. →Barlett: memoria come uno “sforzo verso il significato”, ovvero come processo di ricostruzione del ricordo, partendo dagli interessi e dalle conoscenze presenti nel soggetto. Barlett e le Strutture dei Ricordi: Bartlett suggerisce che i ricordi si innestano e si plasmano su schemi cognitivi preesistenti. Teorie sulla Distorsione dei Ricordi: Esistono diverse teorie sulla distorsione dei ricordi: Barlett: Sostiene che il ricordo reale persiste nella psiche, ma può essere reso invisibile e irriconoscibile da elaborazioni secondarie. Prospettiva Cognitivista: Afferma che non si può parlare di un ricordo reale celato da uno falso. Il processo di plasmazione degli schemi è considerato parte normale del funzionamento della memoria. Neisser e la "Memoria Episodica": Descrive la "memoria episodica" come la tendenza a ricordare eventi analoghi come se fossero un unico evento. Finzione: Si riferisce a qualcosa di modellato, difficile da definire come verità o falsità. Halbwachs e la "Rappresentazione Collettiva": Introduce il concetto di "rappresentazione collettiva", una categoria del pensiero radicata nelle istituzioni e nelle pratiche sociali, che precede l'elaborazione individuale dei ricordi. Ricordo Reale e Elaborazioni Schemi: Barlett propone che il ricordo reale può essere schermato da elaborazioni secondarie, rendendolo invisibile ed irriconoscibile. Memoria Episodica di Neisser: Neisser evidenzia la tendenza a raggruppare eventi simili come se fossero un unico episodio nella memoria. Finzione nella Distorsione dei Ricordi: Il concetto di finzione sottolinea la sfocatura tra vero e falso nella memoria, poiché i ricordi sono modellati e influenzati da schemi cognitivi. Rappresentazione Collettiva di Halbwachs: Halbwachs introduce la rappresentazione collettiva come un substrato radicato nelle istituzioni e nelle pratiche sociali, influenzando la memoria collettiva prima dell'elaborazione individuale. Il ricordo: Analisi del Discorso: L'analisi del discorso si concentra sull'interazione quotidiana tra le persone, considerandola l'unica realtà sociologica descrivibile in modo oggettivo. Limitazioni dell'Analisi del Discorso: Tuttavia, l'analisi del discorso trascura la possibilità che in ogni resoconto del passato possa esserci un'autentica istanza rappresentativa, una pretesa di affermare la verità oggettiva. Questo problema emerge con forza nelle testimonianze. Esempio di Middleton ed Edwards: Middleton ed Edwards eseguono un lavoro sull'analisi linguistica e relazionale della pratica di guardare gli album fotografici di famiglia. Contrariamente all'idea che questa attività faccia riemergere ricordi già presenti, l'analisi rivela che è coinvolta la costruzione cooperativa dei ricordi, con la rappresentazione del passato comune. Integrazione di Storia e Ordine Spaziale secondo Strauss: Secondo Strauss, c'è la necessità di integrare la storia all'interno di un ordine spaziale. Churinga come Oggetti Rituali: Churinga sono oggetti rituali australiani che rappresentano il corpo fisico di un antenato. Sono tenuti dalla persona considerata la reincarnazione dell'antenato. Manifestazione Materiale del Passato secondo Strauss: Strauss definisce gli oggetti commemorativi come una "manifestazione materiale del passato all'interno del presente." Archivi e Churinga: Sia gli archivi che i Churinga incorporano la memoria di un gruppo sociale, anche se in modi differenti. Limiti nell'Accostamento tra Oggetti e Archivi: L'accostamento tra oggetti come i Churinga e gli archivi trova un limite nella distinzione tra due modelli di società: Società "calde": Interiorizzano la storia per farne motore di sviluppo. Società "fredde": Cercano di annullare l'effetto che i fattori storici hanno sul loro equilibrio e continuità. Differenze nella Comunicazione Sociale: La lettura di queste differenze può essere associata ai modi di comunicazione sociale: Oralità: La memoria ha una coerenza rituale e si deposita in riti tramandati. Scrittura: Si sviluppa una consapevolezza testuale, aprendo lo spazio dell'interpretazione. Modernità e Consapevolezza della Storicità: La modernità sviluppa una consapevolezza della storicità e del trascorrere del tempo, concetti sconosciuti alle culture tradizionali immerse in un tempo dominato dal mito dell'eterno ritorno. Distinzione di Assmann: Assmann distingue tra memoria comunicativa e memoria culturale, memoria ufficiale e memoria vernacolare. Memoria Comunicativa: Basata sulla comunicazione orale quotidiana e su un ambito relazionale ristretto. Basso grado di istituzionalizzazione e gerarchizzazione. Risale indietro nel tempo per poche generazioni. Memoria Culturale: Evento del passato che entra nel patrimonio di ricordi istituzionalizzati di una comunità. Fortemente istituzionalizzata, legata alle forme di potere. Costituisce un canone di ciò che nel passato è prezioso. Coppia di Concetti di Memoria Ufficiale e Vernacolare: Altra coppia di concetti include memoria ufficiale e memoria vernacolare. Memoria Ufficiale: Si basa sulla riaffermazione della realtà in termini ideali, evitando la complessità e l'ambiguità. Fondamenta astratte, sacrali e senza tempo. Memoria Vernacolare: Rappresenta gli interessi e affonda le radici nell'insieme sociale. Riafferma le visioni della realtà dell'esperienza diretta nelle piccole comunità. Luoghi, Oggetti e Riti della Memoria: Non sono solo strategie di affermazione di valori obbligatori, ma anche scenari di confronto. Il culto di un "nuovo inizio" dà luogo a rituali di memoria capaci di coinvolgere i cittadini. Oblio: Rappresenta la cancellazione di aspetti scomodi del passato e di componenti del presente. Politiche Celebrative Nazionaliste: Le politiche celebrative nazionaliste spesso esaltano la memoria pubblica istituzionale, lasciando in secondo piano le memorie private e vernacolari. Eccesso di Memoria: Oggi sembra sorgere un problema di "eccesso di memoria" con un'affluenza di fonti e archivi infiniti. Wieviorka e il Testimone: Wieviorka considera il testimone come figura chiave nella memoria culturale dell'Occidente. Sottolinea la tensione tra il sapere e il discorso del testimone e dello storico. Tensione tra Prospettiva del Testimone e dello Storico: La prospettiva soggettiva del testimone può rappresentare una fonte per lo storico. Tuttavia, lo storico deve trascendere per ottenere un punto di vista generale senza renderla un'autobiografia. Rischio della Sostituzione del Racconto Emotivamente Partecipato: C'è il rischio che lo spettacolo del racconto emotivamente partecipato si sostituisca a un sapere del passato costruito in modo scientifico. Principi delle Scienze Economiche del 900: Le scienze economiche del XX secolo, sia di stampo neoclassico che marxista, tendono ad assumere due principi fondamentali: Assunto utilitarista: Lo scambio e il comportamento economico sono motivati dalla ricerca dell'utile per sé o per il proprio gruppo sociale. Secondo principio: Lo scambio e il modello economico sono basati su un modello formalizzato ed universale (es. legge domanda-offerta) valido in ogni contesto e in ogni epoca. Domande degli Antropologi: Gli antropologi si interrogano sulla presenza di una dimensione economica autonoma e sull'esistenza di un agente economico puro. "Saggio sul Dono" di Mauss: Nel 1923-24, Mauss pubblica il "Saggio sul dono" nell'Année sociologique. Il tema principale del saggio è il dono, una forma di scambio di beni di prestigio definita da Mauss come "prestazioni sociali totali". Tratti Comuni delle Istituzioni Culturali del Dono: Mancanza di logica di mercato: Lo scambio non avviene sulla base dell'equivalenza del valore. Transazione come pratica pubblica con riti e cerimonie. Assenza di rapporti contrattuali, ma esistenza di tradizioni che regolano gli scambi: dare, ricevere, ricambiare. Molti scambi sono di tipo agonistico, con le parti che gareggiano per dare, non per avere di più. Il Kula nella Teoria della Reciprocità: Mauss utilizza il kula come esempio chiave della teoria della reciprocità, in cui il dono è un'istituzione sociale obbligatoria e non volontaria. Il Kula come Fatto Sociale Totale: Mauss considera il kula un fatto sociale totale, inteso come un elemento centrale attorno al quale ruota l'intera vita di una società. Pratiche del Kula: I partecipanti al kula compiono viaggi di centinaia di chilometri per scambiare collane di conchiglie rosse (soulava) in direzione nord e braccialetti di conchiglia bianca (mwali) in direzione sud. Lo scambio avviene solo tra oggetti diversi: braccialetti per collane e viceversa. Gli oggetti devono circolare continuamente, restando nelle mani del possessore solo per un periodo limitato. Potlach: Il potlach è una cerimonia rituale che include un banchetto a base di carne di foca o salmone e pratiche distruttive di beni di prestigio. Credenza nello Hau: Elsdon Best documenta la credenza nello hau (spirito della cosa donata) tra i Maori della Nuova Zelanda. Critiche a Mauss sulla Catena degli Atti di Dono: Molti critici di Mauss sostengono che dovrebbe essere enfatizzato un unico principio di reciprocità anziché una catena di atti di dono (dare, ricevere, ricambiare). Definizione di Reciprocità da Malinowski: Malinowski definisce la reciprocità come “l'intrinseca simmetria di tutte le transazioni sociali". Karl Polanyi e la Reciprocità: Karl Polanyi, con una visione "sostantivista" dell'economia intrecciata alle relazioni sociali, considera la reciprocità come una delle principali forme di integrazione dell'economico nel sociale, insieme alla redistribuzione e al mercato. Come Mauss, Polanyi la caratterizza come uno scambio in cui la costruzione di legami sociali è più importante dei beni specifici che circolano. Critica di Lévi-Strauss a Mauss: Nel 1950, Lévi-Strauss parte dall'introduzione all'opera di Mauss per criticarne il fondamento. Secondo Lévi-Strauss, Mauss non si sarebbe accorto che "è lo scambio che costituisce il fenomeno primitivo, non le operazioni distinte in cui lo scompone la vita sociale". Lévi-Strauss e la Struttura della Reciprocità: Lévi-Strauss sostiene che la struttura della reciprocità preesiste ai singoli atti separati di dare, ricevere, ricambiare, che possono essere empiricamente rilevati. Proponendo di eliminare lo hau dal "Saggio sul dono", Levi-Strauss vuole renderlo un testo strutturalista, trascurando gli aspetti etici dello scambio, la partecipazione tra persone e cose e la condivisione di un principio spirituale che lo scambio implica. Non sembra rendersi conto che per Mauss il "legame di anime" non è una bizzarra credenza, ma la stessa base morale su cui la società si costruisce. Critica di Sahlins a Lévi-Strauss: Marshall Sahlins critica a sua volta Lévi-Strauss, vedendo nell'hau l'alienazione marxista e il feticismo delle merci. Uscita del Dibattito Antropologico: Dagli anni '80 del Novecento, il dibattito sul dono esce dai confini dello specialismo antropologico. Il Dono come Categoria Centrale: Il "dono" diventa una categoria centrale in una riflessione etico-politica più ampia sui limiti dell'economia di mercato, del consumismo e del modello di sviluppo liberista. Movimento Anti Utilitarista nelle Scienze Sociali (MAUSS): Il MAUSS è interessato al dono come "terzo paradigma", un'alternativa economica e politica sia al capitalismo liberista che al comunismo basato sul predominio assoluto dello Stato. Lo Spirito del Dono di Jacques Godbout: Il testo di Jacques Godbout, "Lo spirito del dono" (1992), analizza le posizioni del MAUSS. Stato e Mercato come Meccanismi Anti-Dono: Contrariamente a Mauss, nello spirito del MAUSS, lo Stato è considerato, così come il mercato, un meccanismo anti-dono. Entrambi sono visti come dispositivi di regolazione delle relazioni umane e della circolazione di beni che escludono le caratteristiche principali del dono. Caratteristiche Escluse da Stato e Mercato: La dialettica peculiare di obbligo e libertà, presente nel dono, è sostituita dall'equivalenza matematicamente esatta del valore. I legami personali che il dono crea per definizione sono recisi nei contesti di Stato e mercato. Lo "Spirito del Dono" di Godbout: Godbout identifica lo "spirito del dono" come una logica che si infiltra nelle maglie della rete Stato-mercato e riempie gli interstizi del modello formale. Nonostante l'ideologia della modernità che sembra negare il dono per nulla, esso si trova dappertutto nella modernità stessa. Tipologie di Doni: Doni Cerimoniali: Come quelli di nozze, Natale, compleanno. Sono finalizzati alla costruzione e al sostegno dei legami sociali, spesso acquisiti dal mercato, dove il valore monetario è un parametro cruciale per la scelta del dono appropriato. Doni in Famiglia: Non sono monetizzati, non sono sottoposti a calcolo ed equivalenza. In famiglia, secondo Mary Douglas, il dono rappresenta un'economia che prescinde dalla logica del mercato. Gli individui insistono spesso nel dare di più. Volontariato e Settori No Profit: I doni derivati da queste attività sono caratterizzati dalla collaborazione tra associazione e associato. Possono essere di varie tipologie, come doni eticamente consapevoli (commercio equo e solidale, commercio critico) o donazioni di sangue, organi, tessuti e cellule staminali, caratterizzate da un dono sacrale e senza reciprocità. Donazione di Organi e Dono Maussiano: La donazione di organi, secondo Titmuss, può essere considerata dal punto di vista del dono maussiano, dove il ricevente non deve conoscere il donatore e non c'è reciprocità. Definizione della Globalizzazione: Globalizzazione: Il crescente flusso di commercio, cultura, idee e persone a livello globale, reso possibile dagli sviluppi nelle tecnologie di comunicazione e di trasporto, insieme alla diffusione del neo-capitalismo liberale. Filoni Principali di Studi sulla Globalizzazione: Globalizzazione Economica: Coinvolge la produzione, il consumo e gli scambi finanziari. Globalizzazione Politica: Riguarda la formazione di istituzioni internazionali. Nuovi Flussi Migratori: Comprende la formazione di comunità transnazionali e diasporiche. Globalizzazione della Cultura: Facilitata dai rapidi sviluppi delle tecnologie mediali. Nuove Gerarchie Sociali e Rapporti di Potere: Studia le dinamiche emergenti di potere e disuguaglianza. Wallerstein e il Sistema-Mondo: Wallerstein: Introdusse il concetto di "sistema-mondo", descrivendo l'interconnessione globale che caratterizza lo sviluppo dell'economia capitalistica dal 500 ad oggi. Il capitalismo deve essere studiato su scala mondiale a causa dei rapporti di potere che coinvolge, che sono sempre globali. La globalizzazione è vista come sintomo di una crisi irreversibile che potrebbe portare al collasso dell'intero sistema. Prospettive sulla Globalizzazione: Nuove Forme di Totalitarismo: Alcuni ritengono che la globalizzazione possa aprire la strada a nuove forme di totalitarismo. Sviluppi Tecnologici e Età dell'Informazione: Secondo Castells, la globalizzazione è guidata dai progressi tecnologici, con l'etichetta di "età dell'informazione". La tecnologia informatica crea un nuovo modello di sviluppo basato sulla produzione e lo scambio di beni sempre più "immateriali". Transnazionalismo: Il transnazionalismo indica il passaggio a un modello di migrazione che coinvolge la costruzione di legami stabili che attraversano i confini nazionali. Caratterizzato dalla facilità ed economicità dei trasporti e delle comunicazioni, questo modello permette la formazione di legami che vanno oltre le divisioni nazionali. Gli spazi transnazionali sono considerati terzi, distinti sia dalla cultura di origine che da quella di destinazione. Politiche di Assimilazione vs. Transnazionalismo: Le politiche di assimilazione cercano di assorbire i gruppi migranti, cancellando i loro tratti distintivi e uniformandoli alla cultura di destinazione. Nel contesto del transnazionalismo, i legami culturali e sociali possono persistere attraverso i confini nazionali, consentendo alle comunità migranti di mantenere una connessione con la loro cultura di origine. Turismo: Il turismo contribuisce al fenomeno del transnazionalismo attraverso spostamenti occasionali di masse su scala globale. Le reti organizzative costruite attorno al turismo producono flussi e spazi transnazionali di crescente rilevanza. Il turismo offre opportunità per l'interazione tra culture diverse e la creazione di legami che superano i confini nazionali. Post-modernità: post-moderno: cambiamenti nei modi di intendere la storia e il progresso. → Accetta la frammentazione e la molteplicità dell’esperienza, implica l’abbandono delle ideologie e aspirazioni di avanguardia. Se la globalizzazione consiste nella “perdita dei confini”, riguarda anche i confini tra le sfere dell'agire. →produzione e diffusione di informazioni, rende più difficile separare il pubblico e il privato. Confusione dei confini tra sfere “alte” e “basse” della cultura → carattere «orizzontale» ancora più evidente in Internet →confusione tra sfere alte (arte, scienza, politica) e basse (sfere commerciali, generi pop...)disincanto del mondo: separazione della fede dalla politica o da dimensioni magiche. → Reincanto del mondo Le teorie sulla globalizzazione culturale possono essere suddivise in due principali posizioni: omologazione e ibridazione. Omologazione: Definizione: La globalizzazione è vista come un processo di omologazione, in cui vi è un'omogeneizzazione e un'imposizione dall'esterno di una cultura dominante che può cancellare le culture locali. Esempio: L'espressione "mcdonaldizzazione della società" è spesso utilizzata per rappresentare il diffondersi di elementi culturali globali, come il modello dei fast food, che tendono a uniformare le esperienze quotidiane in tutto il mondo. Ibridazione: Definizione: Le teorie dell'eterogeneità o ibridazione sostengono che la globalizzazione non comporta solo omologazione, ma anche la capacità dei contesti locali di reagire in modo attivo all'inserimento in reti più ampie, preservando e rivalutando tratti culturali distintivi. Esempio: Nei processi di ibridazione, i prodotti occidentali possono circolare, ma le culture locali hanno la capacità di resistere alle forze omologanti. Possono anche rivalorizzare i loro tratti culturali in un'ottica di resistenza o di reinterpretazione creativa. Forze nella Globalizzazione: La globalizzazione culturale è influenzata da diverse forze, tra cui: Ethnoscapes: Movimenti di gruppi come lavoratori, rifugiati, turisti. Technoscapes: Configurazione globale della tecnologia. Financescapes: Movimenti del capitale globale. Mediascapes: Produzione mediale e dell'informazione elettronica. Ideoscapes: Scenari di valori, ideali politici e ideologie. Dal globale al locale: La comunicazione online annulla ogni ostacolo spazio-tempo-sociale, ma comunque va a rafforzare i rapporti locali. → serie TV distribuite in tutto il mondo appare come una classica operazione di imperialismo culturale.In base a come vengono visti assumono significati culturali diversi a seconda delle pratiche d’uso locali. → meccanismo di “→indigenizzazione”. In altre terre: Per descrivere l’ambiente gli antropologi utilizzano: metodo soggettivo, riportando le prime impressioni, metodo oggettivo, citando dati sul clima o presentando mappe. Elementi naturali: esistono indipendentemente dall’uomo Elementi antropici: i centri abitati o gli insediamenti in generale. Spazio e cultura: L’ambiente circostante viene compreso e categorizzato da coloro che lo abitano. → Si cerca di descrivere lo spazio tramite la creazione dei confini formali e informali, che hanno a che fare con lo Status. l’antropologia sostiene che il “confine” riguarda l’individuazione di un territorio. Spazi e luoghi: Spazio: possiede le caratteristiche di originarietà, essenzialità e generalità. Heidegger: la dimensione primaria della nostra esperienza è un abitare concreto, fatto quindi di luoghi, vicinanze e lontananze. → bisogna immergersi nei luoghi per capire se ciò che essi rappresentano corrisponde a ciò che essi risultano a chi li guarda dall’esterno →Alla nozione di luogo si contrappone quella di non-luogo.in un’ antropologia dei luoghi si mescolino 3 ispirazioni principali: 1. il rapporto tra uomini e spazio non è riducibile a qualcosa di naturale dominato dal buon senso o dalle tecnologie disponibili 2. le dimensioni micro della memoria e della vita quotidiana in contesti più familiari 3. il modo in cui territorio, spazio, luogo sono utilizzate all’interno delle discipline sociali. Stereotipi Legati a Città e Campagna: La città è spesso associata al futuro e rappresenta sia il bene che il male della vita moderna. La campagna rimane ancorata a una dimensione tradizionale. Differenza tra Società e Comunità: La società è idealizzata come meccanica, basata sulla razionalità economica, rapporti formali e contratti. La comunità è descritta come reale e organica, basata su sentimenti, valori e modelli di comportamento. Scuola di Chicago: Gruppo eterogeneo di studiosi che propone la separazione dei dipartimenti di antropologia e sociologia. Enfatizza il legame tra fenomeni sociali e spazi concreti della città, riconoscendo l'importanza dei contesti e delle interazioni sociali. Utilizza un approccio etnografico che include interviste, osservazioni e l'uso di documenti personali. Si propone di contribuire alla ricerca di politiche urbane migliori. Amalia Signorelli e il concetto di ruralcentrico: Amalia Signorelli ha definito ruralcentrico un atteggiamento che porta ad occuparsi prevalentemente del mondo contadino e a guardare alla città da un punto di vista rurale, campestre, cioè come punto d’arrivo del processo di urbanizzazione. Silenzio Antropologico sulla Violenza: Gli antropologi spesso evitano di menzionare guerre e conflitti nei loro scritti. Durante il dominio coloniale, l'antropologia prosperava, ma le condizioni della disciplina erano legate al potere coloniale. Indifferenza durante Genocidi: Negli eventi di genocidio, gli antropologi ottocenteschi erano più preoccupati per la perdita di dati che per la perdita di vite umane. La produzione antropologica sembra evitare il problema della violenza. Guerra come Elemento Estraneo: La guerra è considerata un elemento estraneo alla struttura sociale che gli antropologi intendono descrivere. È vista come un disturbo anomalo, da tenere da parte per comprendere la normalità antropologica. Visione Hobbesiana del Funzionalismo: La visione hobbesiana del funzionalismo suggerisce che la natura umana è intrinsecamente aggressiva e violenta. La società ha bisogno di istituzioni per controllare e neutralizzare queste pulsioni aggressive. Cultura come Contenitore della Violenza: La cultura sembra creare spazi dove la violenza può manifestarsi senza compromettere la coesione sociale. Un processo di civilizzazione cerca di eliminare forme dirette di aggressività dalla sfera pubblica. Visione di Frazer, Freud e Girard: Secondo Frazer, Freud e Girard, la civiltà è fondata su un atto originario di violenza. Il potere statale si basa sull'uso incondizionato della violenza verso la "nuda vita". Silenzio rotto negli Anni '60: Il silenzio dell'antropologia sulla violenza coloniale viene interrotto negli anni '60 con i movimenti anticoloniali che adottano il testo di Fanon, "I dannati della terra", come manifesto della decolonizzazione. Fieldwork over Fire negli Anni '90: Negli anni '90, si sviluppa una vasta produzione etnografica su contesti di violenza e conflitto. Il motto "Fieldwork over fire" indica il campo etnografico come un campo di battaglia, con antropologi immersi in contesti di guerra o conflitti interni. Generazione di Antropologi Impegnati: Una nuova generazione di antropologi, formati in un ambiente accademico diverso, si orienta verso un coinvolgimento etico-politico. Contrasta con gli ideali di distacco e neutralità scientifica delle generazioni precedenti. Evoluzione della Natura delle Guerre del Novecento: Dalla Seconda Guerra Mondiale, la natura delle guerre cambia. La popolazione civile non è più colpita solo indirettamente; gli eccidi diventano parte di una strategia del terrore. Le guerre si rivolgono contro intere popolazioni, con prospettive di pulizia etnica in situazioni come il Ruanda e l'ex Jugoslavia. Infiltrazione della Logica della Guerra nella Vita Quotidiana: In contesti di pulizia etnica, la logica della guerra si infiltra quasi strutturalmente nella vita quotidiana. Rischio di Rendere la Guerra 'Ragionevole': L'analisi delle ragioni della guerra e della violenza può avvicinarsi pericolosamente a rendere la guerra 'ragionevole'. Ambiguità dell'Etnografia Vicina alla Violenza: Un'etnografia vicina alle esperienze di violenza può essere ambigua. Dettagli delle atrocità colpiscono emotivamente il lettore, ma il rischio di effetti pornografici può sorgere quando la violenza viene descritta in modo eccessivamente dettagliato. Equilibrio Complesso: Trovare l'equilibrio tra uno sguardo troppo distante e uno troppo ravvicinato è difficile nell'antropologia della violenza. Ruolo delle Testimonianze: Si suggerisce spesso che un'etnografia centrata sulle voci dirette dei testimoni possa offrire una prospettiva più autentica. Tuttavia, la voce delle vittime non rappresenta automaticamente la verità assoluta e deve essere valutata criticamente. Limitazioni delle Testimonianze: Il testimone, essendo coinvolto direttamente negli eventi, può mancare di oggettività e critica nella sua narrazione, a differenza della storia che valuta razionalmente la veridicità delle ricostruzioni. Differenze tra Storia e Testimonianza: La storia si rivolge alla ragione e alla ricerca della verità, mentre la testimonianza è orientata all'emozione e all'empatia. Antropologia della Violenza e Memoria Traumatica: Il problema dell'antropologia della violenza si sovrappone al problema della memoria traumatica. Elaborazione del Lutto e Ricerca della Giustizia: L'elaborazione del lutto spesso si intreccia con la ricerca della giustizia, coinvolgendo attività istituzionali a livello nazionale e internazionale per accertare responsabilità e punire i colpevoli. Società Dopo la Violenza: Le società che escono dalla violenza sono spesso divise e conflittuali a causa delle dinamiche persistenti della violenza che prolungano i loro effetti distruttivi. Memoria Divisa in Italia: In Italia, uno specifico filone di studi dagli anni '90 riguarda comunità colpite da eccidi di civili da parte delle truppe di occupazione tedesche dal 1943 al 1945. Collegamento tra Nuove Guerre e Politiche d'Identità: Le nuove guerre sono fortemente legate alle politiche d'identità, con movimenti che si basano sull'identità etnica, razziale o religiosa per rivendicare il potere dello Stato. Conflitti Chiamati "Etnici" dall'Opinione Pubblica Occidentale: L'opinione pubblica occidentale spesso definisce questi conflitti come "etnici", suggerendo gruppi in conflitto basati sull'appartenenza e vincoli pre-politici, come tratti razziali e culturali concepiti come patrimonio antichissimo. Cause dei Conflitti Etnici: Le cause dei conflitti sono spesso attribuite all'odio ancestrale tra gruppi etnici, ma ciò può essere influenzato da forze al potere che alimentano tensioni etniche per fini politici. Identità non come Causa ma Conseguenza: L'identità non è la causa dei conflitti, ma piuttosto una conseguenza. Approccio di Appadurai: Appadurai propone di collegare la violenza etnica non a certezze identitarie, ma alle incertezze portate dalla globalizzazione sulle identità proprie e altrui. Incertezza durante i Conflitti: L'incertezza durante un conflitto può portare a sospetti verso l'altro, con l'idea che il nemico sia tra di noi. Universali Morali Dominati dall'Orrore dell'Indeterminazione: Durante i conflitti, si formano universali morali dominati dall'orrore dell'indeterminazione e della confusione categorica. Violenza come Risposta all'Incertezza: La violenza diventa un modo per estrarre certezza da una situazione di angosciosa incertezza, cercando di dare ordine a una realtà in cui l'anomalia è diventata la regola. Eteronomia e Delega di Responsabilità: Gli individui in uno stato di eteronomia obbediscono a un'autorità, delegando la responsabilità dei loro comportamenti e la loro coscienza morale ad altri. Banalità del Male: Il concetto di "banalità del male" è attribuito a Eichmann, il criminale di guerra, che si difese durante il processo presentandosi come un semplice burocrate che svolgeva un lavoro organizzativo. Natura Anonima del Male Moderno: L'emblema della natura del male moderno è un male anonimo, astratto, esercitato attraverso canali ordinari come amministrazione, procedure d'ufficio e moduli. Continuum Genocida: La contiguità dello sterminio di massa con le violenze quotidiane nascoste nei contesti sociali normativi si definisce come un "continuum genocida", riducendo gli altri allo stato di non persone, mostri o oggetti. Radici Ottocentesche della Violenza Nazista: Le origini della violenza nazista hanno radici ottocentesche legate all'Europa del capitalismo industriale, del colonialismo, dell'imperialismo, della rivoluzione scientifica e tecnologica e del darwinismo. Rapporto tra Potere, Corpo e Tecnologia: Il nesso tra potere, corpo e tecnologia è centrale nella fenomenologia della violenza nazista. Sviluppi Ottocenteschi delle Istituzioni Chiuse: Lo sviluppo ottocentesco di istituzioni chiuse, come caserme e prigioni, è associato a chiusura, lavoro, gerarchia sociale e sottomissione dei corpi alle macchine. Colonialismo e Razzismo: La conquista coloniale dell'Africa è collegata allo sviluppo del capitalismo industriale e rappresenta una sintesi storica del razzismo basato sulla scienza, amministrazione, burocrazia e massacri pianificati. Pratica Militare nella Grande Guerra: Gli sviluppi della pratica militare nella Grande Guerra portano a eserciti di massa composti da soldati-macchina, riducendo il valore della vita umana e banalizzando la morte anonima di massa. Rapporto tra Crimini di Guerra e Pace: C'è un legame stretto tra crimini di guerra e crimini di pace, come la Shoah e la catena di montaggio, o l'atteggiamento scortese di un'infermiera verso gli assistiti. Contesto Antropologico del Secolo Scorso: Il contesto antropologico del secolo scorso crea le condizioni per una particolare qualità della violenza di massa, ma allo stesso tempo stabilisce le basi per pratiche sociali guidate dalla pace, dal rispetto e dal riconoscimento dell'altro. Sviluppo dello Studio della Parentela: In antropologia, lo studio della parentela si è sviluppato cercando di comprendere un aspetto intimo ed umano della vita. Divergenza nelle Esigenze di Studio: Questo sviluppo è stato guidato da due esigenze opposte: la volontà di comprendere la parentela come aspetto intimo e il timore di utilizzare modelli che potessero conferire prospettive culturali occidentali universali agli "altri". David Schneider e l'Isola di Yap: David Schneider ha condotto uno "fieldwork" sull'isola di Yap, dove ha identificato concetti come "citamangen" e "fak" per descrivere relazioni simili a padre e figlio. Queste relazioni coinvolgono autorità e cura, con implicazioni significative per i diritti sulle terre. Concetti di base per un’antropologia della parentela: La parentela è un sistema di legami fra persone che si basa su 3 tipi di relazioni: Discendenza: indicare le relazioni di filiazione. Collateralità: rapporti fra individui che discendono da un antenato comune. Affinità: legami acquisiti tramite il matrimonio. I sistemi di parentela possono essere: Unilineari: privilegia i rapporti con una sola ascendenza: ◦Patrilineare o agnatica: i figli vanno a far parte della discendenza del marito della madre. ◦Matrilineare o uterina: i maschi si sposano fuori dal gruppo e i loro figli appartengono alla discendenza delle mogli. Bilaterali: Sia gli ascendenti paterni che quelli materni. RICONOSCERE LA TIPOLOGIA DI PARENTELA: Se i figli sono rappresentati non dalla unione tra uomo e donna ma solo dall’uomo l’unità sociale è detta esogamica; Lignaggio= gruppo fondato sulla parentela Le teorie della parentela: Pritchard: Teoria della discendenza Nelle società "primitive" i gruppi di discendenza unilineare rappresentano la base dell'organizzazione economico-politica. Strauss: Teoria dell'alleanza Reciprocità e scambio matrimoniale come elemento essenziale della vita Pritchard e Strauss: Parentela come forma culturale autonoma e primaria, ruolo passivo attribuito alle donne viste come oggetti di scambio in strategie di parentela Schneider: decostruzione del concetto di parentela sistemi di relazioni fra gli esseri umani che condividono ambienti, pratiche quotidiane e ideologie. → Possono essere descritte, ma non ricondotte ad una generale parentela. Malinowski: teorie del concepimento (società matrilineari) → ignoravano il ruolo del padre, la gravidanza vista come opera di uno spirito di antenato. Sahlins: teoria universalista della parentela → esiste un carattere della parentela che fonda le sue forme nelle culture umane: consiste nell'idea di “reciprocità dell'essere” → la parentela viene costituita sulla base della partecipazione delle persone nelle reciproche esistenze. Relazioni di genere: Anni ‘70: Riflessione sul ruolo delle donne e sui rapporti di genere. 3 direzioni del dibattito antropologico sul genere: “Problema delle donne” nella ricerca etnografica: La rivendicazione della capacità sociali e del potere che le donne possiedono. Riflessione su come il genere del ricercatore influenza la ricerca. Problema della costituzione socio culturale delle differenze di genere: anni 80’: diffusione del concetto di gender contrapposto a sesso. Gli studi di genere si concentrano sugli aspetti simbolici della costruzione dell'identità di genere, rifiutando la dimensione sessuale o biologica. Analisi delle forme del dominio maschile e connessa “violenza simbolica”: Bourdieu parte dalla sua esperienza etnografica in Algeria, dove ci sono riti per virilizzare gli uomini e limitare le donne e viene definito “naturale”. Cambiamenti Legati all'Urbanizzazione e Stili di Vita: L'urbanizzazione e l'affermazione di nuovi stili di vita pongono al centro la famiglia nucleare. Caratteristiche della Famiglia Nucleare: Costituzione di nuclei familiari meno numerosi. Matrimonio e paternità/maternità ritardati. Aumento dell'instabilità matrimoniale con separazioni e divorzi. Creazione di gruppi domestici e reti parentali complesse. Ruolo Ideologico della Famiglia: La famiglia funge da apparato ideologico dello Stato, trasmettendo la cultura dominante e gli aspetti repressivi della società. Gli Stati cercano di intervenire nello spazio familiare, ma la famiglia rimane resiliente. Forza della Famiglia nell'Economia Informale: La famiglia è robusta nell'economia informale, agendo come rete di sostegno, dono, solidarietà e aiuto tra i suoi membri. Queste reti si rafforzano durante le crisi della famiglia tradizionale. Memoria Culturale nella Famiglia: La famiglia assume il ruolo di conservare, archiviare e collezionare la memoria culturale. Risponde al bisogno crescente di ricostruire legami parentali, spesso attraverso l'analisi del DNA. Ricostruzione Culturale attraverso la Genetica: La genetica diventa uno strumento per ricostruire culturalmente un'unità o identità familiare che sembra infranta. Il crescente bisogno di ricostruire ascendenze si collega all'uso della genetica per questo scopo. Sull’identità Teoria dell'Antropopoiesi di Calame: Plasticità Biologica e Neuronale: L'essere umano ha una costituzione biologica e neuronale particolarmente plastica. Identità come Obiettivo Primario: L'identità è considerata l'obiettivo principale del lavoro antropopoietico, ovvero del continuo modellamento dell'essere umano. Potere del Modellamento: La teoria affronta il tema di chi detiene il potere del modellamento antropopoietico a livello sociale e culturale. Costruzione e Decostruzione dell'Identità: Sostiene che, così come l'identità può essere costruita e ricostruita, può anche essere decostruita e distrutta. Varie Tesi sull'Identità: Imprescindibilità dell'Identità: Gli esseri umani non possono vivere senza identità, sia a livello individuale che collettivo. Diversità delle Identità: Le identità possono essere interpretate in vari modi, con una tipologia basata su schemi dicotomici (sostanziale/relazionale, forte/debole, chiusa/aperta, ecc.). Gestione dell'Identità: L'identità è gestita sia dagli attori sociali che dagli studiosi. Si distingue tra come è vissuta e rappresentata dagli attori sociali e come è concepita dagli antropologi e altri scienziati sociali. Compito degli Antropologi: 1. Sbrogliare matasse di pasticci e imbrogli legati all'identità. 2. Chiarire i processi di costruzione dell'identità. 3. Liberare l'identità dagli equivoci. 4. Correggere visioni unilaterali e astratte dell'identità. Capitolo 1 Costruzione dell'Umano e Etnicità: Processo di Costruzione dell'Individuo: Le società costruiscono individui basandosi su criteri culturali, pratiche e codici che mirano a identificare e distinguere. Identità Collettiva dopo la Dominazione Coloniale: Gruppi devono riformulare la propria identità dopo decenni di dominazione coloniale. Concetto di Etnia e sua Particolare Radicalizzazione: Nozione di Etnia nell'Antropologia: L'antropologia utilizza il concetto di etnia per rappresentare forme d'identità collettiva, particolarmente radicalizzate rispetto ad altre nozioni come società o cultura. Etnia come Differenza Radicalizzata: A differenza di concetti come società o cultura, l'etnia sembra implicare una maggiore radicalizzazione della differenza. Costruzione dell'Identità e Tradizione: Costruzione dell'Identità e Tradizione: La costruzione dell'identità implica anche la costruzione di una tradizione trasmessa attraverso la memoria sociale. Critica alla "Eternità dei Costumi": L'antropologia critica l'idea di "eternità dei costumi", sfidando l'assunzione comune che le abitudini condivise siano naturali e giuste. Invenzione della Cultura e Decostruzione Concettuale: Cultura come Invenzione: La cultura è il prodotto dell'interazione comunicativa tra esseri umani, un processo di invenzione che si configura attraverso l'accordo tra soggetti. Decostruzione Concettuale dell'Identità: Gli antropologi hanno dedicato energie a decostruire concetti ereditati, incluso il concetto di cultura, sfidando la sua presunta naturalezza. Processi Identitari e Categorizzazione: Categorizzazione e Potere: Il processo di categorizzazione delle identità etniche è caratterizzato dalla possibilità di "dare nomi" e riflette relazioni di potere. Dinamica dei Processi Identitari: Si distingue tra criteri (definizione) e indici (informazione) di appartenenza nell'analisi della dinamica dei processi identitari. Paradigma Etnico di Barth: Paradigma Etnico di Barth: Barth introduce la prospettiva dell'attore sociale, enfatizzando i confini come fondamentali nella formazione e conservazione delle identità etniche. Conservazione dei Confini Etnici: La conservazione dei confini etnici avviene attraverso divieti, prescrizioni e organizzazione degli scambi tra gruppi. Costruzione Identitaria e Imitazione: Ruolo dell'Imitazione nei Processi Identitari: I processi costitutivi dell'identità collettiva si basano su fenomeni imitativi, in cui gli individui imparano osservando, ascoltando e imitando gli altri. Mimetismo tra Culture: Il contatto tra culture attiva processi mimetici di adeguamento e imitazione simbolica e pratica tra membri di culture diverse. Costruzione Concettuale della Realtà: Costruzione Concettuale della Realtà: Concetti come etnia e identità sono costruzioni, e la realtà sociale e culturale è interpretata attraverso processi di costruzione che generano rappresentazioni. Potere dell'Antropologo: L'antropologo si differenzia dagli individui studiati nell'intento di appropriarsi concettualmente della realtà, dando un nome e rappresentando la realtà in modi diversi. Capitolo 2 Scopo dell'antropologia: Conoscere società e culture con metodo comparativo. Approccio critico attraverso il distanziamento da sé. Categorie di identità (Fabietti): Sostanziale, categoriale, stereotipica, performativa, mimetica. Concezioni di identità: Sostanziale: essenza fissa e normativa. Performativa: apertura, flusso e dinamicità. Kant e cambiamento-permanenza: Permanenza dell'oggetto come sostanza. Cambiamento legittimo se deriva dalla permanenza. Levi-Strauss sull'identità collettiva: Basata su radici culturali, storia e memoria condivisa. Fusione eccessiva minaccia l'apertura all'alterità. Fluido concetto di identità: Identità negoziabili senza punto fisso essenziale. Necessità di confini per riconoscere identità nel flusso. Dilemma antropologico dell'identità collettiva: Difficoltà nella definizione di identità collettiva. Tensione tra chiusura e apertura delle identità. Il "noi" come problema linguistico e antropologico: Interrogativi sulla relazione tra "io" e "noi." Il "noi" come totalità nuova, non solo somma. Salvare il concetto di "noi": Pensare al "noi" come esteriorità definita dai margini. Esiste solo in relazione agli "io," "voi" e "altri." Identità collettiva in crisi: Crisi dovuta a fluttuazioni dell'appartenenza nella postmodernità. Importanza persistente delle identità nonostante sfide. Riflessione sulla natura fittizia delle identità: Difficoltà a determinare il significato preciso dell'identità collettiva. Crisi di riconoscimento arricchisce le identità anziché renderle obsolete. Capitolo 3 Identità Etnica secondo Fabietti: Realizzata dalla condivisione di simboli come autorappresentazione. Visione dinamica e processuale della cultura come configurazione di mondi simbolici. Identità Etnica come Costrutto Storico-Culturale: Costruita attraverso dinamiche pratico-simboliche. Radicata in rapporti di forza tra gruppi con interessi specifici e accesso a risorse. Contributo di Ugo Fabietti: Fondamentale per decostruzione degli "etnicismi." Nozioni di etnia non riconducibili a dati naturali, ma costruzioni simboliche. Processi di Etnicizzazione: Variazioni e molteplicità nella fisionomia. Rischi legati alla proiezione di miti sulla purezza e radici identitarie. Sostanzializzazione delle Identità Etniche: Può basarsi su dati biologici o tratti culturali. Analisi di Fabietti su attribuzioni categoriale basate su elementi culturali. Procedimenti di Attribuzione Categoriale: Astraenti e basati su elementi culturali. Qualificazioni etniche come "balinese," "ebreo," create attraverso rappresentazioni simboliche. Il Ruolo della Lingua nella Identità Etnica: La lingua comune è spesso fondamento dell'appartenenza etnica in etnologia. Identità Etnica e il Concetto di Frontiera: Concetto utilizzato da Fabietti per comprendere dinamiche contrastive. Frontiera come spazio di interazione e attraversamento dei confini. Differenziazione e Temporalità dell'Altro: Processo di differenziazione anziché statica differenza. La frontiera aiuta a comprendere la fluida differenziazione nelle identità etniche. Ruolo dell'Antropologo: Non riproduce dati, ma costruisce sensatamente il mondo culturale. Processo dalla relazione comunicativa all'esperienza sul campo e alla scrittura teorica. Politiche dello Sguardo: Consapevolezza della pervasività di stereotipi ideologici. Critica alle politiche del riconoscimento e all'autenticità nel contesto multiculturalista. Osservazione dell'Osservatore: Concetto di "tipo interattivo" anziché oggetto. Interazione retroattiva tra osservatore e osservato. Sistema Osservante: Concetto della teoria della complessità. Nessuna civiltà può pensare a sé stessa senza un termine di paragone, richiede confronto con altri. Capitolo 4 Riflessione di Ricoeur su Identità Narrativa: Basata sul concetto di "identità narrativa" da Tempo e racconto. Differenziazione tra il discorso del narratore (enunciazione) e del personaggio (enunciato). Voce Narrativa e Identità Narrativa: La voce narrativa è inseparabile da quella del narratore, proiezione immaginaria dell'autore reale. L'identità narrativa è configurata dalla parola e risponde alla domanda del chi con una narrazione. Temporalità e Identità Narrativa: L'identità narrativa, diversamente dal concetto di "Medesimo," include il cambiamento e la mutabilità. La coesione di una vita è mantenuta nella sua dimensione narrativa e temporale. Applicazione all'Individuo e alla Comunità: L'identità narrativa si applica sia all'individuo come soggetto che alla comunità nella sua ipseità. Teneva insieme la permanenza nel tempo del carattere e del mantenersi. Identità Individuale Psicosociale: Basata su una costituzione biologica e neuronale plastica. Costruita nello scambio emotivo e verbale con gli altri e nell'interazione con l'ambiente. Processo di Antropopoiesi: L'identità individuale, complessa, relazionale e dinamica. Risultato di un processo di antropopoiesi, più o meno stabile, che coinvolge la costruzione dell'essere umano. Capitolo 5 Francesco Remotti e l'Illusione dell'Identità: Remotti afferma che "l'identità non esiste," sottolineando l'illusione di ogni idea di identità primordiale. L'identità, anche nella sua negazione, implica il "bisogno di alterità" e un'apertura a essa. Identità come "Realtà Immaginata": Ugo Fabietti concorda sull'identità, specialmente quella etnica, come "realtà immaginata" più che "realtà reale." Non è un riflesso di forze materiali, ma il risultato di un processo antropopoietico ed ecopoietico. Situazionale e Paradossale: L'identità è situazionale, costruita in relazione ad altre identità e nel gioco di inclusione/esclusione. Corrisponde a un' "autorappresentazione del gruppo" e è paradossale: sentita, rivendicata, ma inafferrabile. Credere Equivale a Essere: Fabietti sostiene che alla base del senso di appartenenza c'è un "dogma" che fonda un'ontologia soggettiva ma con portata oggettiva. Claude Lévi-Strauss indica che l'identità è un "fuoco virtuale" indispensabile per spiegare, ma senza esistenza reale. Metafora Cannibale e Sguardo dell'Altro: Nel cannibalismo, non si cerca di identificarsi con l'altro ma di incorporare il suo punto di vista su di sé. Silvana Borutti sottolinea il "desiderio dell'altro" come riconoscimento del suo sguardo nella costituzione del soggetto. Ogget